ANALISI DEI COSTI
Anno accademico 2009/2010
LEZIONE DEL 16 NOVEMBRE 2009
“Un’azienda deve essere gestita per ricavare un
profitto altrimenti muore. Ma quando si tenta
di gestire un’azienda solo per il profitto e non
si pensa affatto al servizio che essa deve
rendere alla comunità, l’azienda muore,
perché viene meno la sua ragione d’essere.”
Henry Ford, Today and Tomorrow, 1926
“Se l’arciere non potesse vedere di aver
mancato il bersaglio non saprebbe mai
come modificare il tiro”.
H.J. Leavitt, Managerial psycology, 1972
“Non c’è spreco più grande che fare con
grande efficienza ciò che non si
dovrebbe fare”
Theodore Levitt, Harvard Business
Review, 1989
IL COSTO
In generale il “costo” misura un “sacrificio” di beni o di servizi
nello svolgimento del processo produttivo.
•
•
I costi misurano risorse “consumate”
I ricavi misurano risorse “prodotte”
Sacrificio “incontrato”
•
Quantità necessarie di norma (o standard)
Quantità effettivamente consumate
•
Maggiore quantità consumata è “costo”
•
100
120
20
Sacrificio “necessario”
•
•
•
Quantità necessarie di norma (o standard)
Quantità effettivamente consumate
Maggiore quantità consumata è “diminuzione di capitale”
100
120
20
MOMENTO DI INDIVIDUAZIONE DEL
COSTO
Vendita dei
prodotti ottenuti
Durata del ciclo di produzione
Incasso
Pagamento acquisti
vendite
Approvvigionamento di
fattori produttivi
t1 t2
t3
t5
t6
t4
t4 – t3 rappresenta la durata del ciclo tecnico
t5 – t1 rappresenta la durata del ciclo economico
t3 – t1 giacenza dei fattori produttivi in attesa di essere
impiegati nella lavorazione
t5 – t4 giacenza dei prodotti finiti in attesa di essere venduti
t6 –t2 rappresenta la durata del ciclo finanziario
VALORI “ORIGINARI” E VALORI
“DERIVATI” (a)

Valori originari di costo:





di
di
di
di
acquisto (prezzi–costi numerari)
apporto (prezzi–costi NON numerari)
permuta o baratto (prezzi–costi parzialmente numerari)
produzione interna (prezzi–costi parzialmente numerari)
Valori originari di ricavo:





di
di
di
di
di
vendita (prezzi-ricavi numerari)
apporto (prezzi–ricavi NON numerari)
permuta o baratto (prezzi–ricavi parzialmente numerari)
autoconsumo (prezzi–ricavo NON numerari)
produzioni interne capitalizzate (prezzi–ricavi NON numerari)
VALORI “ORIGINARI” E VALORI
“DERIVATI” (b)
I costi ed i ricavi stabiliti con economie
esterne sono valori “negoziati”. In
qualche caso assumono il carattere
“numerario” (espresso da denaro).
I costi ed i ricavi non negoziati con
economie esterne sono frutto di calcoli
e di valutazioni e sono anche detti
“nominali”.
VALORI “DERIVATI”
Sono frutto di calcoli mediante aggregazioni e
disaggregazioni diverse, con elaborazioni fatte
con metodi e criteri diversi.
Nel calcolo del costo di prodotto si tratta, per la
maggior parte, di costi derivati.
Valori originari = sono più attendibili
Valori derivati = risentono dei criteri e dei
metodi seguiti ai fini delle loro determinazioni.
PRODUZIONE TECNICA E PROCESSI
PRODUTTIVI


PRINCIPIO EDONISTICO (ovvero della massima
soddisfazione o del minimo mezzo)
data una quantità di risorse disponibili
l’HOMO OECONOMICUS tende a conseguire il
massimo risultato,
ovvero
prefissato un certo risultato,
l’HOMO OECONOMICUS
tende a raggiungerlo con l’impiego della minore
quantità possibile di risorse
L’AZIENDA

E’ l’istituzione che attua la produzione o
il consumo di ricchezza, mediante il
coordinato impiego di fattori produttivi
in una attività programmata, finalizzata
al soddisfacimento di bisogni umani.
L’AZIENDA



Articolo 2555 del codice civile
Aziende di erogazione (si producono beni
e servizi da consumare per lo scopo
istituzionale dell’azienda)
Aziende di produzione (si consumano
fattori produttivi per la loro trasformazione
in beni e servizi aventi un’utilità maggiore
della somma delle produttività dei beni e
servizi consumati e quindi maggiormente
idonei a soddisfare i bisogni umani,
materiali, morali, culturali, ecc.)
IMPRESA E AZIENDA


I termini impresa e azienda – di solito
adoperati, nel linguaggio corrente, come
sinonimi – assumono, nel linguaggio
tecnico-giuridico, significati nettamente
differenziati.
L’IMPRESA è giuridicamente un’”attività”
(vedi articolo 2082 cc).
L’AZIENDA è “il complesso dei beni
organizzato dall’imprenditore per al fine
della produzione di beni e servizi articolo
25555 c.c.)
IL RISCHIO


Le aziende che operano a rischio dei
portatori di capitale assumono il nome
di IMPRESE
Come si identifica, fra i diversi soggetti
che intervengono nel processo
produttivo, quello del quale possa dirsi
che esercita l’impresa ed è perciò
IMPRENDITORE?
IL RISCHIO criterio in base al quale la
figura dell’imprenditore è identificata dalla
scienza economica

Risposta: l’imprenditore è colui che
dirige l’attività di produzione o di
scambio e che in essa rischia la propria
ricchezza, per il conseguimento del
profitto, di cui è il destinatario o
subendone le perdite fino al fallimento
IL RISCHIO criterio in sede giuridica
l’imprenditore è colui che è chiamato a
rispondere dei debiti sorti nell’esercizio
dell’impresa per l’acquisizione dei beni e dei
servizi dei fornitori, delle prestazioni della
mano d’opera, delle imposte, ovvero degli
altri obblighi che gravano sull’imprenditore (si
pensi ai problemi conseguenti allo
smaltimento dei rifiuti, ai problemi che
sorgono dall’inquinamento delle acque,
dall’inquinamento acustico, dall’impatto sul
mercato del prodotto qualora questo sia
difettoso, pericoloso per la salute, eccetera)
L’IMPRENDITORE

non è, necessariamente, proprietario
degli strumenti di produzione: questa
possibile dissociazione fra titolarità
dell’impresa e proprietà degli strumenti
di produzione si riflette nella nozione
giuridica di azienda, la quale è formata,
secondo l’articolo 2555 c.c., non dai
beni dell’imprenditore ma dai beni
organizzati dall’imprenditore
L’IMPRENDITORE
Non è quindi necessario che l’imprenditore
sia proprietario dei beni aziendali, è
sufficiente che egli disponga, su ciascun
bene, di un titolo giuridico che gliene
consenta l’utilizzo, in combinazione con tutti
gli altri beni aziendali. Può accadere che
l’imprenditore sia proprietario di alcuni beni
aziendali e che disponga, invece, degli altri
beni in virtù di un titolo obbligatorio; ma
può, al limite, accadere che egli non sia
proprietario di alcun bene aziendale. Anche
in questo caso si è in presenza di
“un’azienda” nel senso dell’articolo 2555 c.c.
L’IMPRENDITORE
Articolo 2195 c.c.

Aziende agricole e minerarie

Aziende industriali

Aziende mercantili

Aziende di trasporto e di servizi

Banche

Assicurazioni
Imprese
individuali
PRODUZIONE

Processo con il quale uno o più fattori
produttivi sono convertiti in beni o servizi
atti a soddisfare i bisogni dei singoli o della
collettività. Non necessariamente comporta
una trasformazione in senso fisicomerceologico.
Produzione intesa quale creazione di nuova
ricchezza: trasformazione degli input (fattori
impiegati) in output (beni o servizi prodotti)
avente un’utilità maggiore dell’utilità dei
fattori impiegati.
PRODUZIONE


Produzione tecnica nelle imprese
industriali, manifatturiere e di servizi
Produzione nelle imprese mercantili
VARI TIPI DI PRODUZIONE INDUSTRIALE



Produzione su commessa
Produzione su modello
Produzione a flusso continuo
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