Profit e non profit:
insieme si può!
www.ciscorno.it
Per le imprese
-Etica d’impresa
Per il non profit
-Attività di Fund raising
-Maggior professionalità,
managerialità e intraprendenza
- Corporate Social
Responsibility
-Da assistenza a
imprenditorialità sociale
Per il settore pubblico
-una risposta alla carenza di fondi a cui si somma
l’erogazione lenta del 5 per mille
-nuove dinamiche nel mondo del sociale
MONDO NO PROFIT (dati censimento al 31 dicembre 2011)
2011
2001
VAR%
ENTI NP
301.191
235.232
28%
ONP CON
VOLONTARI
243.482
220.084
10,6%
VOLONTARI
4.758.622
3.315.327
43,5%
ONP CON
DIPENDENTI
41.744
38.121
9,5%
DIPENDENTI
680.811
488.523
39,4%
ONP CON
LAVORATORI
ESTERNI
35.977
17.394
106,8%
LAVORATORI
ESTERNI
270.769
100.525
169,4%
ONP CON
LAVORATORI
TEMPORANEI
1796
781
130%
LAVORATORI
TEMPORANEI
5.544
3.743
48,1%
Risorse umane nel no profit
Totale persone: 5,7 milioni
Volontari: 83,3% ossia 4.758.622
Dipendenti: 11,9% ossia 680.811
Lavoratori esterni: 4,7% ossia 270.769
Lavoratori temporanei: 0,1% ossia 5.544
Attività
Nel settore delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento il numeri di
istituzione no profit attive (146.997) è superiore a quello delle imprese
(61.527) e istituzioni pubbliche (252).
Il secondo settore di attività è rappresentato da sanità e
assistenza sociale con 36.010 istituzioni attive a fronte di 474
istituzioni pubbliche e 246.770 imprese.
Attività
attività
2001
2001
Var2011/2001
v.a.
%
v.a.
%
Cultura, sport
195.841
65
140.391
63,4
39,5
Istruz ricerca
15.519
5,2
11.652
5,3
33,3
sanità
10.969
3,6
9.676
4,4
13,4
Ass. soc. prot. Civ.
25.044
8,3
19.344
8,7
29,5
Ambiente
6293
2,1
3277
1,5
92,0
Sviluppo econ. Coesione
soc.
7458
2,5
4338
2,0
71,9
Tutela diritti e attività
politiche
6822
2,3
6842
3,1
-0,3
Filantropia e promozione
volontariato
4847
1,6
1246
0,6
289,0
Cooperazione int.
3565
1,2
1433
0,6
148,0
Religione
6782
2,3
5903
2,7
14,9
Relaz. Sindacali e rapp. di
interesse
16414
5,4
15651
7,1
4,9
Altre attività
1637
0,5
1660
0,7
-1,4
Totale
301191
100,0
221412
100,0
36,0
CSR
La Responsabilità Sociale d’Impresa, ovvero CSR (Corporate Social Responsibility)
è stata definita dalla Commissione Europea come “l’integrazione su base
volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche
nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate».
Nuova definizione UE del 2011: the responsibility of enterprises for their
impacts on society.
Ne parlavano già i padri costituenti nell’art. 41 della Costituzione «L’iniziativa
economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in
modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana,
E’ una vera e propria impostazione valoriale e strategica: l’impresa non deve più
perseguire unicamente il proprio interesse e/o profitto, ma affiancare a questo anche
il perseguimento del benessere dei soggetti in relazione con essa, i cosiddetti
stakeholders.
Che cosa frena la CRS
- la mancanza di ritorni immediati
- la mancanza di cultura manageriale
MA
In generale le aziende ritengono che è importante
per rafforzare il rapporto con i dipendenti
Il codice etico, il bilancio sociale e il rapporto di sostenibilità
Codice etico: strumento ponte fra i valori dell’azienda e il rapporto
con gli stakeholder.
Bilancio sociale/ rapporto di sostenibilità: esprime la
dimensione sociale dell’impresa che rappresenta un valore
diverso rispetto a quello puramente economico
Permette di veicolare dati quantitativi e qualitativi.
Responsabilità del nonprofit
• Nel 2011uno studio condotto dall’Istat insieme al Cnel ha stimato il valore economico del
lavoro svolto dai volontari in 7,8 miliardi di euro, corrispondente a 702 milioni di ore l’anno.
Tra gli obiettivi del censimento 2011, oltre al registro statistico delle organizzazioni non profit
(già previsto nel 2001, però…) c’è una novità importante: contribuire alla nascita del conto
satellite, raccomandato dalle Nazioni Unite. Si tratta di una sezione della contabilità
nazionale dedicata al non profit, che vedrà così valorizzato il suo contributo al Prodotto
interno lordo (Pil) del nostro Paese.
• Fund raiser dotati di professionalità
• Necessità di accountability: dovere e responsabilità di un ente di spiegare e giustificare ai
suoi stakeholder le azioni intraprese
• Trasparenza nel processo di fund raising
• Garantire alta redditività
Vantaggi della CSR
CSR serve a migliorare il rapporto con gli stakeholders, determina quindi una loro
maggiore fidelizzazione e un aumento della reputazione
dell’impresa/organizzazione, che potrà così:
-migliorare la propria immagine
-ottenere una riconoscibilità e “gratitudine” del contesto territoriale
-dar vita a un miglior rapporto con i propri lavoratori, clienti e fornitori
-sostenere meglio il peso dei periodi di recessione come quello attuale,
utilizzando la leva di marketing sociale e la sua distintività.
-raggiungere nuovi target
Sono circa il 65% le aziende italiane che hanno un proprio programma di responsabilità sociale di
impresa, perché non si può più fare “impresa” senza tenere conto che essere sul mercato oggi significa
attivare una serie di rapporti con il mondo esterno che, quanto più diventano fiduciari, tanto più generano
gradimento nei confronti del marchio, del brand, del logo aziendale
Alcuni dati su Fondazioni e impegno aziende
- 131 Fondazioni aziendali (dato 2009) in prevalenza di aziende del settore
industriale (41,4%)
- 150 milioni di euro gestiti
- Motivazioni: naturale espressione della cultura aziendale (78,6%), forte
motivazione dell’imprenditore (58,6%), aumento della reputazione
dell’impresa (48,6%), espressione della CSR (37,1%)
- Staff snello ma numerosi supporti da parte dell’azienda.
Profit e non profit: vantaggi reciproci
1.Un’ottima opportunità per una ONP per raccogliere fondi e per
accrescere la sua visibilità.
2. Un’ottima opportunità per un’azienda per raggiungere benefici
concreti- pubblicità, miglioramento dell’immagine, maggiore
motivazione per lo staff, nuovi clienti , etc.
3.Un’ottima opportunità per il consumatore di effettuare un gesto di
solidarietà attraverso un acquisto o il pagamento di una prestazione
professionale
Vantaggi
PER LA NON PROFIT
o Raccolta Fondi a sostegno di un progetto o della causa
o Visibilità e comunicazione
o Opportunità di crescita “professionale” (imparare dal profit)
o Condivisione, “contagio”, della propria cultura sociale
PER L’AZIENDA
o CSR: una scommessa per crescere (patrimonio intangible e sostenibilità del business nel lungo
periodo)
o Opportunità di visibilità e relazione con gli stakeholder
o Opportunità di retention e motivazione dipendenti
o Opportunità fiscali
o Opportunità di crescita “professionale” (imparare dal non profit)
Perché le imprese donano
4 modelli principali:
-Produttività aziendale o modello neoclassico: la donazione deve portare vantaggi alla
azienda con incremento di utili o di immagine. Il fundraiser deve quindi agire con
iniziative che promuovono l’immagine dell’azienda, motivano i lavoratori e sostengono
la vendita di prodotti
-Motivazioni etiche o modello altruistico: l’azienda ritiene di dover contribuire alla
collettività
-Modello politico: le aziende utilizzano la donazione come strumento per costruire
relazioni che limitano l’intervento del pubblico oppure l’azienda promuove iniziative
con le no profit per sostenere dinamiche aziendali
-Modello dello stakeholder: l’azienda moderna deve rispondere a molteplici gruppi di
persone che hanno un interesse al suo interno. I fund raiser dovrenno trovare
molteplici iniziative per coinvolgere tutte le parti interessate
Vantaggi fiscali
Per le persone fisiche
E’ possibile detrarre dall'imposta lorda il 24% dell'importo donato a favore delle ONLUS, fino ad un
massimo di 2.065,00 euro (art. 15 del D.p.r. 917/86 modificato dal Decreto Crescita DL n. 83 del
22.06.2012).
OPPURE, è possibile dedurre dal proprio reddito le donazioni a favore delle ONLUS, per un importo
non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato e comunque nella misura massima di
70.000,00 euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05 convertito in legge n° 80 del
14/05/2005 – legge Più Dai Meno Versi).
Per le imprese in caso di donazione economica
E’ possibile dedurre le donazioni a favore delle ONLUS per un importo non superiore a 2065,83 euro o
al 2% del reddito d'impresa dichiarato (art.100 comma 2 del Dpr 917/86).
OPPURE, è possibile dedurre dal proprio reddito le donazioni a favore delle ONLUS, per un importo
non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato e comunque nella misura massima di
70.000,00 euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05 convertito in legge n° 80 del
14/05/2005 - legge Più Dai Meno Versi).
Le agevolazioni fiscali non sono cumulabili tra di loro.
Che cosa una Onp può chiedere a un’azienda
• Finanziare continuativamente la ONP, per progetti di medio/lungo termine
• Finanziare la copertura dei costi di gestione di un singolo progetto
• Sponsorizzare gli eventi/azioni di comunicazione e raccolta fondi
organizzati
• Sponsorizzare una manifestazione connessa ad un progetto
•Donare beni e servizi per l’attività istituzionale dell’organizzazione
• Donare “spazi” media per promuovere le campagne
• Destinare il budget dei regali di Natale (a fronte di una lettera congiunta da
inviare a dipendenti, clienti, ecc.)
•Acquistare i biglietti augurali
Come deve agire il non profit
Cinque sono le aree da tenere presente:
• Responsabilità nei confronti delle aziende donatrici
• Utilizzo dei fondi e loro rendicontazione
• Materiali informativi e di comunicazione e
sensibilizzazione
• Utilizzare bene le azioni di fund raising
• Comunicare bene
• Coinvolgere organo direttivo
Cosa vogliono le aziende
L’impegno sociale, per un’impresa, è innanzitutto
l’adesione etica a una causa sociale. Ma la partnership
con un’organizzazione non profit, può anche essere, per
un’azienda, un modo per accrescere il proprio valore,
rafforzare la propria immagine e la propria relazione con
gli stakeholder.
Come le aziende danno una mano al non profit
L’azienda crea una fondazione o
un ente non profit
(es. Accademia Stauffer, Fondazione
Aiutare i Bambini)
1.
2. L’azienda crea un’iniziativa per la
collettività
(es. bando L’Oreal Donne per la
Scienza)
3. Filantropia: alcune aziende lo fanno
senza volere direttamente nulla
“in cambio”
4. Staff fundraising: payroll giving , ma
anche gruppi di dipendenti che si
uniscono tra loro in modo informale.
(campagna www.unora.org)
5. Gift-in-kind (donazione di beni o servizi)
o temporaneo trasferimento di risorse
umane da un’azienda a una charity
6. Cause-Related Marketing: devolvere
parte del budget di mkt e creare un’attività
commerciale, in cui le imprese, le
organizzazioni non profit o le cause di utilità
sociale formano una partnership al fine di
promuovere un’immagine, un prodotto o un
servizio,
traendone
reciprocamente
vantaggio (es. Alitalia permette di donare le
millemiglia a OperationSmile per viaggi dei
medici – Anello Vhenier per NPH Italy)
Come le aziende danno una mano al non profit
7. Eventi (organizzazione di aste,
concerti ecc.)
8. Sponsorizzazioni
9. Co-branding
10. Comunicazione sociale
(es. Zoé Fondazione Zambon Open
education:
iniziative
di
comunicazione della salute per
favorire la percezione del «vivere
bene»)
I principi della collaborazione fra profit e non profit
1) Integrità: presuppone comportamenti onesti ed etici, aderenti ai principi morali nei
confronti di tutti coloro che vengono coinvolti nell’iniziativa
2) Trasparenza: la comunicazione rivolta ai partner e ai consumatori deve essere
veritiera, onesta e chiara. L'accordo tra le parti assume la forma di un documento scritto.
3) Sincerità:
le comunicazioni non devono pertanto essere mai ingannevoli.
4) Mutuo rispetto: il valore di cui il partner è portatore deve essere rispettato
5) Partnership solo in presenza di una relazione paritetica, in cui entrambe le parti,
hanno lo stesso peso, si realizza la condizione fondamentale per il successo dell'iniziativa
6) Mutuo beneficio vantaggio per entrambi i partner in modo commisurato tra gli
obiettivi di marketing dell’impresa e la mission della organizzazione nonprofit, secondo criteri di
valutazione definiti con chiarezza e in anticipo.
Non profit: come impostare il corporate fund raising
1. Definizione di un chiaro piano strategico: dove vogliamo
arrivare sulla base di chi siamo e di dove operiamo,
analisi e visione
2. Capire l’azienda e le sue esigenze e non solo le necessità
del non profit
capacità di comprendere gli obiettivi altrui; “umiltà” unita a
fermezza
3. Trovare lo staff adeguato
visione nell’attività di «assunzione» dei fund raiser
4. Non volere sempre il tutto subito: meglio pianificare per
ottenere una partnership di un certo livello piuttosto che
andare incontro al “mordi e fuggi”
pazienza e perseveranza
5. Chiarire in modo chiaro i ruoli : il contratto
fermezza
6. La professionalità: un team di professionisti che lavora
ogni giorno per garantire un rapporto chiaro e funzionale alle
aziende interessate a sviluppare una partnership , ma che è
anche attivo nel prestare servizio alle aziende già sponsor
attraverso un feedback costante
7. Tanti tanti contatti
capacità di creare relazione ed emozione
8. Trasparenza
costante comunicazione veritiera
Impatto della collaborazione sugli stakeholder
Impatto all’interno dell’azienda
Fonte: Errepi Comunicazione e Tomorrow SWG, L’impegno Sociale delle
Aziende in Italia, III
Rapporto di Indagine, 2008
Dubbi da superare
E’ poco etico “usare” la causa sociale per obiettivi di business:
-
L’orientamento al business di un’azienda non è poco etico, è la sua natura.
Se contribuire ad una causa sociale è un modo per fare anche il proprio interesse,
significa solamente che l’iniziativa sarà un gioco a somma maggiore di zero: non si
ha più l’azienda da una parte e il beneficiario dall’altra, ma due partner, uno profit e
uno non profit, che si mettono insieme per promuovere un’iniziativa in cui ognuno
guadagna qualcosa.
- Se è fatto nello spirito della CSR, inoltre, non si tratta più di perseguire un
obiettivo di business attraverso l’affiancamento a una causa sociale, ma di
contribuire a una causa sociale mentre si fa il proprio business. Quindi
non solo nel rispetto delle regole, ma nell’ambito di un programma più ampio
in cui l’azienda sceglie di inserire “l’interesse degli altri” nei propri obiettivi.
Dubbi da superare
“La beneficenza si fa ma non si dice”
o Superare il concetto di beneficenza e assumere il concetto di
partnership e comunicazione di un impegno reale
o Comunicare significa coinvolgere e aumentare il bene
Bisogna innovare
• Oggi
le partnership profit-noprofit non sono più in sé una novità.
• La concorrenza è aumentata in modo esponenziale
• Non basta nemmeno più comunicare bene, perché il non profit in generale sta
crescendo e sta affinando i propri strumenti.
• Bisogna essere innovativi: al posto delle tradizionali richieste di contributo bisogna
creare progetti di collaborazione inediti e specifici, che individuino nuovi modi per
rispondere alle attese delle aziende.
• Il trend:
o Coinvolgimento dei dipendenti
o Eventi
o Web e nuovi media
Andamento donazioni 2012 (Istituto Italiano delle Donazioni):
privati, aziende, fondazioni e pubblica amministrazione
Ricerca svolta a inizio 2013 in collaborazione con l’Associazione
Italiana Fundraiser
Campione: 200 enti
-Il 2012 è andato peggio rispetto al 2011 a livello di entrate globali
-A livello di bilancio globale nel 2012 il 15% ha migliorato le entrate,
mentre il 45% ha peggiorato rispetto al 2011
Andamento donazioni 2012 (Istituto Italiano delle Donazioni):
privati, aziende, fondazioni e pubblica amministrazione
Campagna Natale 2012
-La raccolta fondi da privati nel periodo natalizio 2012 è in linea con il 2011,
registrando difficoltà.
Un 22% di ONP ha raccolto di più; il 34% di meno rispetto al 2011; 44% in
linea
Difficoltà riscontrate nel fund raising natalizio:
-Il 38% del campione riscontra minore disponibilità economica dei
donatori fedeli
-Il 24 % del campione riscontra difficoltà a trovarne di nuovi
-Il 6% del campione rileva una perdita di donatori.
Secondo l’indagine IPR Marketing del Sole 24 Ore del 25/2/2013
-l’85% degli intervistati ha donato alle stesse ONP
-Contrazione nella raccolta fondi da privati.
Come si comportano i donatori
-I donatori si mantengono fedeli anche se in alcuni casi diminuiscono gli
importi
-Risulta più difficile trovare nuovi donatori
-Il 6% delle Onp intervistate dichiara perdita di donatori
-I cittadini privati continuano a sostenere massicciamente le donazioni
per il 60% degli intervistati rispetto alle aziende (13% degli intervistati).
Dati giugno 2013.
Stime primo semestre 2013
La percezione:
-Il 36% di Onp prevede di migliorare la raccolta fondi per l’intero 2013
-Il 20% prevede di peggiorare rispetto al 2012
Strategie di FR per il 2013
Il campione risponde:
-3% aste
-5%crowdfunding
-10%sms solidali
-31% direct mailing cartaceo
-35% direct mailing elettronico
-40% eventi
-50% FR a imprese
-13%lasciti testamentari
-18% face to face
-21%banchetti
-22% donazioni on line
Rispetto a 2012 aumentano
direct mailing, corporate fund
raising e eventi
Come donano gli italiani
Gennaio
2010
gennaio
2011
Gennaio
2012
Febbraio
2013
Diff
2012/13
contanti
32
34
34
32
-2
Bollet.
Post.
48
28
34
39
5
sms
46
30
33
22
-11
bonifico
6
13
13
16
3
internet
10
8
5
6
1
altro
8
9
13
7
-6
Quanto donano gli individui. Confronto 2012-2013
Ricerca IPR
2012:
-Fino a 20 Euro
2013
-Fino a 20 Euro
46% dei donatori
41% dei donatori
-Donazioni tra i 21 e i 50 Euro
- Donazioni tra i 21 e i 50 Euro
26% dei donatori
24% dei donatori
-Donazioni tra i 51 e i 100 Euro
Donazioni tra i 51 e i 100 Euro
18% dei donatori
22% dei donatori
- Donazioni tra 101 e 200 Euro
- Donazioni tra 101 e 200 Euro
4% dei donatori
10% dei donatori
-Donazioni tra i 201 e i 500 Euro
-Donazioni tra i 100 e i 200 Euro
5% dei donatori
2% dei donatori
Da tenere in considerazione
La ricerca IPR rileva la propensione a versamenti in
contanti
Contatto diretto con le Onp
“Verso alle Onp che conosco e
di cui mi fido”
Ricerca aziende ottobre 2012:
Rilevazione istituto italiano della donazione
Indagine Osservatorio Socialis di Emmepi Comunicazione
Ricerca 2010 su 800 aziende con piu’ di 100 dipendenti
Dati rilevati dal 24 marzo al 31 maggio 2010
-Nonostante la crisi le aziende hanno continuato a fare buon business: ben 7 aziende su
10 hanno continuato con progetti di responsabilità sociale
-Le aziende più grandi per fatturato e dipendenti sono quelle che investono di più (88%)
- Solo 4 su 10 credono nella relazione «più crisi=più CSR»
-Disponibilità a portare avanti investimenti in risorse intangibili
IMPORTO DEI FINANZIAMENTI: si è passati da importo medio procapite di Euro 110.000
nel 2001 a Euro 161.000 nel 2009 (+46%).
Ricerca Impresa e non profit – fine 2012
Istituto italiano della donazione
28 aziende intervistate
impegnate in CSR
Il campione
Nella maggior
parte aderenti
a Sodalitas
(settore
di attività)
Composizione del campione
7%
Industria (16 AZ)
36%
57%
Servizi (10 AZ)
Banche (2)
Dimensione economica del campione
13 aziende superano i 1000 milioni di euro
6 aziende sono sotto i 100 milioni
Modalità di erogazioni utilizzate
Modalità di erogazione utilizzate nel 2012
a confronto con 2009
Funzione aziendale incaricata alla gestione
delle erogazioni al non profit
Il responsabile CSR è fortemente coinvolto nei rapporti col non profit
però solo in 7 casi su 28 agisce in piena autonomia. Negli altri casi la
scelta avviene in collaborazione con AD, MKTG e Direttore amministr.
Funzione aziendale preposta
alla gestione delle erogazioni
CSR in azienda:
- 2006: 26% - 2007: 23% - 2009: 47% - 2012: 60%
Settori maggiormente sostenuti
Entità del sostegno
Quasi il 40% delle aziende intervistate destina > 500.000 €. Cresce
rispetto all’ultima rilevazione la % delle aziende che hanno elargito
importi contenuti e non dipende dalle dimensioni dell’azienda
L’azienda ha ridotto il sostegno in tempo di crisi?
Entità del sostegno erogato 2012 cfr 2009
Preferenze rispetto alla collocazione della ONP
Le aziende sembrano rivolgersi principalmente al
territorio nazionale e alle cause ad esso collegate.
Diminuisce decisamente la dimensione
internazionale (dal 32% al 4%)
Criteri di selezione
Criteri di selezione 2012 cfr 2009
Criticità riscontrate dalle aziende
Criticità riscontrate dalla aziende
Scarsa capacità progettuale
Rendicontazione economica…
Progetti poco chiari
Progetti poco concreti
Poca trasparenza
Rendicontazione sociale scarsa
53%
36%
32%
30%
21%
3%
Se da un lato
i sr p esta più attenzione alla valutazionea dei progetti presentati, d ll’altro ci si lamenta della scarsa capacità progettuale delle ONP.
Progetti poco chiari nel 32% dei casi e poco concreti nel 30%, oltre alla scarsa capacità di
rendicontare economicamente i progetti, denunciata dal 36% delle aziende
Viene chiesta una rendicontazione?
Richiesta di rendicontazione da parte delle aziende
sì
no
29%
71%
Tipo di rendicontazione richiesta?
Tipo di rendicontazione richiesta
Vengono fatte visite
in loco
30%
18%
22%
30%
Giustificativi di spesa
in itinere
Giustificativi di spesa
rendicontazione
sociale
Viene comunicato pubblicamente dall’azienda il
sostegno elargito?
Viene comunicato pubblicamente il sostegno elargito?
4%
sì
25%
no
a volte
71%
Modalità di comunicazione della donazione effettuata
Modalità di comunicazione
36%
Comunicati stampa
25%
Comunicazione sui media
21%
Convegni
18%
Comnicazione aziendale
Bilancio sociale
14%
Utilizzo
agevolazione fiscale
olazione fiscale «+ dai
– versi»
4%
7%
41%
22%
empre le
elargisce
o opposto
sempre
mai
solo donazioni rilevanti
non lo so
dati riservati
26%
Tra le aziende che
dichiarano di sfruttare
sempre le agevolazioni il
65% elargisce somme
inferiori a 250.000 €. Nel
caso di chi non utilizza le
agevolazioni in 6 casi su 7
le somme elargite sono
superiori a 500.000 €
La partnership con il codice etico può essere
La Partnership
con il terzo settore può essere
fattore di competitività?
fattore di competitività?
23%
77%
SI
NO
All’interno
del con
23%
la metà
delle
aziende ha
diminuito
il proprio
La partnership
il terzo
settore
è riconosciuta
dalla
maggior parte
come un
budget
a favore su
delcuiterzo
settore
e quasi
tutti di
donano
meno diDel 23% che
fattore
di competitività
far leva
soprattutto
in tempi
crisi economica.
dichiara
il contrario, invece, la metà ha diminuito il proprio budget a favore del terzo settore
500.000€
e quasi tutti donano cifre inferiori ai 500.00 euro.
Chi non crede nella partnership con il terzo settore dona meno ed, in tempi di crisi, è
Il business sociale: una nuova frontiera?
1. L’obiettivo dell’impresa e’ sconfiggere la poverta’, o altri problemi sociali (nel campo
dell’istruzione, della sanita’, della tecnologia, dell’ambiente etc) che minacciano le
popolazioni e la societa’. La massimizzazione del profitto non viene contemplata.
2. Sostenibilita’ finanziaria ed economica
3. Gli investitori recuperano il capitale investito dopo un certo periodo di tempo senza
ricevere alcun profitto sotto forma di dividendi oltre alla cifra da loro investita.
4. Quando il capitale investito e’ stato restituito, il profitto generato dall’impresa resta
all’interno di essa e viene utilizzato per finanziarne l’espansione, o per creare nuovi prodotti o
servizi in modo da contribuire al bene del pianeta.
5. L’impresa e’ eco-sostenibile e si impegna a rispettare l’ambiente.
6. Il personale riceve un salario in linea con il mercato e con migliori condizioni di lavoro
7. ….fare tutto cio’ con gioia!
.
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Lezioni Anna Cacopardo - Dipartimento di Sociologia