La valutazione economico – finanziaria dell’iniziativa imprenditoriale Milano, 31 Marzo 2008 ‹#› Agenda ‹#› Agenda 31/03 Mattina Pomeriggio Apertura lavori Ristrutturazione aziendale Il piano d’impresa e la sua valutazione Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa ‹#› Agenda 1/04 Mattina Pomeriggio Apertura lavori Documenti essenziali all’istruttoria Linee guida erogazione del Credito Sensibilizzazione al Gruppo Presentazione della “Pratica elettronica di Fido” e posizione rischio – cliente Monitoraggio pratiche deliberate Le garanzie in ottica Credit Risk Mitigation Dare credito alle risorse (video) Criteri di valutazione del merito creditizio Relazione di fido ‹#› Agenda 2/03 Mattina Pomeriggio Iter semplificati piccoli fidi Il prodotto fotovoltaico Operatività della banca nel comparto finanziamenti e crediti di firma Nuova operatività di verifica perizie Introduzione al prodotto mutui retail Domande Novità della PEF ‹#› Sommario Leonardo Martella ‹#› Sommario Il piano d’impresa e la sua valutazione Il mercato: offerta,domanda e ambiente competitivo Attività e caratteristiche distintive del prodotto/servizio Punti di forza e posizionamento dell’impresa Obiettivi e strategie del piano Conti economico-finanziari previsionali Valutazione strategica: fattori qualificanti Valutazione operativa: fattori da evidenziare ‹#› Sommario Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi tradizionale del merito creditizio Sistema di analisi del merito creditizio con rating Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio Analisi quantitativa Analisi qualitativa Analisi prospettica Rating: metodo standardizzato Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso ‹#› Sommario La ristrutturazione aziendale Migliorare,ristrutturare,reingegnerizzare le attività aziendale Natura e origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà strutturali Situazioni di difficoltà transitorie Situazioni di sviluppo Programma di ristrutturazione: aspetti societari Programma di ristrutturazione: aspetti gestionali Programma di ristrutturazione: aspetti finanziari Finanza straordinaria ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Il mercato: offerta, domanda e ambiente competitivo Attività e caratteristiche distintive del prodotto/servizio Punti di forza e posizionamento dell’impresa Obiettivi e strategie del piano Conti economico-finanziari previsionali Valutazione strategica: fattori qualificanti Valutazione operativa: fattori da evidenziare ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Il mercato: offerta, domanda e ambiente competitivo Offerta attuale e potenziale Nell’analisi dell’offerta e della concorrenza va indicato: numero e collocazione geografica degli attuali concorrenti numero dei prodotti/servizi sostitutivi facilmente reperibili sul mercato numero dei nuovi concorrenti entrati nel mercato nell’ultimo anno (triennio,ecc.) numero dei concorrenti usciti dal mercato nell’ultimo anno (triennio,ecc.) punti di forza/debolezza degli attuali concorrenti Quanto sopra dovrebbe risultare da apposita indagine sui concorrenti ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Il mercato: offerta, domanda e ambiente competitivo Domanda attuale e potenziale Nell’analisi della domanda va evidenziato: numero e collocazione geografica degli acquirenti del prodotto/servizio disponibile sul mercato percentuale dei compratori esclusivi rispetto alle vendite dei concorrenti percentuale stimata dei reclami degli acquirenti verso i concorrenti andamento medio della domanda di prodotto/servizio nell’ultimo anno (triennio,ecc.) numero e collocazione geografica degli attuali clienti percentuale dei clienti esclusivi rispetto al totale delle vendite numero dei reclami dei clienti nell’ultimo anno (triennio,ecc.) indice di fidelizzazione dei clienti nell’ultimo anno (triennio,ecc.) Come per l’offerta, anche l’analisi della domanda dovrebbe essere supportata da un’indagine mirata allo scopo ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Il mercato: offerta, domanda e ambiente competitivo Domanda attuale e potenziale Il piano deve risultare convincente negli aspetti aventi per oggetto il mercato della domanda e la clientela Al riguardo, occorre indicare l’interesse effettivo del cliente in funzione dei vantaggi ottenibili dall’acquisto del prodotto/servizio e le potenzialità del mercato della domanda Le asserzioni circa la convenienza da parte degli acquirenti vanno appropriatamente documentate dimostrando, in tal modo, la realizzabilità concreta delle vendite previste ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Il mercato: offerta, domanda e ambiente competitivo – Ambiente competitivo Nell’analisi del mercato va altresì sottolineato il fattore concorrenziale dominante del settore, ossia l’elemento principale sul si addensa la competitività Uno di essi è il prezzo (quotazione minore a parità di qualità). Un altro è il prodotto (inteso come bene più adatto a soddisfare uno specifico bisogno o qualità superiore a parità di prezzo) Un ulteriore elemento concorrenziale è dato dal valore (attributo aggiuntivo del prodotto o servizio) ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Attività e caratteristiche distintive del prodotto/servizio Caratteristiche distintive del prodotto o servizio Va posto in risalto: grado di novità e differenziabilità del prodotto o servizio modalità di offerta/erogazione del prodotto o servizio numero di nuovi prodotti o servizi introdotti nello ultimo anno (triennio, ecc.) numero di nuovi utilizzi per i prodotti o servizi esistenti introdotti percentuale di fatturato formata dai nuovi prodotti o servizi ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Punti di forza e posizionamento dell’impresa - Know-how dell’impresa Dopo aver esposto la situazione dell’impresa, il piano deve fornire un quadro sintetico degli elementi di robustezza aziendale assieme alle scelte di mercato Tali elementi debbono trovare coerenza con le dinamiche di mercato, l’organizzazione e le risorse disponibili e mirare alla valorizzazione delle proprie conoscenze, competenze ed esperienze agendo sulle leve competitive (costo, qualità o servizio) Ciò tenendo conto che il plusvalore per il cliente è composto da: prezzo, qualità, consegne, servizio, personalizzazione e immagine/marchio (in misura diversa in funzione di vari fattori) ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Obiettivi e strategie del piano - Aspetti commerciali ed economico-gestionali Parte integrante del piano è la formulazione degli scopi/obiettivi e delle strategie per conseguirli. Tali scopi/obiettivi focalizzano: il versante commerciale per la quantificazione delle vendite previste che scaturisce da un adeguato programma commerciale e di marketing da sintetizzare in un efficace “schema di generazione delle vendite” il versante economico-gestionale per la determinazione dei risultati attesi nell’area economica, patrimoniale e finanziaria ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Conti economico-finanziari previsionali - Prospetti di budget Il piano dell’impresa si conclude con l’elaborazione dei seguenti budget: conto economico previsionale stato patrimoniale previsionale (sintesi e dettaglio) rendiconto finanziario previsionale I prospetti di previsione vanno corredati dei rispettivi “fogli allegati” contenenti dati, informazioni e calcoli tesi a fornire il supporto documentale delle ipotesi e motivazioni a fondamento delle cifre esposte nei suddetti budget ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Valutazione Strategica - Fattori qualificanti Valutazione Strategica Strategia di mercato Posizionamento e concorrenza Fattore concorrenziale dominante Punti di forza dell’impresa Strategia tecnologica Innovazione tecnologica Innovazione di prodotto Innovazione di servizio Strategia interna Innovazione organizzativa Utilizzo delle risorse Attenzione alla qualità Strategia finanziaria Investimenti Fonti di finanziamento Redditività ‹#› Il piano d’impresa e la sua valutazione Valutazione Operativa - Elementi da evidenziare Valutazione Operativa Posizione di mercato Quote di mercato Leve di mercato Crescita dimensionale Tecnologia di gestione Nuove tecnologie Nuovi/Miglioramento prodotti Nuovi/Miglioramento servizi Controllo dei costi Cambiamento organizzativo Riduzione dei costi Riduzione livelli difettosità Situazione finanziaria Copertura degli investimenti Capacità di credito Flussi di cassa ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi tradizionale del merito creditizio Sistema di analisi del merito creditizio con rating Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio Rating: metodo standardizzato Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi tradizionale del merito creditizio - Sintesi Il metodo di analisi tradizionale è prevalentemente a carattere individuale, poiché - seppure effettuata su procedure standardizzate - risente dell’approccio e della valutazione soggettiva del gestore del rapporto affidato in funzione delle proprie competenze ed esperienze Nell’impostazione tradizionale il fattore umano (profilo professionale del suddetto) ha sempre assunto rilevanza determinante per la correttezza dei giudizi di merito creditizio; nel suo ambito il recente uso di sistemi esperti tende a spostare la valutazione verso un metodo maggiormente centralizzato ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi tradizionale del merito creditizio - Sintesi In esso la qualità dei risultati (adeguatezza di analisi e decisionale) dipende in buona parte dall’intervento umano Ciò che potrebbe anche generare inaccuratezze nella: misurazione del rischio di inadempienza omogeneità dei sistemi di valutazione del rischio trasferibilità delle competenze e esperienze ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi del merito creditizio con rating Valutazione con punteggio Il rating identifica un punteggio riferito al merito creditizio che viene assegnato a un debitore (impresa, ente) o ad una operazione di finanziamento secondo una scala ordinale di valori Indica la capacità di far fronte agli impegni finanziari assunti verso il creditore, cioè di rimborso del prestito ed è ottenuto attraverso un processo valutativo strutturato e formalizzato: il punteggio colloca il debitore in una delle classi in cui viene suddiviso il rischio di credito, normalmente associato ad un simbolo alfabetico (o alfanumerico) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi del merito creditizio con rating Valutazione con punteggio Ad esempio, la classe “AAA” specifica il rischio più basso; mentre, il rischio più alto (prima della categoria peggiore “no grade rating”) è individuato dalla classe “D” Il rating può essere determinato da agenzie specializzate (rating esterni) o dalle stesse banche (rating interni) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi del merito creditizio con rating - Scala ordinale di rating AAA qualità massima, rischio di prestito minimo AA qualità alta, elevata probabilità di rimborso A qualità medio-alta, buona probabilità di rimborso BBB qualità media, adeguata probabilità di rimborso BB/B qualità medio-bassa, incerta capacità di rimborso CCC/ /CC qualità bassa, capacità di rimborso molto incerta C qualità molto bassa, alta probabilità di inadempienza DDD/D debitore in default ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi del merito creditizio con rating Tipologia di analisi Le banche determinano il rating per stabilire il grado di rischio avente per oggetto la clientela da affidare o affidata La valutazione del merito creditizio viene alimentata da: analisi del settore di appartenenza analisi dei rapporti con il sistema creditizio analisi dell’andamento del relazione con la banca analisi quantitativa (bilanci consuntivi e previsionali) analisi qualitativa (struttura organizzativa, posizionamento di mercato, qualità del management, innovatività) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi del merito creditizio con rating – Attribuzione del rating (1/2) APPROCCIO SIMULTANEO Dati e Informazioni Aziendali 1- analisi econ.-finanz. Rating 1 2- analisi settoriale Rating 2 3- analisi qualitativa Rating 3 4- analisi andamentale Rating 4 ‹#› Rating impresa AAA …… BBBB …….. Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi del merito creditizio con rating – Attribuzione del rating (2/2) APPROCCIO PROGRESSIVO Dati e Informazioni Aziendali 1 - analisi econ.-finanz. Rating 1 2 - analisi settoriale Rating 2 3 - analisi qualitativa Rating 3 4 - analisi andamentale Rating 4 ‹#› Rating impresa AAA …… BBBB …….. Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Sistema di analisi tradizionale del merito creditizio con rating – Raffronto con il sistema tradizionale RATING FINALE Sommando gli score quantitativo, qualitativo e andamentale si ottiene il rating finale dell’impresa Valutazione tradizionale Valutazione con rating Score Sì NO Rating ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio Andamento dell’impresa Le informazioni concernenti l’impresa hanno per oggetto: Bilancio consuntivo Bilancio preventivo Sistema creditizio ‹#› Notizie di mercato Osservazioni dirette Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi quantitativa (1/6) STRUTTURA PATRIMONIALE AGGREGATA CAPITALE SOCIALE RISERVE E UTILI IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE NETTE PASSIVITA’ FINANZIARIE M/L ALTRE PASSIVITA’ FINANZIARIE ALTRE IMMOBILIZZAZIONI PASSIVITA’ FINANZIARIE B/T CAPITALE DI FUNZIONAMENTO NETTO CAPITALE INVESTITO FONTI DI COPERTURA (Totale attivo netto) (Totale Mezzi Propri e di Terzi) Analisi Patrimoniale margine di struttura; consistenza e copertura immobilizzazioni; congruità mezzi propri; solidità patrimoniale ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi quantitativa (2/6) Composizione del capitale di funzionamento netto Crediti commerciali netti Crediti Diversi Magazzino netto CAPITALE DI FUNZIONAMENTO LORDO Debiti commerciali netti Debiti Diversi BEBITI A B/T CAPITALE DI FUNZIONAMENTO NETTO Analisi dell’Attivo Circolante consistenza crediti commerciali (su capitale investito) consistenza magazzino (su capitale investito) livello magazzino (su fatturato) rotazioni crediti, prodotti finiti, materie prime, semilavorati ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi quantitativa (3/6) Composizione delle attività immobilizzate nette Terreni Fabbricati Macchinari Impianti Macchine IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE LORDE Fondi ammortamento IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE NETTE Immobilizzazioni immateriali nette Oneri pluriennali netti Partecipazioni nette ALTRE IMMOBILIZZAZIONI ATTIVITA’IMMOBILIZZATE NETTE Analisi delle Attivo immobilizzato composizione immobilizzazioni (immob.tecniche nette/altre immob.) politica investimenti fissi (Δ immob.tecniche lorde anno prec.) rotazione immobilizzazioni ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi quantitativa (4/6) Composizione della posizione finanziaria netta Disponibilità liquide e Crediti finanziari b/t netti ATTIVITA’FINANZIARIE B/T c/c banche (passivo) e anticipi/finanziamenti b/t PASSIVITA’FINANZIARIE B/T PASSIVITA’FINANZIARIE B/T NETTE crediti finanziari m/l netti ATTIVITA’ FINANZIARIE M/L debiti finanziari m/l PASSIVITA’ FINANZIARIE M/L PASSIVITA’ FINANZIARIE M/L NETTE POSIZIONE FINANZIARIA NETTA Analisi Finanziaria liquidità secca, liquidità normale, quoziente disponibilità condizione di equilibrio finanziario, leva finanziaria indice di consolidamento, indice di indebitamento b/t, costo debito ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi quantitativa (5/6) Composizione del patrimonio netto Capitale Sociale Riserve Utili esercizi precedenti Perdite esercizi precedenti Utile d’esercizio Perdita d’esercizio PATRIMONIO NETTO (MEZZI PROPRI) Analisi dei mezzi propri Incidenza riserva, incidenza utili reinvestiti, incidenza utile d’esercizio Crescita patrimonio netto Rendimento dei mezzi propri (ROE) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi quantitativa (6/6) Conto economico a valore aggiunto FATTURATO NETTO rimanenze prodotti finiti (Δ) PRODUZIONE LORDA consumi materie prime MARGINE LORDO costi esterni VALORE AGGIUNTO costi interni MARGINE OPERATIVO NETTO saldo gestione finanziaria RISULTATO GESTIONE ORDINARIA UTILE D’ESERCIZIO Analisi della Redditività Leva operativa (ML/MOL), valore aggiunto unitario, costo lavoro unitario Rendimento capitale investito (ROI) Rotazione attivo (su fatturato) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi qualitativa L’analisi qualitativa dell’impresa tende ad appurare: governance e relazioni esterne rapporti con il mercato e concorrenza gestione dei clienti e fornitori capacità produttiva e controllo dei costi struttura organizzativa e processi operativi gestione e valorizzazione delle risorse umane innovazione di prodotto, organizzativa/processo impatto sull’ambiente dell’attività aziendale A tale scopo viene effettuato l’esame del profilo qualitativo della impresa attraverso apposito questionario ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Dati ed informazioni per accertare il merito creditizio – Analisi prospettica La proiezione futura dell’impresa determina: la capacità di generare flussi di cassa per la gestione corrente la capacità di generare flussi di cassa per gli investimenti in capitale fisso la capacità di generare flussi di cassa per il rimborso dei debiti finanziari ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Sistema di Rating METODO STANDARDIZZATO SISTEMI INTERNI (IRB) METODO DI BASE (FOUNDATION) FIRBA METODO AVANZATO (ADVANCED) AIRBA A scelta della banca ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Standard Approach (1/7) Lo Standard Approach può ritenersi un’evoluzione dei contenuti del Primo Accordo (Basilea 1) anche se presenta alcune caratterizzazioni proprie Nella sua espressione più semplice, il Metodo Standardizzato si basa sul principio secondo cui: A diverse tipologie di debitori vanno assegnati differenti gradi di rischio di credito cui corrispondono diverse classi di merito (rating) predisposti da agenzie specializzate da accreditare presso la Banca d’Italia ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Standard Approach (2/7) La logica che sottende l’attribuzione del rating delle specializzate (rating esterno) è quella di determinare (probabilità di default) del soggetto emittente titoli di (obbligazioni) senza tener conto dei suoi rapporti con il bancario agenzie la PD credito sistema Quindi, la valutazione esterna è incentrata sulla capacità di rimborso (PD) e sulla possibilità di rivalsa del sottoscrittore (LGD) Il coefficiente patrimoniale da applicare alle voci di attivo ponderato per il rischio (Apr o RWA, Risk-Weighted Assets) resta immutato rispetto al Primo Accordo, cioè pari all’8% ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Standard Approach (3/7) Le 12 categorie di esposizioni sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. crediti verso enti sovrani e banche centrali crediti verso enti non centrali del settore pubblico crediti verso banche multilaterali di sviluppo crediti verso banche crediti verso società di intermediazione mobiliare crediti verso imprese e compagnie di assicurazione crediti verso debitori retail (al dettaglio) crediti garantiti da ipoteca su immobili residenziali crediti garantiti da ipoteca su immobili commerciali crediti scaduti crediti verso categorie a più alto rischio altri crediti ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Standard Approach (4/7) Ponderazioni delle 12 categorie di esposizioni Crediti verso enti sovrani e banche centrali AAA a AA- A+ a A- BBB+ a BBB- BB+ a B- sotto B- unrated 0% 20% 50% 100% 150% 100% Crediti verso enti non centrali,banche multilaterali,banche e società di intermediazione mobiliare (se vigilate) AAA a AA- A+ a A- BBB+ a BBB- BB+ a B- sotto B- unrated 20% 50% 50% ‹#› 100% 150% 50% Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Standard Approach (5/7) Ponderazioni delle 12 categorie di esposizioni Crediti verso banche a breve termine e società di intermediazione mobiliare (se vigilate) AAA a AA- A+ a A- BBB+ a BBB- BB+ a B- sotto B- unrated 20% 20% 20% 50% 150% Crediti verso imprese e compagnie di assicurazione e società di intermediazione mobiliare (non vigilate) AAA a AA20% A+ a A50% BBB+ a BB100% ‹#› sotto BB150% unrated 100% 20% Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Standard Approach (6/7) Ponderazioni delle 12 categorie di esposizioni Crediti verso debitori retail (al dettaglio) 75% Requisiti per la qualifica di esposizione retail: destinatari: persone fisiche o imprese di piccola dimensione tipologie di crediti:prestiti rotativi, prestiti rateali, leasing personali, linee di credito per piccoli operatori economici valore unitario: da definire a cura dell’Autorità di Vigilanza (ad esempio: < 0,2% del portafoglio crediti) fido complessivo:< € 1.000.000 per controparte ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Rating: Metodo Standardizzato – Standard Approach (7/7) Ponderazioni delle 12 categorie di esposizioni Crediti garantiti da ipoteca su immobili residenziali 35%* * la Direttiva CEE 98/32 ha previsto un peso del 50% Crediti garantiti da ipoteca su immobili commerciali 100%* * nei mercati consolidati e sviluppati può essere riconosciuto 50% Crediti scaduti Con accantonamenti <20% ≥20% A discrezione della Autorità di Vigilanza Con ipoteca su immobili residenziali 100% 100% 50% Altri crediti 150% 100% 50% ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso – Tipologia di fabbisogni Il fabbisogno finanziario viene stabilito a posteriori dalle variazioni (in più o in meno) intervenute in un dato periodo di tempo (un anno, un mese, ecc.) nelle voci consuntive dell’attivo e del passivo aziendale Tali variazioni attengono, in larga parte, a: capitale fisso lordo (nuovi investimenti) capitale di funzionamento netto (differenza positiva tra aumento dei crediti/debiti non finanziari e aumento delle rimanenze merci) altre voci dell’attivo e passivo (utilizzo del fondo t.f.r., ecc.) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso – Flussi di cassa (1/2) Esistono varie categorie di flussi di cassa e tra queste: flusso di cassa lordo risultato d’esercizio + costi non monetari flusso di cassa della gestione corrente flusso di cassa lordo + rettifiche costi non tipici e non correnti +/fabbisogno capitale di funzionamento netto flusso di cassa operativo flusso di cassa della gestione corrente +/fabbisogno immobilizzazioni +/ altre attività non correnti ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso – Flussi di cassa (2/2) flusso di cassa totale flusso di cassa operativo +/altre voci (partecipazioni, fondi) – rettifiche costi non tipici e non correnti saldo di gestione ( disponibilità liquide) flusso di cassa totale +/ crediti/debiti finanziari +/capitale sociale – pagamento dividendi ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso – Saldo di gestione La capacità di rimborso dell’impresa dipende, in prima battuta, da: copertura degli interessi passivi (utile operativo – oneri finanziari netti) “saldo di gestione” (variazione delle disponibilità liquide) Quest’ultima grandezza monetaria è comprensiva della capacità di indebitamento (flessibilità finanziaria) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso – Sviluppo compatibile (1/3) Inoltre, va esaminato il grado di dipendenza finanziaria (quoziente tra indebitamento finanziario e capitali finanziari) per poter definire il: TASSO DI SVILUPPO COMPATIBILE = ROE x (1 – d) dove: ROE = rendimento dei mezzi propri d = percentuale dell’utile distribuito ai soci ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso – Sviluppo compatibile (2/3) TASSO DI SVILUPPO COMPATIBILE Dati consuntivi: Patrimonio netto € 40.000.000 Debiti finanziari € 60.000.000 Fonti copertura €100.000.000 Capitale investito € 100.000.000 Grado di dipendenza finanziaria attuale 60% Dati previsionali: ROE previsto Utile d’esercizio previsto Utile da distribuire previsto Utile da reinvestire previsto 15% € 6.000.000 € 3.000.000 (50%) € 3.000.000 (50%) ‹#› Criteri per valutare l’affidabilità dell’impresa Misurazione dei fabbisogni finanziari e capacità di rimborso – Sviluppo compatibile (3/3) TASSO DI SVILUPPO COMPATIBILE Esempio di calcolo: Capitale investito € 107.500.000 Patrimonio netto € 43.000.000 Debiti finanziari € 64.500.000 Fonti copertura €107.500.000 Grado di dipendenza finanziaria prevista 60%: tasso di sviluppo compatibile: r.o.e. x (1 – d) = = 15% x (1 – 50%) = ‹#› 7,5% La ristrutturazione aziendale ‹#› La ristrutturazione aziendale Migliorare,ristrutturare,reingegnerizzare le attivita’ aziendale Natura e origini della ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione: aspetti societari Programma di ristrutturazione: aspetti gestionali Programma di ristrutturazione: aspetti finanziari Finanza straordinaria ‹#› La ristrutturazione aziendale Migliorare,ristrutturare,reingegnerizzare le attività aziendali - Migliorare L’organizzazione e gestione dell’impresa non rimane immutata nel tempo per poter dare adeguata risposta ai profondi e rapidi cambiamenti del contesto economico internazionale, nazionale e (persino) locale. Il profilo organizzativo ed i contenuti e modalità di esecuzione delle attività aziendali possono essere sottoposti a processi di miglioramento con ricorso a metodologie, tecniche e strumenti largamente collaudati (quali, ad esempio, quelli che vanno sotto il nome di “sistema di gestione per la qualità”), in cui tali processi - certificati da entità esterne - si traducono in un percorso di cambiamento evolutivo avente carattere della gradualità ‹#› La ristrutturazione aziendale Migliorare,ristrutturare,reingegnerizzare le attività aziendali - Ristrutturare Quando, invece, l’impresa - per ragioni interne o esterne - è indotta a procedere con un programma di cambiamento trasformazionale, le azioni da porre in essere vanno ben oltre la formulazione e attuazione di un “piano di miglioramento continuo” In tal caso, le iniziative da intraprendere vanno orientate in modo da poter incidere sui diversi piani operativi aziendali (societario, gestionale finanziario) onde modificare in senso pervasivo la struttura aziendale (riassetto strutturale) ‹#› La ristrutturazione aziendale Migliorare,ristrutturare,reingegnerizzare le attività aziendali - Reingegnerizzare Se lo scopo è il ridisegno integrale del lavoro aziendale reinventando l’impresa come se “si iniziasse daccapo”, si tratta di un programma di “re-engineering” Nella fattispecie, il cambiamento totale coinvolge tutte le componenti dell’impresa in modo radicale e rimettendo in discussione l’intero contesto interno per ottenere un profondo mutamento della cultura/operatività aziendale (ricostruzione organizzativa e riconfigurazione gestionale) ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà strutturali: crisi aziendale (1/5) GRIGLIA DI INCOERENZE • La crisi dell’impresa può scaturire dall’insorgere di incoerenze interne e incoerenze esterne INCOERENZE INTERNE assetto proprietario (disomogeneità di scopi proprietari) assetto imprenditoriale (inadeguatezza strategica) assetto operativo (insufficienza tecnica e/o commerciale) INCOERENZE ESTERNE rapporti con i clienti (carenza valutativa e gestionale) rapporti con i fornitori (carenza valutativa e gestionale) rapporti con i concorrenti (scarsa interazione) ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà strutturali: crisi aziendale (2/5) Tipologia di crisi: economica Fatturato Entità delle vendite inferiore ai costi totali (assenza di punto di pareggio) Scarse possibilità di aumento di fatturato (staticità delle quote di mercato) Prospettive sfavorevoli del settore (mercato statico o in flessione) Costi Costi di struttura penalizzanti sul profilo organizzativo (scarsa adattabilità strutturale) Costi di gestione penalizzanti sul profilo operativo (inefficienza operativa) ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà strutturali: crisi aziendale (3/5) Tipologia di crisi: patrimoniale Investimenti temporale (tra breve e medio/lungo termine) Composizione degli investimenti squilibrata sul piano Entità degli investimenti sbilanciata in funzione della attività svolta (investimenti in eccesso) Mezzi propri Patrimonio netto insufficiente all’evoluzione della impresa (carenza di fonti interne) Patrimonio netto insufficiente allo svolgimento dell’attività caratteristica (carenza di fonti interne) ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà strutturali: crisi aziendale (4/5) Tipologia di crisi: finanziaria Indebitamento Entità dei debiti sbilanciata in funzione dell’attività svolta (impegni in eccesso) Debiti finanziari sproporzionati rispetto agli altri debiti (eccessivo ricorso al credito) Liquidità Squilibrio permanente tra entrate ed uscite monetarie (tensione finanziaria duratura) Cash flow in declino (scompenso tra reddito prodotto e scelte gestionali) ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà strutturali: crisi aziendale (5/5) Tipologie di crisi: esterne all’impresa Crisi del sistema economico Crisi del settore di appartenenza Profondi mutamenti tecnologici e/o di mercati Nuovi assetti della concorrenza Cambiamenti strutturali nei clienti e/o fornitori Diminuzione strutturale dei prezzi Inaccessibilità o inaridimento delle materie prime Aumento strutturale del costo delle materie prime ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà transitorie (1/5) Disfunzioni organizzative Modello organizzativo verticale-piramidale Modello organizzativo gerarchico-funzionale Organizzazione accentrata Organizzazione piatta (“a pettine”) Organizzazione non o poco formalizzata Organizzazione con nessuna o limitata delega ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà transitorie (2/5) Disfunzioni produttive Bassa produttività Elevata inefficienza Cali e sprechi di produzione Difettosità di prodotti e di servizi Numerosi resi dai clienti Numerosi reclami ai fornitori ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà transitorie (3/5) Disfunzioni commerciali Nessun o scarso servizio pre-vendita Incidenza di consegne non conformi Incidenza di consegne non puntuali Non attenzione alle esigenze espresse del cliente Non attenzione alle esigenze inespresse del cliente Nessun o scarso servizio post-vendita ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà transitorie (4/5) Disfunzioni amministrativo-finanziarie Tardiva registrazione dei dati contabili Tenuta non corretta dei libri obbligatori Assenza o inadeguatezza della contabilita’ analitica Insufficiente controllo dei crediti verso clienti Nessuna analisi per investimenti in capitale fisso Contabilità di magazzino poco attendibile Squilibrio non permanente tra entrate ed uscite monetarie Autofinanziamento esiguo o insufficiente Cash flow operativo inadeguato o irregolare ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di difficoltà transitorie (5/5) Tipologie di difficoltà: esterne all’impresa Ciclo sfavorevole del sistema economico Ciclo sfavorevole del settore di appartenenza Innovazioni tecnologiche e/o di mercati Nuove preferenze nei clienti e/o fornitori Diminuzione temporanea dei prezzi Inaccessibilità transitoria delle materie prime Aumento temporaneo del costo delle materie prime ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di sviluppo (1/3) Impresa in espansione (iniziativa da adeguare) L’impresa in fase di crescita dovrebbe dimostrare di possedere le capacità di adeguamento della propria struttura ai programmi di espansione: modello organizzativo per tipo di mercati/prodotti organizzazione decentrata, formalizzata e con delega ampliamento della gamma di prodotti assicurazione della qualità ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di sviluppo (2/3) Impresa matura (iniziativa da sostenere) L’impresa presente da molti anni sul mercato che attraversa un periodo di appannamento dovrebbe dimostrare di possedere la capacità di innovazione: modello organizzativo per processi/progetti organizzazione decentrata, formalizzata e con delega innovatività produttiva e commerciale assicurazione della qualità ‹#› La ristrutturazione aziendale Natura ed origini della ristrutturazione aziendale Situazioni di sviluppo (3/3) Impresa in flessione (iniziativa da rilanciare) L’impresa che non riesce più ad essere “al passo con i tempi” registrando un consistente calo di quote di mercato dovrebbe dimostrare di possedere le capacità per un deciso “risveglio”: modello organizzativo per modalità di produzione organizzazione decentrata, formalizzata e con delega miglioramento della produttività recupero dell’efficienza operativa assicurazione della qualità ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti societari (1/2) Verifica della forma giuridica Mantenimento o trasformazione della forma precedente Variazioni del modello di amministrazione/controllo Verifica delle entità aziendali Conservazione della società operativa Creazione e attivazione di nuove società Verifica della compagine manageriale Conferma o “rimpasto” del vertice aziendale ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti societari (2/2) Verifica dell’assetto proprietario Persistenza delle quote sociali in essere Modifica delle quote sociali senza nuovi soci Ingresso di nuovi soci ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti gestionali Verifica degli investimenti programmati Natura, entità, dettaglio e modalità Composizione dell’attivo fisso e del passivo non finanziario Verifica delle potenzialità dell’impresa Coerenza tra mezzi/risorse e strategie/obiettivi Stima dei valori intangibili (capitale relazionale, strutturale e umano) Documentazione delle ipotesi e asserzioni ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti finanziari (1/7) Verifica di redditività Npv (valore attuale netto) n Dove: FCOt = flusso di cassa operativo di ciascun anno (da 1 a n) wacc = costo medio ponderato del capitale n = anni di durata del programma CI = investimento per il programma t NPV = ∑ [FCOt /(1 + wacc)] - CI t=1 Il NPV è dato dalla differenza tra: valore attuale dei flussi di cassa futuri cifra dell’investimento iniziale Se è di segno positivo, il programma è conveniente perché in grado di generare valore per l’impresa ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti finanziari (2/7) Verifica di redditività Pay-Back Period Dove: CI = Investimento per il programma CFC =Cash Flow cumulati CI/(CFC/MESI) Indica il tempo necessario per rientrare dall’investimento richiesto dal programma e viene espresso in anni dalla sua data di avvio ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti finanziari (3/7) Verifica di sostenibilità finanziaria DSCR (Debt Service Cover Ratio) Dove: FCOt = flusso di cassa operativo all’esercizio t-esimo DFt = quota capitale del debito finanziario da rimborsare all’esercizio t-esimo IFt = quota interessi da corrispondere all’esercizio t-esimo FTOt/(DFt+IFt) Il DSCR serve per accertare la capacità di rimborso del debito finanziario (quota capitale + interessi) riferita ad un determinato esercizio durante la vigenza del prestito legato al programma ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti finanziari (4/7) Verifica di sostenibilità finanziaria LLCR (Loan Life Cover Ratio) s+n Dove: FCOt = flusso di cassa operativo all’esercizio t-esimo wacc = costo del capitale s = anno di valutazione s+n = ultimo anno di scadenza del debito finanziario R = riserva di liquidità accumulata DOt= debito finanziario residuo t ∑ [FCOt /(1 + wacc)] + R t=s DOt Il LLCR calcola la capacità di rimborso del debito finanziario (quota capitale + interessi) sino alla scadenza del prestito legato al programma ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti finanziari (5/7) Verifica del valore dell’impresa Valore economico dopo la ristrutturazione Valore di recupero in caso di liquidazione La ristrutturazione viene avviata se il previsto valore economico dell’impresa ristrutturata, al netto dei rispettivi costi, è maggiore al suo valore di liquidazione ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti finanziari (6/7) Rinegoziazione del debito Se l’impresa è in condizione di rimborsare il debito (finanziario e non) a breve termine e di effettuare gli investimenti per il programma di ristrutturazione, essa prosegue l’attività; se non lo è è costretta a chiedere la rinegoziazione del debito, che può prevedere: posticipazione delle scadenze esonero di parte degli interessi o parte di debiti riconoscimento di priorità ad alcuni creditori “datio in solutum”(trasferimento proprietà di un bene) conversione di debiti in capitale di rischio scambio di vecchie obbligazioni con nuove obbligazioni ‹#› La ristrutturazione aziendale Programma di ristrutturazione - Aspetti finanziari (7/7) Rinegoziazione del debito (continua) In caso di presenza di molti piccoli creditori con esposizioni di entità minore, possono ipotizzarsi le seguenti soluzioni: imposizione di un elevato quorum per l’approvazione divieto di avviare azioni esecutive singole offerta ai creditori favorevoli di una “seniority” ovvero di una vita residua inferiore del credito offerta di uno stralcio del credito minore ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Indebitamento dell’impresa: benefici Le imprese possono ricavare tre importanti vantaggi dal ricorso al debito finanziario: beneficio fiscale: che origina dalla deducibilità degli oneri finanziari disciplina del management: nelle politiche di investimento minimizzazione dei costi per le informazioni: da fornire in caso di emissione di strumenti finanziari ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Indebitamento dell’impresa: costi (1/2) Costi di crisi finanziaria possono essere: a) Diretti: spese legali/amministrative per gestire la crisi (ristrutturazione, procedura concorsuale) b) Indiretti: per effetto della crisi (riduzione delle vendite, allontanamento dei fornitori, perdita delle risorse umane migliori) I costi di crisi finanziaria (indicati con CFD) vanno associati alla probabilità che il dissesto finanziario si verifichi (indicata con π): π x CFD ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Indebitamento dell’impresa: costi (2/2) Costi di conflitti di interessi Si tratta di conflitti che possono crearsi, in situazioni di difficoltà finanziarie, tra responsabili aziendali e creditori Ad esempio, da parte dei responsabili aziendali: stimolo ad intraprendere progetti ad elevato rischio rinuncia ad investire in nuove attività tendenza a distribuire dividendi o a dismettere/monetizzare alcuni “assets” Ciò con l’intenzione di anteporre i propri interessi a pregiudizio di quelli dei creditori ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Indebitamento dell’impresa: benefici e costi Ne deriva che il mix ottimale tra debito finanziario (debt) e capitale proprio (equity) – che denota la struttura finanziaria più adeguata – viene a trovarsi nel punto in cui il “peso” del debito finanziario sulle fonti di copertura (DF/(DF + E) genera il WACC (costo medio ponderato del capitale) minimo WACC = [DF/(DF + E) x kD x (1 – Tc)] + [E/(DF + E) x kE] dove: kE = rE (costo del capitale proprio) = = r0 + [(r0 - rD) x (1 – Tc) x DF/E] dove: r0 = costo del capitale proprio senza debito DF/E = quoziente debito finanziario/capitale proprio (leverage) ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (1/11) Mezzanine financing (debito subordinato) Strumento che si colloca in posizione intermedia tra capitale di debito e capitale proprio in termini di rischio e rendimento Ciò significa che il debito mezzanino è subordinato (postergato) al debito senior all’atto del rimborso delle quote capitale Si compone di 2 elementi: debito subordinato (vero e proprio prestito ad un tasso fisso o indicizzato) benefici specifici ad esempio, per incremento del valore di mercato del capitale proprio dell’impresa ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (2/11) Mezzanine financing (continua) Il debito mezzanino viene rimborsato dopo che tutte le quote capitale del debito senior sono state estinte e, durante la sua vigenza, richiede solo il pagamento delle quote interessi; in caso di liquidazione dell’impresa debitrice, il creditore del debito mezzanino sarà soddisfatto in modo residuale Come per qualsiasi altro debito, per il mezzanino viene concessa garanzia reale sugli assets dell’impresa Tasso di interesse al di sopra del 0,25%-0,40% sul costo della raccolta e utile in conto capitale per il beneficio concordato ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (3/11) Mezzanine financing (continua) Generalmente il rendimento complessivo per il creditore si colloca tra il 10% e il 15% del valore del prestito e il termine di scadenza è superiore a quello medio per il debito senior e spesso va da 5 a 12 anni La flessibilità dello strumento, progettato “ad hoc”, permette all’impresa di ottenere i seguenti benefici: diversificare le fonti di finanziamento i termini di gamma, costo e durata programmare i cash flow futuri per un doppio livello di debito (senior e mezzanine) acquisire imprese o attività aziendali con fonti di copertura più adattabili alla fattispecie ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (4/11) Merger & Acquisition (continua) In generale, le motivazioni alla base di una fusione o acquisizione sono: strategie di crescita esterna riorganizzazione dell’impresa disfarsi di alcune aree di business modificare la natura giuridica dell’impresa razionalizzazione della compagine sociale coinvolgimento di nuovi investitori, ecc. Il pagamento di un’acquisizione può avvenire: contante a titolo definitivo o differito nel tempo con cambio di azioni (offerta di un dato numero di proprie azioni contro acquisto di una azione della impresa acquisita) ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (5/11) Leveraged Buy-Out (LBO) L’espressione leveraged buy-out sta a significare l’acquisizione di un’impresa o dei suoi cespiti (assets) con fondi derivanti in prevalenza da capitale di debito Il rimborso è solitamente garantito dagli attivi patrimoniali dell’impresa acquisita e dai suoi cash flow futuri Normalmente l’operazione avviene tramite creazione di una nuova società (newco) alla quale vengono fatti affluire tutti i fondi (capitale proprio e debito) per l’acquisizione dell’impresa target; successivamente viene operata la fusione per incorporazione con quest’ultima ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (6/11) Leveraged Buy-Out (LBO) (continua) Vi sono numerose possibilità di leveraged buy-out: corporate buy-out (impresa industriale o commerciale) management buy-out (manager dell’impresa target) management buy-in (manager esterni) management buy-in&out (manager esterni e interni) workers buy-out (dipendenti dell’impresa target) family buy-out (parenti dell’impresa target) così via ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (7/11) Leveraged Buy-Out (LBO) (continua) L’operazione si distingue da una normale acquisizione poichè viene realizzata attraverso un elevato rapporto di indebitamento; chi la effettua fa assegnamento sul valore patrimoniale delle attività aziendali da acquisire e su altri fattori quali: compatibilità finanziaria (la nuova società risultante dalla fusione tra newco e impresa target deve avere la capacità di rimborso) compatibilità economica (reddito operativo sufficiente al pagamento degli oneri finanziari) compatibilità di rischio (livello di rischio allineato alla propensione del soggetto finanziatore) ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (8/11) Leveraged Buy-Out (LBO) (continua) Il capitale azionario rappresenta la quota di mezzi propri apportata dai promotori e solitamente costituisce tra il 10% e il 30% del totale dei mezzi finanziari Il debito senior è il complesso di prestiti a medio-lungo termine ottenuti con clausola di rimborso privilegiato rispetto agli altri debiti; la sua durata è compresa tra 4 e 8 anni e rappresenta in genere oltre il 50% delle fonti di copertura Il debito subordinato è costituito dall’insieme di finanziamenti con rimborso postergato rispetto al debito senior ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (9/11) Leveraged Buy-Out (LBO): ruolo dell’intermediario finanziario Gli enti creditizi che intervengono nel leveraged buy-out possono essere: banche che offrono servizi per originare l’operazione (progettazione, ecc.) che spesso conferiscono anche capitale di rischio banche che concedono solo capitale di debito ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (10/11) Leveraged Buy-Out (LBO) (continua) Le banche del primo gruppo (intermediari specializzati) svolgono diversi compiti: analisi della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’impresa target definizione della struttura dell’operazione coerente con le specificità dell’impresa da acquisire predisposizione del memorandum di offerta (profilo della impresa, analisi del settore, analisi economico-finanziaria, piano di sviluppo, eventuali modalità di uscita) individuazione di un gruppo di finanziatori per l’acquisizione ‹#› La ristrutturazione aziendale Finanza straordinaria - Strumenti finanziari a medio-lungo termine (11/11) Leveraged Buy-Out (LBO) (continua) Il rendimento atteso dagli intermediari finanziari con apporto di capitale di rischio non è generalmente inferiore al 25% annuo Per quanto concerne le banche del secondo gruppo (concessione di capitale di debito), può trattarsi di prestiti senior o subordinato Nel primo caso (debito senior), spesso sono finanziamenti in pool, il cui ammontare dipende dai consueti fattori (rischio, dimensioni dell’impresa, ecc.) e il cui costo oscilla tra 0,15% e 0,30% sopra l’euribor Nel secondo caso (debito subordinato), le banche si trovano in una posizione più rischiosa perché il loro credito è postergato ‹#›