I LINFOMI NON HODGKIN (LNH)
Dr. Giuseppe Sippelli
Dipartimento di Patologia Umana
I LINFOMI NON HODGKIN (LNH)
DEFINIZIONE: i LNH sono un gruppo di neoplasie
delle cellule linfoidi con carattere eterogeneo dal
punto di vista clinico-patologico per la possibilità
di trasformazione neoplastica dei linfociti B e T a
qualsiasi stadio della loro differenziazione.
Essi di solito colpiscono linfonodi o altri tessuti
linfoidi nelle fasi iniziali
I LNH si caratterizzano per:
• popolazione omogenea di cellule neoplastiche
• crescita neoplastica in forma o aggregati coesivi
(aspetto follicolare, nodulare o infiltrazione diffusa)
• imprevedibile diffusione della malattia
• frequente presentazione come malattia sistemica o
diffusa
• marcate differenze clinico-patologiche tra i LNH
dell’infanzia e quelli dell’adulto
NODULARE
NODULARE E DIFFUSO
DIFFUSO
PARACORTICALE
Ad etiologia sconosciuta, 2 rari sottotipi sono associati a
specifici virus:
• virus di Epstein-Barr (EBV) e Linfoma di Burkitt,
endemico nell’Africa Centro-equatoriale
• virus umano della leucemia/linfoma T (HTLV-1),
retrovirus di tipo C, dimostrabile con la sierologia e il cui
genoma è presente nelle cellule tumorali
Stati di immunodeficienza congenita e acquisita si
associano a un rischio aumentato di sviluppo di linfomi a
grandi cellule di tipo immunoblastico, così pure con
malattie del collagene (S. di Sjögren)
Anatomia macroscopica
Nei LNH i linfonodi colpiti sono ingrossati, di consistenza
molle, colore grigio pallido, di aspetto comunemente
descritto come “carne di pesce”
Tuttavia possono essere duri se fibrotici (linfonodi
retroperitoneali, mediastinici, inguinali)
Nei linfomi a grandi cellule e a rapida crescita si apprezza
una necrosi tumorale sotto forma di focolai molli e
giallastri dove sono presenti numerosi macrofagi che
inglobano detriti nucleari e citoplasmatici, conferendo alle
sezioni istologiche il cosiddetto aspetto a “cielo stellato”
Anatomia microscopica
L’esame istologico mostra una monotona popolazione
linfoide che infiltra e sovverte le normali strutture del
linfonodo o di altri tessuti
Tipicamente le cellule neoplastiche mostrano uniformi
atipie citologiche
Microscopicamente, nel 40% circa dei linfomi degli adulti
la crescita cellulare mostra inizialmente aggregati
uniformi di elementi neoplastici (follicoli, noduli)
Tutte le neoplasie con aspetto follicolare sono di tipo B,
per lo più con specifica traslocazione cromosomica
t(14;18) a decorso solitamente cronico e indolente e
colpiscono giovani adulti o anziani
Nel 60% dei linfomi degli adulti la neoplasia mostra fin
dall’esordio una crescita di tipo diffuso senza formazione
di follicoli o noduli
Tranne quello a piccoli linfociti, i linfomi diffusi hanno un
decorso clinico più aggressivo di quelli follicolari
CLASSIFICAZIONE
“L’impulso a classificare è un istinto umano fondamentale;
come una predisposizione al peccato, esso ci
accompagna fin dalla nascita e rimane con noi fino alla
fine” Hopwood A.T.
Le semplice classificazione di Rappaport (1966) dei linfomi
si basa sulla valutazione morfologica delle cellule
neoplastiche. Fu ampiamente adottata e gradualmente
aggiornata ma formulata prima dell’applicazione dei
moderni concetti immunologici
I principali criteri seguiti da tale classificazione sono:
1. Se il nucleo della cellula tumorale è più piccolo di
quello degli istiociti benigni, il tumore è classificato
come linfoma linfocitico, bene o scarsamente
differenziato
2. Se il nucleo è di dimensioni comparabili a quello degli
istiociti la neoplasia è classificata come linfoma
indifferenziato Burkitt o non-Burkitt
3. Se i nuclei sono ancora più grandi il tumore è un
linfoma istiocitico. Tale termine fu inizialmente usato
per linfomi aggressivi a grandi cellule a causa della
somiglianza morfologica fra le grandi cellule del
linfoma e gli istiociti tissutali fissi
Negli anni ’70 si ebbe un numero sempre più complesso
di schemi e malgrado mostrassero poche correlazioni tra
loro le classificazioni più usate furono quelle di Lukes e
Collins (1974) e del gruppo di Kiel e Lennert (1974)
Molti AA, vista la confusione regnante, manifestarono
difficoltà e quasi frustrazione nell’adottare le
classificazioni proposte che, palesemente, contrastavano
tra loro
Uguali commenti critici provennero dagli oncologi
americani, i quali suggerirono di prendere in
considerazione 2 punti validi ancora oggi:
1. separazione dei linfomi in categorie principali, in modo
che gli oncologi possono seguire una comune
indicazione e strategia clinica
2. abolizione di termini e nomi fantasiosi attribuiti ai
sottotipi di linfomi, che spesso sono fonte di confusione,
oltre ad apparire più complessi ed indecifrabili del solito
(!!)
Per maggiore chiarezza e promuovere un linguaggio
comune, viene proposta nel 1982 una nuova
terminologia, conosciuta come “Working Formulation”
Ma, poiché venne meno l’obiettivo di creare una sorta
di “linfoma esperanto”, si continuò a preferire l’una o
l’altra classificazione, e quella di Kiel fu la più utilizzata
soprattutto in Europa
A posteriori si può affermare che essa è la migliore
classificazione dei LNH poiché viene introdotto il
concetto di “grading”, in termini di aggressività clinica,
ed inoltre, quando fu resa nota, separava i linfomi B da
quelli a cellule T
Nel 1994 il Gruppo Internazionale di Studi del Linfoma
pubblicò una classificazione dei tumori linfatici umani,
basata sulle loro condivise e vaste esperienze di
diagnostica ematopatologica (the REAL* Scheme)
Tale classificazione NON contiene linfomi che non sono
stati trattati e studiati ampiamente in letteratura
Essa può essere vista come un’aggiornata classificazione
di Kiel, da cui elimina alcuni tipi poco trattati ed include
invece linfomi extranodali ed il Morbo di Hodgkin
*Revised European-American Classification of Linfoma
Inoltre la classificazione di Kiel ha paragonato 6
classificazioni dei linfomi ed ha trovato che ciascuna
di esse identifica 3 sottogruppi maggiori:
1. linfomi con un decorso clinico a basso grado di
malignità (indolenti)
2. a grado intermedio di malignità
3. alto grado di malignità (aggressivi)
Linfoma/Leucemia a precursori immaturi B e T
Quando la lesione neoplastica è confinata ad una massa
linfonodale o extranodale, senza una minima evidenza
nel sangue periferico e nel midollo osseo, la diagnosi
corretta è di Linfoma
Con interessamento del sangue e del midollo, il termine
appropriato è di Leucemia Linfoblastica (FAB L1-L2)
Morfologia: linfoblasti di piccola e media taglia, scarso
citoplasma, nucleo talora indentato e nucleoli evidenti
(freccia) solo in L2
Immunologia: TdT
CD10
positiva
pos/neg
CD19, 79a positiva
Solo il CD3 è specifico per la linea T
Genetica: t (9:22), (12:21), (1:19)
ipo/iperdiploidie
Clinica: bambini >> adulti; aggressiva ma con alta
remissione e frequentemente curabile. La forma T è
inclusa nei linfomi ad alto grado
Linfomi a cellule B mature
Caratteri generali
Il 90% dei LNH è costituito da cellule B mature. I 2 tipi più
comuni, quello a grandi cellule e il follicolare,
comprendono il ~50% di tutti i LNH
Molti mostrano anomalie citogenetiche (traslocazioni) e il
loro studio ha fornito importanti dati sulla patogenesi, non
solo dei linfomi, ma anche di altri tipi di tumori
Nella classificazione WHO le cellule B sono catalogate in
relazione al loro aspetto, cioè prevalenza disseminata,
tipo leucemico, linfomi primitivi extranodali e linfomi a
predominanza nodale
Linfomi/Leucemie a predominanza disseminata
Comunemente sviluppano nel midollo osseo, sangue periferico
e tessuti solidi, come linfonodi e milza
Comprendono:
• LLC
• Linfoma linfoplasmatico/immunocitoma/Macroglob. di
Waldenström
• Linfoma della zona marginale splenica
• HCL (Hair Cell Leukemia)
• Mieloma o Plasmocitoma
In genere i tumori a predominanza disseminata sono a bassa
malignità
Linfomi a primaria sede extranodale
Nei tumori a cellule B, questo gruppo è rappresentato dal
linfoma della zona marginale extranodale, detto tipo
MALT (Mucosa Associata Linfoide Tessuto); entità rara e
peculiare che si sviluppa nella mucosa intestinale e/o
respiratoria a seguito di continui stimoli antigenici
Linfomi a prevalenza nodale
2 tipi di tumori a cellule B caratterizzano maggiormente
queste neoplasie a piccole cellule:
1. Linfoma del centro follicolare (linfoma follicolare)
2. Linfoma a cellule del mantello
Un terzo raro tipo è quello della zona marginale nodale
Tutti questi linfomi si sviluppano principalmente nei
linfonodi, ma con frequente interessamento del midollo
osseo, milza e fegato. Essi fanno parte dei linfomi a
bassa malignità
2 linfomi B che spesso generano grandi masse, rapida
crescita ed a localizzazione nodale o extranodale, sono
ad alta malignità e aggressività:
1. Linfoma diffuso a grandi cellule B, forma più comune
(30% dei casi). Un suo importante sottotipo clinico è costituito
da quello a sede primaria mediastinica (timo), aggressivo in giovani
adulti, con lieve prevalenza nel sesso femminile
2. Linfoma di Burkitt, a cellule di media grandezza e a
rapida proliferazione; associato a stati di
immunodeficienza e a EBV.
Alcuni Linfomi, che mostrano caratteristiche
morfologiche intermedie tra il tipico Burkitt e quello a
grandi cellule, vengono denominati nella WHO Linfomi
atipici Burkitt/tipo Burkitt
Linfomi a basso grado di malignità
• LLC/LLP/HCL/Linfoma linfocitico a piccole cellule
• Linfoma linfo-plasmocitico/immunocitoma/Macrogl. di
Waldenström
• Linfoma della zona marginale splenico-nodale
• Mieloma o plasmocitoma
• Linfoma della zona marginale (tipo MALT)
• Linfoma del centro follicolare (L.centroblastico-centrocitico)
• Linfoma a cellule del mantello
Leucemia linfatica cronica (LLC)
Morfologia: predominanza di piccoli linfociti (prolinfociti)
Immunologia: IgM di superficie
CD5,19,20,22,23 (panB)
positiva
Genetica: Trisomia 12 o 13 e talora altre anomalie
Clinica: decorso indolente; usualmente adulti
Linfoma/Leucemia a cellule capellute HCL
Morfologia: piccoli linfociti con nucleo a forma di fagiolo
e citoplasma chiaro, talora con estroflessioni,microvilli
Immunologia: Ig di superficie
positiva
CD5,10,23
negativa
CD19,20,22,25,79 a
positiva
Genetica: assenza di anomalie specifiche
Clinica: adulti, spesso con splenomegalia e pancitopenia;
decorso indolente
Linfoma linfoplasmocitico/
Immunocitoma/Macroglobulinemia di Waldenström
Morfologia: linfociti linfoplasmocitoidi, talora con i corpi
di Dutcher* , plasmacellule
Immunologia: IgM di superficie
positiva
Ig citoplasmatiche
positiva
CD5,10
negativa
CD19,20,22,79 a
positiva
Genetica: anomalie non specifiche
Clinica: adulti, a decorso indolente ma possibile
trasformazione in una forma aggressiva a grandi cellule
Linfoma follicolare/centroblastico-centrocitico
Morfologia: misto, blasti del centro germinativo e
cellule clivate (centroblasti e centrociti)
Immunologia: Ig di superficie
positiva
CD5
negativa
CD10,20,22,79 a
positiva
BCL-2
positiva
Genetica: t(14,18); espressione del gene BCL2 nella
maggior parte dei casi
Clinica: adulti, decorso indolente
Linfoma a cellule del mantello (centrocitico di Kiel)
Morfologia: piccole-medie cellule di forma irregolare, tipo
centrocitiche; occasionale variante blastoide a grandi
cellule; pattern nodulare nella zona del mantello, raramente
diffuso
Immunologia: Ig di superficie
CD5,10,19,20,22,79 a
positiva
CD23
negativa
ciclina D1
positiva
Genetica: t(11,14); espressione gene BCL-1 o PRA-1 che
codifica per la ciclina
Clinica: adulti, moderatamente aggressivo
Linfoma della zona marginale (tipo MALT)
Morfologia: piccole cellule tipo centrociti, cellule B
monocitoidi, linfociti, plasmacellule
Immunologia: Ig di superficie
positiva
CD5,10,23
negativa
CD19,20,22,79 a
positiva
Genetica: t(11,18) in molti casi; trisomia 3 raramente
Clinica: decorso indolente ma può dare luogo ad un
linfoma a grandi cellule
Mieloma o Plasmocitoma
Morfologia: plasmacellule
Immunologia: Ig di superficie
negativa
Ig citoplasmatiche
positiva
CD19,20,22,79 a
neg/pos
Genetica: t(11,14) in alcuni casi
Clinica: adulti; lesioni ossee; ricadute dopo remissioni;
paraproteine sieriche e/o urinarie a catene leggere
Rari Linfomi B a basso grado di malignità
Classificazione WHO
• Gammopatia monoclonale di significato indeterminato
(MGUS)
• Malattia delle catene pesanti
• Plasmocitoma solitario dell’osso
• Amiloidosi primaria
Linfomi a grado intermedio di malignità
• Follicolare
• Diffuso a piccole cellule clivate
• Diffuso misto, a piccole e grandi cellule
• Diffuso a grandi cellule
Linfoma follicolare/ Centroblastico follicolare/
Follicolare e diffuso
Morfologia: piccole e medie cellule a nuclei clivati (centrociti)
oppure grandi cellule nucleolate a citoplasma basofilo
(centroblasti)
Immunologia: Ig di superficie
CD10,19,20,22,79 a
positiva
CD5,43
negativa
BCL2
negativa
Genetica: molte anomalie, la più comune t(14,18);
espressione della proteina Bcl 2 che distingue la neoplasia dai
follicoli reattivi
Clinica: talora indolente e usualmente curabile con
terapia aggressiva, come per il linfoma diffuso a grandi
cellule
Migliore la prognosi nei bambini
Linfoma diffuso a piccole cellule clivate
Morfologia: piccoli linfociti clivati con infiltrazione diffusa
dei centri follicolari
Immunologia: Ig di superficie
CD10,19,20,22,79 a
positiva
CD5
negativa
Genetica: t(14,18)
Clinica: simile ai linfomi follicolari ma con decorso più
aggressivo
Linfoma diffuso, misto a piccole e grandi cellule
Morfologia: cellule B o T con dimensioni variabili: le B
originano dal centro follicolare; nuclei irregolari e
citoplasma chiaro
Immunologia: Ig di superficie
marcatori T: CD2,3,4,6,8,10
positiva
marcatori B: CD10,19,22,79 a positiva
Genetica: t(14,18) e altre anomalie
Clinica: piuttosto aggressivi; linfoadenite generalizzata;
cute pleura, polmoni, milza e midollo osseo spesso
coinvolti
Linfoma diffuso a grandi cellule B/ Centroblastico e
Immunoblastico
Morfologia: grandi cellule monomorfe non clivate a
nucleoli prominenti e citoplasma basofilo
Immunologia: Ig di superficie
pos/neg
Ig citoplasmatiche
neg/pos
CD5,10
neg/pos
CD19,20,22,79 a
positiva
Genetica: t(14,18) 30% dei casi; BCL6 40% dei casi; altre
mutazioni 75%
Clinica: bambini o adulti decorso aggressivo ma può
essere curato
Linfomi ad alto grado di malignità
• Immunoblastico/ Diffuso a grandi cellule/ Centroblastico/
anaplastico a grandi cellule
• Linfoma di Burkitt
• Linfoma linfoblastico
• Linfoma intravascolare B
Linfoma immunoblastico/ Diffuso a grandi cellule/
Centroblastico/ Anaplastico a grandi cellule
Esiste un sottotipo mediastinico (timo) sempre a grandi
cellule B
Morfologia: grandi cellule monomorfe con nucleoli
prominenti e citoplasma basofilo
Immunologia: Ig di superficie
pos/neg
Ig citoplasmatiche pos/neg
CD5,10
neg/pos
CD19,20,22,79 a
positiva
Genetica: t(14,18); BCL-6
Clinica: bambini o adulti, decorso aggressivo e
occasionalmente curabile; grandi masse in linfonodi singoli,
sede gastrointestinale; coinvolgimento del midollo osseo e
del sangue periferico
Linfoma di Burkitt
Morfologia: cellule di media grandezza, citoplasma basofilo,
mitosi frequenti, immunoblobuline intracitoplasmatiche. FAB L3
Sezioni istologiche a “cielo stellato”
Immunologia: IgM di superficie
CD5,23
positiva
negativa
CD10,19,20,22,79 a positiva
Ki67> 85% delle cellule
Genetica: t(2,8); t(8,14); t(8,22)
Clinica: bambini >> adulti; aggressivo ma curabile nei
bambini
Leucemia/Linfoma linfoblastico
Morfologia: linfoblasti- prolinfociti di media taglia a
nucleolo prominente
Immunologia: IgM di superficie
CD19,20,22,79 a e b
CD23
positiva
positiva
tipicamente negativa
Genetica: t(11,14), t(q13,q22)
Clinica: marcata splenomegalia e linfocitosi periferica;
risponde poco alla terapia per LLC; sopravvivenza scarsa e
breve
Linfoma intravascolare a grandi cellule B
È un sottotipo di quello diffuso ad alto grado B, caratterizzato
dalla presenza di cellule neoplastiche nel lume dei piccoli vasi
Morfologia: grandi cellule linfoidi a nuclei prominenti e
frequenti mitosi
Immunologia: CD19,20,22,79 a
positiva
Genetica: nessuna specifica anomalia
Clinica: occlusione di piccoli vasi in vari organi;
interessamento cutaneo a noduli
Linfomi a cellule T
Generalità. Altra importante categoria di LNH, suddivisa in
Linfomi a cellule immature T di origine timica e quelli a
cellule mature differenziate e periferiche.
Piuttosto rari, con incidenza differente in diversi paesi del
mondo e talora correlate con la distribuzione di virus
Clinicamente sono i più aggressivi di tutti i tumori
emopoietici, manifestando spesso chemioresistenza
Anche se la definizione di cellule neoplastiche T e NK
basata su criteri morfologici, immunologici e genetici è
imprecisa, le caratteristiche cliniche giocano un importante
ruolo nel definire tali malattie
Classificazione Linfomi a cellule T (WHO)
• Leucemici/Disseminati:
- Leucemia/Linfoma linfoblastico a precursori T
- Leucemia Linfatica Cronica T
- Leucemia Linfatica a cellule granulate
- Leucemia aggressiva a cellule NK
- Leucemia/Linfoma T degli adulti
Leucemia/Linfomi linfoblastico a precursori T
Morfologia: linfoblasti identici a quelli della corrispondente
linea B
Immunologia: TdT
positiva
CD1,3
pos/neg
CD4,7,8
positiva
Genetica: varie anomalie nel 25% dei casi
Clinica: frequente sviluppo mediastinico, potenzialmente
curabile con terapia aggressiva
Leucemia Linfatica Cronica a cellule T
Morfologia: piccoli linfociti con pochi nuclei irregolari
Immunologia: CD2,3,4,5,7
CD8
positiva
neg/pos
Genetica: 14(q11;32) nel 75% dei casi; trisomia 8
Clinica: adulti; più aggressiva della corrispondente linea B
Leucemia Linfatica a cellule granulate
Morfologia: piccoli/medi linfociti con nuclei eccentrici,
rotondi-ovali e granulazioni citoplasmatiche
Immunologia: CD2,3,8,16
CD56,57
positiva
neg/pos
Genetica: non specifiche anomalie
Clinica: adulti di solito leucemici; neutropenia, anemia;
decorso indolente con tendenza però all’aggressività
Leucemia aggressiva a cellule NK
Morfologia: proliferazione sistemica di cellule a media
grandezza con invasione midollare, nuclei ipercromici,
nucleoli prominenti e granulazioni citoplasmatiche
Immunologia: CD2,3,56
CD57
positiva
negativa
Genetica: varie anomalie; cromosoma X inattivo nelle
femmine
Clinica: decorso fulminante in molti casi (giorni/settimane
dall’esordio)
Linfoma/Leucemia a cellule T degli adulti
Morfologia: infiltrato pleiomorfo di piccole e grandi cellule
linfoidi
Immunologia: CD2,3,4,5,25
CD7
positiva
negativa
Genetica: presenza del genoma virale HTLV-1
Clinica: adulti; comune in Giappone e Caraibi;
ipercalcemia, lisi midollare; comunemente aggressivo
Linfomi Cutanei
• Micosi fungoide/ Sindrome di Sézary
• Linfoma cutaneo primario anaplastico a grandi cellule
Micosi Fungoide/ Sindrome di Sézary
Morfologia: piccole-medie cellule a nuclei irregolari
cerebriformi ad infiltrazione epidermica
Immunologia: CD2,3,4,5
CD7,8,25
positiva
negativa
Genetica: non specifiche anomalie
Clinica: adulti; principalmente localizzata nella cute con
microascessi (micosi fungoide), ma anche nel sangue e nei
linfonodi (S. di Sézary); decorso variabile con tendenza a
trasformazione in Linfoma a grandi cellule
Linfoma cutaneo anaplastico a grandi cellule
Morfologia: grandi atipiche cellule talora tipo R-S
Immunologia: fenotipo T o Null
CD30
positiva
EMA
pos/neg
ALK (anaplastic large kinase) positiva
Genetica: t(2,5)
Clinica: principalmente adulti; forma sistemica aggressiva
ma potenzialmente curabile; rare forme primarie cutanee,
indolenti ma incurabili
Linfomi Extranodali
• Linfoma NK/T, tipo nasale
• Linfoma epatosplenico
Linfoma NK/T tipo nasale
Sviluppa tipicamente nella cavità nasale; endemico in Asia, Messico e
America Centro-Sud
Morfologia: piccoli-medi linfociti, oppure un misto di
piccole e grandi cellule a nuclei irregolari e con granulazioni
citoplasmatiche
Immunologia: CD2,3,56
CD4,5,8,16,57
positiva
negativa
Genetica: genoma EBV in gran parte dei casi; 6(q21,q25)
Clinica: ostruzione ed epistassi nasale, estensione al
nasofaringe, cavità orale, palato e talora al tratto GI;
prognosi variabile, migliore quella a piccole cellule, ma
aggressiva nella maggior parte dei casi
Linfoma epato-splenico
Morfologia: cellule T-citotossiche di media grandezza con
marcata infiltrazione della milza, fegato e talora midollo
osseo
Immunologia: CD3,4,5,8,56
positiva
espressione citotossica granulo-associata alla proteina TIA-1
Genetica: trisomia 8; ibridizzazione in situ per EBV
negativa
Clinica: decorso aggressivo, con iniziale risposta alla
chemioterapia, ma con ricadute nella maggior parte dei casi;
più frequente nel sesso femminile
Linfomi Nodali
• Linfoma angioimmunoblastico
• Linfoma periferico T non specifico
• Linfoma anaplastico a grandi cellule (del tutto simile, per
morfologia, immunologia, genetica a clinica, alla forma
cutanea)
Linfoma angioimmunoblastico
Considerato una categoria di linfoma periferico in cui le cellule sono
“oscurate” da un complesso quadro istologico comprendente
proliferazione vasale, istiociti, plasmacellule, eosinofili e gruppi
iperplastici di cellule dendritiche follicolari
Morfologia: variabile, comprese cellule atipiche a nuclei
indentati e abbondante citoplasma
Immunologia: fenotipo di cellule T
Genetica: anomalie non specifiche
Clinica: linfoadenopatia sistemica, febbre, dimagrimento e
rash cutaneo; ipergammaglobulinemia policlonale; decorso
aggressivo
Linfoma periferico T non specifico
Entità non ben definita; molti casi con sviluppo nodale, altri con malattia
generalizzata ed infiltrati nel midollo osseo, fegato, milza e,
frequentemente, cute
Morfologia: diffusi infiltrati che alterano la struttura dei
linfonodi, a cellule medio-grandi con nuclei regolari
ipercromici, pleiomorfi e nucleoli prominenti; molte le mitosi
Immunologia: CD4,30
CD56
positiva
negativa
variante a grandi cellule, da NON confondere con il linfoma anaplastico
Genetica: numerose anomalie di numero e struttura;
trisomia 3
Clinica: tra i più aggressivi LNH; scarsa risposta
terapeutica; frequenti ricadute
Conclusioni
Questa è l’attuale concordata classificazione riconosciuta
dagli emato-patologi. Molte entità rispecchiano la
classificazione di Kiel con 3 grandi eccezioni:
1. linfoma a grandi cellule B sostituisce il centroblastico e
il centrocitico
2. molti linfomi T periferici non specifici sono oggi inseriti
in sottogruppi
3. sono inclusi linfomi extranodali e il Linfoma di Hodgkin
La REAL classificazione rappresenta una nuova
iniziativa atta a risolvere molte discrepanze che hanno
complicato, in passato, la nomenclatura e la
identificazione dei linfomi umani
A differenza di altri schemi essa non categorizza questi
tumori in alto e basso grado, perché oggi è riconosciuto
che queste patologie hanno un proprio caratteristico
modello di comportamento clinico
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