Elementi e assiomi della comunicazione umana I settori della comunicazione umana Sintassi Semiotica Pragmatica Gli elementi sono comuni, ciò che cambia è il punto di vista Perché si comunica? “Comunicazione” significa “condivisione” Per fornire informazioni Per chiedere informazioni Per persuadere Per esprimere un desiderio Per controllare il comportamento altrui Per riflettere sull’uso della lingua Perché non si può non comunicare: ogni comportamento è comunicazione – il comportamento non ha un suo opposto, non esiste un “non comportamento” Perché la maggior parte delle comunicazioni che emettiamo avviene a nostra insaputa Il “segno” Il segno è l’unità minima, la “molecola” della comunicazione. Esso è composto da due parti inscindibili: a) Il “significante”: corrisponde alla realtà del segno, ossia all’immagine acustica o grafica attraverso cui questo si esprime b) Il “significato”, ovvero il concetto racchiuso nel segno, cioè ciò che questo rappresenta nel sistema di codifica a cui si fa riferimento Il segno può essere “linguistico”, “iconografico”, “acustico” ecc. Quali sono gli elementi della comunicazione? L’emittente: a) la personalità b) lo stile c) Altre caratteristiche dell’autore del messaggio Quali sono gli elementi della comunicazione? Il messaggio: il contenuto e altre caratteristiche Alcuni autori citano anche il “referente”, cioè l’oggetto della comunicazione, cui si riferisce il messaggio Quali sono gli elementi della comunicazione? Il canale: il mezzo dal quale viene trasmesso il segnale, es.: giornali, radio, televisione, internet, cinema ecc. Quali sono gli elementi della comunicazione? Il destinatario: A) la personalità B) i sentimenti C) altre caratteristiche Quali sono gli elementi della comunicazione? Il codice: è l’insieme comunicazione. dei simboli e delle regole sintattiche utilizzati nella Deve essere condiviso almeno in parte dall'emittente e dal destinatario L’emittente usa il processo di “codifica”, cioè traduce l’informazione che vuole trasmettere basandosi su un codice (trasforma idee e concetti che vuole comunicare in segni comprensibili al destinatario) Es.: la lingua utilizzata nel corso di una conversazione telefonica, la lingua madre, il linguaggio gergale utilizzato all'interno di un gruppo giovanile ecc. Il destinatario usa invece il processo opposto, la “decodifica” del messaggio (trasforma i segni in idee e concetti che l’emittente voleva comunicargli) Alcuni autori citano anche la funzione del “filtro” in comunicazione: si può verificare sia a livello del mittente che del ricevente e può essere rappresentato da “sistemi di valore”, consci o inconsci, che consentono che l’interlocutore accetti alcuni elementi della comunicazione, respingendone altri Quali sono gli elementi della comunicazione? Il contesto comunicativo: le caratteristiche fisiche e sociali della situazione in cui ha luogo la comunicazione, cioè gli astanti e gli ambienti in cui avviene Si può intendere da tre punti di vista: a) Contesto situazionale = ambiente fisico, insieme di condizioni in cui avviene la comunicazione. b) Contesto linguistico = insieme di informazioni fornite dagli altri elementi linguistici. c) Contesto culturale = insieme di fatti, persone, idee, oggetti a cui ci si riferisce. Quali sono gli elementi della comunicazione? Il “feedback” (retroazione – retroinformazione): l’effetto che l’informazione ha sull’emittente quando torna indietro dopo aver provocato un cambiamento nel destinatario Il feedback può essere positivo o negativo: il primo muta la condizione iniziale, il secondo la lascia invariata Tutto ciò che accade all’interno di un’organizzazione può essere considerato in termini di feedback, poiché il comportamento di ognuno influisce sul comportamento di tutti gli altri, e viceversa Quali sono gli elementi della comunicazione? La punteggiatura: modelli di scambio di comunicazioni regolati da leggi non scritte che possono variare di volta in volta La funzione della punteggiatura è di organizzare gli scambi, è quindi vitale per lo svolgersi della comunicazione stessa La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti Quali sono gli elementi della comunicazione? Rumore: qualsiasi disturbo della comunicazione, sia di tipo fisico che di tipo psicologico, che causa una distorsione del messaggio e gli impedisce di arrivare al destinatario in modo corretto e completo. Può essere inteso sia in senso letterale che metaforico. Ess.: il rumore del traffico; i pregiudizi razziali. Quali sono gli elementi della comunicazione? La ridondanza: la sequenza, talvolta solo apparentemente casuale, delle comunicazioni che emettiamo e il modo in cui reagiamo alle comunicazioni che riceviamo (analogia con i programmi informatici), ma anche l’uso di molteplici codici per la trasmissione dello stesso messaggio, es.: “vieni” e “cenno con la mano”. Lo scopo, in questo caso, è quello di rinforzare l’intenzione espressa attraverso la comunicazione e ridurre il rischio di fraintendimento Quali sono gli elementi della comunicazione? Metacomunicazione: ogni comunicazione “sulla” comunicazione Quali sono gli elementi della comunicazione? Circolarità: è nato prima l’uovo o la gallina? Ossia: il membro psicotico di una famiglia lo è perché in quella famiglia la comunicazione è patologica o la comunicazione è patologica perché in quella famiglia è presente un membro psicotico? Le comunicazioni sono sempre circolari, ognuna di esse ne provoca altre che a loro volta ne provocheranno altre che, inevitabilmente, coinvolgeranno di nuovo gli elementi già coinvolti in precedenza. Ognuno di noi è sia emittente che destinatario. Qualità di una buona comunicazione Argomenti validi Fatti oggettivi Le caratteristiche più importanti dell’emittente Attendibilità: esperimento di Bonaiuto “Effetto latente”: è l’effetto ritardato che un emittente poco attendibile ha sugli atteggiamenti, all’inizio è minimo ma cresce col passare del tempo. Contestualmente l’incidenza dell’emittente più attendibile sugli atteggiamenti del ricevente diminuisce. Perché accade ciò? Perché col passare del tempo, inconsciamente, tendiamo a dissociare il messaggio dal mittente, quindi la sua attendibilità o inattendibilità influiscono sempre meno Le caratteristiche più importanti dell’emittente Si può aumentare l’attendibilità dell’emittente? Sì: se il messaggio non va a suo vantaggio o va a suo svantaggio Le caratteristiche più importanti dell’emittente Le attrattive dell’emittente: A) aspetto fisico B) fascino C) somiglianza con il ricevente Il ricevente tende a identificarsi con l’emittente di cui ammira le caratteristiche. Bellezza e fascino sono ammirati dalla maggior parte delle persone. Sono soprattutto i messaggi impopolari ad aver bisogno di emittenti attraenti. Quanto più il ricevente si sentirà simile all’emittente tanto più il messaggio farà presa Le caratteristiche più importanti del messaggio La comprensibilità delle parole scelte: un messaggio ambiguo può addirittura irritare il destinatario più di un messaggio a contenuto critico ma chiaramente comprensibile Il livello culturale del destinatario: un messaggio che presenta entrambi i lati della medaglia è più efficace verso le persone colte, mentre un messaggio che presenta solo un lato della medaglia è più efficace verso le persone incolte Intimidazione: quanto più il messaggio intimorisce tanto più è efficace. Effetto “boomerang”: si ottiene l’effetto opposto se, contestualmente all’intimidazione, non si offrono al destinatario le informazioni necessarie per affrontare il pericolo Una serie di messaggi scambiati tra persone viene definita interazione Una interazione organizzata secondo certe regole prende il nome di modello di interazione Le caratteristiche più importanti del canale di comunicazione L’efficacia del canale varia in funzione del destinatario al quale il messaggio è rivolto. In generale, la radio è più efficace della stampa, e la televisione è più efficace della radio Quanto più il messaggio è complesso tanto meno il canale più efficace dev’essere espressivo e immediato Le caratteristiche più importanti del destinatario Il destinatario è meno passivo di quanto si pensi: agisce sull’informazione che riceve in base alla sua disposizione del momento Tipo “acquiescente”: “mi piacciono tutti”. Tende a deformare positivamente qualsiasi informazione. Tipo “bastian contrario”: “non mi piace nessuno”. Tende a deformare negativamente qualsiasi informazione. Tipo con bassa autostima: tende a non fidarsi di sé stesso, si affida quindi alle opinioni altrui Tipo con alta stima di sé: tende a fidarsi solo della propria opinione Le caratteristiche più importanti del contesto comunicativo Maggiore è la quantità di messaggi presenti nel contesto, maggiore sarà l’efficacia di questi ultimi: i messaggi si “rinforzano” a vicenda Se nella comunicazione interviene una interferenza, se è di basso rilievo aumenta l’attenzione verso la comunicazione stessa, se è più intensa distrae il destinatario facendogli “perdere” il messaggio. Es.: la presenza di altri funge da distrazione; conseguenza: il messaggio è più efficace quando il destinatario è solo Più la comunicazione è fondata su una relazione sana tra comunicanti, e più l’aspetto formale della comunicazione sarà relegato sullo sfondo. Viceversa, nelle relazioni “malate” si assiste a una continua ridefinizione della forma della comunicazione e sullo sfondo viene relegato il messaggio I vantaggi della comunicazione Un conflitto è meglio dell’assenza di comunicazione: la comunicazione aumenta la fiducia reciproca, e la fiducia reciproca aumenta la comunicazione Competenza grammaticale, competenza comunicativa, competenza pragmatica competenza grammaticale: la conoscenza innata delle regole formali di una lingua da parte di un parlante/ascoltatore che gli permette di produrre/interpretare le espressioni della sua lingua Alcuni elementi della competenza grammaticale (“figure di parola”): a) Metafora: è una similitudine abbreviata, es.: quel ragazzo è un mulo b) Sineddoche: quando si nomina una parte per il tutto, o viceversa, o il plurale per il singolare, o viceversa, es.: vele, uomo c) Eufemismo: quando si edulcora un’espressione altrimenti dura o cruda, es.: è passato a miglior vita d) Ironia: è una lode simulata di ciò che si desidera biasimare, es. : genio e) Sarcasmo: ironia più cattiva, es.: commenti sulla forma fisica ecc. f) Allegoria: figura retorica che, sotto il senso letterale delle parole cela verità o pensieri profondi, es.: la Divina Commedia, La fattoria degli animali ecc. Competenza grammaticale, competenza comunicativa, competenza pragmatica Competenza pragmatica: la conoscenza delle regole d'uso degli enunciati della lingua in circostanze adeguate Competenza comunicativa: è l’insieme di competenza grammaticale e pragmatica più… Competenza discorsiva: coesione e coerenza Competenza strategica: uso appropriato di comunicazioni strategiche Comunicazione numerica e comunicazione analogica La comunicazione numerica è quella in cui non c’è somiglianza tra i diversi elementi della comunicazione, es.: un numero telefonico non somiglia né all’emittente, né al destinatario, né al messaggio ecc. La comunicazione analogica è quella in cui c’è somiglianza tra due o più elementi della comunicazione, es.: i segni del linguaggio non verbale somigliano spesso ai messaggi che sottendono La comunicazione numerica è utilizzata prevalentemente nella trasmissione di informazioni, quella analogica nelle relazioni interpersonali Il ramo della psicologia che si occupa dell’interpretazione del linguaggio non verbale, della postura e della prossemica si chiama appunto “psicologia analogica” Comunicazione simmetrica e comunicazione complementare La comunicazione simmetrica è basata sull’uguaglianza di ruolo tra gli interlocutori: spesso da questa forma di comunicazione scaturisce competizione che dà luogo “all’escalation” propedeutica al conflitto La comunicazione complementare è basata sulla differenza di ruolo tra gli interlocutori, uno dei quali assume la posizione di “one up” e l’altro quella di “one down” Tutte le comunicazioni tra esseri umani rientrano in una di queste due classi La comunicazione efficace Comunicare in maniera efficace significa riuscire a decifrare e riutilizzare lo stile comunicativo del nostro interlocutore: utilizzando parole, toni ed espressioni che l'altro senta come familiari. In questo modo si contribuisce a creare un clima di reciproca fiducia e si riducono le possibilità di scontro e fraintendimento. Secondo alcuni autori, maggiore è il numero di sensi coinvolti nella comunicazione, più questa sarà efficace Tecniche per una comunicazione efficace Ricalco: vuol dire ricalcare tono di voce, postura, modo di comunicare del nostro interlocutore, in modo da farlo sentire “a casa”. Ricalco non vuol dire “imitazione”, ma utilizzare schemi di comunicazione simili a quelli della persona che abbiamo di fronte, fare attenzione a chi abbiamo davanti e cercare di farlo sentire a proprio agio, pensare al risultato della comunicazione Guida: è la fase successiva del ricalco. Una volta stabilita una sufficiente “empatia” con il mio interlocutore, inizio ad allontanarmi dagli stili dell’altro per avvicinarmi ai miei. Chi è la guida tra i due interlocutori? Quello che ha l’obiettivo più preciso tra i due, la maggiore consapevolezza delle proprie capacità comunicative e della propria identità “unicizzare” l’interlocutore: far sentire al nostro interlocutore che la comunicazione è indirizzata proprio a lui e a nessun altro, che è stata creata appositamente per lui, farlo sentire “unico” Adeguare lo stile comunicativo ai diversi interlocutori Per aumentare l’efficacia della comunicazione, paradossalmente, bisogna saper ascoltare Più ascolteremo il nostro interlocutore, più lo conosceremo, e più individueremo i punti di forza e i punti deboli che potremo usare ai fini della nostra comunicazione Come si “ascolta” (“ascolto attivo”): a) Osservando (attenzione fluttuante, empatia) b) Sospendendo il giudizio c) Chiedendo (appoggiandosi eventualmente a parafrasi e riformulazioni) d) Predisponendo il contesto dal punto di vista logistico Adeguare lo stile comunicativo ai diversi interlocutori Quale “strato linguistico” usare? Lo strato linguistico e il tipo di linguaggio usato in funzione del destinatario. Riguarda direttamente la scelta dei termini da utilizzare e varia anche in funzione del contesto Quanto più è elevata la distanza tra gli interlocutori, tanto più alto, cioè formale, sarà lo strato linguistico adottato Elementi di vicinanza o lontananza tra interlocutori sono: A) familiarità B) comune interesse per l’oggetto della comunicazione C) distanza sociale L’opposto della comunicazione efficace Evitare messaggi di rifiuto delle comunicazioni dell’interlocutore in ogni loro forma, quali: a) Dare ordini b) Mettere in guardia c) Moralizzare d) Tentare di convincere e) Elogiare f) Ridicolizzare g) Interpretare h) Consolare i) Cambiare argomento j) Produrre una comunicazione eccessiva (concetto di “punta dell’iceberg”) La relazione interpersonale La relazione interpersonale è una comunicazione fondata su un impegno che definisce la relazione stessa Una relazione interpersonale comincia con “l’affiliazione”, cioè il bisogno di contatto sociale, che avviene quando si percepiscono: a) Condizioni piacevoli b) Condizioni minacciose Si cerca compagnia per: a) Confrontarsi (come si comportano gli altri?) b) Ridurre l’ansia c) Ottenere informazioni Come il contesto favorisce l’amicizia La vicinanza fisica facilita l’amicizia perché: a) Diminuisce gli ostacoli agli incontri b) Ci dà più informazioni su chi ci è vicino c) Favorisce il fenomeno della “mere exposure” (ciò che ci è familiare ci piace di più) Cosa ci fa piacere gli altri? In amore e in amicizia tendiamo a preferire le persone che ci somigliano. Perché? a) Otteniamo da esse sostegno alle nostre opinioni b) Operiamo con esse rinforzi reciproci alle nostre scelte Qual è la differenza tra similarità e complementarità? Ci piacciono anche persone diverse da noi, ma solo se sono oggettivamente attraenti, simpatiche ecc. Attrattive fisiche: molte ricerche hanno dimostrato che i “belli” hanno più successo sociale (“effetto alone”) I diversi stili di relazione interpersonale passivo: da parte dell'emittente vengono assecondati i diritti e le esigenze dell'interlocutore senza tenere in considerazione la propria posizione. Questo stile di relazione porta ad una fuga dalla relazione stessa, che risulta pertanto come atrofizzata I diversi stili di relazione interpersonale aggressivo: in questo caso, l'emittente afferma i suoi diritti e le sue esigenze a discapito di quelle dell'interlocutore. Uno stile di questo genere è tipico di chi tende a considerare il proprio punto di vista quale realtà oggettiva universalmente valida, e porta a logorare la relazione poiché viene messa in atto una squalifica della posizione e dell'opinione altrui I diversi stili di relazione interpersonale manipolativo: l'emittente non esterna completamente le sue esigenze e i suoi diritti ma soltanto quelli che risultano funzionali al perseguimento dell'obiettivo che si prefigge. Con il protrarsi nel tempo di atteggiamenti di questo tipo la relazione si logora poiché si verifica una progressiva perdita di fiducia da parte del proprio interlocutore. I diversi stili di relazione interpersonale assertivo: l'emittente è in grado di affermare i suoi diritti e le sue esigenze, rispettando, tuttavia, anche i diritti e le esigenze del suo interlocutore; egli è in grado di esplicitare ciò che pensa, sente e vuole pur prestando attenzione al punto di vista altrui poiché non giudica il proprio interlocutore ma prende atto della percezione della realtà dell'altro. L'assertività permette di creare relazioni positive e costruttive perché prevede che chi è in grado di attuarla sia consapevole di se stesso e contemporaneamente sia capace di accettare visioni e punti di vista differenti lo stile assertivo è quello che va più valorizzato poiché, considerando tutti i punti di vista dei soggetti coinvolti, agevola il realizzarsi di una comunicazione efficace