Rivelatori interferometrici di onde
gravitazionali
Emanuele Pomante
Università La Sapienza - Roma
Gravitazione Sperimentale
Prof. Fulvio Ricci
Sommario






Relatività generale e onde gravitazionali
Interferometro Michelson
Optical read-out noise
Cavità di ricircolo e Fabry-Perot
Acquisizione e controllo del punto di lavoro
Sorgenti di rumore
Prima di parlare di rivelatori è necessario
spiegare cos’è un onda gravitazionale?
Il punto di partenza è la teoria della relatività generale di Einstein…
Equazione di Einstein
G  8GT
La presenza di materia-energia provoca variazioni nella geometria dello
spazio-tempo la quale a sua volta determina le traiettorie di corpi
in caduta libera
L’equazione di Einstein è un equazione differenziale non lineare in genere non risolvibile
analiticamente!
Risolvibile se supponiamo di trovarci in un
sistema di coordinate in cui la metrica sia
quella di Minkowski con l’aggiunta di una
piccola perturbazione…ciò equivale a dire
che lo spazio-tempo in cui ci troviamo è
“quasi piatto”
Approx di campo debole
g     h
con
h  1
Trasformazioni di gauge
Opportuni cambiamenti di coordinate permettono di semplificare
l’equazione di Einstein linearizzata…senza variare la forma della
metrica
In particolare:

Gauge di Lorentz
h  16 T
Equazione
delle onde
 Nel vuoto T  0 la perturbazione della metrica si propaga come un onda alla velocità della luce c



h  Re A exp ik x
Vettore d’onda
k
è un vettore nullo

k k  0

Una qualunque soluzione può essere
espressa come sovrapposizione di onde
piane
Ampiezza
A
Lorentz gauge...
A k   0
è un tensore simmetrico
le componenti
indipendenti
si riducono a 6
Gauge TT (Transverse-Traceless)
• La perturbazione è diversa da zero solo sul piano perpendicolare
alla direzione di propagazione (Transverse)
• La matrice che rappresenta il tensore ampiezza è a traccia nulla
(Traceless)
• Le componenti indipendenti si riducono a due
Per un onda che si propaga lungo l’asse z
le componenti indipendenti sono 2 che
rappresentano gli stati di polarizzazione dell’onda
+
×
Effetti del passaggio di un onda su due corpi in caduta libera posti a distanza L
La distanza propria tra due punti A e B dello
spazio-tempo si esprime attraverso la metrica
ds2
Al passaggio di un onda che si propaga
lungo z con polarizzazione +
Metrica
g  1  h cos t  z 
B
L   ds   g dx dx


12
A
Principio fisico su cui si basa la rivelazione delle onde
 h


L  1  cost  L
2


Il passaggio dell’onda induce una variazione nella distanza tra i due corpi proporzionale all’ampiezza
dell’onda, se il periodo è molto maggiore dei tempi caratteristici del processo si ottiene L L  h 2
Lo stesso risultato vale per un onda con polarizzazione × se si sposta il ragionamento sulle bisettrici del
piano x-y
Significato fisico dei due
stati di polarizzazione di
un onda gravitazionale
Interferometro Michelson
Misura della differenza di
lunghezza dei bracci
  t 
2

ct 
2

L
Lunghezza
d’onda del laser
La luce proveniente dai due bracci viene fatta interferire sul beam splitter…ciò che si
misura in realtà è la differenza di fase tra i fasci
Le masse sospese (gli specchi) si comportano davvero come masse libere?
1
F  mht L
2
Ω
ω0
=(k/m)1/2
Forza apparente (o di
marea)
Equazione del moto
Frequenza dell’onda
gravitazionale
Frequenza di risonanza
del pendolo
Si!
Se ω0 << Ω
Infine supponendo:
gwt 
t
 gw
 1
h
L  L
2
 
4

hL
Quale é l’ordine di grandezza del segnale che ci aspettiamo di misurare?
Sistema binario composto
da due stelle di neutroni:
r ~ 10 Mpc
h ≈ 10-21
É necessario:
•amplificare il segnale
•minimizzare il rumore
segnale aspettato per
L~1km
∆Фgw ≈ 10-11 rads
Troppo piccolo per essere
distinto dal rumore!
Formalismo base di un Michelson
Campi interni:
Potenza in uscita:
Potenza trasmessa all’uscita in dipendenza
dello sfasamento Ф fra i fasci provenienti
dai due bracci
Ponendo
Contrasto
Beam-splitter
Sfasamento
2r1r2
C 2 2
r1  r2
1
rbs  tbs    2k L
2
Pout 
Pin
1  C cos  
2
Formalismo base di un Michelson...
Supponiamo che lo sfasamento sia il
risultante della somma tra uno sfasamento
statico, dovuto ad una asimmetria dei
bracci, e lo sfasamento dovuto al passaggio
dell’onda gravitazionale
Approssimando al primo
ordine troviamo per Pout
  0  gw

Pin
Pout 
1  C cos 0  Csen0gw
2
La variazione in potenza dovuta al
passaggio di un onda sarà quindi:
Obbiettivo:
 minimizzare il rapporto
segnale-rumore
Pin
Pgw  Csen0gw
2
S
N

Limiti sulla sensibilità del rivelatore: Optical read-out noise
In termini della minima ampiezza d’onda rivelabile è la somma
di due contributi la cui origine è legata alla natura corpuscolare
della radiazione
~
h
• shot  f  shot noise
• hPR  f 
~
fluttuazione del numero di
fotoni incidenti sul fotodiodo
pressione
di radiazione
~
~2
~2
hor  f   hshot
 hPR
fluttuazione della pressione
esercitata dalla luce sugli
specchi
Pin
~2
hPR
Pin
~2
hshot
La potenza non può essere aumentata indefinitamente,
bisogna raggiungere un compromesso…si parla allora
di Standard Quantum Limit quando le due componenti si
equivalgono e il limite per h vale:
Shot noise
La potenza misurata da un fotodiodo
è proporzionale al numero di fotoni
incidenti
N  Poutt
Segue una statistica poissoniana
con varianza (N1/2)
Fluttuazioni statistiche di N sul fotodiodo si traducono in fluttuazioni di potenza
Pshot 
Pout 
t
minimo nel limite
Pout  0
Dark fringe
In assenza di segnale gravitazionale la potenza
in uscita deve essere nulla, trascurando le
perdite tutta la potenza viene riflessa dall’ ITF
verso il laser
0  
Tenendo conto del rumore shot lo sfasamento minimo rivelabile è…
Nota:
abbiamo imposto
S Pgw

1
N Pshot
più la condizione di dark fringe
…che in termini dell’ampiezza
dell’onda diventa
Aumentare la sensibilità significa:
 aumentare la potenza in ingresso
Cavità di riciclaggio
 incrementare il cammino della luce
Cavità Fabry-Perot
Cavità Fabry-Perot
FWHM
Parametri cavità ottiche risonanti:
Finesse:
Free Spectral
Range:
Round Trip
Number:
F
 r1r2
FSR

FWHM 1  r1r2
FSR 
N
c
2L
F
2
Detuning
cavità-laser
Tempo di storage
Cavity cut-off:
c  2
FWHM
c
1


2
2 FL  s
I fotoni una volta entrati effettuano in media N rimbalzi prima di riuscire, restano quindi
intrappolati nella cavità per un tempo
s

• Vantaggio: incremento del cammino della luce
• Svantaggio: funziona solo se la luce è in risonanza con la cavità
Interferometro più Fabry-Perot
Ponendo nell’interferometro cavità FP al
posto degli specchi terminali, se la cavità è
in risonanza, la lunghezza equivalente dei
bracci diventa:
Il guadagno rispetto al caso di
interferometro semplice è evidente:
maggiore è la finesse più lo strumento
diventa sensibile…
Importante!
La cavità si comporta
come un filtro passa-basso
Aumentare la finesse comporta anche
un aumento del rumore, bisogna
trovare il giusto compromesso tra
finesse e lunghezza delle cavità
Cavità di riciclaggio
L’uso di uno specchio tra laser e BS permette
di “riciclare” la luce riflessa dall’ ITF
(dato che stiamo lavorando in dark fringe)
Specchio di ricircolo e interferometro
costituiscono una cavità risonante
equivalente, alla risonanza la potenza in
ingresso viene amplificata di un fattore
Grec 
1
Ltot
Perdite dell’ ITF
 Funziona solo se la cavità è in risonanza
Questa tecnica permette
di aumentare la potenza
in ingresso continuando
ad usare laser che
garantiscano i requisiti
di stabilità…
20W  1kW
Locking dell’ ITF
 L’uso di cavità risonanti se da un lato porta molti vantaggi dall’altro
introduce ulteriori problematiche legate al fatto che le cavità funzionano
solo quando sono in risonanza
 Poter usare un interferometro in maniera corretta significa acquisire e
mantenere il cosiddetto punto di lavoro
 Punto di lavoro: stato in cui le distanze reciproche tra gli specchi
permettono di lavorare in frangia scura e con le cavità in risonanza
 Mantenere il punto di lavoro vuol dire mantenere gli specchi ad una
distanza reciproca predeterminata e con angoli fissati, ma ciò non è
semplice in quanto gli specchi sono soggetti a spostamenti e
disallineamenti continui
È necessario un sistema di controllo
Modulazione-demodulazione del segnale
Il segnale proveniente dal laser viene
modulato in fase da un modulatore elettro-ottico
Si vuole tenere l’uscita
dell’interferometro sulla frangia
scura per la portante, mentre si
vogliono trasmesse le bande
laterali
Il segnale di onda gravitazionale
sarà rivelato dal battimento fra la
portante modulata dal segnale
gravitazionale e la banda laterale
all’uscita dell’interferometro
Portante
Bande laterali
Non è più il segnale diretto che viene
campionato ma la fluttuazione di
ampiezza del campo elettrico,
risultato del
battimento portante-bande laterali,
alla frequenza di modulazione del
segnale, si può spostare la misura a
frequenze più alte
Le lunghezze da fissare sono 4 (gradi
di libertà dell’ ITF):
• Dark Fringe set point
l1  l2
• Differential Arm length
L1  L2
• Power Recycling Cavity Length
lr 
l1  l2 
2
• Common Arm length
L1  L2
Le bande laterali non risuonando nelle FP
sono sensibili alle variazioni di lunghezza,
ponendo dei fotodiodi dietro gli specchi è
possibile quindi prelevare il segnale,
confrontarlo con quello desiderato e
applicare la correzione inviando il segnale
di errore ad attuatori di posizione posti
sugli specchi
Sorgenti di rumore
 Fluttuazioni di potenza e frequenza
del laser
 Rumore termico
 Rumore sismico
Dominanti a basse
frequenze
Fluttuazioni di potenza e frequenza del laser
Fluttuazioni di fase alla
porta di uscita
Detto Δφ lo spostamento
della condizione di frangia
scura, le fluttuazioni
in potenza del laser
determinano un rumore
A bassa frequenza è difficile raggiungere le condizioni richieste per il
controllo delle fluttuazioni del laser in frequenza e in potenza, e inoltre si è
limitati dal rumore elettronico 1/f, si usa una tecnica di modulazione del
fascio laser che sposti la misura ad alta frequenza e consenta l’estrazione
dei segnali di errore
L’intero sistema viene mantenuto in condizione di vuoto al fine di evitare:
• variazioni dell’indice di rifrazione del mezzo attraversato
• scattering del fascio di luce sulle particelle del mezzo
Rumore termico
Il “teorema di fluttuazione e dissipazione” afferma che le parti costitutive di
un corpo in cui sono presenti forze dissipative (attriti interni, frizioni, etc.) è
sottoposto a delle forze di natura stocastica proporzionali alla radice
quadrata della temperatura
Questo vuol dire che sia gli specchi che le sospensioni sono soggetti
a vibrazioni (in quanto la loro temperatura è ben al di sopra dello zero
termico) che si traducono in rumore
Soluzione:
• isolare termicamente
le parti terminali delle cavità
• scegliere per la costruzione
di specchi e sospensioni materiali
a basso Q
Caratteristica del materiale
Lo specchio può essere assimilato ad un pendolo
di massa m immerso in un bagno termico
Rumore sismico
Il rumore sismico è presente continuamente dovunque sulla crosta terrestre. In parte è
prodotto da fenomeni geologici continuamente attivi, come movimento della crosta,
microterremoti, etc. In parte è prodotto dall’attività umana
Diventa una delle principali
cause di rumore a frequenze
inferiori di 100hz
Soluzione:
Si usano catene di filtri
e pendoli per sostenere
gli specchi e smorzare
le fluttuazioni
A titolo d’esempio prendiamo i Superattenuatori
sviluppati per il progetto VIRGO
Virgo e curva di sensibilità aspettata
Alla luce di quanto finora detto riportiamo il
caso pratico dell’ esperimento Virgo
LFP  3km
Plaser  20W
Lo strumento è stato progettato
per la rivelazione di segnali di
bassa frequenza (pulsar) da
qui l’uso dei superattenuatori
Curva di sensibilità e
ampiezza dei diversi
contributi
Fine
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