Laurea Magistrale in Cooperazione e sviluppo
internazionale e diritti umani
Politiche Economiche Regionali
A.A. 2013-2014
di Cristina Brasili
La politica regionale e
di coesione dell’UE
http://europa.eu
Il percorso per arrivare alle
Politiche regionali
-Politiche e attività
-Settori di attività
-Politica regionale
PERCHE’ UNA POLITICA REGIONALE IN NELL’UNIONE
EUROPEA?
Solidarietà e coesione
La politica regionale rappresenta uno strumento di
solidarietà finanziaria e una potente forza di
coesione e integrazione economica. La solidarietà
intende portare vantaggi concreti ai cittadini e alle
regioni meno favorite, mentre la coesione risponde
al principio che la riduzione dei divari di reddito e di
benessere esistenti tra le regioni europee giova a
tutti.
La distribuzione della ricchezza non è omogenea né
fra Stati membri, né all’interno degli stessi. Le regioni
più ricche in termini di PIL pro capite (misura
standard del benessere) sono tutte aree urbane:
Londra, Bruxelles e Amburgo. Il paese più ricco,
ovvero il Lussemburgo, lo è sette volte di più della
Romania e della Bulgaria, i due paesi più poveri che
hanno da poco fatto il loro ingresso nell'UE.
Gli impulsi dinamici derivanti dall’adesione all’UE,
con il sostegno di una politica regionale vigorosa e
mirata, possono effettivamente produrre risultati.
Particolarmente incoraggiante è il caso dell’Irlanda:
se nel 1973, anno dell’adesione del paese all’UE, il
suo PIL era pari al 64% della media UE, oggi è uno dei
più elevati dell’Unione. Una delle priorità della
politica regionale consiste nel ravvicinare quanto
prima alla media europea i tenori di vita dei paesi
che sono entrati a far parte dell'UE dal 2004 in poi.
Evoluzione della politica regionale dell’UE
Strategia di programmazione (1958-2000)
Strategia di
programmazione
Direzione dei cambiamenti e
tendenze
1958
1989-2000
Obiettivi/contenuti
della politica
Settoriale
Territoriale
Copertura
geografica
Nazionale
Regionale/locale
Approccio di
Programmazione
Settoriale
Integrato
Periodo di
riferimento
Breve
Medio
Attori principali
Nazionali
Regionali/Locali
Tipo di impatto
Compensatore
Sinergico
Fonte: Le istituzioni del federalismo - La nuova programmazione dei Fondi
strutturali in Italia (2000-2006), a cura di R. Leonardi e A. Ciaffi Maggioli
Editore
PERCHE’ UNA POLITICA REGIONALE IN
NELL’UNIONE EUROPEA?
• La solidarietà tra i popoli dell'Unione
europea, il progresso economico e sociale
e il rafforzamento della coesione sono
sanciti nel
preambolo del trattato di
Amsterdam (1997). L'articolo 158
stabilisce inoltre che: "La Comunità mira
a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo
delle varie regioni e il ritardo di quelle più
svantaggiate o insulari, comprese le zone
rurali". Per attuare questa politica, gli
Stati membri si avvalgono dei Fondi
strutturali e del Fondo di coesione.
•
L'Unione europea non si limita
tuttavia ad una semplice partecipazione
finanziaria, ma inquadra gli interventi
locali in una prospettiva comunitaria e
attraverso la sua politica regionale
completa, laddove è necessario, il
mercato interno e l'unione economica e
monetaria.
Terza relazione sulla coesione economica e sociale – Commissione
europea 2004
Fino al recente rallentamento della crescita iniziato nel
2001, il divario nel PIL pro capite tra le regioni meno
prospere dell’Unione (quelle che sono state al centro
dell’attenzione della politica di coesione dell’UE) e le
altre regioni ha registrato una diminuzione negli ultimi
anni.
Grafico disparità nel 2001
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe
1957
•
Gli Stati firmatari del trattato di
Roma fanno riferimento, nel suo
preambolo, all'esigenza "di rafforzare
l'unità delle loro economie e di
garantirne lo sviluppo armonioso
riducendo il divario fra le diverse
regioni e il ritardo di quelle più
svantaggiate".
1958
•
Vengono istituiti due Fondi
settoriali: il Fondo sociale europeo
(FSE) e il Fondo europeo agricolo di
orientamento e di garanzia (FEAOG).
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe
1975
•
Nasce il Fondo europeo per lo
sviluppo regionale (FESR), con lo scopo di
ridistribuire alle regioni povere una parte
dei contributi degli Stati membri.
1986
•
L'Atto Unico europeo getta le
basi di un'effettiva politica di coesione
destinata a controbilanciare i vincoli del
mercato
unico nei paesi del
sud dell'Europa e nelle altre regioni meno
prospere.
1989-1993
•
Il Consiglio europeo di Bruxelles
(febbraio 1988) modifica il meccanismo
dei Fondi di solidarietà, ormai denominati
Fondi strutturali, dotandoli di un bilancio
di 68 miliardi di ECU (in base ai prezzi del
1997).
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe
1992
•
Nel trattato che istituisce l'Unione europea,
entrato in vigore nel 1993, la coesione è
proclamata uno degli obiettivi fondamentali
dell'UE, accanto all'unione economica e
monetaria e al mercato unico, ed è prevista
anche la creazione del Fondo di coesione a
sostegno dei progetti per l'ambiente e i
trasporti negli Stati membri più poveri
1994-1999
•
Il Consiglio europeo di Edimburgo
(dicembre 1993) decide di destinare alla
politica di coesione circa 177 miliardi di ECU
(ai prezzi del 1999), ossia un terzo del bilancio
comunitario. I Fondi strutturali sono integrati
da un nuovo strumento finanziario di
orientamento della pesca (SFOP).
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe
1997
• Il trattato di Amsterdam conferma l'importanza
della coesione e inserisce inoltre un paragrafo
sull'occupazione che
mette in primo piano
l'esigenza di un'azione comune volta a
incrementarla.
2000-2006
•
Il Consiglio europeo di Berlino (marzo 1999)
riforma i Fondi strutturali e modifica in parte il
meccanismo di funzionamento del Fondo di
coesione, dotandolo di oltre 30 miliardi di euro
l'anno, per un totale di 213 miliardi di
euro nell'arco di sette anni. Lo Strumento per le
politiche strutturali di preadesione (ISPA) e il
Programma speciale di adesione per l'agricoltura
e lo sviluppo rurale (SAPARD) completano il
programma PHARE per lo sviluppo economico e
sociale dei paesi candidati dell'Europa centrale e
orientale.
I quattro principi guida della
riforma dei Fondi strutturali
del 1988
–Concentrazione
–Programmazione
–Partenariato
–Addizionalità
Introduciamo un importante dibattito
Competitività e Coesione
Per ora poniamo solo domande a cui
daremo risposta durante il corso…..
•
•
•
Trade off tra competitività e coesione?
Questione “ideologica” o “reale”?
Come si colloca Lisbona rispetto alla
coesione?
Gli orientamenti comunitari tra
competitività e coesione
Una possibile integrazione
Rivista di Economia, Cultura e Ricerca
Sociale Argomenti, n. 17, 2006, Franco
Angeli pp.5-27
Competitività e Coesione
CRESCITA E OCCUPAZIONE
• Il Consiglio europeo ha quindi deciso di
rilanciare la strategia di Lisbona tramite una
partnership per la crescita e l'occupazione.
L'obiettivo di tale partnership resta comunque
collegato allo sviluppo sostenibile. Per
raggiungerlo, l'Europa deve concentrarsi su un
numero più limitato di priorità. Infatti, la
realizzazione di una crescita maggiore e
sostenibile e la creazione di un numero
maggiore di posti di lavoro e di migliore qualità,
possono fornirci gli strumenti necessari per
realizzare le nostre ambizioni sul piano
economico, sociale e ambientale.
• Rendere l'Europa un luogo più allettante per gli
investitori e i lavoratori
• La conoscenza e l'innovazione quali fattori di
crescita
• Creare un maggior numero di posti di lavoro e
di migliore qualità
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
I tre obiettivi prioritari
Periodo di programmazione 2000-2006
Il 94% dei Fondi strutturali è finalizzato a tre obiettivi
prioritari, per ottenere il massimo dei risultati.
Obiettivo 1 (territoriale) mira a promuovere lo
sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che
presentano ritardi nello sviluppo e il cui il PIL medio pro
capite è inferiore al 75% della media dell'Unione europea.
Questo nuovo obiettivo concerne anche le regioni
ultraperiferiche (dipartimenti francesi d'oltremare, Azzorre,
Madera e isole Canarie), nonché le zone dell'ex obiettivo 6
istituito in seguito all'atto di adesione dell'Austria, della
Finlandia e della Svezia. Come in precedenza, i 2/3 delle
azioni dei Fondi strutturali sono adottate in relazione
all'obiettivo 1. Le misure adottate nel quadro di questo
obiettivo dovrebbero interessare circa il 20% della
popolazione totale dell'Unione
Promuovere lo sviluppo delle regioni più arretrate,
dotandole di quelle infrastrutture di base di cui sono ancora
prive, e favorendo l'afflusso di investimenti per il decollo
delle attività economiche. Il 70 per cento degli stanziamenti
previsti è assorbito da una cinquantina di regioni, in cui vive
il 22% della popolazione dell'UE.
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
Nomenclatura delle Unità Territoriali Statistiche
(NUTS)
Il Livello 2 ha 211 regioni:
Belgio: 11 province
Germania: 40 regioni
Grecia: 13 regioni
Spagna: 17 comunità autonome + (1) Ceuta y
Melilla
Francia: 22 regioni + 4 dipartimenti d’oltre mare
Irlanda: 2 regioni
Italia: 20 regioni
Olanda: 12 province
Austria: 1
Portogallo: 5 regioni autonome
Finlandia: 6
Svezia: 8
Regno Unito: 37 gruppi autorità unitarie
Danimarca: 1
Lussemburgo: 1
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
Nomenclatura delle Unità Territoriali
Statistiche (NUTS)
Il livello 2 per i Paesi Candidati comprende
55 regioni:
Bulgaria: 6
Repubblica Ceca: 8
Ungheria: 7
Polonia: 16
Romania: 8
Slovacchia: 4
Cipro: 1
Estonia: 1
Latvia: 1
Lituania: 1
Malta: 1
Slovenia: 1
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
I tre obiettivi prioritari
Periodo di programmazione 2000-2006
Obiettivo 2 (territoriale) contribuisce a favorire la
riconversione economica e sociale delle zone con
difficoltà strutturali diverse da quelle ammissibili
al nuovo obiettivo 1, che raggruppa i precedenti
obiettivi 2 e 5b, ed altre zone con problemi di
diversificazione economica;
in generale
esso riguarda le zone in fase di trasformazione
economica, le zone rurali in declino, le zone in
crisi che dipendono dalla pesca e i quartieri
urbani in difficoltà. Questo obiettivo può
interessare al massimo il 18% della popolazione
dell'Unione.
L'11,5% degli stanziamenti previsti è destinato a
questi territori, in cui vive il 18% della
popolazione dell'UE.
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
I tre obiettivi prioritari
Periodo di programmazione 2000-2006
Obiettivo 3 (settoriale)
Modernizzare
i
sistemi
di
formazione e incrementare l'occupazione.
Questo riguarda l'intera Unione, ad
eccezione delle regioni che rientrano
nell'Obiettivo 1 dove le misure introdotte
a tale scopo sono parte integrante dei
programmi tendenti a ridurre i divari di
sviluppo.
Il 12,3% del bilancio dei Fondi strutturali è
destinato al perseguimento di questo
obiettivo.
Quali sono i Fondi strutturali
Quattro Fondi strutturali consentono oggi all'Unione europea
di concedere aiuti finanziari a programmi pluriennali di
sviluppo regionale negoziati fra le regioni, gli Stati membri e
la Commissione nonché ad iniziative ed azioni comunitarie
specifiche, specificamente:
il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che
finanzia le infrastrutture, gli investimenti produttivi intesi a
creare posti lavoro, i progetti di sviluppo locale e gli aiuti alle
PMI;
il Fondo sociale europeo (FSE), che favorisce
l'adeguamento della popolazione attiva ai mutamenti del
mercato dell'occupazione nonché l'inserimento professionale
dei disoccupati e delle categorie sfavorite, soprattutto
finanziando le azioni di formazione ed i sistemi di incentivi
all'assunzione;
il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia
(FEAOG - sezione "orientamento"), che finanzia le azioni di
sviluppo rurale e di aiuto agli agricoltori, principalmente nelle
regioni che presentano un ritardo nello sviluppo ma anche
nel quadro della Politica agricola comune (PAC) nel resto
dell'Unione;
lo Strumento finanziario di orientamento della pesca
(SFOP), che finanzia la riforma strutturale del settore della
pesca.
Inoltre, un fondo speciale di solidarietà, il Fondo di
coesione, intende finanziare progetti ambientali e di
miglioramento delle reti di trasporto negli Stati membri
dell'Unione il cui PIL è inferiore al 90% della media
europea, ovvero Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo.
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE
POLITICHE REGIONALI
Periodo di programmazione 2000-2006
Fondi interessati
Obiettivo1
FESR
FSE
FEAOG-O
SFOP
Obiettivo2
FESR
FSE
Obiettivo 3
FSE
Distribuzione dei Fondi Strutturali per Paese
2000 – 2006 in milioni di euro, prezzi 1999
Stati
Ob.1
Membr
i
TransEx Ob.2
ob. 1
TransEx Ob.3
ob. 2
Pesca
Fuori
Ob. 1
PIC
Fondo Totale
di
coesione
B
0
625
368
65
737
34
209
2.038
DK
0
0
156
27
365
197
80
825
107 1.608
29.764
D
19.229
729 2.984
EL
20.961
E
37.744
352 2.553
98 2.140
F
3.254
551 5.437
613 4.540
IRL
1.315 1.773
0
0
0
I
21.935
L
0
0
34
NL
0
123
261
A
P
187 2.145
526 4581
0
0
0
0
377 3.744
6
0
862 3.060 24.883
200 1.958 11.160 56.205
225 1.046
0
15.666
166
720 3.974
96 1.172
29.656
38
0
13
91
676
119 1.686
31
651
3.286
0
578
102
528
4
358
1.831
16.124 2.905
0
0
0
0
671 3.060 22.760
FIN
913
0
459
30
403
31
254
2.090
S
722
0
354
52
720
60
278
2.186
706 4.568
121
961
16.596
155
155
UK
RISERVA
EUR15
%
5085 1.166 3.989
127.543 8.411 19.733 2.721 24.050 1.106 10.442 18.000 211.85
1
60,2 3,97 9,31 1,28 11,35 0,52 4,92 8,50
100
Distribuzione dei Fondi Strutturali per Paese
2000 – 2006 in milioni di euro, prezzi 1999
IN % ……
IL 26,5% dei Fondi strutturali va alla Spagna;
il 14% alla Germania
il 14% all’Italia
l’11% circa al Portogallo
Sono i 4 maggiori beneficiari
Cosa è riuscita a sviluppare
l’Italia nelle sue regioni con i
fondi 2000-2006?
INFOREGIO-Success
Per esempio:
• Un computer in ogni casa
• Basilicata (Italia)
• Il programma di sviluppo regionale della
Basilicata tende a favorire e a diffondere
l'accesso ai servizi telematici.
Technical information Progetto: Un
computer in ogni casa Total cost EUR
39,95 million EU contribution EUR 15,90
million
Contact Regione Basilicata
De Costanzo, Giovanni
Via Anzio 44
I-85100, Potenza
Italia
Cosa è riuscita a sviluppare
l’Italia nelle sue regioni con i
fondi 2000-2006?
http://ec.europa.eu/regional_policy/projects
/stories/search.cfm?LAN=EN&pay=IT&region
=ALL&the=ALL
Per esempio:
Ritorno al futuro: riconversione industriale
nell’area Nord di Milano
Lombardia (Italia)
Il progetto ASNM (Agenzia di Sviluppo Nord Milano)
persegue un obiettivo comunitario: l’aumento della
competitività delle regioni europee attraverso l’utilizzo dei
Fondi strutturali.
Il progetto ASNM interviene in un’area del Nord-Italia,Sesto
San Giovanni, dove dal 1950 sono presenti imprese
siderurgiche e chimiche a forte valore aggiunto (Breda Falck,
Marelli).
Technical information Progetto: ASNM (Agenzia di Sviluppo
Nord Milano), Programma: Programma d’iniziativa
comunitaria “Italia Resider II” 1994-1999 Total cost 12 101
625 EUR EU contribution 6 063 724 EUR
Le regioni Obiettivo 1 e 2 (2000-2006)
Regioni dell’obiettivo 1
Regioni prossime ad uscire dall’obiettivo 1
Programmi speciali
Prima di Agenda 2000 e della riforma dei Fondi strutturali gli
Obiettivi erano 7
Tra i tre Fondi strutturali rilevanti (FESR, FEOGAOrientamento e FSE) il FESR costituisce il principale
strumento finalizzato al conseguimento dell'obiettivo dello
sviluppo e dell'adeguamento strutturali delle regioni in
ritardo in termini di crescita economica e svolge un ruolo
centrale nella riconversione delle regioni frontaliere o parti
di regioni (compresi bacini d'occupazione e Comunità
urbane) gravemente colpite dal declino industriale
I Fondi strutturali (FEAOG-Orientamento, FSE e FESR)
contribuivano, ciascuno secondo le norme specifiche che li
disciplinano, al conseguimento degli obiettivi 1-6 secondo il
seguente schema d'intervento:
-Obiettivo n. 1: FESR, FSE, FEAOG-Orientamento,
-Obiettivo n. 2: FESR, FSE,
-Obiettivo n. 3: FSE,
-Obiettivo n. 4: FSE,
-Obiettivo n. 5 a): FEAOG-Orientamento,
-Obiettivo n. 5 b): FEAOG-Orientamento, FSE, FESR.
-Obiettivo n. 6: FESR, FSE, FEAOG-Orientamento
Le regioni degli obiettivi prioritari nella
programmazione 1994-99
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 5b
Obiettivo 6
Il Fondo di Coesione
È un fondo speciale di solidarietà,
costituito nel 1993, a favore dei
quattro Stati membri meno prosperi
(PNL procapite inferiore al 90% di
quello medio dell’UE; Grecia,
Portogallo, Irlanda e Spagna), che
copre il loro intero territorio,
finanziando grandi progetti per
l'ambiente e i trasporti.
Nel periodo 2000-2006 il bilancio annuale del Fondo di
coesione ammonterà a 2,5 miliardi di euro, per complessivi
18 miliardi nell'arco dei sette anni.
Ripartizione del bilancio complessivo del Fondo di coesione nel periodo 20002006 (prezzi 1999)
Importi indicativi in milioni di €
Commissione delle comunità europee ( Bruxelles 30/1/2003)
Terza relazione intermedia sulla coesione
economica e sociale
Mentre il divario tra il PIL medio pro capite nell’UE15 e il
livello degli Stati membri meno prosperi è attualmente di
poco inferiore al 30% (cioè, la Grecia e il Portogallo
hanno un livello di quasi il 30% inferiore alla media), il
divario raddoppierà con l’ingresso dei nuovi Stati
membri nel 2004 (cioè, il PIL pro capite della Lettonia è
di oltre il 60% più basso della media UE25) e
probabilmente si accentuerà ancora di più dopo
l’ingresso di Bulgaria e Romania.
Commissione delle comunità europee ( Bruxelles maggio 2007)
Quarta relazione sulla coesione
economica e sociale
Regioni in crescita, Europa in crescita
Tra il 1995 e il 2005 i nuovi Stati membri hanno registrato tassi di
crescita molto variabili e alcuni hanno evidenziato una crescita
particolarmente sostenuta. I tre Stati baltici, ad esempio, nell'arco di
questi dieci anni hanno raddoppiato il loro PIL pro capite in termini
reali, con una crescita media pari al 7-8% annuo. Per contro, la Bulgaria
e la Romania hanno subito una contrazione dell'economia nella
seconda metà degli anni '90 e solo a partire dal 2000 la crescita la
crescita media ha raggiunto in entrambe il 6% annuo.
Commissione delle comunità europee ( Bruxelles 2004)
Terza relazione intermedia sulla coesione
economica e sociale
Commissione delle comunità europee ( Bruxelles 2007)
Quarta relazione intermedia sulla coesione
economica e sociale
La politica di coesione dal 2007 al 2013
2013
-Bollettino
-N.
d’informazione Settembre 2006
149 inforegio Commissione europea
La politica di coesione dal 2007 al 2013
-nBollettino
-N.
d’informazione Settembre 2006
149 inforegio Commissione europea
Fondi strutturali 2007-2013: regioni
ammissibili e dotazioni finanziarie
http://ec.europa.eu/regional_
policy/sources/docoffic/officia
l/deci_it.htm
• Ws COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO
Quinta relazione intermedia sulla coesione
economica e sociale
Regioni in crescita, Europa in crescita
{SEC(2008) 2047 def.}
Alcuni contributi sollecitano la Commissione ad affiancare al
PIL pro capite espresso in standard di potere d'acquisto (SPA)
altri parametri di misurazione del benessere e del tenore di
vita.
Per quanto riguarda i contenuti della politica di coesione, in
questa fase sembra profilarsi un consenso unanime sui
seguenti temi trasversali.
• La competitività è al centro della politica di coesione. Un
sostegno netto è espresso a favore dell'obbligo di "destinare"
una quota significativa delle risorse finanziarie agli
investimenti chiave connessi alla strategia rinnovata per la
crescita e l'occupazione. La ricerca, l'innovazione,
l'innalzamento delle competenze per la promozione
dell'economia della conoscenza, lo sviluppo del capitale
umano attraverso l'istruzione e la formazione, l'adattabilità, il
sostegno alle attività imprenditoriali (soprattutto alle piccole
e medie imprese), il rafforzamento delle capacità
imprenditoriali e lo sviluppo di una cultura d'impresa
vengono considerati settori chiave nei quali occorrerebbe
concentrare gli investimenti.
• Le politiche attive del mercato del lavoro sono anch'esse al
centro degli interventi proposti per dare impulso
all'occupazione, rafforzare la coesione sociale e ridurre il
rischio di povertà. Un consistente numero di partecipanti alla
consultazione ritiene che la politica di coesione debba
contribuire alla dimensione sociale dell'Europa migliorando
le prospettive occupazionali delle categorie più vulnerabili,
come i giovani, gli anziani, i disabili, gli immigrati e le
minoranze. Le parti sociali ed economiche e le organizzazioni
della società civile sottolineano il ruolo importante
dell'economia sociale per quanto concerne la creazione di
posti di lavoro di qualità, la promozione dell'innovazione, il
sostegno allo sviluppo delle zone rurali e la prestazione di
una serie di servizi di interesse generale. Esse evidenziano
anche che il rafforzamento delle capacità contribuisce
all'applicazione dei principi della buona governance e del
partenariato. Infine, secondo alcuni esponenti della società
civile, la politica di coesione dovrebbe sostenere le categorie
che incontrano particolari difficoltà di ingresso nel mercato
del lavoro.
• Il terzo tema trasversale è lo sviluppo sostenibile. Secondo
molti contributi, la politica di coesione dovrebbe indirizzarsi
più decisamente verso la realizzazione dell'obiettivo
dell'agenda di Göteborg; potrebbe, in particolare, contribuire
alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra mediante
le politiche di mitigazione che hanno come obiettivo una
maggiore efficienza energetica e la promozione dello
sviluppo delle energie rinnovabili.
Da studiare:
- Le politiche regionali dell’Unione
europea G. Viesti F. Prota Il
Mulino Studi e Ricerche, anno
2007 Da pag. 11 a pag. 49
- Le istituzioni del federalismo
Regione e Governo locale
La nuova programmazione dei
fondi strutturali in Italia (20002006) N. 2 anno 2001 Maggioli
Editore Da pag. 325 a pag 359
- Rivista di Economia, Cultura e
Ricerca Sociale Argomenti, n. 17,
2006, Franco Angeli pp.5-27
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La Politica regionale e di coesione dell`Unione Europea