Didattica della Fisica La Luce Un obiettivo fondamentale per lo sviluppo del pensiero critico è quello di sviluppare nei nostri alunni la capacità di osservazione, d'ipotesi e di verifica, acquisendo un atteggiamento scientifico verso la realtà che li circonda. Il percorso laboratoriale vuole far scoprire le caratteristiche fisiche della luce ed alcune delle sue proprietà, partendo proprio dall'osservazione diretta e dalla sperimentazione di certi fenomeni che continuamente si verificano nella vita di tutti i giorni. Gli alunni coinvolti sono bambine e bambini di 10 anni frequentanti la classe IV di scuola primaria. Gli obiettivi specifici di apprendimento Capire i meccanismi della visione: le sorgenti, gli occhi, le caratteristiche dei corpi e i colori; Comprendere le principali proprietà ottiche della luce: propagazione rettilinea, lo spettro dei colori; Conoscere e familiarizzare con l’interazione luce-materia: riflessione sugli specchi e rifrazione in acqua. Collegamenti interdisciplinari e prerequisiti Storia – cenni di storia contemporanea; Scienze – i materiali e le loro proprietà, anatomia dell'occhio e suo funzionamento; Geografia – orientamento dello spazio, i paesaggi terrestri; Matematica – rette incidenti, rette parallele, nozione di verso di percorrenza e uso della freccia come indicatore simbolico, concetto di angolo, uso del goniometro, percentuali, unità di misure convenzionali; Italiano – lettura e comprensione di brevi testi scritti, verbalizzazione orale e scritta; Arte e immagine – attività grafico – pittoriche; Educazione ambientale. Nella fase iniziale è opportuno illustrare (ma non troppo!) lo scopo dell'incontro. Chiedere loro perché ci troviamo lì, non è banale: è un modo per rompere il ghiaccio con i bambini e per capire i loro pensieri. È opportuno portarli a conoscenza che un laboratorio prevede l'osservazione di un fenomeno, la formulazione di una ipotesi e una serie di esperimenti, compiuti da loro stessi, come accertamento dell'ipotesi avanzata. corpi sorgenti La Luce riflessione colori rifrazione I contenuti sono stati sviluppati a partire da domande precise alle quali sono seguite brevi attività di brainstorming. L'approccio ha voluto far emergere le idee native in possesso dei bambini su un argomento di cui finora non gli è stata fornita nessuna informazione di carattere scientifico. Le loro risposte sono state annotate su un questionario proposto in due momenti: prima e dopo la “visione” delle esperienze e dell'esplicazione dei contenuti. Perché il nostro organismo ci ha permesso di avere gli occhi Non lo so Perché vediamo? Per vedere il mondo Perché abbiamo pupille potenti Esperimento 1 Materiale occorrente: Una stanza da poter oscurare e illuminare con facilità Una candelina Una torcia Vari oggetti presenti nella stanza Obiettivo Comprendere che ciò che ci consente di “vedere” gli oggetti e l'ambiente intorno a noi non sono solo i nostri occhi ma è la luce. I FASE ci dirigiamo in una stanza di medie dimensioni facilmente oscurabile. Facciamo in modo che osservino bene l'ambiente, in particolare facciamo focalizzare la loro attenzione anche su un oggetto particolare, dopo di che chiudiamo le tapparelle e la porta e chiediamo: “cosa vediamo?” II FASE prendiamo la candelina, accendiamola in un punto qualsiasi della stanza e chiediamo: “cosa vediamo? Riusciamo a vedere tutto in modo chiaro e nitido?” III FASE prendiamo la torcia e con essa illuminiamo e oscuriamo più volte uno o più oggetti. IV FASE apriamo le tapparelle. Se proviamo per un istante a chiudere gli occhi e pensiamo a come potrebbe essere un mondo al buio, oltre ad andare a sbattere dappertutto, non ci sarebbe la differenza tra il giorno e la notte, non potremmo guardarci allo specchio, non si potrebbero scattare le fotografie e non esisterebbero i colori. Se le finestre sono completamente oscurate oppure la sera spegniamo una dopo l'altra le luci di casa, per trovare le nostre cose dobbiamo usare le nostre mani e sentirne con il tatto le forme e la consistenza, ascoltiamo i rumori che fanno se li spostiamo, usiamo gli altri sensi ma non la vista. Accendendo una candelina possiamo scorgere appena solo le cose che le stanno intorno, se accendiamo una torcia vediamo più cose. Dove non c'è luce è buio e al buio non possiamo vedere. Per vedere gli oggetti, essi devono essere illuminati. La luce è protagonista indiscussa delle nostre esperienze più comuni ed è responsabile dell'aspetto così familiare delle cose che ci circondano. Dal Sole, dai fari delle macchine Da dove viene la luce? Dal Sole, dal fuoco Dai raggi del Sole Esperimento 2 Materiale occorrente: Oggetti di diverso materiale Una torcia laser, una torcia a led Stampe di immagini Obiettivo Comprendere che nella realtà ci sono corpi che sono essi stessi produttori di luce, detti sorgenti di luce primarie, e corpi, detti sorgenti di luce secondaria, che producono luce riflettendo quella proveniente da una sorgente di luce primaria. Comprendere la differenza tra corpo opaco, traslucido e trasparente. Per questo esperimento ho selezionato diversi tipi di oggetti: Una lastra di vetro (quelle da cornice fotografica), un foglio di carta forno, una lampada collegata alla rete elettrica ma a cui è stata tolta il paralume e vari oggetti trovati in casa. Per effettuare le varie osservazioni, ho posizionato i vari oggetti sulla superficie di un mobile basso accostato alla parete. Ho chiesto hai bambini di osservare attentamente il comportamento dei corpi quando questi vengono illuminati con entrambe le torce. Con la lampada priva di paralume ho fatto osservare la differenza di essa come sorgente primaria e di essa come sorgente secondaria. Vengono mostrate ai bambini, suddivisi in due gruppi, delle immagini multimediali di sorgenti di luce, sia primarie che secondarie, e viene chiesto loro di osservarle e di dire la differenza tra i due gruppi di immagini, poi di ciascuna immagine, scrivere se sono produttori di luce oppure no. Una volte raccolte le loro osservazioni procedo con qualche breve spiegazione. Il Sole, la fiamma della candela, la lampadina elettrica accesa, il led del portachiavi, ma anche alcuni pesci abissali e le lucciole, producono essi stessi la luce che emettono, non serve una seconda sorgente di luce per renderli luminosi, ed è per questo che si chiamano sorgenti di luce primarie. Tuttavia la maggior parte degli oggetti che vediamo sono in grado di mandare luce e per farlo ha bisogno di venire illuminata. Gli oggetti illuminati, o sorgenti di luce secondarie, diffondono intorno una parte più o meno grande della luce che ricevono. Lo stesso fanno la Luna e i pianeti che ci rimandano la luce che ricevono dal Sole ed è solo così che noi possiamo vederli. Noi li vediamo assai meglio di notte perché la luce che mandano è molto più debole di quella del Sole. Anche le cose luccicanti hanno bisogno di venire illuminate per luccicare. Funzionano così le strisce catarifrangenti che si mettono sulle scarpe e sui vestiti per essere scorti meglio alla luce dei fari delle macchine quando si cammina di notte al buio. Inoltre abbiamo osservato che non tutte le sorgenti di luce secondarie si comportano allo stesso modo, infatti, a seconda del materiale di cui sono fatti, si comportano in modo diverso. Ci sono oggetti che, se illuminati, non fanno attraversare la luce e formano le ombre sul muro. Questi sono chiamati corpi opachi. Ci sono oggetti che la luce li attraversa in modo diffuso ma attraverso cui le immagini non appaiono nitide. Questi sono chiamati corpi traslucidi. Ci sono oggetti che la luce la lasciano attraversare completamente. Questi sono chiamati corpi trasparenti. SORGENTI DI LUCE PRIMARIE NATURALI SECONDARIE Corpi opachi Corpi traslucidi ARTIFICIALI Corpi trasparenti Educazione ambientale Le lampadine ad incandescenza sono state inventate nel 1848 da Thomas Edison e dal 2012 ne è vietato il commercio per due motivi: Per ridurre i consumi di energia elettrica, infatti solo il 5-10% dell’energia che assorbono viene trasformata in luce, mentre tutto il resto si disperde in calore. Per ridurre le emissioni nell'ambiente di anidride carbonica, responsabile dell'aumento dell'effetto serra. Infatti una lampadina a incandescenza emette 76 chilogrammi di CO2, contro i 15 chilogrammi di una lampadina a basso consumo. Non cammina perché il Sole è fermo La luce cammina sempre dritta Come cammina la luce? Con i raggi del Sole che arrivano sulla Terra formando una linea retta I raggi del Sole seguono una linea retta Esperimento 3 Materiale occorrente: Una torcia a led Un tubo di plastica Immagini multimediali Una torcia laser borotalco Obiettivo Comprendere che la luce parte da una sorgente primaria e arriva ad illuminare un corpo con un tragitto rettilineo. Ho proposto a tale scopo due esperimenti. Nel primo ho utilizzato il tubo di gomma dell'aspirapolvere al quale ho poggiato ad uno dei suoi estremi una torcia a led. Mantenendo il tubo molto piegato, ho fatto sbirciare i bambini dall'altro estremo ed ho chiesto se riuscivano direttamente a scorgere la luce. Non la vedevano. Gradualmente ho posizionato il tubo sempre più dritto fino a che la luce è riuscita ad arrivare all'occhio dei bambini. Prima di effettuare l'altro esperimento, ho voluto mostrare ai bambini delle immagini per fare in modo che cominciassero ad avanzare qualche ipotesi sulla base di ciò che hanno visto nell'esperimento precedente: Per l'altro esperimento, che funge da consolidamento dell'apprendimento e di validazione delle ipotesi precedenti, ci siamo posizionati nel bagno, precisamente sulla vasca da bagno, per limitare lo spargimento di borotalco!! Con una torcia laser abbiamo diretto il raggio di luce da un estremo all'altro della vasca in direzione del muro ed ai bambini è toccato il compito di agitare dei batuffoli di cotone passati nel borotalco. Ora facciamo il punto della situazione: Sono sorgente di luce tutti i corpi che brillano di luce propria. Gli oggetti, quando sono illuminati dalla luce di una sorgente, diffondono i raggi luminosi diventando a loro volta una sorgente “secondaria” di luce. I corpi trasparenti si lasciano attraversare dalla luce: il vetro, il cristallo, l’acqua stessa. I corpi opachi non fanno passare la radiazione luminosa: un pezzo di legno o di metallo, un sasso. Dietro un oggetto opaco, illuminato dalla luce proveniente da una sorgente, si forma un’ombra la cui forma riproduce la forma dell’oggetto. I raggi di luce viaggiano in linea retta dalla sorgente all’oggetto illuminato. Attività Consegno ai bambini un disegno da completare. Nel disegno preparato, ho inserito una sorgente, un corpo opaco ed un osservatore. La consegna prevede il completamento con i raggi di luce provenienti dal Sole che ne permettono la visione da parte dell'osservatore, sulla base dei risultati precedentemente ottenuti. Osserva l'immagine e completala: come disegneresti la luce in modo che l'osservatore veda il corpo? Nonostante i bambini abbiano acquisito che la luce si propaga in linea retta e che un oggetto è visibile solo perché è illuminato da una sorgente, è importante assicurarsi che abbiano ben chiaro che la luce, proveniente dalla sorgente viene riflessa dall’oggetto stesso in tutte le direzioni e solo una parte di questa luce riflessa viene rilevata dal nostro occhio. A tal proposito mostrerò loro il completamento esatto del disegno dell'attività precedente. Insistendo ancora sulle conoscenze appena acquisite, in particolare sul concetto che la luce si propaga in linea retta, introduco i bambini al concetto della riflessione, chiedendo loro.... Conosciamo un modo per far cambiare direzione alla luce? Con lo specchio Ai bambini non avevo detto che oltre alle superfici opache, a quelle trasparenti ed a quelle traslucide, ci sono delle superfici, lucide e perfettamente lisce, che hanno la proprietà di far cambiare la direzione ai raggi di luce. Tuttavia la risposta alla mia domanda è stata data all'unisono. Quindi, ho preso uno specchietto, ho “catturato” la luce e l'ho diretta verso ciascuno dei bambini. Come mi aspettavo, hanno cercato, come tanti gattini, di catturare il riflesso con le mani! Dopo di che, ho chiesto loro di spiegare il fenomeno con disegno oppure verbalizzando l'osservazione del fenomeno. Attività Muniti di torcia, io e i bambini ce ne siamo andati in giro per casa in cerca di superfici riflettenti e di angoli bui da illuminare. Con questa attività ho voluto far vedere ai bambini che con una sorgente di luce ed uno specchio è possibile cambiare la direzione dei raggi di luce in modo da illuminare spazi che altrimenti rimarrebbero in ombra. In questo modo li ho avviati alla comprensione del fenomeno della riflessione. I bambini coinvolti hanno frequentato quest'anno la classe quarta. Conoscono l'angolo e sanno che lo strumento per misurare le ampiezze è il goniometro però il concetto non è stato ancora approfondito. Quindi, per rendere più comprensibile l'esperienza, sul foglio A4 è stato tracciato uno schema formato dalla retta sulla quale poggiamo il bordo dello specchio e dalla retta perpendicolare al punto in cui vogliamo fare incidere il nostro raggio di luce. Successivamente, in sostituzione del goniometro, ho fatto utilizzare delle coppie di sagome di angoli di diversa ampiezza per verificare l'ipotesi. Esperimento 4.5 Materiale occorrente: Una torcia laser Un foglio formato A4 Angoli di cartoncino di diversa ampiezza Obiettivo Comprendere che la luce, quando incide su una superficie riflettente con un angolo di ampiezza qualsiasi, cambia la sua direzione con un angolo della stessa ampiezza. Lo scopo è far capire ai bambini che per illuminare una parte di spazio qualsiasi possiamo utilizzare una sorgente di luce (un raggio di sole, una torcia a led oppure laser) ed uno specchio, ma la riuscita dipende dal rispetto di regole ben precise. Ricapitolando, abbiamo scoperto che la luce si comporta in modo diverso a seconda del materiale che incontra: I corpi opachi la bloccano e lei si diffonde; I corpi trasparenti la lasciano passare; Nei corpi traslucidi una parte si diffonde e una parte passa; Sugli specchi viene riflessa in una direzione secondo una regola precisa. La attraversa perché è trasparente Non lo so Cosa succede quando la luce incontra l'acqua? Fa l'arcobaleno Si bagna Esperimento 5 Materiale occorrente: Una ciotola di plastica non trasparente Una monetina Acqua Obiettivo Comprendere che la luce, grazie al fenomeno della rifrazione, passando dall'aria all'acqua, cioè attraverso sostanze di diversa densità, può rendere visibili degli oggetti che altrimenti non si potrebbero vedere. Esperimento 5.1 Materiale occorrente: Un bicchiere di vetro a superficie liscia Un cucchiaino Acqua Olio Obiettivo Comprendere che la luce, quando passa dall'aria all'acqua, subisce una deviazione, rispetto alla direzione originale, con un angolo di ampiezza minore rispetto all'ampiezza dell'angolo di incidenza. FASE I Distribuisco al gruppo la ciotola con la monetina adagiata sul fondo e chiedo loro di allontanarsi fino a quando non riescono più a vederla. FASE II Iniziando a riempire la ciotola con acqua, i bambini noteranno che ora riescono a vedere la moneta. Com’è possibile? Cosa accade? Quando nella ciotola non c'è l'acqua, l'occhio è in una posizione tale da non poter vedere la moneta ma, man mano che l'acqua entra, la luce, passando da un mezzo ad un altro, in questo caso dall'aria all'acqua, viene deviata rendendo visibile la moneta e la scritta. FASE III Prendo un bicchiere e un cucchiaino inserito al suo interno. Cosa vedete? Vediamo il cucchiaino perché la luce che lo illumina passa attraverso un corpo trasparente, cioè il vetro del bicchiere. FASE IV Riempiamo il bicchiere con acqua. Cosa osservate? Da certi punti di osservazione, il cucchiaino sembra spezzarsi in due pezzi a causa dall’acqua. In quale posizione bisogna osservare il cucchiaino affinché appaia tutto intero? FASE V Aggiungiamo l'olio. Cosa osserviamo? Il cucchiaino si spezza in tre pezzi. Ora si vede con due forme L'acqua fa spostare la monetina Secondo voi cosa accade? È gigante Sembra che è diviso: una parte di qua e una parte di la. Entrambi gli esperimenti mostrano l'effetto del fenomeno della rifrazione. La rifrazione inganna i nostri occhi facendoci pensare che la moneta sia più vicina alla superficie di quanto non sia in realtà. Quando la luce attraversa sostanze con caratteristiche diverse, la sua direzione subisce una deviazione, cioè una rifrazione. Esperimento 6 Materiale occorrente: Una torcia laser Un prisma a base rettangolare Obiettivo Comprendere che il fenomeno della rifrazione avviene anche quando la luce passa dall'aria al vetro, ancora una volta sostanze di diversa densità. Con la torcia laser fissa in un punto si produce un raggio stretto e rettilineo. Se poniamo lungo il percorso del raggio un prisma a base rettangolare, il raggio si mantiene rettilineo se il vetro è in linea non il raggio, ma se cominciamo a ruotare pian piano il vetro, si osserva che la luce comincia a comportarsi in modo diverso: una parte viene riflessa, il resto passa attraverso il vetro compiendo una deviazione rispetto alla posizione della torcia e compie un'altra deviazione quando esce dall'altro lato. Questo è il fenomeno della RIFRAZIONE ed i gabbiani devono tenere conto di questo fenomeno quando si tuffano per catturare una preda sott'acqua. È trasparente È gialla Di che colore è la luce? È di sette colori È di ogni colore Esperimento 7 Materiale occorrente: Una torcia di luce bianca Una brocca di vetro trasparente e liscio Uno specchio Un foglio bianco formato A4 Acqua Obiettivo Comprendere che la luce bianca è formata da 7 colori. FASE I oscuriamo parzialmente la stanza FASE II sul piano d'appoggio ho sistemato, in ordine, lo specchio, con la faccia riflettente rivolta verso l'alto, e su di esso ho poggiato la brocca di vetro trasparente e liscio. FASE III ho riempito di acqua la brocca e ad essa ho diretto il fascio di luce bianca di una torcia. Abbiamo osservato che il raggio in uscita, oltre a venire deviato a causa della doppia rifrazione, si rifletteva su un foglio posizionato vicino “con le sembianze” di un arcobaleno. Perché? Nel 1666 il grande scienziato Isaac Newton studiò il comportamento di un raggio di luce bianca che attraversa un prisma di vetro. Si accorse per primo che la luce bianca era formata da tutti gli altri colori messi insieme. Con i suoi studi Newton affermò che il colore non è una qualità dei corpi bensì della luce stessa e divenne un convinto sostenitore della teoria corpuscolare della luce. In base a tale concezione, la luce è costituita da microscopiche particelle che vengono lanciate dalla sorgente in tutte le direzioni e con velocità elevatissima (circa 300000 km/s). Le ricerche di Newton sulla luce sono raccolte in tre libri chiamati Optiks, scritti nel 1704. La luce può essere “smontata” nei singoli elementi che la compongono. Il nostro occhio la percepisce bianca ma in realtà è formata da 7 colori, i colori che formano l'arcobaleno: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Questa serie di strisce colorate è chiamato SPETTRO DEI COLORI ...e può essere rimontata... Attività Costruiamo il disco di Newton Materiale occorrente: Cartoncini, compasso, goniometro, colori, forbici, ferma campioni. Con il compasso faccio disegnare sul cartoncino una circonferenza; Tracciamo un raggio qualsiasi e con il goniometro cominciamo a individuare gli angoli secondo le seguenti misure: Rosso 61° Arancio 34° Giallo 54,5° Verde 61° Azzurro 54,5° Indaco 34° Violetto 61° Coloriamo secondo le indicazioni; Pratichiamo un foro nel centro e inseriamo un ferma campione. La trottola della luce è pronta per girare. È grazie a questa sua composizione che noi riusciamo a vedere i colori... Quando un oggetto è colpito dalla luce, assorbe alcuni colori dello spettro solare e ne riflette altri. I colori che l'oggetto riflette sono quelli che percepiamo: ad esempio, nella figura vediamo una foglia che appare verde perché assorbe tutti i colori tranne il verde. Proviamo a rispondere: Perché si forma l'arcobaleno? Perché il cielo è blu? Perché la mela è rossa? Tuttavia, la luce che ci arriva dal Sole non è composta solo dai colori che vediamo, ma anche da una parte che il nostro occhio non percepisce. Questi sono i “colori invisibili”: i raggi infrarossi non li vediamo ma li utilizziamo ogni giorno perché sono quella parte di luce che con il telecomando ci fa cambiare canale alla TV, quella dei sensori di movimento che fanno aprire le porte scorrevoli dei supermercati, quelli che fanno scattare gli allarmi quando passiamo, quella delle telecamere che permettono di vederci anche di notte; i raggi ultravioletti, sono anche loro invisibili e sono molto pericolosi. Li troviamo spesso indicati con i simbolo UV sui barattoli delle creme, specialmente quelle solari, che ci proteggono. Infatti questa parte della luce è la responsabile della nostra abbronzatura e delle scottature solari!! Osserviamo questa immagine