Economia Aziendale 3. Organizzazione delle aziende Prof. Romano Boni Organizzazione delle aziende 3.1 Le basi teoriche 3.2 Le forme societarie nel nostro ordinamento giuridico 3.3 L’organizzazione di governo delle aziende 3.4 La struttura organizzativa R. Boni Lez. 3 - 2 3.1 Organizzazione le basi teoriche Organizzazione - Definizione • Organizzazione - Parola di etimo greco organon: strumento, organo fisico ergon: lavoro, opera - indica attività finalizzata svolta in modo coordinato da più parti insieme di persone organizzate R. Boni Lez. 3 - 4 Motivazione - Definizione • Motivazione - Processo complesso di forze che attivano, dirigono e sostengono il comportamento Es. motivazione al lavoro • Insieme di variabili che spingono un individuo ad attivare energie per svolgere con continuità un’attività - Comportamento • f (personalità, abilità, motivazione) R. Boni Lez. 3 - 5 Contributi teorici - Maslow Maslow (1954) • Individui motivati secondo scala di bisogni (di livello superiore) - 5 - autorealizzazione - 4 - stima (di livello inferiore) - 3 - di socialità - 2 – sicurezza • a) fisica • b) psicologica - 1 - fisiologici R. Boni Lez. 3 - 6 Contributi teorici - Hezberg Hezberg (1957) • Classifica individui in base a obiettivi - Ricerca di motivazione • Soddisfazione per il lavoro • Crescita psicologica - Ricerca di igiene • Sensibili a incentivi esterni - Paga, ambiente R. Boni Lez. 3 - 7 Contributi teorici - McClelland McClelland (1961) • Obiettivi individui legati a tre categorie di bisogni - Successo • Può avere soddisfazione dal lavoro e autorealizzarsi - Affiliazione • Priorità: essere accettato - poi obiettivi aziendali - Potere • Interesse personale prima di quello aziendale R. Boni Lez. 3 - 8 Contributi teorici - Skinner Skinner (1904 - 1990) - Teoria del rinforzo • I comportamenti possono - essere una reazione automatica e passiva a stimoli esterni - costituire un intervento attivo per modificare l’ambiente Rinforzo: stimolo o evento che produce un aumento nella probabilità di comparsa della risposta che lo ha preceduto R. Boni Lez. 3 - 9 3.2 le forme societarie nel nostro ordinamento giuridico R. Boni Lez. 3 - 10 Il contratto di società • Art. 2247 Codice Civile - Con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili • Contratto con comunione di scopo - Tutti i contraenti perseguono l’obiettivo comune - Scopo finale dei soci: l’utile - Scopo strumentale (oggetto sociale): svolgimento dell’attività • Contratto di scambio - Venditore e compratore hanno scopi diversi R. Boni Lez. 3 - 11 Il contratto di società • Diritti dei soci - Ricevere una parte degli utili distribuiti - Partecipare all’amministrazione della società - Ricevere una quota del patrimonio allo scioglimento della società R. Boni Lez. 3 - 12 Le forme societarie • tipi di società - società di persone - società di capitali R. Boni Lez. 3 - 13 Società di persone • Società semplice (S.s.) • Società in nome collettivo (S.n.c.) • Società in accomandita semplice (S.a.s.) Non hanno personalità giuridica R. Boni Lez. 3 - 14 Società semplice • Agricola • Studi professionali • Immobiliari R. Boni Lez. 3 - 15 Società in nome collettivo Atto costitutivo • • • • • • R. Boni Ragione sociale I soci I conferimenti Oggetto della Società Durata Sede Lez. 3 - 16 Società in accomandita semplice • Soci accomandanti - Responsabili solo per il capitale versato • Soci accomandatari - Responsabilità illimitata e solidale R. Boni Lez. 3 - 17 Società di capitali • Società a responsabilità limitata (S.r.l.) • Società in accomandita per azioni (S.a.p.a.) • Società per azioni (S.p.a.) Hanno personalità giuridica R. Boni Lez. 3 - 18 Società per azioni • Persona giuridica • Capitale - azioni • Azioni ordinarie – privilegiate risparmio (al portatore) - Diritti amministrativi - Diritti patrimoniali - Altri diritti • Obbligazioni • Scritture contabili • Bilancio R. Boni Lez. 3 - 19 Azioni ordinarie • Diritti amministrativi - Partecipare all’assemblea degli azionisti - Votare - Impugnare le delibere assembleari (solo se assente o dissenziente) - Esaminare libri: soci, adunanze, deliberazioni, ecc. • Diritti patrimoniali - Utili - Quota di liquidazione • Altri diritti - Assegnazione di azioni (aumento gratuito capitale) - Opzione (aumento capitale a pagamento) - Recesso R. Boni Lez. 3 - 20 Categorie speciali di Azioni • Sono fornite di diritti diversi da quelli delle azioni ordinarie • Possono essere create con lo statuto o con sue successive modifiche • Se le deliberazioni dell’assemblea generale pregiudicano i diritti di una • categoria devono essere approvate anche dall’assemblea speciale della categoria interessata Riforma del 2003 - Tutte le società possono emettere azioni • senza diritto di voto • con diritto di voto - limitato a particolari argomenti - subordinato al verificarsi di particolari condizioni - Sono scomparse le azioni privilegiate a voto limitato alle sole assemblee straordinarie R. Boni Lez. 3 - 21 Azioni privilegiate e correlate • Azioni privilegiate - Attribuiscono ai loro titolari diritti di preferenza nella distribuzione degli utili e/o nel rimborso del capitale al momento dello scioglimento della società • Azioni correlate - Sono fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dell’attività sociale di un determinato settore R. Boni Lez. 3 - 22 Azioni di risparmio (al portatore) • Introdotte dalla L. 216/1974 • Possono essere emesse solo da società quotate in Borsa • Non possono superare la metà del capitale sociale (insieme alla azioni a voto limitato) • Sono prive del diritto di voto • Possono essere emesse al portatore (assicurano l’anonimato incentivo alla sottoscrizione) ( Rif. Manuale di Diritto Commerciale – G.F. Campobasso – UTET Giuridica – 2005 ) R. Boni Lez. 3 - 23 Organi societari • Assemblea organo sovrano - Delibera ciò che gli amministratori dovranno realizzare - Assemblea ordinaria - Assemblea straordinaria • Amministratori gestiscono la società - Consiglio di amministrazione - Amministratore delegato - Comitato esecutivo - Direttori generali rapporto di lavoro subordinato (di solito) R. Boni Lez. 3 - 24 Organi di controllo Interni • Collegio sindacale - Indipendenza dei Sindaci - Art. 2403 Codice civile Esterni • Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) • Società di revisione R. Boni Lez. 3 - 25 Società per azioni • Insider trading • Leveraged buy out • OPV (Offerta pubblica di vendita) • OPA (Offerta pubblica di acquisto) R. Boni Lez. 3 - 26 3.3 l’organizzazione di governo delle aziende Il vertice • • • • R. Boni le monarchie assolute le monarchie costituzionali il corporate governance chi comanda nelle aziende italiane ? Lez. 3 - 28 L’impresa come comunità • Nei paesi di più lunga industrializzazione, l’impresa è ritenuta - una comunità - un confluire di soggetti • portatori di risorse • accomunati dalla condivisione di un’idea imprenditoriale • dipendenti, banche, fornitori, clienti, stato sono “stakeholders” - portatori di risorse e di interessi - non solo interlocutori di mercato, esclusi dal governo d’impresa R. Boni Lez. 3 - 29 Il corporate governance • priorità di valori molto diversi a secondo delle varie culture nel mondo Paesi paesi anglosassoni Germania Giappone 1° priorità il capitale di rischio il capitale di debito i dipendenti 2° priorità il capitale di debito i dipendenti il capitale di debito 3° priorità i dipendenti il capitale di rischio il capitale di rischio Chi comanda in Italia? • imprese globali o nazionali AD separato da Proprietà • imprese familiari Proprietà (famiglia) • imprese pubbliche Separazione responsabilità rispetto ai politici R. Boni Lez. 3 - 30 Le partecipazioni societarie Controllante Collegata 20% Controllata 60% R. Boni Controllata 80% Lez. 3 - 31 Le Holding • Industriali - p.e. FIAT, Pirelli • Finanziarie - p.e. IFI, Mediobanca R. Boni Lez. 3 - 32 3.4 la struttura organizzativa L’organigramma aziendale ORGANIGRAMMA AZIENDA KKt Amministratore Delegato Ing. Bianchi Avv. Giallini Affari Legali Dott. Aranci Controllo Pianificazione Direttore Commerciale Dot. Rossi Direttore Produzione Ing. Neri Direttore Amministrativo Dott. Verdi Dott. Rosetti Area manager Ing. Nerini Capo stabilimento Rag. Verdini Capo Contabilità R. Boni Lez. 3 - 34 Organizzazione • Come si può organizzare un’azienda? • Quali sono le alternative disponibili? • Componenti di una organizzazione - La struttura - I sistemi - le procedure - i processi - La cultura R. Boni Lez. 3 - 35 3.5 Strutture organizzative tradizionali R. Boni Lez. 3 - 36 1 - La struttura gerarchica • • • • R. Boni I gradi Le linee del comando Azienda lunga Azienda corta Lez. 3 - 37 2 – La struttura gerarchica funzionale • gerarchica funzionale (esempi) - Ente sanitario - Reparti Amministratore Delegato • Medico, Controller • Infermieristico Ufficio Legale Fiscale • Amministrativo - Azienda manifatturiera Direzione Sviluppo Prodotto Direzione Produzione Direzione Commerciale • Marketing • Progettazione • Produzione • Acquisti • Commercializzazione • Amministrazione, ecc. R. Boni Lez. 3 - 38 3 - La struttura gerarchica divisionale • Per prodotto • Per mercato • Per area geografica R. Boni Lez. 3 - 39 3 - Organigramma divisionale (esempio) Amministratore Delegato • Struttura gerarchica divisionale Divisione XX Produzione R. Boni Divisione YY ....... Produzione ...... Lez. 3 - 40 4 - La struttura gerarchica matriciale • • • • Anni ‘60 - ‘70 Grandi obiettivi Simultanea appartenenza Capo progetto R. Boni Lez. 3 - 41 L’organizzazione gerarchica a matrice Amministratore Delegato Controller • gerarchica a matrice per progetti Direzione Sviluppo Prodotto Ufficio Legale Fiscale Direzione Produzione Direzione Commerciale • responsabili di linea o di funzione e capi progetto - interagiscono sulle stesse risorse Progetto 1 a1 b1 c1 Progetto 2 a2 b2 c2 Progetto 3 a3 b3 c3 R. Boni Lez. 3 - 42 Scelta della struttura organizzativa • Tra queste, qual’è la migliore forma organizzativa? • Soluzione: legare l’organizzazione alla strategia dell’impresa - strategia di contenimento dei costi, cioè una strategia di controllo struttura gerarchica con spazio di controllo limitato e accentramento decisionale - strategia di differenziazione, che ricerca un vantaggio competitivo sul servizio al cliente e sul prodotto divisionalizzazione per mercati, perché i gestori sono più vicini ai clienti che devono servire - strategia innovativa, basata sulla creatività struttura suddivisa in unità autonome con ampi poteri decisionali R. Boni Lez. 3 - 43 Strutture di supporto all’organizzazione • Gruppi di lavoro - temporanei, includono competenze diverse per raggiungere un obiettivo specifico (riorganizzazione, lancio di un prodotto, ecc.) • Circoli di qualità - importati dal Giappone, coinvolgono i dipendenti nella ricerca di miglioramenti continui della qualità • Comitati - permanenti, creati per occuparsi di temi che riguardano più divisioni/funzioni (es. ambiente, qualità, sicurezza, ecc.) R. Boni Lez. 3 - 44 3.6 Le sfide alle organizzazioni tradizionali R. Boni Lez. 3 - 45 Globalizzazione dei mercati • La globalizzazione dei mercati ha portato - più concorrenza - più apertura a nuove idee - rottura culturale dei mondi economici nazionali XX secolo • anni ‘70 - controllo dei costi • anni ‘80 - qualità • anni ‘90 - innovazione di prodotto e di processo XXI secolo • 1° decennio - accelerazione innovazione - crisi modello capitalista R. Boni Lez. 3 - 46 Le sfide per le aziende Le aziende sono state chiamate a rispondere a sfide su: • qualità total quality • relazioni efficaci con i fornitori just in time • tempo time to market R. Boni Lez. 3 - 47 La Total Quality • I giapponesi • Deming e Juran (1980) • Le norme ISO 9000 (Vision 2000) • Progetto PIMS (Profitability Impact of Marketing Strategy) 400 aziende - qualità percepita R. Boni Lez. 3 - 48 La Total Quality • L’azienda orientata al cliente - Unilever vs. Kao • I circoli di qualità • La T.Q. in Italia - FIAT - PA (URP) R. Boni Lez. 3 - 49 La Total Quality – Il paradosso AD SAS - “la piramide rovesciata” • Il vertice dovrebbe essere la base - hostess di terra e di volo - personale a contatto con i clienti perché lì si • dà valore • genera l’utile aziendale • Imprese di servizi - Delega decisionale ai livelli bassi empowerment R. Boni Lez. 3 - 50 Il Just in Time • Il rapporto antagonistico con i fornitori - qualità del prodotto? • Il rapporto cooperativo - prospettiva strategica R. Boni Lez. 3 - 51 Il Just in Time • Per realizzare il just in time - qualità totale alla fonte - controllo sul processo - programmazione flussi in ingresso - collaboratori con visione globale - attrezzature affidabili e flessibili - informazioni condivise con i fornitori R. Boni Lez. 3 - 52 Il Just in Time - risultati • flusso ordinato del processo • eliminati sprechi di tempo (attese), di denaro e di spazio (magazzino), di materiali (riprese di lavorazioni, scarti) - no defect no rework no inventory no scrap R. Boni Lez. 3 - 53 Il Time to Market Processo di creazione di nuovi prodotti • Funzioni coinvolte - Obiettivi • Marketing - comprendere ed analizzare i fabbisogni dei clienti • Ricerca - studiare nuove formule / nuove tecnologie • Progettazione - tradurre le idee in disegni, specifiche, elenchi di materiali, prove e prototipi • Finanza - valutare e controllare i costi di investimento - autorizzare a procedere • Produzione - fornire le quantità richieste dal commerciale secondo le specifiche della progettazione ai costi preventivati R. Boni Lez. 3 - 54 Il Time to Market • Competitività sul mercato - sviluppo e avvio di nuovi prodotti con intensità crescente • Sviluppo di nuovi modelli (p.e. auto - Toyota e Nissan) - 1970 - da 60 mesi a 48 mesi - 2000 - da 24 mesi a 12 mesi R. Boni Lez. 3 - 55 Il Time to Market • Applicazione di concetti noti: - Organizzazione per progetto (es. lancio prodotto in una data traguardo) - condivisione informazioni - operazioni in parallelo - lavoro in team multidisciplinare empowered R. Boni Lez. 3 - 56 Competitività e dinamica del mercato Sfide Total Quality - Just in Time - Time to Market La risposta delle aziende ne ha determinato presenza e posizione sul mercato Una misura della dinamica del mercato • 1983 ricerca della Shell - 150 delle prime 500 aziende elencate su Fortune nel 1970 (oltre il 30 %) non compariva più nell’elenco R. Boni Lez. 3 - 57 3.7 Strutture organizzative innovative R. Boni Lez. 3 - 58 La catena del valore • La catena del valore (Michael Porter - 1985) - Un’attività aziendale può esistere solo se fornisce prodotti / servizi che hanno valore per gli altri R. Boni Lez. 3 - 59 La catena del valore • Sony - catena del valore attività primarie - Logistica in entrata - Produzione - Logistica in uscita - Vendite e marketing - Servizi post vendita attività di supporto - Infrastrutture Gestione risorse umane Sviluppo della tecnologia Approvvigionamento R. Boni Lez. 3 - 60 Il Process Reengineering Michael Hammer e James Champy (1993) • Il reengineering consiste nel ripensamento radicale dei processi di business e nella loro riprogettazione al fine di conseguire un deciso miglioramento degli indicatori chiave delle prestazioni (performance) - Costo Qualità Servizio Tempestività R. Boni Lez. 3 - 61 Il B.P.R. Business Process Reengineering Anni ’90 - idea innovativa • Il ridisegno dei processi - esame zero based invece di - miglioramento continuo • Il benchmarking - nell’ambito del proprio settore economico - con altri settori per le stesse attività R. Boni Lez. 3 - 62 L’evoluzione dell’organizzazione processi • Il process reengineering - i processi attraversano l’organizzazione - chi è responsabile dei processi? • Il process owner - empowerment - processi orizzontali R. Boni Lez. 3 - 63 5 - La struttura per processi Nuove aziende Processo 1 a1 b1 Processo 2 a2 b2 Processo 3 a3 b3 c1 • Amministratore Delegato • Organizzazione “piatta” c2 per processi R. Boni c3 Lez. 3 - 64 L’organizzazione tradizionale innovativa Azienda tradizionale preesistente • Riorganizzazione per processi Riduzione dei livelli gerarchici e riduzione di responsabilità Assegnazione di responsabilità ai proprietari dei processi R. Boni Lez. 3 - 65 6 - La struttura matriciale per processi Amministratore Delegato • Aziende preesistenti Controller Ufficio Legale Fiscale Trasformazione in gerarchica a matrice Direzione Sviluppo Prodotto per processi Direzione Produzione Direzione Commerciale Struttura processo 1 a1 b1 c1 verticale: corta processo 2 a2 b2 c2 processo 3 a3 b3 c3 orizzontale: processi R. Boni Lez. 3 - 66 6 - La struttura matriciale per processi Amministratore Delegato • Aziende preesistenti Controller Ufficio Legale Fiscale Trasformazione in gerarchica a matrice Direzione Sviluppo Prodotto per processi Direzione Produzione Direzione Commerciale Struttura processo 1 a1 b1 c1 verticale: corta processo 2 a2 b2 c2 processo 3 a3 b3 c3 orizzontale: processi R. Boni Lez. 3 - 67 L’organizzazione process driven Aziende del 3° Millennio • Devono riorganizzarsi per processi se vogliono sopravvivere avere successo R. Boni Lez. 3 - 68 3.8 La crescita del fattore conoscenza R. Boni Lez. 3 - 69 Caratteristiche della situazione attuale • esistenza di un mercato finanziario globale, grazie a reti di comunicazione altamente efficaci. Il flusso reale dei beni e dei servizi è solo il 2% del flusso finanziario - il resto: capitali speculativi • si spostano i centri di produzione, le fabbriche vanno dove il costo del lavoro è più basso o nel cuore dei mercati che si intendono servire • è enormemente cresciuta l’importanza del fattore sapere/conoscenza (knowledge) rispetto ai fattori lavoro e capitale Risultato: le aziende rete R. Boni Lez. 3 - 70 L’azienda rete Utilizza le tecnologie informatiche per abbattere • Il fattore tempo • Il fattore spazio knowledge sharing per tutti dovunque realtà operativa • nuove tecnologie della rete (internet intranet - extranet) • modalità interazione user friendly • abbinamento immagini/voce ai dati R. Boni Lez. 3 - 71 Banca on line Vantaggi della Banca virtuale • Tempo - accessibile sempre • Spazio - da qualsiasi postazione Valore per il cliente • Facilità di accesso • Interazione telematica • Flessibilità • Gamma dei servizi offerti R. Boni Lez. 3 - 72 Esempi di azienda rete - HP Hewlett Packard • sede in California - costa orientale degli Stati Uniti • centri di produzione - impianti medicali - costa occidentale degli USA - personal computer – Svizzera - fibre ottiche – Germania - stampanti laser – Singapore - ogni centro di produzione serve tutto il mondo (Situazione 2000) R. Boni Lez. 3 - 73 Esempi di azienda rete - ABB Asea Brown Boveri Nasce da fusione di Asea svedese con Brown Boveri svizzera ha 212.000 dipendenti - sede a Zurigo (170 impiegati) - il direttore gira in continuazione per visitare i vari centri produttivi e di vendita - il suo ufficio di Zurigo smista solo la posta che gli viene inviata più volte al giorno Non ha più alcun legame con le patrie d’origine, la sua patria è il mondo (Situazione 2000) R. Boni Lez. 3 - 74 Knowledge growth • Sempre nuove scoperte scientifiche e tecnologiche portafoglio di competenze da presidiare - più ampio - di difficile gestione • Unità di riferimento, nell’economia della conoscenza rete di alleanze (partnership network) finalizzata a - mantenere un vantaggio competitivo nei processi vitali dei rispettivi settori R. Boni Lez. 3 - 75 Knowledge governance • Processo di knowledge governance - parte dall’articolazione degli obiettivi - comprende, su base interorganizzativa, l’intera dinamica di • creazione • gestione • sviluppo della conoscenza Importante - definire la “giusta” ampiezza della rete di partnership • Risultato: le reti di aziende R. Boni Lez. 3 - 76 Reti di aziende Sapere • aumento esponenziale • difficoltà di gestirlo • rete di alleanze knowledge governance - obiettivi - dinamica di sviluppo e interazione conoscenze - ampiezza rete R. Boni Lez. 3 - 77 Esempi di reti di aziende - SM Sun Microsystems Tipo di relazioni con i partner - Rete di imprese collegate • 1° livello - sviluppare insieme un prodotto a partire dall’ideazione Texas Instruments - Samsung - LSI Logic • 2° livello - adattare uno standard di settore alle esigenze Sun Fujitsu - Mitsubishi - LG - Lucent Technology - NEC • 3° livello - progettare e realizzare componenti su specifiche Sun IBM - Hitachi - Motorola - Sony - Infineon - Symbios (Situazione 2000) R. Boni Lez. 3 - 78 Esempi di reti di aziende - ST Microelectronics ST Microelectronics - Obiettivo • continuo miglioramento delle tecnologie del silicio per i transistor - Partners • esplorano i mercati nei quali tali tecnologie possono costituire una fonte di vantaggio competitivo R. Boni Lez. 3 - 79 Esempi di reti di aziende - ST Microelectronics ST Microelectronics • Rete relazionale della ST M articolata per settore di business - automotive Bosch - Chrysler - Ford - Fiat - Marelli - digitale Matsushita - Sony - Samsung - Philips - telecomunicazioni Alcatel - Motorola - Ericsson - Nokia - smart card Bull - Orga - Gemplus - computer HP - IBM - Seagate - ATI Technologies (Situazione 2000) R. Boni Lez. 3 - 80 3.9 La visione Olonica R. Boni Lez. 3 - 81 Olone e Olarchia • 1967 - Arthur Koestler - “The Ghost in the Machine” • Concetti di olone e di olarchia - relazione intero/parte tra “enti” • Olone - un intero che è una parte di un tutto più ampio - contiene elementi che lo costituiscono e ne determinano il significato strutturale e funzionale • Olarchia - disposizione ordinata di moduli - sistema verticale di unità cognitive di sempre maggiore ampiezza dotate di coscienza R. Boni Lez. 3 - 82 Le organizzazioni oloniche • Gli organi aziendali possono essere pensati come - parti, necessarie e strumentali per il raggiungimento degli obiettivi dell’intera organizzazione, intesa come tutto collegate in rete • Le reti oloniche - reti oloniche aziendali - collegano le persone all’interno della stessa azienda - reti oloniche interaziendali - sono formate da aziende autonome variamente localizzate, caratterizzate da ruoli diversi, con differente operatività, ma integrate da missioni e finalità comuni R. Boni Lez. 3 - 83 Le reti oloniche Esempi • Reti tra Centri di Ricerca e Università di paesi diversi • Reti tra persone che condividono comuni interessi • Il collegamento tra le unità della rete olonica può essere attuato da un’unità guida, interna o esterna, mediante accordi con le diverse unità - Esempio: Comunità virtuale Brainstorms • fondata da Howard Rheingold (Università della California) • basata sull’apporto e lo scambio di conoscenze • obiettivo: stimolare lo sviluppo economico R. Boni Lez. 3 - 84 Reti oloniche informali • Facebook • Twitter • Youtube - Collegano persone che condividono comuni interessi • unità della rete olonica - Facilitano scambi diretti di messaggi e informazioni R. Boni Lez. 3 - 85 I Blog • I blog hanno rivoluzionato la comunicazione politica - Egitto - 6 giugno 2010 - Khaled Said viene prelevato dalla polizia in un Internet Cafè, torturato e ucciso - La pagina di Facebook “Siamo tutti Khaled Said” creata dopo l’atroce episodio riceve moltissimi commenti - Le sue foto, prima e dopo le torture, diventano il simbolo della oppressione del regime - Il popolo, nel suo nome, dà inizio alla rivolta che rovescia il regime di Mubarak il 27 gennaio 2011 R. Boni Lez. 3 - 86 Impatto delle reti oloniche informali • Possono produrre risultati di livello superiore a quello di partenza perché le Televisioni ne riprendono i contenuti e ne moltiplicano l’effetto - Esempi clamorosi: • Elezione di Barack Obama negli USA (novembre 2008) • Rivoluzioni in Nord Africa (2010 - 2011) - In Egitto è caduto il regime di Hosni Mubarak - In Tunisia è caduto il regime di Ben Alì - In Libia Muammar Gheddafi ha reagito scatenando una guerra civile • Manifestazioni in Medio Oriente (2011) - Represse con violenza, in particolare, in Siria R. Boni Lez. 3 - 87 3.10 Sistemi, procedure, processi, cultura R. Boni Lez. 3 - 88 Sistemi, procedure, processi • Indipendentemente da come si struttura, un’azienda è costituita da - un insieme di processi base o “core processes” tipici del settore economico di appartenenza • Per ogni settore i processi base sono sempre gli stessi R. Boni Lez. 3 - 89 I processi • I processi market driven - obiettivo: l’efficacia nei rapporti con il mercato - caratteristici del settore economico • I processi internal driven - obiettivo: l’efficienza - simili in tutti i settori economici R. Boni Lez. 3 - 90 Processi esterni e interni • processi processo1 a1 b1 c1 processo 2 a2 b2 c2 processo 3 a3 b3 c3 processo4 a4 b4 c4 processo 5 a5 b5 c5 processo 6 a6 b 6 c6 - esterni (1 - 2 - 3) market driven - interni (4 – 5 - 6) internal driven R. Boni Lez. 3 - 91 La cultura aziendale • I valori • Il modo comune di pensare • I comportamenti caratteristici R. Boni Lez. 3 - 92 La cultura aziendale - Un esempio • I core values di Accenture (già Andersen Consulting) - quality client service one global firm integrity stewardship best people respect for individual R. Boni Lez. 3 - 93 General Electric - “Missione” • una “missione” efficace, deve rispondere alla domanda: - “come intendiamo vincere nel nostro settore?” • missione della GE (dal 1981 al 1995) - diventare “l’impresa più competitiva al mondo” - collocarsi al primo o al secondo posto in tutti i mercati - rilanciare, cedere o liquidare tutte le attività che non raggiungono risultati eccellenti • la scelta della “missione” è responsabilità esclusiva dell’alta direzione Jack Welch, CEO della GE (1981 - 2001) R. Boni Lez. 3 - 94 GE - “Valori” • la scelta dei “valori” aziendali è aperta a tutti • Il processo di creazione dei “valori” deve essere iterativo • “valori” chiari comportamenti coerenti • “valori” GE: Trasparenza - Differenziazione - Coinvolgimento • punto di riferimento per - premiare i dipendenti che li mettono in pratica - punire o allontanare quelli che li lasciano sulla carta R. Boni Lez. 3 - 95