PROVINCIA DI VERONA
Progetto:
Biodiversità e
sviluppo sostenibile
in collaborazione con:
Fundacion Otonga
BIODIVERSITA’ E SVILUPPO SOSTENIBILE
- La grande sfida
- Segnali di stress: clima, acqua, agrosistemi, biodiversità
- Ecologia ed economia un rapporto impossibile?
- Indicatori di sostenibilità
- Per uno sviluppo sostenibile
LA
GRANDE
SFIDA
Come vivere sul pianeta con
un numero crescente di
uomini, in maniera dignitosa
ed equa per tutti, senza
distruggere irrimediabilmente
i sistemi naturali, da cui
traiamo le risorse, e senza
oltrepassare la loro capacità
portante.
Popolazione (milioni ind.)
7000
1999
6000
1987
5000
1974
4000
1960
3000
1927
2000
1804
1000
0
0
500
1000
1500
2000
Anni
Sviluppo della popolazione umana negli ultimi 2000 anni.
(United Nations, 2001 – World Population Prospects: The 2000 Revision.)
Popolazione (m iliardi ind.)
12
10
8
6
4
2
0
1950
1970
1990
2010
2030
2050
Anni
Le proiezioni delle Nazioni Unite sulla crescita della popolazione
mondiale dal 2000 al 2050 (livello intermedio 9,2 mld più probabile).
400000
300000
200000
100000
Calorie/uomo/giorno
500000
0
1
2
3
4
5
uomo
cacciatore
raccoglitore
uomo
agricoltore
primitivo
uomo
agricoltore
progredito
uomo
industriale
uomo
tecnologico
FASI EVOLUTIVE SOCIALI DELL'UOMO
Consumo medio giornaliero di calorie nelle varie fasi evolutive della
specie umana.
Secondo i dati del
Living Planet Report 2000
(Center for Sustainability Studies,
Wcmc-Unep) l’umanità alla metà
degli anni ’70 ha sorpassato il
punto in cui viveva entro i limiti
della capacità rigenerativa
globale del pianeta.
Ghiacciaio Baksan - Caucaso centrale
Segnali di stress: il clima
- Aumento della concentrazione CO2 (effetto serra)
- Prosciugamento di fiumi e laghi
- Scioglimento delle calotte
polari e dei ghiacciai
- Aumento del livello dei mari
I dati dei glaciologi parlano di
un ritiro dei ghiacci pressoché
generalizzato in:
- Artide
- Antartide
- Groenlandia
- Alpi
- Caucaso
- Himalaya
- Kilimanjaro
- Ande
Acqua, risorsa strategica
16
15,1
14
mld di tonnellate
12
10
8
6,3
6
4
2
1,6
0
1880
1900
1920
1960
1940
1980
2000
2020
anni
Emissioni mondiali annue di CO2 da impiego di combustibili fossili
dal 1900 al 2005.
(Fonte: Geophysical Research Letters, 2008)
400
386 ppm
350
300
ppm
250
200
1760
1800
1840
1880
1920
1960
2000
2040
Concentrazione di CO2 nell’atmosfera dal 1760 al 2007.
(Worldwatch Institute)
NATIONAL DESK | August 19, 2000, Saturday
Ages-Old Icecap at North Pole Is Now
Liquid, Scientists Find
JOHN NOBLE WILFORD (NYT) 849 words
Mile-wide hole opens in the ice that covers
Arctic Ocean at North Pole; the last time scientists can
be certain the pole was awash in water was more than
50 million years ago; scientists and policy makers still
argue about whether this is a natural fluctuation or an
effect of industrial society's releasing heat-trapping
gases into atmosphere.
ABSTRACT -
Polo Nord
14,6
14,43
Temperatura
media della
superficie
terrestre dal
1900 al 2000.
tem peratura ( °C )
14,4
14,2
14
13,99
13,8
13,6
1880
1900
(Fonte: J. Hansen, “Global Temperature Anomalies”)
1920
1940
1960
1980
2000
2020
Variazioni della temperatura media annuale
riferita al periodo 1950-1999.
Fonte: Global Historical Climate Network
National Oceanic and Atmospheric Administration - EPA
PERTURBAZIONI CATASTROFICHE
Negli ultimi 40 anni le perturbazioni
catastrofiche sono diventate più numerose e
più distruttive. In pochi anni sono raddoppiate
le perturbazioni invernali nell’emisfero
settentrionale e la loro intensità è aumentata
notevolmente.
Di conseguenza sono in rapido aumento le
perdite economiche causate da questi
fenomeni distruttivi.
600
(Danni economici da catastrofi naturali negli USA)
Milioni di $
500
400
300
200
100
0
’60
’70
’80
‘90
Garganta del Diablo - Iguazu (Brasile)
Segnali di stress: l’acqua
- Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
- Prelievi dai fiumi superiori al
deflusso minimo accettabile
- Abbassamento delle falde acquifere
- Consumi d’acqua superiori alla capacità di ricarica delle sorgenti
Perché l’acqua è un composto così speciale?
- è un ottimo solvente naturale
- è un reagente di molte reazioni chimiche
- è un composto che ionizza
- ha un elevato calore specifico
- ha un elevato calore latente di vaporizzazione
- ha un elevato calore latente di fusione
- allo stato solido ha una densità minore
e un volume maggiore
Distribuzione dell’acqua
sulla Terra
I consumi d’acqua nel mondo
Cucina e usi
potabili
9%
Lavatrice
22%
Pulizia
personale
36%
Ripartizione dei consumi idrici
domestici nei paesi industrializzati
Usi domestici
10%
Industria
20%
Agricoltura
70%
Servizi igienici
33%
Disponibilità idrica annua pro
capite in passato e in prospettiva.
INNALZAMENTO DEL
LIVELLO DEL MARE
Nel corso del XX secolo
abbiamo assistito ad un
innalzamento del livello medio
del mare di circa 10 cm.
L’innalzamento del livello del mare,
oltre a provocare infiltrazioni di acqua
marina nelle falde acquifere costiere,
potrebbe provocare milioni di “rifugiati
climatici”, soprattutto in Bangladesh,
Cina e Filippine.
Aree costiere del Bangladesh che
verrebbero sommerse da diversi
aumenti del livello del mare.
(Brown L., 2001- Eco-economy)
PROSCIUGAMENTO DI FIUMI E LAGHI
Si prevede che nei prossimi 20
anni molti paesi nel mondo, a
causa dell’aumento demografico,
dei cambiamenti climatici e di un
uso irrazionale delle risorse
idriche, andranno incontro ad una
vera e propria “povertà idrica”,
dalla quale sarà difficile uscire.
(R. Engelman, 2000 - Population and Natural
Resources at the Turn of the Millenium)
Il lago Aral:
una catastrofe ambientale
L’Amu Darya, prosciugato dai prelievi
per l’irrigazione delle piantagioni di
cotone di Uzbekistan e Turkmenistan,
spesso non raggiunge l’Aral; anche il
Syr Darya ha una portata assai ridotta
rispetto al passato.
Dal 1960 al 1990 il livello è sceso di
circa 12 m, la superficie si è ridotta
del 40% e il volume del 66%.
(Brown L., 2001- Eco-economy)
1973
Il lago Aral da satellite
2004
Minimum Acceptable Flow (M.A.F.): un metodo per l’utilizzo
razionale delle acque correnti superficiali e sotterranee.
Il MAF è una procedura basata su
complesse indagini ecologiche e
idrologiche che permettono di definire la
portata minima che deve essere garantita
ad un corso d’acqua per non intaccare in
modo irreversibile l’ecosistema fluviale.
Alcuni fiumi in grave crisi nel mondo:
- Colorado
- Fiume Giallo
- Nilo
- Giordano
- Gange
- Mekong
Che fare?
- ridurre gli sprechi razionalizzando i consumi
- migliorare le reti di distribuzione
- limitare la crescita demografica
Mattoral - Mendoza (Argentina)
Segnali di stress: ecosistemi e agrosistemi
- Declino delle risorse ittiche
- Riduzione delle foreste
- Erosione dei suoli
- Degrado dei pascoli
Segnali di stress: biodiversità
- A tutt’oggi sono state descritte dai naturalisti circa 2 milioni di specie
- Ogni anno i naturalisti descrivono 15.000 specie nuove
- Si stima che le specie sul nostro pianeta siano almeno 10 milioni
- Le foreste pluviali ospitano i tre quarti delle specie animali e vegetali del pianeta
- Le foreste pluviali coprono la metà della superficie occupata in tempi preistorici
- Ogni anno 100.000 kmq di foresta pluviale tropicale vengono distrutti
Raphus cucullatus † 1680
“… la riduzione dell’area delle foreste
pluviali tropicali al tasso attuale
implica l’estinzione annuale di circa
lo 0,5 % delle specie della foresta.”
(Wilson E.O., 1993 - La diversità della vita)
Più del 90% delle foreste
dell’Ecuador occidentale
sono state distrutte nel
corso degli ultimi 50 anni.
Si stima che tale perdita
abbia condannato
all’estinzione metà delle
specie vegetali e animali
presenti in origine nella
regione.
Nel mondo vengono
sottoposte ad assalti
simili molte altre aree
ricche di biodiversità.
Ecologia ed economia: un rapporto impossibile?
Dall’ecologia sappiamo che i
servizi forniti dagli ecosistemi
sono spesso più preziosi dei
beni prodotti, anche se il valore
dei servizi non viene quasi mai
considerato dagli economisti.
L’economia classica propone modelli
lineari, che esigono incrementi
continui e una crescita illimitata. La
crescita è assimilata allo sviluppo.
Negli ultimi 50 anni l’economia
globale è cresciuta 7 volte, forzando
gli ecosistemi oltre i limiti sostenibili.
(FAOstat Statistic Database - 2001).
Gli ecosistemi basano il loro
funzionamento su modelli
ciclici, che permettono il
perpetuarsi dei fenomeni e il
persistere di condizioni di
equilibrio.
40.000
Miliardi di $
Il mercato offre servizi e prodotti
sottocosto poiché non include i
loro costi ambientali, che sono
considerati come esternalità.
30.000
20.000
10.000
0
1950
1960
1970
1980
1990
2000
… per uno sviluppo sostenibile
Platone (428-347 a. C.) per primo intravide
la necessità di trovare un equilibrio tra
pressione antropica e territorio.
Nel V° volume delle Leggi egli affermò che:
- il numero massimo ottimale di cittadini non può
essere calcolato senza prendere in considerazione il
territorio e gli stati confinanti;
- l’estensione del territorio deve essere sufficiente a
consentire a un dato numero di persone un
confortevole tenore di vita.
PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
“Uno sviluppo sostenibile è quello che soddisfa
le nostre necessità senza mettere in pericolo le
prospettive delle generazioni future di
soddisfare le loro necessità …”
(World Commission on Environment and Development, 1987 - Our Common Future)
Uno sviluppo sostenibile deve comunque garantire:
- Integrità degli ecosistemi
- Efficienza dell’economia (sostituire alla produttività il principio di efficienza)
- Equità (diritto di fruizione dell’ecosistema anche per le future generazioni)
L’ECO-ECONOMIA
Hermann Daly ha posto le basi di una nuova disciplina: la
“economia ecologica” o eco-economia.
In sostanza il problema si è rovesciato.
“In passato, ci siamo preoccupati degli impatti che la
crescita economica aveva sull’ambiente; oggi siamo
costretti a preoccuparci degli impatti delle tensioni
ecologiche (degrado dei suoli, regimi idrici, atmosfera
e foreste) sulle nostre prospettive economiche.”
(Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo, 1987)
In altre parole il problema non è più solo ambientale,
è anche economico.
… il problema della crescita…
“… la crescita economica è l’obiettivo più
universalmente accettato al mondo.
Tutti vogliono la crescita e si sforzano di renderla
massima.
Il sistema che cresce al tasso più alto è considerato
il migliore.”
“… sulla crescita si fonda la potenza delle nazioni,
in alternativa alla ridistribuzione delle risorse per
combattere la povertà …”
(Daly H., 1981 - Lo stato stazionario)
Secondo Daly, bisogna distinguere:
crescita (incremento quantitativo per assimilazione o
accumulo di materiali)
da sviluppo (miglioramento qualitativo, realizzazione di
potenzialità).
Per Daly lo SVILUPPO SOSTENIBILE è semplicemente
“SVILUPPO SENZA CRESCITA”
“Il cammino del progresso futuro è lo sviluppo, non la crescita.”
(H. Daly, 2001 - Oltre la crescita)
Un paese, in particolare, la DANIMARCA, è considerato
leader nell’eco-economia. Negli ultimi anni:
- ha stabilizzato la popolazione
- ha proibito la costruzione di centrali a carbone
- ha proibito l’utilizzo di contenitori per le bevande non riutilizzabili
- ha sviluppato le tecnologie per lo sfruttamento dell’energia eolica
- ha ristrutturato il proprio sistema di trasporto urbano
(Brown L., 2002 - Eco-economy)
Per uno sviluppo sostenibile
Quali potrebbero essere le tappe verso uno sviluppo sostenibile?
Tra i settori chiave dell’economia i cambiamenti più radicali dovrebbero
interessare i campi dell’energia, dei materiali e della produzione alimentare.
ENERGIA
Alle energie rinnovabili
Dai combustibili fossili
(energia eolica, solare, geotermica,
idrogeno)
(petrolio, carbone, gas naturale)
MATERIALI
Dal modello di consumo lineare
Al modello di consumo circolare
(da miniere e foreste alle discariche)
(industrie del riutilizzo-riciclaggio)
PRODUZIONE ALIMENTARE
Da un uso irrazionale delle
risorse e dei prodotti (acqua,
suolo, eccedenze)
Da un Mercato globalizzato
che tende a uniformare
processi e prodotti
Ad un uso razionale delle risorse
e allo sviluppo delle potenzialità
produttive di ciascuna area
A un Mercato che valorizza
diversità e tipicità di processi
e prodotti
CHE FARE?
Natura docet,
… un approccio ecosistemico al problema
ECOSISTEMA (definizione classica)
“l’insieme degli organismi viventi e dei fattori
chimico-fisici di un ambiente che interagiscono tra
loro formando un sistema in equilibrio”
ECOSISTEMA (definizione di Ellemberg, 1973)
“una struttura completa di esseri viventi in relazione
tra loro e con il loro ambiente inorganico, aperta e
capace di autoregolamentarsi”
FLUSSI DI ENERGIA E MATERIA IN UN ECOSISTEMA
Energia termica
Energia luminosa
Fotosintesi
Flusso
dell’energia
Energia chimica
ECOSISTEMA
Flusso della
materia
H2O, CO2, sali
minerali, …
MATERIA
SOSTANZA
ORGANICA
Organismi
viventi
FLUSSI DI ENERGIA E MATERIA IN UN SISTEMA ANTROPIZZATO
Energia termica
Energia da
combustibili fossili
Turbine
Flusso
dell’energia
Energia elettrica
SISTEMA PRODUTTIVO
ATTUALE
Materie prime
Flusso della
materia
Inquinanti
CO2
NOx
SOx
Prodotti
…
Rifiuti
FLUSSI DI ENERGIA E MATERIA IN UN SISTEMA ECO-SOSTENIBILE
Energia termica
Energie rinnovabili
Turbine
Flusso
dell’energia
Energia elettrica
SISTEMA PRODUTTIVO
ECO-SOSTENIBILE
Prodotti
Flusso della
materia
MATERIA
Materiali
riciclati
Agenda 21 è un programma delle Nazioni Unite dedicato allo
sviluppo sostenibile: consiste in una pianificazione completa
delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e
locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e
dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha
impatti sull’ambiente.
La cifra 21 che fa da attributo alla parola Agenda si riferisce al
XXI secolo, in quanto temi prioritari di questo programma sono
le emergenze climatico-ambientali e socio-economiche che
l'inizio del terzo millennio pone inderogabilmente dinnanzi
all'intera Umanità.
Agenda 21 è quindi un piano d’azione per lo sviluppo
sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale
con il coinvolgimento più ampio possibile di tutti i portatori di
interesse che operano su un determinato territorio.
OBIETTIVI DELL’AGENDA 21
1° obiettivo: crescita economica e tutela
Si richiama il concetto di sviluppo sostenibile, l’unico possibile. “… è uno sviluppo
che risponde ai bisogni del presente al ritmo del rinnovamento delle risorse.”
2° obiettivo: riduzione dei consumi
Riequilibrio dei consumi tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo.
3° obiettivo: limitazione dell’urbanizzazione
L’urbanizzazione incontrollata, in condizioni di povertà estrema e di forte incremento
demografico, dà origine a gravi problemi di marginalizzazione sociale.
4° e 5° obiettivo: gestione delle risorse
Trattano di molteplici problemi ambientali: gestione delle risorse idriche, delle fonti
energetiche, della protezione degli ecosistemi marini, delle foreste, della lotta contro
la desertificazione, della conservazione della biodiversità, ecc.
6° obiettivo: agenti chimici tossici e rifiuti radioattivi
Problemi legati alla produzione e allo smaltimento di rifiuti altamente inquinanti.
7° obiettivo: responsabilità dell’uomo nei confronti del futuro del pianeta
Tratta della conservazione e valorizzazione delle tradizioni dei popoli, del ruolo
della istruzione, anche ai fini della riduzione della natalità.
… per una sostenibilità dello sviluppo
Lo sviluppo sostenibile …
1) … non si identifica nella crescita, anche se non la esclude;
2) … include l’ambiente nelle internalità del sistema economico;
3) … comporta sempre un miglioramento qualitativo;
4) … implica l’affermazione di valori che riguardano sia la
società, sia la natura;
5) … implica il diritto ad esprimere le proprie potenzialità,
riconosciuto a tutti i componenti della comunità umana;
6) … presuppone che sia garantita l’integrità dell’ecosistema.
(Vallega A., 1994 - Geopolitica e sviluppo sostenibile. Mursia. Milano)
INDICATORI DI SOSTENIBILITA’
Secondo M. Wackernagel e W. Rees è possibile
misurare il livello di sostenibilità di aree geografiche
attraverso un indice numerico definito IMPRONTA
ECOLOGICA (Ecological Footprint). Essa misura
l'area biologicamente produttiva di mare e di terra
necessaria per rigenerare le risorse consumate da
una popolazione umana e per assorbire i rifiuti
corrispondenti. Maggiore è l’impatto sull’ambiente
più elevata è l’impronta ecologica.
A questa viene associato un altro indicatore, la BIOCAPACITÀ, che
misura la produzione biologica di una dato territorio.
Impronta ecologica e biocapacità sono utilizzate congiuntamente e
vengono espresse in termini di ettari di spazio bioproduttivo medio
mondiale.
Secondo le analisi di Wackernagel e Rees ogni abitante della Terra
necessita in media di 2,3 ettari di superficie per produrre le risorse di
cui ha bisogno per vivere e assorbire i rifiuti prodotti.
Nazioni
Impronta Ecologica
Ha/persona
Disponibilità di Biocapacità
Ha/persona
Deficit ecologico
Ha/persona
STATI UNITI
9,6
5,5
-4,1
AUSTRALIA
9,4
12,9
+3,5
OLANDA
5,6
1,5
-4,1
FRANCIA
5,3
3,7
-1,6
GERMANIA
4,6
1,9
-2,8
ITALIA
4,2
1,5
-2,8
CINA
1,4
0,6
-0,8
INDIA
1,0
0,5
-0,5
ERITREA
0,8
4,5
+3,7
Per un approccio applicativo al problema …
Qual è l’impatto di ciascuno di noi sull’ambiente?
Quanta CO2 produce al giorno una persona? 35 Kg di CO2
Kg 35
Attraverso la
respirazione
circa 0,8 Kg
al giorno per
persona.
Attraverso tutte le altre attività quotidiane
ogni persona contribuisce a liberare in
atmosfera circa 34 kg di anidride carbonica!
La produzione
è di circa 35
kg al giorno
per ogni
pesona.
Consumi quotidiani. Qualche esempio…
L’aumento della CO2 in
atmosfera provoca un
fenomeno ben noto:
l’EFFETTO SERRA.
Ecco perché le emissioni in
atmosfera vengono spesso
definite GAS SERRA.
L'industria utilizza enormi
volumi di energia,
liberando nell'atmosfera
massicce quantità di CO2
Una soluzione?
Ridurre le emissioni e preservare
le foreste che funzionano come
eccezionali depuratori biologici.
ESISTONO AZIENDE CHE PAGANO IL DEBITO VERSO LA NATURA
La produzione implica il consumo di risorse e di ossigeno
prelevati dall'ambiente. Molte aziende hanno intrapreso la
strada di pagare il loro debito, ripristinando le materie
rinnovabili attraverso Progetti di riforestazione e protezione
delle foreste tropicali. Tali progetti hanno dimostrato come
sia possibile realizzare il difficile compromesso tra etica
ambientale e orientamento al profitto.
QUANTI ALBERI DOVREBBE
PIANTARE CIASCUNO DI
NOI PER TRASFORMARE
LA CO2 PRODOTTA IN UN
ANNO CON L'AGIRE
QUOTIDIANO?
PER MANTENERE QUESTO
EQUILIBRIO OGNI PERSONA
DOVREBBE PIANTUMARE CIRCA
UN ETTARIO DI BOSCO L'ANNO?
L’EQUIVALENTE IN SUPERFICIE
A DUE CAMPI DA CALCIO, CIOÉ
L’AREA OCCUPATA DA 500
ALBERI ADULTI.
MA PER RIDURRE NOTEVOLMENTE
QUESTO “DEBITO” POSSIAMO
ANCHE:
1. Ridurre i consumi e gli sprechi
2. Adottare comportamenti di
consumatori responsabili con
acquisti che orientino l'industria a
prodotti e processi ecocompatibili.
3. Promuovere su scala locale il
rimboschimento e la protezione
degli ambienti naturali rimasti.
4. Contribuire su scala globale alla
protezione delle foreste equatoriali.
La salvaguardia delle
foreste equatoriali
consente la fissazione
dei gas serra e, nello
stesso tempo, preserva
dall’estinzione gran
parte delle specie
viventi sul nostro
pianeta.
www.biodiversityassociation.org
Foresta Otonga - Ecuador
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biodiversit e sviluppo sostenibile