NUCLEO d’INTERVENTO
MONITORAGGIO
POF EUROPEO
Potenza, 5 dicembre 2005
Nucleo d’Intervento – USR Basilicata – Maria Di Girolamo
MONITORAGGIO
Potenza, 5 dicembre 2005
Nucleo d’Intervento – USR Basilicata – Maria Di Girolamo
Funzioni e compiti del
NUCLEO d’INTERVENTO
•
•
•
azioni di promozione e sostegno delle attività
progettuali
disseminazione di processi, risultati e prodotti
monitoraggio
Perché, cosa e chi monitorare
• rilevare l’esistente
• approfondire alcuni aspetti qualitativi
• valutare rispetto al raggiungimento
degli obiettivi posti
• disseminare le buone pratiche
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WORKSHOP MONITORAGGIO:
Argomenti affrontati nei seminari interregionali
•
•
•
•
•
Situazione attuale
Problemi rilevati
Questioni da affrontare
Proposte
Strumenti
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WORKSHOP MONITORAGGIO:
Argomenti affrontati nei seminari interregionali
Domande
•
•
•
•
A cosa serve un monitoraggio?
Deve essere ripetuto ogni anno?
Svolto da chi e con quali risorse?
Si deve ricorrere ad una consulenza statistica o è
meglio utilizzare un campione?
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ASPETTI PROBLEMATICI
•
•
•
•
•
•
•
•
usare modelli già esistenti
utilizzare uno standard nazionale
contenere i costi
utilizzare consulenti esterni
attivare sinergie con enti esterni come INDIRE
non raccogliere dati già noti
incrociare i dati
eventuale fase sperimentale su un piccolo
campione
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COSA SI E’ FATTO?
•
confronto su una definizione condivisa di
“monitoraggio”
•
le regioni partecipanti hanno, in misura
diversa, approntato strumenti di rilevazione
della partecipazione delle scuole a progetti
transnazionali
Nucleo d’Intervento – USR Basilicata – Maria Di Girolamo
Nucleo d’Intervento USR - Basilicata
•
Ha prodotto e sperimentato una scheda di
rilevazione quantitativa con alcune informazioni
di approfondimento:
- ricaduta nell’attività didattica,
- riorganizzazione dei curricoli disciplinari,
- richiesta di invio di progetti significativi.
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MONITORAGGIO IN DUE FASI
•
I fase: rilevazione quantitativa
•
II fase: approfondimento qualitativo,
eventualmente su un campione
significativo, costruito sulla base delle
risposte di cui alla I fase
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PROPOSTA
Schede di rilevazione
già somministrate
Banca comune
di Indicatori e descrittori
criteri di qualità utilizzati nel
progetto European Quality
Label, nella valutazione dei
programmi e, in generale, nella
rilevazione di buone pratiche
Rispetto delle specificità
territoriali
scheda di monitoraggio
di dati quantitativi e qualitativi, cartacea/online
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EUROPEAN QUALITY LABEL
Valutazione dei programmi per la cooperazione
esterna allo sviluppo della Commissione Europea
Quality Criteria
•
innovation (nuovi impulsi, nuove sfide, soluzioni
nuove e creative …)
•
results & benefits (per i partecipanti, le istituzioni
che vi hanno preso parte, i portatori d’interesse.. )
•
quality in implementation/activity management
(preparazione, esecuzione …)
•
sustainability (strategie a lungo termine,
monitoraggio delle attività, disseminazione, livelli di
cooperazione …)
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EUROPEAN QUALITY LABEL
Valutazione dei programmi per la cooperazione
esterna allo sviluppo della Commissione Europea
Evaluation Criteria
•
relevance (gli obiettivi e i risultati rispondono ai
reali bisogni dei destinatari dell’intervento)
•
efficiency (le azioni sono state espletate in modo
corretto in riferimento a risorse, mezzi e tempi)
effectiveness (le azioni espletate hanno
assicurato l’effettivo godimento dei benefici
pianificati)
impact (i benefici derivanti dall’intervento hanno
prodotto effetti positivi sul contesto di riferimento)
sustainability (i benefici realmente goduti sono in
grado di protrarsi anche sul lungo termine)
•
•
•
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LA SCHEDA DEVE
•
Essere uno strumento agile e snello
•
Riferirsi ad obiettivi chiaramente definiti con
domande a risposta chiusa
•
Contenere una parte comune a tutte le Regioni per
la richiesta di informazioni – CORE
•
Consentire a ciascuna Regione di approfondire le
specificità territoriali
•
Evidenziare il contributo del progetto
raggiungimento degli obiettivi di Lisbona
al
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POF EUROPEO
Potenza, 5 dicembre 2005
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POF EUROPEO
Per quali vie la dimensione europea può
essere recepita nella scuola dell’autonomia
a partire dal suo documento fondamentale:
il Piano dell’ Offerta
Formativa?
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POF EUROPEO
La varietà delle opzioni previste dai programmi
comunitari consente alle scuole di:
•
formulare scelte coerenti con i propri obiettivi
•
assicurare un valore aggiunto europeo alle proprie
attività
mediante lo
sviluppo della “dimensione europea”
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POF EUROPEO
La dimensione europea nella scuola
•
Che cos’e?
•
Come lavorare in dimensione europea nella scuola?
•
Da quali attività concrete si potrebbe misurare la
dimensione europea?
•
Da quali aspetti del curriculum? Lingue straniere,
storia in dimensione europea, altri aspetti della
cittadinanza europea…
•
Che cos’è un POF in dimensione europea?
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POF EUROPEO
Gli obiettivi europei
•
Introdurre gli obiettivi di Lisbona vuol dire lavorare in
DEURE?
•
Come introdurre gli obiettivi europei nel curriculum?
E nel POF?
•
I collegamenti tra benchmark e progetti europei
hanno un ruolo di primaria importanza?
•
Che cosa fanno gli altri paesi europei per sviluppare
la dimensione europea dell’educazione?
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PROPOSTA DI INDICATORI DI UN
POF EUROPEO - Seminari interregionali •
Capacità della scuola di essere ‘nodo’ del territorio
•
Valorizzazione capitale intellettuale
•
Capacità di disseminazione
•
Numero di attività transnazionali
•
Numero di classi, di docenti ed esperti coinvolti
•
Frequenza delle attività di scambio e delle occasioni di incontro con
realtà straniere anche a livello locale
•
Valore aggiunto Europeo (promotion of social cohesion, eLearning,
transversal politicies, strategies for inclusion)
•
Uso delle lingue veicolari o CLIL
•
Tirocini e stage internazionali per studenti e docenti
•
ECDL, EUROPASS Portfolio e certificazioni EU
•
Manifestazioni collaterali promosse dagli studenti
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Monitoraggio POF Europeo