LE POLITICHE DI SVILUPPO DELLE FILIERE DI
PRODUZIONE DEL LEGNAME
Filippo Brun
Università degli Studi di Torino
Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria Forestale e Ambientale
[email protected]
TERZO CONGRESSO NAZIONALE DI SELVICOLTURA
Per il miglioramento e la conservazione dei boschi italiani
16-19 ottobre 2008 - Taormina
SESSIONE 8 - SELVICOLTURA, POLITICHE FORESTALI E AMBIENTALI
Inquadramento

Il settore foresta legno è un sistema complesso che
include attività e attori molto eterogenei.
Tradizionalmente:
◦
◦
◦

Gestione della risorsa bosco
Utilizzazioni forestali
Prima e seconda trasformazione
Possono però essere ricondotti al sistema :
◦
◦
◦
◦
◦
Intermediazioni commerciali
La pubblica amministrazione
Il vivaismo
I trasporti, le assicurazioni, il credito, la ricerca, la
formazione e i numerosi servizi alle imprese (e ai gestori
dove esistono)
Possiamo allargare ulteriormente a prodotti non legnosi, legnoenergia, industria delle macchine, ecc ecc.
2
Diverse caratteristiche dei settori coinvolti e delle
politiche …

L’attività economica che ruota intorno alla gestione delle
foreste dipende largamente dall’intervento pubblico
◦ Non per il regime di proprietà dei suoli forestali (2/3 privati, ¼ Comuni e 9%
Stato, Regioni o altri enti pubblici)
◦ Non per le caratteristiche del mercato che è libero
◦ Ma per i condizionamenti prodotti dall’insieme dei vincoli imposti
storicamente
Nessun significativo intervento gestionale da parte dei proprietari forestali può
essere eseguito senza un’autorizzazione

Il motivo è noto ed è legato alla natura pubblica dei servizi
prodotti, prevalentemente in un territorio fragile
chi si occupa di bosco non può prescindere dall’interessarsi anche di
montagna (e delle componenti ambientali)

Le politiche per la gestione delle foreste sono essenzialmente
politiche pubbliche
3
… rendono difficili le politiche di filiera

Per contro è evidente come l’intervento pubblico
rivolto ai settori a valle della gestione forestale sia
stato ed è tuttora molto meno incisivo anche
perché prevale l’ottica privatistica
con qualche significativa eccezione che vede le PPAA impegnate nella
gestione diretta di imprese, di servizi e nel controllo dell’offerta di
legname

Politiche industriali, territoriali, forestali e ambientali
non sono sufficientemente coordinate
basti ricordare che esistono molte competenze concorrenti fra regione
e Stato o che ottime iniziative regionali sono spesso sconosciute nelle
regioni limitrofe

Mancano cioè le logiche di integrazione intersettoriale
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e territoriale
Politiche di filiera?

La causa dell’assenza di “politiche di filiera” è però un’altra, di
natura strutturale
◦ Intanto il concetto di “filiera legno” è improprio perché una filiera è
identificata partendo dal prodotto finito e risalendo a monte alle attività
necessarie alla sua realizzazione, per arrivare al materiale di partenza

“Filiera” non è sinonimo di integrazione verticale
◦ Alcune branche dell’economia hanno “filiere integrate” quando gli agenti
economici delle diverse parti del “ciclo di vita” di un prodotto sono
coordinati fra loro da “contratti di filiera” o da rapporti di
interdipendenza (anche competitiva)

A differenza di quanto accade per le filiere del settore agroalimentare ciò non avviene nel settore forestale
5
Esaminando gli aspetti territoriali

Filiere obbligate
se alcuni (o tutti) gli attori in un certo territorio sono
costretti ad intrattenere rapporti economici con gli
attori a monte e/o a valle

Filiere preferenziali
se i rapporti fra i segmenti a monte e/o valle sono
preferiti, per motivi di convenienza, di buon vicinato,
d’abitudine, ma non necessari

Filiere libere
se il mercato non riconosce alcun motivo per preferire un
rapporto con gli altri segmenti presenti nello stesso
territorio
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Stante la definizione data, la “filiera
forestale” non c’è!
Non è un’entità economica dotata di una propria identità
 Non è un aggregato di parti che stanno assieme con una
“regia”

Non può quindi essere oggetto di una politica economica
per la promozione ed il sostegno
7
Molte politiche, poca integrazione

Esaminando le politiche passate e presenti che
condizionano il sistema forestale non stupisce che siano
così numerosi i provvedimenti relativi ad altri settori con
ricadute sul sistema forestale e così scarsi quelli specifici:





agricolo,
rurale,
ambientale,
montano,
dei trasporti,




del lavoro,
energetico,
turistico,
ecc. ecc.
8
Le filiere possibili del settore
forestale sono quindi “libere”


Rare eccezioni come nel caso del legname di risonanza
della valle di Fassa
Le filiere preferenziali, un tempo diffuse nel comparto della
lavorazione del legno, si vanno perdendo in relazione alla
maggior apertura dei mercati
Un sostegno alle imprese di prima lavorazione può comportare un
aumento del consumo di legname
…. di importazione.
Con trascurabili vantaggi per la gestione forestale nazionale
9
I maggiori problemi ….


Le difficoltà del settore primario non interessano
direttamente i settori a valle che trovano soluzioni
più convenienti nel mercato (arrivando al limite a
delocalizzare … )
L’offerta deve essere in grado di rispondente alle esigenze
quantitative, qualitative, di prezzo e regolarità della
domanda superando i propri vincoli:
Gestione inadeguata, dispersione, dimensioni, disomogeneità

Che coinvolgono anche le imprese di utilizzazione:
Stagionalità, professionalità, specializzazione

E la pubblica amministrazione:
Burocrazia, Sistema vincolistico, vetusto e poco efficiente
10
Il ruolo del settore pubblico

Va rivisto in un’ottica del tutto diversa da quella
sinora adottata “conservativa – top-down”:
◦ Gli sforzi vanno rivolti verso un maggior orientamento al
mercato del settore primario
◦ Promuovendo la valorizzazione economica della gestione
◦ Non ostacolando l’imprenditorialità forestale
◦ Valorizzando tutti i prodotti e servizi del bosco, legno compreso!
◦ Utilizzando tutti gli “strumenti” a disposizione (e non solo leggi e
vincoli in particolare)
Non basta una buona legge forestale regionale e neppure una buona legge
quadro per fare una buona politica forestale
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Processo di formazione delle politiche
pubbliche
ANALISI DEI PROBLEMI
E DELLA LORO EVOLUZIONE NEL TEMPO
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
E LORO STRUTTURA GERARCHICA
DEFINIZIONE DEI VINCOLI
SCELTA DELLE MISURE: GIURIDICHE, FINANZIARIE e TRIBUTARIE, DI
MERCATO, SOCIALI, TECNICHE
“Strumenti
della politica”
IMPLEMENTAZIONE DELLE MISURE
E MONITORAGGIO
VALUTAZIONE DEI RISULTATI
EFFICIENZA, EFFICACIA, EQUITA’, UTILITA’, EFFETTI INDESIDERATI
Tratto da Merlo-Paveri, 1997, e da Buttoud-Samyn, 1999, modificato.
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Strumenti delle politiche

Coattivi: Giuridici
◦ Norme, prescrizioni..

Volontari:
◦ Economico-Finanziari
◦ di Mercato

Complementari:
◦
◦
◦
◦
◦
Persuasione,
Informazione,
Formazione
Consulenza e Divulgaz.
Condizionalità
(Merlo et al., EFI, )
Convenzioni internazionali, limitazioni al diritto di
proprietà. Leggi e livelli inferiori es PMnPF, piani
di assestamento. programmi di sviluppo forestale
Norme diverse
Indennità
Compensazioni - Incentivi
fiscalità
Infrastrutture, ricerca e sviluppo
Tariffazione, sostegno ai prezzi,
Accordi di gestione, contratti
strumenti di privatizzazione dei beni pubblici forestali:
creazione di mercati
strumenti per incrementare l’efficienza dei mercati dei
prodotti forestali (tariffe, aste, ecc.)
certificazione forestale
prodotti congiunti all’ambiente (ecolabel, doc, servizi
turistici)
strumenti di aggregazione di efficienti unità di gestione
forestale
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Alcuni strumenti di valorizzazione
◦ Formazione, divulgazione, informazione e consulenza
(inventari e statistiche, osservatori)
◦ Accorpamento dell’offerta (associazionismo, consorzi, aste di
vendita, borsini del legno)
◦ Snellimento burocratico (pianificazione semplificata, procedure
autorizzative, procedure di vendita)
◦ Promozione di forme contrattuali:“contratti tipo”
 fra proprietà e pubblica amministrazione: contratti di territorio,
superamento della logica vincolistica (es. Francia);
 fra proprietà e gestore: contratti di gestione in conto terzi
(pioppo), di compartecipazione;
 fra offerta e trasformazione: contratti di fornitura, contratti di
vendita (legname allestito)
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L’importanza della dimensione
territoriale


Logiche di integrazione paiono più semplici ed efficaci a
livello locale
I meccanismi che premiano questo approccio sono
quelli tipici dei mercati di nicchia:
◦ Processi altamente flessibili
◦ Prossimità della domanda all’offerta
◦ Attenzione alla qualità

Anche i difetti tuttavia sono i medesimi ….
◦
◦
◦
◦
◦
Scarsi innovazione e investimenti
Difficoltà di accesso al credito
Scarso peso contrattuale
Diseconomie di scala
Redditività?
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Privilegiare il locale?

Legami e ricadute con il territorio e la gestione
forestale, grazie ad approvvigionamenti locali possono
“sussistere” nel caso delle micro – filiere:
◦ segherie con la propria squadra di utilizzazione lavorano il tondo
locale per poi impiegarlo direttamente in altre lavorazioni presso
la ditta o rivenderlo alle falegnamerie artigianali presenti sul
territorio
◦ micro filiere energetiche legate all’economia del ceduo
◦ (di meno) piccole centrali a cippato
◦ bio-ingegneria con paleria (castagno, pino …)
◦ …
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Alcune riflessioni finali
La valorizzazione del sistema “foresta –legno”
richiede in primis la soluzione dei nodi strutturali
di ciascun settore che lo compone
 I tentativi di “integrazione forzata” sono
improponibili mentre è auspicabile la definizione
di accordi contrattuali
 Per “far sistema” non sono tuttavia sufficienti né
il mercato da solo né le politiche scollegate
adottate sino ad oggi
 Sono al contrario necessarie strategie di
valorizzazione che coinvolgano sia il pubblico
che gli operatori privati

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