Il complesso sistema agroalimentare mondiale Ascesa e declino dei prezzi agricoli internazionali: di Roberto Fanfani (Maggio 2009) 1 Il complesso sistema agroalimentare mondiale Ascesa e declino dei prezzi agricoli internazionali 1. 2. 3. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008 Le forti differenze fra prodotti e paesi L’iceberg del commercio internazionale e la sua complessità 2 Sull’andamento dei prezzi internazionali e il sistema agroalimentare mondiale si veda: - Fanfani R., L'aumento dei prezzi e il complesso sistema agroalimentare mondiale, il Mulino, n. 5, 2008. Documenti • - FAO, Soaring food prices: facts, perspectives, impacts and actions required,Roma, 2008; • - FAO, High food prices and the food crisis - experiences and lessons learned, Roma, march 2009 • - FAO, International cereal prices, 16 March 2009. • - OECD-FAO, Agricultural out look 2008-2017, 2008; • - World Bank, Report 2008, Agriculture for Development”,2008. • - World Bank, Report 2009, Reshaping economic geography”,2009. • De Janvry A., Sadoulet E. Agriculture for development: lesson from the World development Report 2008, La Questione agraria, n.1 2009. 4 5 crescita dei prezzi nominali negli ultimi due anni, e ripiegamento negli ultimi mesi 350 300 250 200 150 100 50 0 2008 2007 2006 oli e grassi 2005 2004 2003 2002 2001 cereali 2000 1999 1998 latt-caseari 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 carni zucchero fonte: FAO 7 FAO food price index e Manifacture index 1961-2008 300 250 200 150 100 50 0 2006 2003 2000 1997 1994 1991 1988 1985 1982 1979 1976 1973 1970 1967 1964 1961 FAO Food Price Index (nominal) FAO Food Price Index (deflated) relative to MUV fonte: FAO e World Bank FAO food price index e Manifacture index 1961-2008 fonte: FAO FAO food price index e Manifacture index 1961-2008 fonte: FAO 1. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008 Food Price Indices April 2009 12 1. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008 Food Price Indices April 2009 13 1. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008 Food Price Indices April 2009 14 1. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008 Food Price Indices April 2009 Un breve sguardo all’andamento dell’indice FAO pubblicato in aprile 2009 (FAO, Food prices index, april 2009) mette in evidenza questi profondi cambiamenti. • L’indice FAO generale dei prodotti alimentari nei primi mesi del 2009 è tornato sui livelli del 2007 e si avvicina a quelli degli ultimi mesi del 2006, determinando un completo riassorbimento dell’impennata verificatasi dalla seconda metà del 2007 al maggio 2008. I cambiamenti dell’indice Fao sono però molto diversi da prodotto a prodotto. •I cereali dopo aver raggiunto un indice massimo di 275 nella prima parte del 2008 scendono rapidamente ma rallentano la loro discesa attestandosi su valori attorno a 175 dalla fine 2008 a marzo 2009. •L’indice dei prezzi dei cereali nei primi mesi del 2009 si allinea a quello dello zucchero che era rimasto a livelli notevole mete inferiori negli anni precedenti. •Altre grande cambiamento dei prezzi relativi riguarda i prezzi degli allevamenti, dove i prodotti lattiero caseari che erano particolarmente elevati agli inizi del 2008 (Indice FAO pari a 250 a marzo), scendo rapidamente per fermarsi a febbraio-marzo 2009 a valori di quasi la metà (indice pari a circa 125), riallineandosi dopo molti anni su valori simili all’indice delle carni, che era rimasto a livelli fra i più bassi di tutti i beni alimentati. •Una riduzione di particolare rilievo è stata quella degli olii e grassi il cui indice è crollato da oltre 275 del giugno 2008 a meno di 125 nel marzo del 2009. •Il cambiamento dei prezzi relativi riguarda poi in particolare anche i diversi prodotti cerealicoli e in particolare i prezzi del riso, grano e mais. I prezzi in dollari per tonnellata hanno visto la crescita spettacolare del riso, che nonostante la forte riduzione rimane ancora attestato a oltre 600 dollari per tonnellata. Il prezzo del grano che è stato il primo ad iniziare la discesa si è attestato a marzo 2009 su valori attorno a 250 dollari, mentre il mais si è fermato a poco più di 150 dollari. 15 1. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: il diverso andamento dei prezzi delle principali commodities 16 1. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: Il mercato dei futures delle principali commodities - 18 L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: I prezzi sui principali mercati 20 Selected International Cereal Prices* (USD per tonne) • . 2008 Mar. Nov. 2009 Dec. Jan. Feb. Mar. United States Wheat 1 481 247 240 256 241 241 234 166 160 172 163 159 233 146 151 148 145 149 Wheat 395 189 177 213 219 215 Maize 216 156 152 160 158 159 567 591 582 611 624 633 521 320 310 332 333 340 Maize 2 Sorghum 2 Argentina Thailand Rice white 3 4 5 Rice, broken 6 *Prices refer to the monthly average. For March 2009, two weeks average. 1 No.2 Hard Red Winter (Ordinary Protein) f.o.b. Gulf. 2 No.2 Yellow, Gulf, 3 Up river, f.o.b. , 4 Indicative traded prices. 5 100% second grade, f.o.b. Bangkok. 6 A1 super, f.o.b. Bangkok. L’andamento dei prezzi delle commodities agricole: LE TENDENZE DI LUNGO PERIODO 22 L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: LE TENDENZE DI LUNGO PERIODO 23 L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: LE TENDENZE DI LUNGO PERIODO 24 L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: LE TENDENZE DI LUNGO PERIODO 25 L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: LE TENDENZE DI LUNGO PERIODO 26 L’andamento dei prezzi delle commodities agricole nel 2007-2008: Le forti differenze fra prodotti e paesi 27 • The forecast has been increased mostly on account of better than expected harvest results for: – grains throughout Europe, – maize in particular in the United States – coarse grains and rice in Far East Asia. 31 la crescita dei prezzi è meno pronunciata se si tiene conto dei tassi di cambio 250 200 150 100 50 0 2007 2005 2003 2001 1999 1997 1995 1993 1991 1989 1987 1985 1983 1981 1979 1977 1975 1973 1971 1969 1967 1965 1963 1961 FAO Food Price Index adjusted for changes in US$-SDR exchange rate FAO Food Price Index adjusted for changes in US$-CFA exchange rate FAO Food Price Index ۞ fonte: FAO e IMF non tutti i prezzi crescono nella stessa misura: cereali, caffè e cacao: 1990- 2008 Prices for selected cereals and tropical export products 450 400 350 300 250 200 150 100 50 Wheat <= Rice Cocoa 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 Coffee fonte: FAO, ICO e ICCO La crescita dei costi di produzione cosa ci attendiamo nel medio termine a guidare la crescita della produzione sono soprattutto le rese Coarse grains 11.0 5.5 10.0 5.0 9.0 4.0 3.5 World: +1.0% p.a. 3.0 8.0 7.0 6.0 5.0 4.0 2.5 3.0 2.0 2.0 EU India China USA World World: +1.2% p.a. 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 4.5 Tonnes per hectare 6.0 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 Tonnes per hectare Wheat USA Brazil fonte: FAO e OECD China World EU cosa ci attendiamo nel medio termine i prezzi dei cereali di base: grano, mais, riso 700 600 500 400 Rice 300 Wheat 200 100 Maize 19 85 19 88 19 91 19 94 19 97 20 00 20 03 20 06 20 09 20 12 20 15 0 fonte: FAO e OECD Alcune cause strutturali e non degli aumenti dei prezzi 39 Alcune cause strutturali e non degli aumenti dei prezzi • Dal lato dell’offerta si ricordano,, – le avverse condizioni atmosferiche che hanno ridotto i raccolti di cereali nel 2005 e 2006, – la riduzione delle riserve (stocks) di cereali e semi oleosi nei principali paesi esportatori, – l’aumento dei costi di produzione (mezzi chimici e carburanti) e di trasporto, determinati proprio dall’aumento del prezzo del petrolio, che è iniziato in modo sostenuto a partire dal 2002. – La riduzione dell’offerta di prodotti agricoli sui mercati mondiali – La scarsità e concorrenza nell’uso delle risorse idriche Alcune cause strutturali e non degli aumenti dei prezzi • Dal lato della domanda, vengono invece sottolineati – la maggiore richiesta di bio-carburanti determinata sia dall’aumento del prezzo del petrolio, che da politiche di incentivazione, in particolare negli USA della produzione di etanolo. – il cambiamento delle abitudini alimentari in conseguenza soprattutto dei processi di urbanizzazione, che interessano grandi paesi come Cina e India. Questi due paesi però restano ancora oggi esportatori netti di cereali. – non vengono trascurati gli effetti della speculazione, e la riduzione del valore del dollaro, che rappresenta la moneta di riferimento per le principali sui mercati mondiali [i]. L’aumento della domanda costituisce oggi una pressione costante sui prezzi dei prodotti alimentari, e le capacità di risposta dei singoli paesi, sono molto diverse in relazione alla disponibilità o meno di terre utilizzabili a fini agricoli LA posizione contrapposta del Brasile e della Cina In termini di superficie hanno una dimensione molto simile (circa 845 milioni di ettari il Brasile e 932 milioni la Cina). SUPERFICIE ARABILE • in Cina 137 milioni di ettari nel 2000, con un forte incremento rispetto ai 97 milioni del 1980. • In Brasile, poco più di 57 milioni ettari sempre nel 2000 (45 milioni nel 1980). TERRA IRRIGABILE • In Cina è quasi 55 milioni di ettari, pari al 40% dell’intera terra arabile del paese ma però è altamente fertile e produttiva in grado di soddisfare, per adesso, le necessità alimentari della popolazione cinese che ha superato un miliardo e trecento milioni. • In Brasile, è ancora oggi molto limitata, circa 3 milioni di ettari (meno del 10% della superficie arabile). POTENZIALITA’ • Le potenzialità del Brasile sono però grandissime per quanto riguarda i programmi di sviluppo delle terre, con stime che arrivano anche a superare i 50 milioni di ettari, come dimostrano le grandi espansioni della soia nel Mato Grosso, • il più recentemente con lo sviluppo della canna da zucchero per la produzione di etanolo nel Sud-est del paese. Le potenzialità e lo sviluppo della produttività nell’agricoltura brasiliana vanno molto al di la delle esigenze alimentari della sua popolazione, che ha superato da poco i 180 milioni, è hanno fatto del Brasile uno dei principali paesi esportatori di commodities agricole a livello mondiale. The links and differences with non food production Bio fuel development in Brasil, USA and UE cosa ci attendiamo nel medio termine 140 120 100 80 60 40 20 0 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 20 11 20 12 20 13 20 14 20 15 20 16 20 17 20 18 Billion litres biocarburanti: la produzione di etanolo USA BRA E27 CHN IND CAN THA ARG ETH PHL MYS MEX TZA MOZ PER ZAF fonte: FAO e OECD COL IDN AUS VNM TUR The links and differences with non food production The links and differences with non food production The links and differences with non food production The links and differences with non food production Le difficoltà e limiti della “governance” internazionale • All’aumentare delle complessità e interrelazioni nel sistema agroalimentare mondiale è venuto a indebolirsi il sistema di “governance” dei fenomeni a livello globale. Due aspetti illustrano bene questa situazione. – il non raggiungimento degli obiettivi di riduzione nel 2015 della metà della povertà e della fame fissate nel Millennium development goals – Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO sui commerci mondiali. 51 52 Povertà, fame, malnutrizione nel mondo • La maggiore consapevolezza dell’importanza dell’agricoltura e dell’alimentazione nello sviluppo economico dei diversi paesi ha contribuito • al cambiamento nella strategia di intervento per quanto riguarda fame, povertà e malnutrizione. • Viene messa in discussione la semplicistica visione, del cosi detto Washinton Consensus, che individuava nella liberalizzazione dei commerci e deregolamentazione la soluzione principale per lo sviluppo economico mondiale. • In questa visione il ruolo dell’agricoltura è stata del tutto secondario (Si veda il Rapporto della Banca Mondiale del 2008, Agriculture for development) 53 Povertà, fame, malnutrizione nel mondo, Per raggiungere gli obiettivi del World Food Summit, le principali organizzazioni mondiali FAO, IFAD e WFP (World food program) hanno proposto: • (Twin track approach) strategia “gemella” che si concentra prevalentemente nelle zone rurali • Le misure di breve periodo – una rete di protezione (safety net) alimentare e sociale per i consumatori più vulnerabili delle aree sia rurali che urbane. – Misure particolarmente rilevanti fra le popolazioni a basso reddito delle zone urbane e fra questi bambini, donne in maternità e anziani. • Le politiche di medio e lungo periodo – stimolare gli investimenti pubblici e privati in agricoltura – miglioramento del funzionamento dei mercati agricoli, – rilanciare lo sviluppo agricolo delle zone rurali. 54 Povertà, fame, malnutrizione nel mondo, • La “twin” strategia è stata ulteriormente precisata nella Conferenza mondiale della FAO a Roma del giugno 2008, con particolare riferimento all’aumento dei prezzi delle commodieties agricole ed ai cambiamenti climatici. Il consenso è stato ampio • Il problema fondamentale riguarda ed il sostegno finanziario per l’attuazione di queste politiche. – le Organizzazioni internazionali (FAO in prima fila) hanno stimato una necessità finanziaria di circa 30 miliardi di dollari. – Gli stanziamenti per il momento messi a disposizione, o dichiarati disponibili, ammontano invece a pochi miliardi di dollari – La non disponibilità finanziaria rende praticamente inconsistente questa nuova strategia. 55 Effetti sui paesi in via di sviluppo dell’aumento dei prezzi Povertà, fame, malnutrizione nel mondo, COUNTRIES IN CRISIS REQUIRING EXTERNAL ASSISTANCE (total:32 countries) tfall in aggregate food n/supplies -->Table view Widespread lack of access Severe localized food insecurity 57 COUNTRIES WITH UNFAVOURABLE PROSPECTS FOR CURRENT CROPS TERMINOLOGY • Countries in Crisis Requiring External Assistance are expected to lack the resources to deal with reported critical problems of food insecurity. Food crises are nearly always due to a combination of factors, but for the purpose of response planning, it is important to establish whether the nature of food crises is predominantly related to lack of food availability, limited access to food, or severe but localized problems. Accordingly, the list of countries requiring external assistance is organized into three broad, not mutually exclusive, categories: – exceptional shortfall in aggregate food production/supplies as a result of crop failure, natural disasters, interruption of imports, disruption of distribution, excessive post-harvest losses, or other supply bottlenecks. – widespread lack of access, where a majority of the population is considered to be unable to procure food from local markets, due to very low incomes, exceptionally high food prices, or the inability to circulate within the country. – severe localized food insecurity due to the influx of refugees, a concentration of internally displaced persons, or areas with combinations of crop failure and deep poverty. • Unfavourable Prospects for Current Crops: Refer to prospects of a shortfall in production of current crops as a result of a reduction of the area planted and/or adverse weather conditions, plant pests, diseases and other calamities which indicate a need for close monitoring of the crops for the remainder of the growing season la risposta delle politiche nazionali fonte: FAO I limiti della governance mondiale. Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO La gestione degli accordi internazionali sul commercio hanno messo in evidenza ulteriori e più sostanziali limitazioni alla governace mondiale • Il nuovo fallimento dei negoziati WTO di fine luglio 2008. (Il Doha Round del WTO è iniziato nel 2001) • I due principali dossier riguardano – i commerci dei prodotti agricoli – e di prodotti industriali, – si sono intrecciati e condizionati a vicenda. 61 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO sui commerci mondiali. Le posizioni dei diversi paesi • I paesi in via di sviluppo chiedono – la riduzione dei sussidi all’agricoltura e delle tariffe che limitano il loro accesso ai mercati dei paesi più ricchi. – Il valore delle tariffe si aggira per i prodotti agricoli sopra il 30% del valore della produzione nei paesi sviluppati e sopra il 50% nei paesi in via di sviluppo) • I paesi sviluppati chiedono – una riduzione della protezione e tariffe per i prodotti industriali da parte dei paesi in via di sviluppo. – le tariffe per i manufatti sono quasi inesistenti nei paesi sviluppati ,meno del 5% dei prodotti industriali, e poco meno del 20% nei paesi in via di sviluppo). 62 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO • La crescente adesione al WTO di un numero sempre maggiore di paesi, soprattutto in via di sviluppo, fra cui la Cina nel 2001, e il Vietnam che nel 2006 che è diventato il 150° paese aderente, hanno reso molto più difficile l’individuazione degli accordi multilaterali e compromessi fra i diversi interessi. 63 64 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO Il fallimento del recente incontro del WTO a Ginevra (fine luglio 2008) ha ribadito sostanziali vecchie e nuove differenze: • La sostanziosa riduzione delle tariffe sui prodotti agricoli proposta da USA e EU non è stata sufficiente a evitare il fallimento. • Il fallimento non è stato evitato anche se su 18 argomenti su 20 la trattativa aveva raggiunto importanti accordi. • La richiesta di limitare i sussidi agricoli ai livelli attuali non è stata accolta dagli USA perchè attualmente questi si sono fortemente ridotti, proprio in seguito proprio ai recenti aumenti dei prezzi. 65 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO • Un punto cruciale del disaccordo si è verificato proprio sul “meccanismo di salvaguardia” degli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, con la possibilità di imporre tariffe sulle importazioni agricole, quando queste diventavano appena significative, come richiesto con determinazione dall’India a nome dei grandi paesi emergenti. • Gli USA richiedevano, invece, che le tariffe potessero essere applicate solo quando le importazioni raggiungevano livelli elevati. • • Altro elemento di contrasto più specifica ha riguardato il sostegno al cotone, effettuato in modo particolare dagli USA, che contrasta con gli interessi non solo di Cina e India, ma anche con quelli di diversi paesi africani. 66 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO. • IL mancato accordo in seno al WTO, dopo sette anni di trattative, va ricercata quindi in ragioni più generali di quelle specifiche. • la maggiore vulnerabilità dei sistemi alimentari dei paesi in via di sviluppo messi in evidenza proprio dal recente aumento della commodities agricole. • in grandi paesi come la Cina e l’India, l – la salvaguardia dello sviluppo dell’agricoltura e più in generali delle zone rurali, è diventato un argomento sempre più rilevante di politica economica interna, – le maggiori differenze fra zone urbane e rurali che si stanno verificando nella distribuzione dei benefici e dei redditi determinati del rapido sviluppo economico[i]. 67 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO • Il fallimento Doha Round del WTO rinvia quindi le decisioni a tempi migliori, difficilmente valutabili, e lascia sospesi anche gli accordi raggiunti sulla riduzione delle tariffe agricole e industriali sia dei paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo. • Il fallimento dei negoziati spingerà quindi ad accelerare, una delle tendenze già emersa nei negli ultimi anni, che ha visto aumentare la rilevanza gli accordi bilaterali e preferenziali, soprattutto da parte degli USA e UE. • Nel 2005 la percentuale degli scambi di prodotti agricoli effettuata con accordi bilaterali e preferenziali superava il 42% del totale per gli USA, mentre per l’UE erano del 38%, ma con grandi accordi (paesi del mediterraneo) ancora in corso di 68 definizione. 69 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO • Recentemente anche la Cina si è mossa in questa direzione stipulando accordi bilaterali, oltre che con i paesi asiatici, anche con numerosi paesi africani e dell’America latina. • L’ampliamento degli accordi bilaterali rientrano in una tendenza verso la regionalizzazione dei commerci internazionali, che non sarà facile fare rientrane in quelli più generali del WTO[ii]. 70 Il prolungarsi e lo stallo dei negoziati del WTO Un approfondimento delle tematiche del WTO e del ruolo degli scambi bilaterali e preferenziali si veda: • Numero speciale di EuroChoise, n.6, 2007, e in particolare i contributi di: • Josling T.(2007) The WTO: What Next?, • Moehler R. (2007) EU Bilateral and Regional Trade Agreements:Impacts on the CAP. l 71 72