INDICATORI E BENESSERE
ORGANIZZATIVO
Lezione dell’11 dicembre 2014
Art. 25 - Discriminazione diretta e indiretta
(legge 10 aprile 1991, n. 125, articolo 4, commi 1 e 2)
1. Costituisce discriminazione diretta, ai sensi del presente titolo, qualsiasi
disposizione, criterio, prassi, atto, patto o comportamento, nonché l'ordine di porre in
essere un atto o un comportamento, che produca un effetto pregiudizievole
discriminando le lavoratrici o i lavoratori in ragione del loro sesso e, comunque, il
trattamento meno favorevole rispetto a quello di un'altra lavoratrice o di un altro
lavoratore in situazione analoga (ad es. la mancata promozione di una lavoratrice perché
donna)
2. Si ha discriminazione indiretta, ai sensi del presente titolo, quando una
disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento
apparentemente neutri mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato
sesso in una posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell'altro
sesso, salvo che riguardino requisiti essenziali allo svolgimento dell'attività lavorativa,
purché l'obiettivo sia legittimo e i mezzi impiegati per il suo conseguimento siano
appropriati e necessari (ad es. la previsione di una particolare indennità solo per
dipendenti che abbiano sempre optato per il “full-time”; le donne che più spesso
richiedono il “part-time” per ragioni di conciliazione fra casa e lavoro, ne sarebbero
indirettamente escluse
2-bis. Costituisce discriminazione, ai sensi del presente titolo, ogni trattamento meno
favorevole in ragione dello stato di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche
adottive, ovvero in ragione della titolarità e dell'esercizio dei relativi diritti.
Si comincia a parlare di benessere
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico
(Ocse) dal 2001 ha promosso diverse iniziative nell’intento di aumentare la
consapevolezza sul tema della misurazione del progresso della società
La Dichiarazione di Istanbul del giugno 2007 ha raggiunto un primo consenso
internazionale sulla necessità di intraprendere
la misurazione del progresso della società
http://www.oecd.org/dataoecd/14/46/38883774.pdf.
Rapporto finale della
“Commissione sulla misurazione della performance economica e del
progresso sociale”
promossa dal governo francese, nel 2009 (cosiddetta commissione Stiglitz-SenFitoussi) che propone uno “spostamento dell’enfasi dalla misurazione della
produzione economica alla misurazione del benessere delle persone” e di
“misurare il benessere attraverso un approccio multidimensionale che tenga
conto anche degli aspetti di valutazione soggettiva dei cittadini e di considerare
indicatori di sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e sociale”
perché gli obiettivi di buon governo devono necessariamente andare “oltre il Pil”
Cosa significa benessere oggi?
Stato di soddisfazione dei bisogni primari
(alimentazione, salute, alloggio) - nella cultura
anglosassone
welfare
Condizione economica (o welfare per Amartya Sen)
Condizione psicologica (stato d’animo soggettivo) - nella
cultura anglosassone definita well-being che Sen definisce
come “disponibilità di beni”
Condizione culturale (capacità di senso)
Condizione sociale-relazionale (quando le relazioni
umane sono favorevoli)
Capacità di fare e di essere, sempre per Sen
originalmente definito come functioning
Lo “stare bene” in senso etico che studiosi come
Donati definiscono ben-essere con il trattino
Il paradosso del benessere nella modernità
Il welfare state, ossia il modello di benessere sociale degli stati
occidentali, tenta di sopravvivere fornendo risposte collettive
che si adattino (to fit) a bisogni individuali o al massimo
familiari, al punto da proporre anche pacchetti di “welfare
personalizzato”: servizi per le persone, le pari opportunità,
garanzie di reddito
Interventi assistenzialistici e di tamponamento
ex post, che non consentono di operare un
sostanziale aggiornamento del concetto di
benessere, produttivo di un modello
operante ex ante
Come misurare il benessere
per garantirlo ai cittadini: il P.I.L.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale
Crescita (accezione economica): l'aumento di beni e servizi prodotti dal
sistema economico in un dato periodo di tempo
Sviluppo: elementi di qualità della vita di natura sociale, culturale e
politica
Il termine “crescita economica” si riferisce all’aumento (o crescita) di un
indicatore specifico. Il più utilizzato allo scopo è l’indicatore del
PIL: prodotto interno lordo
Quando il P.I.L. di una nazione aumenta si ha quella che gli economisti
chiamano crescita economica e il P.I.L. pro-capite in termini reali viene
spesso utilizzato come indicatore del tenore di vita medio individuale di un
paese e la crescita economica viene spesso vista come un indice di
un miglioramento del tenore di vita
Come misurare il benessere
per garantirlo ai cittadini: il P.I.L.
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è il valore totale dei beni e servizi prodotti
in un Paese da parte di operatori economici residenti e non residenti nel
corso di un anno, e destinati al consumo dell'acquirente finale,
agli investimenti privati e pubblici, alle esportazioni nette (esportazioni
totali meno importazioni totali).
Il PIL è detto Lordo perché è al lordo degli ammortamenti, ossia i risultati
delle distribuzioni su più esercizi dei costi di beni a utilità pluriennale che
possono essere di diversa natura
A partire dal PIL è definibile il reddito pro-capite, pari al rapporto tra il PIL
e il numero dei cittadini
Non viene quindi conteggiata la produzione destinata ai consumi
intermedi di beni e servizi consumati e trasformati nel processo produttivo
per ottenere nuovi beni e servizi.
Le criticità del P.I.L.
1.La crescita ha effetti negativi sulla qualità della vita. Molte delle cose che
hanno effetto sulla qualità della nostra vita non vengono scambiate o vendute
e generalmente perdono valore al progredire della crescita. Una di queste è
l’ambiente naturale
2. La crescita incoraggia bisogni artificiali. L’industria fa sviluppare nuovi
“gusti” e “bisogni” come il bisogno di sempre nuovi beni e servizi
3.La crescita consuma risorse. Lo sfruttamento di risorse non rinnovabili
comporta a lungo andare l’esaurimento delle stesse
4.La crescita economica non porta ad una migliore distribuzione del reddito e,
anzi, può contribuire all’aumento della diseguaglianza
5. Il PIL tratta tutte le transazioni come positive, cosicché entrano a farne
parte, ad esempio, i danni provocati dai crimini (riciclaggio di denaro),
dall'inquinamento, dalle catastrofi naturali. In questo modo il PIL non fa
distinzione tra le attività che contribuiscono al benessere e quelle che lo
diminuiscono: persino morire, con i servizi connessi ai funerali, fa crescere il
PIL.
Pagina 8
Le criticità del P.I.L.
“Il benessere di una nazione non può essere
facilmente desunto da un indice del reddito
nazionale”
Simon Kuznets
Economista e “creatore” del P.I.L.
Congresso degli Stati Uniti, 1934
Oltre il P.I.L.
Anni Ottanta
Crescente preminenza dell’individuo singolo e dei suoi specifici bisogni in tema di
qualità di vita
Necessità di orientare l’osservazione non solo verso gli aspetti oggettivi (materiali e
non) della qualità della vita, ma anche verso quelli di natura più soggettiva, più legati al
rapporto che ogni persona intrattiene con la realtà circostante
Indicatori considerati: le caratteristiche demografiche della popolazione e la struttura familiare; le
condizioni di salute; la qualità e la tutela dell’ambiente (naturale e costruito); il clima; la situazione
abitativa; la sicurezza pubblica; il disagio sociale; le condizioni di lavoro; la situazione economica;
il tempo libero e la cultura; la disponibilità di servizi di vario tipo (trasporti assistenza, sanità, esercizi
commerciali); la partecipazione; le relazioni interpersonali (Allardt, 1981)
Oltre il P.I.L.
Quali indicatori sociali
Indicatori
La sequenza logica del processo di elaborazione degli indicatori può
essere descritta da una serie di passaggi logici (Horn, 1993):
Osservazioni Dati grezzi Statistiche Indicatori
Obiettivo: miglioramento e accrescimento delle informazioni sugli aspetti
fondamentali delle società, controllo del sistema sociale, programmazione
Funzioni base:
• Monitoraggio del mutamento sociale: gli indicatori sociali sono tutti quei
dati che ci aiutano a conoscere strutture e processi, obiettivi e loro
raggiungimento, valori e opinioni
• Misurazione del “benessere sociale”: tutte quelle statistiche che ci
consentono di conoscere e giudicare lo stato delle condizioni sociali.
L’obiettivo è quello di seguire i mutamenti e le loro direzioni
• Supporto nella programmazione di interventi in campo sociale
effettuando confronti spazio-temporali
Oltre il P.I.L.
Oltre il P.I.L.
Indicatori sociali oggettivi
Rappresentazioni sintetiche e numeriche dei fatti indipendenti da
valutazioni personali
Esempi:
• tasso di occupazione, disoccupazione, attività, inattività
• tasso di povertà
• mortalità infantile
• tasso di criminalità
• numero medio di ore lavorative settimanali
• tasso di morbosità
• tasso di scolarità
• tasso di maturità, tasso di ripetenza
• tasso di abbandono scolastico
Oltre il P.I.L.
Indicatori sociali soggettivi
Sono basati su soggettive percezioni e valutazioni delle condizioni
sociali
Esempi:
• soddisfazione della propria vita lavorativa
• soddisfazione per il tempo libero
• aspettative sul futuro
• percezione della giustizia
• identificazione di classe
e tutte le informazioni di tipo soggettivo che possono essere
individuate per completare ciascuna area, sia in termini di
valutazione soggettiva delle condizioni di vita (opinioni, fiducia,
ecc.) sia in termini di benessere soggettivo (livello di soddisfazione)
Verso il B.I.L.
“Commissione sulla misurazione della performance economica e
del progresso sociale” (2008-2009)
(cosiddetta Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi)
• Misurare il benessere materiale attraverso i redditi e il consumo e
non con la produzione
• Partire dalle famiglie, considerando tasse, prestazioni sociali e
servizi forniti dallo Stato (ad es. sanità, previdenza), ma anche i
consumi e la proiezione al futuro
• Studiare distribuzione dei redditi, consumi e ricchezza, più che le
medie matematiche che non tengono conto della differenza di
reddito tra i più ricchi e i più poveri
• Considerare gli indicatori di attività non legate direttamente al
mercato (ad es. le pulizie domestiche che sono attività produttive
anche se non legate ad un pagamento in denaro)
• Valutare le ineguaglianze rispetto alla qualità della vita a partire
dalle variabili di età, sesso, genere, nazionalità
Verso il B.I.L.
“Commissione sulla misurazione della performance economica e
del progresso sociale” (2008-2009)
(cosiddetta Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi)
(segue)
• Realizzare indagini per capire come le evoluzioni in un settore
della qualità della vita abbiano ripercussioni su altri
• Analizzare statisticamente in modo integrato i dati sulla qualità
della vita e sulla sua evoluzione effettuabile da ogni cittadino nel
corso della propria esistenza
• Valutare la sostenibilità del benessere
• Stabilire indicatori precisi che quantifichino le pressioni
ambientali diverse di scenario in scenario
• Fornire informazioni per aggregare le diverse dimensioni della
qualità della vita e creare una misura sintetica
Alcune alternative di indicatore (1)
Coefficiente di Gini (Corrado Gini, economista e statistico),1912
Il suo coefficiente è uno strumento ancora utilizzato per misurare le
disuguaglianze di reddito e per osservare le variazioni nel tempo.
È espresso con un numero compreso tra zero (uguaglianza perfetta)
e 1 (tutto il reddito è in mano a un solo individuo)
Human Development Index (HDI) – Indice di sviluppo umano,
1993
Adottato ONU per valutare la qualità della vita nei paesi membri con il
programma United Nations Development Programme e proposto
dall’economista pakistano Mahbubul Haq
Tiene conto di differenti fattori, oltre al PIL pro-capite, che non
possono essere detenuti in modo massiccio da un singolo individuo,
come l’alfabetizzazione e la speranza di vita
Alcune alternative di indicatore (2)
ISEW - Index of Sustainable Economic Welfare
(Indice di benessere economico sostenibile), 1989
Elaborato con gli studi degli economisti Nordhaus e James, poi ripresi
da Daly e Cobb
Piuttosto che sommare semplicemente tutte le spese come nel PIL, le
spese per il consumo sono corrette tenendo conto di altri fattori come
la distribuzione del reddito, il deperimento delle risorse naturali e
le perdite economiche dovute al degradamento dell’ambiente.
Altri fattori di cui si tiene conto sono il tempo libero (inserendo un suo
valore economico) e un’approssimazione del valore del lavoro
domestico non pagato. Le spese per la ricerca e lo sviluppo, per
l’istruzione e per la sanità non contribuiscono alla formazione e sono
parte integrante del consumo.
Alcune alternative di indicatore (3)
Genuine Progress Indicator (GPI) – Indicatore di Progresso
Autentico, 1994/1995 (adottato in Can, Ned, Aus, Sve)
Il GPI misura l'aumento della qualità della vita di una nazione,
evidenziando quanto l'incremento della produzione di merci e
l'espansione dei servizi hanno provocato realmente sul miglioramento
del benessere della popolazione.
Il GPI dovrebbe misurare attendibilmente il progresso economico, poiché
distingue fra sviluppo utile e sviluppo poco economico (ad es. il GPI
è zero se i costi finanziari del crimine e dell'inquinamento uguagliano i
benefici finanziari nella produzione di beni e di servizi, con tutti gli altri
fattori rimangono costanti).
Il GPI è calcolato distinguendo tra spese positive (che aumentano il
benessere, come beni e servizi) e negative (come i costi di criminalità,
inquinamento, incidenti stradali). Il PIL, invece, considera tutte le spese
come positive e non considera tutte quelle attività che, pur registrando
flussi monetari, contribuiscono ad accrescere il benessere di una società
(casalinghe,volontariato)
Alcune alternative di indicatore (4)
Indice dell'impronta ecologica, 1996-1997
Mathis Wackernagel e William Ress (Global Footprint Network)
Quantifica, paese per paese, l’area biologicamente produttiva necessaria
per fornire continuativamente le risorse richieste dal sistema
economico e assorbirne gli scarti, data la tecnologia in uso. In questo
modo osserva il consumo di risorse naturali incorporato nella domanda di
beni e servizi di un dato sistema economico, indipendentemente da dove
questi vengano prodotti (indicatore consumption based, invece che
production-based).
Limite della riduzione dei valori alla sola unità di misura, la terra, mentre i
problemi complessi e multidimensionali. I consumi sono riferiti alle sole
risorse rinnovabili, non viene misurata la dipendenza da risorse non
rinnovabili (minerali, petrolio). L’inquinamento non è considerato, ad
eccezione delle emissioni di CO2.
L'impronta ecologica è uno strumento non definitivo per le scelte dei
governi: anche se si dovesse raggiungere la parità tra consumi e disponibilità
questo non ci assicurerebbe la soluzione dei problemi ambientali.
Alcune alternative di indicatore (5)
Genuine Savings Index (GSI), 1999
La Banca Mondiale ha ideato questo indice di sostenibilità
ambientale per misurare la variazione netta nel valore del
capitale di un Paese attraverso tre tipi di correzioni rispetto al
Pil.
Vengono aggiunte le spese per la formazione, considerate come
investimenti in capitale umano. Sono invece detratte le spese
per la contrazione delle risorse naturali e i danni provocati
dall'inquinamento. Anche questo come il GPI, l’HDI e l'impronta
ecologica è un indicatore sistemico e mostra con un solo numero
quanto è sostenibile lo sviluppo di uno Stato, facendo un confronto
fra spese positive e negative.
Limiti nella considerazione netta fra aspetti positivi e negativi senza
una loro specifica declinazione
Alcune alternative di indicatore (6)
Well Being Indicator (WBI), 2001
The World Conservation Union
Questo indicatore valuta il livello di benessere di 180 Stati
aggregando 88 indicatori divisi in due sotto-indici che hanno pari
peso nella formazione del dato finale. Questi due sotto-indici sono:
- il benessere umano (Hwi) dedicato alla ricchezza economica,
livello di cultura, istruzione, servizi sociali
- la qualità dell'ambiente (Ewi), che considera lo stato delle risorse
naturali e il livello di inquinamento dall'altra
Environmental Sustainabilty and Performance Indexes (EsiEpi), 2002
Università di Yale e Columbia
L’indice EPI valuta gli sforzi degli Stati per raggiungere 16 target
ambientali (purezza dell’acqua, riduzione gas serra ecc.). L’ESI è
composto da 21 fattori che misurano la sostenibilità ambientale
delle diverse economie
Alcune alternative di indicatore (7)
Sustainable Society Index (Ssi), 2003
Geurtvande Kerke, Arthur Manuel, economisti olandesi
Indica l’ecocompatibilità dello sviluppo di un Paese partendo dalla
definizione di sostenibilità formulata dalla Commissione Brundtland:
“la capacità di una società di soddisfare i bisogni di oggi senza
compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i
propri”.
Si basa su 22 indicatori riuniti in cinque categorie e mostra come il
benessere delle società ricche sia progressivamente diminuito dagli
Anni Settanta del secolo scorso, mentre il Pil è cresciuto.
Happy Planet Index(Hpi), 2006
New Economics Foundation
Sulla base dell'equazione che alti livelli di consumismo non
producono alti livelli di benessere, mette in relazione le risorse
utilizzate con l'impronta ecologica, l'aspettativa di vita e la felicità
dei suoi abitanti. A livello europeo i primi sono Isl, Sve e Nor.
Alcune alternative di indicatore (8)
Prodotto interno di qualità (Piq), 2006
Domenico Siniscalco, economista e Ministro dell’economia
Ha l'obiettivo di elaborare una contabilità della “qualità” che abbia
la stessa immediatezza comunicativa del Pil e mostri quanta parte
di esso è collegato a produzioni di qualità.
Il Piq si può misurare in termini monetari, quindi comparabile con
gli aggregati settoriali e di spesa pubblica. Per questo può essere
considerato uno strumento complementare al Pil.
Nel 2007 il PIQ italiano ha raggiunto il 44,3% del Pil, pari a 628
miliardi di euro.
Alcune alternative di indicatore (9)
Felicità Interna Lorda (FIL), Anni Settanta - 2005
Proposto e applicato in Bhutan dal sovrano Jigme Singye
Wangchuck
I criteri presi in considerazione sono la qualità dell'aria, la salute dei
cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali.
A differenza del Genuine Progress Indicator che cerca effettivamente di
misurare il benessere, la Felicità Interna Lorda non è un tentativo di
quantificare la felicità e si basa su una serie di valutazioni soggettive
sui valori morali.
Grazie a questo indice è fornita ai governanti la direzione da preferire
alle altre per il miglioramento degli standard di vita, incluso il benessere
spirituale e la preservazione dei valori culturali e dell'ambiente
fisico.
Il Dalai Lama è un convinto sostenitore della FIL e della sua finalità di
indicare ai governi come superare la sofferenza e raggiungere la felicità.
Alcune alternative di indicatore (10)
Gender Equity Index, 2008
Rete internazionale Social Watch
Il GEI consente di classificare i Paesi in base a una selezione di
indicatori secondo tre dimensioni:
educazione, partecipazione all’attività economica e alla vita
politica.
Il GEI mette in evidenza due aspetti:
- non c’è una correlazione diretta tra reddito ed equità di genere;
- se l’accesso all’istruzione è oggi meno discriminante tra i sessi (pur
rimanendo problematico), l’integrazione delle donne nelle attività
economiche e nel mondo del lavoro è ancora una meta lontana, che
non è stata raggiunta in nessun Paese al mondo. Anche nei Paesi
meglio posizionati le donne appaiono ancora relegate rispetto agli
uomini nell’esercizio del potere di decisione.
Nel 2013 l’Italia risulta avere un GEI di 40,9, nella prima metà della
classifica mondiale
Alcune alternative di indicatore (10)
Gender Equity Index, 2013
Rete internazionale Social Watch
Alcune alternative di indicatore (10)
Gender Equity Index, 2013 - ITALY
Alcune alternative di indicatore (11)
Quars (Qualità Regionale dello Sviluppo), 2009
Gruppo di studio Sbilanciamoci!
Indicatore composito che misura la qualità dello sviluppo delle regioni
italiane attraverso le indicazioni provenienti dalla stessa società
civile italiana, e che quindi permette al policy maker di monitorare e
indirizzare lo sviluppo del territorio in un quadro di sostenibilità del
benessere
Considera un set di 42 indicatori che descrivono 7 dimensioni per
avere un quadro più rappresentativo delle condizioni analizzate:
- AMBIENTE: 10 variabili (impatto ambientale produzione e consumo)
- ECONOMIA E LAVORO: 4 variabili (lavoro, occupazione, reddito)
- DIRITTI E CITTADINANZA: 6 variabili (tutela diritti, inclusione sociale)
- PARI OPPORTUNITÀ: 4 variabili (accesso e partecipazione vita economica)
- ISTRUZIONE/CULTURA: 6 variabili (grado istruzione, domanda/offerta culturale)
- SALUTE: 6 variabili (qualità, efficienza, accessibilità servizi, prevenzione)
- PARTECIPAZIONE: 5 variabili (alla vita pubblica e civile e conoscenza)
Alcune alternative di indicatore (12)
Insieme degli indicatori sul Benessere Equo e Sostenibile (BES),
2010-2012
Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana
Cnel, Istat, Italia (www.misuredelbenessere.it)
Dai successivi tentativi a livello internazionale, si evince che non è
possibile sostituire il Pil con un indicatore singolo del benessere
di una società
Necessità di selezionare l’insieme degli indicatori ritenuti più
rilevanti e rappresentativi del benessere di quella particolare
collettività
Indagine multiscopo (feb. 2011) per una prima ampia consultazione
sull’importanza delle dimensioni del benessere attraverso un set di quesiti
sui diversi aspetti importanti per la vita, condotta su un campione di 45
mila persone dai 14 anni in poi, rappresentativo
della popolazione residente in Italia; ha reso possibile raccogliere le
opinioni di tutti gli strati della popolazione, rappresentando un caso unico
nel panorama internazionale
Alcune alternative di indicatore (13)
Insieme degli indicatori sul Benessere Equo e Sostenibile (BES),
2012
(segue)
Dall’Indagine multiscopo e un blog aperto a cittadini, istituzioni, centri di ricerca,
associazioni, imprese, sono emerse le seguenti 12 dimensioni del benessere
che accorpano 134 indicatori:
Salute
Istruzione
Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
Benessere economico
Relazioni sociali
Politica e istituzioni
Sicurezza
Benessere soggettivo
Paesaggio e patrimonio culturale
Ambiente
Ricerca e innovazione
Qualità dei servizi
Pagina 31
Disaggregati a livello territoriale e
per gruppi sociali
Alcune alternative di indicatore (14)
Insieme degli indicatori sul Benessere Equo e Sostenibile (BES),
2012
(segue)
Il Comitato ha ritenuto inadatta una misura unica del benessere, la quale
(come sottolineato anche dall’Ocse) potrebbe fornire indicazioni fuorvianti o
poco significative dovendo aggregare domini estremamente articolati.
Se gli indicatori devono guidare l’azione pubblica, in quanto il suo obiettivo
finale dovrebbe essere il miglioramento del benessere percepito,
spesso associato al concetto di felicità, l’Istat ha iniziato a misurare negli ultimi
anni un indicatore rappresentativo della soddisfazione della vita nel
complesso, tipicamente affiancato da misure di soddisfazione per aspetti
specifici della vita: la condizione economica, il lavoro, le relazioni sociali e
così via.
Il Comitato ha inserito l’indicatore sintetico soggettivo in un dominio a sé,
mentre indicatori soggettivi tematici sono stati inseriti nei domini di pertinenza
(ad esempio, gli aspetti di soddisfazione per il lavoro nel dominio “lavoro e
conciliazione dei tempi di vita”)
Pagina 32
Alcune alternative di indicatore (14)
Insieme degli indicatori sul Benessere Equo e Sostenibile (BES)
Lavoro e conciliazione dei tempi di vita/lavoro
Dati sulla “quantità” di Lavoro
- Tasso di occupazione (20-64 anni) Italia e Eu27 per sesso. Anni
2004-2011
- Tasso di disoccupazione e di mancata partecipazione al lavoro per
genere. Anni 2004-2011
- Tasso di occupazione per classi di età e genere. Anni 2004, 2008,
2011
-Tasso di mancata partecipazione al lavoro per classi di età. Anni
2004, 2011 (disoccupazione e inattività giovanile)
- Tasso di occupazione (20-64 anni) per genere e cittadinanza. Anni
2005, 2011
-Tasso di mancata partecipazione al lavoro per genere e
cittadinanza. Anni 2005-2011
Pagina 33
Alcune alternative di indicatore (14)
(BES) Lavoro e conciliazione dei tempi di vita/lavoro
Dati sulla qualità del lavoro
- Percentuale di lavoratori laureati e diplomati sovraistruiti rispetto al lavoro svolto
per genere, età, cittadinanza
- Incidenza di occupati non regolari sul totale degli occupati per posizione. Anni
1999-2011
- Percentuali di occupati in lavori a termine da almeno cinque anni e di
trasformazioni nel corso di un anno da lavori instabili a lavori alle dipendenze a
tempo indeterminato
- Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età
prescolare e delle donne senza figli, per età e titolo di studio. Anno 2011
- Percentuale del carico di lavoro familiare svolto dalla donna (25-44 anni) sul
totale del carico di lavoro familiare svolto dalla coppia in cui entrambi i coniugi sono
occupati
- Quota di occupati (15-64 anni, figli esclusi) che svolgono più di 60 ore settimanali di
lavoro retribuito e/o familiare per genere, ripartizione geografica e ruolo in
famiglia
- Giudizio sul livello di soddisfazione per alcuni aspetti del proprio lavoro
(interesse, distanza casa, stabilità, ambiente, tipo orario, numero ore, guadagno)
Pagina 34
Alcune alternative di indicatore (14)
Insieme degli indicatori sul Benessere Equo e Sostenibile (BES)
Benessere soggettivo
- Livello di soddisfazione per il tempo libero. Anni 2011 e 2012. Per
100 persone di 14 anni e più
-Livello di soddisfazione per la propria vita, per sesso, classe di età,
ripartizione geografica, condizione professionale incrociata con il sesso.
Anno 2012. Per 100 persone di 14 anni e più dello stesso sesso e classe di età
Annotazioni
La componente affettiva, cioè le emozioni che i soggetti sperimentano durante la
loro vita quotidiana, al contrario di quella cognitiva, che implica una riflessione a
posteriori sulla propria vita fino ad un determinato momento, è di difficile
misurazione. L’indicatore sulle aspettative per il futuro riguardo alla propria
situazione personale fa riferimento ad un arco temporale di cinque anni e ancora se
ne sta testando la validità.
Si registra anche un problema tecnico di misurazione attraverso le scale che una
parte degli indicatori utilizza di tipo verbale, mentre un’altra con rating, cioè
punteggi. Occorre effettuare ulteriori sperimentazioni per valutare l’efficacia
Pagina 35
Alcuni links utili
Benessere Equo e Sostenibile (BES)
http://www.misuredelbenessere.it
Intervista ad Enrico Giovannini, Presidente ISTAT sul BES
http://www.youtube.com/watch?v=mDgZfyffOTo
LE OPINIONI DEI CITTADINI SULLE MISURE DEL
BENESSERE
Risultati della consultazione online
Il questionario sul benessere organizzativo
Pagina 36
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Indicatori e benessere - Dipartimento di Comunicazione e Ricerca