La Senza Pari
Amata da Giuliano de’ Medici e musa
ispiratrice di pittori e poeti fu ritenuta la
donna più bella del suo tempo, tanto da
divenire l'icona della bellezza rinascimentale.
Nacque nel 1453, a
Portovenere da una
nobile famiglia
ligure.
L'esile figura, i
biondi capelli (una
rarità a quell'epoca
in Italia) e i profondi
occhi grigi, le valsero
il titolo di
«La Bella di Firenze"
Appena quindicenne
sposò Marco
Vespucci, cugino del
celebre Amerigo e si
trasferì a Firenze
dove condusse una
vita riservata, finché
non incontrò
Giuliano che,
probabilmente, ne
vide il ritratto nella
bottega del Botticelli.
Forse fu solo un amore
platonico. Certo è che
fu la coppia più ammirata
del momento.
I Medici erano i più ricchi, i
più colti e i più potenti di
Firenze.
E se Lorenzo incarnava la
gestione del potere, il bel
Giuliano, colto e idealista,
esprimeva la gioia di vivere
rinascimentale.
La fama della
ventunenne
Simonetta esplose
quando Giuliano, il
fratello minore di
Lorenzo il
Magnifico le dedicò
la vittoria nella
Giostra del 1475.
Il torneo fu disputato in piazza Santa Croce
il 28 gennaio1475, nel giorno del compleanno
di Simonetta. Giuliano, vinto il torneo, si
presentò con uno stendardo dipinto da
Botticelli che
riportava
l'effigie della
donna amata,
ed il motto
"La senza pari"
Lo stendardo è oggi perduto ma ne possiamo
ricostruire l’esistenza e la fattezza da varie
testimonianze letterarie e documenti, da una
tarsia di una porta del Palazzo di Urbino ,da
un arazzo tessuto, da un cartone botticelliano,
e da due disegni conservati agli Uffizi.
Improvvisa fu la morte di Simonetta, il 26 aprile 1476 (forse
di tisi), un anno dopo la memorabile giornata della Giostra.
Per la sua scomparsa,
Lorenzo il Magnifico
scrisse il sonetto che
inizia con
"O chiara stella che
co' raggi tuoi/togli alle
tue vicine stelle
il lume…"
dove la immagina salita
in cielo ad arricchire
il firmamento.
Una folla immensa
partecipò al
funerale e sfilò
davanti alla sua bara
che era stata
lasciata scoperta
perché tutti
potessero ammirare
la bellezza che la
morte non aveva
offuscato.
Simonetta fu sepolta
nella chiesa
d'Ognissanti, nella
Cappella Vespucci
affrescata dal
Ghirlandaio. Nella
stessa Chiesa, sul
pavimento c'è anche
la tomba di
Botticelli che aveva
chiesto di essere
sepolto ai suoi piedi.
Esattamente due anni dopo anche
Giuliano morì, assassinato nella
congiura dei Pazzi, che segnò la fine
del momento più splendido della
Firenze medicea.
La figura di Simonetta
Vespucci è una delle
meno conosciute in
assoluto.
Il suo volto è stato reso
immortale dal
Botticelli, la sua
bellezza cantata dal
Poliziano,
immortalata da Piero
di Cosimo nei panni
di Cleopatra.
Simonetta Vespucci , " La Senza Paragoni"
"Ma' l bel Iulio ch'a a noi stato
ribello,
E sol di Delia ha seguito el trionfo,
Or drieto all'orme del suo buon
fratello,
Vin catenato innanzi al mio trionfo;
Né mosterrò già mai pietate ad ello
Finché ne porterà nuovo trionfo:
Ch'i' gli ho nel cor diritta una saetta
Dagli occhi della bella Simonetta"
(Libro II del "Stanze per la Giostra
di Giuliano de' Medici" del
Poliziano)
Simonetta Vespucci fu modello del dipinto de
"La Nascita di Venere" commissionato
a Botticelli da
Giuliano de' Medici.
L’amore fra
Giuliano e
Simonetta è stato
un grande,
leggendario amore
che ha fatto
fantasticare per
decenni i fiorentini.
La giovane
Simonetta
morì
tragicamente
alla tenera
età di 22 anni.
La Nascita di
Venere è stata
effettivamente completata nel 1485, nove anni dopo
la sua morte.
Botticelli era ancora in grado di catturare la sua
bellezza dal semplice ricordo.
Alcuni sostengono che lo stesso Botticelli
fosse innamorato di Simonetta,
un amore mai dichiarato, espresso solo
attraverso i numerosi ritratti.
Il suo sguardo è sognante e lontano, le chiome
bionde
agghindate di
nastri e
ingioiellate di
perle, e quel
volto di
giovane che
ha la dolcezza
dei tratti
Della Venere e
della Primavera
Sono il ritratto
ideale di fanciulla
che Botticelli
identifica con
Simonetta Vespucci
"regina di bellezza"
amata da Giuliano
de’ Medici.
In questo ritratto al
collo della giovane,
Botticelli ha dipinto
un collier con un
pendente famoso: il
"sigillo di Nerone",
cammeo che insieme
ad altre 96 gemme fu
uno dei pezzi più
preziosi della
collezione di Lorenzo
il Magnifico.
Per richiesta del grande pittore, ora Botticelli e
Simonetta riposano in pace uno accanto all’altro
nella chiesa
d’Ognissanti a
Firenze.
Il Botticelli utilizzò
il viso di Simonetta
non solo per la
Nascita di Venere,
ma anche per altri
sui capolavori e per
diverse immagini
della Madonna.
Oggi abbiamo le opere dell'artista Omar Ronda
dedicate a
due icone della
bellezza
femminile:
Simonetta
Vespucci,
"modella"
del Botticelli, e
Marilyn Monroe,
musa di
Andy Warhol.
Ronda, in una sorta di sodalizio virtuale, le ha poste
di fronte, e ha creato questo doppio binario al
femminile,
un ponte tra
personaggi
diversi, ma uniti
nel sogno
collettivo e nel
ruolo di mito
che la storia ha
loro assegnato.
Entrambe bionde
e bellissime,
furono amate
dagli uomini più
potenti della loro
epoca:
da Giuliano e
Lorenzo De‘
Medici Simonetta,
da John e Robert
Kennedy Marilyn.
Simonetta diventa con Botticelli l'emblema
della bellezza rinascimentale per eccellenza.
Marilyn rappresenta, attraverso la mano di
Warhol, il volto del Novecento.
I poeti la cantano, i
pittori la ritraggono,
la città ne parla sotto
la spinta dell’incalzare
degli avvenimenti che
mutano lo scenario
politico e gli equilibri
sociali.
E’ la bellezza morale
e intellettuale, la
rinascita dell’età
dell’oro.
Non vi fu amore più dolce di quello che
Giuliano de’ Medici nutrì per la bella
Simonetta Vespucci.
Realizzato dall’alunna
Cappelloni Letizia
classe 4R
con la collaborazione
della
Prof.ssa Micheli Angela
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Simonetta Vespucci - "A. Casagrande" "F. Cesi" di Terni