INTERCULTURA A SCUOLA
CORSO AIMC AREZZO
CONCORSO DOCENTI 2012-13
Prof.ssa Alessandra Mucci
22-12-2012
INDICE INTERVENTO
1. Sulle tracce della legislazione in Italia
2. Le “Linee guida”, la C.M. 2/2010, l’UE
3. Due parole sull’aspetto psico-pedagogico
4. Il piano didattico e organizzativo
1.
Sulle tracce della legislazione in Italia
LA COSTITUZIONE
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo
sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento
dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
ANNI OTTANTA
C.M. 301/1989
“Inserimento degli stranieri nella scuola dell'obbligo: promozione e
coordinamento delle iniziative per l'esercizio del diritto allo studio”
C. M. 205/1990
“La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione interculturale”
C.M. 301/1989
“Inserimento degli alunni
stranieri
nella
scuola
dell’obbligo. Promozione e
coordinamento
delle
iniziative per l’esercizio del
diritto allo studio”
emergenza del fenomeno migratorio 
educazione
interculturale
è
individuata
inizialmente come risposta ai problemi degli
alunni stranieri/immigrati:
apprendimento della lingua italiana
valorizzazione della lingua e cultura d’origine
C.M. 205/1990

“La scuola dell’obbligo e gli
alunni stranieri.
L’educazione
interculturale”

principio del coinvolgimento degli alunni
italiani in un rapporto interattivo con gli
alunni stranieri/immigrati, in funzione del
reciproco arricchimento
per la prima volta appare il concetto di
educazione interculturale
La scuola italiana sia apre ad un approccio interculturale come risposta
all'arrivo di alunni migranti, recependo direttive che oltre a garantire la scolarizzazione
dei bambini stranieri tentavano di porre le basi di una cultura del dialogo, dello
scambio, della differenza.
La C.M. 301/1989 e la C.M. 205/1990
 consentono di introdurre elementi di flessibilità organizzativa e di elaborazione
di percorsi formativi personalizzati per alunni stranieri;
 chiariscono le modalità di inserimento nelle classi e il riconoscimento dei titoli di
studio;
 valorizzano l'insegnamento della lingua e della cultura dei Paesi d'origine;
 introducono i principi generali dell'educazione interculturale come intervento che
tende "anche in assenza di alunni stranieri e nella trattazione delle varie discipline,
a prevenire il formarsi di stereotipi e pregiudizi nei confronti di persone e culture ed a
superare ogni forma di visione etnocentrica, realizzando un'azione educativa che
sostanzia i diritti umani attraverso la comprensione e la cooperazione tra i popoli
nella comune aspirazione allo sviluppo ed alla pace".
I Programmi della scuola elementare emanati nel 1985 e gli Orientamenti della
scuola dell'infanzia del 1991 contengono riferimenti al diritto dei bambini al rispetto
e alla valorizzazione della loro identità culturale, religiosa, etnica, linguistica.
ANNI NOVANTA
C.M. 73/94 “Dialogo interculturale e convivenza democratica: l'impegno
progettuale della scuola”
L 40/98 “Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”
D. Lgsl. 286/98 (T.U. IMMIGRAZIONE) “Testo unico delle disposizioni
concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
straniero”
DPR 394/1999 “Regolamento recante norme di attuazione del testo unico
delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero, a norma dell'articolo 1, comma 6, del decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286”
art. 45
pronuncia del Consiglio Nazionale della individua nell’educazione interculturale la forma più alta e globale di
Pubblica
Istruzione
del
24/3/1993 prevenzione e contrasto del razzismo e di ogni forma di intolleranza
“Razzismo e antisemitismo oggi: il ruolo
della scuola”
contesto europeo
dimensione interculturale dell’insegnamento viene sviluppata nel trattato di
Maastricht e in altri documenti della Comunità Europea e del Consiglio
d’Europa (v. documento “Il dialogo interculturale e la convivenza democratica”)
C.M. 73/1994
L 40/1998, art. 36
Legge sull’immigrazione
D. Lgsl. 286/1998
“Testo unico delle disposizioni concernenti la
disciplina dell’immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero”
DPR 394/1999
“Regolamento recante norme di attuazione
del testo unico delle disposizioni concernenti
le disciplina dell’immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero”.

sottolinea importanza di progettualità efficaci (strategie, risorse,
insegnamenti disciplinari e interdisciplinari, cultura di rete tra scuole e
territorio)

descrive la società globale come società umana ravvicinata e interagente,
“società multiculturale”

colloca la dimensione mondiale dell’insegnamento nel quadro
dell’educazione interculturale
valore formativo delle differenze linguistiche e culturali: “Nell’esercizio
dell’autonomia didattica e organizzativa, le istituzioni scolastiche realizzano, per
tutti gli alunni, progetti interculturali di ampliamento dell’offerta formativa,
finalizzati alla valorizzazione delle differenze linguistico-culturali e alla
promozione di iniziative di accoglienza e di scambio”.
riunisce e coordina varie disposizioni in vigore in materia, con la stessa L. 40/98,
ponendo particolare attenzione sugli aspetti organizzativi della scuola,
sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, sul mantenimento della
lingua e cultura di origine, sulla formazione dei docenti e sull’integrazione
sociale.
tali principi, unitamente al diritto all’istruzione, sono garantiti nei confronti dei
minori stranieri indipendentemente dalla loro posizione giuridica
Art. 45 iscrizione, iscrizione con riserva, ripartizione, programmi,
comunicazione, intese, educazione interculturale
DAL 2000 AD OGGI…
L 182/2002 (legge Bossi-Fini)
CM 155/01
“Scuole collocate in zone a forte processo immigratorio (artt.5 e 29 del CCNI Comparto Scuola- 1999) - Anno scolastico 2001/02”
CM 160/2001
CCNL 2002/2005, art. 9
CM 24/2006
“LINEE GUIDA PER l’ACCOGLIENZA E l’INTERGRAZIONE ALUNNI STRANIERI”
CM 2/2010
“INDICAZIONI E RACCOMANDAZIONI PER L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI
CON CITTADINANZA NON ITALIANA”
L 182/2002
cosiddetta Bossi-Fini
non ha modificato le procedure di iscrizione degli
alunni stranieri a scuola
C.M. 155/2001
finalizzata al sostegno del personale impegnato
nelle scuole a forte processo immigratorio
C.M. 160/2001
finalizzata all’attivazione dei corsi di lingua per
cittadini extracomunitari, adulti e minori
C.C.N.L. del comparto prevede misure incentivanti per progetti relativi
scuola 2002/2005 (art. 9)
alle aree a rischio, a forte processo immigratorio
e contro l’emarginazione scolastica
2.
“Linee guida”, CM 2/2010, UE
LINEE GUIDA PER L’ACCOGLIENZA E
L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI
(CM 24/2006)
Allegato 1
Schema riassuntivo
del testo normativo
Il testo è ancora un documento cardine per
accoglienza, inte(G)razione degli alunni con
cittadinanza straniera.
È in corso la revisione del documento e la
pubblicazione di nuove “Linee guida”
(Vinicio Ongini)
CM 2/2010
“INDICAZIONI E RACCOMANDAZIONI PER
L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON CITTADINANZA
NON ITALIANA”
Allegato 2
Schema riassuntivo del
documento normativo
Documento che definisce
le percentuali di alunni stranieri nelle classi,
pur con deroghe da parte dell’USR.
Negli anni…
ANNI
80
ANNI
90
INSERIMENTO
2000
ACCOGLIENZA
INTE(G)RAZIONE
Modalità, protocolli,
figure professionali,
fare rete…
DIRITTO ALLO STUDIO
DIRITTO ALLO STUDIO
attraverso
IMPEGNO
PROGETTUALE
EDUCAZIONE
INTERCULTURALE
come sostegno per
alunni stranieri
DIALOGO
INTERCULTURALE
come risorsa per tutti
gli alunni
Rispettare le fasi di
apprendimento
linguistico per DIRITTO
ALLO STUDIO
“
UNO SGUARDO ALL’EUROPA…
Analisi UE per opera di Eurydice
Allegato 3- L‘integrazione scolastica dei bambini immigrati in
Europa (2004)
- Analisi dei modelli di accoglienza pluralità
Allegato 4- L'integrazione scolastica dei bambini immigrati in
Europa (2009)
Analisi delle misure per favorire:
– la comunicazione con le famiglie immigrate
– l’insegnamento della lingua d'origine dei bambini immigrati
3.
DUE PAROLE SULL’ASPETTO
PSICO PEDAGOCICO
RIFLETTIAMO SUI TERMINI…
PRIMA GENERAZIONE- SECONDA GENERAZIONE
MULTICULTURALE-INTERCULTURALE
LINGUA E INTEGRAZIONE
Apprendimento e insegnamento dell’italiano L2 nelle
scuole intendono dare risposta ai bisogni comunicativi e
linguistici degli alunni stranieri di recente immigrazione
inseriti nelle scuole di diverso ordine e grado.
La finalità è la piena integrazione, nella convinzione che
essa può attuarsi solo a partire dall’acquisizione della
capacità di capire e di essere capiti, di comprendere ed
esprimere contenuti e saperi comuni.
Lo studente si sentirà pienamente integrato nel nuovo
contesto scolastico e sociale solo con la padronanza
efficace e approfondita dell’italiano, considerato come
L2, ovvero mezzo di comunicazione e di contatto
interpersonale da un lato e lingua veicolare
dell’apprendimento dall’altro.
L’italiano L2 rappresenta un campo pedagogico e didattico specifico e in
transizione.
Specifico, perché prevede tempi, metodologie e strumenti “mirati”
(differenti sia dai percorsi di una lingua straniera, sia da quelli di una
lingua materna).
In transizione, perché gli apprendenti stranieri esprimono bisogni
linguistici specifici per un determinato tempo e le loro necessità di
apprendimento diventano in seguito comuni a quelle dei pari.
Esso si caratterizza inoltre per una grande diversità rispetto a: situazioni
di partenza, bisogni linguistici, ritmi di acquisizione.
La variabilità dei percorsi di apprendimento, da parte dei bambini e dei
ragazzi non italofoni, è esperienza diffusa e costante e richiede una
proposta di italiano L2 “su misura”. Essa si evidenzia soprattutto nei
tempi e nelle modalità di acquisizione e dipende da fattori quali: l’età, la
tipologia delle lingua d’origine e la biografia linguistica, la scolarità
precedente, la quantità e qualità degli scambi in italiano nel tempo
extrascolastico, le caratteristiche individuali.
RISVOLTI PSICOLOGICI…
 PRIMI MESI
DI SILENZIO, FASE DI “ASSORBIMENTO
LINGUISTICO”
 ATTENZIONE ALLE DIFFERENZE CULTURALI
 METTERE AL CENTRO BAMBINO E LA SUA CULTURA DI
ORIGINE “A PICCOLE DOSI”
 PORRE ATTENZIONE ALL’EXTRASCUOLA
 CENTRALE LA FAMIGLIA
…
3.
PIANO DIDATTICO e ORGANIZZATIVO
Dentro l’italiano L2…
• Finora ho imparato tante parole basse, ma non so ancora le parole
alte…….(Karim)
• Le parole cinesi hanno un solo vestito; le parole italiane hanno un intero
guardaroba. ( studente cinese )
• L’italiano non mi capisce.
• Prof, io sono più intelligente nella mia lingua.
• …
NON SIAMO ALL’ANNO ZERO ….. IN QUESTI VENT’ANNI :
 LE ESPERIENZE E PROGETTI DELLE SCUOLE, DELLE ASSOCIAZIONI (OXFAMITALIA, CENTRO COME…) DEGLI ENTI LOCALI
 Protocolli accoglienza
 Progetti e percorsi alfabetizzazione
 Percorsi di intercultura
 costruzione di strumenti
LA RICERCA: MODALITA’ DI ACQUISIZIONE ,STADI DI INTERLINGUA,
QCERL... (Cummis, G. Favaro, M. Menegatti, etc…)
 LA NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE (Regione Toscana: delibera
530/2008 Piano di gestione della diversità)
 MATERIALI DIDATTICI, BIBLIOGRAFIA, SITOGRAFIA
 LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI E DEGLI OPERATORI
L’italiano L2
• LA LINGUA PER COMUNICARE (ItalBase-BICS)
• LA LINGUA PER STUDIARE (ItalStudio-CALP)
Considerare…
 VARIABILITA’: TEMPI , PERCORSI ,ESITI
 QUADRO COMUNE EUROPEO (allegato 5)
 TEST D’INGRESSO, LINGUISTICI E NON… (allegati 6 e 7)
 “IBRIDO E SU MISURA” PER LE DIVERSE FASI  “interlingua”
TRE DIVERSE FASI :
1. FASE DELLA DIPENDENZA (italBase) ATTENZIONE PER EMERGENZA!
NEOARRIVATI (LIVELLO BASE-A1)
ITALIANO PER COMUNICARE (ITALBASE)
ADATTAMENTO DEL PROGRAMMA (E VALUTAZIONE…)
OBIETTIVO COMPRENSIONE E PRODUZIONE linguaggio quotidiano, di
“sopravvivenza”
TEMPI da 1 a 2 anni (età, L1, motivazione, capacità…)
2. FASE “PONTE” (italStudio)NON SEMPRE CONSIDERATA ADEGUATAMENTE
LIVELLO A2-B1
STUDIO DICIPLINE CON USO DEI TESTI FACILITATI E SEMPLIFICATI
OBIETTIVO COMPRENSIONE E PRODUZIONE linguaggi specifici
TEMPI da 4 a 5 anni
3. FASE DELL’AUTONOMIA
LIVELLO B2
SEGUE IL CURRICOLO COMUNE AI PARI
LIBRI DI TESTO DISCIPLINARI
LE FACILITAZIONI DIDATTICHE
DIVERSE ETA’ E DIFFERENTI
ORDINI DI SCUOLA
I PIU’ PICCOLI
•
•
•
•
•
•
ACQUISIZIONE SPONTANEA, APPROCCIO LUDICO
FATTORE “TEMPO”
PARLARE COME “NATIVI”(FONOLOGIA)
ITALIANO L2 : LINGUA ADOTTIVA
AENZIONE ALLA L2 NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
OSSERVARE: LESSICO, STRUTTURE LINGUISTICHE, CAPACITA’ DI DESCRIVERE ,
NARRARE…
NELLA SCUOLA SECONDARIA
•
•
•
•
•
•
•
RICOMINCIARE DA CAPO
COSTUIRE RAPPRESENTAZIONE DELLA L2
MOTIVAZIONE E DESIDERIO DI APPRENDERE LA NUOVA LINGUA
COMPETENZA IN L1: BILINGUISMO E USI DELLA L1
L2 PER COMUNICARE E PER LO STUDIO (Attenzione!)
COMUNICAZIONE E RELAZIONE CON I PARI
I PIU’ VULNERABILI?
Innovazione organizzativa
 protocollo di accoglienza (POF)
 commissione di accoglienza
 rilevazione biografia linguistica e competenze attraverso
documentazione, colloqui e test
 stesura della programmazione di L2 per neo-arrivati e adattamento
del programma
 laboratori di alfabetizzazione (scuola, rete di scuole e…)
 definizione dei criteri di valutazione basati sul
programma
personalizzato
 collaborazione tra consigli di classe e docente di italiano L2 per la
programmazione delle attività e la definizione degli obiettivi disciplinari
 acquisizione della valutazione di italiano L2 da parte del consiglio di
classe
 adozione di libri di testo più attenti nei contenuti e nel linguaggio
 impegno a orientare gli alunni
PATTO FORMATIVO
piano didattico personalizzato
 raccogliere la storia linguistica e scolastica
dell’allievo
 rilevare le competenze in ingresso
 definire il percorso d’inserimento, ovvero:
 insegnamento-apprendimento dell’Italiano L2
 adattare i programmi
 semplificare i contenuti di studio (Liv. A1, A2)
 utilizzare una didattica facilitante (Liv. A1, A2,
B1)
 valutare secondo criteri coerenti
 stabilire la durata del percorso semplificato
FACILITAZIONE
DEI COMPITI DI STUDIO
SEMPLIFICAZIONE
CONTENUTI
ATTENZIONE
AI LIBRI DI TESTO
VALUTAZIONE
COERENTE
ITALIANO L2
MODULARE
PIANO
PERSONALIZZATO
COMPETENZE
IN INGRESSO
MATERIALI E STRUMENTI
PER L’ITALIANO L2 PER LO STUDIO
GLOSSARI IN L1, PER AREA DISCIPLINARE
NUCLEI DI BASE DELLE DISCIPLINE
TESTI BILINGUI
TESTI AD ALTA COMPRENSIBILITA’ (T. De Mauro)
STRUMENTI MULTIMEDIALI (autoapprendimento)
WEB (centrocome, dienneti…)
MATERIALI INTERCULTURALI (scaffale multiculturale biblioteche, editoria…)
SITOGRAFIA
www.centrocome.it
www.dienneti.it
http://venus.unive.it/aliasve/modules.php?op=modload&name=EZCMS&file=index&
print=1&page_id=752
BIBLIOGRAFIA
G. FAVARO:
 Bambini stranieri a scuola, La Nuova Italia 2001
 Didattica interculturale, Franco Angeli 2002
 Insegnare l’italiano agli alunni stranieri, RCS 2002
 Capirsi diversi, Carocci 2004
V. ONGINI:
Le altre cenerentole. Il giro del mondo in 80 scarpe, Sinnos, 2011
Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale, Laterza, 2011
Lo scaffale multiculturale, Mondadori, 1999
La biblioteca multietnica. Libri, percorsi, proposte per un incontro fra culture, Lampi
di stampa, 1999
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