IL SINDACATO:
A) MODELLI O CRITERI ORGANIZZATIVI





Sindacato
Sindacato
Sindacato
Sindacato
Sindacato
Negrelli
Sociologia del lavoro
di mestiere
territoriale
industriale
generale
aziendale
lavoro organizzato
1
Sindacato di mestiere
organizza lavoratori molto qualificati,
è in grado di controllare l’offerta di
lavoro e di imporre quindi le norme
relative al rapporto di lavoro (craft
union; “new unionism”: Usa e Gb
primo capitalismo; oggi sindacato
professionale o occupazionale);
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
2
Sindacato territoriale
raggruppa tutti i lavoratori iscritti di
uno stesso luogo o area geografica
(primi tentativi di organizzazione;
oggi convive con altri criteri);
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
3
Sindacato industriale
raggruppa intere categorie di
lavoratori di uno stesso settore
economico, indipendentemente dal
territorio e dalla qualifica di
appartenenza (soppianta il vecchio
sindacato di mestiere con la
produzione di massa: Afl-Cio);
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
4
Sindacato generale
sviluppo dei precedenti tipi;
raggruppa i lavoratori iscritti
indipendentemente dalla loro qualifica
e settore di appartenenza (Transport
and General Workers; General and
Municipal Workers in Gb; Teamsters
negli Usa);
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
5
Sindacato aziendale
nei paesi dell’America Latina e in
Giappone, in presenza di una
struttura produttiva frammentata tra
poche grandi imprese e di una
miriade di piccole unità produttive;
politiche governative ostili alla
creazione di organizzazioni sindacali
nazionali.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
6
IL SINDACATO:
B) PRINCIPI COSTITUTIVI
 Sindacati-associazione: fine
esplicito di tutelare solo gli interessi
dei propri iscritti (incentivi materiali:
salari e servizi);
 Sindacati di classe: orientati a
rappresentare gli interessi della classe
operaia nel suo complesso, anche dei
non iscritti (incentivi di identità);
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
7
IL SINDACATO:
C) FORME STRUTTURALI
 Sindacato verticale: organizza i
lavoratori delle specifiche categorie
professionali o occupazionali (es. Fim,
Fiom, Uilm);
 Sindacato orizzontale: organizza i
lavoratori iscritti delle categorie sul
territorio, a livello locale, regionale o
nazionale (es. Camera del lavoro);
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
8
IL SINDACATO:
D) CARATTERI NAZIONALI
 Sindacalismo assistenziale: dipende
dalle risorse istituzionali esterne (es.
pensionati e agricoltura);
 Sindacalismo del pubblico impiego:
attenzione al controllo e gestione delle
carriere del personale, cambiamenti in
seguito al decreto n. 29 del 1993;
 Sindacalismo industriale (e del
terziario privato): contrattazione
collettiva delle condizioni di lavoro.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
9
SINDACATO: definizioni (1)
 “Un’associazione permanente di
salariati allo scopo di mantenere
o migliorare le condizioni di
lavoro”
(S. and B. Webbs, The History of
Trade Unionism, London, 1894)
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
10
SINDACATO: definizioni (2)
“Ogni organizzazione di lavoratori [o
di datori di lavoro] che abbia lo
scopo di promuovere e di difendere
gli interessi dei lavoratori [o dei
datori di lavoro]”
(Convenzione internazionale Oil
n. 87, art. 10, ratifica con legge 32-1979, n. 68)
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
11
SINDACATO: teorie (1)
“Il sindacato è il movimento
conservatore del nostro tempo”
(F. Tannenbaum, A Philosophy of
Labour, New York, 1951)
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
12
SINDACATO: teorie (2)
Un fenomeno associato alla “maggior
efficienza in gran parte delle imprese,
che tende a ridurre dovunque le
disuguaglianze retributive e che
contribuisce a sviluppare, anziché
limitare, la libertà politica e l’iniziativa
economica”
(R.B. Freeman and J.L. Medoff,
What Do Unions Do?, New York,
1984)
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
13
RELAZIONI INDUSTRIALI
Un processo di creazione di norme
riguardanti l’impiego del lavoro e la
risoluzione delle controversie a
questo relative che gli attori collettivi
attuano mediante il ricorso a
differenti metodi.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
14
Gli elementi principali di un sistema di
relazioni industriali
 contesto (mercato, tecnologie, politiche pubbliche);
 attori (imprenditori, sindacati, stato);
 metodi (legge, contrattazione collettiva);
 norme (sostanziali, procedurali).
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
15
IL SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI
output
input
conflitto
Negrelli
Sociologia del lavoro
sistema
di relazioni
industriali
lavoro organizzato
norme
16
Tendenze recenti delle relazioni industriali:
proceduralizzazione
output
input
contestoconflitto
attori,
metodi
Istituzioni di
regolamentazione
del conflitto
Negrelli
Sociologia del lavoro
norme
Istituzioni di
regolamentazione
della contrattazione
lavoro organizzato
17
Tendenze recenti dei sistemi di RI:
individualizzazione
output
input
contestoconflitto
sistema di
relazioni
industriali
norme
mercato
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
18
Modelli di RI
 individualismo liberale
 pluralismo
 pluralismo organizzato
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
19
INDIVIDUALISMO LIBERALE
CONTESTO
ATTORI
METODI
NORME
- Mercato: capitalismo
- Azione
- Regolame
- Limitate
concorrenziale;
- Offerta di lavoro:
correnti migratorie;
- Arena politica: potere
delle classi dominanti
protetto da forti
garanzie, diritti di
proprietà e limitata
estensione del diritto di
voto
Negrelli
lavoro
sindacale
limitata a
settori
profession
ali classe
operaia
(sindacati
di
mestiere)
ntazione
unilaterale
sindacale
alla
autonomia
profession
ale di
mestiere
Sociologia del
lavoro organizzato
20
PLURALISMO
- Mercato: capitalismo
- Sindacati - Contrattazio - Norme
monopolistico;
industriali
ne collettiva
sostanziali per
- Nuovi indirizzi tayloristi e
che
(regolamenta
ampi settori
fordisti di produzione di
soppianta
zione
professionali
massa;
no i
congiunta)
(categorie)
- Mercato del lavoro:
sindacati
sfavorevole all’offerta
di
(tassi di disoccupazione
mestiere
elevati);
- Estensione diritti politici e
di protezione sociale
(infortuni, malattie,
pensioni, disoccupazione);
- Rafforzamento dei
sindacati (Usa anni ’30);
- Repressione sindacale
(fascismo, nazismo)
Negrelli
lavoro
Sociologia del
lavoro organizzato
21
PLURALISMO ORGANIZZATO
- Mercati: crescita
economica,
benessere
diffuso;
- Mercato del
lavoro: verso la
piena
occupazione;
- Legislazione di
sostegno alla
contrattazione
collettiva e ai
sindacati
Negrelli
lavoro
- Rafforzamento - Scambio - Sviluppo norme
dell’azione dei
politico
procedurali
sindacati e delle
(risorse
accanto a quelle
associazioni
governo in
sostanziali;
imprenditoriali
cambio di - Organismi
nei processi
consenso)
paritetici e di
decisionali
partecipazione
relativi ai
(coproblemi
determinazione)
economici e
sociali (prezzi,
salari,
occupazione,
welfare state);
- Attori collettivi
forti e
centralizzati;
- Partiti prolabour al
governo
Sociologia del
lavoro organizzato
22
LA STRUTTURA CONTRATTUALE
 Rete
relativamente
stabile
di
rapporti
di
interdipendenza che intercorrono, in senso
orizzontale,
fra
i
diversi
soggetti
della
contrattazione (con diversi ruoli socio-economici)
e, in senso verticale, all’interno dei soggetti stessi
(fra i livelli delle organizzazioni).
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
23
LA STRUTTURA CONTRATTUALE
GRADO DI AUTONOMIA:
 ESTERNA:
 Struttura eteronoma (controllata da una
fonte di regolazione esterna: stato);
 Struttura
esterni);
 INTERNA:
autonoma
(senza
controlli
 Struttura gerarchica (con rigidi rapporti
funzionali tra i vari livelli contrattuali);
 Struttura autonoma (senza vincoli e norme
procedurali).
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
24
LE DIMENSIONI DELLA
STRUTTURA CONTRATTUALE
1. ESTENSIONE
2. CENTRALIZZAZIONE
3. INCISIVITA’-EFFICACIA
4. GRADO DI COINVOLGIMENTO
5. ISTITUZIONALIZZAZIONE
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
25
LE DIMENSIONI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
1. ESTENSIONE:
 Assoluta: quota di forza lavoro
complessiva di un sistema economico
coperta dalla contrattazione collettiva;
 Relativa: rilevanza dei singoli livelli
contrattuali (decresce dai livelli più alti
a quelli più bassi.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
26
LE DIMENSIONI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
2. CENTRALIZZAZIONE:
 Numero dei livelli contrattuali
effettivamente interessati dall’attività
negoziale;
 Livello dominante;
 Grado di controllo dei livelli superiori.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
27
LE DIMENSIONI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
3. INCISIVITA’-EFFICACIA:
 Grado di rispetto degli accordi;
 Tipo di materie;
 Adattabilità al mutamento delle
condizioni di lavoro;
 Adeguatezza alla ripartizione
funzionale delle materie fra i
livelli.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
28
LE DIMENSIONI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
4. GRADO DI COINVOLGIMENTO:
 Coinvolgimento dei responsabili
sindacali nella applicazione degli
accordi e nella gestione degli
istituti (“profondità”)
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
29
LE DIMENSIONI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
5. ISTITUZIONALIZZAZIONE:
 Insieme di norme che
regolamentano sia la
contrattazione collettiva sia il
conflitto.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
30
LE DETERMINANTI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
1. SISTEMA PRODUTTIVO
2. ORGANIZZAZIONI IMPRENDITORIALI
3. MERCATO DEL LAVORO
4. SVILUPPO ECONOMICO
5. INTERVENTO STATALE
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
31
LE DETERMINANTI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
SISTEMA PRODUTTIVO:
 Dimensioni aziende;
 Caratteristiche tecnologicoorganizzative dei settori
(produzione di massa);
 Dualismi infra- e inter-settoriali
(struttura bi-polare).
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
32
LE DETERMINANTI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
ORGANIZZAZIONI
IMPRENDITORIALI:
 Centralizzazione/frammentazione
 Articolazione a livello di categoria
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
33
LE DETERMINANTI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
MERCATO DEL LAVORO:
 Composizione oggettiva e
soggettiva della forza lavoro;
 Tasso di disoccupazione;
 Lavori “atipici”.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
34
LE DETERMINANTI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
SVILUPPO ECONOMICO:
 Andamento del ciclo economico:
centralizzazione/decentramento
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
35
LE DETERMINANTI DELLA STRUTTURA
CONTRATTUALE
INTERVENTO STATALE:
 promozionale (centralizzazione,
incisività);
 deregolativo (decentramento)
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
36
TENDENZE DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
(dimensioni)
Anni ‘50
Dimensioni
Estensione
Centralizzazione
Ridotta
(bassa
sindacalizz.)
Ruolo
Confederaz.
Ridotte
Anni ‘60
Istituzionalizzazione
Minimo
(no
decentram.)
Bassa
(marginal.)
Negrelli
Sociologia del lavoro
1974-84
1985-92
1993-
Crescita
Massima
Massima
assoluta
Cresce
relativa
Parziale
Decentram.
Bipolare
Crescita
Massimo
decentram.
(cat./az.)
Massima
(presenza
capillare)
Continuo
(cat./deleg.,
Cdf)
Minima
Ricentralizzaz.
Decentram.
aziendale
Differenze
assoluta/
relativa
Decentram.
controllato
Minori
(caduta)
Basse
Media
Minore
(dir. inform.)
Limitato
Crescita
Bassa
Bassa
Elevata
Incisività-efficacia
Coinvolgimento
1968-73
Crescita
Clausole di
rinvio e tregua
lavoro organizzato
37
TENDENZE DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
(determinanti)
Anni ‘50
Determinanti
Sistema produttivo
Imprenditori
Mercato del lavoro
Ciclo economico
Anni ‘60
Fragile
(agricolt.)
1968-73
1974-84
Rafforzam.
(industria di
massa)
ProProcentralizz.
decentram.
(Pp.Ss., Fiat)
Sfavorevole
Favorevole
all’offerta
all’offerta
(7% disoccup.) (+20% manif.)
Crescita
Boom
lenta (piccole
imprese)
------------------
Assente
Sostegno senza Pressioni su
istituzionalizz. salari e
(Statuto)
mercato
politico (Cig)
Stato
Negrelli
Sociologia del lavoro
Centro-sin.
sostegno al
sindacato
Iniziativa
minima
Riduzione
occupazione
(aziende MG)
Procentralizzaz.
Tensioni
(operai
comuni)
-----------------Recupero
salariale
Sfavorevole
all’offerta
(mdl second.)
Crisi (1982:
inflaz. +16%;
disocc. 9%)
lavoro organizzato
1985-92
1993-
Ristrutturaz.
razionalizz.
Calo occupati
grandi imprese
manifatturiere
ProAdesione alla
decentram.
centralizzaz.
decentrata
Flessibilità del Disoccup. 12%
lavoro
Lavori atipici
Ripresa
Svalutazione e
criteri
Trattato di
Maastricht
Non intervento Interventismo
pro-Europa
Patto sociale
38
Quadro legale/istituzionale
1. Titolarità legale a concludere accordi collettivi
Status strutture sindacali:

Consigli di azienda titolari (paesi baltici, Ungheria 19982002)

Titolarità rinegoziale (Austria, Germania, Olanda, Spagna)

Il caso francese
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
39
Employees’ representatives entitled to conclude collective agreements, employees covered by collective agreements, and extension procedures
Employees’ representatives entitled to
conclude collective agreements
Employees covered by collective agreements
Only trade
unions
Trade unions, works
councils and other
employees’
representatives
Only employees who belong to the
parties signatory to the agreement
(eg trade union members)
All employees working for an
employer that is covered by an
agreement
Extension procedures
or equivalent
Austria
X*
.
.
X
Yes
Belgium
X
.
.
X
Yes
Bulgaria
X
.
X
.
Yes
Cyprus
X
.
.
X
No
Czech Republic
X
.
.
X
(Yes)*****
Denmark
X
.
.
X
No
Estonia
.
X
X
.
Yes
Finland
X
.
X***
X***
Yes
France
X**
.
.
X
Yes
Germany
X*
.
X
.
Yes
Greece
X
.
.
X
Yes
Hungary
X
.
.
X
Yes
Ireland
X
.
X
.
Yes
Italy
X
.
.
X
Yes
.
Negrelli
lavoro
Sociologia del
lavoro organizzato
40
Employees’ representatives entitled to conclude collective agreements, employees covered by collective agreements, and extension procedures
Employees’ representatives entitled to conclude
collective agreements
Employees covered by collective agreements
Only trade unions
Trade unions, works
councils and other
employees’ representatives
Only employees who belong to
the parties signatory to the
agreement (eg trade union
members)
All employees working
for an employer that is
covered by an
agreement
Extension
procedures or
equivalent
Latvia
.
X
X
.
Yes
Lithuania
.
X
X****
X****
No
Malta
X
.
.
X
No
Netherlands
X*
.
.
X
Yes
Norway
X
.
.
X
No (limited
exception)
Poland
X
.
.
X
Yes
Romania
X*****
.
.
X
No
Slovakia
X
.
.
X
Yes
Slovenia
X
.
.
X
Yes
Spain
X*
.
.
X
Yes
Sweden
X
.
X
.
No
UK
X
.
X
.
No
.
* Works councils can renegotiate certain collectively agreed standards at company level, if entitled by sectoral agreements. ** In companies with
no union representation, unions can appoint 'mandated employees' to negotiate with the employer, but any agreement has to be confirmed by the
union. *** There are agreements with 'normal' applicability covering trade union members only and agreements with erga omnes applicability
covering all employees. **** National and sectoral agreements cover only trade union members, while company agreements cover all employees
of the company. ***** Until recently extension was possible for multi-employer agreements, but following a ruling by the Constitutional Court,
since April 2004 the Czech Republic's legislative provisions on extension of collective agreements have been rescinded. ***** Employee
Negrelli are entitled
Sociologia
del
representatives
to conclude
collective agreements in companies where employees are not organised in trade unions, but works
councilslavoro
do not yet exist. Source: EIRO.
41
lavoro organizzato
Quadro legale/istituzionale
2.
Procedure di estensione contrattazione collettiva:

Principi erga-omnes, verso i non iscritti

Clausole di estensione, verso imprenditori non iscritti

Paesi senza clausole
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
42
Levels of collective wage bargaining, bargaining coverage and influence of tripartite concertation (latest available figures)
Importance of bargaining levels
Intersectoral
level
Sectoral
level
Compan
y level
Collective
bargaining
coverage
Influence of
tripartite
concertation
Tripartite consultation
on national minimum
wage
Belgium*
XXX
X
X
> 90%
Yes
Yes
Finland
XXX
X
X
+/- 90%
Yes
No
Ireland**
XXX
X
X
> 44%
Yes
Yes
Slovenia
XXX
X
X
< 100%
Yes
Yes
Austria
.
XXX
X
98%-99%
No
No
Bulgaria
X
XXX
X
25%-30%
No
Yes
Denmark***
X
XXX
X
+/- 77%
No
No
Germany****
.
XXX
X
+/- 70%
No
No
(XXX)
XXX
X
60%-70%
No
No
Italy
.
XXX
X
+/- 90%
Yes
No
Netherlands
X
XXX
X
+/- 80%
Yes
No
XX
XXX
X
70%-77%
Yes
No
Spain
X
XXX
X
+/- 80%
Yes
Yes
Slovakia
.
XXX
X
+/- 40%
No
Yes
Sweden
.
XXX
X
> 90%
No
No
X
XX
XX
+/- 90%
No
Yes
.
Intersectoral bargaining dominant
Sectoral bargaining dominant
Greece
Norway
No bargaining level clearly dominant
France
Negrelli
lavoro
Sociologia del
lavoro organizzato
43
Importance of bargaining levels
Collective
bargaining
coverage
Influence of tripartite
concertation
Tripartite consultation
on national minimum
wage
Intersect
oral level
Sectoral
level
Company
level
Cyprus*****
.
X
XXX
27%
No
No
Czech Republic
.
X
XXX
25%-30%
Yes
Yes
Estonia
(XXX)
X
XXX
20%-30%
Yes
Yes
Hungary
(XXX)
X
XXX
+/- 40%
Yes
Yes
.
X
XXX
10%-20%
Yes
Yes
(XXX)
X
XXX
+/- 10%
Yes
Yes
Malta******
.
X
XXX
+/- 50%
Yes
Yes
Poland
.
X
XXX
+/- 40%
Yes
Yes
(XXX)
X
XXX
nd
Yes
Yes
.
X
XXX
< 40%
No
Yes
Company bargaining dominant
Latvia
Lithuania
Romania*******
UK
X = existing level of wage bargaining; XX = important, but not dominant level of wage bargaining; XXX = dominant level of wage bargaining; (XXX) =
bargaining on national minimum wage.
* Consultation on the minimum wage in the sense that the social partners will probably consult the government if they plan to modify the minimum wage. **
There are no figures on Irish bargaining coverage available, but coverage must be above 44.5% (which is the union density rate) since all union members are
automatically covered by national agreements, while many non-union employees de facto receive the nationally agreed pay increases. *** There is one main
intersectoral agreement covering all manufacturing sectors in Denmark; bargaining coverage refers to private sector only (it is almost 100% in the public
sector). **** Bargaining coverage refers to west Germany - in east Germany bargaining coverage is only about 54%. ***** Bargaining coverage refers to
Cypriot private sector only (it is almost 100% in the public sector). ****** There is automatic annual adjustment of wages to price developments in Malta;
different studies estimate the proportion of employees covered by collective agreements at between 40% and 60%. ******* All employees in Romania are
Negrelli
Sociologia
delon minimum wages; no figures are available on the coverage of sectoral and company agreements, but it is estimated
covered
by the national
agreement
44
lavoro organizzato
that alavoro
large proportion of employees are not covered by these agreements.
Sources: EIRO; European Commission, Industrial Relations in Europe 2004.
Livello contrattuale dominante
 Intersettoriale: B, Fi, Ir, Slo (4)
 Settoriale: A, Bu, Da, Ge, Gr, I, Ol, No, Sp, Slk, Sw
(11)
 Decentrato aziendale: Rep. Ceca, Est, Hu, Lit, Let,
Po, Ro, Cy, Mlt, Uk (10)
 Misto settoriale/aziendale: Francia (1)
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
45
Source: European Commission, Industrial Relations in Europe 2004
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
46
Source: European Commission, Industrial Relations in Europe 2004
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
47
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
48
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
49
Estensione

Correlata al livello dominante (dal 100% Austria e Slovenia,
settore; al 10% Lituania, aziendale);

Influenzata da procedure di estensione (Francia, Olanda,
Italia), ma con eccezioni paesi Centro-Est Europa (procedure
senza effetti!);

Influenzata dalla concertazione tripartita a livello nazionale
(soprattutto sui salari).
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
50
Source: European Commission, Industrial Relations in Europe 2004
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
51
Negrelli
lavoro organizzato
Sociologia delSource:
lavoro European Commission, Industrial Relations in Europe 2004
52
Rapporti tra livelli
(grado di autonomia interna)

Nella maggior parte dei paesi rapporti gerarchici secondo
principio del favor;

Livelli settoriali e intersettoriali definiscono spazi per la
contrattazione decentrata integrativa;

In molti paesi, clausole opening, hardship, inability to pay,
opt-out, drop-out, ecc.;

Accordi intersettoriali che fissano livello max incrementi
salariali e linee guida per le imprese che vogliono pagare di
più.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
53
Cambiamenti dagli anni ‘90

Da settore o multi-employer a singole aziende (Uk);

Da livello intersettoriale a livello settoriale (Svezia);

Tendenze al decentramento ovunque, con eccezioni
(Slovenia, in parte Spagna);

Copertura stabile per paesi più centralizzati (11), diminuisce
in 6 (Bu, Cz, Ge, Po, Slk, Uk), cresciuta in Spagna;

Riorganizzazione sindacale (fusioni e concentrazioni) nei
paesi Centro-Nord Europa, non al Sud.
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
54
Strategie future degli attori collettivi

Nessun cambiamento (A, B, Cy, Da, Gr, Ir, Mlt, Ol, Po, Sw,
Uk);

Imprenditori per decentramento (Bu, Rep Ceca, Fi, Ge, No,
Ro, Slo);

Sindacati contro decentramento (eccezioni Slovenia e
Italia).
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
55
LE RELAZIONI INDUSTRIALI NELL’UNIONE EUROPEA
LE RELAZIONI INDUSTRIALI A LIVELLO MACRO:
 IL DIALOGO SOCIALE
LE RELAZIONI INDUSTRIALI A LIVELLO MICRO:
 I COMITATI AZIENDALI EUROPEI
Negrelli
Sociologia del lavoro
lavoro organizzato
56
EVOLUZIONE STORICA DEL DIALOGO SOCIALE
 Jacques Delors e le resistenze inglesi
 Il dialogo sociale di Val Duchesse (31-1-1985): iniziative informali e volontarie:
 Gruppo pilota a livello politico e gruppi di lavoro su
educazione, formazione e mercato del lavoro;
 Gruppo ad hoc: accordo 31-10-1991 su ruolo delle parti sociali
nello sviluppo della dimensione sociale europea;
 Gli attori coinvolti:
 UNICE
 CEEP
 CES
 Produzione di testi congiunti:
 Pareri comuni
 Raccomandazioni congiunte
 Accordi
Negrelli
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LE STRUTTURE FORMALIZZATE E CONSULTATIVE
DEL DIALOGO SOCIALE:
1. A LIVELLO INTERSETTORIALE:
 Comitato sul Fondo sociale europeo
 Comitato consultivo sulla sicurezza sociale dei lavoratori
migranti (1971)
 Comitato sulla libera circolazione dei lavoratori (1968)
 Comitato sulla formazione professionale (1963)
 Comitato sulla sicurezza e l’igiene della salute sul luogo di
lavoro (1974)
 Comitato sulle pari opportunità fra uomini e donne (1995)
 Comitato per il dialogo sociale (3-7-1992, dopo il Trattato)
2. A LIVELLO SETTORIALE:
 Comitati paritetici e gruppi informali di lavoro per i 16 settori
fondamentali
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IL TRATTATO DI MAASTRICHT
 Istituzionalizzazione del dialogo sociale:
“la Commissione ha il compito di promuovere la consultazione delle parti sociali a
livello comunitario e prende ogni misura utile per facilitarne il dialogo
provvedendo a un sostegno equilibrato delle parti” (art. 118A del Trattato, art. 3,
“Accordo sulla politica sociale”)
 Sostegno alla contrattazione collettiva:
 la Commissione “si sforza di sviluppare a livello europeo un
dialogo tra le parti sociali, il quale possa sfociare, se esse lo
ritengono opportuno, in relazioni contrattuali” (art. 118B,
inserito nel Trattato Cee con l’Atto Unico del 1986)
 Accordo quadro CEEP-CES sulla formazione (6-9-1990)
 Intesa UNICE-CEEP-CES sul capitolo sociale di Maastricht
con l’opting out del Regno Unito: parti sociali agenti
contrattuali pleno jure (31-10-1991)
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PROCEDURA DI CONSULTAZIONE VINCOLANTE,
NON OBBLIGATORIA
(Accordo di politica sociale)
“La Commissione, prima di presentare proposte nel settore della
politica sociale, consulta le parti sociali sul possibile
orientamento di un’azione comunitaria” e “se..dovesse ritenere
opportuna un’azione comunitaria,…consulta le parti sociali sul
contenuto della proposta prevista” (art. 3.2)
“le parti sociali trasmettono alla Commissione un parere o,
eventualmente, una raccomandazione” (art. 3.3)
Le parti sociali in occasione della consultazione possono
informare la Commissione “della loro volontà di avviare il
processo previsto dall’articolo 4”, ovvero tentare di raggiungere
un accordo. In tal caso “la durata della procedura non potrà
superare nove mesi, salvo proroga decisa in comune dalle parti
sociali interessate e dalla Commissione (art. 3.4)
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PROCEDURA DI CONSULTAZIONE VINCOLANTE,
NON OBBLIGATORIA
(Accordo di politica sociale)
(segue)
Una procedura innovativa rispetto agli ordinamenti degli stati
membri, di carattere “paralegislativo”, con esiti importanti per
gli accordi raggiunti:
 Congedi parentali
 Comitati aziendali europei (CAE)
 Discriminazioni per sesso
 Orario di lavoro
 Flessibilità del lavoro
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LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
 Un fondamento costituzionale, senza intervento regolatorio
sull’assetto e le procedure di un nuovo sistema:
“Il dialogo tra le parti sociali a livello comunitario può
condurre, se queste lo desiderano, a relazioni contrattuali, ivi
compresi accordi” (art. 4.1 Accordo sulla politica sociale)
 Efficacia generalizzata solo nelle materie contemplate all’art.
2 dell’Accordo sulla politica sociale:
“Gli accordi conclusi a livello comunitario sono attuati secondo
le procedure e la prassi proprie delle parti sociali e degli Stati
membri o, nell’ambito dei settori contemplati dall’articolo, e a
richiesta congiunta delle parti firmatarie, in base ad una
decisione del Consiglio su proposta della Commissione” (art. 4.2)
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Materie alle quali viene allargato il principio di decisione a
maggioranza:




Ambiente di lavoro
Condizioni di lavoro
Informazione consultazione
Parità tra uomini e donne sul mercato del lavoro
Materie per le quali sopravvive il vincolo della decisione
all’unanimità:
 Sicurezza sociale
 Protezione dei lavoratori in caso di risoluzione del contratto di
lavoro
 Rappresentanza degli interessi collettivi di lavoratori e
imprenditori
 Condizioni di impiego dei cittadini di paesi terzi
 Contributi per la promozione dell’occupazione
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I COMITATI AZIENDALI EUROPEI
 Direttiva 94/45 del Consiglio europeo del 22 settembre 1994
 Istituzione di un comitato aziendale europeo o di una
procedura per l’informazione e la consultazione dei lavoratori
nelle imprese e nei gruppi di imprese di dimensioni
comunitarie
 Imprese con almeno 1.000 lavoratori negli stati membri e
almeno 150 lavoratori in almeno due stati membri
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I COMITATI AZIENDALI EUROPEI
(segue)
 La direzione centrale deve avviare le trattative per
l’istituzione dei Cae, obbligo a negoziare con una
“delegazione speciale di negoziazione” (Dsn) in
rappresentanza dei lavoratori
 Applicabilità delle “prescrizioni accessorie” in caso di
fallimento delle trattative, alla scadenza dei due anni
previsti (art. 7)
 Problemi nella trasposizione della direttiva, paesi in ritardo
 Il caso italiano: l’accordo interconfederale del 27-11-1996
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