Studio di fattibilità Paolo Turchetti Dipartimento di Fisica, Università di Roma “La Sapienza” Convegno informale di Fisica Teorica, Cortona, 25 Maggio Indice Introduzione Descrizione dei problemi della procedura standard LQCD: problemi and soluzioni Divergenze a potenza dai termini di contatto Divergenze a potenza e rinormalizzazione Conclusioni Introduzione Perché siamo così interessati allo studio dei decadimenti rari e ? Ci sono molte buone ragioni, per esempio processi FCNC Utili per determinare Vtd Decadimenti rari: procedura standard Decadimenti rari: K+π+ νν, K+/-π+/- l+l–, KSπ0 l+l– Top, W, beauty, charm rimossi TDP + gruppo di rinormalizzazione Experimenti χPT Elementi di Matrice Coefficienti di Wilson Predizioni fenomenologiche Problemi! Ci sono vari problemi associati all’utilizzo di questa procedura, tutti connessi alla fisica di lunga distanza. Ad esempio se consideriamo la famiglia di decadimenti K πνν l’unico contributo di cui dobbiamo tener conto è quello debole. In questo caso è attivo un meccanismo GIM a potenza Principali fonti di errore teorico Operatori con dimensione maggiore di 6 Da G. Isidori mK2 / mc2 15% Espressione perturbativa per i coefficienti di Wilson troncata (NNLO termini non inclusi) Fino a che punto i metodi perturbativi sono validi ad una scala così bassa (< 1 GeV)? LQCD e decadimenti rari Ora il charm è un grado di libertà dinamico Decadimenti rari: K+π+ νν, K+/-π+/- l+l–, KSπ0 l+l– Top, W, beauty, rimossi TDP + gruppo di rinormalizzazione Experimenti + LQCD Elementi di matrice Coefficienti di Wilson Predizioni fenomenologiche L’approccio tramite LQCD Se consideriamo il charm come un grado di libertà dinamico (dof), possiamo limitarci a calcolare, nelle simulazioni numeriche in LQCD, gli opportuni correlatori che coinvolgono gli operatori Ad una scala di energia maggiore della massa del charm. In questo modo si risolve il problema operatori con dimensione più grande di 6 possiamo calcolare esattamente gli effetti di lunga distanza Non abbiamo più bisogno di evolvere i coefficienti di Wilson ad una scala troppo bassa, così che i termini NNLO non sono “troppo grandi” La LQCD è un metodo basato solo su principi primi Cosa dobbiamo calcolare? Cosa dobbiamo calcolare? La quantità fisica a cui siamo interessati è associata a Dove J è la corrente debole od elettromagnetica. Il principale problema che dobbiamo affrontare è la possibile presenza di divergenze a potenza nell’espressione del Tprodotto Lo scopo del nostro lavoro è quello di compiere un’approfondita analisi della struttura delle divergenze di questa quantità Classifications of power divergences Le divergenze a potenza potenzialmente presenti nel nostro Tprodotto possono essere organizzate in due diverse classi. Alla prima appartengono tutte quelle divergenze che possono essere eliminate rinormalizzando gli operatori che compaiono nel T-prodotto. Esse sono associate alle seguenti topologie + Alla seconda classe appartengo tutte quelle divergenze presenti in quando Cioè quelle divergenze associate ai termini di contatto ed ai diagrammi Questo secondo tipo di divergenze non può essere rimosso semplicemente rinormalizzando gli operatori Q+/-. Alla seconda classe appartengo tutte quelle divergenze presenti in quando Cioè quelle divergenze associate ai termini di contatto ed ai diagrammi Questo secondo tipo di divergenze non può essere rimosso semplicemente rinormalizzando gli operatori Q+/-. La Bolla Poiché stiamo lavorando con una teoria effettiva in cui abbiamo rimosso i gradi di libertà pesanti, le interazioni deboli, sia per il caso del bosone W sia per quello del bosone Z , devono essere considerate come interazioni locali. Certamente questo non avviene per il fotone. Al fotone, quindi, possiamo associare una interazione non locale. Questa è un’osservazione fondamentale perché implica importanti conseguenze sul modo di trattare questi due casi sul reticolo. La Bolla sul reticolo Sul reticolo possiamo associare al fotone una corrente di gauge che è una splitted current (non locale). Alla corrente debole dobbiamo associare una corrente locale che, sul reticolo, non è una corrente di gauge. Le differenze tra questi due casi sono chiare se consideriamo le regole di Feynman associate alle due correnti Corrente di gauge Corrente locale Il caso del fotone In questo caso –fortunato– i vincoli imposti dalla simmetria di gauge comportano la cancellazione algebrica delle divergenze a potenza. Le restanti divergenze sono solo logaritmiche Abbiamo verificato questa affermazione attraverso dei calcoli espliciti in teoria delle perturbazioni sul reticolo con diversi tipi di regolarizzazione (Wilson, clover, twisted mass) ricavando che Dove C e L sono costanti e In tutte le regolarizzazioni le divergenze a potenza sono assenti!!! La sola differenza tra i vari tipi di regolarizzazione riguarda il termine finito L. La costante finita L è indipendente dalla massa. A causa del meccanismo GIM essa non compare nell’espressione finale dell’ampiezza con il charm dinamico. Nel caso di charm pesante, disporre della sua espressione analitica per il matching tra continuo reticolo è fondamentale. Il caso debole Come precedentemente accennato in questo caso non abbiamo più a disposizione una corrente di gauge e la simmetria di gauge non gioca più alcun ruolo. In particolare non abbiamo più a disposizione quei vincoli che causavano la cancellazione delle divergenze a potenza nel caso precedente… Il risultato è che, se facciamo uso della regolarizzazione di Wilson, nell’ampiezza finale RIMANGONO delle divergenze quadratiche!!!!! Ma… Twisted mass fermions Applicando la recente regolarizzazione con twisted mass fermions (Frezzotti, Rossi hep-lat/0306014) abbiamo esplicitamente dimostrato, tramite argomenti di simmetria e attraverso un calcolo esplicito in teoria delle perturbazioni su reticolo, che Maximally twisted mass fermions Caso Z0 Caso Z0 (logaritmicamente divergente) (quadraticamente divergente) Meccanismo GIM In tutto questo lavoro si devono affrontare dei calcoli perturbativi assai laboriosi. In particolare il caso con twisted mass è sicuramente il più complesso. Primo risultato G. Isidori, G. Martinelli and P.T. to be published. Non abbiamo nessuna divergenza a potenza associata con i termini di contatto sia nel caso del fotone che nel caso del bosone Z! Possiamo trattare le residue divergenze logaritmiche con gli usuali metodi perturbativi. La procedura perturbativa è assai laboriosa, ma non implica alcun problema concettuale. Ambiguità e rinormalizzazione Occupiamoci del problema della rinormalizzazione della Hamiltoniana effettiva. Il termine di Wilson, necessario per risolvere il problema della duplicazione delle specie fermioniche, rompe esplicitamente la chiralità anche se si considerano quark a massa. Questo implica che sotto rinormalizzazione un generico operatore si mescoli con altri operatori di dimensione uguale o minore (in energia) aventi, in generale, proprietà chirali differenti. Nel nostro caso abbiamo Dove sono gli operatori rinormalizzati sono gli operatori nudi è il tensore del campo dei gluoni Condizione di rinormalizzazione Limitiamoci a considerare il caso del fotone. Per ragioni di parità la densità pseudoscalare non compare in questo caso e la conditione di rinormalizzazione che dobbiamo imporre assume la forma Dove C è una constante, J è la corrente elettromagnetica e π e K sono gli operatori che interpolano il pione ed il mesone K La domanda naturale è: Che valore dobbiamo scegliere per il termine finito? Identità di Ward La risposta che abbiamo trovato a questa domanda è incoraggiante Le quantità fisiche che stiamo cercando non hanno bisogno di alcuna sottrazione. Questo implica che non siano interessate da alcuna ambiguità! Dalle identità di Ward possiamo ottenere questa relazione Struttura polare (1) Come può essere ricavato dalla precedente formula le divergenze a potenza sono proporzionali a questa struttura polare Minkowski Euclideo Cioè esse sono proporzionali alla somma di due correlatori, ognuno caratterizzato da un singolo polo doppio. Struttura polare (2) La quantità fisica a cui siamo interessati è caratterizzata, invece, dal prodotto di due poli semplici, il primo associato alla massa del mesone K, il secondo associato alla massa del pione Minkowski Euclideo Dalle formule di riduzione di LSZ sappiamo che ogni altra quantità caratterizzata da una diversa struttura polare non può interferire con essa. Secondo risultato G. Isidori, G. Martinelli and P.T. to be published. Le divergenze a potenza, a causa della loro struttura polare, non possono interferire con la quantità fisica che vogliamo estrarre. Possiamo stimare gli elementi di matrice degli operatori Q+/- senza alcuna ambiguità. Conclusioni In conclusione possiamo riassumere i nostri risultati: • Abbiamo dimostrato, attraverso dei calcoli espliciti, la cancellazione algebrica delle divergenze a potenza associate ai termini di contatto presenti nei T-prodotti rilevanti per questi decadimenti. • Abbiamo dimostrato l’assenza di ambiguità dovute alle condizioni di rinormalizzazione nell’estrazione delle quantità fisiche interessanti riguardanti i decadimenti rari presi in esame Backup slides La teoria delle perturbazioni sarebbe lo strumento ideale per imporre la corretta condizione di rinormalizzazione, ma la presenza delle divergenze a potenza ci impedisce di usarla. L’arbitrarietà nella condizione di rinormalizzazione introduce l’ambiguità a cui si è precedentemente accennato e rende, impossibile l’estrazione di stime affidabili da simulazioni numeriche in LQCD. Infatti, in corrispondenza di ogni differente value del termine finito possiamo ottenere una differente stima delle quantità fisiche a cui siamo interessati. Ma questa ambiguità può realmente? Symmetries By dimensional counting we see that But, if we consider the constraints introduced by GIM mechanism and CPS symmetry with We can infer that A and B are at most logarithmically divergent and So we need non perturbative methods to subtract these power divergences. Br ( K ) | Im t X ( xt ) |2 | Re t X ( xt ) Re c X ( xc ) |2 0 3 Br ( K e ) 22 2 sin 4 W 2 K L 0 O( 5 ) O(1) O() O(104 ) 68% 32% Precision Physics: The t-quark effects: The c-quark effects: Subleading c-quark effects: Dimension-eight operators Possible correction to X ( xc ) of the order of mK2 / mc2 15% Courtesy of C. Smith Fermion doubling problem Naive discretization Physical content 16 solutions 16 lattice degrees of freedom One of the main consequences is that this theory is anomaly-free Wilson Action Wilson term. This term breaks the chiral symmetry explicitly even if we are considering massless fermions Twisted mass action Where the quarks are organized in mass-degenerate doublet so that And where Twisted Wilson Term Maximal Twist Consideriamo il caso semplice di elementi di matrice con stati esterni con componenti spaziali del quadri-impulso nulle. Le precedenti simmetrie spurioniche permettono di dimostrare che gli elementi di matrice di operatori con stessa parità formale rispetto agli stati esterni sui quali gli elementi di matrice stessi sono calcolati sono pari in ω. Nel caso di Twist massimo questo consente di dimostrare che tali elementi di matrice sono pari nel parametro di Wilson r. LSZ reduction formula LSZ reduction formulas assert that we can extract S-matrix elements for a particular transition taking into account the Fourier transforms of T-product of appropriate operators and than going on-shell. For example if we consider a four particles transition we’ll have Where mi are the masses of the particles involved in this process and Oi are the operators interpolating the particles.