FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIALI
E DELLA COMUNICAZIONE
A.A. 2013-2014
RELAZIONI ISTITUZIONALI E
RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA
GLI STRUMENTI ESTERNI PER LA CSR
Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2011-2012
| Responsabilità sociale d’impresa
1
STRUMENTI ESTERNI E STRUMENTI PER LA CSR
Gli strumenti esterni sono uno dei «rami» della CSR.
Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2012-2013
| Responsabilità sociale d’impresa
2
Strumenti esterni per la CSR
Definizione (Luciano Hinna, 2005)
• Sono strumenti “offerti dal mercato”, che l’impresa può
decidere di adottare nei propri comportamenti gestionali”
• Rappresentano la domanda di responsabilità sociale da parte
del mercato: questo li propone e l’azienda, se vuole, li adotta
al suo interno, oppure decide di ignorarli;
• sono “premi, riconoscimenti, standard, iniziative e bollini” in
materia di comportamenti socialmente responsabili
• sono subordinati alla valutazione di un ente certificatore o di
un altro soggetto terzo che li accorda;
• consentono alle aziende di “ostentare un bollino di qualità”
che possono spendersi sul mercato, per aumentare così la
visibilità e il consenso da parte degli stakeholder.
3
Strumenti esterni per la CSR
Tipologia
• 1) Le c.d. etichette sociali, che comprendono:
• A) i sistemi di standard applicabili a dimensioni della CSR (SA
8000 e AA 1000),
• B) i sistemi di gestione ambientale (ISO 14000)
• C) i premi alla responsabilità sociale,
• D) le partnership che comportano impegno verso aspetti e
tematiche di responsabilità sociale (UN Global Compact);
• 2) i codici di condotta e le linee guida etiche;
• 3) la promozione degli investimenti socialmente responsabili;
• 4) i social rating, le classifiche e gli indici di borsa etici;
• 5) i CSR Toolkits.
4
Le etichette sociali
Caratteri generali
• sono strumenti esterni di CSR costituiti da standard, vale a dire:
• una serie di principi da rispettare e procedure organizzative da
implementare all’interno dell’azienda;
• una certificazione , rilasciata da enti di certificazione accreditati,
che attesta la conformità delle misure adottate e dei percorsi
intrapresi ai requisiti richiesti per il rilascio dell’etichetta.
• consentono di adottare un framework entro il quale definire
comportamenti strategici responsabili e attenti alle istanze sociali
• ogni etichetta si rivolge a uno o a più ambiti specifici.
• Il sistema funziona attraverso il meccanismo del third party
endorsement: è la certificazione indipendente di una parte terza
a rispondere alle esigenze di trasparenza e affidabilità erga
omnes dei pubblici delle organizzazioni.
5
Le etichette sociali
Caratteri generali
• Secondo ricerche (2004-5) di Hinna, una percentuale dell’80 %
dei consumatori intervistati riconosce ai prodotti di aziende
certificate con una o più etichette sociali un “valore maggiore”.
• Le etichette sociali produrrebbero pertanto il miglioramento
dell’immagine aziendale e del valore riconosciuto ai prodotti,
con un incremento della capacità competitiva delle imprese che
volontariamente forniscono garanzie di eticità della propria
filiera e del proprio ciclo produttivo.
• negli ultimi decenni si è sempre più affermata la presenza di una
figura di consumatore responsabile che esprime dei bisogni,
alcuni dei quali riesce a soddisfare tramite il mercato, mentre
altri sono legati a istanze collettive (ambiente, sociale,sicurezza)
6
Lo standard SA 8000
• emesso nel 1997 dal CEPAA (Council on Economic Priorities
Accreditation Agency), emanazione del CEP (Council of Economic
Priorities), istituto USA che dà a investitori e consumatori
informazioni per analizzare le performance sociali delle aziende;
• l’intento è di fornire uno standard basato sulle normative
internazionali sui diritti umani e le legislazioni nazionali sul lavoro;
• Il fondamento giuridico dello standard è costituito da principi
contenuti in diversi strumenti di diritto internazionale pattizio:
• La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948)
• le Convenzioni e le Dichiarazioni dell’Organizzazione Internazionale
del Lavoro (OIL) (diverse, approvate tra 1948 e 1998);
• la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo (1998).
7
Lo standard SA 8000
•
•
•
•
Nel 2008 è giunto alla terza edizione;
è periodicamente rivisto al cambiare delle condizioni;
è applicabile ad aziende di qualsiasi settore merceologico;
coinvolge direttamente qualsiasi entità appartenente alla
filiera produttiva di un bene o servizio;
• interessa in modo particolare le imprese multinazionali e tutte
quelle che decentrano in tutto o in parte la produzione in
paesi in via di sviluppo, in cui possono godere dei benefici
connessi ad una minore regolamentazione del lavoro e ad un
più basso costo della manodopera;
• il fatto di dare ai consumatori delle precise garanzie anche sul
piano etico diviene fondamentale ed è usato dalle aziende
come strumento di vantaggio competitivo.
8
Lo standard SA 8000 : gli 8 requisiti
• lo standard SA 8000 chiede alle organizzazioni di dimostrare di
attenersi nei processi di gestione ad alcuni parametri che
connotano il rispetto di alcuni diritti umani fondamentali:
• 1) lavoro infantile: l’organizzazione è obbligata a non utilizzare
o dare sostegno al lavoro infantile;
• 2) lavoro obbligato: l’organizzazione non deve ricorrere, né
sostenere l’utilizzo di forme di lavoro obbligato, ovvero non
deve richiedere al personale di depositare denaro o documenti
d’identità al momento dell’inizio del rapporto lavorativo;
• 3) salute e sicurezza sul lavoro: l’organizzazione deve garantire
un luogo di lavoro sicuro e salubre e deve adottare le
necessarie misure per prevenire incidenti e danni alla salute
che possano verificarsi durante lo svolgimento del lavoro;
9
Lo standard SA 8000: gli 8 requisiti
• 4) libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva:
l’organizzazione deve rispettare il diritto del personale di costituire
o aderire ad associazioni sindacali di propria scelta e il diritto di
queste ultime a stipulare con essa contratti collettivi di lavoro;
• 5) divieto di discriminazione: l’organizzazione non deve attuare o
dare sostegno a forme di discriminazione nell’assunzione, nella
retribuzione, nell’accesso alla formazione, nella promozione, nel
licenziamento o pensionamento, sulla base di razza, ceto, origine
nazionale, religione, invalidità, genere, orientamento sessuale,
appartenenza sindacale o politica;
• 6) procedure disciplinari: l’organizzazione non deve utilizzare o
dare sostegno all’utilizzo di punizioni corporali, coercizione
mentale o fisica, abusi verbali o minacce contrarie al diritto;
10
Lo standard SA 8000: gli 8 requisiti
• 7) orario di lavoro: l’organizzazione deve conformarsi
all’orario di lavoro previsto dalle leggi vigenti nello Stato in cui
opera e dagli standard dell’industria; in ogni caso, al
personale non deve essere richiesto di lavorare in maniera
continuativa per un periodo superiore alle 48 ore settimanali,
e deve essere previsto almeno un giorno di riposo ogni sette
lavorativi;
• 8) retribuzione: l’organizzazione deve garantire che il salario
corrisposto per una settimana lavorativa regolare sia almeno
conforme ai minimi retributivi legali o industriali in vigore
nello Stato in cui opera e che sia comunque sufficiente a
soddisfare i bisogni primari del personale, oltre a fornire
qualche guadagno discrezionale.
11
Lo standard SA 8000: il 9°
requisito
• Gli otto requisiti del SA 8000 costituiscono qualcosa di
troppo agevole, se non del tutto scontato da realizzare
per tutte le imprese che operano in occidente;
• Per questo motivo, l’ente di certificazione accreditato
dal CEPAA vi aggiunge la verifica di un nono requisito :
• quello di disporre di un Sistema di Gestione della
Responsabilità Sociale (ad es. un sistema per la
rendicontazione sociale, un codice etico o altri
strumenti interni idonei a garantire un effettivo
orientamento dell’organizzazione verso la CSR)
12
Lo standard SA 8000
• si snoda in un percorso articolato su tre livelli:
• un livello sostanziale, e cioè una serie di standard universali da
rispettare, la cui applicazione da parte dell’organizzazione deve
poter essere verificata;
• un livello strumentale, e cioè una serie di procedure organizzative
(Social Management System) per gestire in maniera efficace il
sistema SA 8000;
• un livello formale e conclusivo, che consiste:
• A) nell’utilizzo da parte dell’organizzazione di procedure di auditing
come nei sistemi di gestione per la qualità (es. ISO 9000);
• B) della revisione sociale esterna da parte di un ente accreditato
dal CEPAA, al cui esito positivo è condizionata la certificazione.
13
Lo standard AA 1000
• sviluppato nel 1999 dall’International Council dell’Institute of
Social and Ethical Accountability (Org. Int.le non governativa
formata da imprese, ONG, università e società di consulenza);
• è uno strumento che mira ad assicurare la credibilità e
l'autorevolezza del bilancio sociale attraverso la redazione dello
stesso secondo standard condivisi a livello internazionale;
• è uno standard di processo per l’attività di social and ethical
accounting, auditing and reporting, con lo scopo di migliorare
la rendicontazione e le performance globali delle organizzazioni;
• nasce per far fronte all'esigenza di uniformare gli approcci alla
rendicontazione sociale e rendere così confrontabili le
informazioni provenienti da soggetti operanti in realtà differenti.
14
Lo standard AA 1000
• Consente il’integrazione con le linee guida del GRI .
• Si pone l'obiettivo di migliorare le performance sociali e il
bilancio sociale di un’organizzazione attraverso :
• A) processi di sistematico coinvolgimento degli stakeholder;
• B) l’ integrazione di tali processi di consultazione nelle attività
di gestione.
• Gli effetti attesi dall’implementazione dello standard sono
tanto nell’ambito della governance aziendale, che in quello
della comunicazione e delle relazioni istituzionali.
• La struttura globale dello standard AA 1000, definita come AA
1000 Framework, è articolata in quattro componenti principali.
15
AA 1000 Framework: le quattro
componenti principali
• 1) una serie di principi che devono caratterizzare il sistema di
accountability etico-sociale;
• 2) una serie di fasi del processo necessario per implementare
un sistema di accountability etico-sociale basato su tali principi;
• 3) le guidelines o linee guida per consentire ai diversi tipi di
organizzazioni di comprendere e applicare lo standard in modo
adeguato alle proprie caratteristiche;
• 4) la descrizione delle qualifiche professionali, accountant e
auditor etico-sociale, e le linee guida per la costruzione di tali
professionalità della rendicontazione etico-sociale, la cui azione
è finalizzata all’implementazione dello standard.
16
gli effetti attesi dall’adozione dello
standard AA 1000
• Riferimenti sicuri per la governance dell'organizzazione;
• Miglioramento dei rapporti con il personale dipendente e dei
processi di comunicazione interna;
• Miglioramento dei rapporti di fiducia con gli stakeholder,
coinvolti nei processi decisionali in modo più sistematico.
• Rilevazione di indicatori chiave di performance sociale.
• Miglioramento della partnership con altre organizzazioni.
• Migliore gestione dei rischi e della comunicazione di crisi.
• Soddisfazione delle esigenze informative di investitori attuali e
potenziali e miglioramento delle financial public relations.
• Migliori rapporti con le istituzioni pubbliche e internazionali.
• Aiuto all’identificazione di fornitori di servizi qualificati.
17
Gli standard ISO:14000
• la ISO (International Organisation for Standardization) è una
org. Int.le non governativa con sede a Ginevra, cui aderiscono
160 istituti nazionali per gli standard di altrettanti Stati;
• ha elaborato più di 18.000 standard, tra cui gli standard per i
sistemi di gestione della qualità ISO 9000:2000;
• gli standards 14000 per la gestione ambientale sono stati
elaborati e sono aggiornati dal comitato tecnico ISO/TC 207
• possono essere implementati da organizzazioni del settore
pubblico e di quello privato, dalle imprese alle amministrazioni,
alle aziende di erogazione di pubblici servizi e forniture;
• ISO 14000 si compone di 570 standards per il monitoraggio di
aspetti quali la qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo, del
rumore, delle radiazioni e il trasporto delle merci pericolose.
18
Gli standard ISO:14000
• sono uno strumento volontario per migliorare la gestione della
variabile ambientale all'interno dell’organizzazione;
• si fondano sulla consapevolezza cha una una gestione ambientale
costituisce sia un comportamento socialmente responsabile , che
la premessa di una crescita ed uno sviluppo sostenibile;
• devono essere adattati alle caratteristiche di ciascuna
organizzazione, il cui impatto varia grandemente;
• richiedono che sia la stessa organizzazione a definire i propri
obiettivi e target ambientali e implementi un sistema di gestione
ambientale (SGA) che permetta di raggiungerli;
• la logica volontaristica lascia la libertà all’organizzazione di
scegliere quali e quanti obiettivi di miglioramento perseguire;.
19
I vantaggi offerti dall’implementazione
delle norme ISO 14000
• credibilità tecnica
• soddisfazione delle esigenze di tutti gli stakeholders
• incentivazione alle autorità nazionali a sviluppare requisiti di
legge omogenei
• promozione dell’efficienza degli scambi commerciali, perché gli
standard sono condivisi a livello internazionale
• sostegno al rispetto delle regolamentazioni, dato che hanno lo
scopo di venire incontro alle necessità regolative dei mercati
• incentivazione all’affidamento degli investitori, perché gli
standard possono essere utilizzati per controlli di conformità,
audit, ispezione e certificazione
• Alla fine del 2007, risultano essere state rilasciate 154.572
certificazioni ISO 14001 ad organizzazioni in 148 Stati.
20
I vantaggi offerti dall’implementazione
delle norme ISO 14000
• L’implementazione delle norme ISO 14000 permette di
ottenere una guida pratica e attuale per:
• la creazione e/o il miglioramento di un sistema di gestione
ambientale (SGA), attraverso il quale migliorare le proprie
prestazioni ambientali;
• fornire i mezzi con cui sia l’organizzazione stessa, sia chi sta al
suo esterno, può valutare gli aspetti specifici del SGA e
verificarne l’andamento, ossia realizzarne l’auditing;
• fornire mezzi consistenti ed attendibili per dare informazioni
sugli aspetti e le ricadute ambientali dei prodotti/servizi
erogati e le caratteristiche rilevanti dal punto di vista
ambientale di ciascun prodotto/servizio.
21
Gli standard della famiglia ISO 14000
• ISO 14001, relativo all’impatto delle organizzazioni sull’ambiente e
la loro capacità di gestione delle problematiche ambientali;
• ISO 14004, che fornisce indirizzi ed elementi aggiuntivi;
• ISO 14011, principi guida e standard per l’auditing ambientale;
• ISO 14020, che contiene i passi necessari per l’ottenimento di
etichette e dichiarazioni ambientali, incluse le eco-labels e in
generale le etichette e dichiarazioni che quantificano e qualificano
caratteristiche ambientali in prodotti e servizi;
• ISO 14031, principi guida su come valutare la performance
ambientale e fare il reporting ambientale interno ed esterno;
• ISO 14045, principi e requisiti per l’assessment di eco-efficienza;
• ISO 14063, principi guida in materia di comunicazione ambientale.
22
Lo UN Global Compact
• Lanciato nel luglio del 2000 dall’Assemblea Generale delle NU
• è un network promosso dalle Nazioni Unite, per lo sviluppo,
l’implementazione e l’incremento di politiche e pratiche
aziendali responsabili e sostenibili, allo scopo di:
• allineare le operazioni e le strategie del business ovunque con
dieci principi universalmente accettati nell’area dei diritti
umani, del lavoro, dell’ambiente e della lotta alla corruzione;
• è un’iniziativa intergovernativa basata sul potere di una forte
azione collettiva, che cerca di promuovere una cittadinanza
d’impresa responsabile in ogni regione del globo;
• ha circa 8500 aderenti di oltre 135 Stati tra soggetti pubblici e
privati, tra cui i consigli di amministrazione di molte aziende
multinazionali con interessi in diversi continenti.
23
UN Global Compact e network locali
• non è uno strumento regolativo, ma un'iniziativa ad adesione
volontaria, che fa affidamento sulla public accountability,;
• dispone di network locali in più di 90 Stati, che svolgono un
ruolo operativo in contesti nazionali e culturali differenti.;
• si tratta di formazioni multistakeholder auto-governate
guidate dalla componente del business, che sostengono le
imprese nei loro sforzi di implementazione, oltre a creare
ulteriori opportunità di coinvolgimento ed azione collettiva;
• l’iniziativa è globale e locale; privata e pubblica; volontaria;
• cerca di combinare i punti di forza dell’ONU come autorità
morale e potere di aggregazione, con le risorse economiche e
la capacità del settore privato di trovare soluzioni e l’expertise
e le capacità di altri stakeholders chiave.
24
Lo UN Global Compact: gli obiettivi
•
•
far diventare i suoi dieci principi parte
integrante della strategia e delle operazioni
delle imprese in tutto il mondo;
facilitare la cooperazione tra i principali
attori e promuovere partenariati in linea con
gli obiettivi delle Nazioni Unite, soprattutto
quelli più ambiziosi, come le Millennium
Developement Goals (MDGs)
Lo UN Global Compact: i benefici
attesi dalle imprese
•
•
•
•
•
•
1) un framework ben stabilito e globalmente riconosciuto
per politiche e pratiche ambientali, sociali e di governance;
2) condividere le migliori strategie e soluzioni praticate;
3) attuare soluzioni sostenibili in partnership con una
gamma di stakeholders autorevoli (agenzie delle Nazioni
Unite, governi, aziende multinazionali);
4) creare legami tra le imprese commerciali e i fornitori e
produttori di base in mercati emergenti o in via di rapido
accrescimento;
5) accedere al bagaglio di esperienza delle Nazioni Unite in
materia di sviluppo sostenibile;
6) utilizzare gli strumenti di gestione del UN Global
Compact, ed entrare in gruppi di lavoro specializzati nei
campi ambientale, sociale e della governance.
Lo UN Global Compact: gli impegni
richiesti alle imprese
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
L’adesione per le imprese implica l’accogliere, sostenere e mettere in pratica, nella
propria sfera di influenza, dieci principi fondamentali nell’area dei diritti umani,
degli standard di lavoro, dell’ambiente e della lotta alla corruzione:
1) il business deve sostenere e rispettare la protezione dei diritti umani
internazionalmente proclamati
2) ed assicurarsi di non essere complice nella violazione dei diritti umani;
3) il business deve garantire la libertà di associazione dei lavoratori e l’effettivo
riconoscimento del diritto alla contrattazione collettiva,
4) l’eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligato,
5) l’effettiva abolizione del lavoro minorile,
6) e l’ eliminazione di ogni forma di discriminazione in materia di impiego e
professione;
7) il business deve sostenere un approccio preventivo nei confronti delle sfide
ambientali,
8) intraprendere iniziative che promuovano una maggiore responsabilità ambientale
9) e incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che rispettino l'ambiente;
10) il business deve lavorare contro la corruzione in tutte le sue forme, incluse
l'estorsione e le tangenti.
Lo UN Global Compact: i dieci principi
fondamentali
• I dieci principi del Global Compact sono considerati
universalmente condivisi in quanto derivati da:
• la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo;
• la Dichiarazione dell’Organizzazione Internazionale
del Lavoro sui principi e i diritti fondamentali nel
lavoro;
• la Convenzione delle Nazioni Unite contro la
corruzione;.
• la Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo.
Lo UN Global Compact: modalità di
adesione per le imprese
• 1) inviare una lettera di committment del vertice aziendale;
• 2) fare dello UN Global Compact e dei suoi principi una parte
integrale della propria strategia di affari e cultura organizzativa;
• 3) rendere lo UN Global Compact ed i suoi principi parte
integrante dei processi decisionali
• 4) aderire a partnerships finalizzate a obiettivi di lungo termine
delle Nazioni Unite, come le Millennium Developement Goals ;
• 5) integrare nel suo report annuale una descrizione dei modi in
cui implementa i principi e sostiene obiettivi di sviluppo ;
• 6) promuovere lo UN GC e le pratiche di business responsabili;
• 7) versare un contributo finanziario dai 500 ai 10.000 dollari
l’anno in proporzione ai profitti dichiarati.
29
I premi alla responsabilità sociale
• Sono premi che istituzioni diverse, pubbliche o private,
assegnano alle imprese che si sono distinte per il loro
comportamento socialmente responsabile.
• Il premio rappresenta il riconoscimento da parte delle
istituzioni del buon operato delle imprese e la legittimazione,
da parte della collettività, a continuare a operare.
• Rappresentano un forte vantaggio competitivo per le imprese,
che vedono migliorata la propria immagine.
• Sono un importante strumento per diffondere la RSI tra le
imprese, perché suscitano processi di emulazione.
• Rappresentano un valido strumento di monitoraggio delle best
practices in materia di CSR nel tempo.
30
I premi alla responsabilità sociale
•
•
•
•
•
•
•
•
Possono essere proposti da :
1) enti operanti nell’ambito di un singolo Stato membro dell’UE
Esempi:
Plus Prize, del Plus Uitzendrakchten in Belgio per l’aumento del
livello di occupazione tra le fasce svantaggiate della popolazione.
Carl Bertelsmann Prize, della Fondazione Bartelsmann (Germania)
per le soluzioni innovative ai problemi della collettività.
Sodalitas Social Awards, proposti dall’associazione Sodalitas (Italia)
per la realizzazione di programmi ad alto valore/contenuto sociale
2) enti che prendono in considerazione il contesto internazionale
Esempi:
Great Place to Work Institute, che premia in tutto il mondo i Best
work places, i posti migliori in cui lavorare.
31
Il sistema premiale di Sodalitas
•
•
•
•
•
•
•
Sodalitas dal 2003 attribuisce riconoscimenti per:
il miglior sistema di processi interni aziendali di RSI;
il miglior programma di partnership nella comunità;
la migliore campagna di marketing sociale;
la migliore iniziativa di finanza socialmente responsabile;
la miglior iniziativa di RSI realizzata da piccole e medie imprese;
la migliore innovazione di prodotto o servizio socialmente e
ambientalmente rilevante.
• I criteri di valutazione sono basati sul modello di eccellenza
EFQM, elaborato nel 1991 dalla società EFQM.
32
Gli Awards for Excellence di
Business in the Community
• Sono i premi più prestigiosi, attribuiti in cooperazione con il
Financial Times e il Ministero dell’Industria del Regno Unito;
• Le imprese che aderiscono alla ONG Business in the Community si
impegnano per migliorare la qualità della vita e la comunità in cui
operano, con l’obiettivo del raggiungimento dell’eccellenza , e della
rigenerazione sociale ed economica attraverso l’integrazione della
CSR nelle loro attività di business di ogni giorno.
• sono un sistema integrato di riconoscimenti, che, in un orizzonte
europeo ed internazionale, prevede 18 premi in 7 categorie:
Impact on society awards, Environmental impact awards, Market
Place impact awards, Workplace impact awards, Community
impact awards, Special awards e Awards for Individuals.
• L’ assegnazione prevede una fase di candidatura, una di
monitoraggio ed una di giudizio finale.
33
Codici di condotta e linee guida etiche
• gli strumenti di CSR si evolvono in relazione alle esigenze delle
imprese di rispondere alle aspettative della società
• i codici di condotta e le linee guida per la costruzione di
modelli di organizzazione, gestione e controllo rispecchiano in
pieno l’evoluzione del concetto di CSR nel tempo
• il codice è un documento chiuso, che, una volta messo a
punto, costituisce una sorta di addendum al contratto di
lavoro per chi opera in una certa categoria d’impresa;
• Le linee guida, sono meno stringenti e rappresentano degli
indirizzi più generali, che l’impresa può seguire anche in parte.
• Nessuno dei due strumenti è da preferire all’altro in assoluto,
ma uno può essere più adatto dell’altro a seconda dei temi .
34
Codici di condotta e linee guida etiche
• Cinque generazioni:
• quelli di prima generazione, tesi a regolare i conflitti d’interesse
dei propri dipendenti e l’esigenza dell’impresa di garantire ai
propri azionisti il rispetto delle leggi;
• quelli di seconda generazione, che hanno come focus la
condotta commerciale
• quelli di terza generazione, che concentrano l’attenzione sui
rapporti con i dipendenti e i fornitori;
• quelli di quarta generazione, che si concentrano sulla tutela
dell’ambiente e sull’impatto delle attività sulla collettività”;
• quelli di quinta generazione, che garantiscono la trasparenza
delle attività e regolano il comportamento delle imprese nei
Paesi in cui non sono tutelati i diritti umani, per rispondere a
esigenze di uno sviluppo economico etico e sostenibile
35
La promozione degli investimenti
socialmente responsabili
•
•
•
•
•
Sono strumenti specificamente rivolti al mercato finanziario;
riguardano l’acquisto di titoli azionari ed obbligazionari.
La giusta allocazione delle risorse finanziarie può permettere:
a) lo sviluppo di realtà svantaggiate;
b) l’attuazione di progetti volti alla tutela dell’ambiente, alla
lotta all’esclusione sociale e alla disoccupazione.
• La definizione di criteri finanziari etici negli investimenti può
stimolare l’assunzione, da parte delle imprese, di
comportamenti socialmente responsabili.
• all’investitore istituzionale e retail vengono prospettati degli
investimenti in titoli di aziende socialmente responsabili.
• È un’attenzione analoga a quella alla qualità etica del prodotto
36
i fondi di investimento etici
• attraverso l’attività di rating sociale e ambientale selezionano
ed acquisiscono nel proprio portafoglio i titoli di quelle imprese
che rispondano ai criteri stabiliti per una gestione patrimoniale
socialmente responsabile;
• si rendono garanti del carattere etico dell’investimento che
propongono ai potenziali investitori.
• Ci sono fondi di investimento che dichiarano di essere etici
perché distribuiscono parte dei loro utili in attività filantropiche
• altri che dichiarano invece che lo sono perché investono
prevalentemente in aziende socialmente responsabili
• Altri ancora stabiliscono una quota minima di portafoglio etico
37
Il social rating non richiesto
• E’ un’attività di rating che si basa su due presupposti:
• 1) la convinzione che nella definizione delle scelte di investimento
devono essere presi in considerazione non solo i parametri
tradizionali legati alle aspettative di rendimento finanziario, ma
anche i valori etici e sociali;
• 2) che senza un orientamento alla CSR, prima o poi anche i
rendimenti finanziari tendono a diminuire.
• ha l’obiettivo di raccogliere, analizzare e commentare informazioni
sul comportamento delle imprese con titoli quotati in borsa
• rispetto a criteri negativi (di esclusione) e
• criteri positivi ambientali e sociali
38
Indici e classifiche di social rating
•
•
•
•
•
•
•
•
1) Dow Jones Sustanability Group Index (DJSGI)
È un indice di sostenibilità globale derivato dall’indice Dow Jones
È elaborato da SAM- Sustainability Group e Dow Jones & Co
Riguarda i titoli di 200 imprese, il 10% delle migliori imprese in
termini di sostenibilità in 64 settori industriali e in 33 Paesi,
selezionate tra le 2000 imprese dell’indice globale Dow Jones
2)Ethical Index Euro
costruito nel 2000 da E-Capital Partners S.p.a
rappresenta la performance delle 150 società europee
socialmente responsabili a maggiore capitalizzazione
viene rivisto e aggiornato a cadenza trimestrale
39
La metodologia di screening
dell’Ethical Index Euro
• Si articola su due livelli:
• una prima valutazione sulla base di criteri negativi, compresa
l’appartenenza a settori giudicati non socialmente
responsabili , ovvero la rilevazione di comportamenti
eventualmente scorretti nella concorrenza e sul mercato;
• la mancata soddisfazione di un criterio negativo implica
l’esclusione dall’indice;
• una seconda valutazione sulla base di criteri positivi, tali da
verificare all’interno della complessiva organizzazione, la
realizzazione di principi tipici della responsabilità sociale
40
Il social rating richiesto
• È richiesto direttamente dalle imprese;
• funziona esattamente come il rating finanziario;
• per ottenerlo l’impresa sostiene un costo e riceve in cambio
un rating spendibile sul mercato in termini di visibilità;
• è rilasciato da una struttura di rating finanziario o da altra
agenzia professionalmente riconosciuta;
• si basa su di un esame dei comportamenti e delle azioni di
responsabilità sociale attivate dall’impresa;
• prevedono un processo di istruttoria, l’espressione di un
giudizio e la formulazione di un rating;
• un rating positivo permette l’inclusione dei titoli azionari e
obbligazionari nel portafoglio di uno o più fondi etici, e può
influire sulla loro quotazione in borsa.
41
I CSR Toolkits
• Sono kit di strumenti per la CSR già precostituiti;
• consistono in una combinazione di più iniziative e azioni di CSR
sociale, ivi compresi modelli di rendicontazione sociale;
• propongono griglie ove le imprese interessate possano trovare il
proprio posizionamento, al fine di acquisire consapevolezza dello
stato attuale e progettare eventuali interventi di miglioramento;
• il progetto Q-RES
• ideato dal Centre for Ethics, Law & Economics (CELE) nel 1999
• prevede la definizione di uno standard di qualità della
responsabilità etico-sociale d’impresa
• il modello si ispira all’idea del contratto sociale con gli stakeholder
• ha come obiettivo la definizione di un insieme completo e
integrato di strumenti per l’introduzione dell’etica nell’impresa
42
I 6 elementi alla base del Q-RES
1) visione etica d’impresa (mission, vision e valori);
2) codice etico (valori, impegni dell’impresa nei confronti delle
diverse categorie di stakeholder e regole sui comportamenti
attesi dai dirigenti e da tutto il personale nei loro confronti)
3) formazione etica (attività formative rivolte al personale per la
conoscenza e la condivisione dei valori e del codice etico)
4) sistemi organizzativi di attuazione e controllo (strutture
operative di sostegno, miglioramento e controllo della
performance etica dell’impresa)
5) rendicontazione etico-sociale (predisposizione di un bilancio
sociale o di sostenibilità sulla base di una raccolta sistematica e
di una elaborazione e comunicazione dei dati più rilevanti)
6) verifica esterna (controllo da parte di un ente indipendente
della conformità ai criteri di eccellenza Q-RES)
I
CSR-SC (Corporate Social Responsibility –
Social Committment)
• proposto nel 2003 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali sulla base di un progetto dell’Università Bocconi di Milano
• È un sistema di valutazione su due livelli:
• un primo step, il CSR, che prevede un social management
system secondo la logica ISO;
• un secondo step, il Social Committment, che consiste in un
sistema premiale sostenuto dal Governo, riservato alle aziende
che sviluppano politiche attive nei diversi campi sociali.
• il livello SC prevede un framework contenente un set di
indicatori, in accordo con le categorie di stakeholder: 1)risorse
umane; 2) soci azionisti/comunità finanziaria; 3) clienti;
4)fornitori; 5) partner finanziari; 6) Stato/ enti locali/pubblica
amministrazione; 7) comunità.
44
Scarica

materiali/17.59.44_Gli strumenti esterni per la CSR