Disturbo
schizoaffettivo
Disturbo Psicotico
Breve
Disturbo Delirante
Psicotico
Il termine psicotico ha ricevuto storicamente una
quantità di definizioni differenti.
La definizione più ristretta è limitata ai deliri o alle
allucinazioni rilevanti di cui il soggetto non è
consapevole della loro natura patologica.
Una, meno restrittiva, include anche le allucinazioni
rilevanti che il soggetto riconosce come
esperienze allucinatorie.
Ancora più ampia è una definizione che include pure
altri sintomi positivi della Schizofrenia (linguaggio
disorganizzato, comportamento grossolanamente
disorganizzato o catatonico).
Infine, il termine è stato definito concettualmente
come “perdita dei confini dell’Io” o, ancora, come
“compromissione grossolana dell’esame di
realtà”.
DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
A. Un periodo ininterrotto di malattia durante il quale, in qualche
momento, si manifesta un Episodio Depressivo Maggiore, un
Episodio Maniacale, oppure un Episodio Misto in concomitanza a
sintomi che soddisfano il criterio A per la Schizofrenia.
(sovrapposizione tra sintomi psicotici ed affettivi)
B. Durante lo stesso periodo di malattia, si sono manifestati deliri o
allucinazioni per almeno 2 settimane in assenza di rilevanti
sintomi dell’umore.
(sintomatologia psicotica senza sintomi affettivi)
C. I sintomi che soddisfano i criteri per un episodio di alterazione
dell’umore sono presenti per una considerevole parte della
durata totale dei periodi attivi e residui della malattia.
(l’umore rappresenta una parte considerevole del quadro clinico)
DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
D. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una
sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a
una condizione medica generale.
Specificare il tipo:
Tipo Bipolare: se il disturbo include un Episodio Maniacale o
Misto (o un Episodio Maniacale o Misto ed Episodi
Depressivi Maggiori )
Tipo Depressivo: se il disturbo include soltanto Episodi
Depressivi Maggiori
DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
EPIDEMIOLOGIA
•
•
•
•
Incidenza: 0.5 – 0.8% della popolazione
Età media di insorgenza: 24 – 27 anni
Probabile lieve maggiore incidenza nelle donne
Nessuna variazione legata ad area geografica o classe
sociale
FAMILIARITA’
Familiari di I grado
Schizoaffettivi
Affettivi
Affettivo (%)
19.5
30.8
5.1
Schizoaffett. (%)
2.3
4.6
2.3
Schizofrenico (%)
2.0
0.7
7.9
Rischio di disturbo
Schizofrenici
Baron et al., 1987
MODELLI TEORICI
DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
•
Modello binario o “dicotomico neo-kraepeliniano: disturbi
schizoaffettivi come varietà atipiche di:
- schizofrenia
- disturbi affettivi maggiori
•
Modello della “terza psicosi”: entità nosografiche distinte
sia dalla schizofrenia che dai disturbi affettivi.
•
Modello del “continuum psicotico”: i disturbi schizoaffettivi
occupano la parte intermedia di uno spettro ai cui estremi
si collocano le forme tipiche della schizofrenia e dei
disturbi affettivi maggiori (Beck, 1967; Kendell & Gourlay,
1970 Crow, 1986).
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
•
Disturbo Bipolare con sintomi psicotici non congruenti con
l’umore
•
Disturbo Depressivo Maggiore con sintomi psicotici non
congruenti con l’umore
•
Schizofrenia con agitazione e sintomi affettivi
•
Acinesia
•
Acatisia
•
Condizioni organiche che producono una combinazione di
sintomi affettivi e schizofrenici
•
Intossicazione da sostanze
•
Disturbo da Uso di sostanze
Disturbo Psicotico Breve
A. Presenza di uno (o più) dei sintomi seguenti:
1. deliri
2. allucinazioni
3. eloquio disorganizzato (per es., frequenti deragliamenti o incoerenza)
4. comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico.
Nota Non includere un sintomo che rappresenti una modalità di risposta
culturalmente sancita.
B. La durata di un episodio del disturbo è di almeno un giorno, ma meno di
un mese, con successivo pieno ritorno al livello di funzionamento
premorboso.
C. Il disturbo non è meglio giustificato da un Disturbo dell'Umore Con
Manifestazioni Psicotiche, da un Disturbo Schizoaffettivo, o da
Schizofrenia, e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza
(per es., una sostanza di abuso, un farmaco), o a una condizione medica
generale
Disturbo Delirante
A. Deliri non bizzarri (cioè, concernenti situazioni che
ricorrono nella vita reale, come essere inseguito,
avvelenato, infettato, amato a distanza, tradito dal
coniuge o dall'amante, o di avere una malattia) che
durano almeno un mese.
B. Il Criterio A per la Schizofrenia non è risultato
soddisfatto
Nota Nel Disturbo Delirante possono essere presenti
allucinazioni tattili o olfattive se sono correlate al tema
delirante.
C. Il funzionamento, a parte per quanto consegue al (ai)
delirio (i), non risulta compromesso in modo
rilevante, e il comportamento non è eccessivamente
stravagante o bizzarro.
D. Se gli episodi di alterazione dell'umore si sono
verificati in concomitanza ai deliri, la loro durata totale
è stata breve relativamente alla durata dei periodi
deliranti.
E. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di
una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un
farmaco), o a una condizione medica generale
TRANSNOSOGRAFIA DEL DELIRIO
Disturbi psicotici
Disturbi dell’Umore
Disturbi Organici
Delirio
Disturbo Delirante
Disturbi di Personalità
DOC
Il delirio è un sintomo aspecifico che può essere presente in un’ampia gamma di
disturbi, in associazione ad altri sintomi.
Nel caso dei DISTURBI DELIRANTI esso rappresenta la caratteristica “specifica”
del disturbo, ne costituisce l’asse portante e assume un ruolo “primitivo” nei
confronti di qualunque altra manifestazione associata.
DELIRIO
(DSM IV TR)
Falsa convinzione basata su erronee deduzioni
riguardanti la realtà esterna, che viene
fermamente sostenuta contrariamente a quanto
tutti gli altri credono e a quanto costituisce prova
ovvia e incontrovertibile della verità del
contrario.
DELIRIO
(Karl Jaspers)
Le idee deliranti sono giudizi di realtà
patologicamente falsati meglio definiti dai
seguenti criteri:
1.
Certezza soggettiva
2.
Incorreggibilità
3.
Assurdità (impossibilità) di contenuto
I DISTURBI DEL CONTENUTO DEL PENSIERO:
IL DELIRIO
1. Idee prevalenti: idee che si formano in
dipendenza di stati affettivi intensi;
assumono un carattere di importanza e
di priorità rispetto agli altri contenuti
mentali, tanto da dominarli in maniera
temporanea o duratura (es.: creatività,
ideologie, preoccupazioni).
2. Idee deliranti: patologiche in quanto
non
corrispondenti
alla
realtà
né
modificabili in base ad argomentazioni
razionali
o
dall’evidenza
dei
(difetto della coscienza di realtà).
fatti
Caratteristiche delle idee deliranti:
· Straordinaria convinzione con la
quale vengono mantenute;
· Non sono influenzate dall’esperienza
concreta e da confutazioni.
La capacità di critica non è distrutta, ma si
pone al servizio del delirio: il malato pensa,
esamina le ragioni e gli argomenti opposti
come se fosse sano.
Nelle idee deliranti l’errore sta nel contenuto,
mentre il pensiero formale è intatto.
I disturbi formali del pensiero conducono a
rappresentazioni confuse, ad opinioni
imbrogliate molto diverse dalle idee deliranti.
Delirio elementare: costituito da una o più idee deliranti scarsamente
elaborate, semplici, poco strutturate (spunti deliranti).
Delirio sistematizzato: insieme di idee deliranti ben strutturate,
collegate tra loro con modalità apparentemente logiche.
Temi tipici delle idee deliranti:
1.
Persecutori
2.
di gelosia
3.
mistici
4.
di riferimento
5.
di veneficio
6.
di influenzamento
7.
espansivi (di grandezza, genealogico, di onnipotenza)
8.
depressivi (di rovina, di colpa, ipocondriaci)
Jaspers
Deliri primari:
Si caratterizzano per la non derivabilità.
“Rimane sempre un grande residuo di incomprensibile, di
non evidente, di inconcepibile”.
Deliri Secondari:
“…risultano in modo comprensibile da altri processi
psichici, che quindi possiamo ricondurre psicologicamente
alle emozioni, alle pulsioni, ai desideri, ai timori”
Derivabilità
1. All’esame clinico appare in
continuità con lo stato
emotivo.
2. Non è incomprensibile ma si
sviluppa da una condizione
preesistente (dist. Affettivi o
di personalità).
3. Si lega ad esperienze
soggettivamente percepite.
DELIRI DERIVABILI
Idee deliroidi (Jaspers).
Reazioni deliroidi (Schneider).
Delirio di Rapporto Sensitivo (Kretschmer).
DELIRIO DI RAPPORTO SENSITIVO
•
Condizione delirante che si sviluppa da un substrato personologico
predisponente ( Personalità sensitiva).
•
Può essere indotta da un evento a notevole pregnanza emotiva.
LA PERSONALITÀ SENSITIVA
Si caratterizza per la tendenza all’isolamento
sociale, all’eccessiva critica di sé, e per la
chiusura al mondo esterno.
1. Difficoltà relazionali
2. Ipersensibilità al giudizio altrui
3. Insicurezza marcata riguardo i
comportamenti sociali
4. Introversione e timidezza
La Personalità Borderline: lo Stress
Una modalità pervasiva di instabilità
nelle relazioni interpersonali,
dell’immagine di sé e dell’umore ed
una marcata impulsività…
…sforzi disperati di evitare un reale o
immaginario abbandono…
…alterazione dell’identità: immagine di
Sé e percezione di sé marcatamente e
persistentemente instabili…
… Ideazione paranoide, o gravi sintomi
dissociativi transitori, prevalentemente
legati allo stress…
La Personalità Paranoide: il Sospetto
Diffidenza e sospettosità pervasive…
…sospetta, senza una base sufficiente,
di essere sfruttato, danneggiato,
ingannato…
…dubita senza giustificazione della
lealtà o affidabilità di amici e colleghi…
… è riluttante a confidarsi…
… scorge significati nascosti, umilianti
o minacciosi…
… porta costantemente rancore… non
perdona…
…percepisce attacchi al proprio ruolo o
reputazione…
Quando definiamo una persona “sospettosa” di solito ci riferiamo… al suo continuo
aspettarsi degli inganni…
Il pensiero sospettoso è rigido in modo eccezionale, impressionante…”
(Shapiro, 1965)
Le persone sospettose in generale non
ignorano neppure un dato, anzi, li
esaminano molto attentamente. Ma li
esaminano con uno strano pregiudizio,
scartando quel che non riguarda le loro
supposizioni e cogliendo qualsiasi
cosa le confermi…
… La persona sospettosa considera
una comunicazione o una situazione
non per apprendere quel che è, ma per
capire quel che significa…
…Il paranoico guarda il mondo in cerca
di indicatori…
Il suo interesse non è per il mondo
reale, ma per il mondo che sta dietro…
… qualsiasi cosa faccia una persona
paranoide ha uno scopo, un
proposito…(è interessante notare che
egli suppone che anche gli altri si
comportino allo stesso modo…)
(Shapiro, 1965)
La Personalità Paranoide
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