Team: PIZZIGOZZI
Alessandra D’Agostini e-mail [email protected]
Maura Mastronicola
[email protected]
Valeria Bucci
[email protected]
Giada Angelucci
[email protected]
“ADOLESCENTI IN BILICO”
In riferimento alle attuali problematiche nel contesto giovanile
UN ARTICOLO UTILE AL
PROGETTO
DOCENTI A SCUOLA DI BULLISMO:
Riconoscerlo per saperlo combattere
Sono stati organizzati dall’assessorato alla Pubblica
Istruzione, della provincia di Brescia, dei corsi che
interessano scuole materne, elementari, medie e
superiori. Essi sono divisi in due livelli: il primo
rivolto agli insegnanti che studiano per la prima
volta le problematiche di questo fenomeno; il
secondo livello invece è rivolto agli adulti che già
ne sono a conoscenza. Secondo l’assessore il
bullismo è un fenomeno preoccupante di
prepotenza e violenza che nasce da un disagio
familiare, scolastico e sociale.
• La scelta è ricaduta sull’articolo del giornale “Il
giorno” del 25 ottobre : “Docenti a scuola di
bullismo” per la particolare problematica
pedagogica che ne emerge, riguardante la
formazione sociale degli insegnanti al fine di
riconoscere il fenomeno con lo scopo di
prevenirlo.
… ENTRIAMO NELLO SPECIFICO …
• Da che cosa nasce il bullismo? (Alessandra)
• Come possono essere preparati i bambini alla
realtà sociale e scolastica al fine di evitare
l’evolversi di tale fenomeno? (Giada)
• Il fenomeno è affrontato con la dovuta serietà
dagli organi preposti? (Valeria)
• Come l’insegnante può gestire il fenomeno?
(Maura)
"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo,
ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene
esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle
azioni offensive messe in atto da parte di uno o
più compagni” (Olweus 1996).
“Un comportamento da “bullo” è un tipo di
azione che mira deliberatamente a far del male o
danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura
per settimane, mesi e persino anni ed è difficile
difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla
base della maggior parte dei comportamenti
sopraffattori c’è un abuso di potere e un desiderio
di intimidire e dominare” (Sharp e Smith, 1995).
• CONDIZIONI NEGATIVE DURANTE L’ INFANZIA
con presenza di alcuni problemi familiari come rapporti
conflittuali tra genitori, disturbi psichici, alcolismo, violenza,
anche da parte dei fratelli
• ATTEGGIAMENTO EMOTIVO DEI GENITORI
(specialmente della madre) troppo permissivo e tollerante o
violento e punitivo o indifferrenza
IPERATTIVO
IMPULSIVO
ANSIOSO
INSICURO
PASSIVO
REMISSIVO
SENSIBILE
FISICAMENTE ESILE
• 1) Creare un ambiente scolastico ed anche familiare
possibilmente caratterizzato da affetto, interessi positivi e
coinvolgimento emotivo degli adulti;
• 2) Stabilire, al tempo stesso, limiti fermi ai comportamenti
inaccettabili di sopraffazione e di prevaricazione;
• 3) Applicare con fermezza nei casi di violazione dei limiti e
delle regole date, le sanzioni punitive stabilite e divulgate.
Tali sanzioni non devono essere improntate ad ostilità e non
devono basarsi su coercizioni fisiche;
• 4) Pretendere dagli adulti, insegnanti e genitori, un
comportamento autorevole.
• CONSAPEVOLEZZA E COINVOLGIMENTO DA PARTE DEGLI
ADULTI PER CAMBIARE LA SITUAZIONE
• Inchiesta mediante il questionario ( come abbiamo visto, è
l’aspetto più delicato ma basilare ). Si può somministrare sia agli
alunni che agli insegnanti e ai genitori;
• Organizzazione di una conferenza scolastica sul problema ( per
discutere i dati raccolti coinvolgendo alunni, insegnanti e genitori );
• Migliore supervisione durante la ricreazione e la pausa del
pranzo ( sono i momenti scolastici non strutturati più a rischio );
• Costituzione di gruppi di coordinamento fra insegnanti e con i
genitori (è necessario che gli insegnanti, che assistono ad episodi
di bullismo, riferiscano dell’incidente ai colleghi in modo da
intervenire con tempestività);
• Incontri fra insegnanti e genitori delle vittime e dei bulli.
•
Colloqui approfonditi con i bambini prepotenti e con le
vittime;
• Colloqui approfonditi con i genitori degli alunni implicati in
episodi di prepotenza;
• Uso di interventi elaborati in modo creativo da insegnanti e
genitori.
IL PARERE DELLA PROFESSORESSA EMMA NARDI
DATI STATISTICI DELLA IEA
Conclusioni
La scuola non può difendersi in una posizione neutrale di fronte a salienti
tematiche sociali e civili. Non solo è impossibile fare storia della cultura,
storia della letteratura, dell’arte, della filosofia, delle religioni, fare scienze
naturali e scienze sociali, senza approfondire direttamente le tematiche sessuali, migrazione, differenze di genere - ma è altresì impossibile
dimenticare che uno dei compiti della scuola è quello di educare alle norme
sociali di rispetto e di tolleranza.
Essa può fare da ago della bilancia tra la famiglia e la società, dando la
possibilità di conoscere e di educare là dove la diversità viene vista come
un qualcosa da respingere; deve quindi contenere le schegge del razzismo
e della discriminazione e non riflettere passivamente (o peggio amplificare)
la subalternità e le ostilità interpersonali e intragruppali.
Il ruolo dell’insegnante nell’autoregolare i meccanismi di
stigmatizzazione ed esclusione nel gruppo classe é fondamentale.
Programma attività
- Definizione di questionari da distribuire agli/alle studenti, da parte dei
consulenti del progetto (psicologi, docenti, ecc.). I questionari serviranno a
conoscere le realtà sociale vissuta nella scuola.
- Distribuzione di questionari agli/lle studenti delle scuole superiori.
- Elaborazione dei questionari, attraverso l’ausilio dei consulenti del
progetto.
- Corsi di formazione per gli insegnanti delle scuole medie superiori, tenuti
da consulenti preparati e con esperienza nel settore. I corsi saranno
“tarati” in base agli elementi scaturiti dai questionari.
- Pubblicazione dei risultati della ricerca, al fine di realizzare uno strumento
di studio per future analisi/attività.
- Realizzazione di conferenze per rendere pubblici i risultati del lavoro.
BIBLIOGRAFIA
• Scienza e formazione, di Sandra Chistolini,
MILANO 2006
• www.iea.org DATI STATISTICI IEA
• Il Giorno , quotidiano del 25 ottobre 2007
• www.edscuola.it/statistiche.htlm
Obiettivi
Lo scopo del progetto è quello di
intervenire sugli adolescenti delle
scuole medie superiori al fine di
prevenire le discriminazioni che le
forme di bullismo
causano agli
adolescenti più deboli, fonte primaria
del
disagio
giovanile.
CAMPI DI AZIONE
Scuole superiori delle Province della Regione
Lazio, con ausilio di coordinatori locali.
Destinatari
Insegnanti e studenti delle scuole media
superiori
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PRIMO INCONTRO 24/10/2007