Lezione 1
Introduzione al corso di
Economia Pubblica
Salvatore Curatolo
Prima lezione:
PRESENTAZIONE DEL CORSO
RIPASSO DI ALCUNI UTILI CONCETTI DI BASE
ECONOMIA DEL BENESSERE
PROGRAMMA I
Manuale: P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle
finanze
Il Mulino, Bologna, sesta edizione , 2012
Cap. 1 (Le ragioni dell'intervento pubblico): tutto eccetto
par. 2.3 (pp.50-63);
* Cap. 2 (La finanza pubblica in Italia...): par. 1;
* Cap. 6 (La Politica fiscale nell'UEM): tutto;
Cap. 8 (La spesa per il welfare state):
par. 4 (l’assistenza)
par. 6 (l’istruzione).
* Verranno svolti in coda (a fine corso)
PROGRAMMA II (altre letture)
S. Curatolo e G. Wolleb, Income Vulnerability in Europe, in C.
Ranci (Ed.), Social vulnerability in Europe, Palgrave MacMillan,
2010; (PDF nei materiali didattici)
S. Curatolo, The unskilled Trap, wp (PDF nei materiali didattici)
S. Curatolo et al., Perché così pochi laureati nell’industria
manifatturiera italiana?, Economia e Politica Industriale, 2012
(PDF nei materiali didattici)
Bosi, P., Corso di Politica Economica II, Modelli macroeconomici
per la politica fiscale, Il Mulino, 1994; parti (fotocopie c/o Pier)
Ministero dell’Economia, Dipartimento del Tesoro, Documento di
Economia e Finanza (include il programma di stabilità), 2014,
(PDF nei materiali didattici)
Altre fonti: Eurostat, BCE, Istat
slides

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Tutte le slides sono obbligatorie
Le slides (in PowerPoint) sono via via rese
disponibili on-line nel sito docente
Le slides non sostituiscono lo studio del
manuale
ma
sul manuale e sugli altri materiali
bibliografici si approfondiscono bene e
soprattutto gli argomenti delle slides
Nelle slides c’è materiale aggiuntivo
rispetto al manuale e viceversa
esami
2 domande di teoria da 15 punti ciascuna;
da sviluppare con trattazione verbale e
con grafici
Tempo 90 minuti
Il programma d’esame è lo stesso per tutti i
vecchi corsi (welfare e sviluppo, SDF, SDF
effetti economici delle politiche pubbliche;
SDF settore pubblico e mercati)
Conoscenze necessarie per
seguire (bene) il corso



Economia politica I (Microeconomia
scelta del consumatore; teoria
dell’impresa; equilibrio concorrenziale e di
monopolio; elementi di economia del
benessere);
Algebra elementare
Analisi grafica standard (diagrammi
cartesiani ortogonali, istogrammi, ecc.)
Coordinate
SALVATORE CURATOLO
Orario di RICEVIMENTO
- martedi, ore 16:00 – 18:00
- mercoledi, ore 16:00 – 18:00
-Ufficio: Padiglione Feroldi 1° piano a dx
-Tel. Ufficio 0521-032403 Cell. 338-9415006
-E-mail: [email protected]
Ripasso: alcuni concetti di base della microeconomia
Teoria del consumatore
Il consumatore massimizza una funzione di utilità, dato un vincolo
di bilancio
Funzione di utilità: U=U(x1, x2, …, xn)
La forma della U(.) dipende dalle preferenze del consumatore
Possiamo rappresentare le preferenze del consumatore con una
curva di indifferenza: l’insieme di tutti i panieri di beni che danno
al consumatore un uguale livello di utilità
x2
D
n.b. freccia rossa: il trade off 1 a 1 del
bene 1 con il bene 2 riduce l’utilità se
un bene diviene abbondante rispetto
all’altro (da C a D) ma avviene il
contrario da E a C: il consumatore
preferisce panieri che contengono
quantità tra loro equilibrate dei beni
C
A
B
E
x1
I panieri A e B sono sulla stessa curva di indiff., quindi danno al
consumatore lo stesso livello di utilità; C fornisce una utilità superiore
perché fornisce la stessa quantità di x2 e una maggiore quantità di x1.
Il consumatore che non è mai sazio, preferisce C ad A (e quindi anche
C a B)
x2
curva di indifferenza: l’insieme di tutti i
panieri di beni che danno al consumatore
un uguale livello di utilità
A
C’
C
B
x1
Le curve d’indifferenza non possono intersecarsi
Sebbene il consumatore non sia mai sazio nel consumare
quantità aggiuntive di beni, il valore (in termini di utilità) di
quantità addizionali di qualunque bene decresce al crescere,
nel paniere, della quantità totale di quel bene di consumo
In altri termini, per un consumatore, i beni relativamente
abbondanti del suo paniere valgono meno dei beni
relativamente scarsi
PERTANTO: il consumatore sarà maggiormente propenso a
cedere X2 in cambio di X1 se X2 è abbondante rispetto a X1
OPPURE: il consumatore sarà maggiormente propenso a
sostituire X1 a X2 se X2 è abbondante rispetto a X1
Il Saggio marginale di sostituzione è la pendenza (in valore assoluto) della
curva di indifferenza
E’ il tasso a cui un consumatore è disposto a scambiare un bene con l’altro.
x2
Il SMS in A è maggiore
del SMS in B;
C
A
Il SMS è decrescente
spostandoci lungo una
stessa curva di indiff.
da sinistra verso destra
B
A contiene molto x2 e
poco x1: sono disposto a
cedere molto x2 in
Il paniere B contiene molto x1 e
cambio di 1 unità in più
poco x2: sono disposto a cedere
di x1: SMS alto
solo una piccola quantità di x2 in
cambio di 1 unità in più di x1:
SMS basso
x1
Il SMS è decrescente
diminuisce quando ci si sposta verso il basso lungo una curva di indifferenza
SMSx1,x2=ΔX2/ΔX1
A
X2
A contiene molto X2: In B le quantità sono
sono disposto a
più equilibrate: in
sacrificare 2 unità di cambio di 1 X1, sono
X2 in cambio di 1 disposto a cedere solo
X1.
1 X2.
2
1
B
1
C
1
0,5
1
In C, X2 è molto
scarso: sono
disposto a
rinunciare solo a
mezzo X2 per 1
X1.
il SMSx1,x2 dice quanto
valuto X1
in termini di X2,
cioè a quante unità di X2
sono disposto a rinunciare
in cambio di 1 X1 in più.
All’aumentare della
quantità di X1
che possiedo, l’utilità
addizionale
si riduce
 SMSx1,x2 decrescente.
X1
Il SMSx1,x2 misura l’utilità marginale del bene X1 in termini del
bene X2
Se il prezzo unitario del bene X2 è 1 (cioè X2 funge da
numerario), il SMSx1,x2 misura il prezzo (massimo) che sono
disposto a pagare per ogni unità in più del bene X1  prezzo
di riserva
ATTENZIONE: importanti implicazioni
Il prezzo di riserva di ciascun consumatore relativamente ad
un bene è tanto più alto quanto più tale bene è relativamente
scarso nel suo paniere, dato il reddito
Individualismo metodologico: non ci sono effetti gregge
(conformismo): il prezzo di riserva di un consumatore
relativamente ad un bene del suo paniere non dipende dalle
scelte correnti degli altri consumatori; ma cfr. esternalità
I due elementi fondamentali alla base della scelta
razionale sono il vincolo di bilancio e la struttura
delle preferenze
preferenze
Scelta razionale
del paniere che
Max l’utilità
prezzi
Vincolo di bilancio
reddito
Per trovare il paniere di beni che max U non basta la funzione di utilità,
bisogna anche conoscere il vincolo di bilancio
Y=P1X1+P2X2
Y P1
X 2   X1
P2 P2
Da cui: P2X2=Y-P1X1 
X2
Y/P2
Se X1=0,
Y=P2X2
Cioè X2=Y/P2
Tutto il reddito
viene speso in
X2, di cui posso
comprare Y/P2
unità
Y/P1
Pendenza:
-P1/P2
X1
Se X2=0,
Y=P1X1
Cioè X1=Y/P1
Tutto il reddito viene
speso in X1, di cui
posso comprare
Y/P1 unità
X2
Y’/P2
Y/P2
Se il reddito aumenta: ceteris
paribus posso consumare
maggiori quantità di beni; se poi lo
faccio oppure no dipende anche
dalle preferenze e dalla natura dei
beni: ordinari o giffen; normali o
inferiori.
Y/P1
Y’/P1
X1
X2
Y/P2’
Se il prezzo del bene X2 diminuisce:
P2’<P2
Y/P2
Y/P1
X1
X2
Se il prezzo del bene X1 diminuisce:
Y/P2
Y/P1
Y/P1’
X1
X2
Se il prezzo del bene X1 ed il reddito Y
diminuiscono (si supponga che Y
diminuisca meno del prezzo):
Y/P2
Y’/P2
Y/P1
Y’/P1’
X1
X2
Se il prezzo del bene X1 ed il reddito Y
diminuiscono (si supponga ora che Y
diminuisca più del prezzo):
Y/P2
Y’/P2
Y’/P1’
Y/P1
X1
X2
Se il prezzo del bene X1 aumenta:
X1
Nel punto di ottimo, la più alta curva di indifferenza è tangente al vincolo di
bilancio, e tutto il reddito viene speso (cioè il punto di ottimo sta sul vincolo di
bilancio, non al di sotto di esso, Es. c’)
X2
B
A
In A: SMS (pendenza della curva
d’indifferenza) = P1/P2 (pendenza del
vincolo di bilancio)
C’
C
X1
In C il consumatore sprecherebbe risorse perché, dati i prezzi e il reddito,
potrebbe ottenere un’utilità maggiore riducendo X1 per aumentare X2 (cioè
sostituendo X2 a X1); In B, dato il vincolo di bilancio, il consumatore non può
arrivare
OTTIMALITA’


Per ciascun consumatore nel punto di
ottimo, il tasso a cui egli è disposto a
scambiare i beni (SMS) deve essere
uguale al tasso a cui i beni si possono
scambiare sul mercato (P1/P2).
Il consumatore è pienamente soddisfatto
se il mercato presenta prezzi relativi per lui
compatibili con le utilità marginali relative.
Cosa accade quando un prezzo cambia: effetto reddito ed
effetto sostituzione
Quando il prezzo di un bene diminuisce (o aumenta):
a) Modifico il paniere di consumo perché sono cambiati i
prezzi relativi (eff. Sostituzione)
b) Modifico il paniere di consumo perché, a parità di
reddito monetario, sono diventato più ricco in termini
reali (o povero se il prezzo aumenta) (eff. Reddito)
Il prezzo del bene X1 diminuisce: il vincolo passa da verde a bianco
Il paniere ottimo passa da A a B.
X2
Y/P2
Effetto sostituzione: lo spostamento lungo una stessa curva di indifferenza,
cioè dovuto alla sola variazione dei prezzi relativi
Effetto reddito: lo spostamento da un vincolo di bilancio all’altro, a parità di
prezzi relativi (pendenza)
Da A a C: effetto sostituzione
Da C a B: effetto reddito
Y’/P2
A
Pendenza:
-P1/P2
B
Pendenza:
-P1’/P2
C
Y/P1
Y’/P1’
Y/P1’
Pendenza:
-P1’/P2
La curva di domanda è la relazione tra il prezzo di un bene e la
quantità domandata
Si può ricavare dal problema di massimizzazione dell’utilità
X2
Al diminuire di P1, il consumatore
sceglie panieri con quantità sempre
maggiori di X1 (se il bene è
ordinario)
Otteniamo diverse combinazioni (P1,
Q1) che possono essere
rappresentate nel piano
prezzo/quantità
Q1
Q2
Q3
X1
Prezzo del bene X1
La curva di domanda esprime il
beneficio marginale B’ che il
consumatore riceve dal bene
P0
P1
Per ogni dato livello di P, sono
disposto ad acquistare solo quelle
unità del bene che mi danno un B’
superiore al loro costo (P)
P2
P3
0
Q1
Q2
Q3
Quantità del bene X1
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo:
E’ il rapporto tra la variazione percentuale della domanda e la
variazione percentuale del prezzo:
QD
D 
P
QD
P
QD P


P QD
Esempio: se il prezzo di un biglietto del cinema passa da 8 a 10 euro, e la mia
domanda annuale di biglietti passa da 12 a 8, qual è l’elasticità della domanda
al prezzo?
La quantità domandata diminuisce del (4/12)% = -33%
Il prezzo del biglietto aumenta del (2/8)% = 25%
elasticità= -33% / 25% = - 1.32
L’elasticità della domanda al prezzo è di solito negativa
Non è costante lungo una curva di domanda lineare
Teoria dell’impresa  COSTI RICAVI PROFITTI
La funzione di produzione esprime la relazione tecnologica
(positiva) tra l’output di una impresa e gli input che essa usa
(senza sprechi):
Q=f(K, L)
Q CRESCE SE L CRESCE (dato K)
La produttività marginale del lavoro è la derivata prima parziale
della f rispetto a L
Q  Q
MPL 

L  L
La produttività marginale del lavoro, cioè la variazione di Q
per una data variazione di L (con K costante) è via via
decrescente: dato K, ogni lavoratore aggiuntivo produce una
quantità di output minore di quella prodotta dal lavoratore
precedente.
Anche la produttività marginale del capitale, dato L, è
decrescente.
La funzione di costo dell’impresa è C=wL+rK
Se K è fisso nel breve periodo, solo L può essere
variato (un altro fattore variabile è l’energia)
Allora wL = costo variabile [dato w, cresce con L,
quindi con Q]
es. F. di prod. Cobb-Douglas Q=L½ K ½
 L = Q2 K-1  wL = w Q2 K-1
rK = costo fisso (indipendente da Q)
Es. Sia C= rK + wL = 100 + 3Q2
AC= C/Q = 100/Q + 3Q
(forma ad U)
C’ = costo marginale = 6Q crescente (retta)



Produttività marginale decrescente implica costo
marginale crescente:
C=wL+rK
Quanto costa produrre una unità di Q in più?
Devo calcolare il costo marginale di Q:
C' 
C
L
w
w
w


Q
Q Q
MP
L
Dato che w è costante, e che MP è decrescente
all’aumentare di L, C’ aumenta se la produzione Q (e quindi
L) aumenta
 La curva del costo marginale MC (o C’) è inclinata
positivamente rispetto a Q
P, C
La curva dei costi medi
(ad U) è intersecata dal
costo marginale nel suo
minimo
MC
AC = C/Q
Q
Es. C=100+3Q2
 AC=C/Q=(100/Q) + 3Q
MC=6Q









L’impresa massimizza il profitto quando è
massima la differenza tra ricavo totale e costo
totale:
profitto = R(Q) – C(Q)
Derivata rispetto a Q: R’(Q)-C’(Q)=0
 condizione di max profitto: R’=C’
Sia la curva di domanda
p = 100 – Q (domanda inversa)
RT = p * Q = (100 - Q) Q = 100Q – Q2
(il ricavo marginale è la derivata prima parziale
di RT rispetto a Q)
MR (o R’)= 100 – 2 Q (stessa intercetta ma
pendenza doppia rispetto alla domanda)
La curva di domanda P = 100 – Q
interseca l’asse delle ascisse (P=0)
P
100
P(Q)
in Q = 100 e l’asse delle ordinate
(Q=0) in P=100  prezzo di
riserva: il consumatore per cui il
bene ha maggior valore
acquisterebbe una unità di bene al
prezzo 100. Se il prezzo fosse
maggiore, nessuno consumerebbe.
Se il prezzo fosse inferiore, altri
consumatori (con prezzo di riserva
inferiore) acquisterebbero il bene
100
Q
Qualunque prezzo di mercato è minore o uguale al valore del bene per
tutti quelli che lo acquistano. Quelli per i quali il prezzo è maggiore del
valore del bene non lo acquistano
P
La curva di domanda P = 100 – Q
interseca l’asse delle ascisse (P=0)
100
in Q = 100
La curva R’ P = 100 - 2Q
interseca l’asse delle ascisse (P=0)
in 2Q=100  Q=50
R’
P(Q)
50
100
Q
Supponiamo un
monopolista, unico
venditore sul mercato
p
A
O
B
C
In un determinato
momento il
monopolista vende a un
prezzo A la quantità
OC: il suo ricavo totale
è quindi pari all’area
ABCO (data la curva di
domanda)
q
p
B
A
D
G
O
C
E
F
Per vendere di più, il
monopolista deve
abbassare il prezzo: da
A a D. Spostandosi da
B a E sulla curva di
domanda a questo
prezzo corrisponde la
quantità OF.
q
L’area DEFO rappresenta il
nuovo ricavo totale, al
prezzo D e data la curva di
domanda.
p
B
A
D
E
F
O
C
F
q
L’area DEFO rappresenta il
nuovo ricavo totale, al
prezzo D e data la curva di
domanda.
p
B
A
D
O
G
G
C
E
F
L’area DGCO è comune
alle due situazioni (prima
e dopo il ribasso di prezzo)
e quindi non ci interessa.
q
p
B
A
D
G
O
C
E
F
Occorre confrontare il
quadrangolo ABGD, perso
perché il produttore non
pratica più il prezzo A, con il
nuovo quadrangolo GEFC,
che rappresenta l’aumento
delle vendite dovuto al nuovo
prezzo D
q
p
B
A
D
E
G
Se l’area GEFC, il ricavo
aggiuntivo, è maggiore
dell’area ABGD, il ricavo
perso, vendere un’unità
addizionale fa aumentare i
ricavi (il ricavo marginale è
positivo).
In altri termini, la riduzione
del prezzo è più che
compensata, NEL RICAVO,
dall’aumento della quantità
 la domanda è elastica
O
C
F
q
L’elasticità della domanda dipende sia dalla
particolare curva di domanda …
Domanda
poco
elastica
(rigida)
p1
P1’
q1
p2
Domanda
molto elastica
P2’
q1
Il ricavo marginale nel secondo grafico è sicuramente positivo
e maggiore del primo grafico (a domanda rigida)
Se la curva di domanda è verticale, l’elasticità della domanda è 0, la
quantità non cambia al variare del prezzo
Domanda perfettamente anelastica o a elasticità nulla
Se la curva di domanda è orizzontale, l’elasticità della domanda è
infinita, la quantità cambia infinitamente anche per una piccola variazione
del prezzo
 Domanda perfettamente elastica o a elasticità infinita
P
Elasticità nulla
Elasticità bassa
(anelastica)
Elasticità alta
Elasticità
infinita
Q
L’elasticità della domanda dipende sia dalla
particolare curva di domanda …
sia dal particolare punto sulla stessa curva
di domanda
P
a
b
elastica
c
d
a elasticità
unitaria
rigida o
anelastica
e
f
Q
R’: variazione di R=PQ al diminuire di P (o al crescere di Q)
Prezzo del bene X1
Elastica: Q cresce
più che
proporzionalmente
alla diminuzione di
P  R cresce
R’>0
R’
P(Q)
Elasticità unitaria:
Q cresce
proporzionalmente
alla diminuzione di
P  R costante
R’=0
anelastica: Q
cresce meno che
proporzionalmente
alla diminuzione di
P  R diminuisce
R’<0
Quantità del bene X1
La massimizzazione del profitto
può aversi solo in questo
segmento elastico della
funzione di domanda perché
altrove il ricavo marginale è
negativo (domanda
anelastica)
P, R’
Infatti il ricavo marginale R’ deve
eguagliare il costo marginale
C’ (positivo) e quindi R’ deve
essere a sua volta positivo
50
100
P, R’
100
L’impresa massimizza il
profitto uguagliando R’ e C’
P*
(spingendo la produzione
sino al punto in cui R’ e C’
sono uguali.)
Accrescere la produzione da
0 a Q* (o, che è lo stesso,
ridurre il prezzo dal prezzo
di riserva a P*) è razionale
perché fatturato e profitti
sono sempre crescenti
C’
R’
Q* 50
100
Q

 condizione di max profitto per tutte le
imprese: R’=C’

In un mercato perfettamente concorrenziale,
R(Q)=pQ, cioè l’impresa prende il prezzo come
un dato, non può cambiarlo  R’=p
 la condizione di max profitto è p=C’
 la curva del costo marginale è la curva di
offerta dell’impresa


Se P dato aumenta,
l’impresa trova
conveniente offrire
quantità crescenti di Q, e
viceversa
MC
P3
AC = C/Q
P2
P1
Q1
Q2
Q3
Per trovare l’equilibrio del mercato,
sommiamo orizzontalmente le curve individuali di domanda Dn, per ottenere la
domanda aggregata D
E sommiamo orizzontalmente anche le curve individuali di offerta MC, per
trovare l’offerta aggregata S
P
Offerta
aggregata
S
Domanda
aggregata
D
Q
Vi è domanda nel settore finché il prezzo non raggiunge
il valore massimo del prezzo di riserva del consumatore
più ricco
P di riserva
consumatore
settore
DSnDn
P1
P2
P3
D
Dn
Q1 Q2
Q3
SnQ1 SnQ2 …
X1
P
Vi è offerta nel settore finché il prezzo non raggiunge il
valore minimo dei costi medi, attraverso la libera entrata
delle imprese che crescono da n a n’
SSnMC
Settore
D
Impresa
MC
S
P
AC
Pc
S’
P1
q2
q1
X1
Snq1
Sn’ q2
X1
Surplus dei consumatori e surplus dei
produttori
S
P
D
Surplus dei consumatori e surplus dei produttori
Disponibilità a pagare pur
di acquistare il bene
Il prezzo di mercato P è uno
sconto sul prezzo di riserva
dei consumatori
S
P
D
1 2…
Surplus dei consumatori e surplus dei produttori
Surplus dei
consumatori
P
S
B
P
D
Surplus dei consumatori e surplus dei produttori
Surplus dei
consumatori
S=MC
P
Sovrapprezzo
rispetto al prezzo
di offerta MC
1…
Surplus dei
produttori
D

surplus produttori=
sovrapprezzo x quantità =
maggior profitto

surplus consumatori=
minor prezzo x quantità=
maggiore utilità

Benessere sociale W = surplus produttori
+ surplus consumatori
Perdita secca
P2
S
B
P1
D
Supponiamo che in un mercato una volta
concorrenziale il prezzo salga da P1 a P2
Perdita secca
DWL
p2
S
p1
D
Q<Qc
Qc
Perdita secca (DWL)



Perdita secca di benessere (dead weight loss,
DWL) è la perdita netta di surplus del sistema
economico quando ci si discosta dal prezzo di
concorrenza
Da una situazione di mercato con prezzo p2
sono possibili miglioramenti paretiani (in cui
qualcuno sta meglio e nessuno viene
danneggiato)?
Es. sussidio al monopolista, redistribuzione
spontanea, regolamentazione, libera entrata
Perdita secca (DWL)



Perdita secca di benessere (dead weight loss,
DWL) è la perdita netta di surplus del sistema
economico quando ci si discosta dal prezzo di
concorrenza
Da una situazione di mercato con prezzo p2
sono possibili miglioramenti paretiani (in cui
qualcuno sta meglio e nessuno viene
danneggiato)?
Se il prezzo è p1 (concorrenza) non ci sono
possibili miglioramenti paretiani ottimo
paretiano massima efficienza (1° th. Del
benessere sociale)
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