Il Business Plan .. qualsiasi piano volto a prevedere l’andamento di una attività di tipo imprenditoriale e ad indicare, in concreto, o quanto più possibile in dettaglio, lo svolgimento futuro della stessa.. Avvio di una nuova azienda Avvio di una nuova attività all’interno di una azienda già operante © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 1 Obiettivi di base Espressione formale del processo di pianificazione Richiesta di finanziamento (dietro ogni piano c’è una motivazione di ordine finanziario: ottenere capitali o nuove linee di credito, incoraggiare Joint Venture, favorire acquisizioni o fusioni..) Base di accordo (“strumento efficace per ottenere una risposta affermativa..”) Strumento di guida per la gestione operativa © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 2 I numeri del piano Mettere a punto il “cuore” del business plan La costruzione degli schemi economici e finanziari dei progetti imprenditoriali non è operazione semplice Senza dubbio si tratta della parte più impegnativa da svolgere per portare a compimento l’intero lavoro © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 3 Business plan | strumento dinamico Il business plan non è un documento immutabile deve essere adattato alle mutate esigenze dell’impresa e ai cambiamenti dei parametri esterni utilizzati.. •aumento dell’inflazione •variazione dei tassi di interesse •altri cambiamenti delle “ipotesi di base” Utilizzare i dati storici più recenti per poi aggiornare il lavoro con i dati effettivi non appena disponibili © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 4 Affidabilità del piano Affinché la procedura complessiva risulti affidabile, è necessario che: •la raccolta dei dati sia documentata •l’elaborazione dei dati sia sistematica •l’analisi dei dati sia controllabile E' necessaria una corretta e chiara rappresentazione: •di tutte le variabili di input e di output •delle modalità di costruzione dei modelli per la formulazione delle proiezioni •delle ipotesi sottostanti allo sviluppo delle proiezioni •delle fonti dei dati alla base delle proiezioni © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 5 Attendibilità del piano Giudizio mediato derivante dal confronto e verifica tra: – le simulazioni dinamiche proposte dal piano – i riscontri logico-quantitativi effettuabili su singoli elementi del piano o le rappresentazioni globali dello stesso Due momenti caratterizzano la verifica di attendibilità nella scelta e allocazione delle risorse: – la verifica della loro disponibilità – la verifica della fattibilità della loro combinazione produttiva © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 6 Dati e fonti informative Il contesto di sviluppo del piano è caratterizzato da: – ipotesi di caratteristiche economiche ed operative dell’ambiente esterno all’impresa – ipotesi di variabili generali interne all’impresa, suscettibili di caratterizzare la simulazione dinamica ipotizzata © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 7 Ipotesi (1) • Analisi delle variabili che direttamente o indirettamente possono influenzare lo sviluppo delle attività e quindi dei flussi economici e finanziari dell’idea imprenditoriale • Momento di prima riflessione sul contesto generale nel quale si colloca (o collocherà) l’azienda • Ricerca e selezione di parametri, in parte prevedibili e in parte indipendenti e non riscontrabili, che consentono di sviluppare nel tempo la determinazione quantitativa delle manifestazioni dei singoli fatti aziendali © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 8 Ipotesi (2) • Ad esempio: sarà molto difficile prevedere il costo di acquisto di una materia tra quattro o cinque anni, è più serio analizzare il costo della materia al momento della redazione, studiarne, ove possibile, la dinamica storica, legare l’evoluzione di quel costo a un parametro dinamico, ad esempio l’inflazione prevista • Così facendo il redattore sarà in grado di rimodulare la previsione del costo della materia al variare delle condizioni esterne all’impresa (in questo caso macroeconomiche) semplicemente variando la dinamica del parametro correttivo © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 9 Ipotesi (3) Tra i parametri economici più utili connessi alle condizioni esterne alle imprese: • Inflazione - sintesi del tasso d’inflazione atteso • Costo del lavoro - somma sia della crescita attesa media del costo del lavoro, sia della dinamica di quel costo connessa con la politica retributiva aziendale • Imposte dirette - individuazione delle imposte dirette, delle regole di determinazione dell’imponibile e della dinamica delle loro aliquote © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 10 Ipotesi (4) Tra i parametri economici che coordinano condizioni esterne e interne all’impresa: • Tasso creditore - tasso di redditività annuo da applicare alle giacenze di tesoreria utile a determinare i connessi proventi finanziari • Tasso debitore - tasso debitore annuo da applicare ai disavanzi di tesoreria (intesi quindi come scoperti bancari o esposizioni finanziarie debitorie a breve verso altri finanziatori) utile a determinare i connessi oneri finanziari © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 11 Dati macro economici (*) Hanno soprattutto la funzione di: 1) fornire un quadro di riferimento di carattere generale sull’evoluzione dell’economia 2) verificare come alcune variabili soprattutto finanziarie (cambi, tassi di interesse) influenzano inevitabilmente l’attività d’impresa 3) fornire un supporto di supplenza perché spesso i dati macroeconomici finiscono per supplire i dati microeconomici che sono più difficili e costosi da reperire * Alcune fonti: ISTAT, Banca d’Italia, OCSE © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 12 Fasi preparatorie e procedura (1) • Il business plan nasce e si forma seguendo una procedura e un iter che è sostanzialmente uguale per tutti i tipi e le dimensioni di impresa • Ciò che cambia è l’approfondimento dei dati, la complessità delle loro elaborazioni e quindi l’articolazione del documento finale © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 13 Fasi preparatorie e procedura (2) Nella sostanza occorre: • determinare un risultato lordo, basato sulle previsioni di ricavi e costi diretti • prevedere investimenti e spese correnti, per calcolare un risultato netto • riprendere i dati emersi da tali elaborazioni per costruire un bilancio vero e proprio © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 14 Elaborazioni e prospetti di previsione (1) • E’ abituale ricorrere a una riclassificazione dei documenti ai fini informativi, per ottenere l’immagine più realistica possibile dell’andamento aziendale • E’ opportuno corredare il business plan di elaborati che consentano analisi approfondite e confronti eloquenti © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 15 Elaborazioni e prospetti di previsione (2) • L’intervallo temporale sul quale si estende il piano è bene non oltrepassi i tre, massimo cinque anni: è assai arduo, infatti, accordare credibilità a previsioni al di là di tale limite • Si usa generalmente inserire nel business plan dati mensili per il primo anno, trimestrali o annuali per i successivi © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 16 Elaborazione del piano Le previsioni nascono dall’esecuzione dei seguenti passi: 1. previsione dei ricavi, dei costi diretti e del risultato lordo 2. previsione dei costi generali di gestione 3. previsione degli investimenti e dei relativi ammortamenti 4. definizione del risultato d’esercizio 5. definizione dello stato patrimoniale 6. verifica del fabbisogno finanziario Poiché gli ultimi tre passi sono conseguenze quasi automatiche dei primi tre, qualora i risultati che ne emergono non siano soddisfacenti (fattibilità economica), occorrerà riconsiderare gli aspetti strategici o operativi presi in esame © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 17 Previsione del risultato lordo • Il risultato lordo, chiamato anche margine lordo, è costituito dalla differenza fra i ricavi e i costi diretti • Il costo diretto è costituito dal valore dei consumi di materiali, dai costi di manodopera e altri costi industriali diretti, dalle spese di vendita dirette, più la porzione di manodopera indiretta ma attribuibile ai prodotti, gli ammortamenti specifici e gli altri costi industriali fissi © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 18 Previsione ricavi di vendita La programmazione dei ricavi comporta previsioni di quantità e previsioni di prezzo; si intendono rilevanti al suddetto fine: • le condizioni di pagamento concedibili ai clienti • le politiche di gestione e incentivazione del personale di vendita • le possibilità di investimento in strutture commerciali • altre azioni e iniziative interne ed esterne tendenti a ottenere l’accettazione dei prodotti dell’azienda da parte del mercato © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 19 Previsione costi diretti • Attribuibili ai prodotti, cioè loro pertinenti, secondo criteri validi da un punto di vista “tecnico” derivati dall’interpretazione economica di aspetti del funzionamento aziendale (cause) e delle loro conseguenze in termini di costo (effetti) • Gli altri costi, per i quali non sono riconoscibili relazioni di tale tipo, sono da ritenersi costi generali di azienda e sono quelli indicati dopo il margine di contribuzione © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 20 Previsione costi diretti (2) Fasi logiche: 1. determinazione fabbisogni (materie prime,..) 2. determinazione tempi 3. calcolo costi previsti materiali 4. calcolo costi previsti manodopera (Definire dati e valori medio-normali, stimati basandosi su condizioni di impresa e di mercato presumibilmente raggiungibili) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 21 Previsione costi diretti (3) Imprese di servizio Imprese commerciali Imprese di produzione © 2010 Francesca Liverani Costi di prodotto Costi di periodo Inizialmente un'attività (scorte) diventano costo di competenza (costo del venduto) quando avviene la vendita Sono costi di competenza nel periodo in cui la risorsa viene consumata. Non sono mai un'attività Nessuno (tranne eccezioni) Stipendi, ammortamenti, illuminazione e riscaldamento assicurazioni, pubblicità, imposte Prezzo d'acquisto della merce + costi di trasporto Stipendi, ammortamenti, illuminazione e riscaldamento assicurazioni, pubblicità, costi di trasporto al cliente, imposte Materiali diretti + manodopera diretta + costi indiretti di produzione (materiali ind., moi, ammortamenti fabbricati e impianti, assicurazione dello stabilimento, energia dello stabilimento, imposte e tasse relative allo stabilimento) R&S, costi di trasporto al cliente, ammortamenti non di produzione, illuminazione e riscaldamento, assicurazioni, pubblicità, costi di trasporto al cliente, imposte | Ragione Sociale | 22 Previsione variazioni rimanenze (1) Due criteri da tenere presenti in sede di previsione: • conviene mantenere gli stocks al livello più basso possibile • occorre preoccuparsi di tenere in magazzino materiali e prodotti in quantità sufficienti per fare fronte a eventuali mutamenti inattesi della domanda e delle possibilità di approvvigionamento © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 23 Previsione variazioni rimanenze (2) • Valorizzazione carichi – Per gli acquisti il carico avviene al prezzo di fattura aumentato delle spese accessorie – Per semilavorati e prodotti fabbricati, il carico avviene al costo (es: costo industriale diretto, spesso adottato anche per la redazione del bilancio) • Valorizzazione prelievi – Il costo storico, teoricamente perfetto – Il costo medio ponderato – Il costo FIFO (primo entrato, primo uscito) – Il costo LIFO| (ultimo entrato, primo uscito) Ragione Sociale | © 2010 Francesca Liverani 24 Previsione del risultato di esercizio Per determinare il "Risultato d'esercizio ante imposte" occorre detrarre dal margine lordo della produzione venduta: • costi generali di gestione • ammortamenti • oneri finanziari (*) • oneri extragestione (*) (*) Si sommano al margine lordo eventuali proventi © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 25 Costi generali di gestione (1) • Spese di direzione (retribuzioni, onorari, rappresentanza, gratifiche, regalie ecc.) • Spese di marketing e di vendita non dirette (pubblicità, fiere, convegni ecc.) • Spese amministrative e d'ufficio (mobili, cancelleria, consulenze legali, ecc.) • Spese strutturali (affitti, riscaldamento e climatizzazione, acqua, luce, telefoni, sicurezza, manutenzione di fabbricati, pulizie, sorveglianza, ecc.) • Altre spese e costi (assicurazioni, spese bancarie, informazioni ecc.) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 26 Costi generali di gestione (2) I dati necessari alla simulazione di tale fattispecie riguardano: • la tipologia • l’importo annuo • la periodicità di manifestazione economica • la dilazione da applicare ai pagamenti delle quote periodiche © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 27 Immobilizzazioni e costi di ammortamento All'interno del business plan occorre prevedere: • elenco degli investimenti previsti • indicazione del loro valore (il costo di acquisizione deve comprendere tutte le spese necessarie a mettere il bene in condizioni di funzionare) • criteri di ammortamento (è necessario definire la durata del periodo in cui verrà effettuato e le modalità relative) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 28 Esigenze finanziarie e fonti di copertura (1) Prevedere quali saranno le esigenze finanziarie dell'impresa, come avverranno l'approvvigionamento e l'impiego della risorsa denaro, quali i costi di finanziamento.. • Elaborazione bilancio e quadro di tesoreria previsionali per conoscere l'entità di eventuali carenze o eccedenze finanziarie – Si parte dalla riclassificazione finanziaria dello stato patrimoniale ... © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 29 Esigenze finanziarie e fonti di copertura (2) Attivo Liquidità immediate Liquidità differite (attività realizzabili) Scorte Immobilizzazioni nette © 2010 Francesca Liverani Passivo Debiti a breve termine Debiti a medio lungo termine Mezzi di terzi Mezzi propri | Ragione Sociale | 30 Esigenze finanziarie e fonti di copertura (3) Passivo Attivo Liquidità immediate Impieghi Fonti Liquidità differite (attività realizzabili) Debiti a breve termine Debiti a medio lungo termine Scorte Immobilizzazioni nette © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Mezzi propri 31 Esigenze finanziarie e fonti di copertura (4) Lo Stato patrimoniale così formulato permette di apprezzare: •Entità • Investimenti •Struttura •Correlazione con le fonti di finanziamento •Entità per tipologie (di terzi – proprie) • Fonti di finanziamento •Struttura delle fonti (a breve – a medio lungo) •Correlazione con gli investimenti © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 32 Previsione dei movimenti finanziari • Le disponibilità liquide che appaiono in bilancio non sono sinonimo della voce utili del rendiconto economico • Un'azienda può realizzare utili e trovarsi in difficoltà per mancanza di liquidità; le cause delle differenze fra utili, movimenti finanziari e liquidità sono varie (es: pagamenti e incassi di denaro non vengono effettuati contemporaneamente alle vendite e agli acquisti) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 33 Cash flow • Poiché l'ammortamento non è un'uscita di denaro, il cash flow è costituito dall'utile netto più gli ammortamenti, o anche, con significato più ampio, dal differenziale netto degli incassi e degli esborsi di denaro • E' opportuno predisporre previsioni finanziarie che indicano il saldo di cassa per un periodo futuro: i deficit di cassa mostrano la necessità di trovare nuove fonti di finanziamento a breve termine, mentre le eccedenze dimostrano l'esistenza di fondi disponibili per investimenti © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 34 Fonti di capitale Diverse sono le fonti a cui un'impresa può accedere per finanziare la propria attività: – Capitale sociale, utili e prestito soci – Collocamenti azionari, obbligazionari e altri titoli – Ingresso società di investimento – Finanziamento commerciale – Debiti verso banche e istituti finanziari – Leasing (leasing operativo e finanziario, sale and lease-back, leasing agevolato) – Fondi pubblici e agevolazioni finanziarie e/o fiscali 35 © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Piano di rientro Due sono i metodi più diffusi impiegati nella determinazione del piano di rientro dei capitali di finanziamento nel medio-lungo periodo: • ammortamento a rate costanti (detto "alla francese") • ammortamento a rate decrescenti © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 36 Bilancio previsionale • • Il bilancio previsionale trasforma le previsioni di risultato economico, quelle di finanziamento esterno e di investimento in bilancio futuro: esso riflette, quindi, le previsioni in materia di attività e di come esse saranno finanziate dai debiti e dal capitale netto La costruzione degli schemi segue un percorso metodologico che parte dalla proiezione delle vendite.. © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 37 Percorso metodologico 1. Proiezione delle vendite 2. Stima analitica dei costi variabili 3. Determinazione del magazzino 4. Previsione dei costi di struttura 5. Stesura del piano degli investimenti 6. Costruzione del cash-flow 7. Redazione conto economico 8. Costruzione stato patrimoniale 9. Analisi di sistemi (indici, break-even finanziario e valutazione degli investimenti) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 38 Proiezione delle vendite • I piani di previsione partono da questo dato • Si costruiscono le proiezioni suddividendo le aree di business e le unità di misura dei ricavi (per esempio: quantità x unità vendute) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 39 Stima analitica dei costi variabili • Il piano delle vendite conduce in modo naturale alla determinazione dei costi diretti necessari alla produzione degli articoli e/o erogazione dei servizi • Si costruiscono gli schemi direttamente collegati alle proiezioni di vendita, così che a variazione di quantità vendute, si ottiene un automatico adeguamento dei sottostanti costi diretti • In questa fase è possibile costruire lo schema di breakeven economico © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 40 Determinazione del magazzino • L'esplicitazione delle determinanti di costo diretto, da un lato, e dall'andamento delle vendite atteso, consente di stimare i livelli previsti delle giacenze e di programmare la produzione (e gli acquisti) in funzione della politica delle scorte adottata (ossia, in altri termini, dei livelli di stock ritenuti "di sicurezza" per far fronte alle richieste del mercato) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 41 Previsione dei costi di struttura • Successivamente ai costi di produzione legati alle vendite, si passa all'analisi e stesura analitica dei costi generali, includendo tutte le previste voci di spesa, come per esempio quelle legate al personale, alla locazione degli spazi, alle utenze, alle prestazioni professionali esterne, alle assicurazioni e così via.. © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 42 Stesura del piano degli investimenti • Determinare le uscite legate agli acquisti di beni materiali (attrezzature, macchinari ecc.) e immateriali (avviamento, marchi, software,..) • Comprendere le voci di spesa che l'impresa sostiene per avviare l'attività (esempio, i costi legali e notarili di avvio della società) o per lanciare un prodotto (i costi di una campagna di marketing i cui effetti si produrranno verosimilmente negli anni) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 43 Costruzione del cash-flow • Dal piano delle vendite si inseriscono le entrate, con l'accortezza di inserire i flussi nei periodi in cui si stimano gli incassi e i pagamenti (una metodologia prudenziale è quella di considerare le uscite anticipate e gli incassi posticipati rispetto a quanto effettivamente viene previsto) • Attraverso la metodologia di costruzione del cash-flow, si evidenziano gli sbilanci di cassa dei vari periodi, e si determina quale è il vero fabbisogno • Il fabbisogno netto dovrà essere coperto o con ulteriori apporti sociali (aumenti di capitale, finanziamenti soci) o finanziamenti esterni (con la conseguente, e successiva, introduzione delle uscite legate ad ammortamento di capitali di prestito e dei relativi interessi passivi) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 44 Redazione degli schemi di conto economico • La costruzione dei flussi di cassa è operazione che consente, con poche correzioni, la costruzione dei conti economici previsionali • E' sufficiente considerare la formazione dei ricavi e dei costi per competenza, e dunque correggere il timing legato ai tempi di incasso e di pagamento là dove diversi dalla formazione dei sottostanti crediti e debiti commerciali © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 45 Costruzione Stato Patrimoniale La costruzione analitica di tutte le voci di costo e di ricavo rende immediata la stesura di questo schema per gli anni di riferimento.. (le uscite previste per investimenti vanno infatti riportate dopo aver redatto gli schemi di ammortamento) • Le voci dei crediti (fatture emesse e non ancora incassate alla fine del periodo), dei debiti (fatture ricevute non ancora pagate), o ancora dei beni capitalizzabili al netto degli ammortamenti dell'anno, e così via.. 46 © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Analisi di sistemi • La sezione economico-finanziaria, nei casi di business plan completi ed esaustivi, si chiude con la redazione degli indici di bilancio e la costruzione di metodi e schemi di valutazione economica e finanziaria degli investimenti. © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 47 Alcuni spunti • Un business plan completo è composto, normalmente, dal bilancio previsionale e dalle previsioni dei movimenti di cassa • Un aumento dell'attivo indica un impiego di denaro; un aumento dei debiti, o del capitale netto, costituisce una fonte di denaro. • Il capitale netto è aumentato dagli utili d'esercizio e diminuito dalla distribuzione di dividendi • Le quote di ammortamento si ripercuotono sugli utili e dunque sulle imposte. Per contro, essi non influiscono sulla liquidità (cassa): la maggior parte degli investimenti (soggetti ad ammortamento) infatti sono stati pagati molto tempo prima di essere totalmente ammortizzati © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 48 Alcuni spunti (2) • Avere elaborato una strategia, previsti i suoi risultati economici e determinato il fabbisogno di risorse finanziarie per realizzarli, significa avere completato il business plan nella sua struttura fondamentale, occorre però ancora tenere conto di due elementi che possono giocare in modo determinate sul successo del piano: • La necessità di una revisione finale, per valutare se possano esistere rischi che mettano in forse previsioni e risultati • L'esigenza di procedere alla redazione di un elaborato che persegua l'obbiettivo da cui si è partiti, cioè quello di essere approvato da coloro ai quali è diretto, quindi convincente nei contenuti, chiaro nell'esposizione e gradevole da esaminare © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 49 Verifica dei rischi e interventi correttivi Nell'elaborazione della strategia, sono formulate ipotesi che, partendo dal riconoscimento dei punti di forza e di debolezza dell'azienda, consentano di individuare obiettivi raggiungibili, occorre tuttavia: •Identificare rischi •Mettere a punto tecniche per verificarne l'importanza •Definire interventi correttivi per neutralizzarli (anche a costo di modificare in modo sensibile determinati indirizzi strategici) •Citare, sia pure in modo non approfondito, tecniche e strumenti utilizzabili, garantirà un più elevato livello di credibilità al piano e alle capacità di gestirlo © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 50 Analisi della vulnerabilità • Nessuna impresa è destinata a operare in un contesto isolato (economia aperta..) • Occorre tenere conto di forze, in gran parte esterne all'azienda, di natura politica, economica, sociale, tecnologica ecc. © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 51 Possibili situazioni future Per poter stabilire le scelte occorre ipotizzare le possibili situazioni future; i passi logici sono: 1.definizione degli obiettivi economici 2.individuazione dei fattori chiave fondamentali 3.individuazione delle forze esterne condizionanti 4.analisi del loro comportamento possibile 5.definizione delle logiche delle situazioni future © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 52 Conseguenze per l'azienda • Identificare gli eventi che presumibilmente potranno condizionare l'attività • Individuare il grado di vulnerabilità dell'impresa, quindi quali minacce possono pregiudicarne gravemente la sopravvivenza © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 53 Pianificazione “consapevole” • La chiave del processo di pianificazione: individuare il cammino migliore per il futuro, ottimizzando la strategia, controllando e minimizzandone i rischi • Riflettere sui possibili rischi (può succedere di dover modificare la strategia e i programmi operativi) • È opportuno che le considerazioni emergenti vengano inserite nel piano: saranno utili per dimostrare la padronanza di ogni aspetto e per anticipare eventuali preoccupazioni e obiezioni di chi deve prenderlo in considerazione © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 54 Alcune fonti • http://www.istat.it –Indice del fatturato: misura la variazione nel tempo delle vendite delle imprese industriali sul mercato interno e su quello estero, espresse a prezzi correnti –Indice degli ordinativi: misura la variazione nel tempo delle commesse ricevute dalle imprese industriali da parte di clienti nazionali ed esteri, espresse a prezzi correnti –Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell'anno precedente –Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al mese o periodo precedente • http://www.unioncamere.gov.it • http://www.infoimprese.it • AIDA (BVD) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | 55 Redazione e presentazione del business plan Soprattutto quando lo scopo è di ottenere finanziamenti, occorre evitare errori che possano determinare un insuccesso immediato: •presentazione disordinata, o troppo accurata •testo troppo lungo, con molte generalizzazioni e argomenti inutili •testo troppo breve, redatto in modo vago •scarsità di argomentazioni concrete e di dettagli •errori nei dati (molto grave) •omissioni che denunciano carenza di qualificazione, di conoscenze o di risorse •insufficienza di analisi dei rischi, delle opportunità e delle minacce •previsioni economico-finanziarie troppo ottimistiche Comunque occorre tener presente che il fattore chiave per il successo del piano è riuscire a trasmettere la visione globale del business che viene prospettato e dell'intuizione imprenditoriale © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Approvazione del business plan I business plan destinati all'esterno dell'azienda hanno meno probabilità di essere letti per intero; è necessario considerare bene quali siano le domande che i potenziali finanziatori si porranno alla lettura del piano. Occorre tenere presente che si cercherà di valutare: • la qualità dell'idea conduttrice del piano •la qualità dei responsabili dell'impresa •la fattibilità commerciale del piano •l'importo necessario per il finanziamento •le motivazioni della richiesta •come si conta di rimborsare l'importo finanziato © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Finanziamenti agevolati Gli scopi degli interventi pubblici puntano a perseguire politiche di sviluppo e di sostegno particolarmente mirati a favore di determinati settori della produzione: l'industria, il turismo, le aree depresse, l'attività tecnologica, l'imprenditoria giovanile ecc. •Contributi a fondo perduto: erogazione di denaro concesso gradualmente in più anni dallo Stato a titolo di sostegno a iniziative imprenditoriali e a titolo definitivo, senza l'obbligo di rimborso delle somme ricevute •Finanziamenti agevolati:concessioni di credito (mutui) a condizioni più convenienti rispetto a quelle di mercato •Agevolazioni fiscali e contributive: riduzione, o esenzione temporanea, del pagamento delle imposte e/o dei contributi obbligatori previdenziali e assistenziali che le imprese sono chiamate a versare •Credito d'imposta: somma che può essere tradotta in moneta in sede di dichiarazioni dei redditi © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Aspetti ed elementi caratterizzanti degli incentivi Ogni strumento agevolativo è disciplinato da uno o più provvedimenti legislativi. Ogni strumento, in genere, indica i seguenti elementi: •beneficiari •ambiti territoriali •ente erogatore •tipo di agevolazioni • spese ammissibili Il legislatore italiano, sulla base delle indicazioni comunitarie, ha definito tre grandi aree su cui canalizzare in via prioritaria gli aiuti alle imprese; tali aree sono identificate per obiettivi: •Obiettivo 1: regioni che accusano un ritardo di sviluppo (aree svantaggiate) • Obiettivo 2: aree gravemente colpite da declino industriale • Obiettivo 5b: aree cosiddette rurali © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Procedura – informazioni richieste •Generalmente la procedura dei sistemi di agevolazione è standard •Le informazioni da fornire, oltre a quelle di carattere anagrafico, devono essere descritte in una relazione dettagliata (business plan) in base al quale si procede alla valutazione dell'iniziativa da supportare •I principali aspetti del business-plan devono riguardare: 1. descrizione del progetto 2. sintesi dell'iniziativa proposta 3. descrizione delle spese del programma 4. prodotti o servizi offerti 5. mercato di sbocco e concorrenza 6. organizzazione dei fattori produttivi e ciclo produttivo 7. risorse finanziarie 8. criteri adottati per la determinazione dei dati di base e fonti delle informazioni utilizzate 9. dati analitici e numerici (stati patrimoniali, conti economici, flussi finanziari, indici di bilancio) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Basilea 2 •Il Nuovo Accordo Basilea 2 riguarda i requisiti patrimoniali delle banche: in base a esso le banche aderenti dovranno accantonare quote di capitale proporzionali al rischio derivante dai vari rapporti di credito, valutato attraverso lo strumento del rating. •Le banche sono costrette, in pratica, a classificare la clientela sulla base di rating (valutazioni), per valutare il rischio cui bisogna vincolare il patrimonio e quindi classificare le aziende in differenti classi di rischio, quindi di capacità di credito. •Circa i criteri di valutazione, la normativa di Basilea 2 fissa solo le linee guida, lasciando ampio spazio alle banche e alle autorità centrali di controllo del credito, quanto alle metodologie e ai processi che porteranno alla definizione dei rating. © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Rischio di default Il rating (cioè il giudizio sintetico sull’affidabilità del debitore) rappresenta il principale strumento di misura del rischio di default (insolvenza), perché stima la probabilità che una determinata controparte risulti insolvente entro un dato orizzonte temporale. Al rating di un’impresa affidata concorrono variabili quantitative – che possono essere trattate con l’ausilio di modelli statistico quantitativi – e qualitative, il cui apprezzamento viene lasciato agli analisti della banca Tra le variabili quantitative, idonee a essere utilizzate da un modello statistico, vi sono certamente gli indici di bilancio che “fotografano” i principali profili di redditività operativa, liquidità, struttura finanziaria e patrimoniale, efficienza e crescita del cliente. © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Probability of Default Probabilità di inadempienza (PD – Probability of Default) è la probabilità che il soggetto finanziato si trovi nella situazione di non poter adempiere integralmente al rimborso del prestito a scadenza. Si stima la probabilità che il soggetto richiedente il finanziamento si trovi entro 1 anno in una situazione di inadempienza. L’affidabilità finanziaria prende il nome di rating È inadempienza: – Il momento in cui viene iniziata una procedura concorsuale a carico dell’inadempiente – Il ritardo nel pagamento di un debito di un certo rilievo oltre 90 gg – allargato in Italia a 180 gg – Il caso in cui l’istituto di credito ha posto il debito in sofferenza – Tutti i casi in cui le informazioni sulla situazione economico-finanziaria del debitore facciano prevedere che ci possa essere insolvenza © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Rating Fattori quantitativi: gli elementi che vengono esaminati e che determinano lo scoring sono: – Dati contabili (bilancio, rendiconto, ecc..) – Analisi andamentale (rapporto banca-impresa). Si analizzano i rapporti intrattenuti dal richiedente con gli istituti bancari: movimentazione dei c/c, percentuale media utilizzo fidi, insoluti, ecc.. – Centrale dei rischi Fattori quali-quantitativi – Piani di budget aziendali, strategie, ecc.. – Indagini di mercato per settore, area geografica, ecc.. Fattori qualitativi – Assetti proprietari – Storia dell’azienda – Posizionamento competitivo – Informazioni commerciali © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Rating aziendale Il "Rating Aziendale" è uno strumento informativo gestionale appositamente studiato per consentire all'impresa di effettuare una autodiagnosi sul proprio stato di salute. Secondo la definizione data dall’ABI, il rating si pone come un "insieme strutturato e documentabile di metodologie e processi organizzativi che permettono la classificazione su scala ordinale del merito di credito di un soggetto" e che quindi "consentono la ripartizione della clientela in classi differenziate di rischiosità cui corrispondono diverse probabilità di insolvenza". © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Rating oggettivo • Gli indici economico-finanziari, da cui si originano rating cosiddetti oggettivi, mantengono sempre una rilevante capacità di classificazione delle imprese • L’utilizzo di un sistema di rating, e la comprensione delle logiche sottese, non rappresenta solo uno strumento di sintesi per i soggetti esterni, tipicamente Banche e finanziatori, che desiderano indagare rapidamente la rischiosità, ma costituisce soprattutto un utile strumento manageriale per comprendere quali siano i fattori di rischio indicativi delle “distanza” dell’impresa dalle situazioni finanziarie e patrimoniali più rischiose © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Informazioni eco-fin Gli indici che esplicitano il rischio in modo più appropriato sono individuati dalla capacità dell’azienda di generare flussi di cassa, dal grado di patrimonializzazione e dall’equilibrio finanziario. © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Modelli statistici La probabilità di default, determinata come funzione di uno o più indici di equilibrio finanziario, si presenta quindi come una misura della rischiosità che, essendo descritta da una probabilità, ha sempre un valore compreso tra zero e uno; quantificazione numerica del rischio che permette di trattare in modo analogo imprese con rischiosità finanziaria simile. Il rating assegnato ad un’azienda può essere espresso da una serie di lettere (AAA, AA,A, BBB, BB, …..), da una scala di valori (1, 2, …) o da una sintetica espressione (ottimo, buono, ecc…). © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Approcci possibili Analisi azienda: valutazione profilo economico, finanziario e patrimoniale (trend) Confronto con settore: valutazione dell’andamento del comparto e quantificazione scostamenti dalla media. Focus su distribuzione decili dei principali indicatori Confronto con “best”: individuazione, approfondimento e confronto con best (all’interno del medesimo settore) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Conseguenze • Per le banche nuovi e più complessi sistemi di valutazione del rischio • Nuovo approccio del mondo banca-impresa, nei confronti della finanza d’azienda e della concessione del credito – Non più analisi elementari, talvolta di tipo soltanto anagrafico, e basate sulla conoscenza personale, ma considerazioni e analisi più approfondite, alimentate da informazioni quali-quantitative, orientate al futuro e basate sulla chiarezza e trasparenza dell’operato imprenditoriale • L’azienda deve essere in grado di individuare ed evidenziare correttamente le proprie dinamiche finanziarie nonché l’andamento di ogni aspetto dell’organizzazione interna, attraverso una valida e credibile attività di pianificazione e programmazione © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | Suggerimenti per le imprese • Le imprese devono porsi come obbiettivo di migliorare il proprio rating attraverso una fase di autovalutazione che serva a definire le linee di intervento • E’ necessario individuare le dinamiche finanziarie del passato e del futuro, per definire la propria solvibilità e prendere in esame l’impatto sulla redditività aziendale dei vari progetti, definire bilanci preventivi • Realizzare un sistema di reporting per rendere conto alle banche della situazione aziendale (è desiderabile che ci si sforzi di calcolare indicatori per anticipare il giudizio potenzialmente attribuibile alle banche) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale | To do •Avviare un processo di autovalutazione evidenziando le aree critiche e formulando proposte di miglioramento •Attivare un flusso pressoché continuo di informazioni di tipo gestionale, oltre che economico e finanziario (anche destinate a istituti di credito e di finanziamento cui si intende ricorrere) © 2010 Francesca Liverani | Ragione Sociale |