MODULO 2 UNITÀ 2.2 CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI Pag. 122 Generalità Tutti gli alimenti si alterano con il processo di invecchiamento Per migliaia di anni l’uomo ha utilizzato tecniche come l’essiccamento, la salagione o l’affumicamento per fronteggiare le alterazioni dei cibi Nicolas Appert, alla fine del Settecento, inventò un metodo di conservazione degli alimenti (appertizzazione) ponendo le basi per la nascita dell’industria conserviera Oggi le tecniche di conservazione mirano a prolungare la shelf-life degli alimenti cercando di mantenere il più possibile le loro caratteristiche nutrizionali e organolettiche Pag. 123 Tecnologie alimentari Le tecniche di conservazione servono a impedire o rallentare l’instaurarsi di processi alterativi e a rispondere alle attuali esigenze di mercato, che richiedono sempre più alimenti pronti e innovati, di qualità e salubri Durante i trattamenti tecnologici gli alimenti subiscono inevitabilmente una serie di “danni tecnologici”: meccanici (azioni di pressione, sforzo da taglio, ecc.) termici (effetti del calore sui componenti degli alimenti) chimici (reazioni di ossidazione, ecc.) da inquinamento (contaminazioni di varia natura) Per ridurre i danni tecnologici si fa ricorso: alle mild technologies ai trattamenti combinati (abbinano più tecnologie) a nuove tecnologie (microfiltrazione su membrana, riscaldamento ohmico, ecc.) Pag. 124 Alterazione degli alimenti/1 Le alterazioni dei prodotti alimentari sono determinate fondamentalmente da fattori biologici: microrganismi (batteri, lieviti e muffe), i principali responsabili delle modificazioni sia a livello del valore nutrizionale che delle caratteristiche organolettiche del prodotto stesso enzimi presenti negli alimenti roditori e insetti, che oltre a causare danni nelle derrate alimentari sono vettori di microrganismi patogeni Se la contaminazione microbica è in fase iniziale le alterazioni organolettiche possono essere inavvertite dai nostri sensi Se i microrganismi contaminanti sono patogeni, questi possono compromettere la salute del consumatore Pag. 125 Alterazione degli alimenti/2 Le alterazioni dei prodotti alimentari possono essere determinate da cause fisico-chimiche: ossigeno inattiva vitamine, provoca imbrunimenti (sono sufficienti piccolissime quantità di O2) luce inattiva vitamine, induce alterazioni di colori e sapori temperatura tra 10 e 40 °C vengono favorite le reazioni enzimatiche e la crescita microbica umidità l’eccesso provoca rammollimenti, la disidratazione causa l’avvizzimento dei vegetali freschi e la “scottatura” dei surgelati pH nell’intervallo tra 4,5 e 9 viene favorita la crescita microbica Pag. 126 Classificazione dei metodi di conservazione/1 Le tecniche di conservazione degli alimenti sono oggi molto numerose e possono essere classificate secondo diversi criteri In base alle cause di alterazione contro cui i vari metodi sono rivolti, si distinguono metodi finalizzati a: contrastare i microrganismi possono essere di tipo batteriostatico, se bloccano o rallentano le reazioni metaboliche dei microrganismi (es. refrigerazione, essiccamento), o battericida, se distruggono i microrganismi (es. pastorizzazione, sterilizzazione) bloccare le attività enzimatiche (es. pastorizzazione, scottatura) contrastare le alterazioni chimico-fisiche (es. confezionamento asettico, sottovuoto, active packaging) Pag. 127 Classificazione dei metodi di conservazione/2 Pag. 128/1 Conservazione con basse temperature Sono metodi fisici ampiamente utilizzati Le basse temperature compiono la loro azione rallentando (refrigerazione) o bloccando (congelamento e surgelazione) l’attività di tutti gli enzimi presenti in un alimento (sia quelli propri dell’alimento, sia quelli prodotti dai microrganismi) i microrganismi vengono messi in condizioni non più adatte per moltiplicarsi Le tecniche basate sull’applicazione delle basse temperature sono: la refrigerazione il congelamento la surgelazione Pag. 128/2 Refrigerazione Tecnica utilizzata specialmente per conservare a breve termine ogni tipo di alimento deperibile perché consente di preservarne le caratteristiche organolettiche e nutrizionali Le temperature applicate sono generalmente comprese tra 0 e 4 °C L’umidità relativa deve essere di ~ 85% Alcuni patogeni, come la listeria, sono in grado di moltiplicarsi alle temperature del frigorifero Pag. 129/1 Congelamento Tecnica che consiste nel sottoporre l’alimento a temperature molto basse, tali da provocare la cristallizzazione dell’acqua e la solidificazione del prodotto stesso Il congelamento può essere: lento la temperatura applicata oscilla tra –8 e –20 °C. Si formano dei macrocristalli di ghiaccio che rompono le membrane cellulari delle cellule che formano il prodotto, incidendo negativamente sulle caratteristiche sensoriali di questo una volta scongelato. Oggi questo sistema è stato abbandonato a livello industriale rapido l’alimento viene sottoposto a temperature di almeno –30 °C. Si formano microcristalli di ghiaccio che non rompono le membrane cellulari, perciò si minimizzano le perdite nutritive e sensoriali Pag. 129/2 Surgelazione Gli alimenti surgelati devono: provenire da materie prime in stato di assoluta freschezza essere sottoposti a un metodo di congelamento ultrarapido mantenere una Ta < –18 °C ininterrottamente fino alla distribuzione finale (catena del freddo) essere venduti nelle loro confezioni originali riportare sull’etichetta tutte le indicazioni a norma di legge Pag. 130 Conservazione con alte temperature Il calore agisce inattivando gli enzimi e uccidendo i microrganismi L’azione battericida, più o meno energica del calore, dipende: dalle caratteristiche delle diverse specie microbiche presenti negli alimenti (es. le spore batteriche sono più resistenti delle forme vegetative) dall’umidità (es. per distruggere le spore del C. botulinum occorrono 4-10’ a 120 °C con calore umido, oppure 120’ a 120 °C con calore secco) dalla carica batterica iniziale dalla composizione chimica dell’alimento dal pH del mezzo dalla presenza di sostanze grasse che fungono da protezione dal binomio temperatura/tempo applicato nel trattamento termico Pag. 131/1 Pastorizzazione Consiste nel riscaldamento del prodotto in modo da determinare la distruzione dei microrganismi patogeni e della maggior parte dei microrganismi alterativi, ma non delle spore, per cui gli alimenti pastorizzati devono essere conservati in condizioni tali da limitare la germinazione delle spore o lo sviluppo dei microrganismi superstiti spesso si abbina alla refrigerazione Esistono diversi sistemi di pastorizzazione, quello più diffuso è noto come pastorizzazione rapida o HTST (High Temperature Short Time): temperature di 75-85 °C per 15-20’’ si applica su alimenti liquidi (sp. latte) che scorrono in uno strato sottile tra due pareti metalliche scaldate Pag. 131/2 Sterilizzazione Tecnica che mira a distruggere tutte le forme microbiche, spore comprese, presenti nell’alimento Possono distinguersi: sterilizzazione classica (o apertizzazione) si effettua a Ta 120 °C per ~ 20’ e si applica ad alimenti solidi o liquidi già chiusi in contenitori metallici o di vetro (es. carne bovina, prodotti ittici, prodotti vegetali) sistema UHT (Ultra High Temperature) si applica ad alimenti liquidi sfusi che subiscono un trattamento con Ta tra 140 e 150 °C e poi vengono raccolti in contenitori sterili (es. “latte a lunga conservazione”) Pag. 132/1 Conservazione per sottrazione di acqua Riducendo il contenuto d’acqua degli alimenti si rallentano o si impediscono l’attività microbica e i processi enzimatici si prolunga la shelf-life dei prodotti I sistemi che si basano su questo principio sono: la concentrazione l’essiccazione la liofilizzazione Pag. 132/2 Concentrazione Processo che riduce parzialmente l’acqua presente negli alimenti liquidi, ottenendo: un aumento della shelf-life una diminuzione del peso del prodotto risparmio economico sia in fase di stoccaggio che di trasporto In genere è abbinata ad altri trattamenti (es. aggiunta di sale o zucchero, pastorizzazione) Può essere: a caldo Ta = 40-50 °C a freddo (crioconcentrazione) Ta = –3/–9 °C Pag. 133/1 Essiccazione Consiste nell’esporre il prodotto a una fonte di calore allo scopo di rimuovere quasi completamente l’acqua degli alimenti Il contenuto idrico residuo è del 10-15% la forte disidratazione blocca la moltiplicazione dei microrganismi Fonti di calore: naturale (sole) si applica ancora adesso a livello artigianale (es. stoccafisso) artificiale si applica in ambito industriale: a corrente d’aria calda, utilizzata per pesci, carni essiccatoi a polverizzazione (spray-drying), utilizzata per alimenti liquidi creando il sottovuoto, utilizzata per alimenti sensibili al calore come i succhi di frutta Pag. 133/2 Liofilizzazione La liofilizzazione o crioessiccazione consiste nella disidratazione per sublimazione dei prodotti previamente congelati in particolari condizioni di temperatura e sottovuoto I prodotti liofilizzati conservano meglio le caratteristiche nutritive e organolettiche originarie rispetto ai prodotti essiccati con metodi tradizionali Si applica su svariati prodotti: caffè, frutta e verdura, alimenti dietetici, ecc. Pag. 134/1 Conservazione in ambienti modificati Consistono nel preservare gli alimenti dal contatto con l’O2 dell’aria in modo da impedire le ossidazioni e lo sviluppo di microrganismi aerobi I gas più comunemente utilizzati sono N2 e CO2 inibiscono la crescita di muffe e batteri aerobi stretti Si distinguono: atmosfera controllata le modifiche della composizione dell’aria avvengono in depositi refrigeranti a tenuta stagna dove i valori dei gas immessi sono tenuti sotto controllo a valori costanti atmosfera modificata la modificazione dell’atmosfera avviene all’interno delle confezioni dell’alimento, e la composizione dell’aria è modificata via via dai processi respiratori del prodotto che consuma O2 e fa aumentare la quantità di CO2 Pag. 135/1 Sottovuoto Consiste nella quasi totale sottrazione dell’aria presente all’interno della confezione Sottraendo l’ossigeno i microrganismi aerobi non possono più moltiplicarsi e vengono inibiti i fenomeni ossidativi Richiede una rigorosa igiene nelle fasi di preparazione e confezionamento degli alimenti Oggi è un metodo sempre più utilizzato sia nell’industria che nella ristorazione collettiva Pag. 135/2 Cryovac Rappresenta una variante del confezionamento sottovuoto La confezione è costituita da un sacchetto di plastica termoretraibile: una volta introdotto l’alimento e sigillata la confezione, il prodotto viene immerso per pochi secondi in acqua a Ta ~ 90 °C in modo che la pellicola aderisca completamente all’alimento; segue il rapido raffreddamento del prodotto e la sua conservazione a ~ 4 °C fino alla sua commercializzazione Pag. 136 Conservazione con radiazioni ionizzanti Consiste nel sottoporre l’alimento a radiazioni ionizzanti, che possono essere raggi gamma, raggi X o fasci di elettroni Le radiazioni ionizzanti determinano la rottura dei legami fra gruppi di atomi che costituiscono le grosse molecole organiche (sp. il DNA) blocco dell’attività vitale dei batteri, degli insetti e di altri parassiti In Europa è consentito l’impiego di radiazioni per trattare erbe aromatiche e spezie Pag. 137 Tecnologie emergenti Trattamento ad alta pressione (pascalizzazione) è un trattamento realizzato a temperatura ambiente utilizza elevate pressioni, che hanno l’effetto di distruggere la maggior parte dei microrganismi, ma non le spore Trattamento con ultrasuoni si basa sull’effetto noto come cavitazione quando gli ultrasuoni attraversano un mezzo liquido formano una serie di bolle di gas nel mezzo, e implodendo rompono le membrane dei microrganismi uccidendoli le spore sono più resistenti delle forme vegetative possono essere associati altri trattamenti quali la pressione (manosonicazione) o il calore (termosonicazione) Pag. 138 Metodi chimici di conservazione/1 La salagione Metodo di conservazione molto antico, ancora oggi impiegato per conservare carni, pesci e vegetali Il sale comune (NaCl) ha un buon potere batteriostatico perché disidrata le cellule per effetto osmotico, per cui, senza acqua a disposizione, i microrganismi non sono in grado di moltiplicarsi. Inoltre gli ioni cloruro e gli ioni sodio sono nocivi per i batteri La concentrazione salina necessaria per inibire la crescita della maggior parte dei batteri è intorno al 10-14% La salagione può essere: a secco si sfrega sale grosso sulla superficie dell’alimento in salamoia soluzione di acqua e sale in cui si immerge l’alimento Spesso è abbinata alla refrigerazione Pag. 139 Metodi chimici di conservazione/2 Uso dello zucchero Lo zucchero esercita sui microrganismi un’azione disidratante simile a quella del sale ma più blanda occorre una concentrazione di almeno il 50% di zucchero per avere l’azione batteriostatica Uso dell’aceto L’acido acetico contenuto nell’aceto abbassa il pH dell’ambiente creando condizioni sfavorevoli per lo sviluppo microbico Uso di alcol etilico La sua azione è battericida quando le sue concentrazioni sono tra 50 e 70% viene aggiunto ad alcuni tipi di frutta Uso dell’olio di oliva e dell’olio di semi L’olio isola l’alimento dal contatto diretto con l’aria bloccando l’attività dei microrganismi aerobi È inefficace contro batteri anaerobi come il C. botulinum, per cui questo metodo va abbinato ad altri (es. pastorizzazione e aggiunta di aceto) Pag. 140 L’affumicamento È un sistema antichissimo di conservazione degli alimenti Consiste nell’esporre gli alimenti, di solito carni o pesci, al fumo di legna di alberi quali quercia o faggio oppure di piante aromatiche, come rosmarino e origano Il fumo, per effetto del calore, disidrata il prodotto e crea un ambiente sfavorevole allo sviluppo microbico grazie a certe sostanze antimicrobiche presenti nel fumo, specialmente l’aldeide formica Gli alimenti affumicati acquistano un sapore particolare e gradevole Nel fumo sono presenti anche idrocarburi policiclici aromatici, noti cancerogeni, per cui è bene non consumare eccessive quantità di alimenti affumicati Pag. 141 Le fermentazioni Gli agenti responsabili delle fermentazioni sono microrganismi, ossia esseri viventi Le fermentazioni più importanti sono: alcolica (lieviti saccaromiceti) glucosio etanolo + CO2 lattica (batteri lattici) lattosio ac. lattico + CO2 propionica (batteri propionici) zucchero a. propionico + CO2 acetica (batteri Acetobacter) alcol etilico + O2 ac. acetico + H2O