Istituzioni di Fisica Subnucleare A. Bettini 2006 Capitolo 9 Il modello standard 12/21/2015 C.8 A. Bettini 1 Il modello elettrodebole Glashow-Weinberg-Salam I primi articoli in cui veniva presentato un modello unificato delle interazioni elettromagnetiche e deboli apparve negli anni ‘60. Assunse il nome di modello elettrodebole. Assieme alla QCD esso costituisce il Modello Standard che ha ricevuto accurate conferme dagli esperimenti Nella teoria EW il fotone e i bosoni vettoriali dotati di massa che mediano le ID sono introdotti alla pari, come campi di gauge, di massa, inizialmente nulla. La costruzione della teoria, su cui non entreremo, procede mediante il meccanismo di rottura spontanea della simmetria, che dà massa a W± e Z˚, lasciando il fotone senza massa Il gruppo di simmetria è SU(2)U(1), le cui rappresentazioni fondamentali contengono rispettivamente 3 e 1 oggetti, i campi di gauge, due carichi e due neutri W = (W1, W2, W3) = i campi corrispondenti alla simmetria non Abeliana SU(2) interagisce con lo spin isotopico debole B campo corrispondente alla simmetria abeliana U(1) interagisce con l’ipercarica debole Vedremo che W+ e W+ sono combinazioni lineari di W1e W2, il fotone e la Z sono combinazioni lineari di W3 e B NB. Le correnti deboli neutre differiscono dalle cariche perché si accoppiano sua ai fermioni left sia a quelli right 12/21/2015 C.8 A. Bettini 2 Spin isotopico debole Il mediatore delle correnti deboli cariche, la W, si accoppia solo alle componenti left dei leptoni e dei quark. Leptoni. Ogni famiglia ha due leptoni left: il neutrino e il leptone carico. Il MS assume che essi facciano parte di doppietti di isospin debole IW=1/2 (nl con IWz=1/2, l– con IWz =–1/2) IWz 1 / 2 n eL I 1 / 2 – , eL Wz n = –L , L n = –L L I leptoni carichi, che han massa, devono avere anche la componente right. Esse costituiscono tre singoletti (IW =0) di isospin debole eR , R , R Quark. È analogo, ma bisogna tener conto che nelle correnti cariche compaiono i quark “deboli”. I tre doppietti di isospin debole IW=1/2 sono IWz 1 / 2 u L I 1 / 2 d ' , L Wz singoletti cL = , s 'L tL = b' L I quark left hanno (per caso) isospin debole uguale all’isospin forte dR , u R , sR , cR , bR , t R Le ID CC distinguono gli stati left e right delle particelle: hanno isospin debole diverso 12/21/2015 C.8 A. Bettini 3 Gli antifermioni Tutti i numeri quantici delle antiparticelle sono opposti. Quindi Antileptoni right: doppietti Antileptoni left: singoletti Antiquark right: doppietti Antiquark left: singoletti 12/21/2015 IWz 1 / 2 eR I 1 / 2 n , Wz eR R = , n R R = n R eL , L , L IWz 1 / 2 d ' R I 1 / 2 u , Wz R d L , u L , s L , cL , C.8 A. Bettini s 'R = , cR b ' = R tR bL , tL 4 Isospin e ipercarica debole IW IWz Q YW nlL 1/2 +1/2 0 –1 lL – 1/2 –1/2 –1 –1 lR– 0 0 –1 –2 uL 1/2 1/2 2/3 1/3 d’L 1/2 –1/2 –1/3 1/3 uR 0 0 2/3 4/3 dR 0 0 –1/3 –2/3 W+ 1 +1 +1 0 W– 1 –1 –1 0 Z 1,0 0 0 0 g 1,0 0 0 0 12/21/2015 Ipercarica YW=2(Q–IWz)=2<Q> <Q> = carica media del multipletto Isospin debole e ipercarica debole non hanno nulla a che fare con quelli degli adroni Isospin e ipercarica deboli sono le sorgenti del campo debole carico (W) e neutro (Z) rispettivamente Le componenti L degli spinori hanno IW≠0 emettono e assorbono W Le componenti R hanno IW =0 non emettono né assorbono W Entrambe le componenti hanno YW≠0 emettono e assorbono Z I nR hanno IW =0 e YW=0 non esistono o non sono osservabili Isospin e ipercarica deboli si conservano in tutte le interazioni note C.8 A. Bettini 5 Le CN nel MS CN hanno importanti differenze rispetto alle CC •Accoppiano solo una particella con se stessa I z (ee, non e; uR uR, non uR uB, non uc, …) Y •Non sono V-A, sia stati left sia right uR Z 0 uR 0 0 0 4/3 0 4/3 Iz uR Z 0 uL 0 0 1/2 Y 4/3 0 1/3 Le 4 correnti (1˚ generazione) j0 ,n e gnLe n eg 1 g 5 n e gnLe n eRg n eL j0,e gLe eg 1 g 5 e gRe eg 1 g 5 e gLe eRg eL gRe eLg eR j0,u gLuug 1 g 5 u gRuug 1 g 5 u gLuuRg uL gRuuLg uR j0,d gLd d g 1 g 5 d gRud g 1 g 5 d gLd dRg dL gRudLg dR Le 3x7=21 costanti sono determinate da due parametri = carica elettrica elementare e angolo di Weinberg sin2qW (che deve essere misurato). qe L’accoppiamento della Z è universale I z Q sin 2 qW sin qW cosqW •per spinori sia L sia R •si accoppia anche a particelle neutre se Iz≠0 (neutrini L) •non si accoppia a particelle neutre con Iz =0 (g e Z) 12/21/2015 C.8 A. Bettini 6 L’interazione Wµ = (Wµ1, W µ2, W µ3) è quadrivettore (nello spazio-tempo), isovettoriale (IW=1) in SU(2) Interagisce con la corrente carica dei leptoni Jµ (quadrivettore-isovettore) con la costante di accoppiamento g B è quadrivettore isoscalare (IW=0) Interagisce con la corrente neutra dei leptoni JµY (quadrivettore-isoscalare) tramite l’ipercarica con la costante di accoppiamento g’ 1 W1 iW2 I campi dei bosoni fisici sono W 2 Z0 g g ' W3 cosqW sin qW W3 1 B sin q A 2 2 g ' g cosqW B g g' W qW tan1 g' g YW 2 Q IWz angolo di Weinberg J µY 2J µEM – 2J 3µ Lateoria prescrive per la Lagrangiana EW la forma L g J µ1W1µ J µ2W2µ g J µ3W3µ 12/21/2015 g' 2J µEM – 2J µ3 Bµ 2 g J µWµ J µWµ J µ3 gW3µ g ' B g ' J µEM Bµ 2 C.8 A. Bettini 7 L L’unificazione e le masse dei bosoni g g J W J W J sin q J Z gsin q J A cosq 2 µ µ µ µ 3 µ 2 W EM µ µ W EM µ µ W ID CC La relazione con la costante di Fermi è ID CN EM GF g2 2 8M W2 gsin qW Unificazione elettrodebole Tutte le interazioni dei bosoni vettori sono determinate dalla carica elettrica qe e da qW I fermioni sia left sia right sono accoppiati alla Z dalla costante di accoppiamento gZ g 4 g IWz Qsin 2 qW IWz Qsin 2 qW cZ cosqW sinqW cosqW cosqW Le Z-cariche 12/21/2015 qe 4 0 hc C.8 A. Bettini cZ IWz Qsin2 qW 8 L’unificazione e le masse dei bosoni Due sole costanti, da misurare, la carica elementare e l’angolo di Weinberg GF g2 2 8M W2 g2 2 MW 8G Unificazione delle cariche elettrica e debole + valore della costante di Fermi F MZ Teoria elettro-debole M W ; 80 GeV 1 37.3 GeV 2GF sin qW sin qW MW cosqW sin 2 qW 0.232 Esperimenti con neutrini ed altri (vedi poi) 12/21/2015 1/2 M Z ; 90 GeV C.8 A. Bettini a meno di piccole“correzioni radiative” 9 Le Z-cariche cZ IWz Qsin2 qW IW IWz Q cZ YW IW nlR 1/2 IWz cZ Q YW –1/2 –1/2 0 1 nlL 1/2 +1/2 0 1/2 –1 lL – 1/2 –1/2 –1 –1/2+s2 –1 lR+ 1/2 +1/2 1/2–s2 1 1 lR– 0 0 –1 s2 –2 lL+ 0 0 –s2 1 2 uL 1/2 1/2 2/3 1/2–(2/3) s2 1/3 uR 1/2 –1/2 –1/2+(2/3) s2 –2/3 –1/3 d’L 1/2 –1/2 –1/3 –1/2+(1/3) s2 1/3 d’R 1/2 +1/2 1/2–(1/3) s2 1/3 –1/3 uR 0 0 2/3 –(2/3) s2 4/3 uL 0 0 (2/3) s2 –2/3 –4/3 dR 0 0 –1/3 (1/3) s2 –2/3 dL 0 0 –(1/3) s2 1/3 2/3 12/21/2015 C.8 A. Bettini 10 Processi descritti dalla teoria Processi di corrente carica; a basse energie la teoria coincide con quella di Fermi verificato sperimentalmente Processi si corrente neutra; nei quali l’unificazione EW appare direttamente verificato sperimentalmente Interazione a tre bosoni (g, W, Z, H) verificato sperimentalmente, a parte quelle con H Generazione delle masse dei bosoni da parte dell’higgs non controllato sperimentalmente LHC Generazione delle masse dei fermioni da parte dell’higgs non controllato sperimentalmente presumibilmente meccanismo diverso per masse dei neutrini Se la teoria è corretta, tutte le costanti d’interazione sono espresse in funzione di un solo parametro libero, sin2qW. Per verificare la teoria bisogna misurare quantità fisiche (sezioni d’urto, velocità di decadimento, ecc.) e confrontare il valore misurato con quello calcolato nella teoria. Il calcolo si basa su uno “sviluppo perturbativo” nel quale ci si ferma ad un certo ordine. L’ordine più basso = livello albero, ordini successivi = correzioni radiative”. 12/21/2015 C.8 A. Bettini 11 Correnti neutre e misure dell’angolo di Weinberg L’unificazione delle interazioni elettromagnetica e debole appare soprattutto nei processi di corrente debole neutra, NC. In questi processi possiamo misurare le “cariche deboli” che nella teoria unificata sono espresse in termini di un solo parametro, sin2qW. Il suo valore deve risultare il medesimo in tutti i casi a livello albero. Per confrontare misure di precisione bisogna tener conto anche dei grafici di ordine superiore, cioè delle “correzioni radiative”; queste sono piccole e calcolate Questo è stato verificato in un vastissimo intervallo di energie e per diversi tipi di accoppiamento •Non conservazione della parità negli atomi (scala = eV) •Diffusione di elettroni polarizzati su deuterio (GeV) •Asimmetrie e+ e– + – (da 10 GeV a 200 GeV) •Diffusione profondamente anelastica di n su nuclei (scala = parecchi GeV) •Diffusione n su elettrone (scala = MeV) •Discuteremo solo questo caso 12/21/2015 C.8 A. Bettini 12 Diffusioni n e. CHARM2 Le diffusioni di neutrini e antineutrini da elettroni sono processi puramente leptonici Il calcolo delle sezioni d’urto è quindi privo di incertezze teoriche (presenti nella diffusione da nuclei), ma le sezioni d’urto sono molto piccole e quindi la loro misura è ardua Determiniamo l’angolo di Weinbrg misurando il rapporto delle sezioni d’urto n e n e e n e n e La cinematica è tale che la diffusione avviene ad angoli piccoli, quindi i momenti trasferiti sono << mZ anche se i neutrini hanno energie delle decine di GeV s GF2 me En n e n e n N X 10 –4 12/21/2015 C.8 A. Bettini 13 Calcolo del rapporto delle sezioni d’urto (1/2) Sono distinguibili misurando le elicitàsi sommano i quadrati n e n e n e n e n e n e L+LL+L L+RL+R J=0, Jz=0 12/21/2015 C.8 A. Bettini J=1, Jz=–1, uno su tre 14 Calcolo del rapporto delle sezioni d’urto (2/2) L+LL+L L+RL+R 1/3 ne L+LL+L 1/3 2GF2 me En 2 1 1 4 2 sin qW sin qW 3 2 L+RL+R ne 2GF2 me En 2 1 1 2 4 sin qW sin qW 3 2 16 4 sin qW n e / En 3 R 3 n e / En 1 4 sin 2 qW 16 sin 4 qW 1 4 sin 2 qW 12/21/2015 C.8 A. Bettini 15 Misura del rapporto dei flussi 16 4 sin qW n e / En 3 R 3 2 n e / En 1 4 sin qW 16 sin 4 qW 1 4 sin 2 qW I fasci di neutrini e antineutrini non sono monocromatici. Hanno spettri di energia un po’ diversi n En En dEn N ne Il rapporto misurato è Rexp n En En dEn N n e Bisogna misurare a parte il rapporto dei flussi n En En dEn F n En En dEn Misurati i ratei di diversi processi di sezione d’urto nota Quattro metodi indipendenti, per controllo Determinato F a ±2% Obiettivo dell’esperimento ∆sin2qW = ± 0.005 12/21/2015 C.8 A. Bettini 16 Diffusioni n e. CHARM2 Le diffusioni di neutrini e antineutrini da elettroni sono processi puramente leptonici Il calcolo delle sezioni d’urto è quindi privo di incertezze teoriche (presenti nella diffusione da nuclei), ma le sezioni d’urto sono molto piccole e quindi la loro misura è ardua n e n e n N X 10 –4 ne 2GF2 me En ne Strategia sperimentale misurare sezioni d’urto di neutrini e antineutrini e prendere rapporto 12/21/2015 2GF2 me En 2 1 1 4 2 sin q sin qW W 3 2 2 1 1 2 4 sin qW sin qW 3 2 16 4 sin qW n e / En 3 R 3 2 n e / En 1 4 sin qW 16 sin 4 qW 1 4 sin 2 qW C.8 A. Bettini 17 Urto elastico neutrino-elettrone Il segnale cercato è molto raro, la sua firma è solo la presenza di un elettrone. Come distinguere dai fondi? sfruttare la cinematica Le energie in gioco sono alte: quantità energie Ei me Ee En 0 En sin qn Ee sin q e Ei En cosqn Ee cosq e 1 cosq e 1 cosq e ; me Ee q e2 2 Ei En Ee En 1 cosqn Ee 1 cosqe Ei Ei me En 1 cosqn Ee 1 cosqe Ee 1 cosqe me En 1 cosqn me me /Ee è piccolissimo, quindi il coseno è molto vicino a 1 Eeq e2 2me La variabile cinematica fondamentale per distinguere il segnale dal fondo è il prodotto dell’energia dell’elettrone per il quadrato dell’angolo di diffusione. Bisogna misurare bene entrambe, soprattutto l’angolo (al quadrato) 12/21/2015 C.8 A. Bettini 18 CHARM2. L’apparato 12/21/2015 C.8 A. Bettini 19 CHARM2. L’apparato elettrone µ En 23.8 GeV En 19.3 GeV Presa dati 1987-1991 2.5 1019 p su bersaglio 108 interazioni di n 1. Grande massa: 692t 2.Buona risoluzione angolare Assorbitore di basso Z (vetro) q/q Z/√E 3. Granularità per definizione del vertice (distinzione e da π˚) Elementi traccianti a grana fine Tubi di Iarocci con celle di 1cm 12/21/2015 C.8 A. Bettini 20 CHARM2 un mu e un e 12/21/2015 C.8 A. Bettini 21 Il fondo principale è dovuto a quelle interazioni di “corrente neutra”, cioè senza µ nello stato finale, che danno π˚. I g dal decadimento del π˚ danno sciame come l’elettrone. Per distinguere si può usare il deposito di energia nello scintillatore. Infatti π˚2g4e e lo scintillatore è attraversato da 4 particelle al minimo di ionizzazione invece che da una. Però bisogna che non sia ancora iniziato lo sciame. Selezionare gli eventi nelle lastre di vetro subito a monte di uno stato di scintillatori A prezzo di ridurre la statistica si migliora il rapporto segnale/fondo e si può verificare se il fondo è compreso 12/21/2015 CHARM2 Risultato finale (1994) sin n2e qW 0.2324 0.0058(stat.) 0.0059sist C.8 A. Bettini 22 Masse W e Z. Larghezze leptoniche W Le masse (approssimativamente) g2 2 MW 8G 1/2 F MW cos qW MZ 1 37.3 GeV sin q sin q 2GF W W Da valore misurato di qW MW ; 80 GeV M Z ; 91 GeV W. Larghezze leptoniche (uguali per universalità). Per calcolo serve teoria 2 en n 3 g M W 1 GF M W n ; 225 MeV 2 24 2 3 2 NB. In generale le larghezze dei BI sono proporzionali al cubo della massa 12/21/2015 C.8 A. Bettini 23 W. Larghezze adroniche mt mW td ts tb 0 Per calcolare le larghezze in qq bisogna tener conto di •un fattore 3 perché ci sono 3 colori •la matrice di mescolamento Vub 1 ub 0 Due tipi di decadimento •nella stessa famiglia •in diverse famiglie (piccola larghezza) Vcb 1 cb 0 Tutti gli elementi non diagonali sono piccoli, quindi W decade poco in quark di diverse famiglie us W us 3 Vus en 3 0.224 2 en 35 MeV Tre colori 2 cd W cd 3 Vcd en 3 0.222 en 33 MeV 2 ud W ud 3 Vud en 3 0.974 2 en 2.84 en 640 MeV 2 cs W cs 3 Vcs en 3 0.992 en 660 MeV 2 W 2.04 GeV 12/21/2015 C.8 A. Bettini 24 Z. Larghezze leptoniche gZ cZ g g I 3W Q sin 2 qW cZ cosqW cosqW 2 g MW ln W ln l 2 24 2 g MZ 1 GF M M Z 1 nlnl Z n ln l cosqW 24 2 cos2 qW 3 2 2 2 2 W 2 2 n ln l GF M Z3 1 1 ; 660 MeV=165 MeV 4 3 2 2 nlL 1/2 lL – –1/2+s2 lR– s2 uL 1/2–(2/3) s2 d’L –1/2+(1/3) s2 uR –(2/3) s2 dR (1/3) s2 s 2 sin 2 qW 0.232 inv 3 nlnl Z n ln l 495 MeV ee µµ 12/21/2015 GF M Z3 3 2 1 2 2 4 s s ; 660 0.125 ; 83 MeV 2 C.8 A. Bettini 25 Z. Larghezze adroniche e totale gZ g g I 3W Q sin 2 qW cZ cosqW cosqW s 2 sin 2 qW 0.232 GF M Z3 uu cc 3 3 2 dd 1 2 2 2 2 2 2 s s ; 660 0.42 ; 280 MeV 3 2 3 GF M Z3 ss bb 3 3 2 cZ nlL 1/2 lL – –1/2+s2 lR– s2 uL 1/2–(2/3) s2 d’L –1/2+(1/3) s2 uR –(2/3) s2 dR (1/3) s2 1 1 2 2 1 2 2 s s ; 660 0.555 ; 370 MeV 3 2 3 adronica 2uu 3 dd ; 1.67 GeV Z inv 3 ee adronica ; 2.42 GeV 12/21/2015 C.8 A. Bettini 26 Formazione risonante di W e Z Sia W sia Z si possono produrre in formazione con un collisore quark-antiquark I quark non sono liberi collisore protone-antiprotone UA1 (CERN). Scoperta nel 1983 Z si può produrre in formazione con collisore elettrone-positrone studi di precisione a LEP (CERN) e SLC (SLAC) 1989-2001 Collisioni quark-antiquark Energia nel CM dei quark ŝ xq xq s Processo principale da osservare u d e n e Devono avere lo stesso colore Devono avere la giusta chiralità u d e n e 12/21/2015 C.8 A. Bettini 27 Formazione risonante di W e Z u d e n e Vicino a risonanza Breit e Wigner (come per e+e–) ud en e 1 3 9 ŝ ud en ŝ M W 2 / 2 2 W Probabilità che i colori siano uguali max ud en e max u d e n e 4 1 ud en 4 1 0.640 0.225 GeV-2 388 µb/GeV-2 8.8 nb 2 2 2 2 3 M W W 3 81 2.04 Piccola <<< tot100 mb. Le interazioni deboli sono deboli! Per Z u u e e ; d d e e 4 1 uu ee 4 1 0.280 0.083 388 µb 0.8 nb 3 M Z2 2Z 3 912 2.42 2 4 1 dd ee 1 nb 2 2 3 M Z Z max uu e e max dd e e Un ordine di grandezza minore che per W 12/21/2015 C.8 A. Bettini 28 Sezioni d’urto Fascio di p = fascio a larga banda di partoni (q, g, e qualche q) Fascio di p = fascio a larga banda di partoni ( q, g, e qualche q) Consideriamo l’annichilazione di un quark e un antiquark di valenza se √s=630 GeV, la frazione di quantità di moto che serve per essere in risonanza x MW M Z 0.15 s s 12/21/2015 OK. Ce ne sono parecchi C.8 A. Bettini 29 Produzione di W e di Z da pp La larghezza della banda delle energie dei partoni >> larghezze delle risonanze W e Z Il riferimento del lab. è il cm di pp, non di qq; questa coppia, e la W o Z cui dà origine, hanno un moto longitudinale diverso da caso a caso ŝ xd xu s ŝ xu xu s più analogo da du più analogo da dd Calcolo di sez. d’urto (incertezze di QCD e di funzioni di struttura) prevedeva a s=630 GeV 17 – 170 pp Z e e 35 pb pp W en e 530 pb 10 90 @ s=630 GeV <x> = MW/√s0.15, i quark di Un ordine di grandezza più piccola perché valenza dominano sul mare MZ>MW e per gioco delle cariche deboli Verso del q = verso del p Verso del q = verso del p Le sezioni d’urto crescono rapidamente con l’energia e con essa le possibilità di momento longitudinale del bosone 12/21/2015 C.8 A. Bettini 30 Formazione risonante di W e Z Nel 1978 Cline, McIntire e Rubbia proposero di trasformare l’acceleratore di protoni SpS del CERN in un anello di accumulazione p p nel quale protoni e antiprotoni potevano circolare in versi opposti, nella stessa struttura magnetica (esistente), sfruttando la simmetria CPT Il grande problema che Rubbia e Van der Meer risolsero fu il “raffreddamento” dei pacchetti di particelle dei fasci a dimensioni abbastanza piccole nel punto di collisione Nel 1983 si raggiunse la luminosità L=1032 m–2 s–1, sufficiente a scoprire W e Z. Nel 1983 W e Z furono scoperte Esercizio. Quanti eventi Wen e Z e+e– si rivelano in un anno con luminosità L=1032 m–2 s–1 ed efficienza di rivelazione del 50%? NW L N sec 10 32 530 1040 10 7 0.5 26 NZ 2 12/21/2015 C.8 A. Bettini 31 I segnali La produzione di IVB è un processo raro 10–8 -- 10–9 (tot( pp) 60 mb = 61010 pb ) [l’interazione debole, è debole] Il potere di reiezione del rivelatore deve essere > 1010 Stati finali più frequenti sono q q Sperimentalmente q jet gg gg, Fondo enorme da BW qq 3 BW ln l 3 = numero di colori gq gq, gq gq , qq qq Importante quantità cinematica misurata: il momento trasverso pT = componente del momento perpendicolare aifasci Gli stati finali leptonici hanno un S/N più favorevole W W Z Z e ne µ nµ e– e+ µ–µ+ 12/21/2015 e µ 2e 2µ isolato, alto pT isolato, alto pT 2 isolati, alto pT 2 isolati, alto pT }+ n ad alto pT = grande pT mancante Rivelatore ermetico (UA1 misurava pT mancante con la precisione di qualche GeV) C.8 A. Bettini 32 Identificazione e misura di leptoni e adroni CD. Rivelatore centrale tracciante in campo B perpendicolare ai faci. Misura dei momenti Calorimetri EM. Misura energia elettroni Calorimetri adronici. Identificazione adroni e misura energia Filtri di Fe con tracciamento, camere esterne per µ Ermeticità trasversale. Momento trasverso mancante = neutrino 12/21/2015 C.8 A. Bettini 33 Identificazione e misura di leptoni e adroni 12/21/2015 C.8 A. Bettini 34 UA1. In costruzione 12/21/2015 C.8 A. Bettini 35 UA1. Il rivelatore centrale va al museo 12/21/2015 C.8 A. Bettini 36 UA1. Prima W 12/21/2015 C.8 A. Bettini 37 Wen Nei calorimetri elettromagnetici le W appaiono come un deposito localizzato di energia in direzione opposta al momento mancante L’eliminazione delle tracce con pT< 1 GeV rende completamente pulito l’evento, sopravvivono solo elettrone e il “neutrino” Il rivelatore centrale tracciante nel campo magnetico misura segno della carica e momento I calorimetri misurano l’energia dell’e Si sa che è elettrone perché E=p L’ermeticità del rivelatore nelle direzioni trasversali permette di calcolare il “momento trasverso mancante” = momento trasverso del n 12/21/2015 C.8 A. Bettini 38 Misura di MW Wl nl pTe e e pTe W I momenti trasversi di q e q sono piccoli, quindi anche quello della W Trascurandolo q* W ne LAB pTe è il medesimo nei due riferimenti = (mW/2) sin q* pe = mW/2 ne CM. W Distribuzione angolare di decadimento nel CM nota dn trasf .coordinate dn dn dq * * * dp dq dq dpT T dn 1 dn * dpT d q mW 2 2 pT 2 Picco “Jacobiano” per pTe = mW/2 Picco “Jacobiano” per pTmissing = mW/2 Il moto trasversale della W (pT sbrodola il picco, ma non lo cancella. La misura della mW si basa sulla misura dell’energia del picco o del suo fronte di discesa W≠0) 12/21/2015 C.8 A. Bettini 39 Distribuzioni delle energie traverse UA1 UA2 12/21/2015 MW= 82.7±1.0(stat)±2.7(syst) GeV MW= 80.2±0.8(stat)±1.3(syst) GeV C.8 A. Bettini W<5.4 GeV W<7 GeV 40 Spin e polarizzazione della W Nel riferimento del c.m. della W l’energia dell’elettrone >> me. chiralità elicità W en e V–A W si accoppia solo a fermioni con antifermioni con Mom. ang. tot. J=SW=1 Jz (iniz.) = l = –1 Jz’ (fin.) = l’ = –1 d 1 d1,1 d 2 elicità – elicità + 2 1 * 1 cosq 2 N.B. Se fosse stato V+A d 1 d1,1 d 2 2 1 * – 1 cosq 2 L’asimmetria avanti-indietro è conseguenza della violazione di P Per distinguere V–A da V+A sono necessarie misure di polarizzazione dell’elettrone 12/21/2015 C.8 A. Bettini 41 UA1. Prima Z 12/21/2015 C.8 A. Bettini 42 Ze+ e– Nei calorimetri elettromagnetici le Z appaiono come due depositi localizzati di energia in direzioni opposte L’eliminazione delle tracce con pT< 1 GeV rende completamente pulito l’evento, sopravvivono solo elettrone e positrone Il rivelatore centrale tracciante nel campo magnetico misura segno della carica e momento I calorimetri misurano l’energia degli elettroni Si controlla che E=p 12/21/2015 C.8 A. Bettini 43 Misura di MZ Z e e 0 E1 (e–, µ–) r r 2 2 m 2 E1 E2 p1 p2 E12 E22 2E1E2 p12 p22 2 p1 p2 cosq 2E1E2 (1 cosq ) m 4E1E2 sin q /2 2 2 q 100Þ m 2 m2 q tan O(1) 2 E1 E2 q E E tan q / 2 1 2 2 E2 (e+, µ+) E 20% E E E 4 6% E 2 m 1 m 2 3% m 2 m2 m2 2 2 q misurato dalla misura delle tracce q 10 –2 Domina l’errore sulle energie (calorimetro) m 2 2 q errore statistico su singola misura (m)2-3 GeV errore sulla scala 3.1 GeV (UA1); 1.7 GeV (UA2) UA1 (24 Zee) MZ=93.1±1.0(stat)±3.1(syst) GeV UA2 MZ=91.5±1.2(stat)±1.7(syst) GeV 12/21/2015 C.8 A. Bettini 44 Trionfo del Modello Standard 1987-1988 analisi complete di tutti i dati disponibili allora concludendo che il MS è in perfetto accordo con i dati L’angolo di Weinberg deve aver lo stesso valore in ogni caso, ma nel confronto bisogna introdurre in ciascun caso delle correzioni radiative, previste dalla teoria Le principali (mt2 mb2 ) mt2 ln M H L’accordo si perde se mt>180-200 GeV Da misure precise di LEP di mW e mZ mt=166±27 GeV 12/21/2015 C.8 A. Bettini 45 Un collisone tra costituenti Raramente due costituenti, quark, antiquark o gluoni urtano con grande trasferimento di momento (s piccola) I due costituenti finali formano un getto di adroni, ben collimato I quark e i gluoni si vedono sperimentalmente come depositi localizzati di energia nei calorimetri (più larghi di quelli degli elettroni) 12/21/2015 C.8 A. Bettini 46 La fisica di precisione 1989. LEP al CERN e SLC a SLAC iniziarono a produrre fisica •Il Modello Standard è ormai una teoria stabilita e ben testata sperimentalmente a livello del % •I collisori e+e– sono macchine di precisione. Gli eventi sono molto più semplici che a un collisore adronico, perché la collisione è tra due oggetti elementari. Tutti gli eventi sono “buoni”. •Furono sensibili alle “correzioni radiative” cioè a grafici di ordine superiore La maggior parte delle correzioni radiative sono di natura EM (radiazione di un fotone da parte di un e+ o un e– prima di interagire), e quindi in linea di principio già testate. Più interessanti le correzioni “deboli” che potrebbero mettere in evidenza limiti della teoria: nuova fisica. •Assumendo valido il MS, le correzioni radiative dipendono, tra l’altro, da due grandezze, la massa del top Mt e la massa dell’higgs MH. Entrambe erano ignote sino al 1995 quando il top fu scoperto al Fermilab, MH è ignoto anhe oggi •Le correzioni dovute al top sono proporzionali a Mt2 e sono quindi piuttosto sensibili. Diedero una previsione precisa di Mt che fu esattamente confermata dai dagli esperimenti CDF e D0 •Le correzioni dovute all’higgs sono proporzionali a logMH e sono quindi meno sensibili, ma, una volta nota Mt, prevedono MH con una certa accuratezza. •Eventuali discrepanze avrebbero potuto segnalare “nuova fisica”, ma non accadde 12/21/2015 C.8 A. Bettini 47 Large Electron Positron Collider circonferenza 27 km intervallo energia 20-104.5 GeV 4 punti di interazione con 4 esperimenti Nel periodo 1989-1995 ciascun esperimento di LEP raccolse 5 x 106 eventi Z Nello stesso periodo il collisore lineare di Stanford (SLC) con il solo esperimento SLD produsse 5 x 105 Z. Nonostante la statistica molto minore SLC diede importanti contributi indipendenti a causa di •la polarizzazione dei fasci •la precisione nella definizione della zona di interazione (pochi µm in trasversale) Non ne parleremo per ragioni di tempo 12/21/2015 C.8 A. Bettini 48 LEP. Un dipolo (e uno speciale) 12/21/2015 C.8 A. Bettini 49 LEP. Cavità acceleratrici di Cu 12/21/2015 C.8 A. Bettini 50 Aleph 12/21/2015 C.8 A. Bettini 51 Delphi. Rivelatore centrale e calorimetri 12/21/2015 C.8 A. Bettini 52 Opal 12/21/2015 C.8 A. Bettini 53 e+e–e+ e– Processi e+e–ff e+ e– + – 600 000 eventi 600 000 eventi e+e– adroni e+e- + – 16 000 000 12/21/2015 600 000 eventi C.8 A. Bettini 54 La risonanza Le sezioni d’urto dei processi e++e– f++f– (con f≠e, altrimenti bisogna considerare anche lo scambio nel canale t) sono al prim’ordine dovute agli scambi nel canale s Nei pressi della risonanza (√s mZ) domina lo scambio di Z nel canale s E 3 s e f s mZ / 2 2 2 e larghezza parziale in e+e– , f larghezza parziale in f+f–, larghezza totale al picco e mZ e– f f – 12 e f mZ2 2 A differenza che in un collider adronico tutti gli eventi sono collisioni di oggetti elementari 12/21/2015 C.8 A. Bettini 55 Esempi. Sezione d’urto al picco 12 e f e– f f – mZ2 2 Quante Z in µ+µ– si producono con una luminosità (tipica per LEP) L=1035m–2s–1 mZ e 12 e µ 12 84 2 6 –2 –2 e e µ µ 2 5.3 10 GeV 388 µb/GeV 2.1 nb 2 2 2 mZ 91 2450 – – R L 10 35 m –2s –1 2.110 37 m 2 0.02s –1 Cioè circa una al minuto Quante Z in adroni si producono? 12 e µ 12 84 1690 e e adroni 2 2 40.2 nb mZ 2 91 2450 2 – R L 10 35 m –2s –1 4 10 36 m 2 0.4s –1 12/21/2015 C.8 A. Bettini 56 Correzioni radiative Born E e f 3 E 2 E mZ 2 / 2 2 Quest’espressione, detta “di Born” è troppo semplificata. Ci sono importanti “correzioni radiative”. Le maggiori sono elettromagnetiche, in linea di principio, note Dominante: Brensstrahlung iniziale Altre correzioni EM minori 12/21/2015 C.8 A. Bettini 57 La forma della riga Se un elettrone o un positrone irradia un fotone l’energia della collisione diminuisce; diventa risonante √s>MZ. Coda alle alte energie d(picco)= 30%, dMZ 200 MeV Si calcolano le correzioni “ovvie”, si corregge la curva misurata, si estraggono i parametri (massa, larghezza, altezza del picco) M Z 91.1875 0.0021 GeV Z 2.4952 0.0023 GeV 0 41.540 0.037 nb 2 ppm MS: Z Grandezza nota con grande precisione 2.4972 0.0012 GeV MS: 0 41.481 0.014 nb MZ si prende come costante fondamentale, nei valori delle altre due ci sono incertezze teoriche dovute alla non conoscenza perfetta di MH, s etc 12/21/2015 C.8 A. Bettini 58 Correzioni non fotoniche Sono piccole [O(10–3)] , ma le più interessanti. Sono quelle che testano il MS e sono sensibili a “nuova fisica” (cfr Corso di Teoria delle interazioni Fondamentali) All’interno del MS sono particolarmente interessanti le correzioni alla massa della W, e quindi nella quantità ben misurabile MZ/MW GF M t2 M b2 GF M t2 Immediatamente prima della scoperta del top (1994-95), la previsione fatta dai “fit” di tutti i dati esistenti era M t 166 27 GeV il valore centrale e il primo errore sono ottenuti assumendo MH=300 GeV, il secondo errore è ottenuto facendo variare 60<MH<1000 GeV. Valore attuale dalle misure Mt=174.3±5.1 GeV correzione logMH, molto piccola (10% per Mhiggs = 1 TeV) ma, sapendo Mt, permette di prevedere un intervallo per MH (vedi oltre) 12/21/2015 C.8 A. Bettini 59 Massa e larghezza della Z La misura di alta precisione della massa richiede (tra l’altro) di misurare l’energia dei fasci con la massima accuratezza DE(punto di interazione) = 2 MeV (20 - 40 ppm) MZ = 91 187±2.1 MeV l’effetto delle maree di terra!! DMZ/MZ 2.3 x 10-5 (UA1 e UA2 era 3%) -5 Z = 2 495.2±2.3 MeV (cfr. dGF/GF 0.9 x 10 ) DZ/Z 0.1% Previsione del MS (3n, 3l, 3 colori(u, d, s, c, b) a “livello albero” Z 2.4 GeV albero mis 95.2 2.3 MeV 4% dovuta a correzioni radiative (radiazione g da f finali) Z Z s M Z2 con correz. rad. Z 2.4 GeV [1 ] s M Z2 0.12 0.02 12/21/2015 C.8 A. Bettini 60 Le larghezze parziali della Z Gli esperimenti a LEP hanno misurato •le larghezze parziali in e+e–, µ+µ–, – •la “larghezza invisibile” cui contribuiscono tutte le generazioni di neutrini ed eventuali particelle neutre non previste •la larghezza in cc individuando i vertici secondari di decadimento •la larghezza in bb individuando i vertici secondari di decadimento Perfetto accordo con la teoria (e determinazione di sin2qW) Re adr 20.804 0.050; Rµ adr 20.785 0.033; R adr 20.764 0.045 e µ Verifica dell’universalità dell’accoppiamento debole neutro dei leptoni l 83.984 0.086 MeV MS: l 84.042 0.025 MeV adr 1744.4 2.0 MeV 12/21/2015 C.8 A. Bettini 61 Le larghezze parziali adroniche della Z adr 1744.4 2.0 MeV Negli eventi con due getti adronici non si riesce in generale a identificare la natura del quark Lo si può fare con charm e beauty che hanno vite dell’ordine del picosecondo, viaggiano dell’ordine del millimetro I rivelatori di vertice rivelano vertici secondari a qualche millimetro decadimento di particella con c o b Fit cinematico distingue le due Esempio. Calcolare la distanza percorsa in una vita media da un D˚ e da un B˚ di energia 50 GeV 50 lD g D D c 1 4 10 13 3 10 8 3 mm 1.86 50 lB g B B c 11.5 10 12 3 10 8 4.3 mm 5.28 Rc c / adr 0.1721 0.0030 Rb b / adr 0.21629 0.00036 12/21/2015 C.8 A. Bettini MS: R MS: R c b 0.1723 0.0001 0.21562 0.00013 62 Il numero di neutrini La larghezza totale è tanto maggiore quanto maggiore è il numero di 0 12 adr e M Z2 2Z canali aperti, in particolare il numero di neutrini (di massa <MZ/2). Ancora più sensibile è la sezione d’urto totale al picco, che dipende dalla ² 0 ² Z 2 larghezza totale 0 Z Il contributo a di 3 neutrini è il 20% del totale. Conviene usare quantità che dipendono poco da correzioni radiative: 0, MZ e il rapporto Rl=adr/l. inv Z Rl 3 l l 2Z 12 2Z 12 Re 2 2 2 e adr M Z 0 e M Z 0 inv Z adr 3 l 0 12 e adr M Z2 2Z valore misurato inv 12 Re Rl 3 l M Z2 0 inv 3 n 2.7 1.7 1.5 MeV Nn2.98400.0082 •Poteva non essere intero se nuova fisica (altre particelle invisibili) •Ci sono tre famiglie, e solo tre 12/21/2015 C.8 A. Bettini 63 LEPII. Cavità superconduttrici 12/21/2015 C.8 A. Bettini 64 e+e–W+W–. LEPII + + + correzioni radiative Le previsioni della teoria sono pienamente soddisfatte La simmetria sottostante non è abeliana La posizione del fronte di salita dipende criticamente da MW e da W Misure dirette al Tevatron (CDF e D0) 42 ppm M W 80.425 0.034 GeV W 2.133 0.069 GeV MS: da 12/21/2015 C.8 A. Bettini teor W W 2.093 0.002 GeV GeV M s M Z2 2.0 1 s 65 2 Z