Una panoramica sulle
tendenze dell’e-learning
Giovanna Albano
Università di Salerno
Rimini, 19 febbraio 2009
Indice
• Modelli formativi on-line
• Ruoli nell’online
• Personal Learning Environments
• Social Learning
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Modelli di formazione online
• Autoistruzione
• Collaborativo
• Laboratoriale
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Non c’è una classe
virtuale, ma un
gruppo di persona
che ruotano intorno a
una figura di
sostegno (tutor o
help desk)
Modello in autoistruzione
- Contenuti
organizzati in
forma
manualistica
(anche se
ipertestuali)
- Materiale
didattico di tipo
informativo con
questionari
ingresso/uscita e
in itinere
L’attività si svolge
prevalentemente
tramite lo studio
individuale
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Modello in autoistruzione
• Basato sull’insegnamento
• Trasferimento dei contenuti
attraverso interazione
verticale esperto-allievo
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Modello in autoistruzione
• Caratteristiche innovative della rete
usate solo per:
 Erogazione dei
contenuti
 Registrazione
automatica dei dati di
movimento dell’allievo
all’interno dei materiali;
 Offerta centralizzata di
sostegno
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Modello in autoistruzione
• Richieste tecnologiche:
CMS
(Content Management System)
– Catalogo
– Erogatore di contenuti
Sitescape
– Meccanismi automatici di test e
feedback
– Strumento di comunicazione uno-a-uno
(allievo-tutor)
– Bacheca (per comunicazioni generali
uno-a-molti)
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virtuali e gruppi di
ModelloClassi
collaborativo
lavoro con proprio tutor.
Contenuti
strutturati
Il ruolo di sostegno del
tutor va calando man
mano che tale ruolo viene
assunto dal gruppo.
Interazione con
altri allievi e
personalizzazione
del curriculum
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Modello collaborativo
• Basato sull’allievo e su una rete
di risorse e di scambi
• Sollecita l’abitudine a elaborare
l’esperienza di apprendimento
all’interno di una comunità che
condivide risorse e obiettivi
• L’assimilazione/elaborazione dei
contenuti di apprendimento
viene supportata sia
dall’interazione verticale allievotutor sia da quella orizzontale
allievo-allievo
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Modello collaborativo
• Richieste tecnologiche:
Moodle
LMS/ITS avanzati
IWT
– Ambienti differenziabili in base alle attività:
classi, corsi, gruppi;
– Efficaci strumenti di comunicazione uno-a-uno
e uno-a-molti: strumenti groupware che
permettano la comunicazione e il lavoro
cooperativo (posta, forum, chat,
videoconferenza, applicazioni condivise),
possibilità di allegare documenti e selezionare
interventi
– Solidi strumenti di archiviazione e gestione di
documenti
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Modello laboratoriale
Repertorio di LO in
parallelo con proposte di
itinerari predefiniti ma pur
sempre aperti
Materiale didattico variamente
confezionato e finemente
classificato, che si arricchisce
con
-la condivisione da parte degli
allievi delle loro esperienze e
conoscenze;
- definizione e Soluzione
collettiva di problemi;
- realizzazione di contenuti e
prodotti personali.
Le azioni e gli obiettivi
sono continuamente
rimodellati in itinere in
conseguenza delle
necessità che emergono
e dei risultati ottenuti
nell’interazione con i
partecipanti
•Tagliato
interamente su
misura degli allievi
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Modello laboratoriale
• Utilizza più strategie
formative
• Enfatizza gli aspetti
sociali, creativi e pratici
dell’apprendimento
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Modello laboratoriale
• Richieste tecnologiche:
LMS/ITS avanzati
Ma siamo solo
agli inizi…
comunicative-
– Potenziamento delle funzionalità
collaborative
– Integrazione di strumenti per la pianificazione
e gestione sincrona e asincrona di progetti
(Gantt, calendari condivisi, …)
– Integrazione di strumenti di supporto alla codecisione (braimstorming, rilevazione di
opinioni, votazione)
– Strumenti di authoring avanzato
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Essere autore online
Nella didattica tradizionale abbiamo
due modelli:
Corso in presenza
Scrittura di un
manuale
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Corso in presenza
• Il docente deve a priori:
– Definire durata e luogo degli incontri;
– Preparare una scaletta per ogni incontro;
– Preparare il materiale da mostrare o
consegnare ogni volta;
– Definire test e criteri di valutazione.
• Il docente in aula provvederà a:
– Correggere il tiro;
– Accellerare o rallentare;
– Ritornare su punti già toccati, etc.
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Scrittura di un manuale
• Il docente deve:
– Avere in mente una tipologia di studente;
– Attenersi a quest’ultima per la scelta di lessico,
stile, grado di approfondimento, etc.
– Organizzare i contenuti in modo da permettere
accessi molteplici (sequenza, indice, richiami
interni) non sapendo quale strada percorrerà lo
studente
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Didattica online
Ispirandosi al primo modello:
-Ci si affida troppo ai tutor;
- si pone l’accento solo sui
moduli di interazione (forum,
chat, videoconferenza);
-I materiali sono considerati
solo documenti a supporto,
da consultare a parte dopo
l’interazione col tutor e con
gli altri corsisti;
-Il tutor assegna compiti o
invia dispense.
Sincronia del corso in presenza
Con l’etichetta di
Classe virtuale
Ispirandosi al secondo modello:
- si tende a far coincidere il
corso con un testo definito una
volta per tutte;
-Non ci sono aggiornamenti del
Corso dopo la sua prima
Pubblicazione;
-Si trascurano l’apporto del tutor
e dei corsisti, ignorando i materiali
Che possono venirsi ad aggiungere
in itinere;
-I materiali sono testi complessi,
difficili da leggere a video e che
Pretendono di essere esaustivi;
Corsi la cui struttura rispetta
più l’organizzazione interna della
materia che le capacità dello
studente
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Verso una figura complessa
• Nella progettazione ci sono:
–
–
–
–
–
–
I materiali informativi;
Le esercitazioni;
I test;
Gli incontri virtuali con i tutor in chat;
Le ricerche in rete
…
CONTESTO
L’autore non è solo un creatore di contenuti originali,
ma anche e soprattutto un organizzatore di contesti
in cui i contenuti possono servire a uno scopo preciso
(Maragliano, 2004)
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Essere docente online
• Cambiamento delle regole di gioco:
– La rete porta a un mutamento radicale delle
pratiche di conoscenza: la trasmissione dei
saperi da uno a molti viene a tradursi in una
condivisione delle conoscenze, in una
comunicazione paritaria da molti a molti, in cui
ogni nodo è un attivo punto di scambio.
• Primo e appariscente risultato: inversione
e sperimentazione dei ruoli
– Tutti possono insegnare;
– I docenti hanno l’opportunità di vestire i panni
dello studente
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Nuovi sentieri per il docente
• Disponibilità a mettersi in gioco
• Capacità di interpretare ruoli diversi
• Rinuncia al proprio compito di
controllore
• Accettazione del pari livello del
proprio intervento rispetto a quello
altrui
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La riconversione del docente
• Impossessarsi delle pratiche riguardanti
l’ambiente tecnologico
• Preparazione dei materiali: passaggio dalla
linearità del testo alla reticolarità ipertestuale
• La gestione dei partecipanti: la fatica del
collaborare sia con gli studenti che con la propria
equipe di lavoro
• Valutazione: dev’essere in itinere e porre al
centro l’apprezzamento della qualità delle
interazioni, l’osservazione delle capacità di
progettazione ed elaborazione di prodotti
collettivi
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Le pressioni del docente
• Il docente assume un ruolo di
fine regia e di tessitura
all’interno di un sistema
estremamente complesso
• Il docente deve partecipare
direttamente e immergersi
appieno nel corso,
confrontandosi alla pari con i
discenti e costruendo insieme
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ad essi
Ambienti di apprendimento online
Le istituzioni didattiche controllano e gestiscono
l’apprendimento online attraverso i cosiddetti
Learning Management Systems (LMS) o Virtual
Learning Environments (VLE).
Un LMS supporta la gestione di
contenuti e attività didattiche,
ma focalizzandosi sui ruoli della
didattica tradizionale.
… sterile!
docente
allievo
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Ambienti di apprendimento online
Si sono poi aggiunti gli Intelligent
Tutoring Systems (ITS) o Adaptative
Learning Systems che hanno
permesso la gestione automatica:
- del dominio di conoscenza;
- dei learning objects;
- della personalizzazione e
dell’adattività rispetto alle
caratteristiche o ai bisogni degli
studenti
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Ambienti di apprendimento online
• Nuovi usi delle tecnologie per l’apprendimento:
–
–
–
–
Messaggeria istantanea;
Condivisione di file;
Social networking;
Blogging.
Quale attrazione?
La possibilità di:
- creare;
- condividere idee;
- unirsi a gruppi;
- pubblicare i propri
prodotti.
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Ambienti di apprendimento online
Che c’entra questo con l’apprendimento?
Dipende dalla definizione di apprendimento…
• Se l’apprendimento è quell’attività che ha
luogo all’interno di istituzioni ed è guidato
da insegnanti qualificati, allora poco
c’entra…
• Ma se adottiamo una definizione più ampia
di apprendimento come attività
intenzionale che porta a cambiamenti nel
comportamento, allora c’entra molto…
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Personal Learning Environments
• L’idea di un Personal Learning Environment (PLE)
è basata sul riconoscimento dell’apprendimento
come processo:
– in itinere;
– che ha luogo in differenti contesti e situazioni (anche
apprendimento informale);
– che non può essere prerogativa di un solo fornitore.
• Inoltre un PLE riconosce il ruolo dell’individuo
nell’organizzare il proprio apprendimento.
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Personal Learning Environments
• Un PLE è basato su un approccio usercentred, usando strumenti di Social Software.
• Social Software può essere definito come
software che connette persone e permette la
collaborazione e la comunicazione.
• Le più recenti applicazione di Social Software
basate su web sono:
– Wikis,
– Weblogs,
– instant messaging (e.g. AIM, ICQ),
– Social Bookmarking (e.g. del.icio.us),
– media sharing (e.g. Flickr, YouTube),
– social networking systems (e.g. MySpace,
Facebook, LinkedIn).
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Alcune caratteristiche dei PLEs
• Informal Learning
Apprendiamo in diversi modi e contesti.
Dal punto di vista tecnologico non c’è
E’ un dato
di fatto che
la maggior parte
attenzione
per l’informal
learning.
dei lavoratori impari osservando gli altri,
domande,
provando
e sbagliando,
L’ideafacendo
dei PLEs
è di riunire
e includere
tutte
chiamando
l’help desk oquello
attraverso
altre
le forme
di apprendimento:
informale,
attività
prevalentemente
indipendenti
quello
del posto
di lavoro, quello
da casa, e
non
schedulate.
quello
basato
sul problem solving, quello
notivato da interesse personale.
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Alcune caratteristiche dei PLEs
• Lifelong Learning
La promessa dei PLEs è di rendere disponibile
gli strumenti, i materiali, i supporti
dell’apprendimento “formale” anche dopo che
un corso è finito o avere la possibilità di
accedervi anche se non inseriti in un percorso
istituzionale.
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Alcune caratteristiche dei PLEs
• Personalizzazione
E’ idea comune che ognuno ha un proprio stile
di apprendimento.
Un PLE offre gli strumenti per permettere al
In realtà possiamo dire di più:
discente di configurare e sviluppare un ambiente
di apprendimento che si adatti di volta in volta
Ognuno usa differenti stili di apprendimento e
al proprio stile di apprendimento.
differenti “intelligenze” a seconda di diversi
contesti, diversi argomenti, diversi domini di
conoscenza e diversi scopi di apprendimento.
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Alcune conseguenze dei Social SW
• Da consumatori a produttori
– Attraverso la creazione e la condivisione.
– Contenuti “aperti”: libri, materiali, multimedia,
…
• E-portfolio
– Per mettere insieme apprendimenti derivanti
da differenti contesti e sorgenti;
– Per avere traccia di apprendimento longlife.
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LAMS vs PLE
• LAMS/VLE
• PLE
A software system designed to help teachers by facilitating
Permette
di controllare
the management
of educational
courses for their students,
especially “come
by helping
teachers and
learners with course
il discente
impara”
administration.
The system can often track the learners' progress,
which can be monitored by both teachers and learners.
A system that helps learners take control of and manage
their own learning.
Dà al discente il controllo di
This includes providing support for learners to set their
“come
eglitheir
stesso
impara”
own learning goals,
manage
learning,
manage both
content and process, and communicate with others in the
process of learning.
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LAMS vs PLE
Lo studente diventa anche
creatore di contenuti (anche
attraverso uno sviluppo
collaborativo, ad es. blog postings,
Lo studente può navigare,
leggere e usare il materiale
didattico ma non ha possibilità
di essere attivamente coinvolto Contributi a pagine Wiki, participazione
a forum di discussione o commenti
nella produzione di contenuti.
su Weblog posting di altri membri
della comunità).
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LAMS vs PLE
Adattamento “intelligente”
basato su un modello studente
(negli ITS) oppure guida a
learning-path predefiniti basati
sulle risposte a un test (nei
LAMS).
Avere informazioni su opportunità,
strumenti e sui contenuti da altri
membri della comunità di
apprendimento che hanno gli stessi
interessi del discente.
La scelta delle sorgenti di
informazioni è fatta dal discente
stesso.
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LAMS vs PLE
Contenuti sviluppati da
“esperti”.
Non solo “esperti” …
ma anche la comunità, i pari, altri
discenti con gli stessi interessi, amici
o colleghi, e persone non conosciute
“dal vivo” .
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LAMS vs PLE
Ci sono possibilità di
collaborazione ma non sono
il focus.
In genere, LMS ignora il ruolo
di altri umani e della comunità.
La comunità è il cuore di un PLE.
C’è bisogno di qualcuno che aggiunga
o raccomandi nuovi contenuti e/o
metadata a contenuti esistenti.
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LAMS vs PLE
La proprietà è gestita dai discenti o
La proprietà è della istituzione dai fornitori dei servizi.
didattica.
38
LAMS vs PLE
Modo tradizionale di organizzare
la didattica: corsi, classi, lezioni,
amministrate e gestite da
docenti.
L’apprendimento è:
- auto-organizzato;
- decentralizzato;
- dinamico;
- comunicativo;
- situato all’interno di comunità
di pratica.
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LAMS vs PLE
Uso di standard più aperti
(RSS, XML or RPC).
I contenuti devono essere redatti
e metadata secondo gli standard Necessità di strumenti di
aggregazione di sorgenti multiple.
dell’e-learning
(LOM, SCORM, IMS-LD).
Integrazione di LMS e PLE.
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Social Learning
• Virtual Work Teams
• Virtual Communities of Interest
• Virtual Communities of Practice
(VCoP)
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Social Learning
• Virtual Work Teams
Sono nati come strutture aziendali che dovrebbero
portare a produrre risultati di lavoro attraverso
differenti luoghi, in diversi cicli di lavoro e tra
diverse culture (Palmer, Speier, & Price, 1998).
In genere vengono formati da un manager
che assegna anche un preciso compito.
42
Social Learning
• Virtual Communities of Interest
Sono raramente legate al lavoro, ma piuttosto
centrate su interessi.
Le persone si incontrano raramente dal vivo,
ma interagiscono molto in rete sia in modo
sincrono che asincrono.
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Social Learning
• Virtual Communities of Practice
Sono gruppi di persone che condividono una
passione per qualcosa che fanno e imparano a
farlo meglio interagendo regolarmente
(Wenger, 1998).
(a) Un dominio o in interesse condiviso nel quale uno non
ha necessariamente bisogno di conoscere l’altro;
(b) Un coinvolgimento in attività e discussioni insieme per
aiutarsi l’un l’altro e per scambiare informazioni;
(c) La presenza di persone che fanno esperienza e lo sviluppo
di risorse come esperienze, storie, strumenti e modi di
affrontare problemi ricorrenti. (Wenger, 2004)
44
45
Bibliografia e letture collegate







Attwell, G. (2007). The personal learning environments – The future of
eLearning? eLearning Papers, n. 2 (3)
http://www.elearningeuropa.info/files/media/media11561.pdf.
Lubesky R. (2006). The present and future of Personal Learning
Environments (PLE).
(trad. in italiano
http://www.masternewmedia.org/it/tecnologia-insegnamento/ambienti-diapprendimento/PLE-personal-learning-environments--20070617.htm)
Maragliano, R. (2004). Pedagogie dell'e-learning. Laterza (collana Manuali
Laterza)
Schaffert, S., Hilzensauer, W. (2008). On the way towards Personal
Learning Environments: Seven crucial aspects. eLearning Papers, n. 9 (2)
http://www.elearningeuropa.info/files/media/media15971.pdf
Sobrero P. (2008). Social Learning Through Virtual Teams and
Communities. Journal of Extension
http://www.joe.org/joe/2008june/a1p.shtml
Wenger, E. (2004). Communities of practice – a brief introduction.
http://www.ewenger.com/theory/
Wilson S. (et al) (2007). Personal Learning Environment e sistemi
educativi: una sfida al modello dominante. Journal of e-Learning and
Knowledge Society, n. 2
46
Grazie per l’attenzione…
soprattutto a quest’ora 
47
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