Il Business Plan
.. qualsiasi piano volto a prevedere l’andamento di una attività di tipo
imprenditoriale e ad indicare, in concreto, o quanto più possibile in
dettaglio, lo svolgimento futuro della stessa..
 Avvio di una nuova azienda
 Avvio di una nuova attività all’interno di una azienda già
operante
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Obiettivi di base
 Espressione formale del processo di pianificazione
 Richiesta di finanziamento
(dietro ogni piano c’è una motivazione di ordine finanziario:
ottenere capitali o nuove linee di credito, incoraggiare Joint
Venture, favorire acquisizioni o fusioni..)
 Base di accordo
(“strumento efficace per ottenere una risposta affermativa..”)
 Strumento di guida per la gestione operativa
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I numeri del piano
 Mettere a punto il “cuore” del business plan
 La costruzione degli schemi economici e finanziari
dei progetti imprenditoriali non è operazione
semplice
 Senza dubbio si tratta della parte più impegnativa da
svolgere per portare a compimento l’intero lavoro
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Business plan | strumento dinamico
 Il business plan non è un documento immutabile
 deve essere adattato alle mutate esigenze dell’impresa e ai
cambiamenti dei parametri esterni utilizzati..
•aumento dell’inflazione
•variazione dei tassi di interesse
•altri cambiamenti delle “ipotesi di base”
 Utilizzare i dati storici più recenti per poi aggiornare il
lavoro con i dati effettivi non appena disponibili
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Affidabilità del piano
 Affinché la procedura complessiva risulti affidabile, è necessario che:
•la raccolta dei dati sia documentata
•l’elaborazione dei dati sia sistematica
•l’analisi dei dati sia controllabile
 E' necessaria una corretta e chiara rappresentazione:
•di tutte le variabili di input e di output
•delle modalità di costruzione dei modelli per la formulazione
delle proiezioni
•delle ipotesi sottostanti allo sviluppo delle proiezioni
•delle fonti dei dati alla base delle proiezioni
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Attendibilità del piano
 Giudizio mediato derivante dal confronto e verifica tra:
– le simulazioni dinamiche proposte dal piano
– i riscontri logico-quantitativi effettuabili su
singoli elementi del piano o le rappresentazioni
globali dello stesso
 Due momenti caratterizzano la verifica di attendibilità nella
scelta e allocazione delle risorse:
– la verifica della loro disponibilità
– la verifica della fattibilità della loro combinazione
produttiva
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Dati e fonti informative
 Il contesto di sviluppo del piano è caratterizzato da:
– ipotesi di caratteristiche economiche ed operative
dell’ambiente esterno all’impresa
– ipotesi di variabili generali interne all’impresa,
suscettibili di caratterizzare la simulazione
dinamica ipotizzata
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Ipotesi (1)
• Analisi delle variabili che direttamente o indirettamente
possono influenzare lo sviluppo delle attività e quindi
dei flussi economici e finanziari dell’idea imprenditoriale
• Momento di prima riflessione sul contesto generale nel
quale si colloca (o collocherà) l’azienda
• Ricerca e selezione di parametri, in parte prevedibili e in
parte indipendenti e non riscontrabili, che consentono di
sviluppare nel tempo la determinazione quantitativa delle
manifestazioni dei singoli fatti aziendali
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Ipotesi (2)
• Ad esempio: sarà molto difficile prevedere il costo di
acquisto di una materia tra quattro o cinque anni, è più
serio analizzare il costo della materia al momento della
redazione, studiarne, ove possibile, la dinamica storica,
legare l’evoluzione di quel costo a un parametro
dinamico, ad esempio l’inflazione prevista
• Così facendo il redattore sarà in grado di rimodulare la
previsione del costo della materia al variare delle
condizioni esterne all’impresa (in questo caso
macroeconomiche) semplicemente variando la dinamica
del parametro correttivo
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Ipotesi (3)
Tra i parametri economici più utili connessi alle condizioni
esterne alle imprese:
• Inflazione - sintesi del tasso d’inflazione atteso
• Costo del lavoro - somma sia della crescita attesa media
del costo del lavoro, sia della dinamica di quel costo
connessa con la politica retributiva aziendale
• Imposte dirette - individuazione delle imposte dirette, delle
regole di determinazione dell’imponibile e della dinamica
delle loro aliquote
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Ipotesi (4)
Tra i parametri economici che coordinano condizioni esterne e
interne all’impresa:
• Tasso creditore - tasso di redditività annuo da applicare
alle giacenze di tesoreria utile a determinare i connessi
proventi finanziari
• Tasso debitore - tasso debitore annuo da applicare ai
disavanzi di tesoreria (intesi quindi come scoperti bancari o
esposizioni finanziarie debitorie a breve verso altri
finanziatori) utile a determinare i connessi oneri finanziari
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Dati macro economici (*)
Hanno soprattutto la funzione di:
1) fornire un quadro di riferimento di carattere generale
sull’evoluzione dell’economia
2) verificare come alcune variabili soprattutto finanziarie
(cambi, tassi di interesse) influenzano inevitabilmente
l’attività d’impresa
3) fornire un supporto di supplenza perché spesso i dati
macroeconomici finiscono per supplire i dati
microeconomici che sono più difficili e costosi da reperire
* Alcune fonti: ISTAT, Banca d’Italia, OCSE
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Fasi preparatorie e procedura (1)
• Il business plan nasce e si forma seguendo una
procedura e un iter che è sostanzialmente uguale
per tutti i tipi e le dimensioni di impresa
• Ciò che cambia è l’approfondimento dei dati, la
complessità delle loro elaborazioni e quindi
l’articolazione del documento finale
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Fasi preparatorie e procedura (2)
Nella sostanza occorre:
• determinare un risultato lordo, basato sulle
previsioni di ricavi e costi diretti
• prevedere investimenti e spese correnti, per
calcolare un risultato netto
• riprendere i dati emersi da tali elaborazioni per
costruire un bilancio vero e proprio
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Elaborazioni e prospetti di previsione (1)
• E’ abituale ricorrere a una riclassificazione dei
documenti ai fini informativi, per ottenere l’immagine
più realistica possibile dell’andamento aziendale
• E’ opportuno corredare il business plan di elaborati
che consentano analisi approfondite e confronti
eloquenti
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Elaborazioni e prospetti di previsione (2)
• L’intervallo temporale sul quale si estende il piano
è bene non oltrepassi i tre, massimo cinque anni: è
assai arduo, infatti, accordare credibilità a previsioni
al di là di tale limite
• Si usa generalmente inserire nel business plan dati
mensili per il primo anno, trimestrali o annuali per i
successivi
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Elaborazione del piano
Le previsioni nascono dall’esecuzione dei seguenti passi:
1. previsione dei ricavi, dei costi diretti e del risultato lordo
2. previsione dei costi generali di gestione
3. previsione degli investimenti e dei relativi ammortamenti
4. definizione del risultato d’esercizio
5. definizione dello stato patrimoniale
6. verifica del fabbisogno finanziario
Poiché gli ultimi tre passi sono conseguenze quasi automatiche dei
primi tre, qualora i risultati che ne emergono non siano soddisfacenti
(fattibilità economica), occorrerà riconsiderare gli aspetti strategici o
operativi presi in esame
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Previsione del risultato lordo
• Il risultato lordo, chiamato anche margine lordo, è
costituito dalla differenza fra i ricavi e i costi
diretti
• Il costo diretto è costituito dal valore dei consumi di
materiali, dai costi di manodopera e altri costi
industriali diretti, dalle spese di vendita dirette, più
la porzione di manodopera indiretta ma attribuibile
ai prodotti, gli ammortamenti specifici e gli altri costi
industriali fissi
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Previsione ricavi di vendita
La programmazione dei ricavi comporta previsioni di
quantità e previsioni di prezzo; si intendono rilevanti al
suddetto fine:
• le condizioni di pagamento concedibili ai clienti
• le politiche di gestione e incentivazione del personale di
vendita
• le possibilità di investimento in strutture commerciali
• altre azioni e iniziative interne ed esterne tendenti a
ottenere l’accettazione dei prodotti dell’azienda da parte del
mercato
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Previsione costi diretti
• Attribuibili ai prodotti, cioè loro pertinenti,
secondo criteri validi da un punto di vista “tecnico”
derivati dall’interpretazione economica di aspetti del
funzionamento aziendale (cause) e delle loro
conseguenze in termini di costo (effetti)
• Gli altri costi, per i quali non sono riconoscibili
relazioni di tale tipo, sono da ritenersi costi
generali di azienda e sono quelli indicati dopo il
margine di contribuzione
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Previsione costi diretti (2)
Fasi logiche:
1. determinazione fabbisogni (materie prime,..)
2. determinazione tempi
3. calcolo costi previsti materiali
4. calcolo costi previsti manodopera
(Definire dati e valori medio-normali, stimati basandosi su
condizioni di impresa e di mercato presumibilmente
raggiungibili)
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Previsione costi diretti (3)
Imprese di servizio
Imprese commerciali
Imprese di
produzione
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Costi di prodotto
Costi di periodo
Inizialmente un'attività (scorte)
diventano costo di
competenza (costo del
venduto) quando avviene la
vendita
Sono costi di competenza nel
periodo in cui la risorsa viene
consumata. Non sono mai
un'attività
Nessuno (tranne eccezioni)
Stipendi, ammortamenti,
illuminazione e riscaldamento
assicurazioni, pubblicità,
imposte
Prezzo d'acquisto della merce
+ costi di trasporto
Stipendi, ammortamenti,
illuminazione e riscaldamento
assicurazioni, pubblicità, costi
di trasporto al cliente, imposte
Materiali diretti + manodopera
diretta + costi indiretti di
produzione (materiali ind., moi,
ammortamenti fabbricati e
impianti, assicurazione dello
stabilimento, energia dello
stabilimento, imposte e tasse
relative allo stabilimento)
R&S, costi di trasporto al
cliente, ammortamenti non di
produzione, illuminazione e
riscaldamento, assicurazioni,
pubblicità, costi di trasporto al
cliente, imposte
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Previsione variazioni rimanenze (1)
Due criteri da tenere presenti in sede di previsione:
• conviene mantenere gli stocks al livello più basso
possibile
• occorre preoccuparsi di tenere in magazzino
materiali e prodotti in quantità sufficienti per fare
fronte a eventuali mutamenti inattesi della domanda
e delle possibilità di approvvigionamento
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Previsione variazioni rimanenze (2)
• Valorizzazione carichi
– Per gli acquisti il carico avviene al prezzo di fattura
aumentato delle spese accessorie
– Per semilavorati e prodotti fabbricati, il carico avviene
al costo (es: costo industriale diretto, spesso adottato
anche per la redazione del bilancio)
• Valorizzazione prelievi
– Il costo storico, teoricamente perfetto
– Il costo medio ponderato
– Il costo FIFO (primo entrato, primo uscito)
– Il costo LIFO| (ultimo
entrato, primo uscito)
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Previsione del risultato di esercizio
Per determinare il "Risultato d'esercizio ante imposte"
occorre detrarre dal margine lordo della produzione
venduta:
• costi generali di gestione
• ammortamenti
• oneri finanziari (*)
• oneri extragestione (*)
(*)
Si sommano al margine lordo eventuali proventi
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Costi generali di gestione (1)
• Spese di direzione (retribuzioni, onorari, rappresentanza,
gratifiche, regalie ecc.)
• Spese di marketing e di vendita non dirette (pubblicità,
fiere, convegni ecc.)
• Spese amministrative e d'ufficio (mobili, cancelleria,
consulenze legali, ecc.)
• Spese strutturali (affitti, riscaldamento e climatizzazione,
acqua, luce, telefoni, sicurezza, manutenzione di fabbricati,
pulizie, sorveglianza, ecc.)
• Altre spese e costi (assicurazioni, spese bancarie,
informazioni ecc.)
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Costi generali di gestione (2)
I dati necessari alla simulazione di tale fattispecie
riguardano:
• la tipologia
• l’importo annuo
• la periodicità di manifestazione economica
• la dilazione da applicare ai pagamenti delle quote
periodiche
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Immobilizzazioni e costi di ammortamento
All'interno del business plan occorre prevedere:
• elenco degli investimenti previsti
• indicazione del loro valore (il costo di acquisizione
deve comprendere tutte le spese necessarie a
mettere il bene in condizioni di funzionare)
• criteri di ammortamento (è necessario definire la
durata del periodo in cui verrà effettuato e le
modalità relative)
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Esigenze finanziarie e fonti di copertura (1)
Prevedere quali saranno le esigenze finanziarie
dell'impresa, come avverranno
l'approvvigionamento e l'impiego della risorsa
denaro, quali i costi di finanziamento..
• Elaborazione bilancio e quadro di tesoreria
previsionali per conoscere l'entità di eventuali
carenze o eccedenze finanziarie
– Si parte dalla riclassificazione finanziaria
dello stato patrimoniale ...
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Esigenze finanziarie e fonti di copertura (2)
Attivo
Liquidità immediate
Liquidità differite
(attività realizzabili)
Scorte
Immobilizzazioni nette
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Passivo
Debiti a breve termine
Debiti a medio lungo
termine
Mezzi di
terzi
Mezzi propri
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Esigenze finanziarie e fonti di copertura (3)
Passivo
Attivo
Liquidità immediate
Impieghi
Fonti
Liquidità differite
(attività realizzabili)
Debiti a breve termine
Debiti a medio lungo
termine
Scorte
Immobilizzazioni nette
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Mezzi propri
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Esigenze finanziarie e fonti di copertura (4)
Lo Stato patrimoniale così formulato permette di apprezzare:
•Entità
• Investimenti
•Struttura
•Correlazione con le fonti di finanziamento
•Entità per tipologie (di terzi – proprie)
• Fonti di
finanziamento
•Struttura delle fonti (a breve – a medio lungo)
•Correlazione con gli investimenti
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Previsione dei movimenti finanziari
• Le disponibilità liquide che appaiono in bilancio
non sono sinonimo della voce utili del rendiconto
economico
• Un'azienda può realizzare utili e trovarsi in difficoltà
per mancanza di liquidità; le cause delle differenze
fra utili, movimenti finanziari e liquidità sono varie
(es: pagamenti e incassi di denaro non vengono
effettuati contemporaneamente alle vendite e agli
acquisti)
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Cash flow
• Poiché l'ammortamento non è un'uscita di denaro, il cash
flow è costituito dall'utile netto più gli ammortamenti, o
anche, con significato più ampio, dal differenziale netto
degli incassi e degli esborsi di denaro
• E' opportuno predisporre previsioni finanziarie che indicano
il saldo di cassa per un periodo futuro: i deficit di cassa
mostrano la necessità di trovare nuove fonti di
finanziamento a breve termine, mentre le eccedenze
dimostrano l'esistenza di fondi disponibili per investimenti
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Fonti di capitale
Diverse sono le fonti a cui un'impresa può accedere per
finanziare la propria attività:
– Capitale sociale, utili e prestito soci
– Collocamenti azionari, obbligazionari e altri titoli
– Ingresso società di investimento
– Finanziamento commerciale
– Debiti verso banche e istituti finanziari
– Leasing (leasing operativo e finanziario, sale and
lease-back, leasing agevolato)
– Fondi pubblici e agevolazioni finanziarie e/o fiscali 35
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Piano di rientro
Due sono i metodi più diffusi impiegati nella
determinazione del piano di rientro dei capitali di
finanziamento nel medio-lungo periodo:
• ammortamento a rate costanti (detto "alla francese")
• ammortamento a rate decrescenti
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Bilancio previsionale
•
•
Il bilancio previsionale trasforma le previsioni di
risultato economico, quelle di finanziamento
esterno e di investimento in bilancio futuro: esso
riflette, quindi, le previsioni in materia di attività e
di come esse saranno finanziate dai debiti e dal
capitale netto
La costruzione degli schemi segue un percorso
metodologico che parte dalla proiezione delle
vendite..
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Percorso metodologico
1. Proiezione delle vendite
2. Stima analitica dei costi variabili
3. Determinazione del magazzino
4. Previsione dei costi di struttura
5. Stesura del piano degli investimenti
6. Costruzione del cash-flow
7. Redazione conto economico
8. Costruzione stato patrimoniale
9. Analisi di sistemi (indici, break-even finanziario e valutazione
degli investimenti)
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Proiezione delle vendite
• I piani di previsione partono da questo dato
• Si costruiscono le proiezioni suddividendo le aree di
business e le unità di misura dei ricavi (per
esempio: quantità x unità vendute)
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Stima analitica dei costi variabili
• Il piano delle vendite conduce in modo naturale alla
determinazione dei costi diretti necessari alla produzione
degli articoli e/o erogazione dei servizi
• Si costruiscono gli schemi direttamente collegati alle
proiezioni di vendita, così che a variazione di quantità
vendute, si ottiene un automatico adeguamento dei
sottostanti costi diretti
• In questa fase è possibile costruire lo schema di breakeven economico
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Determinazione del magazzino
• L'esplicitazione delle determinanti di costo diretto,
da un lato, e dall'andamento delle vendite atteso,
consente di stimare i livelli previsti delle giacenze e
di programmare la produzione (e gli acquisti) in
funzione della politica delle scorte adottata (ossia,
in altri termini, dei livelli di stock ritenuti "di
sicurezza" per far fronte alle richieste del mercato)
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Previsione dei costi di struttura
• Successivamente ai costi di produzione legati alle
vendite, si passa all'analisi e stesura analitica dei
costi generali, includendo tutte le previste voci di
spesa, come per esempio quelle legate al
personale, alla locazione degli spazi, alle utenze,
alle prestazioni professionali esterne, alle
assicurazioni e così via..
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Stesura del piano degli investimenti
• Determinare le uscite legate agli acquisti di beni
materiali (attrezzature, macchinari ecc.) e
immateriali (avviamento, marchi, software,..)
• Comprendere le voci di spesa che l'impresa
sostiene per avviare l'attività (esempio, i costi
legali e notarili di avvio della società) o per lanciare
un prodotto (i costi di una campagna di marketing i
cui effetti si produrranno verosimilmente negli anni)
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Costruzione del cash-flow
• Dal piano delle vendite si inseriscono le entrate, con l'accortezza
di inserire i flussi nei periodi in cui si stimano gli incassi e i pagamenti
(una metodologia prudenziale è quella di considerare le uscite
anticipate e gli incassi posticipati rispetto a quanto effettivamente
viene previsto)
• Attraverso la metodologia di costruzione del cash-flow, si evidenziano
gli sbilanci di cassa dei vari periodi, e si determina quale è il vero
fabbisogno
• Il fabbisogno netto dovrà essere coperto o con ulteriori apporti
sociali (aumenti di capitale, finanziamenti soci) o finanziamenti
esterni (con la conseguente, e successiva, introduzione delle uscite
legate ad ammortamento di capitali di prestito e dei relativi interessi
passivi)
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Redazione degli schemi di conto economico
• La costruzione dei flussi di cassa è operazione che
consente, con poche correzioni, la costruzione dei conti
economici previsionali
• E' sufficiente considerare la formazione dei ricavi e dei
costi per competenza, e dunque correggere il timing
legato ai tempi di incasso e di pagamento là dove diversi
dalla formazione dei sottostanti crediti e debiti commerciali
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Costruzione Stato Patrimoniale
La costruzione analitica di tutte le voci di costo e di
ricavo rende immediata la stesura di questo
schema per gli anni di riferimento..
(le uscite previste per investimenti vanno infatti riportate dopo aver
redatto gli schemi di ammortamento)
• Le voci dei crediti (fatture emesse e non ancora
incassate alla fine del periodo), dei debiti (fatture
ricevute non ancora pagate), o ancora dei beni
capitalizzabili al netto degli ammortamenti dell'anno,
e così via..
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Analisi di sistemi
• La sezione economico-finanziaria, nei casi di
business plan completi ed esaustivi, si chiude con
la redazione degli indici di bilancio e la
costruzione di metodi e schemi di valutazione
economica e finanziaria degli investimenti.
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Alcuni spunti
• Un business plan completo è composto, normalmente, dal bilancio
previsionale e dalle previsioni dei movimenti di cassa
• Un aumento dell'attivo indica un impiego di denaro; un aumento dei
debiti, o del capitale netto, costituisce una fonte di denaro.
• Il capitale netto è aumentato dagli utili d'esercizio e diminuito dalla
distribuzione di dividendi
• Le quote di ammortamento si ripercuotono sugli utili e dunque sulle
imposte. Per contro, essi non influiscono sulla liquidità (cassa): la
maggior parte degli investimenti (soggetti ad ammortamento) infatti
sono stati pagati molto tempo prima di essere totalmente
ammortizzati
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Alcuni spunti (2)
• Avere elaborato una strategia, previsti i suoi risultati economici e
determinato il fabbisogno di risorse finanziarie per realizzarli,
significa avere completato il business plan nella sua struttura
fondamentale, occorre però ancora tenere conto di due elementi che
possono giocare in modo determinate sul successo del piano:
• La necessità di una revisione finale, per valutare se possano
esistere rischi che mettano in forse previsioni e risultati
• L'esigenza di procedere alla redazione di un elaborato che persegua
l'obbiettivo da cui si è partiti, cioè quello di essere approvato da
coloro ai quali è diretto, quindi convincente nei contenuti, chiaro
nell'esposizione e gradevole da esaminare
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Verifica dei rischi e interventi correttivi
Nell'elaborazione della strategia, sono formulate ipotesi che,
partendo dal riconoscimento dei punti di forza e di debolezza
dell'azienda, consentano di individuare obiettivi raggiungibili,
occorre tuttavia:
•Identificare rischi
•Mettere a punto tecniche per verificarne l'importanza
•Definire interventi correttivi per neutralizzarli (anche a costo di
modificare in modo sensibile determinati indirizzi strategici)
•Citare, sia pure in modo non approfondito, tecniche e strumenti
utilizzabili, garantirà un più elevato livello di credibilità al piano e
alle capacità di gestirlo
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Analisi della vulnerabilità
• Nessuna impresa è destinata a operare in un
contesto isolato (economia aperta..)
• Occorre tenere conto di forze, in gran parte esterne
all'azienda, di natura politica, economica, sociale,
tecnologica ecc.
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Possibili situazioni future
Per poter stabilire le scelte occorre ipotizzare le
possibili situazioni future; i passi logici sono:
1.definizione degli obiettivi economici
2.individuazione dei fattori chiave fondamentali
3.individuazione delle forze esterne condizionanti
4.analisi del loro comportamento possibile
5.definizione delle logiche delle situazioni future
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Conseguenze per l'azienda
• Identificare gli eventi che presumibilmente potranno
condizionare l'attività
• Individuare il grado di vulnerabilità dell'impresa,
quindi quali minacce possono pregiudicarne
gravemente la sopravvivenza
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Pianificazione “consapevole”
• La chiave del processo di pianificazione: individuare il
cammino migliore per il futuro, ottimizzando la strategia,
controllando e minimizzandone i rischi
• Riflettere sui possibili rischi (può succedere di dover
modificare la strategia e i programmi operativi)
• È opportuno che le considerazioni emergenti vengano
inserite nel piano: saranno utili per dimostrare la
padronanza di ogni aspetto e per anticipare eventuali
preoccupazioni e obiezioni di chi deve prenderlo in
considerazione
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Alcune fonti
• http://www.istat.it
–Indice del fatturato: misura la variazione nel tempo delle vendite delle imprese
industriali sul mercato interno e su quello estero, espresse a prezzi correnti
–Indice degli ordinativi: misura la variazione nel tempo delle commesse ricevute
dalle imprese industriali da parte di clienti nazionali ed esteri, espresse a prezzi
correnti
–Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o
periodo dell'anno precedente
–Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al mese o periodo
precedente
• http://www.unioncamere.gov.it
• http://www.infoimprese.it
• AIDA (BVD)
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Redazione e presentazione del business plan
Soprattutto quando lo scopo è di ottenere finanziamenti, occorre evitare errori che
possano determinare un insuccesso immediato:
•presentazione disordinata, o troppo accurata
•testo troppo lungo, con molte generalizzazioni e argomenti inutili
•testo troppo breve, redatto in modo vago
•scarsità di argomentazioni concrete e di dettagli
•errori nei dati (molto grave)
•omissioni che denunciano carenza di qualificazione, di conoscenze o di risorse
•insufficienza di analisi dei rischi, delle opportunità e delle minacce
•previsioni economico-finanziarie troppo ottimistiche
Comunque occorre tener presente che il fattore chiave per il successo del piano è
riuscire a trasmettere la visione globale del business che viene prospettato e
dell'intuizione imprenditoriale
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Approvazione del business plan
I business plan destinati all'esterno dell'azienda hanno meno probabilità
di essere letti per intero; è necessario considerare bene quali siano le
domande che i potenziali finanziatori si porranno alla lettura del piano.
Occorre tenere presente che si cercherà di valutare:
• la qualità dell'idea conduttrice del piano
•la qualità dei responsabili dell'impresa
•la fattibilità commerciale del piano
•l'importo necessario per il finanziamento
•le motivazioni della richiesta
•come si conta di rimborsare l'importo finanziato
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Finanziamenti agevolati
Gli scopi degli interventi pubblici puntano a perseguire politiche di sviluppo e di
sostegno particolarmente mirati a favore di determinati settori della produzione:
l'industria, il turismo, le aree depresse, l'attività tecnologica, l'imprenditoria giovanile
ecc.
•Contributi a fondo perduto: erogazione di denaro concesso gradualmente in più
anni dallo Stato a titolo di sostegno a iniziative imprenditoriali e a titolo definitivo, senza
l'obbligo di rimborso delle somme ricevute
•Finanziamenti agevolati:concessioni di credito (mutui) a condizioni più convenienti
rispetto a quelle di mercato
•Agevolazioni fiscali e contributive: riduzione, o esenzione temporanea, del
pagamento delle imposte e/o dei contributi obbligatori previdenziali e assistenziali che
le imprese sono chiamate a versare
•Credito d'imposta: somma che può essere tradotta in moneta in sede di dichiarazioni
dei redditi
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Aspetti ed elementi caratterizzanti degli incentivi
Ogni strumento agevolativo è disciplinato da uno o più provvedimenti legislativi.
Ogni strumento, in genere, indica i seguenti elementi:
•beneficiari
•ambiti territoriali
•ente erogatore
•tipo di agevolazioni
• spese ammissibili
Il legislatore italiano, sulla base delle indicazioni comunitarie, ha definito tre grandi aree su cui
canalizzare in via prioritaria gli aiuti alle imprese; tali aree sono identificate per obiettivi:
•Obiettivo 1: regioni che accusano un ritardo di sviluppo (aree svantaggiate)
• Obiettivo 2: aree gravemente colpite da declino industriale
• Obiettivo 5b: aree cosiddette rurali
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Procedura – informazioni richieste
•Generalmente la procedura dei sistemi di agevolazione è standard
•Le informazioni da fornire, oltre a quelle di carattere anagrafico, devono essere descritte in una
relazione dettagliata (business plan) in base al quale si procede alla valutazione dell'iniziativa da
supportare
•I principali aspetti del business-plan devono riguardare:
1. descrizione del progetto
2. sintesi dell'iniziativa proposta
3. descrizione delle spese del programma
4. prodotti o servizi offerti
5. mercato di sbocco e concorrenza
6. organizzazione dei fattori produttivi e ciclo produttivo
7. risorse finanziarie
8. criteri adottati per la determinazione dei dati di base e fonti delle informazioni utilizzate
9. dati analitici e numerici (stati patrimoniali, conti economici, flussi finanziari, indici di bilancio)
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Basilea 2
•Il Nuovo Accordo Basilea 2 riguarda i requisiti patrimoniali delle
banche: in base a esso le banche aderenti dovranno accantonare
quote di capitale proporzionali al rischio derivante dai vari rapporti di
credito, valutato attraverso lo strumento del rating.
•Le banche sono costrette, in pratica, a classificare la clientela sulla
base di rating (valutazioni), per valutare il rischio cui bisogna vincolare
il patrimonio e quindi classificare le aziende in differenti classi di rischio,
quindi di capacità di credito.
•Circa i criteri di valutazione, la normativa di Basilea 2 fissa solo le
linee guida, lasciando ampio spazio alle banche e alle autorità centrali
di controllo del credito, quanto alle metodologie e ai processi che
porteranno alla definizione dei rating.
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Rischio di default
Il rating (cioè il giudizio sintetico sull’affidabilità del debitore) rappresenta
il principale strumento di misura del rischio di default (insolvenza),
perché stima la probabilità che una determinata controparte risulti
insolvente entro un dato orizzonte temporale.
Al rating di un’impresa affidata concorrono variabili quantitative – che
possono essere trattate con l’ausilio di modelli statistico quantitativi –
e qualitative, il cui apprezzamento viene lasciato agli analisti della
banca
Tra le variabili quantitative, idonee a essere utilizzate da un modello
statistico, vi sono certamente gli indici di bilancio che “fotografano” i
principali profili di redditività operativa, liquidità, struttura finanziaria e
patrimoniale, efficienza e crescita del cliente.
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Probability of Default
Probabilità di inadempienza (PD – Probability of Default) è la probabilità
che il soggetto finanziato si trovi nella situazione di non poter
adempiere integralmente al rimborso del prestito a scadenza. Si
stima la probabilità che il soggetto richiedente il finanziamento si trovi
entro 1 anno in una situazione di inadempienza.
L’affidabilità finanziaria prende il nome di rating
È inadempienza:
– Il momento in cui viene iniziata una procedura concorsuale a carico
dell’inadempiente
– Il ritardo nel pagamento di un debito di un certo rilievo oltre 90 gg – allargato in
Italia a 180 gg
– Il caso in cui l’istituto di credito ha posto il debito in sofferenza
– Tutti i casi in cui le informazioni sulla situazione economico-finanziaria del
debitore facciano prevedere che ci possa essere insolvenza
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Rating
Fattori quantitativi: gli elementi che vengono esaminati e che determinano lo scoring
sono:
– Dati contabili (bilancio, rendiconto, ecc..)
– Analisi andamentale (rapporto banca-impresa). Si analizzano i rapporti intrattenuti dal
richiedente con gli istituti bancari: movimentazione dei c/c, percentuale media utilizzo fidi,
insoluti, ecc..
– Centrale dei rischi
Fattori quali-quantitativi
– Piani di budget aziendali, strategie, ecc..
– Indagini di mercato per settore, area geografica, ecc..
Fattori qualitativi
– Assetti proprietari
– Storia dell’azienda
– Posizionamento competitivo
– Informazioni commerciali
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Rating aziendale
Il "Rating Aziendale" è uno strumento informativo gestionale
appositamente studiato per consentire all'impresa di effettuare una
autodiagnosi sul proprio stato di salute.
Secondo la definizione data dall’ABI, il rating si pone come un "insieme
strutturato e documentabile di metodologie e processi organizzativi
che permettono la classificazione su scala ordinale del merito di
credito di un soggetto" e che quindi "consentono la ripartizione della
clientela in classi differenziate di rischiosità cui corrispondono diverse
probabilità di insolvenza".
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Rating oggettivo
• Gli indici economico-finanziari, da cui si originano rating
cosiddetti oggettivi, mantengono sempre una rilevante
capacità di classificazione delle imprese
• L’utilizzo di un sistema di rating, e la comprensione delle
logiche sottese, non rappresenta solo uno strumento di
sintesi per i soggetti esterni, tipicamente Banche e
finanziatori, che desiderano indagare rapidamente la
rischiosità, ma costituisce soprattutto un utile strumento
manageriale per comprendere quali siano i fattori di rischio
indicativi delle “distanza” dell’impresa dalle situazioni
finanziarie e patrimoniali più rischiose
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Informazioni eco-fin
Gli indici che esplicitano il rischio in modo più appropriato sono individuati dalla capacità
dell’azienda di generare flussi di cassa, dal grado di patrimonializzazione e dall’equilibrio
finanziario.
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Modelli statistici
La probabilità di default, determinata come funzione di uno o più indici di equilibrio
finanziario, si presenta quindi come una misura della rischiosità che, essendo
descritta da una probabilità, ha sempre un valore compreso tra zero e uno;
quantificazione numerica del rischio che permette di trattare in modo analogo
imprese con rischiosità finanziaria simile.
Il rating assegnato ad un’azienda può essere espresso da una serie di lettere (AAA,
AA,A, BBB, BB, …..), da una scala di valori (1, 2, …) o da una sintetica espressione
(ottimo, buono, ecc…).
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Approcci possibili
Analisi azienda: valutazione profilo economico,
finanziario e patrimoniale (trend)
Confronto con settore: valutazione dell’andamento
del comparto e quantificazione scostamenti dalla
media. Focus su distribuzione decili dei principali
indicatori
Confronto con “best”: individuazione,
approfondimento e confronto con best (all’interno
del medesimo settore)
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Conseguenze
• Per le banche nuovi e più complessi sistemi di valutazione del
rischio
• Nuovo approccio del mondo banca-impresa, nei confronti della
finanza d’azienda e della concessione del credito
– Non più analisi elementari, talvolta di tipo soltanto anagrafico, e basate sulla
conoscenza personale, ma considerazioni e analisi più approfondite, alimentate
da informazioni quali-quantitative, orientate al futuro e basate sulla chiarezza
e trasparenza dell’operato imprenditoriale
• L’azienda deve essere in grado di individuare ed evidenziare
correttamente le proprie dinamiche finanziarie nonché l’andamento
di ogni aspetto dell’organizzazione interna, attraverso una valida e
credibile attività di pianificazione e programmazione
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Suggerimenti per le imprese
• Le imprese devono porsi come obbiettivo di migliorare il
proprio rating attraverso una fase di autovalutazione che
serva a definire le linee di intervento
• E’ necessario individuare le dinamiche finanziarie del
passato e del futuro, per definire la propria solvibilità e
prendere in esame l’impatto sulla redditività aziendale dei
vari progetti, definire bilanci preventivi
• Realizzare un sistema di reporting per rendere conto alle
banche della situazione aziendale (è desiderabile che ci si
sforzi di calcolare indicatori per anticipare il giudizio
potenzialmente attribuibile alle banche)
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To do
•Avviare un processo di autovalutazione
evidenziando le aree critiche e formulando proposte di
miglioramento
•Attivare un flusso pressoché continuo di
informazioni di tipo gestionale, oltre che economico e
finanziario (anche destinate a istituti di credito e di
finanziamento cui si intende ricorrere)
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