SSIS IX CICLO Sociologia dell’Educazione Dott. Enrico De Santo Introduzione alla disciplina La sociologia dell’educazione: definizione La sociologia dell’educazione La sociologia dell’educazione studia i rapporti osservabili tra le diverse componenti di un sistema educativo (quali la ideologia che lo orienta, i fini pedagogici che propone, la sua organizzazione a livello nazionale e locale, gli specifici contenuti culturali che trasmette, la formazione degli insegnanti, il funzionamento interno degli istituti scolastici dei vari ordini e gradi, pubblici e privati, generici e specialistici) ed i principali sistemi, sottosistemi e processi della società di cui esso fa parte [1]. [1] L. Gallino, “Sociologia della educazione”, in Dizionario di sociologia, UTET, Torino 1993, pp. 271-279. La sociologia dell’educazione Per sistema educativo s’intende un insieme di istituzioni e organizzazioni specializzate in ogni tipo di istruzione, addestramento, formazione, aggiornamento, sviluppo professionale e culturale [1]. [1] Ibidem. La sociologia dell’educazione Per educazione s’intende il processo d’integrazione sociale e di trasmissione culturale mediante il quale, nell’ambito di concrete situazioni storiche, ambientali e familiari, si struttura la personalità umana; ovvero l’insieme delle iniziative individuali e collettive che tendono ad orientare tale processo in modo sistematico verso obiettivi prefissati, attraverso metodi storicamente determinati [1]. [1] R. Martin, “Educazione”, in l’Enciclopedia, vol. 6, UTET, Torino 2003, pp. 814-817. La sociologia dell’educazione Il campo di studi di questa disciplina risulterebbe molto più vasto, se per educazione s’intendesse qualsiasi processo d’interazione sociale volto a trasmettere da una generazione all’altra, o da certi gruppi d’individui ad altri appartenenti alla stessa generazione, norme di azione e valori di orientamento, definizioni cognitive, affettive e valutative, usi e costumi della vita associata” [1]; ovvero se s’identificasse il concetto di educazione con quello di socializzazione o, addirittura, con quello di comunicazione. Ma, in questo caso, l’educazione perderebbe ogni sua specifica connotazione. [1] L. Gallino, “Sociologia della educazione”, op. cit. La sociologia dell’educazione Lo stesso campo di studi risulterebbe poco meno esteso, se per educazione s’intendesse un processo di trasmissione, insegnamento e diffusione delle tecniche. Anche in questo caso, però, il campo risulterebbe piuttosto vasto e impreciso, considerato che gran parte dei processi di trasmissione di una tecnica avvengono entro istituzioni il cui scopo primario non è quello educativo quali, ad esempio, la bottega artigiana, il negozio, l’officina, l’ufficio. La sociologia dell’educazione D’altro canto, la definizione fornita della disciplina apparirebbe eccessivamente restrittiva se nel sistema educativo si facessero rientrare solamente le scuole primarie, secondarie, universitarie, sia pubbliche che private, che in tutte le società costituiscono le istituzioni più palesi e diffuse tra quelle cui è stato attribuito lo scopo primario di trasmettere, diffondere e innovare ogni genere di competenze di prestazione intellettuale e pratica mediante programmi codificati, comuni a tutti coloro che accedono all’istruzione, e controllati da centri di potere, pubblici o privati; soprattutto se si considera che, accanto a tali istituzioni, le cui origini risalgono all’antichità, nelle società moderne e contemporanee hanno progressivamente assunto grande rilevanza anche altri apparati educativi. La sociologia dell’educazione L’analisi sociologica dei sistemi educativi è resa particolarmente ardua dalla profonda trasformazione che l’educazione ha subito nel corso della sua storia più che millenaria. L’evoluzione storica L’evoluzione storica Nella sua evoluzione storica l’educazione risulta strettamente legata alla politica, all’economia e alla cultura dei gruppi sociali che la realizzano in particolari istituzioni e organizzazioni. L’evoluzione storica La storia dell’educazione rivela, infatti, una reciproca dipendenza tra pedagogia, metodi educativi e vita sociale. L’evoluzione storica Nella storia poco meno che secolare della sociologia dell’educazione è possibile individuare almeno cinque fasi distinte e, a tratti, sovrapposte: La prima fase, che trova il suo paradigma nelle lezioni di E. Durkheim (1902, 1911) sui rapporti fra sociologia e pedagogia, assegna alla sociologia dell’educazione il compito di individuare le tendenze evolutive presenti nella società, in modo da fornire ai pedagogisti e alle forze che governano il sistema educativo indicazioni attendibili per articolare l’attività e l’organizzazione di tale sistema, con l’intento dichiarato di assecondare e accelerare le tendenze in atto. L’evoluzione storica Contro questa impostazione reagì, attorno agli anni Venti, la corrente della pedagogia autonoma, i cui esponenti sostenevano che la pedagogia non poteva essere ridotta a mera tecnica o arte da utilizzare per conseguire dei fini proposti o imposti da forze esterne alla scuola, i quali invece dovevano essere dettati unicamente dalla ricerca pedagogica. L’evoluzione storica La seconda fase, che subisce l’influenza della pedagogia attiva di J. Dewey (1916), concepisce l’educazione essenzialmente come una “ricostruzione continua dell’esperienza”, in contrapposizione all’idea dell’educazione come “preparazione per il futuro” e “ricapitolazione del passato”. L’evoluzione storica In questa prospettiva, il compito della sociologia consiste nel portare alla luce i termini più generali delle esperienze che i membri della società compiono giorno per giorno, concorrendo così a strutturare un sistema educativo orientato al miglioramento continuo dell’organizzazione sociale. E’ in questa fase che si compiono le prime ricerche sulle relazioni sociali tra insegnanti e allievi e sull’istituto scolastico inteso come sistema sociale. L’evoluzione storica La terza fase, influenzata dai lavori di M. Weber e M. Scheler, stabilisce una connessione intrinseca tra le forme dell’educazione e le forme del dominio, tra i contenuti dell’educazione e la classe sociale cui si appartiene. L’evoluzione storica La quarta fase, influenzata dall’opera di T. Geiger, A. Fischer e C. Weiss, è orientata da un paradigma per il quale “l’educazione va considerata come la “partogenesi della società” (Geiger). In altre parole, attraverso l’educazione, la società mira a riprodursi seguendo linee di sviluppo le quali, pur nel quadro di mutamenti relativamente ampi, permettono di conservare determinate strutture sociali e culturali giudicate fondamenti irremovibili dell’ordine sociale. L’evoluzione storica Questa impostazione presuppone che tutti i membri di una società - ovvero strati, classi, élites, gruppi di interesse che la compongono condividano lo stesso ideale educativo. Ma l’analisi storico-sociologica dimostra l’infodatezza di questa ipotesi. Infatti, quando si osserva tale fenomeno, nel migliore dei casi si tratta di un fenomeno apparente, dovuto al fatto che una classe, uno strato, un gruppo di interesse o un’élite ha saputo imporre, quanto meno temporaneamente, il proprio ideale educativo a tutto il resto della società L’evoluzione storica La quinta fase, sull’onda dei movimenti studenteschi degli anni Sessanta, critica i rapporti tra struttura di classe e educazione. L’evoluzione storica In questa fase, la sociologia dell’educazione ha contribuito a far emergere molti aspetti dei sistemi educativi moderni e contemporanei rimasti per lungo tempo in ombra, fornendo così alla politica dell’educazione una serie d’indicazioni empiricamente fondate, quale essa non ha mai potuto utilizzare in passato. La nuova sociologia dell’educazione trova il suo limite, tuttavia, nella evidente incapacità di distinguere ciò che caratterizza in generale i sistemi educativi da ciò che costituisce, invece, il loro carattere specifico in una determinata società o formazione economico-sociale. L’evoluzione storica Se guardiamo all’oggi, siamo costretti a registrare che alcune difficoltà proprie della disciplina permangono: Fin dalle sue incerte origini, l’approccio sociologico all’educazione presenta una evidente ambivalenza tra educational sociology e sociology of education; ovvero tra un’attenzione prevalentemente normativa e una prevalentemente esplicativa. E’ presente, inoltre, nella disciplina un duplice riduttivismo: sul piano teorico, come sganciamento dalla teoria e ripiegamento di tipo esclusivamente pragmatico; sul piano dell’oggetto di studio, come tendenza alla frammentazione dei campi di analisi. L’evoluzione storica Prima di considerare i tratti dello scenario attuale, accennare a come la affrontato lo studio del educazione e società più significativi è opportuno disciplina ha rapporto tra L’evoluzione storica Nella tradizione sociologica, l’educazione considerata in un quadro macrosociale si configura in termini di dipendenza: mentre Durkheim si limita ad affermare una generica e, in un certo senso, astratta subordinazione del sistema educativo alla intera società, Weber precisa questa dipendenza nel senso che l’educazione tende a formare l’individuo in base alle esigenze della struttura del potere; a sua volta, l’analisi d’impronta marxiana ascrive l’educazione all’ordine della sovrastruttura, considerandola come dipendente dai rapporti di produzione. L’evoluzione storica Passando dal contributo dei classici a quello dei sociologi contemporanei, le analisi macrosociologiche consentono di individuare tre filoni che, peraltro, si richiamano alla tradizione: il filone neofunzionalista, quello neo-weberiano e quello neo-marxisista. L’evoluzione storica Con riferimento al neo-marxisismo, anche i contributi più recenti continuano di fatto a considerare l’educazione in termini sovrastrutturali e deterministici. Le teorie della riproduzione sociale (Althusser e Poulantzas) e della riproduzione culturale (Bourdieu, Passeron, Bernstein), pur presentando una ricchezza analitica dei rapporti tra struttura sociale e risultati dell’educazione, non riescono a cogliere ciò che realmente avviene all’interno del sistema educativo, perché quest’ultimo viene ancora considerato come una “cinghia di trasmissione” che tende a svolgere un ruolo eminementemente passivo nella dinamica educazione-società. L’evoluzione storica Per quanto riguarda il neo-funzionalismo, esso è tuttora alla ricerca della soluzione di un’antinomia: quella tra funzionalità del sistema sociale e autonomia del sottosistema educativo. L’evoluzione storica Infine, la sociologia neo-weberiana, il filone meno esplorato ma maggiormente suscettibile di apporti innovativi, proprio per il tipo di approccio che tiene conto contemporaneamente di più fattori (da quello economico e quello simbolico), rappresenta un virtuale collegamento con la realtà dei fenomeni microsociali a testimonianza dell’intrinseco dualismo weberiano strutturasoggetto anche per l’educazione. L’evoluzione storica Emerge da qui un quarto approccio alla sociologia dell’educazione, posizionato decisamente a livello micro anche se non inquadrabile univocamente, che trova i suoi riferimenti teorici nella fenomenologia, nell’interazionismo simbolico e nella etnometodologia. Pur nella loro diversificazione, le analisi riconducibili a questo filone hanno in comune l’attenzione verso il soggetto agente e i rapporti interattivi in educazione. Così, ad esempio, il successo e l’insuccesso scolastico vengono interpretati come il prodotto di specifiche situazioni d’interazione e di precisi significati che in tali situazioni vengono elaborati. L’evoluzione storica Tali considerazioni evidenziano che lo studio del rapporto tra educazione e società risponde ad una duplice esigenza: contestualizzare e storicizzare il rapporto educazione-società; considerare contemporaneamente azione e struttura nelle loro interazioni reciproche.