IO E LA GEOMETRIA
Mariani Teresa
Il mio rapporto con la geometria
• Se penso alla geometria ricordo che nella
mia carriera scolastica, e in generale fino
ad ora, ho sempre avuto un buon rapporto
con questa materia.
• Riflettendo alcuni istanti, ciò che mi fa
apprezzare questa materia è che oltre a
svolgere calcoli e problemi, spesso si
prevede anche il disegno tecnico,
insomma è una materia tutto sommato
piuttosto pratica, in quanto si usa il
righello, la matita, la gomma …
La storia del mio rapporto con la
geometria
• Ora passerò un po’ “al setaccio” la mia vita
passata per ricordare quando, come e
perché sono arrivata a costruire un
rapporto che definirei positivo con la
geometria.
Da 0 a 3 anni
• Non ricordo con precisione se avevo dei giochi che in qualche modo
sviluppavano conoscenze sulla geometria.
• Mia mamma mi ha raccontato che da piccola mi avevano comprato
due giochi, al cui interno c’erano delle forme con cui giocare: il
primo era un gioco in legno in cui dovevo incastrare su uno sfondo,
anch’esso costruito con lo stesso materiale, degli animali; invece il
secondo era un cestino in plastica con un coperchio forato della
forma di alcune figure geometriche, il fine era quello di inserire ogni
figura di plastica nel contenitore facendole passare attraverso il
“buco” corretto.
Dai 3 ai 5 anni: alla scuola
dell’infanzia
• Quando ho iniziato a frequentare la scuola dell’infanzia ricordo che
c’erano sempre dei giochi ad incastro, quali i puzzle, le costruzioni.
E’ qui che ho iniziato ad utilizzare le prime forbici per ritagliare delle
forme e in alcuni lavori anche il punteruolo.
• Con quest’ultimo oggetto, seguendo le linee dell’insegnante,
staccavamo delle figure da materiali più pesanti rispetto alla carta,
quali il cartone o il cartoncino, realizzando così dei lavoretti.
• Durante l’ultimo anno di scuola dell’infanzia le insegnanti
cominciarono a sottoporci delle schede dove, seguendo
il tratteggio e poi proseguendo da soli, ci veniva chiesto
di disegnare delle curve, delle spirali, oppure delle onde
e in altri casi ancora delle figure geometriche, per
migliorare il nostro modo di disegnare.
• Queste attività mi hanno aiutato ad acquisire maggiore
precisione e finezza nell’utilizzo della matita sul foglio
(sono i cosiddetti esercizi di prescrittura).
Dai 6 ai 10 anni: alla scuola
primaria
• Quando ho iniziato la scuola elementare ricordo che in
prima ci consegnavano delle figure geometriche di
plastica, chiedendoci di ricalcarne i contorni.
• Si trattava delle forme di base (quadrato, triangolo e
rettangolo), inoltre quando ci davano più figure
contemporaneamente dovevamo distinguere sul disegno
quelle sottili, da quelle con lo spessore più ampio,
segnandole con il doppio contorno.
• A proposito delle figure geometriche avevo
un certa difficoltà nel distinguere il
triangolo dal rettangolo, forse perché le
due parole finivano entrambe con il
suffisso “- angolo”, invece il quadrato non
lo confondevo mai.
• Dalla seconda fino al termine della scuola
primaria le insegnanti ci hanno illustrato le
principali figure geometriche e le loro
caratteristiche, oltre a presentarci le regole per
calcolarne l’area e il perimetro.
• Ho svolto in questi anni molti problemi con le
figure, ma quelli che ricordo come più divertenti
sono quelli che l’insegnante ci ha proposto in
quarta e in quinta, ovvero quando bisognava
calcolare il perimetro non di una sola figura, ma
di più figure sovrapposte o accostate.
Dai 11 ai 13 anni: scuola
secondaria inferiore
• Durante i tre anni della scuola secondaria
inferiore ho approfondito ulteriormente le
conoscenze sulla geometria: ho ripassato le
figure piane, le definizioni di retta, semiretta,
angolo ed ho scoperto come si calcola l’area e il
perimetro delle principali figure solide.
• In questi anni, inoltre, ho conosciuto una materia
nuova: tecnica, attraverso la quale ho potuto
capire meglio come si realizza un vero disegno
tecnico che è molto complesso e impegnativo, in
quanto richiede delle regole ben precise.
• Diciamo che non ero male in questa materia, ma
sicuramente in futuro non avrei mai fatto
l’architetto oppure il geometra!
Dai 14 ai 18 anni: scuola
secondaria superiore
• Dopo la scuola secondaria inferiore mi sono
iscritta al liceo delle Scienze Sociali.
• Nel piano dell’offerta formativa erano indicate tre
ore di matematica e non era previsto il disegno
tecnico.
• La classe in cui sono stata inserita aveva molte
difficoltà in algebra, quindi gli argomenti di
geometria previsti dal programma vennero ridotti
fino a scomparire del tutto (ricordo che è stato
fatto solo un po’ di ripasso sulle definizioni di
punto, retta, semiretta ed angolo) per dedicare
del tempo ai recuperi.
• Al compimento del diciottesimo anno di età iniziai il corso
per la patente di guida e studiando i cartelli stradali,
anche qui incontrai ancora la geometria.
• Infatti ogni indicazione stradale cambia significato a
seconda della sua forma geometrica ( triangolo =
pericolo, doppio cerchio rosso e bianco = divieto, cerchio
blu = obbligo).
• Da qui iniziai a capire come la geometria si può
incontrare anche al di fuori del contesto scolastico,
quindi intuii l’importanza di conoscere questa materia per
vivere nella quotidianità.
• Se ci pensiamo bene molte cose hanno una
forma geometrica: i quadri (il nome deriva dalla
loro forma spesso quadrata), i bicchieri, il tavolo,
le pentole, i cassetti, le mensole, il monitor, la
televisione, …
Oggi
• Ora sono iscritta alla facoltà di Scienze della Formazione
Primaria.
• Il mio obiettivo è quello di diventare insegnante.
• Con il corso di Matematica Elementare del Punto di Vista
Superiore e attraverso gli altri corsi universitari sto
interiorizzando l’importanza di partire dalla concretezza e
dal vissuto del bambini per poter così promuovere nuove
competenze ed abilità.
• Gradualmente sto acquisendo questo stile di pensiero e
di approccio alla programmazione anche per
l’insegnamento della geometria e della matematica,
spesso considerate e presentate come discipline
sganciate dalla realtà.
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