ESPOSIZIONE PROFESSIONALE A STRUMENTI MUNITI DI VIDEOTERMINALE SI Ovest Dott. Guido Lacca Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Igiene e Microbiologia Sezione di Medicina del Lavoro ALCUNE FUNZIONI VISIVE • Accomodazione: capacità di mettere immagini poste a diverse (cristallino) a fuoco distanze • Convergenza: movimento coordinato degli occhi durante la fissazione di un punto vicino (muscoli estrinseci degli occhi) ALTERAZIONI DELLA REFRAZIONE • Miopia: incapacità di mettere a fuoco oggetti lontani (bulbo allungato) • Ipermetropia: necessità di accomodare anche per mettere a fuoco oggetti lontani (bulbo accorciato) • Presbiopia: incapacità a mettere a fuoco oggetti vicini (cristallino rigido) • Astigmatismo: incapacità a mettere a fuoco in modo regolare un oggetto (cornea irregolare) ALTRE ALTERAZIONI DELLE FUNZIONI VISIVE • Forie e strabismo: difetto nei movimenti coordinati degli occhi • Deficit della convergenza • Difetti del (daltonismo) senso cromatico DISTURBI VISIVI Il lavoro al computer può sottoporre i muscoli degli occhi ad uno sforzo notevole: • se i contrasti luminosi tra schermo, documento e tastiera sono eccessivi (possono avvenire sino a 25000 movimenti al giorno di adattamento alla luce) INTRODUZIONE VDT o AIDV (APPARECCHIATURE INFORMATIZZATE DOTATE DI VIDEO) Apparecchiature elettroniche progettate per attività informatiche, caratterizzate dalla presenza di: • una unità di visualizzazione (LCD, PLASMA, etc.), con possibilità di rappresentazione alfanumerica o grafica; • una unità di controllo, gestione e, generalmente, memorizzazione di dati; • dispositivi periferici, sia di interfaccia con l'utilizzatore, per funzioni di input (tastiera, mouse, etc.) e di output (stampanti, plotter, strumenti di misura, etc.), sia per acquisizione dati (scanner, sensori di sistemi di rilevazione etc.). Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INTRODUZIONE • • Razionale NON: diagnosi e prevenzione di patologie correlate a specifici singoli fattori di rischio MA: area meno definita del disturbo-disagio originato da più fattori di rischio • Compiti del RSPP: • valutazione del rischio • Individuazione di particolari impieghi o situazioni di impiego di AIDV Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Campo di applicazione (art. 172 T.U.) Attrezzature munite di VDT - Nel T.U. rispetto al 626/94 i sistemi portatili non sono più esclusi Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INTRODUZIONE Campo di applicazione Escluse dall’ambito di applicazione delle norme contenute nel T.U. “ATTREZZATURE MUNITE DI UN PICCOLO DISPOSITIVO DI VISUALIZZAZIONE” (registratri di cassa, calcolatrici) “MACCHINE DI VIDEOSCRITTURA SENZA SCHERMO SEPARATO” Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale CAMPO DI APPLICAZIONE ART.172 Le norme al presente articolo si applica alle attività lavorative che comportano l’uso di attrezzature munite di videoterminale Non si applicano ai lavoratori addetti: • ai posti di guida dei veicoli o macchine; • ai sistemi informatici montati a bordo di mezzi di trasporto • ai sistemi informatici destinati in modo prioritario alla utilizzazione da parte del pubblico; • alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa a tutte le attrezzature munite di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure, necessario all’uso diretto di tale attrezzatura; • alle macchine di videoscrittura senza schermo separato. INTRODUZIONE Campo di applicazione Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INTRODUZIONE Razionale NECESSITA’ DI RICERCA E OPPORTUNITA’ DI REVISIONE • L’evoluzione subentrante sia dell’hardware sia del software comporta la possibilità si sempre nuovi possibili fattori di rischio e presuppone la necessità di un costante aggiornamento da parte dell’RSPP, del Datore di Lavoro e del MLC Es. “via-voice” con comunicazione via microfono e ricezione via cuffia con riduzione del possibile sovraccarico dell’arto superiore ma con aumento del carico percettivo • Sempre più le AIDV sono usate per scopi professionali in ambienti “atipici” (treno, aereo, sede dei clienti, domicilio del lavoratore) • Monitorare proposito in via degli continuativa effetti eventuali dell’uso nuove dell’AIDV acquisizioni sulla dell’apparato visivo Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale a funzionalità INTRODUZIONE Definizione di Campo di applicazione “lavoratore” DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 , n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Titolo VII ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI c) lavoratore: il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all'articolo 175. . Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INTRODUZIONE Campo di applicazione • Definizione di “lavoratore”: non critica • Individuazione dei “lavoratori”: possibili criticità • Questionari ai lavoratori • Interviste guidate • Consultazione formale di dirigenti e preposti • Sistemi “tempi e metodi” aziendali • Rilevazioni oggettive dei tempi di utilizzo MLC: non responsabilità diretta nell’individuazione, ma necessità di condivisione dei metodi utilizzati dal DDL Individuazione di particolari impieghi di AIDV anche inferiori a 20 ore / settimana ma con richiesta di impegno visivo elevata: • caratteristiche della “presentazione visiva” • caratteristiche dell’operatore Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale CAMPO DI APPLICAZIONE ART.172 Le norme al presente articolo si applica alle attivita’ lavorative che comportano l’uso di attrezzature munite di videoterminale Non si applicano ai lavoratori addetti: • ai posti di guida dei veicoli o macchine; • ai sistemi informatici montati a bordo di mezzi di trasporto • ai sistemi informatici destinati in modo prioritario alla utilizzazione da parte del pubblico; • alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa a tutte le attrezzature munite di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure, necessario all’uso diretto di tale attrezzatura; • alle macchine di videoscrittura senza schermo separato. DISTURBI VISIVI • se gli occhi fissano a lungo oggetti molto vicini come uno schermo (i muscoli degli occhi sono in posizione di riposo se osservano oggetti distanti più di 6 metri) • se monitor e documenti da leggere non sono posti all'incirca alla stessa distanza (i muscoli degli occhi sono costretti ad una continua variazione di messa a fuoco) FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva Mentre la fatica visiva e’ un problema ben assodato tra gli utilizzatori di AIDV, non esiste a tutt’oggi una convincente ed inequivocabile evidenza epidemiologica relativa alla possibilita’ da parte di tale attivita’ lavorativa di indurre alterazioni oculovisive funzionali permanenti o caratterizzate un’alterazione anatomopatologica In particolare, e’ stata esclusa una maggiore prevalenza tra gli utilizzatori di AIDV di: -cataratta -glaucoma -irite -retinite -miopia Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale da FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva ASTENOPIA Duke-Elder (1949): “Quella sensazione che si avverte quando si prende coscienza del lavoro dell’apparato oculare per rendere chiara una visione per mezzo di aggiustamenti talora inefficaci dell’accomodazione”. Miglior (1989): ”Un insieme di disturbi funzionali che originano quando l’apparato visivo cerca di conseguire, ricorrendo ad artifici stressanti, risultati funzionali eccedenti le proprie possibilità fisiologiche”. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva ASTENOPIA OCCUPAZIONALE Una associazione di sintomi e/o segni causata da fattori e combinati compiti lavorativi con caratteristiche le che, eventualmente oftalmiche del soggetto, favoriscono l’insorgenza o la reiterazione di un insieme di sintomi e/o segni oculari e/o visivi che, nei casi piu’ gravi, possono anche comportare disturbi generali Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA (I) ASPETTI VISIVI • disagio / disturbo alla luce (fotofobia) • visione sfuocata • visione sdoppiata • aloni colorati Cui possono corrispondere sul piano obiettivo • riduzione dell'acuità visiva • riduzione dell'ampiezza visiva • allontanamento del punto prossimo di accomodazione (ppa) • comparsa o aumento di forie • miopizzazione transitoria Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA (II) ASPETTI OCULARI • alterazioni dell'ammiccamento • lacrimazione • pesantezza dei bulbi • prurito • bruciore • secchezza • rossore riferito • sensazione di sabbia negli occhi • dolore periorbitario e/o retrobulbare Cui possono corrispondere sul piano obiettivo •iperemia congiuntivale •ipersecrezione oculare •alterazioni del film lacrimale Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA (III) ASPETTI GENERALI • cefalea • astenia • nausea • dispepsia • vertigine • tensione generale Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva CAUSE DI ASTENOPIA Le cause di astenopia negli utilizzatori di AIDV possono essere schematicamente suddivise in quattro gruppi: 1. fattori legati alle caratteristiche intrinseche del compito visivo 2. fattori ambientali, a loro volta suddivisi in: - fotometrici - non fotometrici 3. fattori legati alla funzionalita’ dell’organo visivo 4. fattori organizzativi e individuali Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA CAUSE DI ASTENOPIA Fisiopatologia oculo-visiva 1. Caratteristiche intrinseche del compito visivo 1.1 intensita’/difficolta’ del compito - dimensioni dei caratteri caratteri troppo piccoli: sforzo cerebrale per cercare di interpretare segnali visivi al limite delle capacità visive del soggetto fissazione troppo ravvicinata come tentativo di compenso, con sollecitazione dell’accomodazione - visibilita’ intrinseca dei particolari da osservare scarso contrasto: idem come sopra - attenzione riduzione frequenza ammiccamento mancato rilassamento muscoli oculari - variazione frequente della distanza di messa a fuoco (video/documenti) sempre nell’ambito della visione ravvicinata continue variazioni: fatica muscolare accomodativa - posizionamento del video nei confronti del capo dell’utilizzatore video troppo alto: posizione dello sguardo non primaria riduzione frequenza ammiccamento maggiore apertura palpebre (maggiore espozione della superficie oculare) Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva CAUSE DI ASTENOPIA 1. Caratteristiche intrinseche del compito visivo 1.2 durata del compito - tempo totale trascorso, per ogni turno di lavoro, in attivita’ di fissazione del video - distribuzione (presenza o meno di interruzioni o cambiamenti di attivita’) Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva CAUSE DI ASTENOPIA 2. Fattori ambientali 2.1 fattori ambientali fotometrici - dal punto di vista quantitativo: - eccesso di illuminazione (abbagliamento) - dal punto di vista qualitativo: - squilibrio statico delle luminanze - squilibrio dinamico delle luminanze Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva ILLUMINAZIONE AMBIENTALE Si deve notare che la posizione di lavoro tipica dell’addetto a AIDV differisce da quella classica dell’operatore alla scrivania: nel secondo caso l’asse dello sguardo e’ rivolto prevalentemente verso il basso, nel primo e’ prevalentemente orizzontale, risultando cosi’ piu’ esposta all’ingresso nel campo visivo di fonti naturali e artificiali di illuminazione Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva I FILTRI - Filtri di vetro o plastica ricoperti da sottili film antiriflesso e/o polarizzatori - Filtri micromesh - Spray antiriflesso Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva I FILTRI L’uso dei filtri per ridurre la presunta emissione di radiazioni “dannose” dai terminali e’ privo di qualsiasi significato, poiche’ i videoterminali di fatto non emettono quantita’ apprezzabili di tali radiazioni. L’installazione dei filtri non sempre fornisce i risultati sperati nel ridurre eventuali disturbi dovuti alla riflessione della luce sullo schermo. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale ALTRI RISCHI PER LA SALUTE • Dermatite irritativa: rara, al volto, causata dal campo elettrostatico PREOCCUPAZIONI INGIUSTIFICATE PER LA SALUTE • Radiazioni ionizzanti: pari al fondo naturale • Campi elettromagnetici: pari al fondo ambientale a 5 cm dallo schermo ed a 15 cm dal retro • Radiazioni ultraviolette: pari al fondo naturale a 5 cm dallo schermo PREOCCUPAZIONI INGIUSTIFICATE PER LA SALUTE • Non vi è rischio di cancro • Non vi è rischio di aborto FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva I FILTRI Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva La migliore prevenzione dei fenomeni di riflessione della luce sul video, piuttosto che con l’impiego di filtri o spray antiriflesso, e’ rappresentata dalla corretta collocazione dei terminali oltre che da una corretta illuminazione Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva I FILTRI Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva CAUSE DI ASTENOPIA 2. Fattori ambientali 2.2 fattori ambientali non fotometrici - microclima (umidita’ relativa ambientale) - flussi d’aria elevati e costanti - cariche elettrostatiche - inquinamento “indoor” (Sick-building syndrome) Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva CAUSE DI ASTENOPIA 3. Funzionalita’ dell’organo visivo 3.1 fattori refrattivi e di binocularita’ - vizi refrattivi non corretti (inadeguata correzione) - difetti ortottici (strabismo o forie) 3.2 patologie oculari o correlate - patologie comuni (congiuntivite allergica, sinusite frontale,…) - patologie meno comuni (cicatrici corneali, cataratta,…) 3.3 utilizzo di lenti a contatto Di per se’ non costituisce un fattore di limitazione di idoneità ma può determinare una maggior probabilita’ di insorgenza di astenopia in relazione a: - problemi microclimatici - riduzione dell’ammiccamento o aumento della superficie oculare esposta Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva CAUSE DI ASTENOPIA 4. Fattori organizzativi - ripetitivita’ e monotonia - organizzazione del lavoro - rapporti di gruppo Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI • Alcuni muscoli ed articolazioni sono sottoposti a posture fisse, mentre i muscoli delle mani e delle braccia si muovono incessantemente. • Le tensioni muscolari impediscono il normale afflusso di sangue a muscoli, tendini, nervi, dischi intervertebrali. DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI • Nel tempo si possono manifestare micro-lesioni, dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei nervi (tendiniti, tenosinoviti, sindrome del tunnel carpale). • Alcune disfunzioni fisiche (diabete, peso eccessivo, artrite, ipertensione, fumo, gravidanza) ed attività extra-lavorative (sport, hobbies) aumentano il rischio di questi disturbi. SINTOMI MUSCOLO-SCHELETRICI • Tendiniti: dolori a livello delle articolazioni del braccio o della mano durante i movimenti • Sindrome del tunnel carpale: indolenzimento, torpore, formicolii alle mani, perdita di forza delle mani • Artrosi cervicale: indolenzimento, senso di peso, dolori al collo ed alle braccia POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI ALLA COLONNA ED AGLI ARTI • Errata disposizione o regolazione di arredi e computer • Postura fissa e/o scorretta per lunghi periodi • Capo e tronco protesi in avanti • Spalle contratte nella digitazione o nelle pause • Ricevitore del telefono tenuto a lungo tra testa e spalla • Attività extra-lavorative, hobbies (sport pesanti, ecc...) PREVENZIONE DEI DISTURBI ALLA COLONNA ED AGLI ARTI • Scegliere attrezzature adattabili alle proprie esigenze • Adottare una postura rilassata: il tronco sullo schienale tra 90° e 110° • Variare spesso la posizione del corpo • Effettuare pause brevi ma frequenti • Variare le attività nel corso della giornata • Regolare con cura la posizione, l'altezza e la distanza del monitor POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI A BRACCIA, POLSI E MANI • Movimenti rapidi, ripetitivi e prolungati su tastiera e mouse • Forza eccessiva nel digitare e nello stringere il mouse • Polsi piegati verso l'alto e non allineati agli avambracci PREVENZIONE DEI DISTURBI A BRACCIA, POLSI E MANI • Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati • Mantenere gli avambracci paralleli al pavimento e bene appoggiati sul tavolo • Mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione FISIOPATOLOGIA L’impiego richiesto Fisiopatologia muscolo-scheletrica all’apparato muscolo-scheletrico di un operatore VDT/PC si caratterizza per: - postura assisa protratta - possibile uso intensivo della tastiera e dei sistemi di puntamento I segmenti corporei maggiormente interessati sono collo, schiena, spalle, braccia e mani. La sintomatologia è in genere rappresentata da formicolii, intorpidimento, rigidità e dolore, prevalentemente connessi a fenomeni di sovraccarico dei dischi intervertebrali, ad affaticamento muscolare, ad infiammazione delle strutture tendinee coinvolte, a compressione di nervi. Le cause principali sono rappresentate da: - posizioni di lavoro inadeguate per disergonomie della postazione di lavoro (caratteristiche strutturali e posizionamento degli arredi e delle apparecchiature) - mantenimento della posizione operativa di lavoro per molte ore, con poche interruzioni - movimenti ripetitivi e rapidi (digitazione, microscivolamenti e pressioni) esercitati manualmente su tastiera e con sistemi di puntamento vari - sollevamento dell’arto superiore dedicato all’uso dei diversi sistemi di puntamento Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia muscolo-scheletrica - POSTURA ASSISA PROTRATTA - Contrazione isometrica dei mm paravertebrali - Alterato trofismo dei dischi intervertebrali - Ma: dubbi epidemiologici sull’effettivo rischio derivante da una posizione assisa protratta - POSSIBILE USO INTENSIVO DELLA TASTIERA E DEI SISTEMI DI PUNTAMENTO - Elevata ripetitività dei movimenti - Posture incongrue dell’arto superiore - Possibile causa di UE WMDs Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia muscolo-scheletrica Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia muscolo-scheletrica Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale FISIOPATOLOGIA Altri fattori fisiopatologici Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO art.174 Informazione e formazione dei lavoratori: • misure applicabili al posto di lavoro • modalità svolgimento attività • protezione occhi e vista Elaborazione del documento di valutazione dei rischi: • valutazione del rischio • misure di prevenzione adottate • programma di miglioramento dei posti di lavoro ANALISI DEL POSTO DI LAVORO • Rischi per la vista e per gli occhi • Problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico e mentale • Condizioni ergonomiche e di igiene ambientale REQUISITI MINIMI ALLEGATO XXXIV 1. ATTREZZATURE • Schermo • Tastiera • Piano di lavoro • Sedile di lavoro • Computer portatile 2. AMBIENTE • Spazio • Illuminazione • Rumore • Radiazioni • Parametri microclimatici 3. INTERFACCIA ELABORATORE/UOMO MONITOR • Fonti luminose esterne ed interne né di fronte , né alle spalle dell'operatore • Schermo davanti a sé per evitare torsioni di collo e schiena • Distanza dagli occhi la maggiore possibile purché i caratteri si leggano chiaramente (50-70 cm) MONITOR • Bordo superiore del monitor un po’ più in basso degli occhi • Variare l'inclinazione secondo le esigenze • Eventuale portadocumenti alla stessa distanza ed angolazione • Il monitor non deve poggiare necessariamente sul computer, preferibile un supporto solido orientabile nello spazio • Regolare contrasto, luminosità e dimensioni dei caratteri • Chi usa lenti bifocali cerchi di posizionare il monitor più in basso per evitare tensioni del collo TASTIERA E MOUSE • Tastiera davanti allo schermo • Tastiera regolabile al fine di mantenere i polsi in linea con gli avambracci • Mouse il più possibile vicino al corpo • Tastiera e mouse posti in modo da poter appoggiare gli avambracci sul piano di lavoro PIANO DI LAVORO • Dotato di superficie ampia per disporre i materiali necessari (video, tastiera, mouse, ecc.) e per consentire l’appoggio degli avambracci • Sufficientemente profondo da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo • Di colore chiaro (possibilmente non bianco), non riflettente • Dotato di spazio idoneo per l’alloggiamento degli arti inferiori SEDILE • Spostabile in modo da poter essere tenuto vicino al tavolo, girevole, antiribaltamento • Altezza regolabile in modo che i polsi siano in linea con gli avambracci e non piegati né verso l'alto, né verso il basso • Schienale che sorregga bene la curva lombare • Piedi ben poggiati a terra o, solo se necessario, su poggiapiedi ampio MISURE PER LA SCELTA DELLE POLTRONE Altezza lavoratore (cm) Altezza seduta da terra (cm) 150 - 155 41 160 - 165 43 170 - 175 46 180 - 185 49 190 - 200 54 AMBIENTE • Rumore: segregazione o insonorizzazione di stampanti o altre attrezzature rumorose • Microclima: ridurre velocità di circolo dell’aria (evitare correnti) e mantenere un’umidità soddisfacente • Calore: evitare fonti di calore radiante in vicinanza della postazione di lavoro (apparecchiature, ma anche finestre) ILLUMINAZIONE • Schermare le finestre con tende • Se necessario, schermare le luci artificiali o ridurne l'intensità (devono essere al di fuori del campo visivo dell’operatore) • Inclinare il monitor per ridurre i riflessi (corretto orientamento rispetto alle finestre) • Ridurre la luminosità generale per eliminare i contrasti luminosi eccessivi • Eventualmente usare una lampada da tavolo VALUTAZIONE DEL RISCHIO (art. 174 T.U.) RIFERIMENTI: ALLEGATO XXXIV T.U. - rischi per la vista e per gli occhi - problemi legati alla postura e all’affaticamento visivo e mentale - condizioni ergonomiche e di igiene ambientale - organizzazione e predisposizione della postazione di lavoro 1° LIVELLO Valutazioni “carta e penna”, senza misure specifiche 2° LIVELLO Valutazioni con misure Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO Aspetti generali CONTRIBUTO DEL MLC ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATTIVITA’ INDISPENSABILE •verifica dell’esistenza di una idonea valutazione necessaria per una corretta sorveglianza sanitaria •integrazione dei risultati della sorveglianza sanitaria nel processo di valutazione ATTIVITA’ OPZIONALE •impegno diretto nella valutazione secondo procedure standardizzate e validate Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO Aspetti generali CONTRIBUTO DEL MLC ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO SOPRALLUOGO ANNUALE CON RSPP (opzionale) necessario per specifiche postazioni se: •mutate condizioni ambientali o organizzative •evidenze alla sorveglianza sanitaria di disturbi o patologie AIDV correlati Possibilità di aggiornamento mediante autovalutazione da parte dei lavoratori? Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO Aspetti generali TIPO DI COMPTI AD AIDV (OMS) TIPO DI ATTIVITA’ Inserimento dati CARATTERISTICHE Ritmo elevato poche interruzioni sollecitazione visiva sui documenti scarse decisioni Acquisizione dati Ritmo medio discrete interruzioni sollecitazione visiva sullo schermo decisioni variabili Comunicazione Ritmo intermittente interattiva discrete interruzioni sollecitazione visiva sullo schermo decisioni variabili Word processing Ritmo elevato ma intermittente discrete interruzioni sollecitazione visiva sul documento e sullo schermo Programmazione, progettazione, controllo di sistemi decisioni variabili Ritmo basso e intermittente frequenti interruzioni sollecitazione visiva sul documento e sullo schermo decisioni elevate Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 1° livello NON ESISTONO CHECK-LIST STANDARDIZZATE Modello di check-list per la valutazione del posto di lavoro •TAVOLO •MONITOR •TASTIERA E MOUSE •SEDILE •ILLUMINAZIONE •IMPIANTO ELETTRICO / TELEMATICO •AMBIENTE DI LAVORO •MICROCLIMA •RUMORE •INTERFACCIA ELABORATORE / UOMO Modello di questionario guidato per la descrizione del lavoro con AIDV da parte degli addetti Scheda riassuntiva delle criticità riscontrate Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 1° livello - fattori muscolo-scheletrici METODI DI VALUTAZIONE •Check-list OSHA Metodo rapido di valutazione Arto superiore (lista A), rachide, arto inferiore •Metodo RULA (Rapid Upper Limb Assessment)(Mc Atamney,1993) Arti superiori Pensato per addetti ad AIDV Facile applicabilità •Metodo OREGE INRS Valutazione preliminare con Check-list OSHA Approfondimento (Outil de Réperage et d’évaluation des Gestes) Sintomi muscoloscheletrici, sintomi di stress, fattori psicosociali, caratteristiche del lavoro Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 1° livello - Modello di check-list per la valutazione del posto di lavoro Esempio: TAVOLO SI ٱ NO ٱ 1.1.1 il margine inferiore del portatastiera è ad altezza di 70-80 cm? SI ٱ NO ٱ 1.2 Le dimensioni attuali sono comunque sufficienti per monitor, tastiera, documenti e materiale accessorio? SI ٱ NO ٱ 1.3 Lo spazio davanti alla tastiera è sufficiente per consentire l'appoggio di mani ed avambracci? SI ٱ NO ٱ 1.4 La tastiera è posizionata davanti allo schermo? SI ٱ NO ٱ 1.5 Il monitor è appoggiato direttamente sul piano di lavoro? SI ٱ NO ٱ 1.5.1 Il monitor è appoggiabile direttamente sul piano di lavoro riposizionandolo e/o rimuovendo eventuali supporti (es. l'unità logica)? SI ٱ NO ٱ 1.6 La superficie del piano di lavoro è di colore chiaro? SI ٱ NO ٱ 1.7 La superficie del piano di lavoro è opaca non riflettente? SI ٱ NO ٱ 1.8 Il monitor è posizionato davanti all'operatore? SI ٱ NO ٱ 1.9 Il monitor è posizionato ad una distanza di 50-70cm (fino a 90cm per dimensioni di schermo maggiori di 17") dagli occhi dell'operatore? SI ٱ NO ٱ 1.10 Il bordo superiore dello schermo si trova al livello degli occhi o leggermente al di sotto? SI ٱ NO ٱ Ciò avviene per difetti di posizionamento dell'unità video? SI ٱ NO ٱ Ciò avviene per caratteristiche antropometriche dell'utilizzatore? SI ٱ NO ٱ Il posto di lavoro è ben dimensionato ed allestito in modo che vi sia spazio sufficiente (60 x 60 cm) per permettere cambiamenti di posizione degli arti inferiori e di movimenti operativi, anche in presenza di cassettiere e/o porta-tastiera"? SI ٱ NO ٱ 1.1 Rientra nelle dimensioni UNI (cm.) L=120 * P=80 H=70-80? *: >90 cm per operazioni esclusive al VDT Se è presente un "porta-tastiera": Se NO Se NO 1.11 Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 1° livello Modello di questionario guidato per la descrizione del lavoro con AIDV da parte degli addetti Puoi orientare e inclinare liberamente lo schermo? Si No L’immagine è stabile e non vi sono riflessi fastidiosi? Si No I caratteri sono ben definiti, abbastanza grandi da permetterti una visione confortevole? Si No Puoi posizionare la tastiera e il mouse in modo da digitare appoggiando gli avambracci o le mani? Si No Alterni l’utilizzo della tastiera e dei mouse, per evitare irrigidimento delle mani? Si No La tua sedia è girevole ed il piano del sedile è regolabile in altezza? Si No Lo schienale è regolabile sia in altezza che in inclinazione? Si No La tua sedia è solida e non si ribalta? Si No La tua sedia non scivola, puoi spostarla facilmente e ha 5 punti di appoggio? Si I comandi di regolazione sono facili da azionare? Si No La superficie di seduta è traspirante? Si No La tua sedia è adatta all’ambiente e alle lavorazioni della tua postazione di lavoro? Si No Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 1° livello Scheda riassuntiva delle criticità riscontrate STRUTTURA ………………………………………………………….. UFFICIO ……………………………………………………………….. NUMERO DI POSTAZIONI VDT …………………………………… SEDILI CORRISPONDENTI A QUANTO RICHIESTO DALL’ALLEGATO del D.Lgs 81/08 N° CORRISPONDENTI ………. N° NON CORRISPONDENTI ………. Il sedile deve: a)essere di tipo saldo contro slittamento e rovesciamento, dotato di basamento stabile o a cinque punti di appoggio; b)disporre del piano e dello schienale regolabili in maniera indipendente così da assicurare un buon appoggio dei piedi ed il sostegno della zona lombare; c)avere i bordi del piano smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile al vapore acqueo e pulibile; d)essere facilmente riposizionabile anche in rapporto al tipo di pavimento; e)qualora fosse necessario, essere dotato di un poggiapiedi separato, per fare assumere una postura adeguata agli arti inferiori dell’operatore. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali fotometrici Illuminotecnica Il lavoro con video terminali (VDT) è caratterizzato da quattro tipi di attività visiva: 1) riconoscimento di immagini stampate (testo, numeri, figure) o prodotte manualmente; 2) riconoscimento di immagini su video; 3) riconoscimento di simboli su tastiera; 4) sorveglianza visiva dell'ambiente. Tutte le normali operazioni che si svolgono ad una postazione VDT sono precedute e seguite dalle suddette attività visive. Le condizioni ottimali di visibilità sono ottenute quando nessuna attività visiva risulta penalizzata. Le grandezze che influenzano le condizioni di visibilità in una postazione di lavoro sono molte, ma tra esse possono essere considerate come principali quelle fotometriche, cioè quelle grandezze che descrivono l'aspetto visivo di una postazione in termini di quantità e qualità di luce. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO Illuminamento: quantità di luce che, proveniente dalle varie sorgenti e riflessa dagli oggetti, incide su una certa superficie. valori raccomandati: • compresi fra 200 e 500 lux in generale • prossimi a 200 lux in postazioni con uso esclusivo di VDT (CAD!); • prossimi a 350 lux per la battitura di testi con macchina da scrivere. Norma attuale: 500 lux (critico; lampade aggiuntive) 2° l. Fattori ambientali fotometrici Luminanza: Quantità di luce emessa da un oggetto (per unità di superficie Valori del contrasto di luminanza raccomandati dalla norma DIN 66234 per schermi VDT: minimo 3 ottimale da 6 a 10 massimo 15 In caso di ambienti con scarso illuminamento, il contrasto tra oggetti qualsiasi, come raccomandato da UNI 29241 dovrebbe essere non superiore a 10. In ambienti normali accettabile sino a 40 fra compito visivo e aree circostanti. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali fotometrici Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali fotometrici Le sorgenti artificiali maggiormente impiegate negli uffici sono le lampade fluorescenti. Quelle ottimali per il lavoro con VDT sono quelle cosiddette " bianche a tonalità calda" che emanano una luce tendente al giallo. Per minimizzare i riflessi devono essere montate a soffitto, con paraluce a lamelle anti-abbagliamento (“dark-light”), in file parallele alla direzione allo sguardo dell'operatore. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali fotometrici Ottimizzare i colori: Considerando che i moderni VDT sono forniti di regolazione della luminosità e del contrasto, ne consegue che le condizioni ottimali possono quasi sempre essere raggiunte a meno che si verifichino, sugli schermi VDT, riflessioni di sorgenti luminose contenute nell'ambiente di lavoro, proprio per evitare queste riflessione occorre attenersi alle indicazioni sopra esposte. Le dimensioni ed il colore dei caratteri nei moderni monitor sono prestabiliti in funzione del raggiungimento delle prestazioni ottimali in termini di contrasto. Anche le impostazioni di default dei programmi applicativi seguono questo criterio: evitare le personalizzazioni dei colori eccessivamente "fantasiose" Ottimizzare i colori Considerando che i moderni VDT sono forniti di regolazione della luminosità e del contrasto, ne consegue che le condizioni ottimali possono quasi sempre essere raggiunte a meno che si verifichino, sugli schermi VDT, riflessioni di sorgenti luminose contenute nell'ambiente di lavoro, proprio per evitare queste riflessione occorre attenersi alle indicazioni sopra esposte. Le dimensioni ed il colore dei caratteri nei moderni monitor sono prestabiliti in funzione del raggiungimento delle prestazioni ottimali in termini di contrasto. Anche le impostazioni di default dei programmi applicativi seguono questo criterio: evitare le personalizzazioni dei colori eccessivamente "fantasiose" Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali non fotometrici Inquinamento indoor Aspetti relativi alle condizioni indoor Fattori di rischio chimici •In Italia non esiste una normativa specifica elaborata per il controllo della qualità dell’aria indoor (eccetto D. L. 241/2000 per Radon). •A livello internazionale esistono diversi standard di qualità dell’aria che sono riferiti a differenti gruppi di popolazione generale e lavorativa rispettivamente; •in generale gli standard per gli ambienti di lavoro fanno riferimento all’esperienza specifica degli ambienti industriali e, come tali, non risultano adatti agli ambienti tipo uffici; in questi ultimi si applicano solitamente specifici standard elaborati per gli ambienti indoor di tipo abitativo ove s’intende garantire ragionevolmente salute e comfort per gli occupanti. Guidelines for Air Quality in Europe - dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) designate alla protezione della popolazione generale e riguardano un largo numero di sostanze; esse risultano di buona applicazione anche nell’ambiente indoor almeno per alcuni parametri Environmental Protection Agency USA - questi standard sono stati designati alla protezione della popolazione generale e sarebbero applicabili all’ambiente indoor ma riguardano un numero molto limitato di sostanze. American Society of Heating, Refrigerating and Air Conditioning Engineers (ASHRAE): hanno la caratteristica di esser stati sviluppati specificamente per gli ambienti confinati ma riguardano un numero limitato di sostanze ed applicano una definizione di comfort piuttosto limitativa (80 % di soddisfatti). Guidelines del Canada - rappresentano un esempio coerente di normativa per l’indoor sviluppata specificamente per l’ambiente residenziale e possono esser applicate anche agli ambienti tipo ufficio. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Sindrome dell’ edificio malato "Il termine Sick Building Syndrome (SBS Sindrome dell'Edificio Malato) è una situazione in cui molte persone lamentano diversi sintomi o un generico senso di malessere, senza un'apparente ragione, che aumenta in gravità quanto maggiore è il tempo che trascorrono all'interno dell'edificio. Nel 1968 nel Michigan (USA)… epidemia… Dopo diverse ricerche si identificò la causa dell’epidemia in un batterio che aveva trovato un terreno di coltura adatto nei detriti trattenuti dai filtri del sistema di ventilazione, in cattivo stato di funzionamento. Nel 1970, alcuni medici statunitensi notarono l’insorgere di alveoliti allergiche tra gli impiegati di uffici con aria condizionata: a tali sintomi, e a quelli suscitati dall’epidemia del 1968, si attribuì il nome di “Sindrome da Edificio Malato” Tale sintomatologia è stata, però, osservata anche in individui che lavorano in edifici ventilati naturalmente. La sindrome, la cui causa è probabilmente multifattoriale, non è usualmente accompagnata da lesioni organiche o manifestazioni fisiche ed è, quindi, diagnosticata per esclusione (European Concerted Action, 1989) Nel 1976, in Philadelphia La “Malattia dei Legionari” Patologia polmonare, causata da un batterio sconosciuto, probabilmente sviluppatosi in una torre di raffreddamento adiacente al sistema di condizionamento di un hotel di Philadelphia dove si riunivano i membri della Legione dei Veterani dell’Esercito Americano. Perciò, al batterio fu dato il nome di Legionella pneumophila. In seguito si identificò con Legionella lo stesso batterio che aveva causato l’epidemia di Pontiac del 1968. Da allora, parecchie epidemie, con gli stessi sintomi, si sono verificate in differenti parti del mondo, tutte probabilmente causate da Legionella. Negli anni ’80, dagli studi su Legionella, si arrivò ad individuare come causa della “Sindrome da Edificio Malato” più di una dozzina di differenti tipi di batteri, oltre a Legionella, tra i quali anche Stafilococco e Candida, ed oltre due dozzine di funghi presenti nell’aria degli ambienti con impianti di ventilazione. Quindi: ventilazione inefficiente “Sindrome da Edificio Malato”. Infatti, impianti di ventilazione con condotti degradati e serrande non funzionanti correttamente, anziché ricambiare l’aria, riciclano aria viziata e portatrice di batteri, gas nocivi, funghi ed altro materiale inquinante. La scarsa efficienza dei filtri determina sia una portata d’aria depurata insufficiente, che un livello eccessivo di CO: possibili cause di spossatezza fisica. SINTOMATOLOGIA o sonnolenza, o difficoltà di concentrazione, o astenia, o nausea, o irritazione delle prime vie aeree, o secchezza oculare, o irritazione e/o secchezza della cute, o secchezza ed irritazione della gola, o lacrimazione, orinorrea; ocefalea o ridotta capacità lavorativa; o Incremento della reattività ad allergeni e sostanze chimiche. o vertigini, o senso di costrizione toracica, o difficoltà respiratoria, o eritemi, o prurito, o dermatite allergica. Gli effetti sulla salute umana riguardano: apparato respiratorio: asma, bronchiti, malattie respiratorie, legionellosi, alveoliti allergiche, ecc.; cute e mucose: irritazioni, dermatiti atopiche, sensibilizzazione, ecc.; sistema nervoso: cefalee, sonnolenza, vertigini, astenia, ecc.; sistema immunologico: reazioni allergiche, febbre, febbre da umidificatori; ecc. Studi effettuati negli Stati Uniti dal National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) tra gli anni ’80 e ’90, rivelarono che il 50% dei problemi di salute degli impiegati negli Stati Uniti è dovuto proprio ad una ventilazione inadeguata o mal funzionante. Tale problema è all’origine del 50% delle assenze dal lavoro, con conseguenze anche sul piano dei costi sociali. FATTORI DI RISCHIO… Fattori di rischio: FISICI CHIMICI BIOLOGICI • fisici: temperatura (deve rimanere tra 20 °C- 26 °C); umidità relativa (non deve superare il 70%); ventilazione (deve garantire un efficiente ricambio d’aria); luce artificiale; rumore e vibrazioni; ioni; particelle e fibre; • chimici: fumo di tabacco ambientale; formaldeide; composti organici volatili; biocidi; altre sostanze gassose (CO2, CO, NO2, SO2); pesticidi, prodotti per la pulizia,odori; collanti usati per il fissaggio di carte da parati; • biologici: microrganismi patogeni: batteri, muffe, pollini, virus possono facilmente proliferare nei condotti degli impianti di climatizzazione e ventilazione ed in ambienti con alte percentuali di umidità. DEFINIZIONE DELL’OMS L’OMS definisce la “sindrome dell’edificio malato” (Sick Building Sindrome- SBS) come una reazione al microclima (clima indoor) che colpisce la maggior parte degli occupanti, e che non può essere collegata con una causa evidente, quale un’eccessiva esposizione a un singolo agente o un difetto del sistema di ventilazione. GLI INQUINANTI CHIMICI Negli ultimi quindici di anni, gli studi sono stati particolarmente orientati verso i possibili effetti cancerogeni di alcuni inquinanti chimici ed al rischio correlato alla presenza negli ambienti interni di inquinanti con dimostrata evidenza di cancerogenicità. I principali agenti cancerogeni che possono essere presenti negli ambienti interni sono: • fumo di sigaretta (attivo e passivo); • radon; • amianto; • composti organici volatili (formaldeide, benzene e composti presenti nel fumo di tabacco). I possibili inquinanti degli ambienti interni possono essere di tipo: • irritante: polveri, NO2, formaldeide, ecc.; • tossico: CO, nicotina, metalli pesanti, ecc. ; • sensibilizzante: pollini, fibre sintetiche, ecc.; • cancerogeno o sospetto tale: amianto, radon, formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici. o personali (allergie ed asma, sesso femminile); o psico-sociali (stress ed insoddisfazione al lavoro); o componenti dell’ambiente lavorativo (presenza di tappeti,moquette, rivestimenti, mobili, fotocopiatrici,uso di videoterminali, illuminazione, rumore, comfort, impianti di condizionamento dell’aria). QUALI SONO I RIMEDI… Dalle varie ricerche, si dedusse che i rimedi alla “Sindrome da Edificio Malato” sono soprattutto di carattere preventivo: • pulizia e controllo programmato dei sistemi di ventilazione; • visite mediche periodiche mirate ai lavoratori sulla base delle normative vigenti e/o da definirsi; • verifica della qualità dell’aria e dell’entità dei fattori di rischio ambientale, sia chimici che biologici • diluizione con aria esterna; • questionari proposti ai lavoratori per rimuovere all’origine i rischi che alterano la salute dei lavoratori VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali non fotometrici Fattori di rischio fisici Va chiarito, preliminarmente, che tutti gli studi e le indagini epidemiologiche sinora svolti portano ad escludere, per i videoterminali, rischi specifici derivanti da radiazioni, ionizzanti e non ionizzanti, sia a carico dell'operatore sia della prole. In particolare, nei posti di lavoro con videoterminale le radiazioni ionizzanti si mantengono a livelli rilevabili nei comuni ambienti di vita e di lavoro. Per quanto si riferisce ai campi elettromagnetici, la presenza della marcatura CE sul videoterminale comporta che tali campi siano mantenuti al di sotto dei limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni ambienti di vita ove sono utilizzate apparecchiature elettriche e televisive. Nelle lavoratrici gestanti sono presenti variazioni posturali legate alla gravidanza che potrebbe favorire l'insorgenza di disturbi dorso-lombari atti a giustificare la modifica temporanea delle condizioni o dell'orario di lavoro, ai sensi del D.Lgs 151/2001, concernente il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali non fotometrici Fattori di rischio fisici Indicazioni sugli ambienti. In sede di predisposizione degli ambienti di lavoro ove ubicare postazioni munite di videoterminale occorre prevedere: a) per quanto riguarda il rumore, la eliminazione di eventuali problemi di rumore determinati in fase di stampa dalle stampanti ad impatto procedendo alla loro segregazione o insonorizzazione; Per i lavori di ufficio nei quali sia richiesta una elevata concentrazione, viene consigliato un limite superiore di non oltre 55 ÷ 60 dB(A). b) per quanto riguarda il microclima, il lavoro a AIDV non richiede il rispetto di parametri diversi da quelli normalmente assunti per il comune lavoro d'ufficio. •E' necessario che nella postazione di lavoro la velocità dell'aria sia molto ridotta, evitando la presenza di correnti d'aria provenienti da porte, finestre, bocchette di condizionamento, ventilatori, apparecchiature poste in vicinanza ecc. •E' importante che l'aria non sia troppo secca per evitare possibili irritazioni degli occhi. •Altrettanta precauzione andrà posta per evitare fonti di calore radiante poste nelle immediate vicinanze della postazione, quali impianti di riscaldamento ma anche finestre che possano essere colpite da irraggiamento solare diretto ecc. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2° l. Fattori ambientali non fotometrici Fattori di rischio fisici Microclima La valutazione degli ambienti moderati Gli indici di benessere di Fanger: PMV (valore medio di comfort soggettivo) PPD (previsione della percentuale di insoddisfatti) La valutazione degli ambienti caldi Gli indici di stress termico: WBGT (indice di temperatura a bulbo umido globotermometro) WGT (temperatura di equilibrio del globotermometro umido) La temperatura dell’ambiente essere compresa tra: 20-24°C in inverno 23-26°C in estate deve L’umidità relativa presenta un campo di accettabilità compreso tra il 40 e il 60%. La velocità dell’aria non dovrebbe essere superiore a 0.1 m/s (si possono tollerare fino a 0.2 m/s). Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale VALUTAZIONE DEL RISCHIO Obblighi del Datore di lavoro - Adottare appropriate misure per ovviare ai rischi riscontrati (art. 174) - Organizzare le mansioni e i compiti lavorativi comportanti uso di VDT al fine di evitare condizioni di ripetitività e monotonia delle operazioni (art. 15, c., lett. D) - Programmare le interruzioni dell’attività lavorativa quando è di almeno 4 ore consecutive (art. 175): pause o cambiamenti PAUSE ATTIVE: il videoterminalista svolge attività che non richiedono impegno visivo ravvicinato, movimenti ripetitivi degli arti superiori e postura uguale a quella assunta durante il lavoro al VDT CAMBIAMENTI DI ATTIVITA’: consigliati per lavori che richiedono grande attenzione e concentrazione o per lavori più ripetitivi e monotoni - Attivare la sorveglianza sanitaria (art. 176, c.3) - Informazione e formazione (art. 177): a) Misure per ovviare ai rischi riscontrati b) Modalità di svolgimento dell’attività c) Protezione degli occhi e della vista Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 176 T.U.) Per i lavoratori ad AIDV, modello particolare di sorveglianza sanitaria , che si discosta da quello classico della Medicina del Lavoro A parte i rari effetti sull’arto superiore, non “malattie” da uso di AIDV, quindi: non tanto ricerca di “effetti precoci”, ma •accertamento del comfort e dell’idoneità al lavoro •strumento integrativo alla valutazione del rischio Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 176 T.U.) Ai sensi della legislazione vigente, per “tutti i lavoratori che usano attrezzature munite di videoterminali in modo sistematico e abituale, per 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’art. 175 T.U. • Visita preventiva, destinata a evidenziare eventuali malformazioni strutturali, comprende un esame degli occhi e della vista da parte del MLC • Visita periodica di norma quinquennale, biennale per i lavoratori idonei con prescrizioni o che abbiano compiuto il 50° anno di età, più ravvicinata in casi particolari a discrezione del MLC • Visita a richiesta del lavoratore Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale GIUDIZIO DI IDONEITÀ Aspetti oculo-visivi Art. 176 T.U.: •Idonei •Idonei con prescrizioni •Non idonei L’idoneità al lavoro è sempre da valutare sulla base di: • Caratteristiche del lavoratore • Caratteristiche ambientali e del lavoro svolto Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale GIUDIZIO DI IDONEITÀ Aspetti oculo-visivi TIPO DI IDONEITÀ (aspetti visivi) A idoneo senza prescrizioni B idoneo con prescrizione di controllo del MLC con frequenza ravvicinata (Eventuale esecuzione di accertamenti specialistici oftalmologici a giudizio del MLC) C idoneo con prescrizione a limitazione temporale dell’utilizzo di AIDV D temporaneamente non idoneo E non idoneo (salvo ausili software/hardware particolari e definizione esatta della discriminazione visiva richiesta dalla mansione) Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale • NON È MODIFICATO l’Art. 54 (svolgimento quotidiano del lavoro) che sancisce il diritto del lavoratore, qualora svolga la sua attività per almeno quattro ore, ad una interruzione della sua attività mediante pause o cambiamento di attività o di 15’ ogni 120’ di applicazione continuata al VDT. – Tale ragione di interruzioni, funzionale alla prevenzione dell’apparato visivo, trova applicazione non più nella totalità dei casi di cui al Titolo VI, ma nelle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa quotidiana preveda almeno quatto ore consecutive al VDT ASPETTI LEGISLATIVI E MEDICO LEGALI Notifiche di legge Come in occasione di ogni altra attività, il MLC, ove riscontri l’esistenza di una patologia attribuibile ai fattori di rischio professionali monitorati, dovrà procedere alle notifiche di legge, consistenti in: - primo certificato INAIL - denuncia alla ASL competente - referto all’Autorità Giudiziaria Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO art.174 Informazione e formazione dei lavoratori: • misure applicabili al posto di lavoro • modalità svolgimento attività • protezione occhi e vista Elaborazione del documento di valutazione dei rischi: • valutazione del rischio • misure di prevenzione adottate • programma di miglioramento dei posti di lavoro ANALISI DEL POSTO DI LAVORO • Rischi per la vista e per gli occhi • Problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico e mentale • Condizioni ergonomiche e di igiene ambientale REQUISITI MINIMI ALLEGATO XXXIV 1. ATTREZZATURE • Schermo • Tastiera • Piano di lavoro • Sedile di lavoro • Computer portatile 2. AMBIENTE • Spazio • Illuminazione • Rumore • Radiazioni • Parametri microclimatici 3. INTERFACCIA ELABORATORE/UOMO MONITOR • Fonti luminose esterne ed interne né di fronte , né alle spalle dell'operatore • Schermo davanti a sé per evitare torsioni di collo e schiena • Distanza dagli occhi la maggiore possibile purché i caratteri si leggano chiaramente (50-70 cm) MONITOR • Bordo superiore del monitor un po’ più in basso degli occhi • Variare l'inclinazione secondo le esigenze • Eventuale portadocumenti alla stessa distanza ed angolazione • Il monitor non deve poggiare necessariamente sul computer, preferibile un supporto solido orientabile nello spazio • Regolare contrasto, luminosità e dimensioni dei caratteri • Chi usa lenti bifocali cerchi di posizionare il monitor più in basso per evitare tensioni del collo TASTIERA E MOUSE • Tastiera davanti allo schermo • Tastiera regolabile al fine di mantenere i polsi in linea con gli avambracci • Mouse il più possibile vicino al corpo • Tastiera e mouse posti in modo da poter appoggiare gli avambracci sul piano di lavoro PIANO DI LAVORO • Dotato di superficie ampia per disporre i materiali necessari (video, tastiera, mouse, ecc.) e per consentire l’appoggio degli avambracci • Sufficientemente profondo da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo • Di colore chiaro (possibilmente non bianco), non riflettente • Dotato di spazio idoneo per l’alloggiamento degli arti inferiori SEDILE • Spostabile in modo da poter essere tenuto vicino al tavolo, girevole, antiribaltamento • Altezza regolabile in modo che i polsi siano in linea con gli avambracci e non piegati né verso l'alto, né verso il basso • Schienale che sorregga bene la curva lombare • Piedi ben poggiati a terra o, solo se necessario, su poggiapiedi ampio MISURE PER LA SCELTA DELLE POLTRONE Altezza lavoratore (cm) Altezza seduta da terra (cm) 150 - 155 41 160 - 165 43 170 - 175 46 180 - 185 49 190 - 200 54 AMBIENTE • Rumore: segregazione o insonorizzazione di stampanti o altre attrezzature rumorose • Microclima: ridurre velocità di circolo dell’aria (evitare correnti) e mantenere un’umidità soddisfacente • Calore: evitare fonti di calore radiante in vicinanza della postazione di lavoro (apparecchiature, ma anche finestre) ILLUMINAZIONE • Schermare le finestre con tende • Se necessario, schermare le luci artificiali o ridurne l'intensità (devono essere al di fuori del campo visivo dell’operatore) • Inclinare il monitor per ridurre i riflessi (corretto orientamento rispetto alle finestre) • Ridurre la luminosità generale per eliminare i contrasti luminosi eccessivi • Eventualmente usare una lampada da tavolo Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08) Piano di lavoro • Avere una superficie sufficientemente ampia per disporre i materiali necessari e le attrezzature (video e tastiera ecc.) nonché consentire un appoggio per gli avambracci dell’operatore, nel corso della digitazione; • Avere una profondità tale da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo, tenendo presente che schermi di grandi dimensioni richiedono tavoli di maggiore profondità; • Avere il colore della superficie chiaro, possibilmente diverso dal bianco ed in ogni caso non riflettente; • Essere stabile e di altezza, fissa o regolabile, indicativamente fra 70 e 80 cm; • Avere uno spazio idoneo per il corretto alloggiamento ed il movimento degli arti inferiori e per inserire il sedile. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08) Sedile • Essere di tipo girevole, saldo contro lo slittamento e rovesciamento, dotato di basamento stabile a 5 punti di appoggio; • Disporre del piano e dello schienale regolabili in modo indipendente così da assicurare un buon appoggio dei piedi ed il sostegno della zona lombare; • Avere i bordi del piano smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile al vapore acqueo e pulibile; • Essere facilmente spostabile anche in rapporto al pavimento; • Qualora fosse necessario, essere dotato di un poggiapiedi separato, per far assumere una postura adeguata agli arti inferiori dell’operatore Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08) Schermo • Essere orientabile ed inclinabile in modo da potersi adeguare alle esigenze dell’utilizzatore; • Avere un immagine stabile, esente da sfarfallamento o da altre forme di instabilità; • Garantire una buona definizione dei caratteri, una regolazione del contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08) Tastiera e mouse • Tastiera inclinabile, dissociata dallo schermo e posizionata davanti allo stesso con uno spazio sufficiente per consentire l’appoggio delle mani e degli avambracci dell’utilizzatore; • Avere una superficie opaca onde evitare i riflessi; • Avere i simboli dei tasti sufficientemente contrastati ed essere leggibili dalla normale posizione di lavoro; • Il mouse o altri dispositivi similari di uso frequente devono essere posti sullo stesso piano della tastiera e facilmente raggiungibili; • Il supporto per i documenti se presente deve essere stabile ad inclinazione regolabile secondo le esigenze dell’operatore e collocato in modo da ridurre il più possibile i movimenti della testa e degli occhi. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08) Ambiente di lavoro • Garantire un’illuminazione sufficiente ed un contrasto appropriato tra schermo e ambiente, tenendo conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell’utilizzatore; • Evitare abbagliamenti dell’operatore e i riflessi sullo schermo o su altre attrezzature, strutturando l’arredamento del locale e del posto di lavoro in funzione dell’ubicazione delle fonti di luce; • Illuminamenti di moderata intensità e con fonti luminose poste al di fuori del campo visivo che non si differenzino in misura rilevante da quella degli oggetti e delle superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da evitare contrasti eccessivi; • Corretto illuminamento ambientale realizzato possibilmente con luce naturale filtrata regolabile; • L’illuminazione artificiale deve essere realizzata con lampade provviste di schermi ed esenti da sfarfallio Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08) Ambiente di lavoro - - - - Posizionamento corretto della postazione di lavoro in relazione alle finestre presenti ponendo gli schermi a 90° rispetto ad esse e distanti almeno un metro rispetto ad esse, che a loro volta devono essere schermate; Eliminare eventuali problemi di rumore determinati in fase di stampa procedendo alla segregazione delle stampanti o alla loro insonorizzazione al fine di non perturbare l’attenzione e la comunicazione verbale; Ridurre la velocità dell’aria, evitando la presenza di correnti d’aria provenienti da porte, finestre, bocchette di condizionamento e ventilazione; Evitare fonti di calore radiante poste nelle immediate vicinanze della postazione quali impianti di riscaldamento, ma anche finestre che possano essere colpite da irraggiamento diretto. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale Prescrizioni minime (all. XXXIV D.Lgs. 81/08) Rapporto elaboratore/Uomo L’elaboratore deve adattarsi all’uomo e non viceversa: - Adeguare il software alla mansione da svolgere; - Scegliere un software di facile uso e adattabile al livello di conoscenza e di esperienza dell’utilizzatore; - Fornire informazioni necessarie all’uso in una forma e con un ritmo adeguato agli operatori L’operatore dovrà: - Seguire le indicazioni e la formazione ricevuti; - Utilizzare il software per il quale ha ricevuto l’informazione necessaria; - Disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità; - Rispettare la corretta distribuzione delle pause che hanno anche la funzione di evitare il sovraccarico mentale. Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale COSIDERAZIONI SULLE POSTURE FISSE PROLUNGATE ESEMPI DI SEDIE ERGONOMICAMENTE CORRETTE COSIDERAZIONI SULLE POSTURE FISSE PROLUNGATE TALI SEDIE CONSENTONO: 1. Il basculamento anteriore con possibilità di mantenimento della stessa inclinazione fra tronco, arti inferiori e ginocchia INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEGLI OCCHI • Socchiudere le palpebre per 1 o 2 minuti in modo da escludere l’impatto con la luce • Seguire con lo sguardo il soffitto • Guardare oggetti lontani cercando di distinguere i particolari • Effettuare pause di alcuni minuti ogni ora (cambio sostanziale di attività, senza impegno della vista) ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEGLI OCCHI • Ogni mezz’ora fare ciclo di ammiccamento per una decina di volte • Nelle pause abbassare le palpebre, ruotare i bulbi oculari lentamente in senso orario e antiorario alcune volte • Abituarsi a percepire gli oggetti laterali al monitor senza distogliere gli occhi dallo schermo • Chi porta lenti a contatto deve rinfrescare gli occhi nelle pause ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEL COLLO • Intrecciare le dita sulla testa e tirare lentamente il capo in basso. Restare così per 10 secondi e ripetere per 10 volte • Ritrarre il mento e tornare in posizione normale; spingere il mento in avanti e tornare in posizione normale. Ripetere 10 volte ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEGLI AVAMBRACCI Mettere le mani come in figura e mantenere la posizione per 20–30 secondi. Ripetere 5 volte. ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DELLE SPALLE In posizione seduta portare una mano tra le scapole tenendo il gomito bene in alto. Per aumentare lo stiramento aumentare progressivamente l’estensione del capo. Mantenere la posizione per 20 secondi. Ripetere alternando per 5 volte. ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DELLA SCHIENA Seduti su una sedia, schiena ben dritta, piedi appoggiati a terra, gambe leggermente allargate. Abbandonare le braccia tra le gambe, lasciarsi cadere in avanti, a partire dalla testa, sino a toccare terra con il dorso delle mani. Restare qualche istante, poi tirarsi su. Ripetere 5 volte. INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE Esposizione professionale a strumenti muniti di videoterminale