Semiotica 4-5
La semiosi illimitata
• Essendo a sua volta un segno, per essere conosciuto
l’interpretante richiede di essere interpretato da un altro
interpretante, cioè da un altro segno
• Ogni interpretante rinvia a un interpretante successivo, in una
fuga potenzialmente infinita di interpretanti
• Ogni nuova interpretazione, che corrisponde allo stabilirsi di un
abito, ossia di un interpretante finale, rivela qualche aspetto
inesplorato dell’oggetto iniziale e del segno corrispondente,
poiché il “segno è qualcosa attraverso la conoscenza del quale
noi conosciamo qualcosa di più” (8.332)
• Su questa idea Peirce fonda la dottrina
filosofica del pragmatismo (poi pragmaticismo):
il significato di un concetto è l’insieme dei suoi
effetti concepibili, cioè dei suoi abiti,
nell’insieme delle azioni concepibili (cfr.
citazione di Peirce in Traini pp. 232-33)
• 2.92 (…) La mediazione genuina è il carattere di un
Segno. Un segno è qualsiasi cosa riferita a una
Seconda cosa, il suo Oggetto, rispetto a una Qualità,
in modo tale da portare una Terza cosa, il suo
Interpretante, in rapporto con lo stesso Oggetto, e in
modo tale da portarne una Quarta in rapporto con
quell’Oggetto nella stessa forma, e così via ad
infinitum. Il Segno perde il suo perfetto carattere
significante se, e in quanto, tale serie è interrotta
Ragionamento logico

Deduzione

* Regola Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi

* Caso Questi fagioli vengono da questo sacchetto

* Risultato Questi fagioli sono bianchi

Induzione

* Caso Questi fagioli vengono da questo sacchetto

* Risultato Questi fagioli sono bianchi

* Regola Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi


Abduzione
* Regola Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi

* Risultato Questi fagioli sono bianchi

* Caso Questi fagioli vengono da questo sacchetto

http://www.youtube.com/watch?v=CTyt5-6o1B4

Nella deduzione la conclusione scaturisce in
modo automatico dalle premesse: date la regola
e il caso, il risultato non può essere diverso e
rappresenta semplicemente il rendere esplicito
ciò che era già implicito nelle premesse.
L'induzione consente invece di ipotizzare una
regola a partire da un caso e da un risultato:
essa si basa sull'assunzione che determinate
regolarità osservate in un fenomeno
continueranno a manifestarsi nella stessa forma
anche in futuro.

L'abduzione, secondo Peirce, è l'unica forma di
ragionamento suscettibile di accrescere il nostro
sapere, ovvero permette di ipotizzare nuove
idee, di indovinare, di prevedere. In realtà tutte e
tre le inferenze individuate permettono un
accrescimento della conoscenza, in ordine e
misura differente, ma solo l'abduzione è
totalmente dedicata a questo accrescimento. È
altresì vero che l'abduzione è il modo
inferenziale maggiormente soggetto a rischio di
errore.
Classificazione dei segni
• I segni possono essere classificati rispetto al
rapporto che hanno con il loro Oggetto
• Peirce parla di possibili “gradi di
Degeneratezza”, che possono produrre o:
– Indici (segni obsistenti), segni la cui virtù di
significare il proprio Oggetto è dovuta al fatto che
hanno una Relazione genuina con quell’oggetto,
indipendentemente dall’Interpretante
Esempi di Indici
• L’esclamazione “Ehi!” come indicativa di un pericolo
presente
• Un colpo alla porta come indicativo di un visitatore
• Le orme lasciate da qualcuno o qualcosa su di un
terreno bagnato
• (Le fotografie, in quanto la luce si imprime
direttamente sulla pellicola)
• Si tratta di un rapporto di “causa ed effetto” o di
contiguità
• 2.248 Un indice è un segno che si riferisce
all’Oggetto che esso denota in virtù del fatto
che è realmente determinato da quell’Oggetto
Icone
• 2.92 Un’Icona è un segno che si riferisce
all’Oggetto che esso denota semplicemente in
virtù di caratteri suoi propri (…) un segno è
un’icona di qualcosa nella misura in cui è simile
a quella cosa ed è usata come segno di essa.
Icone
• Le Icone sono invece quei segni (originari, dice
Peirce) la cui virtù di significare è dovuta
semplicemente alla sua Qualità
• Sono cioè segni che hanno un rapporto di una
qualche somiglianza con il proprio oggetto, di
cui appunto selezionano e riproducono alcuni
tratti o qualità essenziali
• 2.276 (…) Un Representamen iconico può
essere detto ipoicona. Ogni immagine
materiale, come per esempio un dipinto, è
largamente convenzionale nel suo modo di
rappresentazione; ma in se stesso, senza titolo
o targhetta, esso si può chiamare ipoicona:
• Immagini
• Diagrammi
• Metafore
Simboli
• Un simbolo è invece, dice Peirce, un segno genuino, il
quale deve la sua virtù di significare a un carattere
che può essere realizzato solo per mezzo del suo
Interpretante
• Il linguaggio è l’esempio principale
• 2.249 Un Simbolo è un segno che si riferisce
all’Oggetto che esso denota in virtù di una legge, di
solito una associazione di idee generali, che opera in
modo che il Simbolo sia interpretato come riferentesi
a quell’Oggetto
Riepilogo
• La semiotica di Peirce è cognitiva, si fonda cioè
su di una teoria della conoscenza, che a sua
volta contribuisce a delineare
– Una teoria della conoscenza anti-intuizionista che
si fonda sull’idea che sia attraverso continue
inferenze, ipotesi, interpretazioni che ci
avviciniamo, per approssimazione, alla realtà
Enciclopedia e cooperazione:
la semiotica di Umberto Eco
Il Trattato di semiotica generale
- la teoria dei codici e la teoria della produzione segnica
- definire il codice: dal modello comunicativo semplice ai
fenomeni attinenti al concetto di codice
- il sistema-codice (s-codice): un codice inteso come sistema
una def. di codice: “regola” che associa gli elementi di un SCodice con gli elementi di un altro S-Codice
VOCAZIONE
INTERDISCIPLINARE,
“predisposizione ad assorbire, metabolizzare
e combinare insieme elementi tratti da indirizzi
teorici apparentemente eterogenei” applicati a
oggetti
eterogenei:
studi di estetica medievale, sul segno
nel’antichità, sulla sperimentazione artistica,
sulla
sociologia
della
comunicazione,
analisi narratologiche, di linguaggi settoriali
come televisione, giornalismo, discorso
politico, arti visive, letteratura, architettura,
teorie della traduzione.
Si ha cioè una rete intricata di
innesti e sovrapposizioni
disciplinari, riconducibili, forse, a
una tematica comune, cioè
all’ipotesi della cooperazione
interpretativa del lettore.
interpretativa
GenesiCooperazione
del concetto: preannunciato
in Opera Aperta
(1962) viene esposto da Eco in modo compiuto nel Lector
in fabula (1979). Ripreso e approfondito poi in Limiti
dell’interpretazione (1990)
Alla base c’è comunque una riflessione
sui concetti di Peirce di segno e
interpretante (in quanto altro segno che
serve a definire, spiegare, parafrasare il
segno di partenza nel processo di semiosi
illimitata e di fuga degli interpretanti.
INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE
DEL LETTORE
La semiotica interpretativa
sostiene che un
testo è incompleto senza l’intervento di un
lettore che ne riempia gli spazi vuoti con la
sua attività inferenziale.
Un testo è “intessuto di non detto” poiché
lascia implicita una gran quantità di
informazioni che il destinatario è chiamato a
estrapolare in base alla sua conoscenza del
contesto comunicativo.
INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE
DEL LETTORE
Rimane sempre dell’implicito in ogni
comunicazione e si presuppone una certa
competenza enciclopedica del destinatario.
In assenza di una comunità di interpreti
competenti, cioè in possesso dei codici
necessari per comprenderne il contenuto, il
testo non significa nulla, se non in potenza.
INTERPRETAZIONE COME
INFERENZA
Il lettore è sempre chiamato ad avanzare delle
ipotesi di senso e a sottoporre queste ultime ad un
processo di verifica o di confutazione testuale.
Chi legge un testo è continuamente chiamato ad
avanzare ipotesi circa il significato da attribuire alla
superficie espressiva che ha di fronte.
ENCICLOPEDIA
Definita come “insieme registrato di tutte le
interpretazioni”, “distillato di testi”, “la
biblioteca delle biblioteche”.
E’ “una sorta di rete polidimensionale (un
rizoma) dotata di proprietà topologiche, dove
i percorsi si accorciano e si allungano e ogni
termine acquista vicinanza con gli altri,
attraverso scorciatoie e contatti immediati,
rimanendo nel contempo legato a tutti gli altri
secondo relazioni sempre mutevoli” (Eco,
1975, 176).
AUTORE E LETTORE MODELLO
Non si parla di autore e lettore “in carne e ossa”, ma di
Autore e Lettore Modello in quanto strategie testuali.
Il Lettore Modello è l’“insieme di condizioni di felicità,
testualmente stabilite, che devono essere soddisfatte
perché il testo sia pienamente attualizzato nel suo contenuto
potenziale” (Eco, Lector in fabula, 1979, 62). L’Autore
Modello è la strategia testuale impiegata dall’autore
empirico per indirizzare nel senso voluto l’attività
cooperativa del lettore.
Teoria
deiconsiderati
mondi possibili
I racconti
vengono
come
dispositivi per generare mondi possibili
narrativi, popolati da individui (umani o meno)
legati insieme da rapporti reciproci, ai quali
vengono "appese" certe proprietà
semantiche. A cosa ci serve?
E’ utile per confrontare stati di cose
reciprocamente incompatibili e racconti di fatti
più o meno conciliabili con il mondo della
nostra esperienza collettiva.
Teoria dei mondi possibili
• MP verosimili: sono mondi che possiamo
concepire senza essere costretti ad alterare
alcuna delle leggi fisiche generali che vigono
nel mondo di riferimento.
• MP inverosimili: sono i mondi che noi non
potremmo costruire a partire dalla nostra
esperienza attuale.
Teoria dei mondi possibili
• MP inconcepibili: mondi che vanno al di là
della nostra capacità di concezione, perché
contraddicono alcune leggi epistemologiche
fondamentali, in primo luogo la legge della
coerenza
interna
(della
non
contraddittorietà).
• MP impossibili: in questo caso, il lettore può
realizzare quanto basta per rendersi conto
che i mondi in questione sono inconcepibili.
A volte di mondi possibili sono in
contraddizione e i testi ci
“ingannano”.
Esempio di A. Allais, “Un dramme
bien parisien” (Eco, Lector in
fabula, 1979)
Lettore ingenuo e lettore critico
“Ci sono due modi per passeggiare in un
bosco. Nel primo modo ci si muove per
tentare una o più strade per uscirne al più
presto. Nel secondo modo ci si muove per
capire come sia fatto il bosco, e perché certi
sentieri siano accessibili e altri no.
Ugualmente ci sono due modi per
percorrere un testo narrativo” (Eco, Sei
passeggiate nei boschi narrativi, 1994)
Testi
apertiAPERTI/TESTI
sono strutturati in
modo da
TESTI
CHIUSI
lasciare al lettore un ampio margine di
manovra interpretativa, sfruttando la
fondamentale ambiguità e incompletezza di
ogni testo a fini strategici.
Testi chiusi cercano invece di indirizzare in
modo stringente l’interpretazione del lettore,
in modo che ogni termine, ogni modo di dire
e ogni riferimento enciclopedico sia quello
che prevedibilmente il lettore può capire.
USO E INTERPRETAZIONE DEI TESTI
Uso: modo strumentale o idiosincratico
(cioè personale) di interpretare il testo
senza riguardo per quanto esso
effettivamente dice.
Interpretazione: rispettare sostanzialmente
i testi, ciò che dicono “letteralmente”.
Ricostruire il suo significato legittimo.
La costruzione del testo e il Lettore Modello:
il livello di manifestazione (lineare) del testo
Verso l’atto di interpretazione:
- il funzionamento delle strutture discorsive
- codici, sotto-codici, sceneggiature/frames
le proprietà enciclopediche di un termine:
topic e
isotopia
attualizzazione e narcotizzazione delle proprietà
semantiche: la selezione dei tratti pertinenti
i fenomeni di ambiguità semantica:
la necessità della selezione contestuale
i livelli di coerenza interpretativa: le isotopie
Dalle strutture discorsive alle
strutture narrative:
fabula
e intreccio
il versante cronologico
degli eventi
la storia come appare raccontata
in superficie
Passeggiate inferenziali, uso, interpretazione:
alcune precisazioni
intentio auctoris / intentio operis / intentio lectoris
interpretazione
uso
Le interazioni dei codici nel testo:
il fenomeno delle “decodifiche aberranti”
- carenza di codici
- disparità di codici
- incomprensione del messaggio, a causa di
interferenze circostanti
- rifiuto del messaggio per delegittimazione
dell’emittente
(Eco e Fabbri, 1978)
I problemi della semantica dizionariale:
in Eco:
semantica enciclopedica (a modello enciclopedico)
- il principio di interpretanza: la fuga degli interpretanti e la
“circoscrizione” del significato
denotazioni e connotazioni si attivano allora in modelli
semantici che dipendono da contesti comunicativi (di
“circostanza”
significati situazionali)
La natura del segno secondo il modello semantico
enciclopedico:
“se p allora q” (inferenza)
Le differenze con il concetto di segno secondo la
corrente strutturalista
Per concludere:
- modello dizionariale
- modello enciclopedico
- la fusione dell’aspetto semantico e pragmatico (“uso
contestuale dei significati”)
Oggetti semplici e complessi
• “Un Segno può avere più di un Oggetto. Così l’enunciato
‘Caino uccise Abele’, che è un Segno, si riferisce ad Abele
almeno quanto a Caino, per non parlare dell’uccidere come
terzo Oggetto. Ma l’insieme di oggetti può essere
considerato come se formasse un solo Oggetto
complesso… Gli Oggetti – giacché un Segno può averne
un numero qualsiasi – possono ciascuno essere o una
singola cosa conosciuta come esistente, o una singola
cosa che un tempo si credeva che fosse esistita o ci si
aspettava che esistesse, o una collezione di tali cose, o
una qualità conosciuta, o una relazione, o un fatto; e
questo singolo Oggetto può essere una collezione o un
insieme di parti, o può avere un qualche altro modo di
essere…” (CP 2.230 e 232, framm. del 1910).
Lo studio dell’attività interpretativa:
il Lector in fabula
porzioni enciclopediche, contesti,
proprietà semantiche ‘situazionali’
studiare i “movimenti” del destinatario/lettore
la cooperazione interpretativa e il Lettore Modello
VOCAZIONE
INTERDISCIPLINARE,
“predisposizione ad assorbire, metabolizzare
e combinare insieme elementi tratti da indirizzi
teorici apparentemente eterogenei” applicati a
oggetti
eterogenei:
studi di estetica medievale, sul segno
nel’antichità, sulla sperimentazione artistica,
sulla
sociologia
della
comunicazione,
analisi narratologiche, di linguaggi settoriali
come televisione, giornalismo, discorso
politico, arti visive, letteratura, architettura,
teorie della traduzione.
Si ha cioè una rete intricata di
innesti e sovrapposizioni
disciplinari, riconducibili, forse, a
una tematica comune, cioè
all’ipotesi della cooperazione
interpretativa del lettore.
Cooperazione interpretativa
Genesi del concetto: preannunciato in Opera Aperta
(1962) viene esposto da Eco in modo compiuto nel Lector
in fabula (1979). Ripreso e approfondito poi in Limiti
dell’interpretazione (1990)
Alla base c’è comunque una riflessione
sui concetti di Peirce di segno e
interpretante (in quanto altro segno che
serve a definire, spiegare, parafrasare il
segno di partenza nel processo di semiosi
illimitata e di fuga degli interpretanti.
INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE
DEL LETTORE
La semiotica interpretativa sostiene che un
testo è incompleto senza l’intervento di un
lettore che ne riempia gli spazi vuoti con la
sua attività inferenziale.
Un testo è “intessuto di non detto” poiché
lascia implicita una gran quantità di
informazioni che il destinatario è chiamato a
estrapolare in base alla sua conoscenza del
contesto comunicativo.
INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE
DEL LETTORE
Rimane sempre dell’implicito in ogni
comunicazione e si presuppone una certa
competenza enciclopedica del destinatario.
In assenza di una comunità di interpreti
competenti, cioè in possesso dei codici
necessari per comprenderne il contenuto, il
testo non significa nulla, se non in potenza.
INTERPRETAZIONE COME
INFERENZA
Il lettore è sempre chiamato ad avanzare delle
ipotesi di senso e a sottoporre queste ultime ad un
processo di verifica o di confutazione testuale.
Chi legge un testo è continuamente chiamato ad
avanzare ipotesi circa il significato da attribuire alla
superficie espressiva che ha di fronte.
ENCICLOPEDIA
Definita come “insieme registrato di tutte le
interpretazioni”, “distillato di testi”, “la
biblioteca delle biblioteche”.
E’ “una sorta di rete polidimensionale (un
rizoma) dotata di proprietà topologiche, dove
i percorsi si accorciano e si allungano e ogni
termine acquista vicinanza con gli altri,
attraverso scorciatoie e contatti immediati,
rimanendo nel contempo legato a tutti gli altri
secondo relazioni sempre mutevoli” (Eco,
1975, 176).
AUTORE E LETTORE MODELLO
Non si parla di autore e lettore “in carne e ossa”, ma di
Autore e Lettore Modello in quanto strategie testuali.
Il Lettore Modello è l’“insieme di condizioni di felicità,
testualmente stabilite, che devono essere soddisfatte
perché il testo sia pienamente attualizzato nel suo contenuto
potenziale” (Eco, Lector in fabula, 1979, 62). L’Autore
Modello è la strategia testuale impiegata dall’autore
empirico per indirizzare nel senso voluto l’attività
cooperativa del lettore.
Teoria dei mondi possibili
I racconti vengono considerati come
dispositivi per generare mondi possibili
narrativi, popolati da individui (umani o meno)
legati insieme da rapporti reciproci, ai quali
vengono "appese" certe proprietà
semantiche. A cosa ci serve?
E’ utile per confrontare stati di cose
reciprocamente incompatibili e racconti di fatti
più o meno conciliabili con il mondo della
nostra esperienza collettiva.
Lettore ingenuo e lettore critico
“Ci sono due modi per passeggiare in un
bosco. Nel primo modo ci si muove per
tentare una o più strade per uscirne al più
presto. Nel secondo modo ci si muove per
capire come sia fatto il bosco, e perché certi
sentieri siano accessibili e altri no.
Ugualmente ci sono due modi per
percorrere un testo narrativo” (Eco, Sei
passeggiate nei boschi narrativi, 1994)
TESTI APERTI/TESTI CHIUSI
Testi aperti sono strutturati in modo da
lasciare al lettore un ampio margine di
manovra interpretativa, sfruttando la
fondamentale ambiguità e incompletezza di
ogni testo a fini strategici.
Testi chiusi cercano invece di indirizzare in
modo stringente l’interpretazione del lettore,
in modo che ogni termine, ogni modo di dire
e ogni riferimento enciclopedico sia quello
che prevedibilmente il lettore può capire.
USO E INTERPRETAZIONE DEI TESTI
Uso: modo strumentale o idiosincratico
(cioè personale) di interpretare il testo
senza riguardo per quanto esso
effettivamente dice.
Interpretazione: rispettare sostanzialmente
i testi, ciò che dicono “letteralmente”.
Ricostruire il suo significato legittimo.
La costruzione del testo e il Lettore Modello:
il livello di manifestazione (lineare) del testo
Verso l’atto di interpretazione:
- il funzionamento delle strutture discorsive
- codici, sotto-codici, sceneggiature/frames
le proprietà enciclopediche di un termine:
topic e
isotopia
attualizzazione e narcotizzazione delle proprietà
semantiche: la selezione dei tratti pertinenti
i fenomeni di ambiguità semantica:
la necessità della selezione contestuale
i livelli di coerenza interpretativa: le isotopie
Dalle strutture discorsive alle
strutture narrative:
fabula
e intreccio
il versante cronologico
degli eventi
la storia come appare raccontata
in superficie
Passeggiate inferenziali, uso, interpretazione:
alcune precisazioni
intentio auctoris / intentio operis / intentio lectoris
interpretazione
uso


"Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba
allí"
QUANDO SI SVEGLIÒ, IL DINOSAURO ERA
ANCORA LÌ
LA SENTINELLA
di Fredrick Brown
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce
da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era
abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d'anni,
quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro
astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al
soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo.
Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano
mandato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica
altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto
era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di
qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare
senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta,
bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame,
freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento
violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici
tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava
all'erta, il fucile pronto.
Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un
mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a
riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la
mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano,
agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse
più.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti,
col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano
più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con
solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco
nauseante e senza squame...
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Interpretazione