Meccanismi cerebrali innati di rappresentazione degli animate living e atteggiamento intenzionale di D. C. Dennett Una connessione tra neuroscienze e filosofia della mente Relatore: Maria Pia Viggiano Candidato: Gianluca Bartalucci Scopo del lavoro 1) Meccanismi innati per la rappresentazione degli animate living 2) Concetto di atteggiamento intenzionale (Dennett) 3) Ipotesi speculativa: Agli organismi animati attribuiamo sempre un'intenzionalità (e quindi una mente) 1. Animate living – Ipotesi dominiospecifica (Caramazza et al.) Principi chiave: 1)Meccanismi e processi (domini) dedicati alla rappresentazione (precisa e rapida) degli animate living 2)Essi sono innati, selezionati dalla selezione naturale (vantaggio evolutivo) 1. Animate living – Domini dedicati innati Gli animate living sono stimoli speciali. Conferme da studi comportamentali, elettrofisiologici e di neuroimmagine: 1) Riconosciuti più velocemente a basse frequenze spaziali (Låg, Hveem, Ruud & Laeng 2006) 2) Processati più rapidamente (50 ms) (Proverbio, Del Zotto & Zani 2007) 3) Basi neurali: Via del cosa (aree inferotemporali) Innatismo confermato da vari studi (ad es. su ciechi congeniti) 2. Atteggiamento intenzionale Definizione Concetto del filosofo Daniel Dennett « L’atteggiamento intenzionale è la strategia per interpretare il comportamento di un’entità (non importa se persona, animale o artefatto) trattandola come se fosse un agente razionale che orienta la propria “scelta” d’ “azione” prendendo in “considerazione” le proprie “credenze” e i propri “desideri” » (Dennett) 2. Atteggiamento intenzionale Caratteristiche Attribuire un'intenzionalità (una mente) agli organismi viventi permette la previsione del loro comportamento, quindi l'interazione Vantaggio evolutivo (dominio innato) Attribuiamo intenzionalità a forme di vita semplici (ad es. organismi monocellulari) e complesse (umani). Similitudini con i concetti di teoria della mente e neuroni specchio 3. Relazione Animate living/Atteggiamento intenzionale Implicazioni Il cervello tende ad attribuire intenzionalità agli stimoli etichettati come animate living Se ciò non fosse vero vivremmo in un mondo diverso da quel che conosciamo normalmente Quando ciò non è vero, siamo spesso in presenza di una patologia: Autismo: deficit sia nella rappresentazione degli animate living sia nell'attribuzione di intenzionalità (teoria della mente) Schizofrenia: tendenza ad attribuire intenzioni a oggetti inanimati 3. Relazione Animate living/Atteggiamento intenzionale Un possibile esperimento Lungo la via del cosa si processano gli stimoli animate living. Il solco temporale posteriore superiore si attiva nei compiti di lettura della mente (e delle intenzioni) (Gao, Scholl & McCarthy 2012) Cosa succede se lesiono virtualmente (tramite TMS) uno o l'altra delle regioni neurali in compiti di rappresentazione di animate living? Come rappresento lo stimolo se non posso elaborarne le caratteristiche percettive o la sua 3. Relazione Animate living/Atteggiamento intenzionale Conclusioni (neuroscienze) Necessari ulteriori studi empirici che indaghino i meccanismi innati per la rappresentazione degli animate living, i processi che leggono le intenzioni altrui (relazione tra movimento e ambiente) e soprattutto il loro interagire Una maggiore comprensione di tali meccanismi potrebbe aiutare a far luce su anomalie cliniche come l'autismo 3. Relazione Animate living/Atteggiamento intenzionale – Marco e l'ameba Osserviamo Marco che viene sorpreso da un temporale mentre sta camminando. Si rifugia sotto un portico per evitare di bagnarsi e – di conseguenza – di ammalarsi. Sotto il portico c'è un bar: dal momento che ha una certa fame, Marco entra nel locale e ordina un panino Osserviamo, poi, un'ameba sul fondo di una capsula di Petri: essa tende ad allontanarsi dalla sorgente di sostanze tossiche per avvicinarsi a quella di sostanze nutrienti