SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI
2013
 Roma 24 settembre- 11 dicembre 2013
 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa
2° anno 9 crediti (inclusi crediti Laboratorio)
Orario: (lunedì 15-17 Aula Blu2- NO)
Martedì 11-13 Aula Bianchi Bandinelli
Mercoledì 12-14
“
(Aula in via Scarpa 16 diventerà Blu1 dal 14
ottobre)
 E-mail: [email protected]
 Stanza B12 Via Salaria113, tel.: 06 49918446ricevimento mercoledì 15.30-17
1
La settimana scorsa
 Sintesi del corso
 Introduzione alla sociologia
dell’organizzazione e del lavoro
 Processo storico, economico, sociale e
geografico in cui comprendere le
sociologie economiche
 Rivoluzione industriale e post
industriale: qual è il punto di cesura?
 La metafora della rete
2
La attuale crisi
 Chiude definitivamente il periodo
fordista (ma forse non nei Bric)
 E’una delle numerose crisi del
capitalismo?
 È una crisi sistemica?
 Vedremo le risposte soprattutto di
Gallino e Crouch
3
Gallino finanzcapitalismo
4
Mega-macchine sociali = grandi
organizzazioni gerarchiche che
usano masse di esseri umani
 Hanno costruito le piramidi in Egitto
occupando migliaia di uomini per +
generazioni
 Apparato amministrativo militare
dell’Impero Romano
 Nel sec.XX esercito tedesco e
Burocrazia economica dell’Urss
 Ma il finanzcapitalismo le ha superate
perché planetaria ed estesa in economia,
società, natura, persone
5
una parola nuova per sottolineare
che siamo ad un punto di svolta
 Il finanzcapitalismo per Gallino è una
mega-macchina globale che ha lo scopo di
massimizzare il valore estraibile
 sia dagli esseri umani
 sia dagli ecosistemi.
La grave crisi economica (ma anche
culturale e politica) che stiamo vivendo è la
crisi di questa civiltà-mondo dominata dal
sistema finanziario
6
Il motore non è la produzione di
merci, ma il sistema finanziario
Il denaro viene impiegato, investito, fatto circolare
sui mercati allo scopo di produrre immediatamente
una maggior quantità di denaro.
In un crescendo patologico sempre più fuori
controllo.
È possibile correggere le storture più evidenti
della civiltà malata del denaro?
Questo processo è di natura epocale
Gallino prova anche a indicarci le strade possibili
della «salvezza», le vie di fuga.
7
Per Gallino il finanzcapitalismo va al
di là della produzione di valore di
Marx
 Nel sistema precapitalista M¹-D-M²
 Dalla produzione di valore del
capitalismo industriale→ D1 - M - D2
(dove D2 – D1 = plusvalore, profitto)
a D1 - D2 → denaro che produce + denaro
al di sopra della crescita del Pil mondiale e
quindi a spese di altri (ad es salari in flessione)
o in forma solo nominale → bolla finanziaria
8
Componenti strutturali del
finanzcapitalismo
1) Banche e assicurazioni da cui dipendono
altre + piccole→ rete inestricabile, ma
con dirigenti, dipendenti, azionisti,
proprietari individuabili al contrario della 2)
2) Finanza ombra (non è chiaro chi sono i
proprietari etc.) ≈ derivati + società prive di
sostanza organizzativa + “veicoli” per portare
fuori bilancio delle banche attivi + migliaia di
intermediari
3) Investitori istituzionali
9
Investitori istituzionali e intrecci
tra le 3 componenti
3) Investitori istituzionali = fondi
pensione + fondi comuni di investimento e speculativi (o hedge founds)
gestiscono $60 trilioni (1 trilione = 1000
miliardi), ≈ il Pil mondiale → influiscono sui
bilanci statali e delle multinazionali
le 3 componenti del finanzcapitalismo
hanno continui scambi di denaro e il 3°
pesa sul 1° anche per assunzione e
licenziamento dirigenti
10
Una crescita spropositata
 1980 attivi finanziari ≈ PIL mondo
 2007 attivi finanziari ≈ 4 volte il PIL
In teoria secondo Basilea 1 e 2 obbligo per le
banche di tenere in cassa 8% di quel che
prestano (10% negli USA)
In pratica le tecniche dei crediti fuori
bilancio fanno aumentare l’effetto leva di
cifre molto superiori
11
Una civiltà asservita alla finanza
dalla politica
 2007- 2009 gli stati hanno salvato
banche e assicurazioni troppo grandi
per fallire con 12-15 trilioni di $
 2010 la finanza, specie quella
ombra, riparte all’attacco mettendo a
rischio risparmi e monete, condizioni
di lavoro e welfare →qualità della vita e
democrazia → senso di un’intera civiltà
12
CIVILTA’=
 Particolare modo, storicamente
determinato, di strutturare economia,
politica, cultura e comunità
 scontro tra civiltà di Huntington (1993) era
riferito allo scontro tra Occidente e Islam,
ma venivano individuate altre 6 civiltà
(confuciana, giapponese, indù, slavoortodossa, latino americana, africana).
 Dopo 20 anni quali sono ancora autonome?
13
Schema AGIL funzionamento della
società di Parsons e Munch 1984 “La
struttura del moderno”-
Azioni
Esterno
strumentali
espressive
1.Adattamento
2.Scopi (Goals)
Economia: imprese e politica: stato
finanza
Interno
4.Latenza:
Mantenimento
motivazioni:
comunità
famiglia, scuola
3. Integrazione tra
le parti del sistema:
cultura
Magistratura,
partiti Sindacati
Intreccio politica–Economia e finanza indebolisce
Cultura e Comunità↓
14
Dallo scontro tra civiltà all’
occidentalizzazione del mondo→
1 sola civiltà e a rischio
1. Assottigliamento dei confini tra i 4 sottosistemi
→Economia intrecciata alla politica, cultura
riflesso di tale intreccio, forme di agire nella
comunità con modalità di tipo economico
2. Va tenuto conto dei limiti del pianeta, non
basta + depredare altre civiltà: si tolgono
risorse alle generazioni future
3. Interconnessione, non tanto per le tecnologie,
quanto per la diffusione di imprese
transnazionali Usa e Ue con organizzazione
del lavoro e tipo di merci standardizzate
15
Interconnessione culturale
 Fin dalla metà del ‘900 ( e anche
prima con la radio) diffusione di
prodotti culturali di massa (cinema ,
serie Tv, musica) di prevalente origine
nord-americana accelerata dalla Rete
 Scambi commerciali attivati dal WTO
→ uniformazione modelli di consumo
16
Una crisi di civiltà
Altaver: Sulle piaghe capitalistiche. Crisi energetica e
collasso climatico, fame e caos finanziario, 2009
a. Squilibrio tra potenzialità tecnologiche ed
economiche e condizioni di vita→1,5 mld di ricchi
e il resto della popolazione
b. Tipo di esistenza umana, personalità e carattere→Sennet: corrosione del carattere a causa del
capitalismo flessibile- Harendt, Vita activa 1958, dramma
di chi è senza lavoro quando l’identità è fondata su di esso
c. Lo sviluppo senza fine è insostenibile →impronta
ecologica = 1,3 mondi – 60 mesi al collasso dell’ecosistema (New economic foundation, 2009) → lo scongelamento dell’Artico fa temere che questi calcoli siano ottimistiNUOVO RAPPORTO UNEP RILANCIA ALLARME
17
Origini trentennali crisi finanziaria
 1987 crollo delle borse Usa, G.B.,
Hong Kong
 1997/8 bolla finanziaria Asia
orientale, America Latina, Russia
 2002/3 crollo borse Usa
 Causa a breve scatenante debito
pubblico e privato finanziarizzato
 Cause di fondo la forma della civiltà
mondo in cui predomina l’economia e
la progressiva deregolamentazione
18
Economia e politica: gli
sconfinamenti reciproci
 dopo la crisi del 1929 sistema finanziario
posto sotto controllo con interventi
Keynesiani di F.D. Roosevelt ↘stato sociale,
politiche antirecessive e di controllo del
mercato
 Oggi sembra che la politica sia stata
sopraffatta dall’economia anche in conseguenza delle tecnologie (spostamento di
enormi capitali con un click), ma di fatto è
stata scelta una politica di liberalizzazioni↓
19
La politica:
cosa doveva fare Che cosa ha fatto
 Adattare l’economia ai  Ha fatto il
bisogni della società
contrario
 Proteggere
 Al più soccorre
dall’insicurezza
le persone in
socio-economica
ultima istanza
 Difendere e creare beni  Privatizza beni
comuni
comuni
20
Le porte girevoli tra politica ed
economia
A partire dalla liberalizzazione dei capitali
negli anni ’80 negli Usa e in Ue, ci sono:
 Sconfinamenti di interventi e responsabilità,
anche con organizzazioni internazionali
 Ripetuti scambi di personale (revolving
doors) e conseguenti conflitti d’interesse
tra controllori, controllati e mediatori o
quanto meno comunanza di linguaggio e
schemi interpretativi
21
22
Crisi e neoliberismo
 Il neoliberismo è un insieme di filoni
accomunati dall’idea che il mercato
sia il mezzo migliore per appagare i
desideri umani, preferibile agli stati e
alla politica
 La crisi 2007 è un palese fallimento
del mercato: come mai non ha messo
in crisi le idee neoliberiste ancora
dominanti in politica ed economia?
23
Crisi finanziaria e banche
 Le banche, impegnate a massimizzare i loro
profitti, operano nel più puro dei mercati:
perché non contribuiscono sempre e
comunque ad accrescere il benessere
complessivo dell'uomo?
 Perché gli odierni mercati finanziari –
forse la forma più sofisticata di mercato
della storia umana – sono incappati in una
crisi che dura da 6 anni?
 Perché non si sono corretti da sé, come
aveva dimostrato la teoria economica più
avanzata?
24
Banche e governi
 Perché le banche si sono rivolte ai governi
chiedendo di salvarle con somme di denaro
ingenti?
 Non è un paradosso se gli stessi governi
asseriscono di essere molto meno efficienti
delle imprese sul mercato, e di dover
ridurre al minimo i propri interventi sul
mercato?
 Le banche “troppo grandi per fallire” che si
fanno aiutare dai contribuenti, indicano una
debolezza del neoliberismo
25
Come risolvere questo giallo?
 Accanto a stato e mercato, c’è un terzo
protagonista
 Il neoliberismo di fatto non favorisce la
libertà dei mercati, ma favorisce le
imprese transnazionali (tnc)
 Potere politico delle imprese giganti emerge
con le attività di lobbies presso i governi
e con la capacità di scegliere su scala
mondiale i paesi con il regime giuridico più
favorevole (regime shopping) per
localizzarvi i propri investimenti.
26
 Sapete la differenza tra imprese
transnazionali e imprese
multinazionali?
 La Nike e la CocaCola come le
considerate?
27
Il liberismo: le origini
 Significato mutevole di liberismo nel
tempo e nello spazio
 Nel ‘600 i liberali erano rivoluzionari che si
opponevano alla monarchia e alle gerarchie
ecclesiastiche e cercavano di ottenere libertà di
pensiero – e poi di commercio col crescere
della borghesia commerciale e industriale →
separazione tra stato, economia e Chiesa e
politica → separazione tra stile di vita
individuale e giudizio morale
28
Il liberismo nel ‘700 e nell’ ‘800
 Nel ‘700 libertà è con uguaglianza e fraternità tra
le parole della rivoluzione francese (contro la
nobiltà e l’assolutismo monarchico e per la
separazione dei poteri nello stato)
 A fine ‘800 negli stati nazione i diritti
borghesi erano diventati fonte di
dominio e potere
 Molti osservatori sociali lamentavano il
primato del mercato e del denaro su ogni
altro aspetto della vita
 Nascono 2 correnti di pensiero liberale
contrapposte↓
29
Divaricazione tra liberali a inizio
‘900
 Attenzione ai diritti
 attenzione
individuali incluso quello
alla libertà
delle masse lavoratrici ad
di proprietà
uscire dalla povertà ↓
e di mercato
Affidamento sempre più sullo
stato (vecchio nemico dei
 In sintonia
liberali)
con gli
 In scomoda compagnia coi
antichi
socialisti che volevano abolire
avversari
la proprietà privata
conservatori
30
Dopo la I guerra mondiale si
affermano approcci politici che
prevedono l’intervento dello stato
 Comunismo in URSS
 Fascismo in Italia e Spagna e nazional
socialismo in Germania
 Socialdemocrazie nei paesi scandinavi
e dopo la crisi del 1929 politiche
keynesiane di gestione della domanda
contro la disoccupzione e welfare
state anche negli Usa
31
Dopo la II guerra mondiale
l’intervento dello stato si rafforza
 Il liberalismo sopravvisse solo come
rivendicazione di diritti e libertà individuali
 Quando con la guerra fredda si affermò il
Mc Cartysmo negli Usa (persecuzione di
anarchici, socialisti e comunisti), i “liberals”
si opposero
 In Germania poiché Hitler era stato
appoggiato da imprese gigantesche si
guardò con favore alla legislazione antitrust
(ordoliberalismus, che negli anni ’80
diventa = stato sociale interventista)
32
Ordo liberalismus o economia
sociale di mercato
 In Austria, Olanda e Germania al
Compromesso sociale tra lavoratori e
classi dirigenti delle socialdemocrazie
si aggiunse quello tra imprese che
accettano la libertà di organizzazione
dei lavoratori e ne permettono una
limitata partecipazione
all’organizzazione e sindacati attenti
anche a un funzionamento efficiente
dei mercati
33
La seconda occasione del neo
liberismo
 Senza relazioni neo-corporative tra
sindacati e imprese alla lunga le
politiche Keynesiane producevano
inflazione → nascono idee monetariste ≈
richieste allo stato di contenere la massa
monetaria (Friedman, premio Nobel nel 1976
che applica le sue teorie al Cile dopo il golpe) e
→ economia sociale di mercato (Von Hayek,
premio Nobel nel 1974)
34
I nuovi convertiti al neo- liberismo
 Ocse (Org. per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico dei paesi sviluppati), che fino a
metà anni ’70 aveva raccomandato interventi
Keynesiani
 Anni ’80 Thacher e Reagan, che
paradossalmente eliminò l’anti-trust, favorendo
la demolizione del Fmi, la supremazia dei
giganti a danno dei consumatori, dicendo di
voler proteggere il benessere dei consumatori
(idea paternalista) e dei lavoratori (ma
smantellando la legislazione protettiva)
 Inizio XXI sec UE ripudia il modello sociale
europeo ≈ bilanciamento tra diritti sociali ed esigenze
di competitività, proprio mentre l’Ocse riconsiderava
l’importanza della tutela del lavoro
35
I neo-liberisti contro le imprese
pubbliche
 L’attacco è contro quelle presenti in
situazioni di monopolio naturale
(ettricità e acqua)
 La privatizzazione non sempre
favorisce l’efficienza dei servizi
pubblici
 Applicazione in toto del neo liberismo
solo in situazioni non democratiche ↓
Cile di Pinochet e Singapore
36
Il neo-liberismo: oggi
 Negli stati ex socialisti è di destra
≈ applicazione rigorosa dei principi di mercato che
comporta smantellamento stato sociale
Negli Usa i “liberals” sono contrari alle posizioni
fondamentaliste delle religioni (ad es.
movimenti per la vita) e persino fautori
dell’intervento statale in economia
37
La vittoria del neo liberismo sul
modello keynesiano:
Dipende anche da trasformazioni sociali
 Il modello keinesiano era orientato
soprattutto agli interessi dei lavoratori
manuali
 Una classe sociale storicamente in
declino in Occidente
38
Il mercato e i suoi limiti
 L’immagine di imprese efficienti e orientate al cliente
versus servizi pubblici incompetenti ed arroganti non
tiene conto dei limiti del mercato↓
 Sistema privato non omogeneo
 Società è qualcosa di più della somma di individui
 Esclusione scelte etiche
 “ + mercato possibile e tutto lo stato che occorre” dei
Socialdemocratici si è trasformato nell’usare
l’intervento statale solo per migliorare il mercato ↓
Non si elimina il fallimento più rischioso del mercato:
le grandi concentrazioni che indeboliscono la
democrazia e lo stesso mercato
39
Riprendiamo quanto già detto
 Accanto a stato e mercato, c’è un terzo
protagonista
 Il neoliberismo di fatto non favorisce la
libertà dei mercati, ma favorisce le
imprese transnazionali (tnc)
 Potere politico delle imprese giganti emerge
con le attività di lobbies presso i governi
e con la capacità di scegliere su scala
mondiale i paesi con il regime giuridico più
favorevole (regime shopping) per
localizzarvi i propri investimenti.
40
Intreccio governi tnc
Ulteriori fattori rafforzano le tnc.
1. Tendenza crescente dei governi a subappaltare molte delle loro attività a imprese
private, che si trovano così coinvolte nella
definizione di politiche pubbliche.
2. La"responsabilità sociale dell'impresa“ è
un processo in base al quale le aziende si
assumono compiti al di là della loro pura
attività economica, trovandosi, ancora una
volta, a fare politiche pubbliche.
3. I giganti finanziari non hanno perso
potere con la crisi, pur avendola provocata
41
Le vittime delle Tnc: la democrazia
e il mercato
 La partecipazione alle decisioni
politiche delle Tnc “dall’interno”
contribuisce a svuotare la democrazia
 Il mercato, nel senso di libera
concorrenza, diventa residuale.
Mentre si parla di conflitto tra Stato e
Mercato, di fatto vi è un “confortevole
adattamento” tra Tnc, stato, mercato
42
La capacità di riclassificare la crisi
come crisi della spesa pubblica
 Le banche hanno provocato la crisi,
sono state salvate dagli stati,ma dopo
3-4 anni sono riuscite a convincerci
che la causa della crisi sia l’eccesso di
spesa pubblica!
 I dipendenti pubblici perdono il
lavoro, mentre le retribuzioni dei
banchieri tornano a livelli pre-crisi
43
44
Il ruolo della società civile
 E’ utopistico per Crouch pensare di
liberarsi della grande impresa come
hanno tentato i marxisti e il
liberalismo di Jefferson
 Ma la società civile può portare alla
luce i misfatti della confortevole
triangolazione: Stato, mercato, Tnc
 E cercare di modificarli
45
Aspetti comuni a Gallino e Crouch
 Attenzione al neo-liberismo
 La attuale globalizzazione è poco
democratica
 Bisogna guardare aldilà dello stato
nazione
 Vanno smascherati gli intrecci tra
politica ed economia
46
Differenze tra
Gallino
Crouch
 La crisi mette in
risalto l’affermazione di un nuovo
capitalismo
 L’attenzione va
anche alle relazioni
tra Nord e Sud del
mondo
 La crisi è
conseguenza di
una globalizzazione
in cui le Tnc hanno
sempre più potere
 L’attenzione è più
orientata
all’Occidente
47
Gallino
Che fare?
 Servono nuove
regole per la
finanza, sia a
livello nazionale,
che europeo e
mondiale
 Bisogna difendere
e creare beni
comuni
Crouch
 Lo stato nazione
non ha la forza di
contrapporsi alle
Tnc
 I mass-media sono
asserviti
 Rimane la società
civile
48
Intreccio governi tnc
Ulteriori fattori rafforzano le tnc.
1. Tendenza crescente dei governi a subappaltare molte delle loro attività a imprese
private, che si trovano così coinvolte nella
definizione di politiche pubbliche.
2. La"responsabilità sociale dell'impresa“ è
un processo in base al quale le aziende si
assumono compiti al di là della loro pura
attività economica, trovandosi, ancora una
volta, a fare politiche pubbliche.
3. I giganti finanziari non hanno perso
potere con la crisi, pur avendola provocata
49
Le vittime delle Tnc: la democrazia
e il mercato
 La partecipazione alle decisioni politiche delle Tnc “dall’interno”
contribuisce a svuotare la democrazia
 Il mercato, nel senso di libera
concorrenza, diventa residuale.
Mentre si parla di conflitto tra stato e
Mercato, di fatto vi è un “confortevole
adattamento” tra Tnc, stato, mercato
50
La capacità di riclassificare la crisi
come crisi della spesa pubblica
 Le banche hanno provocato la crisi,
sono state salvate dagli stati,ma dopo
3-4 anni sono riuscite a convincerci
che la causa della crisi sia l’eccesso di
spesa pubblica!
 I dipendenti pubblici perdono il
lavoro, mentre le retribuzioni dei
banchieri tornano a livelli pre-crisi
51
52
Il ruolo della società civile
 E’ utopistico per Crouch pensare di
liberarsi della grande impresa come
hanno tentato i marxisti e il
liberalismo di Jefferson
 Ma la società civile può portare alla
luce i misfatti della confortevole
triangolazione: Stato, mercato, Tnc
 E cercare di modificarli
53
Aspetti comuni a Gallino e Crouch
 Attenzione al neo-liberismo
 La attuale globalizzazione è poco
democratica
 Bisogna guardare aldilà dello stato
nazione
 Vanno smascherati gli intrecci tra
politica ed economia
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Differenze tra
Gallino
Crouch
 La crisi mette in
risalto l’affermazione di un nuovo
capitalismo
 L’attenzione va
anche alle relazioni
tra Nord e Sud del
mondo
 La crisi è
conseguenza di
una globalizzazione
in cui le Tnc hanno
sempre più potere
 L’attenzione è più
orientata
all’Occidente
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Gallino
Che fare?
 Servono nuove
regole per la
finanza, sia a
livello nazionale,
che europeo e
mondiale
 Bisogna difendere
e creare beni
comuni
Crouch
 Lo stato nazione
non ha la forza di
contrapporsi alle
Tnc
 I mass-media sono
asserviti
 Rimane la società
civile
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materiali/9.44.06_3-4Sist ORGcompl2013-1-2 ott