9. L’efficienza e il controllo dei costi Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano Fano, a.a. 2009/2010 1 L’EFFICIENZA Quali condizioni aiutano l’azienda a raggiungere l’equilibrio economico? → L’ Efficienza Un’impresa è efficiente quando riesce a massimizzare l’utilizzo delle risorse limitate a sua disposizione; efficienza è: = Risultati conseguiti Risorse impiegate Efficienza fisico-tecnica (Rdx) : Efficienza in generale: = Q beni e servizi prodotti = Σ ricavi da vendita di output Q fattori produttivi impiegati Σ costi degli input L’EFFICIENZA QUALIFICA L’ECONOMICITA’ E NE INDIVIDUA LE CAUSE, TRAMITE DUE INDICATORI: - RENDIMENTI FISICO-TECNICI - COSTI Fano, a.a. 2009/2010 2 L’EFFICIENZA L’ANALISI DEI COSTI SI FONDO SULLA DETERMINAZIONE DEL COSTO DI PRODUZIONE, CIOE’ DEL COSTO SOSTENUTO PER L’UTILIZZO DEI FATTORI IMPIEGATI IN UN PROCESSO PRODUTTIVO O PER REALIZZARE UN DATO PRODOTTO. COSTI I COSTI POSSONO ESSERE RICAVATI FACENDO RIFERIMENTO A DETERMINATI OGGETTI (FATTORI PRODUTTIVI, PROCEDURE, ECC.) CHE, QUANDO COINCIDONO CON DEI CENTRI ORGANIZZATIVI ( ES: UN SETTORE COMM.LE, UN IMPIANTO, ECC.) VENGONO DENOMINATI CENTRI DI COSTO. Il costo di produzione è una quantità che può assumere diverse configurazioni in relazione ai criteri utilizzati per ripartire i costi comuni tra i vari prodotti e processi produttivi Fano, a.a. 2009/2010 3 I COSTI: CLASSIFICAZIONE PER NATURA SECONDO IL PERIODO DI RIFERIMENTO SECONDO LA MODALITA’ DI ATTRIBUZIONE ALL’OGGETTO DI CALCOLO SECONDO LA VARIABILITA’ SECONDO LA CONTROLLABILITA’ Fano, a.a. 2009/2010 4 Criteri di classificazione dei costi A seconda della natura si può dividere in: -costi per forza motrice -costi delle materie prime o merci -costi del personale -costi finanziari -costi fiscali A seconda del periodo di riferimento: Le imprese compiono atti di investimento in fase di istituzione e di funzionamento: COSTI DI IMPIANTO: acquisto dei fattori necessari per dotare l’impresa delle (o di struttura) strutture produttive (stabilimento, macchinari, impianti, …) Sono sostenuti in FASE DI ISTITUZIONE Hanno un’utilità di lunga durata. COSTI DI ESERCIZIO acquisto di fattori produttivi necessari per l’esercizio o il funzionamento delle strutture + eventuali investimenti per rinnovi o ampliamenti delle strutture esistenti Sono sostenuti in FASE DI FUNZIONAMENTO Hanno un’utilità di breve durata Più in generale, a seconda del periodo di riferimento: -Costi pluriennali -Costi di periodo o di esercizio Fano, a.a. 2009/2010 I costi di impianto + i costi di funzionamento = costi di acquisizione dei fattori produttivi 5 A seconda dell’oggetto a cui i costi sono riferiti si distinguono: -Costi di prodotto = tutti i costi sostenuti per realizzare un determinato prodotto -Costi di centro = tutti i costi sostenuti in un centro organizzativo (una divisione, una filiale, un impianto, ecc.) A seconda della modalità di imputazione agli oggetti di costo: -Costi DIRETTI o SPECIALI: imputabili direttamente all’oggetto di costo (prodotto o centro di costo o linea di produzione) poiché è possibile misurare quantitativamente il consumo del fattore che ha originato il costo (relazione diretta tra oggetto di costo e quantità di fattore impiegato) -Costi INDIRETTI o COMUNI: imputabili agli oggetti di costo in virtù di valutazioni soggettive (ipotesi) che identificano un parametro di attribuzione, poiché non oggettivamente o non economicamente misurabili (troppi costi o troppo tempo) A seconda del loro comportamento al variare del volume dell’attività aziendale (Variabilità): -Costi FISSI: non variano al variare del volume produttivo (es. fitti, macchine) -Costi VARIABILI: variano in funzione del volume produttivo (es., materie prime) - variano proporzionalmente alle quantità di prodotto - variano più che proporzionalmente alle quantità di prodotto NB: la distinzione fissi-variabili ha senso nel breve periodo! Fano, a.a. 2009/2010 6 Mettendo i costi fissi e variabili in relazione alle quantità di prodotto si ottengono: COSTI TOTALI = somma di costi fissi e variabili COSTI MEDI = costi totali/n. prodotti efficienza COSTI SUPPLETTIVI = variazione costi totali all’aumentare di un prodotto valore minimo che deve assumere il prezzo di vendita A seconda della controllabilità -costi CONTROLLABILI: il cui andamento è influenzabile dal responsabile a cui i costi sono attribuiti -costi NON CONTROLLABILI: il cui andamento non è influenzabile dal soggetto a cui i costi sono attribuiti Fano, a.a. 2009/2010 7 ANDAMENTO A SCALINI DEI COSTI FISSI NEL LUNGO PERIODO COSTO COSTI FISSI VOLUME DI PRODUZIONE Fano, a.a. 2009/2010 8 IL CONTROLLO DEI COSTI PUO’ AVVENIRE CON RIFERIMENTO A DIVERSI OGGETTI: A LIVELLO DI SISTEMA AZIENDALE A LIVELLO DI SUB-SISTEMI AZIENDALI A LIVELLO DI OGGETTI PIU’ SPECIFICI Fano, a.a. 2009/2010 9 I DIVERSI LIVELLI DI CONTROLLO SISTEMA AZIENDALE SISTEMA AZIENDALE SUB-SISTEMI APPROVVIG. PRODUZIONE VENDITA R&S OGGETTI PIU’ SPECIFICI STABILIM.1 STABILIM.2 FILIALE 1 Fano, a.a. 2009/2010 FILIALE 2 10 CONTROLLO DEI COSTI PER IL SISTEMA AZIENDALE IL CONTROLLO DEI COSTI A LIVELLO DI SISTEMA AZIENDALE SI SVOLGE MEDIANTE LA REDAZIONE E LA LETTURA DI UN DOCUMENTO CONTABILE IN FORMA SCALARE DOVE SI CONFRONTANO I COSTI SOSTENUTI E I RICAVI OTTENUTI: CONTO ECONOMICO A REPORT FORM Fano, a.a. 2009/2010 11 REPOR FORM: CONFIGURAZIONE A COSTO DEL VENDUTO Gestione caratteristica Gestione extracaratteristica Gestione straordinaria RICAVI -COSTO DEI PROD.VENDUTI UTILE INDUSTRIALE LORDO -COSTI DI R& S -COSTI AMM.VI -COSTI DI VENDITA RISULTATO OPERATIVO -ONERI FINANZIARI/PATRIMONIALI PROVENTI FINANZIARI/PATRIMONIALI UTILE DI GESTIONE -ONERI STRAORDINARI PROVENTI STRAORDINARI UTILE PRIMA DELLE IMPOSTE -IMPOSTE UTILE NETTO Fano, a.a. 2009/2010 400 -350 50 - 10 - 10 - 10 20 - 5 = 15 - 10 5 10 -5 5 12 INDICI DI ECONOMICITA’ R.O.I.= RETURN ON INVESTMENT R.O.I.= RISULTATO OPERATIVO x FATTURATO SCOMPOSIZIONE DELLA FORMULA: COMBINAZIONE DI DUE INDICI CAP.PROPRIO E DI TERZI CAPITAL TURNOVER R.O.S. ESPRIME IL VALORE DELLE VENDITE A FRONTE DEL CPAITALE INVESTITO RISULTATO OPERATIVO R.O.I.= FATTURATO ESPRIME L’ADEGUATEZZA DEL CAPITALE DELL’IMPRESA IN RELAZIONE ALL’ATTIVITA’ SVOLTA, MISURATA DAL FATTURATO CAP. PROPRIO E DI TERZI MISURA LA REDDITIVITA’ DEL CAPITALE CHE E’ STATO INVESTITO NELLA GESTIONE A PRESCINDERE DALLE FONTI DI FINANZIAMENTO Fano, a.a. 2009/2010 13 R.O.S.= RETURN ON SALES RISULTATO OPERATIVO R.O.S.= FATTURATO MISURA LA REDDITIVITA’ DELLE VENDITE ESPRIME IL GRADO DI CONVENIENZA AD INVESTIRE CAPITALE DI RISCHIO NELLA GESTIONE AZIENDALE Fano, a.a. 2009/2010 14 R.O.E.= RETURN ON EQUITY R.O.E.= REDDITO NETTO CAPITALE PROPRIO MISURA LA REDDITIVITA’ DEL CAPITALE INVESTITO NELLA GESTIONE DALL’IMPRENDITORE O DAI SOCI Il roi rappresenta quindi un indice di redditività aziendale Il roe rappresenta un indice di redditività del capitale personale Fano, a.a. 2009/2010 15 Per un controllo dei costi riferito ad oggetti più specifici (stabilimento, filiale, settore) occorre procedere ad un’imputazione dei costi generali che si basa in larga misura su valutazione soggettive. A tal fine si procede ad una preventiva classificazione dei costi L’ANALISI PIU’ IMPORTANTE E’ QUELLA CHE STUDIA L’ANDAMENTO DEI COSTI AL VARIARE DEL VOLUME DI PRODUZIONE DELL’ATTIVITA’ AZIENDALE Fano, a.a. 2009/2010 16 CONTROLLO DEI COSTI PER OGGETTI PIU’ SPECIFICI SI CONSIDERANO: IN RELAZIONE CON: β= COSTI FISSI α= COSTI VARIABILI PROPORZIONALM. ALLA QUANTITA’ PRODOTTA γ= COSTI VARIABILI PIU’ CHE PROPORZIONALM. ALLA QUANTITA’ PRODOTTA COSTI TOTALI COSTI MEDI COSTI SUPPLETTIVI (o marginali) Rappresentano l’incremento che subisce il CT per l’aumento della produzione dalla quantità “q” alla quantità “q+δ”. Esprime l’incremento che i costi variabili subiscono per passare alla quantità “q+1”. Essi forniscono quindi il valore minimo che deve assumere il prezzo di vendita Fano, a.a. 2009/2010 17 Il comportamento dei costi può essere diverso: COSTI β SONO DETTI COSTI A PRODUTTIVITA’ CRESCENTE COSTI α SONO DETTI COSTI A PRODUTTIVITA’ COSTANTE COSTI γ SONO DETTI A PRODUTTIVITA’ DECRESCENTE Fano, a.a. 2009/2010 18 COSTO MEDIO FORNISCE INDICAZIONI UTILI CIRCA L’EFFICIENZA CON CUI VENGONO IMPIEGATI I FATTORI PRODUTTIVI AL VARIARE DELLA PRODUZIONE. PUO’ ESSERE CALCOLATO PER OGNI FATTORE DEL QUALE RAPPRESENTERA’ LA PRODUTTIVITA’ ECONOMICA: COSTO DEL FATTORE COSTO DEL FATTORE PER UNITA’ DI PROD. = QUANT. PRODUTTIVA (costo medio calcolato per uno specifico fattore) PRODUTTIVITA’ = ECONOMICA DEL FATTORE Il costo medio può essere scomposto calcolando per le tre componenti dei costi: fissi (β) variabili proporzionalmente (α), variabili più che proporzionalmente (γ) Fano, a.a. 2009/2010 19 Analisi e controllo dei costi ai fini delle scelte aziendali I) Mediante la creazione di configurazioni di costo Consistono nell’ addensamento graduale di costi ad un determinato oggetto di calcolo, ossia nella somma progressiva di costi. CONFIGURAZIONE DI COSTO COMPLESSIVO CONFIGURAZIONE DI COSTO PARZIALE II) Mediante le tecniche del direct costing (sistema di calcolo a costi variabili) e del full costing (sistema di calcolo a costo pieno) Corrispondono a due fondamentali impostazioni teoriche su cui si basano i sistemi di calcolo dei costi. L’impostazione del full costing si basa sul principio dell’assorbimento integrale dei costi, secondo cui il costo di tutti i fattori impiegati deve concorrere alla determinazione del costo totale dell’oggetto di calcolo. Tale principio pone il problema dell’allocazione dei costi (comuni e speciali) e quindi della individuazione delle basi di riparto (FC a base unica; FC a base multipla). L’impostazione del direct costing poggia sull’economia politica - analisi microeconomica/analisi marginale (curve dei costi medi e dei costi marginali) ed ha per obiettivo la determinazione del contributo alla copertura dei costi fissi aziendali e alla formazione del profitto (margine di 20 Fano, a.a. 2009/2010 contribuzione) CONFIGURAZIONI DI COSTO COSTO PRIMO Costo delle materie prime, degli oneri accessori d’acquisto, della manodopera e di tutti gli altri costi industriali diretti Controllo l’efficienza negli acquisti e nella manodopera diretta COSTO DI PRODUZIONE Assomma al costo primo tutti i costi indiretti di natura industriale Controllo l’efficienza nella produzione; consente di valuto i prodotti finiti secondo la normativa del Codice Civile COSTO COMPLESSIVO Al costo di produzione assommo i costi diretti ed indiretti anche non industriali (es., R&D, amministrativi, di vendita, finanziari, …) Controllo la convenienza economica del prodotto COSTO ECONOMICO-TECNICO: Al costo complessivo assommo gli oneri figurativi (compenso per il rischio, per il lavoro direzionale, per l’investimento di capitale) calcolo il prezzo di vendita Fano, a.a. 2009/2010 21 DIRECT COSTING E’ una tecnica di rilevazione che si focalizza sui costi diretti per evitare valutazione soggettive nel calcolo del margine di contribuzione ed evitare di imputare al prodotto costi indiretti che non gli competono RICAVI - COSTI VARIABILI DIRETTI MARGINE LORDO - COSTI DIRETTI FISSI MARGINE DI CONTRIBUZIONE SPECIFICO - COSTI INDIRETTI (FISSI E VARIABILI) REDDITO (UTILE) PRODOTTO Fano, a.a. 2009/2010 22 VARIABLE COSTING E’ una tecnica di rilevazione che focalizza l’attenzione sui costi variabili (diretti e indiretti). Dopo la determinazione del primo risultato, i passi successivi richiedono l’utilizzo di stime e congetture al fine di imputare in modo adeguato i costi variabili indiretti RICAVI DI PRODUZIONE - COSTI VARIABILI DIRETTI MARGINE LORDO - COSTI VARIABILI INDIRETTI MARGINE DI CONTRIBUZIONE SPECIFICO - COSTI FISSI DIRETTI - COSTI FISSI INDIRETTI REDDITO (UTILE) DEL PRODOTTO Fano, a.a. 2009/2010 23 Impiego delle informazioni di costo Formulare decisioni •Strategiche o di investimento (di lungo periodo) •Operative o di gestione corrente (di breve periodo) – Misurare l’efficienza economica della gestione – Valutare alcune voci di bilancio Attenzione Dal momento che la suddivisione tra costi fissi e variabili è rilevante se riferita ad un arco temporale breve, il margine di contribuzione è una metodologia di calcolo dei costi utile per supportare le decisioni di breve periodo Fano, a.a. 2009/2010 24 Impiego per alcune decisioni operative DIRECT COSTING (il margine lordo di contribuzione individua la capacità del singolo prodotto di contribuire alla formazione del reddito complessivo d’impresa) FULL COSTING – Cambiare mix produttivo – Dismettere prodotto o linea produttiva – Sostituire delle risorse (lavoro vs. macchina) – Make or Buy – Valutare beni in magazzino (costruzioni in economia) – Determinare il prezzo di vendita FULL COSTING o COSTO PIENO: Imputazione di tutti i costi attribuibili all’oggetto di calcolo, siano essi diretti, Che indiretti, variabili, o fissi DIRECT COSTING/VARIABLE COSTING: Focalizzazione sui costi variabili o sui costi diretti Fano, a.a. 2009/2010 25 Esempio: dismettere un prodotto ARTICOLO SOLE euro Materie prime dirette 30 MOD 86 Illuminazione 5 Locazioni 78 Amm.ti e costi indiretti 84 COSTO PIENO UNITARIO 283 RICAVI DI VENDITA 160 Conviene eliminare il prodotto dalla gamma aziendale? Se elimino: – Costi cessanti: 30+86= 119 (Vantaggi economici differenziali) – Ricavi cessanti 160 (Svantaggi economici differenziali) Risultato economico differenziale : 119-160=-41 Fano, a.a. 2009/2010 26 Esempio: make or buy ARTICOLO ALFA euro Materie prime dirette 60 Costi di trasformazione variabili 40 Costi di trasformazione fissi 50 Costi amministrativi e commerciali 20 COSTO PIENO UNITARIO 170 La quantità producibile è pari a 1.000 unità; la direzione sta valutando se rivolgersi a produttori esterni che fornirebbero lo stesso prodotto a 130 euro tenuto conto del fatto che la capacità produttiva liberata non è utilizzabile diversamente Vantaggi economici differenziali Ricavi emergenti Costi cessanti 60+40 Svantaggi economici differenziali Ricavi cessanti Costi emergenti 130 Esempio: make or buy Risultato economico differenziale : 100-130=-30 Fano, a.a. 2009/2010 27