PAVEL FLORENSKIJ “Il Leonardo da Vinci russo” matematica e visione del mondo Paolo Florenskij, martire della Chiesa Ortodossa e maestro delle più svariate discipline, fu allo stesso tempo un genio matematico che divenne famoso nei campi dell'astronomia, della dell'ingegneria elettrica. fisica e Fu poeta di talento, musicista e storico dell'arte; linguista ed etimologo versato in greco, latino, nella maggior parte delle lingue europee e in quelle del Caucaso, dell'Iran e dell'India; così come un originale pensatore religioso e metafisico. Era una personalità talmente rara da non essere a tutt'oggi pienamente compresa. La matematica non è mai scomparsa dal suo punto d’osservazione. Anzi. È sempre stata per lui la maniera concreta con cui si manifesta la ragione e lo strumento attraverso il quale è possibile il recupero delle proprie radici spirituali. La riconosce insufficiente per capire la complessità dei fenomeni, ma essenziale intravederne la realtà, i limiti e … forse oltre. per LA VITA Nacque nel gennaio del 1882 in Azerbajdzan, dove il padre lavorava come ingegnere alla costruzione della linea ferroviaria transcaucasica. La sua famiglia, sette figli in tutto, lo riempì di affetto e di calore, ma non gli diede un’educazione religiosa. Passò la gioventù, fino a diciotto anni, in Georgia, dove frequentò il liceo e dove venne educato al ragionamento scientifico; completò la sua istruzione secondaria, dove divennero evidenti le sue notevoli abilità in matematica . Studiò matematica dal 1900 al 1904, a Mosca. Per elaborare una propria visione del mondo, voleva conoscere le tecniche matematiche, che spesso concepiva in modo opposto ai suoi contemporanei. Infatti era diffuso il pensiero secondo cui la matematica era autoreferenziale. una forma di riflessione Florenskij non amava quella matematica che riguarda il mondo fisico dall’esterno, si limita a dire delle verità su di esso e viene applicata con l’indifferenza di uno strumento, come se fosse possibile scindere ciò che si osserva dagli occhi di chi guarda. Per Florenskij, la matematica è anima di tutta la sua concezione ed è sempre al centro del suo pensiero. Egli ama la matematica che ha dentro di sé e che proietta sul mondo, per illuminarlo e dargli forma, che supera dal di dentro la sua frammentazione e diventa a sua volta parte ricostruzione dell’interpretazione concettuale e «percezione mistica del mondo». e unitaria, della sua in una Terminata la facoltà di matematica nel 1904, sorprende i suoi stessi maestri non accettando l’offerta di rimanere all’università e si iscrive all’Accademia Sergiev teologica. Posad, sede Si di trasferisce un a grandioso Monastero della Trinità, si dedica alle materie filosofiche, filologiche, di storia delle religioni approfondendo le radici della spiritualità e della tradizione teologica russa e diviene sacerdote. Di fronte alla Rivoluzione d’Ottobre dichiara di sentire come proprio dovere la necessità di conservare i fondamenti della cultura spirituale per le nuove generazioni e non accetta l’esilio come numerosi altri esponenti della “intelligencija”. Lavora, conduce esperimenti scientifici, scrive, tiene corsi e lezioni, mette a disposizione le proprie enormi capacità tecniche. Florenskij vede una nuova rinascita spirituale nelle idee matematiche che si stanno affermando, riassunte e rappresentate dalla «teoria degli insiemi» che il matematico Georg Cantor ha da poco inaugurato - non senza incomprensioni, critiche e difficoltà. Nella teoria degli insiemi, Florenskij vede un potente apparato concettuale per associare monadi con vari gradi di libertà in unità di ordine superiore, riconosce la possibilità di individuare la struttura dove in precedenza si vedevano solo caos e disordine, capisce che il suo intreccio con le nozioni di carattere aritmologico è foriero di una concezione universale di filosofia, scienza e pratica. Nel 1933, Florensky fu condannato a dieci anni di servitù in un campo di concentramento. Fu prima mandato in un campo in Siberia, da dove, poiché rifiutava ancora di rinnegare la sua Fede, fu inviato in un campo ancora peggiore sull'isola di Solovki Che cosa permise a Padre Paolo di perseverare per tutti quei lunghi anni di esilio e di intense fatiche? La risposta può venire soltanto dalle sue parole: "Attraverso Cristo possiamo ottenere la realizzazione, su di Lui possiamo costruire, con Lui possiamo diventare completi, per mezzo di Lui possiamo vivere..." Secondo le informazioni ufficiali, Florensky morì in esilio il 15 Dicembre del 1943. La consapevolezza di mantenere vivo il pensiero matematico viene espressa in numerose occasioni. In una lettera alla figlia Olga, indirizzata dal lager delle Solovki nel novembre del 1933, pochi anni prima della morte, dice: «Per la matematica, cerca non solo di ricordare semplicemente cosa e come fare, ma anche di capirlo e di apprenderlo come si apprende un pezzo musicale». «La matematica non deve essere nella mente come un peso portato dall’esterno, ma come un’abitudine del pensiero: bisogna imparare a vedere i rapporti geometrici in tutta la realtà e a individuare le formule in tutti i fenomeni». «Chi è capace di rispondere all’esame e di risolvere i compiti, ma dimentica il pensiero matematico quando non si parla direttamente di matematica, non ha appreso la matematica». «La matematica è la più importante delle scienze che formano il pensiero: essa approfondisce, precisa, generalizza e lega in un unico modo la visione del mondo, educa e sviluppa, dà un approccio filosofico alla natura». Da questa breve presentazione emerge chiaramente che per Florenskij la matematica non è solo manifestazione della ragione, ma anche via per il recupero delle proprie radici spirituali. L’ avventura umana di Florenskij è straordinaria: da una parte risalta la sua genialità matematica, dall’altra la sua profonda fede, testimoniata fino all’accusa di «controrivoluzionario» e alla condanna a morte. Avevo sentito parlare di Florenskij da un amico sacerdote, che nelle sue riflessioni cita spesso il “Leonardo da Vinci russo” per la sua profondità spirituale. Sapevo che era un matematico … e questa è stata per me una preziosa occasione per conoscerlo in modo più completo e coglierne l’enorme ricchezza! È meraviglioso per me, infatti, vedere le due dimensioni della vita di Florenskij che si intrecciano, si completano e si spiegano l’un l’altra. … è un augurio che mi sento di fare a tutti gli uomini di scienza… per questo approfondimento ho raccolto materiale soprattutto in PAVEL FLORENSKIJ, matematica e visione del mondo di Renato Betti http://www.kontextverlag.de/florenskij.biographie.html