L’acquisizione del linguaggio
ASPETTI NEUROLOGICI
Lateralizzazione
 Già dalla fine dell’800, i neurologi Broca (1861) e
Wernicke (1874) avevano scoperto che nei loro pazienti,
un danno a determinate aree del cervello poteva essere
correlato alla perdita di certi tipi di abilità linguistica.
 Da allora la relazione funzionale tra i due emisferi del
cervello ha costituito un importante argomento di
ricerca. Oggi si riconosce che ciascun emisfero ha un
proprio ruolo ed è più specializzato nell’esecuzione di
alcune attività e non di altre. Si dice allora che l’emisfero
è dominante in relazione a certe funzioni mentali e lo
sviluppo di tali funzioni entro un certo emisfero è
denominato lateralizzazione.
Emisfero sinistro
 Per i soggetti che usano la destra si è scoperto che
l’emisfero sinistro è dominante nelle attività
analitiche, quali la categorizzazione, il calcolo,
l’organizzazione logica, la disposizione in sequenza
delle informazioni, le funzioni motorie complesse e il
linguaggio.
 L’emisfero sinistro è dominante per il linguaggio per
la maggior parte (più del 95%) delle persone che
usano la mano destra, tuttavia non si può arrivare ad
una conclusione simmetrica per i mancini che si
presentano come un gruppo molto più eterogeneo.
Emisfero destro
 Si dice invece che l’emisfero destro è dominante per
la percezione globale di elementi complessi, le
relazioni parte-tutto, l’orientamento spaziale, la
sensibilità creativa, le strutture musicali,
l’espressione emotiva e il riconoscimento degli
oggetti.
 Una analisi molto sofisticata dei test di lateralità
(PET) hanno comunque messo in evidenza che la
dominanza emisferica è il più delle volte parziale o “a
mosaico”, dissociando le dominanze di certe
componenti del linguaggio.
LA PRIMA LINGUA
Un processo spontaneo
 Dai primi mesi di vita, l'infante appare in grado : di
distinguere i suoni appartenenti al linguaggio da altri
rumori, di discriminare tra suoni diversi, in rapporto a
certi tratti fonetici;
 Studi sperimentalmente condotti hanno infatti
dimostrato che al variare dei suoni uditi il bambino
aumenta la frequenza di suzione [cfr. Eimas, Siqueland,
Jusczyk e Vigorito 1971], indicando che il bambino è
capace di sintonizzarsi molto presto con le proprietà
peculiari del linguaggio umano, nonostante il processo di
acquisizione si compia in un tempo abbastanza lungo.
Lo sviluppo pre-linguistico
 Nel primo anno di vita il bambino si trova nella fase del
cosiddetto "sviluppo pre-linguistico", in quanto la
produzione delle prime parole avviene normalmente
verso i dodici mesi; in questa fase, in genere a partire dai
sei mesi, è comunque presente una certa produzione
fonetica, la lallazione, che consiste nell'emissione di
suoni linguistici, per lo più strutturati in sillabe, spesso
ripetute.
 I cambiamenti che si osservano nella vocalizzazione del
bambino nel corso del primo anno sono correlati con i
cambiamenti che gradualmente interessano l'apparato
fonatorio (allungamento della faringe, spostamento del
velo palatino, eruzione dentaria, ecc).
Fase olofrastica
 Alla lallazione fa seguito la fase in cui il bambino riesce a
produrre enunciati costituiti da un'unica parola (fase
"olofrastica"), che corrisponde ad una delle categorie
semantiche maggiori, quali agente, azione, paziente,
luogo, strumento [Ingram 1989]. Questa fase è
generalmente piuttosto breve e si colloca temporalmente
tra i sedici e i diciotto mesi; in questo periodo, il bambino
è già in grado di capire un numero elevato di parole a lui
rivolte: la sua capacità di decodificazione è cioè più
sviluppata di quella di codificazione, il che
rappresenta una costante dell'intero processo di
acquisizione linguistica.
Stadio combinatorio
 Dalla fase olofrastica il bambino passa abbastanza
rapidamente allo stadio successivo, di tipo
"combinatorio", in cui produce mini-enunciati
composti da due parole; Esempi:
 •Dà brumbrum
 •Mamma aua
 in questo periodo il vocabolario aumenta
notevolmente (esplosione lessicale, Pinker 1984),
giungendo verso il compimento dei due anni di età a
comprendere in media alcune centinaia di parole.
3 mesi
Il bambino è in
grado di
riconoscere
diversi suoni
6 mesi
Lallazione:
sillabe ripetute.
Il bambino
riconosce la
lingua cui è
comunemente
esposto
12-16/18 mesi
fase olofrastica:
unica parola
corrispondente a
maggiori
categorie
semantiche.
Comprensione
legata al contesto
18-24 mesi
Stadio
combinatorio:
mini enunciati
Rapidissima
acquisizione di
nuove parole.
Comprensione si
decontestualizza
L’inaccuratezza fonetica
 Le prime parole che il bambino produce spesso non
corrispondono alla loro forma canonica; per questo vengono
talvolta denominate proto-parole, vale a dire le prime unità
fonologiche dotate di significato tipiche del linguaggio
infantile.
 Le inaccuratezze di tipo fonetico sono essenzialmente dovute
ad un insufficiente controllo del sistema motorio periferico, e
non ad errata decodificazione: i bambini sono infatti in grado
di discriminare tra parole e suoni diversi, anche se li
pronunciano nello stesso modo. Le proto-parole sono
caratterizzate da tendenze fonetiche naturali, quali
desonorizzazione, riduzione dei gruppi consonantici,
sostituzione di consonanti fricative con occlusive,
cancellazione di sillabe atone, ecc.
Fenomeni comuni a livello fonologico (Orsolini,
2001)
 Desonorizzazione: mago= /mako; gabbia= /kabbia
 Semplificazione strutture sillabiche complesse:




caddo/ per caldo; /copa/ per scopa
Sostituzione di fricative con occlusive: /daso/ per
/vaso/; /tumo/ per /fumo/
Semplificazione di liquide, sostituzione di /R/ con
/l/: rana=/lana
Riduzione di dittonghi pieno= /‘peno
Metatesi topo = /‘poto/
Lo sviluppo della struttura morfo-sintattica
 Gli studi condotti in quest'ambito hanno per es.
rilevato il prevalere della combinazione di un
elemento nominale con un modificatore (ad es.
aggettivo, negazione, avverbio) ; il verbo tende
invece a comparire più tardi, quando l'enunciato
risulta composto da un numero maggiore di parole e
presenta pertanto una complessità sintattica
superiore.
 Nella fase successiva, che inizia solitamente nel terzo
anno, il bambino impara progressivamente la
grammatica della lingua, migliorando nel contempo il
grado di accuratezza fonetica della propria produzione;
gli enunciati sono ora più lunghi e presentano vari tipi di
categorie morfosintattiche;
 morfemi e regole sintattiche tendono a seguire in genere
un ordine abbastanza costante, indipendentemente sia
dai locutori che dalla lingua specifica, sia pure in misura
relativa; ad es. le categorie di numero e di persona sono
abbastanza precocemente apprese; le frasi passive sono
precedute da quelle attive; nell'ambito della sintassi del
periodo, compare prima la coordinazione della
subordinazione, ecc.
 Dai numerosi studi condotti su diverse lingue naturali emerge che la
conoscenza delle relazioni semantiche di base è comunque
necessaria affinché si attivi l'acquisizione della grammatica [cfr.
Pinker 1984 e Slobin 1986].
Molti bambini, sia nella fase olofrastica che in quelle successive, di
tipo combinatorio, manifestano un comportamento linguistico
improntato ai principi di iperestensione e
ipergeneralizzazione;
 ad es. se il bambino ha imparato che in italiano cane designa un tipo
di animale, non esiterà a denominare con quella stessa parola ogni
tipo di quadrupede, sia a causa della limitata ricchezza lessicale di
cui dispone, sia in conformità a principi cognitivi generali che
tendono a strutturare tratti percettivi quali forma, grandezza,
movimento, in fasci associativi, i quali danno origine ai prototipi
semantici intorno ai quali viene organizzandosi l'universo semantico
e cognitivo del bambino.
LE LINGUE SUCCESSIVE
DIFFERENZE NEI PROCESSI
 Rispetto all'acquisizione della LI l'apprendimento di una
L2 presenta alcune sostanziali differenze:
 innanzitutto, mentre l'acquisizione è processo che
interessa esclusivamente i bambini, l'apprendimento può
coinvolgere sia bambini che adulti;
 secondariamente, mentre ogni bambino dotato di
intelligenza normale è in grado di acquisire una completa
competenza della propria LI in un tempo relativamente
breve, non tutti coloro che intendono apprendere una L2,
specialmente se adulti, riescono a raggiungere un buon
grado di conoscenza delle strutture di L2, spesso
indipendentemente sia dal grado di intelligenza sia dal
livello culturale individuali.
 L1: procede contemporaneamente allo sviluppo
cognitivo e sociale del bambino
 Un bambino non procede infatti dalla lingua ai
significati, ma dai significati, dalla comprensione di
ciò che vuole dire, alla lingua: normalmente
apprende le parole in base alle situazioni che
comprende. Prima apprende l'elemento di
significato, solo successivamente la parola.
 L'apprendimento della lingua madre avviene tramite un
processo di riduzione della complessità, in cui il bambino
non fa attenzione alla morfologia e utilizza parole di
contenuto, formule e frasi fatte.
 La lingua viene appresa lentamente e tramite esperienze
simili tra loro e fatte in interazione con parlanti più
capaci, importanza delle routine.
 Inoltre, lo scambio, inizialmente semplificato e ridotto al
minimo, diventa, proprio a causa dell'interazione con un
adulto, gradualmente più complesso: la sintassi del
linguaggio infantile si sviluppa nell’interazione.
L2: fattori di influenza
Le capacità linguistiche dei singoli apprendenti
nella propria lingua madre;
Le conoscenze linguistiche che l'apprendente
possiede sia in lingua madre sia in lingua seconda;
L'accesso alla lingua e il tipo di input che gli
apprendenti ricevono;
 I motivi per cui si apprende una lingua;
L'età degli apprendenti.
(Dulay & Burt, 1974:225)
Although both the L2 and L1 learners reconstruct the
language they are learning, it is intuitive to expect that
the manner in which they do so will differ.
Children learning a second language are usually
older than L1 learners, they are further along their
cognitive development, and they have experienced a
language once before. These factors should combine to
make the specific strategies of the creative
construction process in L2 acquisition somewhat
different for those of the creative construction process in
L1 acquisition. (Dulay & Burt, 1974:225)
La L2 : specificità
 Apprendere una seconda lingua è un processo facilitato
perché si tratta di imparare nuove parole, ma
relativamente pochi nuovi concetti; se poi l'apprendente
ha più di 12 anni, egli possiede già le operazioni logiche
formali che gli consentono di analizzare una frase, ha già
una competenza metalinguistica.
 Lo sviluppo della L1 ha inizio con l'uso libero, spontaneo
del discorso e culmina nella realizzazione consapevole
delle forme linguistiche; nella L2 lo sviluppo ha inizio
con una realizzazione consapevole della lingua e culmina
nel discorso spontaneo.
 Un fattore importante che, nel processo di
apprendimento di una seconda lingua, rimane
modificabile è il tipo di input.
TIPI DI
APPRENDIMENTO
Maddalena De Carlo
Tre tipi di apprendimento
26
 Spontaneo: in situazioni naturali attraverso
contatti quotidiani
 Guidato: in situazioni di insegnamento più o
meno istituzionalizzate
 Misto: al contatto in situazioni naturali si
aggiunge un’attività di studio della lingua
oggetto
Maddalena De Carlo
DIFFERENZE
Spontaneo
Guidato
•Input autentico (velocità,
difficoltà, chiarezza), focus sul
significato
•Elaborazione dell’input: simile a
quella della L1
•Dimensione pragmatica:
acculturazione
•Analisi induttiva dei dati
lessicali, fonologici e
morfosintattici
•Maggiore possibilità di
interferenze
•Motivazione esistenziale
•Input: progressione lineare,
situazioni comunicative limitate,
focus su forma e correttezza
•Elaborazione dell’input: in parte
diversa dalla L1
•Insegnamento esplicito delle
regole: processo deduttivo
•Si cerca di limitare le
interferenze
•Motivazione strumentale
Apprendimento misto
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 Input autentico + potenziamento di lettura,
scrittura, attività metalinguistica, focus su
forma e significato
 Elaborazione dell’input: combinazione di
processi imitativi, induttivi e deduttivi.
 Dimensione pragmatica e motivazione
esistenziale presenti
Maddalena De Carlo
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Prima e seconda lingua - Università degli Studi di Cassino