Università degli Studi di Pavia Corso di Laurea Interfacoltà in Comunicazione Interculturale e Multimediale La censura teatrale nel Ventennio Fascista Relatore : Dott. Flavio Chiapponi Tesi di Laurea di: Elisabetta Ferrari Correlatore : Prof. Giampaolo Azzoni Anno accademico 2004/2005 NELL’ITALIA PREUNITARIA Col diffondersi dei principi di secolarizzazione della Rivoluzione francese venne meno il monopolio della Chiesa in materia di censura teatrale Ogni Stato sviluppò una precisa legislazione ESEMPIO INDICATIVO : Stato Sabaudo 1852 Il Ministro dell’Interno Filippo Galvano fissò i criteri IN TEORIA avrebbero dovuto tutelare la morale e la religione Ferrari Elisabetta cim IN PRATICA tra le ragioni dei divieti prevalsero le questioni di ordine politico 2 REGNO D’ITALIA Necessità di elaborare un sistema di censura teatrale unitario POLITICI : a favore della censura preventiva Dibattito tra INTELLETTUALI : contrari alla censura preventiva Prevalse la posizione sostenuta dai politici Rimaneva da stabilire chi dovesse occuparsi materialmente della revisione dei copioni 1864 : DELEGA AI PREFETTI VANTAGGI : riduzione dei tempi SVANTAGGI : difformità nell’applicazione dei criteri generali 1888 : Il Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Francesco Crispi volle rafforzare sotto il profilo giuridico le disposizioni del ’64, fino ad allora fissate solo da decreto legge, proponendo un disegno di legge approvato poi nel dicembre di quell’anno Ferrari Elisabetta cim 3 ANNI VENTI 1926 : TESTO UNICO DELLE LEGGI DI PUBBLICA SICUREZZA Ribadiva essenzialmente le disposizioni emanate da Crispi Unica novità : possibilità di appellarsi al Ministro dell’Interno contro i divieti imposti dal prefetto Oneroso sul piano economico Il sistema decentralizzato per gli autori risultava Difficoltoso a livello organizzativo SOVVENZIONI Rappresentavano un ulteriore mezzo di controllo, benché i criteri di assegnazione non avessero natura politica RAPPORTI CON L’ESTERO Italiani all’estero: venne istituito un nulla osta indispensabile per l’ottenimento dei passaporti Costante vigilanza nei confronti degli artisti stranieri Ferrari Elisabetta cim 4 ANNI TRENTA Legge 6 gennaio 1931 n. 599 CENTRALIZZAZIONE DELLA CENSURA TEATRALE La competenza passò nelle mani della Divisione Generale di Pubblica sicurezza AUTORI PROMOTORI REGIME Benché fosse prevista un’apposita commissione, Arturo Bocchini, capo della polizia preferì affidare la censura dei copioni ad un’unica persona: Leopoldo Zurlo LA CENTRALIZZAZIONE VENNE ATTUATA IN MODO GRADUALE 1935 : venne istituito l’Ispettorato del teatro che riunì tutte le competenze in materia teatrale censura inclusa Ferrari Elisabetta cim 5 LEOPOLDO ZURLO Si occupò della revisione dei copioni per circa tredici anni in regime di quasi assoluta autonomia PERCHE VENNE SCELTO ZURLO? •Era un funzionario solerte •Sinceramente appassionato di teatro e con una vasta cultura letteraria •Attento a mantenere buoni rapporti con i teatranti Ferrari Elisabetta cim 6 I CRITERI DELLA CENSURA Non seguiva regole fisse L’operato di Zurlo Differiva a seconda del genere e del pubblico a cui era destinato Doveva adattarsi alla situazione politica e sociale E’ COMUNQUE POSSIBILE INDIVIDUARE UNA SERIE DI CRITERI A CUI PAREVA ISPIRARSI IL SUO LAVORO: Maggior severità per le opere destinate ai giovani e alla radiodiffusione RISPETTO DELLA MORALE Più indulgenza nei confronti dei generi leggeri Divieto di copioni artisticamente scadenti VALORE ARTISTICO DELLE OPERE PUBBLICO Ferrari Elisabetta Maggior indulgenza nei confronti di opere artisticamente valide Licenze speciali per allestimenti destinati ad un pubblico d’élite cim 7 AMBIENTAZIONE Per aggirare la censura gli autori retrodatavano le vicende che raccontavano o le ambientavano in una sorta di limbo TUTELA DELLA FIGURA DEL DUCE Banditi dalle scene i nomi di Cesare Napoleone e di tutte le personalità che potevano essere accostate a Mussolini ABOLIZIONE DELLE OPERE DIALETTALI RAPPRESENTAZIONE DEI SUICIDI Risultò impossibile applicare questo principio al teatro popolare Tollerata nei drammi gialli per ovvi motivi di trama I LADRI NON ERANO GRADITI SULLE SCENE Gli autori aggiravano l’ostacolo giocando sulla nazionalità dei loro furfanti ATTENZIONE PARTICOLARE ERA DEDICATA ALLE OPERE INNEGGIANTI AL FASCISMO Ferrari Elisabetta cim 8 LE TECNICHE DELLA CENSURA Comprendevano un ampio ventaglio di accorgimenti racchiusi tra due estremi APPROVAZIONE INTEGRALE DIVIETO TOTALE Nella maggior parte dei casi le opere venivano approvate solo dopo aver subito dei tagli Potevano riguardare qualsiasi aspetto del copione I TAGLI Erano più consistenti quando si trattava di testi scritti da dilettanti Spesso impercettibili, avevano per lo più lo scopo di impressionare favorevolmente Mussolini LA SOSPENSIONE Non veniva inviata nessuna risposta all’autore e il copione veniva accantonato. Frequente nel caso di opere scadenti Ferrari Elisabetta cim 9 LE LEGGI RAZZIALI IL TIPO DI COLORE Interpretava il ruolo del tonto, evoluzione della maschera del servo della Commedia dell’Arte Guerra in Etiopia : il regime si preoccupò che non si ricamasse troppo sull’integrazione tra italiani ed africani A questo scopo venne emanato l’ordine di escludere le persone di colore dalle scene ANTISEMITISMO 1938 Avvio della propaganda a sostegno della purezza della razza 1942 La legge n.517 vieta qualsiasi attività nel campo dello spettacolo a persone ebree Ferrari Elisabetta cim 10 IL TEATRO DURANTE LA GUERRA LA PRODUZIONE TEATRALE DRAMMATICA Aveva l’intento di propagandare l’eroismo dei soldati Tuttavia, mettendo in scena le reali sofferenze dei militari, rischiava di dar vita a sentimenti contrari alla guerra Il MINCULPOP si orientò a sostenere i generi di spettacolo leggero Il varietà e la rivista si rivelarono un eccellente strumento di comunicazione a favore del regime e un efficace antidoto alle privazioni imposte dalla guerra Le prime fasi del conflitto furono accompagnate da un clima di eccitazione collettiva che gli attori comici seppero sfruttare a loro favore inserendo nelle loro riviste slogan e riferimenti propagandistici Ferrari Elisabetta cim Col protrarsi della guerra l’euforia svanì e lo stesso Zurlo iniziò ad avere dei dubbi riguardo il proprio ruolo di censore che lo indurranno a non seguire Mussolini in fuga verso Salò 11 GLI AUTORI PIU’ CENSURATI ROBERTO BRACCO AUTORE TEATRALE DI SUCCESSO DICHIARATAMENTE ANTIFASCISTA La messa in scena della sua commedia “I pazzi” non fu tollerata dai fascisti più intransigenti che alla prima al teatro Eliseo di Roma provocarono incidenti riuscendo a far sospendere la rappresentazione per motivi di ordine pubblico Zurlo, su richiesta dell’Ispettore del teatro, Nicola De Pirro, vietò la messa in scena dell’opera Tuttavia, fu lo stesso censore che, anni dopo, si impegno per far riabilitare la commedia Ferrari Elisabetta cim 12 SEM BENELLI Fascista della prima ora , prese le distanze dal partito in seguito all’omicidio Matteotti e ne fondò uno suo Venne così annoverato tra gli antifascisti dichiarati Le lamentele dei cattolici per la rappresentazione di “Caterina Sforza” I suoi problemi con la censura derivarono da La sua fama di antifascista in occasione della messa in scena di “L’orchidea” Fu tuttavia molto stimato dal censore che in diverse occasioni prese le sue difese Ferrari Elisabetta cim 13 ANGELO CECCHELIN COMICO TRIESTINO DI FEDE REPUBBLICANA I suoi problemi con l’autorità non ebbero né inizio né fine col regime fascista Le sue macchiette in divisa fecero spesso intervenire il commissario di pubblica sicurezza già durante l’Impero Asburgico Non smise mai di dire quello che pensava anche se durante il Ventennio i suoi commenti satirici su leggi, temi propagandistici e fatti d’attualità gli costarono cari In realtà solo una delle sue commedie venne integralmente respinta Cecchelin risultò indigesto anche alla Repubblica Ferrari Elisabetta cim 15 LA CENSURA SULLA STAMPA Dal 1923 venne affidata all’Ufficio Stampa OBIETTIVI Abolito nel 1931 e sostituito dal Sottosegretariato per la Stampa e la Propaganda Eliminazione di ogni foglio di opposizione Attuazione attraverso le pagine di giornali e riviste di una progressiva fascistizzazione dell’Italia VELINE STRUMENTI AGENZIA STEFANI Progressivo irrigidimento dei controlli in seguito La stampa diventò sempre più monotona ed uniforme perdendo ogni credibilità agli occhi dei lettori Ferrari Elisabetta cim All’omicidio Matteotti All’inizio del conflitto mondiale Le tirature dei giornali continuarono a calare ad eccezione di quelle dell’ “Osservatore Romano” 16 CONCLUSIONI La censura teatrale, essendo rimasta per circa tredici anni nelle mani di un’unica persona, presenta caratteri di continuità assenti in altri ambiti culturali Il controllo a cui fu soggetto il mondo del teatro appare meno oppressivo rispetto a quello esercitato su altri mezzi di comunicazione. Il teatro non poteva essere considerato a pieno titolo un mezzo di comunicazione di massa La sensibilità artistica e la competenza in materia teatrale del censore lo spinsero a chiudere un occhio nel caso di autori di talento e a capire che alcune deroghe alle direttive del regime fossero essenziali per la sopravvivenza di determinati generi Al contrario di quanto accadde tra le due guerre in altri paesi europei, in Italia i teatranti non presero coscienza della loro importante funzione di protesta nei confronti della società “continuando a recitare più per fame che per protesta” Ferrari Elisabetta cim 17 FINE