Nuove sfide per il
network PASSI e il
Piano Nazionale della
Prevenzione
Stefania Vasselli
PNP 2005-2009
(Intesa 23 marzo 2005 e successive proroghe)
Mission
Far decollare e consolidare, in tutte le Regioni e PA,
programmi efficaci di prevenzione e promozione della
salute:
progettandoli, realizzandoli, monitorandone tempi e
modalità di attuazione, valutando il raggiungimento
degli obiettivi
PNP 2005-2009
Una innovazione
• Investimento sulla prevenzione per raggiungere risultati di salute
• Governance compartecipata tra Stato e Regioni
• Programmazione basata sulle evidenze (Linee operative)
• Destinazione e modalità di erogazione delle risorse vincolati alla
misurazione dei risultati raggiunti nell’ambito degli obiettivi fissati
Una opportunità
• Misurarsi con problemi attuali per rinnovarsi e ri-orientarsi
• Sperimentare una modalità di lavoro coordinata e flessibile:
adattamento alle esigenze locali, riallineamento sugli obiettivi
nazionali
• Utilizzare la valutazione per sviluppare l’azione
• Ricercare coerenze e sinergie con altre iniziative istituzionali e
con altri partners
PNP 2005-2009
La sfida della valutazione
• In questi primi anni, l’impegno maggiore di Regioni e
Ccm è stato rivolto alla progettazione e a porre le basi
per una valutazione “evolutiva”, che non fosse cioè solo
funzionale agli obblighi certificatori dettati dall’Intesa,
ma servisse realmente a livello regionale e locale per
portare al successo i progetti, modificandoli
eventualmente in corso d’opera, per realizzare
interventi efficaci
PNP 2005-2009
La sfida della valutazione
• I risultati hanno evidenziato che:
– la qualità della progettazione è fortemente variabile tra Regioni e
tra le aree di intervento identificate dal Piano;
– alcune carenze sono riscontrabili anche per quelle linee progettuali
che si riferiscono a interventi già collaudati, o comunque meno
innovativi (es. screening, vaccinazioni), per i quali ci si aspetterebbe un
livello mediamente più elevato nella qualità della progettazione;
– le criticità spesso riguardano la definizione degli obiettivi, e quindi i
risultati attesi, che non dovrebbero essere generici, ma perfettamente
misurabili e distinti dalle attività e dalle tappe che si intendono
percorrere;
– nei singoli progetti la definizione delle modalità di valutazione dei
risultati è un passaggio spesso trascurato, o comunque
sottovalutato, rispetto alla descrizione del piano operativo. Un esempio
su tutti: il cronoprogramma non è ancora da tutti percepito come un
supporto per pianificatori e valutatori.
PNP 2005-2009
Le lezioni apprese
Sviluppare e consolidare, tra i vari attori coinvolti, una
cultura ed una operatività basate sul “lavoro per progetti” è
uno degli elementi di novità e di successo del PNP
Per perseguire gli obiettivi di salute fissati dal PNP,
coerentemente con l’assetto istituzionale, il quadro
normativo, il contesto (nazionale, regionale, locale), occorre
dotarsi di un “metodo” comune, cui ricondurre, traducendoli
nell’ideazione e nell’attuazione di interventi, i principi chiave
dell’azione in sanità pubblica (evidenza di efficacia,
valutazione dei risultati)
PNP 2005-2009
Attorno ad alcuni criticità principali si gioca la partita del
nuovo PNP:
• superare la frammentarietà di intervento
• rivedere il sistema di prevenzione
• rapportare l’organizzazione all’EBP
• allargare le aree di intervento
• diffondere la cultura del dato
PNP 2010-2012
Un nuovo approccio
…L’enucleazione di priorità di salute dovrebbe essere figlia
dell’utilizzo sistematico di ogni dato/informazione (di natura
demografica, epidemiologica, economica, sociale, ambientale,
tecnica, scientifica, ecc.) utile.
Analoghe considerazioni possono essere estese alla scelta
degli indicatori per il monitoraggio degli interventi intrapresi e/o
dei risultati ottenuti. Quanto appena esposto rafforza l’esigenza di
un consolidamento della cultura del dato.
PNP 2005-2009
1. Migliorare la qualità della progettazione
I bisogni emersi
dal vecchio PNP
2. Rafforzare la cultura (e la pratica) del
dato
3. Sviluppare la prospettiva di un Piano
che si evolve grazie all’apprendimento
1. Progettare con lo stesso stile e secondo un
quadro metodologico corretto (PCM)
2. Basare le scelte su prove di efficacia, utilizzare
i dati in tutte le fasi progettuali (ideazione,
programmazione, realizzazione, valutazione) e
nella rendicontazione sociale (EBP)
3. Condividere conoscenze, esperienze,
strumenti, risorse, sostenendo e stimolando il
processo di autoformazione e di crescita
culturale e professionale (CoP)
Le risposte
del nuovo
PNP
PNP 2010-2012
•
•
1.
2.
3.
4.
5.
Con l’Intesa tra Stato e Regioni stipulata il 29 aprile 2010 è
stato approvato il Piano nazionale della prevenzione 2010-2012
(PNP)
Il PNP è il documento sulla base del quale:
le Regioni devono redigere i propri Piani regionali di prevenzione
(PRP);
il Ministero deve, a sua volta, emanare con DM il proprio Piano
(formalmente denominato “Documento operativo per l’attuazione
delle linee di supporto centrali al PNP”, Allegato 2 Intesa)
Il PNP è sostanzialmente innovativo rispetto al precedente Piano
per:
impostazione strategica
ambiti di intervento
modalità della programmazione regionale
governance di sistema
valutazione
PNP 2010-2012
1. Impostazione strategica
 Azione preventiva sempre più multidisciplinare e intersettoriale
 Estensione degli ambiti di intervento dichiarati
 La persona al centro della programmazione e dell’azione
 Attenzione alla medicina predittiva e alla prevenzione terziaria
 Enfasi sulla necessità di un uso sistematico dei dati e sulla
gestione della conoscenza
EBP
Utilizzo di dati epidemiologici
“organizzati” (sorveglianze,
sistemi informativi correnti,
Registri di patologia,…)
Valutazione in continuo dei
risultati raggiunti anche per
“innescare un circolo
virtuoso che adegui sempre
più gli interventi ai contesti
cui sono diretti”
PNP 2010-2012
2. Ambiti di intervento
Macroaree e linee di intervento generali
1.
Medicina predittiva
1.1 Valutazione del rischio individuale di malattia (compreso l’utilizzo della carta
del rischio cardiovascolare)
2.
Prevenzione universale
2.1 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale
2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle patologie
lavoro-correlate
2.3 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico
2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione
2.5 Prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria
2.6 Prevenzione delle malattie infettive per le quali non vi è disponibilità di
vaccinazioni
2.7 Prevenzione delle patologie da esposizione, professionale e non, ad agenti
chimici, fisici e biologici
2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi compresa l’acqua
destinata al consumo umano
2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita non
salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di
alcol, tabagismo, abuso di sostanze)
PNP 2010-2012
2. Ambiti di intervento
Macroaree e linee di intervento generali
3.
Prevenzione della popolazione a rischio
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
3.7
3.8
3.9
3.10
4.
Tumori e screening
Malattie cardiovascolari
Diabete
Malattie respiratorie croniche
Malattie osteoarticolari
Patologie orali
Disturbi psichiatrici
Malattie neurologiche
Cecità e ipovisione
Ipoacusia e sordità
Prevenzione delle complicanze e delle recidive di malattia
4.1 Medicina della complessità e relativi percorsi di presa in carico
4.2 Prevenzione e sorveglianza della disabilità e della non autosufficienza
Indice del PRP
PNP 2010-2012
3. Modalità di programmazione regionale
Supporto dell’ISS-CNESPS/Ministero alle Regioni nella
redazione dei 21 documenti di Piano.
A tale scopo il CCM ha affidato all’ISS, nel dicembre 2009, la
conduzione di un apposito progetto che prevede un vero e
proprio processo di accompagnamento alla ideazione dei
PRP, finalizzato a:
 formazione
 supporto metodologico nella definizione dell’architettura dei PRP
 supporto tecnico-scientifico nella redazione dei PRP
Comunità di pratica (CoP)
Tappe
Comprendere l’ambiente, i sistemi e l’azione umana
Identificare i gruppi di interesse e la comunità
1
Effettuare l’analisi di contesto
Costruire l’albero
dei problemi
2
Costruire l’albero
degli obiettivi
Costruire
il modello
logico
ideazione
Cercare le
prove
di efficacia
Centrare i
beneficiari
Effettuare l’analisi delle alternative
3
Costruire il quadro logico e verificare la fattibilità
Identificare i pacchetti di attività e le risorse
Comporre il cronogramma
4
Elaborare il piano di valutazione
5
Redigere il testo del progetto
e effettuare la valutazione ex-ante
programmazione
Obiettivo finale della CoP
Dar vita a un percorso formativo/autoformativo
centrato sulle competenze di progettazione
degli interventi che abbia come prodotto la
messa a punto dei piani regionali di prevenzione
formazione breve e master
universitario dei
programmatori regionali
condivisione, su piattaforma web,
di conoscenze, strumenti, risorse
per la programmazione
condivisione dei criteri
per il monitoraggio e la
valutazione dei PRP
Com. Pratica
Professionista 1
regione 1
GT del
Progetto:
Avvio,
organizzazione
e assistenza
della CP
Professionista 2
regione 1
Professionista 3
regione 1
Deliverable:
N progetti
regionali di
prevenzione,
Professionista 1
regione 2
Professionista 3
regione 2
Professionista 2
regione 2
18
PNP 2010-2012
4. Governance di sistema
Obiettivi di salute
Linee di
supporto
centrali
Programmazione
regionale
Condivisione di principi, obiettivi, strumenti
Azione coordinata e partecipata a diversi livelli
Supporto tecnico-scientifico e metodologico
Funzione di stewardship del livello centrale
Interventi
PNP 2010-2012
4. Governance di sistema
Programmazione
regionale
Linee di
supporto
centrali
Linee di intervento regionali
Azioni centrali
Azioni che, individuate come prioritarie
sulla base di appropriate analisi di
contesto, necessitano di una traduzione
operativa su scala regionale/locale
Azioni trasversali, guidate da MinisteroCCM con il supporto del CIP, che
forniscono strumenti preliminari o in
itinere per il corretto svolgimento del
PNP
La nuova metodologia prevede che, sulla
base degli obiettivi generali e nel rispetto
di un metodo di lavoro improntato ai
principi della progettazione in sanità
pubblica, le Regioni, in modo coordinato,
predispongano i rispettivi PRP, indicando
le azioni, la tempistica e gli indicatori per
la valutazione
a. Strumenti per la costruzione e
verifica del PNP
b. Interventi di carattere normativo
c. Interventi di comunicazione
d. Accordi interministeriali
PNP 2010-2012
5. Valutazione
Tra gli aspetti “di sistema” del PNP c’è l’implementazione e
l’utilizzo integrato dei sistemi informativi e di valutazione, come
“condizione strutturale di successo” delle strategie di salute
Resta fermo l’assunto secondo cui la valutazione, e la conseguente
assegnazione delle risorse, non sono svincolabili dall’azione mirata al
raggiungimento degli obiettivi e dalla misurazione dei risultati
 I 200 milioni di euro (FSN) sono finalizzati a sostenere:
•
il raggiungimento degli obiettivi del PNP;
•
lo sviluppo dei sistemi di sorveglianza;
•
l’armonizzazione delle attività di prevenzione negli ambiti
territoriali.
 Ai 240 milioni di euro (risorse aggiuntive) le Regioni possono
accedere soltanto previa verifica annuale da parte del Ministero del
raggiungimento degli obiettivi previsti dai PRP
PNP 2010-2012
5. Valutazione
Allegato 3
La valutazione ai fini della certificazione annuale del PNP, a cura del
CCM con il supporto tecnico del CNESPS, si articola
essenzialmente in due fasi:
1. valutazione propedeutica: viene effettuata ex-ante, sui
documenti di progetto, prima della esecuzione dei piani
regionali. E’ finalizzata ad una valutazione metodologica e
contenutistica dei progetti presentati
2. valutazione certificativa: viene effettuata in corso
d’opera (annualmente). E’ finalizzata a monitorare il
processo di svolgimento dei piani regionali e lo stato di
avanzamento nella attuazione degli interventi programmati
rispetto agli obiettivi e al piano di valutazione definiti in
ciascun PRP
PNP 2010-2012
5. Valutazione
 Obiettivi della valutazione
 Promuovere la qualità della programmazione regionale
 Promuovere/sostenere la qualità dell’azione in sanità pubblica
 Procedere alla certificazione 2010, 2011 e 2012
 Oggetto della valutazione
 Per il primo anno di vigenza del PNP (valutazione ex ante)
PRP (documento di Piano) formalmente adottato dalla Regione
 Per gli anni successivi (valutazione di processo e di risultato)
Stato di avanzamento nell’attuazione degli interventi
programmati e risultati ottenuti rispetto agli obiettivi dichiarati,
secondo il “piano di valutazione” definito nello stesso PRP
PNP 2010-2012
Il percorso del PNP
 Formazione dei programmatori regionali e attivazione della CoP
 Scelta da parte delle Regioni, sulla base di una analisi di contesto e nel
rispetto dei vincoli dell’Intesa, dei bisogni/problemi di salute da affrontare, e,
conseguentemente, delle linee di intervento da seguire nella propria
programmazione
 Formulazione ed emanazione da parte del Ministero (DM), sentite le
Regioni, del Piano operativo delle azioni centrali
 Elaborazione e condivisione dei criteri di valutazione dei PRP e
conseguente adozione, mediante Intesa SR, di un Piano di valutazione del
PNP
 Predisposizione e adozione formale, da parte delle Regioni, dei PRP
 Applicazione, da parte del Ministero-CCM, dei criteri di valutazione ex-ante
ai PRP deliberati e certificazione del PNP per l’anno 2010
 Verifica da parte del Ministero-CCM, a partire dalla fine del primo anno di
validità dell’Intesa, del raggiungimento degli obiettivi dichiarati nei singoli
PRP e relativa certificazione
PNP 2010-2012
A oggi, lo stato dell’arte è il seguente:
– si sta concludendo la formazione ai regionali, è in programma
quella ai referenti ministeriali;
– la comunità di pratica è attiva sulle seguenti aree: GT progetto,
CIP-Referenti regionali, progettazione e metodologia, corsi
– sono stati formalmente designati dalle Regioni i Coordinatori
operativi regionali di Piano
– l’8 giugno, i coordinatori operativi regionali si sono impegnati a
comunicare a breve l’indice del PRP della propria Regione
ossia le linee di intervento, all’interno di ciascuna delle 4
macroaree, su cui la Regione intende programmare
PNP 2010-2012
A oggi, lo stato dell’arte è il seguente:
– in sede CIP è stata condivisa una bozza di “Piano di valutazione”
che (nella parte relativa alla valutazione propedeutica o ex ante)
di fatto risponde alla esigenza di codificare un formato di PRP (e,
corrispondentemente, del “Piano operativo delle azioni centrali di
supporto”) ed un metodo di lavoro comuni improntati ai principi
della progettazione in sanità pubblica
– in sede CIP è stata condivisa una bozza di Piano delle azioni
centrali, attualmente in corso di revisione al Ministero, con il
contributo delle Regioni, al fine di esplicitare meglio il ruolo
strategico del Ministero per l’attuazione del PNP.
Come può (e deve) contribuire PASSI?
Architettura del PNP
Macroarea 2 – Prevenzione universale
Linea di intervento 2.9 - Prevenzione e sorveglianza di abitudini,
comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate (alimentazione
scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)
OBIETTIVI
GENERALI DI
SALUTE
Sorveglianza di
patologie,
determinanti e
rischi per la salute
SOTTOBIETTIVI
LINEE DI SUPPORTO
LINEE DI INTERVENTO
Promuovere le
pratiche di provata
efficacia
Implementare i
sistemi di
sorveglianza
Realizzare profili
di salute
Rendere fruibili network
che favoriscano e
sostengano lo sviluppo del
PNP, anche in termini di
formazione
Individuare e diffondere le
attività di prevenzione di
dimostrata efficacia.
Favorire il processo di
eliminazione delle pratiche
inefficaci o dannose.
Favorire
l’implementazione di
PASSI, PASSI d’Argento
e OKkio alla salute ed il
loro raccordo con gli
altri sistemi informativi
Comunicare e diffondere i
dati derivanti dai profili di
salute
Rendere fruibili network
regionali che favoriscano e
sostengano lo sviluppo del PNP,
anche in termini di formazione
Produrre e rendere disponibili
in maniera integrata basi dati
Analizzare i bisogni e i rischi della
popolazione, definire e riadeguare
le priorità, gli obiettivi ed i relativi
interventi sanitari, ambientali e
sociali, valutare l’impatto sulla
salute degli interventi realizzati
Realizzare la sorveglianza di
popolazione coerentemente con
le indicazioni nazionali
Migliorare e consolidare le
attività di comunicazione dei
risultati raggiunti
Criteri di valutazione per il 2010
I PRP devono
• Rispettare, nei contenuti, i vincoli dell’Intesa:
i.
la continuità delle attività del PNP 2005-2007 e successive proroghe, in termini di
completamento degli obiettivi non ancora raggiunti e di consolidamento/estensione di
quelli raggiunti;
ii.
lo sviluppo di ciascuna delle macro aree individuate dal PNP 2010-2012 ed, all’interno
di esse, di un congruo numero di linee di intervento con il coinvolgimento di una quota
del target potenziale, fatta salva l’inclusione dell’intervento nei LEA o in altri atti di
pianificazione nazionale o regionale;
iii.
la messa a regime delle attività di sorveglianza previste dal PNP 2010-2012, in
quanto strumento essenziale di conoscenza ad uso del monitoraggio, della valutazione e
della riprogrammazione del Piano.
2. Aderire a principi e metodi del PCM (sotto il profilo della qualità
metodologica, della pertinenza, della coerenza interna e della
sostenibilità)
• Quadro strategico del PRP
• Piano operativo del PRP
Format di progettazione
coerenti con il PCM
Indicazioni per la redazione dei PRP
nei PRP vanno chiaramente distinti due
“nuclei tematici”:
• una prima componente (Quadro strategico del PRP)
espliciterà il quadro di riferimento in cui la Regione inserisce
il PRP al fine di motivare la scelta delle linee di intervento e
collocare la progettazione all’interno della realtà regionale
• una seconda componente (Piano operativo del PRP)
declinerà la parte operativa del PRP, consistendo in almeno
tante “progettualità” quante sono le linee di intervento
identificate dalla Regione, e dichiarerà esplicitamente
obiettivi, target, risultati attesi e relativi indicatori
Quadro strategico del PRP
1. Quadro di riferimento regionale
elementi conoscitivi (di tipo organizzativo,
socio-economico, epidemiologico,
demografico, ecc.) che giustificano le
attribuzioni delle priorità a livello regionale
Sistemi informativi correnti (incluse le
sorveglianze)
Documentazione prodotta per la
rendicontazione annuale del PNP
2. Criticità
elementi conoscitivi (anche di tipo
istituzionale e normativo) e considerazioni
relative alle criticità in termini sia di
espressione della domanda sia di possibilità
di offerta
Sistemi informativi correnti (incluse le
sorveglianze)
Documentazione prodotta per la
rendicontazione annuale del PNP
Atti e norme
3. Programmazione regionale
strategie e macroambiti di intervento previsti
dalla programmazione sanitaria regionale
Atti e norme
Documentazione prodotta per la
rendicontazione annuale del PNP
Sistemi informativi correnti (incluse le
sorveglianze)
4. Priorità del PRP per il 2010-2012
tendenze e orientamenti d’azione (compresa
la reingegnerizzazione dei servizi sulla base
dell’EBP) previsti nel PRP per il triennio
2010-2012
PNP 2010-2012
Piano operativo del PRP
• Macroarea …………
• Linea di intervento generale
…………………………………………………
• Obiettivo generale di salute del PNP 2010-2012
…………………………………………
• Titolo del programma/progetto
………………………………………………
• Contenuti del programma/progetto
–
–
–
–
–
Beneficiari e attori
Analisi di contesto
Modello logico
Quadro logico
Piano di valutazione
Fasi del PCM
Piano operativo delle azioni centrali (AC)
 Sono le azioni, espressamente individuate dall’Intesa (Allegato 2), che
attuano le linee di supporto alla programmazione regionale previste dal
PNP
 Concorrono alla realizzazione degli obiettivi di salute, integrandosi con
la programmazione regionale
 Il Piano operativo per l’attuazione delle linee di supporto centrali del
PNP considera ogni AC come progetto (razionale; obiettivi specifici;
responsabili e attori coinvolti; metodologia; indicatori, risultati attesi;
risorse) e le classifica per esplicitarne meglio il significato strategico
(secondo le funzioni della stewardship OMS)
 Infatti, i PRP ed il Piano operativo delle azioni centrali dovrebbero
rispettare la medesima logica ed essere articolati in un “Quadro
strategico” ed in un “Piano operativo” vero e proprio
 Per quel che concerne il Piano operativo delle azioni centrali, il Quadro
strategico assume come proprie “componenti” la declinazione della
funzioni di stewardship codificate dall’OMS
Piano operativo delle azioni centrali (AC)
Sintesi delle funzioni che concretizzano, secondo il conceptual framework della stewardship, il Piano
strategico adottato dal Ministero per il contributo alla realizzazione del PNP 2010-12
Funzione della Stewardship
Principali elementi (core attibutes)
Significato prevalente
1. Esercitare
influenza sugli
interlocutori
mediante azioni di
indirizzo
Stabilire un insieme di norme che guidino
l’operato dell’ organizzazione (regole,
procedure, leggi, decreti, codici di
comportamento, standard, modalità di
utilizzo dei finanziamenti ecc.)
Definire standard e requisiti per garantire
che gli obiettivi vengano raggiunti anche in
collegamento col sistema dei LEA
Fornire sostegno, appoggio e consiglio
agli interlocutori (accompagnamento), in
particolare alle Regioni
Partecipare ai comitati e nelle sedi in cui
gli interlocutori prendono decisioni (CIP,
conferenza Stato-Regioni)
È una funzione correlata alla capacità di
implementazione degli interventi pianificati
e programmati. Essa si basa sulla
considerazione che un’azione efficace di
stewardship deve preoccuparsi che il
complesso del sistema sanitario sia
coerente con gli obiettivi della policy e che
ci sia un coerente sistema di relazioni e
linee di comunicazione. Essa comprende
anche le iniziative per rimuovere gli
ostacoli strutturali all’uso efficiente de
equo delle risorse. In questo documento
sono considerate pertinenti a questa
funzione le azioni di indirizzo, nel loro
vario livello di cogenza legislativa e/o
amministrativa
2. Garantire la
realizzazione delle
politiche fornendo
strumenti per
l’attuazione della
programmazione
Linee Guida e protocolli nazionali
Piani di formazione nazionale (a
cascata)
Contratti di lavoro (ad es. con la
Medicina Generale)
Coinvolgimento degli interlocutori nel
processo decisionale, nella definizione
di strategie e obiettivi comuni e
condivisi
Garantire che ad ogni responsabilità
corrisponda il potere decisionale
necessario per assolverla, utilizzato in
modo corretto
Si tratta di una funzione che deriva dalla
consapevolezza che un elemento chiave
della stewardship è quello di garantire
l’implementazione degli interventi
programmati per ottenere gli obiettivi di
salute. Una parte di questa funzione
risiede nella capacità di implementazione
che deriva dal possesso e dall’uso del
potere di guidare o influenzare i
comportamenti dei differenti attori. Due
ulteriori aspetti riguardano le interazioni
tra questa “capacità di guida” e quella di
costruire coalizioni e partnership e di
assicurare la coerenza tra le policiy, le
strutture organizzative e la cultura degli
attori.
Piano operativo delle azioni centrali (AC)
Sintesi delle funzioni che concretizzano, secondo il conceptual framework della stewardship, il Piano
strategico adottato dal Ministero per il contributo alla realizzazione del PNP 2010-12
Funzione della
Stewardship
Principali elementi (core attibutes)
Significato prevalente
3. Stabilire e
mantenere
collaborazioni e
partnership
Identificare gli interlocutori per
ciascuna azione centrale descrivendone
l’influenza e l’atteggiamento (favorente
o sfavorente)
Promuovere network di eccellenze
regionali e rapporti stabili di confronto e
collaborazione con le società scientifiche
Promuovere il sostegno alle politiche e
strategie impopolari, in particolare
promuovendo partnership con le
associazioni di settore
Questa funzione è giustificata
dall’assunzione che sono molti i fattori
che direttamente o indirettamente
hanno un impatto sulla salute e spesso
lo steward ha su di loro un’autorità
formale piccola o assente. Non potendo
quindi agire su questi fattori da solo, lo
steward deve coinvolgere altri attori per
determinare un cambiamento positivo.
Per essere efficace è quindi necessario
costruire a mantenere una grande
varietà di relazioni, network e
partnership. Tale aspetto deve integrarsi
con la funzione di esercizio dell’attività di
indirizzo mediante la legislazione e la
regolamentazione.
4. Garantire la
responsabilità
(accountability)
Esistenza di regole sulla
pubblicazione dei piani, relazioni
(report), codici di comportamento,
rendiconti economici, ecc.
Effettiva loro pubblicazione,
disponibilità e ampia diffusione in
una forma comprensibile
Programmi sistematici di Audit
interno
Fornire linee-guida (per garantire
la qualità tecnica)
Campagne di comunicazione
Rendicontazione sociale
È necessario garantire che tutti gli attori
del sistema esercitino la responsabilità
nelle proprie azioni e che questa
responsabilità sia accompagnata da una
comunicazione trasparente. D’altra
parte, l’essere responsabili nei confronti
della popolazione è un mezzo per
influenzare positivamente le relazioni tra
la popolazione stessa e il sistema
sanitario (in particolare rispetto alla
percezione e all’uso del sistema).
L’essere responsabili aiuta ad individuare
e ad ovviare lo spreco di risorse, le
malpractice o le negligenze
Piano operativo delle azioni centrali (AC)
Sintesi delle funzioni che concretizzano, secondo il conceptual framework della stewardship, il Piano
strategico adottato dal Ministero per il contributo alla realizzazione del PNP 2010-12
Funzione della
Stewardship
5. Gestione basata
sulla conoscenza
Principali elementi (core attibutes)
Produzione e analisi di evidenze
(studi epidemiologici, performance
analysis, studi di impatto ecc)
Implementazione di Sistemi di
sorveglianza
Analisi delle evidenze
Implementazione di basi di dati
Significato prevalente
Questa funzione è giustificata dal fatto
che la conoscenza contribuisce a
prendere decisioni più informate e quindi
complessivamente favorisce migliori
risultati per il sistema sanitario. La
conoscenza (intelligenza) ha un
significato più ampio e profondo di
“informazione” perché implica la
capacità di identificare ed interpretare gli
elementi essenziali. Questa conoscenza
deve essere disponibile a tutti i livelli del
sistema sanitario e a tutti gli attori per
svolgere i loro compiti all’interno del
sistema. Nel presente contesto, essa
riassume gli elementi di genesi e sintesi
di nuove conoscenze nonché tutte le
attività pertinenti ai sistemi informativi e
di sorveglianza.
Grazie e buon lavoro !!
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Stefania Vasselli