ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI DI IVREA, PINEROLO E TORINO Copyright © 2003 La fiscalità negli Enti Locali Torino, 25 ottobre 2003 Gruppo di Studio Enti Locali IL PATTO PER LA STABILITA’ E CRESCITA Il trattato di Maastricht 07/02/1992 • Il patto di stabilità e crescita è stato inserito nel trattato di Maastricht. •A Maastricht vengono fissati parametri macroeconomici per la partecipazione alla moneta unica. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali 1/1/1999 l’EURO è moneta unica in 11 Paesi Belgio Germania Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Austria Portogallo Finlandia Grecia (dal 1.1.2001) 1/1/2002 l’ EURO e’ moneta circolante Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) • STABILITA’ DEI PREZZI • STABILITA’ DEI TASSI DI INTERESSE • STABILITA’ DEI CAMBI • STABILITA’ DELLA FINANZA PUBBLICA Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) STABILITA’ DEI PREZZI TASSO DI INFLAZIONE Non superiore all’1,5 % rispetto a quello medio dei tre Stati Membri con il tasso di inflazione più basso. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) STABILITA’ DEI TASSI DI INTERESSE TASSO DI INTERESSE Nominale a lungo termine non superiore al 2% rispetto a quello medio dei tre Stati Membri con il tasso di inflazione più basso. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) STABILITA’ DEI CAMBI TASSO DI INTERESSE • Moneta aderente allo SME • Stabilità della moneta all’interno delle bande dello SME nei due anni precedenti l’ammissione Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) Il Patto di stabilità e crescita SANITA’ DELLA FINANZA PUBBLICA TASSO DI INTERESSE • DISAVANZO / PIL non superiore al 3% • DEBITO LORDO / PIL non superiore al 60% (o in significativo avvicinamento a questa misura) Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali I PRINCIPI DEL PATTO DI STABILITA’ Preservare l’equilibrio delle finanze pubbliche, in modo da mantenere la stabilità dei prezzi e sostenere la crescita. L’obiettivo del patto di stabilità e crescita e’ quello di imporre una disciplina di bilancio che eviti il deragliamento dei conti dei singoli Paesi con effetti negativi su tutta l’area dell’euro. La regola fondamentale fissata e’ quella di imporre ai Paesi di non superare la soglia del 3% nel rapporto tra deficit pubblico e P.I.L. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali LE SANZIONI PREVISTE PER LO STATO INSOLVENTE Verso lo Stato insolvente nella correzione del deficit, il Consiglio Europeo può: • esigere informazioni obbligazioni o titoli; prima dell’emissione di • invitare la Banca Europea per gli investimenti a riconsiderare la sua posizione; • richiedere la costituzione di un deposito infruttifero presso la Comunità, fino alla correzione del disavanzo; • dopo due anni di insolvenza, il deposito può essere trasformato in sanzione. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO La legge 488/1998 (collegato alla finanziaria 1999) art. 28 comma 1, nel quadro del federalismo fiscale, ha introdotto il cosiddetto “patto di stabilità interno” tra Stato centrale ed enti territoriali segnando il principio secondo il quale lo Stato chiede il concorso delle regioni, delle province autonome, delle province, dei comuni e delle comunità montane (gli enti locali) per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica che il Paese si è posto, con l’adesione all’Unione europea, aderendo al patto di stabilità e crescita e quindi impegnandosi a: 1) ridurre progressivamente il finanziamento in disavanzo delle proprie spese (obiettivo primario) 2) ridurre il proprio rapporto debito/prodotto interno lordo (obiettivo derivato) I due obiettivi del miglioramento del saldo finanziario e della riduzione dell’ammontare di debito si applicano distintamente a ciascun ente. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali I PRINCIPI DEL PATTO DI STABILITA’ INTERNO Indurre le autonomie locali ad agire direttamente per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito pubblico contenendo le tradizionali azioni di finanza derivata. Presuppone una partecipazione attiva degli enti locali e non la riduzione del debito come obbligata conseguenza della riduzione dei trasferimenti erariali. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali IL PRIMO OBIETTIVO IL MIGLIORAMENTO DEL SALDO FINANZIARIO LE AZIONI UTILI Gli strumenti gestionali utili che possono essere attivati per il raggiungimento dell’obiettivo sono: • aumento della produttività e riduzione dei costi nella gestione dei servizi pubblici e delle attività di propria competenza; • contenimento del tasso di crescita della spesa corrente rispetto ai valori degli anni precedenti; • potenziamento delle attività di accertamento dei tributi propri; • aumento del ricorso al finanziamento a mezzo prezzi e tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale; • dismissione di immobili di proprietà non funzionali allo svolgimento delle attività istituzionali. Evitare che lo scopo sia perseguito mediante la riduzione di spese per investimenti. Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali IL SECONDO OBIETTIVO LA RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO Questo obiettivo dipende da due operazioni: •· la riduzione del disavanzo finanziario (obiettivo primario); •· le politiche di dismissione di partecipazioni mobiliari Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali RIFERIMENTI Normativa Legge 23 dicembre 1998, n° 448, art. 28 commi 1,2,2-bis Legge 23 dicembre 1999, n° 448, art. 30 comma 1 Legge 23 dicembre 2000, n° 388, art. 53 commi 1 e 4 Legge 28 dicembre 2001, n° 448, art. 24 commi 1,2 e 4 come modificato dall’art. 3 del D.L. 22 febbraio 2002, n° 13 convertito dalla Legge 24 aprile 2002, n° 75 Legge 28 dicembre 2001, n° 448, art. 41 comma 1 D.M. 1° agosto 2000 Decreto interministeriale 30 aprile 2002, n° 0045475 Legge 23 dicembre 1998, n° 448, art. 28 comm. 1,2,2-bis Legge finanziaria 2003 – Legge 27 dicembre 2002, n° 249, art. 28 comm. 1,2,2-bis Prassi Circolare Min. Interno 18 febbraio 1999 Circolare Min. Tesoro 12 marzo 1999, n° 11 Circolare Min. Tesoro 26 marzo 1999, n° 1 Min. dell’interno, Nota Piero Giarda “Direttive sull’applicazione del patto di stabilità interno” marzo 1999 Circolare Min. Tesoro 13 ottobre 1999, n° 2 Circolare Min. Tesoro 4 febbraio 2000, n° 4 Circolare Min. Tesoro 17 febbraio 2000, n° 3 Circolare Min. Tesoro 30 ottobre 2000 n° 4 (G.U. 14 febbraio 2000, n° 36) Circolare Min. Tesoro 6 febbraio 2001, n° 6 (G.U. 15 febbraio 2001, n° 38) Circolare Min. Economia, Dipartimento Ragioneria generale dello Stato 26 febbraio 2002, n° 11 (G.U. 30 marzo 2002, n° 76) Circolare Min. Interno 27 aprile 2002, n° 5 Circolare Min. Economia e finanze 24 ottobre 2002, n° 6 (G.U. 31 ottobre 2002, n° 256) Copyright © 2003 Gruppo di Studio Enti Locali