RETI DI CALCOLATORI Prima Esercitazione Introduzione Gli ultimi tre secoli sono stati dominati ciascuno da una diversa tecnologia che lo ha caratterizzato ed ha avuto profonde influenze sulla vita dell'uomo: • 18º secolo: sistemi meccanici, rivoluzione industriale; • 19º secolo: motori a vapore; • 20º secolo: tecnologie dell'informazione. 2 Introduzione Nel nostro secolo si sono via via diffusi: • il sistema telefonico, a livello mondiale; • la radio e la televisione; • i computer; • i satelliti per telecomunicazioni. 3 Introduzione Queste tecnologie stanno rapidamente convergendo. In particolare, la combinazione di elaboratori e sistemi di telecomunicazione ha avuto una profonda influenza sull'organizzazione dei sistemi di calcolo. 4 Introduzione Si è passati dal vecchio modello mainframe - terminali, in cui la potenza di calcolo è concentrata in un unico grande elaboratore a cui si accede per mezzo di un certo numero di terminali, a quello attuale in cui vi è un grande numero di elaboratori autonomi, interconnessi fra loro: • autonomi: significa che non deve esserci fra loro una relazione tipo master/slave (ad es., l'uno non può forzare lo spegnimento dell'altro); • interconnessi: significa che devono essere capaci di scambiare informazioni (sfruttando un opportuno mezzo fisico). 5 Introduzione Un sistema di calcolo siffatto è detto rete di elaboratori (computer network). Si noti che rete di elaboratori non è sinonimo di sistema distribuito. Infatti: • in un sistema distribuito l'esistenza di più elaboratori è invisibile all'utente, che ha l'impressione di avere a che fare con un unico sistema di calcolo; • in una rete di elaboratori, l'utente è conscio dell'esistenza di molteplici elaboratori, che devono essere esplicitamente riferiti. 6 Introduzione In effetti, si può affermare che: Rete di Elaboratori + Sistema software di gestione = Sistema distribuito dove il sistema software di gestione altro non è che un particolare tipo di sistema operativo, ossia un sistema operativo distribuito. 7 Scopi delle Reti di Calcolatori • • • • • • Condivisione dell’Informazione Condivisione delle Risorse Accesso a Risorse Remote Alta Affidabilità Convenienza Economica Crescita Graduale 8 Principali Servizi Offerti • • • • • • • • Terminale Virtuale Web e posta elettronica Trasferimento di File Condivisione di file e stampanti Bootstrap remoto di workstation diskless Programmazione distribuita Programmi vari (es. messaggi sui terminali, phone, ecc.) Sistemi Operativi di rete 9 Tipi di Reti • • • LAN (Local Area Network) MAN (Metropolitan Area Network) WAN (Wide Area Network) 10 LAN Le reti locali, in genere: • sono possedute da una organizzazione (reti private); • hanno un'estensione che arriva fino a qualche km; • si distendono nell'ambito di un singolo edificio o campus (non si possono, di norma, posare cavi sul suolo pubblico); • sono usate solitamente per connettere PC o workstation. 11 LAN Esse si distinguono dagli altri tipi di rete per tre caratteristiche: • dimensione: la dimensione non può andare oltre un certo limite, per cui è noto a priori il tempo di trasmissione nel caso peggiore; • tecnologia trasmissiva: le LAN sono in generale reti broadcast. Velocità di trasmissione tipiche risultano essere 10 - 100 Mb/s, con basso ritardo di propagazione del segnale da un capo all'altro del canale (qualche decina di microsecondi) e basso tasso di errore; • topologia: sono possibili diverse topologie, le più diffuse sono il bus ed il ring. 12 MAN Le reti metropolitane hanno un'estensione tipicamente urbana (quindi anche molto superiore a quella di una LAN) e sono generalmente pubbliche (cioé un'azienda, ad es. Telecom Italia, mette la rete a disposizione di chiunque desideri, previo pagamento di una opportuna tariffa). Sono caratterizzate da una elevata velocità trasmissiva (tra i 2 Mb/s ed i 140 Mb/s) e dall’utilizzo della fibra ottica come mezzo trasmissivo tipico. 13 WAN Le reti geografiche si estendono a livello di una nazione, di un continente o dell'intero pianeta. Una WAN è tipicamente costituita di due componenti distinte: • un insieme di elaboratori (host oppure end system) sui quali girano i programmi usati dagli utenti; • una comunication subnet (o subnet), che connette gli end system fra loro. Il suo compito è trasportare messaggi da un end system all'altro, così come il sistema telefonico trasporta parole da chi parla a chi ascolta. 14 WAN Le WAN sono caratterizzate da una velocità trasmissiva medio bassa (tra i 9.6 Kb/s ed i 2 Mb/s). I mezzi trasmissivi risultano spesso essere gli stessi usati per la telefonia convenzionale. 15 Struttura Generale WAN MAN MAN LAN LAN LAN LAN LAN 16 Scala dimensionale Distanza fra processori 10 m 100 m 1 Km 10 Km 100 Km 1.000 Km 10.000 Km Ambito Tipo di rete Stanza Edificio Campus Città Nazione Continente Pianeta LAN LAN LAN MAN WAN WAN WAN 17 Sistemi e Mezzi Fisici Sistema 1 Sistema 3 Sistema 2 mezzi fisici Sistema j Sistema n 18 Modello OSI L'OSI (Open Systems Interconnection) Reference Model è il frutto del lavoro della ISO (International Standard Organization), ed ha lo scopo di: • fornire uno standard per la connessione di sistemi aperti, cioé in grado di colloquiare gli uni con gli altri; • fornire una base comune per lo sviluppo di standard per l'interconnessione di sistemi; • fornire un modello rispetto a cui confrontare le varie architetture di rete. Esso non include di per se la definizione di protocolli specifici (che sono stati definiti successivamente, in documenti separati). 19 Il modello di riferimento ISO/OSI 7 6 5 4 3 2 1 Applicazione Presentazione Sessione Trasporto Rete Data Link Fisico 20 I Livelli (Layers, Levels) L’architettura OSI si basa su una serie di principi progettuali, di seguito elencati: • non creare un numero di livelli (layer) eccessivo ai fini della loro definizione e integrazione; • spezzare nel punto in cui la descrizione dei servizi offerti dal layer è compatta e le interazioni con altri layer è minima; • creare livelli distinti per realizzare funzioni differenti nel processo o nella tecnologia usata; • raccogliere funzioni simili nello stesso livello; • creare suddivisioni nei punti che in esperienze precedenti si sono rivelati strategici; 21 I Livelli (Layers, Levels) • • creare layer che possano essere completamente riprogettati (es. per usufruire di nuove tecnologie) senza influire sui layer precedenti e seguenti (stessi servizi offerti e richiesti); creare una suddivisione tra livelli in qualsiasi punto serva avere la corrispondente interfaccia standardizzata; 22 I Livelli (Layers, Levels) • • • creare un layer ovunque ci sia bisogno di introdurre un nuovo livello di astrazione nel trattamento dei dati (es. morfologia, sintassi, semantica); far si che cambiamenti di funzioni o protocolli all’interno di un layer non influenzino gli altri layer; definire interazioni solo tra livelli contigui (in su o in giù). 23 La funzione dei Livelli Lo scopo di ciascun livello è quello di fornire servizi ai livelli superiori, mascherando come questi servizi sono implementati. Nessun dato è trasferito direttamente da un livello N all’altro: ogni livello passa dati e informazioni di controllo al livello sottostante, sino a quando si raggiunge il livello fisico che effettua la trasmissione. 24 Elementi Base del Modello OSI Sistema A Sistema B Sistema C Sistema D mezzi fisici Applicazione Connessioni 25 Livello 1: Fisico • • Ha a che fare con la trasmissione di bit "grezzi" su un canale di comunicazione. Gli aspetti di progetto sono: volti a garantire che se parte un 1, arrivi effettivamente un 1 e non uno zero; largamente riguardanti le caratteristiche meccaniche, elettriche e procedurali delle interfacce di rete (componenti che connettono l'elaboratore al mezzo fisico) e le caratteristiche del mezzo fisico. 26 Livello 1: Fisico • Si caratterizzano, tra gli altri: tensioni scelte per rappresentare 0 ed 1; durata (in microsecondi) di un bit; tipi di connettori; tipi, dimensioni, impedenze dei cavi. 27 Livello 2: Data Link • • • • Ha come scopo la trasmissione affidabile di pacchetti di dati (frames) Accetta come input i frames (tipicamente pochi centinaia di byte) e li trasmette sequenzialmente Verifica la presenza di errori aggiungendo delle FCS (Frame Control Sequence) Può gestire meccanismi di correzione di errori tramite ritrasmissione 28 Livello 3: Rete • • • Questo livello gestisce l'instradamento dei messaggi Determina quali sistemi intermedi devono essere attraversati da un messaggio per giungere a destinazione Il livello 3 gestisce delle tabelle di instradamento per ottimizzare il traffico sulla rete 29 Livello 4: Trasporto • • Fornisce servizi per il trasferimento dei dati end-to-end (cioè indipendenti dalla rete sottostante) Il livello 4 può: frammentare i pacchetti in modo che abbiano dimensioni idonee al livello 3; rivelare/correggere gli errori; controllare il flusso; controllare le congestioni. 30 Livello 5: Sessione • Il livello 5 è responsabile dell'organizzazione del dialogo e della sincronizzazione tra due programmi applicativi e del conseguente scambio di dati 31 Livello 6: Presentazione • È interessato alla sintassi ed alla semantica delle informazioni da trasferire. Ad esempio, si occupa di convertire tipi di dati standard (caratteri, interi) da rappresentazioni specifiche della piattaforma HW di partenza in una rappresentazione "on the wire" e poi in quella specifica dell' HW di arrivo 32 Livello 7: Applicazione • Prevede che qui risieda tutta la varietà di protocolli che sono necessari per offrire i vari servizi agli utenti, quali ad esempio: terminale virtuale; transferimento file; posta elettronica. • Attraverso l'uso di questi protocolli si possono scrivere applicazioni che offrono i suddetti servizi agli utenti finali 33 Protocolli e Peer Entities Il livello N su un host porta avanti una conversazione col livello N su di un'altro host. Le regole e le convenzioni che governano la conversazione sono collettivamente indicate col termine di protocollo di livello N. Le entità (processi) che effettuano tale conversazione si chiamano peer entitiy (entità di pari livello). 34 Protocolli e Peer Entities Primitive del Servizio Primitive del Servizio Protocollo Sistema A Sistema B Peer Entities 35 Dialogo fra peer entity Il dialogo fra due peer entity di livello N viene materialmente realizzato tramite i servizi offerti dal livello (N-1). In realtà non c'è un trasferimento diretto dal livello N di host 1 al livello N di host 2. Ogni livello di host 1 passa i dati, assieme a delle informazioni di controllo, al livello sottostante. 36 Dialogo fra peer entity Al di sotto del livello 1 c'è il mezzo fisico, attraverso il quale i dati vengono trasferiti da host 1 ad host 2. Quando arrivano a host 2, i dati vengono passati da ogni livello (a partire dal livello 1) a quello superiore, fino a raggiungere il livello N. 37 Interfacce Fra ogni coppia di livelli adiacenti è definita una interfaccia, che caratterizza: • le operazioni primitive che possono essere richieste al livello sottostante; • i servizi che possono essere offerti dal livello sottostante. 38 Interfacce I vantaggi di una buona progettazione delle interfacce sono: • minimizzazione delle informazioni da trasferire; • possibilità di modificare l'implementazione del livello (ad es., ove le linee telefoniche venissero sostituite da canali satellitari) con una più attuale che offra gli stessi servizi. 39 Interfacce Livello N Interfaccia del livello N-1 N-1 SDU Primitive del Servizio di livello N-1 Livello N-1 40 Service Access Point I servizi sono disponibili ai SAP (Service Access Point). I SAP del livello N, o NSAP, sono i punti di accesso nei quali il livello (N+1) può accedere ai servizi del livello N. Ogni N-SAP ha un indirizzo che lo identifica univocamente. 41 Service Access Point N-1 SAP Entità N-1 Livello N Entità N Entità N-1 Livello N-1 42 SDU e PDU L'informazione passata dal livello N al livello (N-1), attraverso il (N-1)-SAP, si dice PDU (Protocol Data Unit) di livello N, o N-PDU. Essa, entrando nel livello (N-1), diventa una SDU (Service Data Unit) di livello (N-1), o (N-1)-SDU. 43 SDU e PDU Entro il livello (N-1) viene aggiunta alla (N-1)-SDU una PCI (Protocol Control Information) di livello (N-1). Il tutto diventa una (N-1)-PDU, che verrà passata al livello (N-2) attraverso un (N-2)-SAP. 44 SDU e PDU N SDU N SDU N PDU Sistema A Sistema B Entità di Livello N 45 Imbustamento Multiplo Trasmittente Ricevente Dati Applicazione Presentazione Sessione PH APDU SH Trasporto Rete Data Link Fisico Applicazione Presentazione Sessione AH Dati TH NH DH PPDU Trasporto Rete SPDU TPDU NPDU bits DT Data Link Fisico46 Frammentazione N-PDU SAP Livello N Interfaccia Livello N-1 (N-1)-SDU (N-1)-PCI F1 (N-1)-PDU F2 F3 F4 47 Architettura di Rete L'insieme dei livelli e dei relativi protocolli è detto architettura di rete. Un'architettura di rete può essere: • proprietaria (IBM SNA, DECNET); • standard de facto (TCP/IP); • standard de iure (OSI). 48 Servizi connessi e non connessi Ci sono due principali classi di servizi offerti da un livello a quello superiore: • servizi connection-oriented; • servizi connectionless. 49 Servizi connessi Un servizio connection-oriented si sviluppa in 3 fasi: 1. si stabilisce una connessione, cioé si crea con opportuni mezzi un "canale di comunicazione" fra la sorgente e la destinazione. La relativa attività tipicamente coinvolge un certo numero di elaboratori nel cammino fra sorgente e destinazione; 50 Servizi connessi 2. 3. la connessione, una volta stabilita, agisce come un tubo digitale lungo il quale scorrono tutti i dati trasmessi, che arrivano nello steso ordine in cui sono partiti; si rilascia la connessione (attività che coinvolge di nuovo tutti gli elaboratori sul cammino). 51 Servizi non connessi In un servizio connectionless, i pacchetti (PDU) viaggiano indipendentemente gli uni dagli altri, possono prendere strade diverse ed arrivare in ordine diverso da quello di partenza o non arrivare affatto. Si sviluppa in una sola fase: • invio del pacchetto. 52 Mezzi trasmissivi • Elettrici Doppino intrecciato Cavo Coassiale • Ottici Fibra ottica Raggi Laser • Radio Ponti radio Satelliti Reti Cellulari 53 Doppino intrecciato È il più anziano e diffuso mezzo trasmissivo. Consiste di una coppia di conduttori in rame intrecciati l'uno con l’altro in forma elicoidale. Ciò fa si che si minimizzino le interferenze fra coppie adiacenti. È caratterizzato da costi ridotti e da una facile installazione. 54 Doppino intrecciato Il doppino può essere di tipo: • UTP (Unshielded Twisted Pair), se non schermato; • STP (Shielded Twisted Pair), se è presente uno schermo per ogni coppia più uno schermo globale; • FTP (Foiled Twisted Pair) se è presente un unico schermo per tutto il cavo. 55 Cavo coassiale È un altro comune mezzo di trasmissione; offre un miglior isolamento rispetto al doppino e quindi consente velocità di trasmissione maggiori su distanze superiori. 56 Cavo coassiale È caratterizzato da costi leggermente superiori a quelli del doppino ed da una maggiore difficoltà di installazione. Era molto usato nel sistema telefonico per le tratte a lunga distanza, ma in tale ambito è ormai sostituito quasi ovunque dalla fibra ottica. Rimane in uso per la TV via cavo e in alcune LAN. 57 Fibre ottiche Sono uno dei mezzi più recenti e rivoluzionari del mondo delle telecomunicazioni. Sono fatte di un sottilissimo cilindro centrale in vetro (core) circondato da uno strato esterno (cladding) di vetro avente un diverso indice di rifrazione e da una guaina protettiva. Sono quindi raggruppate insieme in una guaina contenitrice esterna. 58 Fibre ottiche CLADDING CORE GUAINA PROTETTIVA RIVESTIMENTO PRIMARIO 59 Fibre ottiche Le fibre ottiche sfruttano il principio della deviazione che un raggio di luce subisce quando attraversa il confine fra due materiali diversi (core e cladding nel caso delle fibre). La deviazione dipende dagli indici di rifrazione dei due materiali. Oltre un certo angolo, il raggio rimane intrappolato all'interno del materiale. 60 Fibre ottiche Le fibre ottiche sono di due tipi: • multimodali: raggi diversi possono colpire la superficie con diversi angoli (detti mode), proseguendo quindi con diversi cammini. Il diametro del core è di 50 micron, come quello di un un capello; • monomodali: sono così sottili (il diametro del core è 8-10 micron) che si comportano come una guida d'onda (la luce avanza in modo rettilineo, senza rimbalzare). Sono più costose ma reggono distanze più lunghe (fino a 30 km). 61 Fibre ottiche La propagazione del modo è regolata dalla Legge di Snell: n1 sina1 n1 Angolo di a1 incidenza = n2 sina2 a2 Angolo di rifrazione n2 Superficie di separazione 62 Domande di riepilogo • • • • • • Quanti sono i livelli OSI? Quali sono le peculiarità di ciascun livello? Qual è la differenza tra SDU e PDU? Cosa è la frammentazione? Quale livello trasmette effettivamente i dati sui mezzi trasmissivi? Che cosa e il SAP? 63 Domande di riepilogo • • • • • • Quali sono i due principali tipi di cavi elettrici usati per la trasmissione dati? Cos'è l'attenuazione? Cos'è la diafonia? Quali sono le due parti principali di una fibra ottica? Qual è l'enunciato della legge di Snell? Qual è approssimativamente il diametro di una fibra ottica? 64