L’INTERAZIONE TRA
LESSICO E FONOLOGIA
NELL’ACQUISIZIONE
DEL LINGUAGGIO
Maria Scappini
Dottorato di Ricerca in Linguistica
Università di Verona
L’APPRENDIMENTO DELLA FONOLOGIA
2
I.
II.
III.
IDENTIFICAZIONE DEI SUONI RILEVANTI (ES. LA DIFFERENZA TRA /R/-/L/ È
SIGNIFICATIVA IN ITALIANO, NON LO È IN GIAPPONESE)
APPRENDIMENTO DELLE REGOLE FONOTATTICHE (IL MODO IN CUI I SUONI
POSSONO O NON POSSONO ESSERE COMBINATI PER FORMARE LE PAROLE)
RICONOSCIMENTO DELL’ACCENTO TIPICO E ATIPICO DELLE PAROLE
(PAROLE PIANE VS. TRONCHE)
I.
RICONOSCIMENTO DEL CONTORNO CARATTERISTICO DELLE DIVERSE FRASI
(ES. INTERROGATIVO).
 SI TRATTA DI UN GROSSO LAVORO!
 IL BAMBINO NON RICEVE NESSUNA INDICAZIONE ESPLICITA
 IL BAMBINO APPRENDE LA FONOLOGIA DELLA PROPRIA LINGUA MADRE
ENTRO IL PRIMO ANNO D’ETÀ
APPRENDERE LA FONOLOGIA DEI ‘SUONI’
3



I bambini nascono con circuiti neuronali adatti ad
apprendere qualsiasi lingua umana (si tratti di lingua
auditorio-vocale o visivo-manuale) cui vengano esposti;
NB: I bambini < 6 mesi non distinguono tutte le
possibili differenze fisiche tra i suoni delle lingue,
Dal
di soltanto
vista fonologico,
neonati sono
‘forniti’ dalla
ma punto
tutte e
quelle idifferenze
che
nascita
di una abilità
percettiva universale,
che
corrispondono
a distinzione
fonematica
in li rende
in grado di percepire le unità fonetiche di tutte le lingue;
una qualche lingua del mondo (Werker &
Lalonde, 1988).
Fino all’età di 6 mesi, i bambini si dimostrano in grado
di distinguere tutte le distinzioni fonematiche attestate
nelle lingue del mondo (Dehaene-Lambertz & Dehaene
1994).
Khul et al. (2006)
4
6-8 mesi: bambini giapponesi e
americani hanno una capacità
del tutto simile di discriminare i
due fonemi /r/ e /l/;
10-12 mesi: la capacità di
distinguere i due fonemi è
drasticamente ridotta nei
bambini giapponesi e
significativamente migliorata
nei bambini americani.
IL “Perceptual Warping Effect”
5
 Negli adulti, le categorie
fonetiche prototipiche si
comportano come magneti
nei confronti dei suoni non
prototipici, con l’effetto che i
suoni non-prototipici
vengono assimilati alla
categoria prototipica più
vicina (Grieser & Kuhl,
1989);
 Un simile effetto di
categorizzazione è
osservabile nei bambini già
a 6 mesi d’età (Kuhl et
al.,1992).
(=front unrounded
vowel)
(=front rounded
vowel)
Evidenze neurologiche
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Rivera-Gaxiola (2005)
7 mesi: i componenti ERP corrispondenti alla discriminazione fonematica
( = P 150-250/N250-550) sono attivati sia nel caso di distinzioni presenti
nella lingua madre (es. /d/-/th/) che nel caso di distinzioni non-native
(es. /t/-/d/);
11 mesi: nessuna risposta ERP nel caso di distinzioni non native; risposte
elettrofisiologoiche ampliate nel caso di distinzioni fonematiche native.
NEURONAL COMMITMENT HYPOTHESIS
= l’acquisizione di una lingua specifica determina la fissazione di
network neuronali dedicati; l’impegno predominante con la decodifica
dei pattern fonetici di una certa lingua promuove la sensibilità ai pattern
appresi, riducendo le risposte cerebrali a patterns fonematici diversi.
APPRENDERE LA FONOLOGIA DELLE PAROLE/1
7
 la lingua parlata appare più come un continuum sonoro piuttosto che
come una sequenza di singole unità: non ci sono pause o altri indizi ad
indicare i confini tra le parole
 la conoscenza dell’inventario fonematico della lingua ascoltata può
essere di qualche aiuto, ma non è sufficiente;
 altri fattori (accento, regole fonotattiche, enfasi, contorno intornativo)
giocano un ruolo ugualmente importante nell’organizzazione del ‘flusso
sonoro’ .
APPRENDERE LA FONOLOGIA DELLE PAROLE/2
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Sin da neonati, i bambini dimostrano una sensitività ritmica generale
innata e sono in grado di classificare le lingue in macro-gruppi sulla base
delle loro proprietà ritmiche globali (Nazzi et al.,1998); a 2 mesi non sono
ancora in grado di distinguere due lingue appartenenti alla stessa classe
ritmica (es. inglese e olandese; Christophe and Morton, 1998).
Tra i 6 e i 9 mesi, imparano a memorizzare la forma fonologica delle
parole più frequenti (es. ‘mamma’) e ad essere in grado di riconoscerle
all’interno del flusso del discorso (Bortfeld et al., 2005); a riconoscere
l’accento predominante nella loro lingua; a indentificare la probabilità
che particolari sequenza di sillabe possano comparire all’interno di parola.
Intorno a 10 mesi ½, sono in grado di estrarre dal flusso del discorso sia le
le parole con accento tipico (es. Ingl.: ròbin) che quelle con accento
atipico (es. Ingl.: giràffe).
Riassumendo
9
IL “PROBLEMA” DELL’APPRENDIMENTO
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Come è possibile che bambini identifichino e imparino correttamente e
tanto rapidamente i suoni della loro lingua madre nonostante la varietà,
la sovrabbondanza e l’ambiguità dell’input sonoro cui sono esposti?
a) Presenza di fattori ‘facilitanti’
es.: parole presentate in isolamento; memorizzazione delle proprietà più
salienti
della forma acustica
delle parole; informazione visiva; ritmo e
b) Apprendimento
statistico
accento);
Recenti studi hanno dimostrato che l’apprendimento statistico rappresenta
un meccanismo basilare ed implicito di apprendimento (NON un
processo computazionale complesso e faticoso come si era creduto!)
Es: Studio ERP di Teinonen et al. (2009): anche durante il sonno i bambini
mostrano attivazioni corrispondenti all’identificazione della distribuzione
statistica dei suoni nel discorso.
STASTICAL LEARNING E SEGMENTAZIONE DELLE PAROLE
Saffran et al. (1996)
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“Over a corpus of speech there are measurable statistical
regularities that distinguish recurring sounds sequences that
comprise words from the more accidental sound sequences that
occur across word boundaries. Within a language, the transitional
probability from one sound to the next will generally be
highest when the two sounds follow one another within a
word, whereas transitional probabilities spanning a word
boundary will be relatively low” (Saffran et al., 1996)
 test su un gruppo
Es:di
cari
bambini
ragazziinglesi di 8 mesi,
da 4
familiarizzati con un flusso sonoro di 2 minuti composto
es.inrira-…?
parole trisillabiche
senza senso, ripetute
ordine
es. caricare,
- rira?
sparso
sicari, vicari,
caritatevole, etc…
Saffran et al. (1996)/2
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e.s. pabikudaropitibudogolatudaropigolatu
alta
probabilità
alta
probabilità
pabikudaropitibudogolatudaropigolatu
bassa
probabilità
bassa
probabilità
pabiku daropi tibudo golatu daropi golatu
STASTICAL LEARNING E CATEGORIZZAZIONE FONEMICA:
Maye et al. (2002)
13
= la percezione delle categorie fonetiche è influenzata dalla distribuzione dei
suoni nello spazio acustico
 test su bambini tra i 6 e gli 8 mesi
Bimodal condition
Unimodal condition
STASTICAL LEARNING E INTERAZIONE SOCIALE:
Kuhl et al. (2003)
14
MA: l’apprendimento della lingua avviene in condizioni molto più
complesse di quelle simulate nei design sperimentali precedenti: i
bambini sono esposti simultaneamente a centinaia di suoni e sillabe
diverse, pronunciati da diversi parlanti, con la continua presenza di
suoni non-linguistici di sottofondo.
E’ VEROSIMILE CHE L’APPRENDIMENTO STATISTICO FUNZIONI
ANCHE IN SITUAZIONI DI APPRENDIMENTO NATURALE?
Kuhl et al. (2003): l’apprendimento statistico si attiva anche
nell’esposizione naturale alla lingua, ma solo in presenza di
interazione umana.
OBIEZIONI AI MODELLI DISTRIBUZIONALI
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I.
Asimmetria vocali- consonanti
Recenti studi (es. studio su soggetti adulti di Bonatti et al. 2005) hanno
dimostrato che l’apprendimento statistico è adeguato a spiegare
l’apprendimento dei suoni consonatici ma non quello dei suoni vocalici.
Due possibili alternative:
II. Sovrapposizione
A.Abbandonare
i modellinella
basati sull’apprendimento statistico perché
distribuzione
suoni
inadeguati
a spiegare dei
l’apprendimento
delle vocali;
La distribuzione dei suoni nelle
B.Considerare
se altri
tipiè di informazioni, oltre alla distribuzione dei suoni
lingue naturali
non
nello spazio
acoustico
e/o nell’unità
sillabiche, contribuiscono
nettamente
diversificata
(come
all’apprendimento
statistico.
appare negli
studi sperimentali
precedenti), ma è
caratterizzata da sostanziali
sovrapposizioni , soprattutto nel
caso delle vocali (es. vocali
inglesi).
IL LEXICAL-DISTRIBUTIONAL MODEL
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 Non è un accidentale che i processi di identificazione dei suoni
e segmentazione delle parole seguano un decorso cronologico
simile: al contrario, questo rivela l’interdipendenza dei due
processi;
 Le informazioni ‘lessicali’ (= distribuzione dei suoni all’interno
delle diverse forme lessicali) rappresentano un’informazione
indispensabile per disambiguare le categorie fonetiche nei casi di
sostanziale sovrapposizione distribuzionale (es. vocali)
IL LEXICAL-DISTRIBUTIONAL MODEL
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Studio di Thiessen (2011) con bambini di 15 mesi:
Feldman et al. (in press)
18
 40
bambini di 8 mesi
 2 condizioni sperimentali
i bambini di 8 mesi classificano TAW e TAH
come suoni diversi solo nel caso in cui i suoni
appaiano in contesti lessicali diversi!
OBIEZIONI AL LEXICAL-DISTRIBUTIONAL MODEL
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I. Le lingue naturali mostrano una distribuzione sillabica molto
più variabile (es. è poco plausibile che possa esistere una
lingua in cui la sillaba –TAH segue prevalentemente la sillaba
LI-);
II. Completa mancanza di considerazione degli altri fattori
fonologici che facilitano la segmentazione delle parole (es.
prosodia, accento);
III. Totale trascuratezza degli indizi di segmentazione delle
parole tipici delle diverse lingue (e.g. nessi consonantantici
consonante+ consonante in Inglese vs. vocale/vocale +
consonante in Italiano).
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