CRETA
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fin dal 6000 A. C
Gli insediamenti principali sono Cnosso,
Festo, Mallia
Popolo di artigiani (ceramica)
Agricoltori: vite, ulivo
Pastori: ovini
Grandi risorse di legname di pregio
LA TALASSOCRAZIA (il dominio sul
mare)
• La sua posizione centrale sul Mar Egeo consente
a quest’isola di avere un ruolo preminente sui
commerci (verso l’Asia Minore, l’Egitto, la Grecia).
I Cretesi si specializzano in commercio di tessuti,
ceramiche e oggetti di metallo, tutti molto
elaborati tecnologicamente.
• Tra il 2000 e il 1550 a.C. Creta diventò la più
grande potenza del Mediterraneo in
competizione coi Fenici
LE FASI STORICHE DELLA CIVILTA’
CRETESE
• Antico minoico (III millennio a.C.)
• Medio minoico (dal 2000 al 1570 a.C.)
• Tardo minoico (dal 1570 al 1050 a.C.)
Questa datazione prende come riferimento l’evoluzione
stilistica della lavorazione della ceramica cretese;
“minoico” viene da “Minosse” mitico re cretese da cui
“civiltà minoica”.
Un altro tipo di datazione prende invece in
considerazione l’evoluzione delle architetture degli
splendidi
palazzi
cretesi
(fase
prepalaziale,
neopalaziale, postpalaziale); le ultime due fasi vennero
interrotte da eventi catastrofici non ben identificati.
ORGANIZZAZIONE E FUNZIONE DEI
PALAZZI
I palazzi cretesi erano sicuramente residenze reali. Ne rimangono
alcuni resti archeologici a Cnosso e a Festo, che dimostrano la loro
straordinaria vastità, complessità e bellezza.
Quello di Cnosso occupava un’area di 10000 metri quadrati e si
sviluppava su più piani. Vi erano stanze per gli ospiti, per le udienze
pubbliche, abitazioni, cortili, labirintici corridoi; notevoli erano per i
tempi le condutture idrauliche che raccoglievano acqua piovana e di
scarico e portavano acqua al palazzo dalle vicine sorgenti.
La cosa che stupisce gli storici è il fatto che questi palazzi non fossero
protetti da cinte murarie; da ciò deduciamo che probabilmente i
Cretesi avessero raggiunto una potenza tale da sentirsi al sicuro
all’interno dei loro palazzi e nella loro isola.
UNA CULTURA PACIFICA
• I resti di questa civiltà ci parlano di un popolo pacifico, dedito alle
arti (dalle tipiche raffigurazioni floreali e naturalistiche) più che alla
guerra; nel tempo libero i Cretesi si dedicavano ad attività sportive;
tra queste era particolarmente praticata da ragazze e ragazzi la
taurocatapsia cioè il volteggio acrobatico su di un toro.
• Le fonti principali per noi sono i reperti e gli affreschi perché la
scrittura cretese, la cosiddetta lineare A non è mai stata decifrata.
Prima di questa scrittura i Cretesi scrivevano in geroglifico, la lineare
A non è altro che una semplificazione di esso (si tracciavano
soltanto i contorni del disegno); l’ultimo tipo di scrittura rinvenuto
sull’isola, che invece abbiamo decifrato, è invece la lineare B, usata
anche dai Miceni; ciò dimostrerebbe un dominio greco sull’isola.
IBRIDI, MOSTRI, LABIRINTI: I MITI
CRETESI
• Mito di Dedalo, di Minosse, sua moglie Pasifae, il
Minotauro, Teseo e Arianna.
Spiegazione del mito:
• Il labirinto non è altro che il palazzo di Cnosso con i
suoi corridoi
• La talassocrazia cretese si estende su Atene e sul
continente greco
• Il potere cretese è particolarmente rapace e i 10
giovani dati in pasto al Minotauro rappresentano le
ingenti tasse richieste da Creta agli altri popoli.
• Il Minotauro è Minosse stesso (“toro di Minosse”) che
impone il suo potere sugli altri popoli
FINE DELLA CIVILTA’ CRETESE
• Questa civiltà crollò
a
quanto pare
improvvisamente poco dopo il 1700 a.C: gli scavi
archeologici documentano una catastrofe che
colpì i palazzi di Festo, Cnosso e Mallia,
distruggendoli. Si è pensato ad un terremoto, o a
una serie di guerre con popolazioni bellicose (gli
Hyksos?). Sembrerebbe più probabile la prima
ipotesi visto che dopo il loro crollo i palazzi di
Festo e Cnosso vennero ricostruiti più belli di
prima e di nuovo senza misure di sicurezza.
I MICENEI: UNA SOCIETA’ GUERRIERA
• Nel 1900 a. C. i Micenei (detti anche Achei dagli
Hittiti) popolo di origine indoeuropea, forse
provenienti dai Balcani, occupano l’Argolide,
regione a nord-est del Peloponneso, dove
fondarono piccoli regni che gravitavano attorno a
cittadelle fortificate da mura possenti
• La città più importante era Micene, ma essa non
fu mai a capo di uno stato unitario, anzi
dobbiamo immaginare che queste città
combattessero tra di loro per il territorio e le
risorse.
LA STRUTTURA SOCIALE DEI MICENEI
• Re detto WANAX
• Capo militare detto LAWAGHETAS
• Nobili detti TELESTAI
• capi delle comunità gentilizie detti BASILEIS (riuniti nella
gherusia cioè l’assemblea degli anziani)
• Gli SCRIBI e SACERDOTI
• Nel territorio circostante il palazzo si trovavano i DAMOI cioè le
comunità di villaggio dove viveva il DAMOS cioè il popolo
• Le terre erano divise tra re, nobili, lawaghetas e sacerdoti; non
esisteva la proprietà privata, ma le terre rimanenti erano divise
in piccoli lotti dati ai contadini che avevano anche l’onere di
prestazioni lavorative presso il palazzo; sostanzialmete quella
micenea è una società proto-feudale; con la parola Basileus più
tardi si indicherà in Grecia il re.
L’ESPANSIONE SUL MARE
• Nelle regioni del continente i Micenei
fondarono Pilo, Argo, Tebe, Tirinto
• Nel 1450 a. C. i Micenei occuparono l’isola di
Creta, sostituendosi ai Cretesi nel controllo
sull’Egeo
• Si spinsero nei loro traffici commerciali fino
alle Lipari, alla Tracia, alla Siria e all’Egitto,
anche se i traffici predominanti avvenivano
verso oriente.
LA GUERRA DI TROIA (1250 a.C.)
• La politica espansionistica spinse i Micenei fino
alle coste dell’Asia Minore. Si è ipotizzato che
Troia esercitasse un suo controllo sullo stretto dei
Dardanelli e come tale limitasse i traffici achei.
Ma in realtà gli scavi dimostrano che la città non
sorgeva proprio sul mare, ma più all’interno. E’
più probabile che gli Achei avessero fatto una
spedizione a scopo di saccheggio, fatto non
anomalo nelle società del tempo perché dava
onore e consentiva di spartire fra i capi un ricco
bottino
LE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE
• Tutto ciò che oggi sappiamo viene da scoperte recenti
avviate non prima del tardo ottocento.
• Heinrich Schliemann, ricco commerciante tedesco con
la passione per la storia antica e i poemi omerici,
convinto che la guerra di Troia non fosse solo epica,
decide dal 1870 di investire il suo denaro negli scavi per
identificare la città di Troia e vi riuscì. Gli scavi
portarono alla luce una città distrutta e ricostruita più
volte con parecchie stratificazioni. Quella trovata da
Schliemann non era la città di epoca micenea, ma gli
scavi furono ugualmente importanti. Da lì Schliemann
spostò l’ équipe di archeologi nel Pelopenneso alla
ricerca del regno di Agamennone
I REPERTI DI MICENE
• A Micene nel 1876 Schliemann scoprì due
circoli di tombe, uno più antico e interno alle
mura e uno esterno, più recenti. Credette di
ravvisare in quelle tombe monumentali quelle
degli Atridi, anche perché al loro interno
vennero ritrovati oggetti d’oro e molte armi. Il
reperto più celebre è senz’altro quello che
Schliemann
chiama
la
maschera
d’Agamennone in realtà appartenente ad
epoca successiva.
LA LINEARE B
• Tra gli scavi l’architetto Arthur Evans trova
tavolette d’argilla scritti con linee curve,
oblique, in orizzontale e in verticale che si
alternano con disegni. Soltanto nel 1952
Michael Ventris riuscì a decifrarla e la catalogò
come scrittura sillabica
I poemi omerici
• Essi furono composti nell’VIII sec. a.C. ovvero 4 secoli
dopo i fatti narrati.
• Essi sono il risultato della stratificazione di vario
materiale orale tramandato nel corso dei secoli dagli
aedi e rapsodi che cantavano imprese epiche del
popolo acheo presso i palazzi e le piazze
• Il periodo in cui vennero scritti fu definito Medioevo
ellenico ed è caratterizzato dalla venuta dei Dori. Le
sfasature cronologiche tra l’epoca della guerra di Troia
e il momento della scrittura dei poemi è evidente in
diversi passaggi dei poemi.
L’ARRIVO DEI DORI
• Le fonti archeologiche documentano che i palazzi micenei subirono
due distruzioni, una alla fine del XIII sec, l’altra alla fine del XII.
• Si ipotizza che tali distruzioni fossero dovute alle incursioni dei
popoli del mare, ma anche all’arrivo nel Peloponneso di una
popolazione particolarmente bellicosa e rozza, proveniente dalle
pianure dell’ Europa centrale detta dei DORI
• Studi recenti dicono che forse però i Dori erano uno strato
subalterno dell’aristocrazia micenea, che viveva nei palazzi micenei
e ne costituiva la componente più umile; tale realtà sociale
probabilmente approfittò dell’indebolimento dei padroni a causa
dell’arrivo dei popoli del mare per prendere il potere sul loro
territorio
• Nel corso del loro radicamento in Grecia, i Dori incontrarono altre
stirpi già insediate nella penisola, appartenenti allo stesso ceppo
linguistico, ma che parlavano dialetti diversi: gli Ioni (in Attica ed
Eubea) e gli Eoli (in Tessaglia e in Beozia)
IL MEDIOEVO ELLENICO: UNA FASE DI
TRANSIZIONE
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Sgretolamento dell’unità culturale rappresentata dai palazzi micenei
Fine della civiltà cretese
Uso molto limitato della scrittura
Crisi economica: i traffici per mare sono fortemente ridimensionati e l’agricoltura è
spesso di sussistenza
I Greci sono costretti a fondare nuove colonie sulle coste dell’Asia Minore (prima
colonizzazione greca).La regione in cui si insediarono i Greci venne detta Ionia
d’Asia perché prevalentemente furono gli ioni ad emigrare. Tali colonie furono
molto fiorenti, soprattutto Mileto ed Efeso.
La guerra è fonte di ricchezza e razzia
Al posto dei wanax (figura non più attestata storicamente), prendono il potere i
basileis che sono sia capi militari sia personaggi di spicco all’interno
dell’aristocrazia. E’ attesta la presenza della gherusia e di una assemblea popolare
senza però ancora nessuna funzione decisionale, Omero la chiama agorà.
Si dà molta importanza alla “cultura della vergogna” e all’ospitalità come garante
di rapporti commerciali solidi, alleanze militari e possibili porti sicuri nel momento
del viaggio.
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cretesi e micenei