Aereonautica militare 1° guerra mondiale Una presentazione di Daniel Bangert e Max Fagioli Dati generali • • • • • • • Attiva dagli inizi del secolo XX fino ad oggi Nazione: Italia Alleanza: NATO Dimensione: 44.000 effettivi, 665 aeromobili Stato Maggiore: Roma Motto: "virtute siderum tenus" valore verso le stelle Simbolo: Coccarda Origini • • • L´ aereonautica italiana nacque nell´anno 1887 e 1888 nella campagna d´Africa Orientale dove sono state messe in uso delle mongolfiere per osservare il territorio dall’alto. La sezione aeronautica del genio si espanderà negli anni successivi fino ad assumere la dimensione di una brigata e successivamente di un battaglione. Con il tempo le mongolfiere si svilupparono in aereoplani e nell’anno 1909 aprì la prima scuola di volo militare fu fondata a Centocelle (Roma) che divenne il primo aeroporto italiano. Il primo brevetto di pilota venne rilasciato nel settembre 1909 al tenente di vascello Mario Calderara. Lo stesso Calderara, insieme al Ten. Umberto Savoia, firmò nel febbraio 1910 il primo contratto con i fratelli Wright per la produzione su licenza, in Italia, di 5 aeromobili che utilizzavano i brevetti detenuti dagli stessi Wright. Il primo utilizzo operativo delle forze aeree avvenne con la campagna di Libia del 1911-1912, attraverso l'utilizzo di 4 aerostati, 2 dirigibili e 28 aerei. Prima guerra mondiale • La Prima Guerra Mondiale diede un ulteriore impulso alla scienza del volo, vedendo quindi nascere l’Aeronautica Militare in quasi tutte le Nazioni coinvolte nel conflitto. • Enormi triplani capaci di trasportare tre tonnellate di bombe dalla Gran Bretagna alla Germania nella prima guerra mondiale; pesanti dirigibili Zeppelin intenti a bombardare Londra nel 1915; pericolosi dardi metallici usati al posto delle mitragliatrici sugli aerei da caccia alleati. L'Aviazione muoveva i suoi primi passi anche nelle terrificanti applicazioni belliche, proprio durante il Primo Conflitto Mondiale. L’uso • L'uso degli aerei come armi durante la Prima Guerra Mondiale distrusse ogni certezza dei Quartieri Generali. Il “fronte” inteso come linea di combattimento non esisteva più. Ogni parte delle nazioni in guerra poteva essere colpita dall'aria. Giulio Douhet • Fu un italiano, Giulio Douhet, comandante del battaglione aviatori dal 1913 al 1915, a diventare uno dei primi teorici della guerra aerea, sostenendo in particolare l'importanza dell'aviazione da bombardamento in funzione strategica. Ogni nazione impegnata nella guerra aveva aeroplani: • Francia da 136 a 138 • Gran Bretagna da 48 a 113 • Germania da 180 a 232 • Italia (1915) da 130 a 150 • Austria-Ungheria da 60 a 86 • Russia da 210 a 244 • Belgio24 • Stati Uniti 55 L'Aviazione Italiana e AustroUngarica nella Grande Guerra • Per quanto riguarda le forze aeree, l'esercito italiano iniziò il conflitto con una sessantina di aeroplani, quasi tutti di tipo antiquato e di costruzione francese, o realizzati su licenza, e 3 dirigibili, oltre ai velivoli destinati alle scuole d'addestramento. La marina, che si era dotata di una componente aerea nel 1913, aveva in linea 15 idrovolanti e 2 dirigibili. • Le squadriglie da bombardamento, dotate di trimotori Caproni (nome del progettista e realizzatore dei motori), operarono intensamente durante la 1° GM. • Le forze aeree dell'esercito nella primavera del 1917 erano salite a 62 squadriglie, che intervennero in appoggio alle operazioni sul fiume Isonzo. • La popolazione cominciò a comprendere cosa fosse la minaccia aerea e inoltre • lo sviluppo della tecnica aeronautica durante la guerra ebbe immense ripercussioni in campo civile negli anni venti. • Le fabbriche, nella loro riconversione all'economica civile, non dimenticarono certo le innovazioni ottenute con scopi bellici, ma le modificarono per adeguarle a un impiego pacifico. In questo modo l'aviazione civile si affermò sia nel trasporto passeggeri sia in quello merci. • Le distanze furono presto accorciate e i vantaggi che se ne trassero furono maggiori in quei paesi che per primi ne compresero l'importanza, come gli Stati Uniti. • Anche la Germania sviluppò novità importanti per il trasporto civile, ma purtroppo quelle stesse migliorie sarebbero state usate per originare i superbi aerei da guerra della Luftwaffe durante la Seconda Guerra Mondiale, ricordando al mondo quanto terribile potesse essere il cattivo uso di una buona invenzione.