Indicatori compositi
Il turismo e l’economia
Corso in Fonti, metodi e strumenti per l’analisi dei flussi turistici
A.A. 2010-2011
Prof.ssa Barbara Baldazzi
Corso di Laurea PROGEST
Facoltà di Lettere e Filosofia
Università di Tor Vergata
Indicatori
Una misura quantitativa o qualitativa diventa indicatore
quando a questa attribuiamo uno stretto legame con un
referente concettuale che fa parte di un modello di ricerca
(a priori) o di uno schema interpretativo (a posteriori).
Uno stessa misura assume significati diversi se usato in
contesti diversi di ricerca
Alcuni indicatori sono utili a confrontare più nazioni (o
sottopopolazioni).
Un indicatore calcolato in intervalli regolari di tempo è utile
ad evidenziare la direzione dei cambiamenti.
Un indicatore composito è costituito quando degli
indicatori semplici sono raggruppati in un solo
indicatore sulla base di un modello teorico
Indicatori compositi (CIs)
Vantaggi:






Riassumono le realtà complesse, multidimensionali con un
solo indicatore utile per i decision-makers
Più semplici da interpretare di una batteria di molti
indicatori
Possono valutare il progresso di una nazione nel tempo
Riducono la vastità di indicatori senza perdere le
informazioni di base
Più facili da comprendere e comunicare (ai media, ai
cittadini, ecc.)
Possono essere usati per confrontare dimensioni
effettivamente complesse
Indicatori compositi (CIs)
Svantaggi:




Possono dare falsi messaggi politici se costruiti male o mal
interpretati
Possono suggerire conclusioni politiche semplicistiche
Possono essere manipolati e costruiti secondo i desiderata
dei politici se il processo di costruzione non è trasparente
e/o mancante di principi concettuali e/o di metodologia
statistica
La selezione degli indicatori semplici da inserire e il
sistema di pesi possono essere soggetti a disputa politica
Indicatori compositi (CIs)
OECD e Joint Research Centre nel 2008 hanno compilato l’Handbook
on Constructing Composite Indicators che definisce in 10 passi come
costruire degli indicatori compositi
1.
Theorethical framework
2.
Data selection
3.
Imputation of missing data
4.
Multivariate analysis
5.
Normalisation
6.
Weighting and aggregation
7.
Uncertainty an sensitivity analysis
8.
Back to the data
9.
Links to other indicators
10. Visualisation of the results
1 - Theoretical framework
IL QUADRO TEORICO: è uno dei compiti più ardui per il
ricercatore
 Avere chiaro la definizione del fenomeno
multidimensionale che si vuole misurare
 Riuscire a strutturare in sottogruppi il fenomeno
 Compilare una lista di criteri per definire le variabili di
interesse (es. pensare ad indicatori soggettivi o oggettivi, di
input, di processo o di output, ecc…)
 È alla base della selezione e combinazione di variabili che
poi diventeranno, aggregandosi, un indicatore significativo
per conoscere il fenomeno che si sta indagando
 In questa fase si devono coinvolgere gli esperti
2 - Data selection
LA SELEZIONE DEGLI INDICATORI:
 Si basa sulla scelta di indicatori ricavati dal quadro teorico
 Gli indicatori devono rispondere ad alcune proprietà:
copertura dei soggetti da analizzare (nazioni, popolazioni,
ecc), essere misurabili (disponibili da dati secondari o
rilevati al momento), ricavabili con metodologie
possibilmente univoche (es. si può decidere di accettare o
no le proxy)
 Controllo della qualità degli indicatori, della robustezza
 Possibilità di creare alcune prime tavole di riepilogo (ad
esempio per nazioni) a secondo delle caratteristiche:
disponibilità dell’indicatore, fonte dei dati, tipo di
indicatore, unità di misura, ecc
3 - Imputation of missing data
L’IMPUTAZIONE DEI DATI MANCANTI:
 È necessaria per non avere dei dataset incompleti
 Si possono stimare con metodologie statistiche i valori
mancanti
 Si possono adottare alcune misure per controllare, ed
eventualmente escludere, gli outliers
4 - Multivariate analysis
ANALISI MULTIVARIATA:
 Per valutare la struttura dei dati: ad esempio facendo
analisi multivariate singolarmente per ogni nazione, o per
ogni indicatore semplice
 Si possono identificare gruppi di indicatori simili
 Con le analisi multivariate si studia la struttura complessa
del dataset completo dei dati e queste analisi sono la guida
successiva per decidere le successive scelte
metodologiche come i pesi
5 - Normalisation
NORMALIZZAZIONE DEI DATI:
 Serve per rendere comparabili i dati
 Bisogna selezionare il metodo di normalizzazione più utile
che rispetti il quadro teorico e le proprietà dei dati
 Si deve tenere conte degli outliers e decidere come
normalizzarli
 Si possono operare aggiustamenti di scala, se necessari
6 – Weighting and aggregation
PROCEDURE PESI E RAGGRUPPAMENTI:
 Se il quadro di riferimento li contempla
 Bisogna scegliere la procedura pesi più appropriata
7 – Uncertainty and sensitivity analysis
ANALISI DELL’INCERTEZZA E DELLA SENISIBILITA’:
 Sono analisi statistiche che servono a verificare la
robustezza e la sensibilità dell’indicatore composito
 Servono ad escludere o includere indicatori semplici, a
migliorare l’imputazione dei valori mancanti, a migliorare
lo schema di normalizzazione, alla scelta dei pesi e dei
metodi di raggruppamento
8 – Back to the data
RITORNO AI DATI DI PARTENZA
 È necessario per capire come funziona l’indicatore
composito
 Si ottiene controllando la correlazione dell’indicatore
composito con gli indicatori semplici per nazione o
sottopopolazione oppure evidenziando quali indicatori
hanno contribuito di più a formare l’indicatore complesso
9 – Links to other indicators
AGGANCIO AD ALTRI INDICATORI
 Si può collegare l’indicatore composito con altri indicatori
(semplici o compositi) già esistenti
10 – Visualisation of the results
VISUALIZZAZIONE DEI RISULTATI
 Bisogna porre molta attenzione alla visualizzazione dei
risultati perché questa può influenzare l’interpretazione
dei risultati
Tourism & Travel Competitiveness
Index (TTCI)


TTCI è un indice creato ogni anno dal World Economic
Forum
Sintetizza quei fattori e quelle politiche che rendono più o
meno vantaggioso lo sviluppo del settore turismo e
trasporti nei paesi analizzati. L’Italia risulta al 27°
posto, dietro tutti i paesi industrializzati (indice 4,9)
Tre grandi aree e sottoindici:
1) la regolamentazione e l’ambiente normativo.
2) il business environment e le infrastrutture.
3) le risorse umane, culturali e naturali.
Tourism & Travel Competitiveness
Index (TTCI)
1) la regolamentazione e l’ambiente normativo.
Questo macro-indicatore è costruito sulla base
della valutazione data in generale sull’assetto legislativo e
regolamentare, in particolare sulle norme che
disciplinano la protezione ambientale, la sicurezza, la
salute e l’igiene. In questo ambito l’Italia, con un
punteggio di 5,0 risulta al 45° posto;
Tourism & Travel Competitiveness
Index (TTCI)
2) il business environment e le infrastrutture. Il
sottoindice include tra le variabili di base i trasporti,
aereo e di terra, le infrastrutture turistiche (noleggio
auto, sportelli bancomat, ecc.), la disponibilità e l’utilizzo
delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
(ICT) e i fattori di competitività di prezzo (inclusi il costo
del carburante, le tasse aeroportuali, ecc.). Per questa
dimensione l’Italia si colloca al 27° posto con un
punteggio di 4,8;
Tourism & Travel Competitiveness
Index (TTCI)
3) le risorse umane, culturali e naturali. Tra le variabili
puntuali vi sono il grado di formazione professionale, di
flessibilità del mercato del lavoro, la qualità del sistema
scolastico, nonché il grado di apertura del settore
turistico nazionale e l’approccio verso i turisti stranieri.
Per la dotazione di tali risorse l’Italia risulta al 15° posto
con un punteggio di 4,8.
Pilastri per il TTCI
I tre sottinsiemi visti in precedenza aggregano le informazioni
richieste attraverso14 “pilastri”:
1. Policy rules and regulations
2. Environmental sustainability
3. Safety and security
4. Health and hygiene
5. Prioritization of Travel &
Tourism
6. Air transport infrastructure
7. Ground transport
infrastructure
8. Tourism infrastructure
9. ICT infrastructure
10. Price competitiveness in the
T&T industry
11. Human resources
12. Affinity for Travel & Tourism
13. Natural resources
14. Cultural resources
Metodologia
L’indicatore è una sintesi di variabili ricavate in parte
dall’Executive Opinion Survey eseguita dal World
Economic Forum e in parte come “hard data” ossia dati
quantitativi derivati da fonti statistiche nazionali.
Le domande della Survey chiedono di esprime un giudizio
(su una scala da 1 a 7, dove la risposta 1 corrisponde al
punteggio più basso e la risposta 7 al punteggio più alto)
su alcune componenti economiche e strutturali del
proprio paese. Gli intervistati sono circa 13.000
personalità scelti tra i “business executives worldwide”
Metodologia
Ogni valore è “normalizzato” in una scala da 1 a 7 (1=minimo,
7= massimo)
La formula standard per valori dove il massimo è la situazione
migliore è la seguente:
valore della nazione – valore minino
6x
+1
valore massimo – valore minimo
Se l’indicatore ha il suo valore “migliore” nel valore minimo la
formula è la seguente:
valore della nazione – valore minino
-6 x
+7
valore massimo – valore minimo
Metodologia
Per ognuno dei 14 “pilastri” si calcola ma media artimetica
semplice tra i valori delle variabili (verrà un numero
compreso tra 1 e 7)
Dai 14 “pilastri” si arriva ai 3 sottoindici sempre atraverso
una media aritmetica semplice dei valori calcolati sui 14
“pilastri” (verrà un numero compreso tra 1 e 7)
Il TTCI è dato dalla media aritmetica semplice calcolata sui 3
sottoindici (verrà un numero compreso tra 1 e 7)
Metodologia
T&T regulatory framework
= 5.0
 Policy rules and regulations
= 4.3
 Environmental sustainability
= 4.7
 Safety and security
= 5.2
 Health and hygiene
= 6.2
 Prioritization of Travel & Tourism
= 4.6
Media = (4.3+4.7+5.2+6.2+4.6)/5 = 25/5 = 5.0
T&T business environment and infrastructure = 4.8
 Air transport infrastructure
= 4.4
 Ground transport infrastructure
= 4.5
 Tourism infrastructure
= 7.0
 ICT infrastructure
= 4.5
 Price competitiveness in the T&T industry= 3.6
Media = (4.4+4.5+7.0+4.5+3.6)/5 = 24/5 = 4.8
Metodologia
T&T human, cultural, and natural resources 4.8
 Human resources
= 5.1
 Education and training
= 5.0
 Availability of qualified labor
= 5.3
 Affinity for Travel & Tourism
= 4.4
 Natural resources
= 3.7
 Cultural resources
= 6.1
Media = (5.1+5.0+5.3+4.4+3.7+6.1)/6 = 29.6/6 = 4.8
TTCI = (5.0 + 4.8 + 4.8)/3= 4.9
Tourism & Travel Competitiveness
Index (TTCI)
“Lo svantaggio dell’Italia è ampio soprattutto per le
restrizioni imposte alla proprietà estera e agli investitori
esteri; per la scarsa rilevanza attribuita dai policymaker alle politiche per il turismo, specificamente
per un turismo ecosostenibile e per gli interventi a
sostegno dell’industria turistica; per la mancanza di
un’efficace strategia di marketing e di branding”
(Confindustria).
A ciò si aggiunge una bassa qualità dei trasporti interni,
rigidità del mondo del lavoro e una scarsa considerazione
del capitale umano
Perché e cosa si misura
Il turismo genera il 10% del Prodotto Interno Lordo
(PIL)
Oggi c’è, quindi, la necessità di conoscere il ruolo che il
turismo gioca, direttamente, indirettamente o attraverso
effetti indotti sull’economia in termini di generazione di
valore aggiunto, occupazione, redditi, ecc.
Principali aggregati e metodologie di studio:
 Prodotto interno lordo imputabile al turismo
 Valore aggiunto per l’industria turistica e l’economia
turistica
 Bilancia dei pagamenti
 Conto satellite del turismo
 Occupazione nel turismo
Cosa si misura
Valore aggiunto: In economia il valore aggiunto o
plusvalore, è la misura dell'incremento di valore che si
verifica nell'ambito della produzione e distribuzione di
beni e servizi grazie all'intervento dei fattori produttivi:
capitale e lavoro. L‘’impresa acquista beni e servizi
necessari a produrre altri beni e servizi. La differenza tra
il valore dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e
servizi acquistati per essere impiegati nel processo
produttivo è il valore aggiunto.
Cosa si misura
Nel turismo si parla di Industria turistica e di Economia
turistica
Il Valore Aggiunto delle Industrie Turistiche somma il
valore aggiunto totale di tutti i produttori caratteristici,
indipendentemente dal fatto se tutta o parte della
produzione è fornita ai visitatori, e lascia fuori gli effetti dei
consumi turistici su altre attività produttive.
Dato che il “carattere turistico” di una particolare produzione
non è definito dalla sua particolare natura ma dagli scopi
perseguiti dai consumatori nei loro acquisti, c’è un gap
evidente tra la produzione di industrie turistiche (offerta
turistica) ed il consumo interno turistico (domanda
turistica).
Cosa si misura
Il Valore Aggiunto Turistico, è definito come il valore aggiunto
generato nell’economia dalle industrie turistiche e dalle
altre industrie in risposta al consumo interno turistico.
Il Valore Aggiunto Turistico include la proporzione di valore
aggiunto generato da tutte le industrie nel processo di
fornitura di beni e servizi direttamente ai visitatori o
potenziali visitatori, o a terze parti per il loro beneficio.
Es., il Valore aggiunto dell’industria turistica include tutto il
valore aggiunto generato dai ristoranti in quanto queste
attività sono incluse nelle industrie turistiche (include il
valore aggiunto generato dai pasti serviti nei ristoranti ai
visitatori, ma esclude il valore aggiunto corrispondente ai
pasti serviti da quegli stessi ristoranti ai non-visitatori).
Cosa si misura
Il GDP o PIL è un aggregato della contabilità nazionale che
esprime il valore complessivo dei beni e servizi prodotti
all'interno di una nazione in un anno e destinati ad usi
finali
 Tecnicamente: poiché il GDP di un’economia è uguale alla
somma dei valori aggiunti generati da tutte le attività
produttive (al costo dei fattori) più le tasse nette sui
prodotti e sulle importazioni, è possibile stabilire le regole
per la misurazione del GDP generato dal consumo
turistico. Questo è la somma del valore aggiunto (al costo
dei fattori) generato dalle industrie turistiche in risposta
al consumo interno turistico, e la somma delle tasse nette
sui prodotti e sulle importazioni incluse all’interno del
valore di queste spese.
Dati 2009
Travel&Tourism Industry
GDP (US$ millions): 89.770 pari al 3,9% del GPD con una
previsione di crescita al 2020 del 2,4%
Occupati 1.018.000 di persone pari al 4,5% degli occupati con
una previsione di crescita al 2020 dell’1,3%
Travel&Tourism Economy
GDP (US$ millions): 217.140, pari al 9,4% del GPD con una
previsione di crescita al 2020 del 2,4%
Occupati 2.478.000 di persone pari al 10,9% degli occupati
con una previsione di crescita al 2020 dell’1,1%
Bilancia dei pagamenti
La Bilancia dei pagamenti è lo strumento che registra gli
scambi che avvengono fra soggetti residenti in Italia e
soggetti non residenti.Vengono registrati gli scambi di
merci e servizi, le transazioni relative al pagamento di
redditi da lavoro o da capitale, i trasferimenti come le
rimesse degli emigrati, gli investimenti diretti, gli
investimenti di portafoglio e altro.
Una voce della bilancia dei pagamenti è il turismo: conta le
spese dai residenti in Italia che sono state effettuate
all’estero per turismo e le spese dei residenti in altri
paesi che sono state effettuate in Italia per il turismo.
Questa voce è calcolata attraverso l’indagine sui
viaggiatori internazionali della Banca d’Italia.
Conto satellite del turismo
Per Conto Satellite del Turismo s’intende l’aggregazione di
tutte le voci contabili di un paese che definiscono,
direttamente o indirettamente il settore turistico. La
struttura dei TSA (Tourism Satellite Account) è stata
definita dal WTTC in collaborazione con UNWTO,
OCSE ed EUROSTAT. L’elaborazione del primo Conto
Satellite del Turismo da parte di WTTC e di Oxford
Economic Forum (OEF) risale al 2001. L’OEF ha messo a
punto e testato modelli econometrici a matrici inputoutput per la costruzione dei TSA che si basano in tutti
i paesi considerati sulla stessa metodologia garantendo
la confrontabilità dei risultati. In Italia l’Istat ha avviato
delle sperimentazioni.
Occupazione nel turismo
A livello mondiale nel settore viaggi e turismo vi sono 143
milioni di occupati diretti e 226 milioni includendo gli
indiretti. La capacità di attivazione della spesa turistica
sull’occupazione italiana è stimata nel 2009 in circa 2,5
milioni di addetti (diretti e indiretti), pari a circa l’11%
degli occupati
Turismo e università


Riforma universitaria istituisce il corso di laurea in Scienze
del turismo (classe 39) e il biennio specialistico in
Progettista e gestore dei sistemi turistici (classe 55/S)
“I laureati devono avanzare competenze nel sapere
operare all’interno dei sistemi turistici, in contesti
omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali
appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati
dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di
attrazione turistiche o dalla presenza diffusa di imprese
turistiche singole o associate”
Raccordo diretto tra formazione di competenze
professionale e necessità delle istituzioni e delle imprese
locali di disporre di nuove risorse umane
Turismo e università
Successive modifiche alla riforma universitaria
 Progettazione dei corsi di studio ai sensi del DM 270/04
Nota ministeriale n.4001 del 20/12/2007
 Requisiti necessari di docenza: indicazioni operative
aa2008/2009 (Prot. N.25 del 23/01/2008)
Nuovi criteri per l’attivazione dei corsi di laurea tra cui:
 un corso deve definire in maniera chiara gli sbocchi
formativi
 per attivare nuovi corsi si deve fare riferimento ad
almeno 3 figure professionali (da 3 a 6) previste dalla
classificazione Istat-Isfol
Classificazione delle professioni
ISTAT (CP2001)
La Classificazione delle professioni (CP2001), elaborata e
aggiornata ogni dieci anni dall’Istat, è lo strumento di
riferimento utilizzato nel nostro paese per rilevare le
professioni. Si ispira alla classificazione adottata a livello
internazionale ISCO88 ed è completamente raccordabile sia
ad essa che alla versione adottata a livello comunitario
(ISCO88-COM).
La logica si fonda sul criterio della competenza, definito come
la capacità di svolgere i compiti di una data professione
Classificazione delle professioni
ISTAT (CP2001)



Si basa sugli Skill level: coglie una differenza gerarchica tra le
professioni ed è assimilabile al livello di istruzione e sugli Skill
specialization: consente una articolazione orizzontale delle
professioni e viene usata per cogliere le differenze interne ai
grandi gruppi in relazione alle conoscenze settoriali, alle
attrezzature utilizzate, ai materiali lavorati, alla natura dei
servizi prodotti.
Entrambe le dimensioni determinano l’ordinamento in 9
grandi gruppi, e con un dettaglio via via maggiore in Classi e
Categorie.
La classificazione è gerarchica a 4 digit. Il PRIMO DIGIT indica
il grande gruppo, il SECONDO la posizione del gruppo, il
TERZO la posizione della classe, il QUARTO la posizione
della categoria.
Classificazione delle professioni
ISTAT (CP2001)
Per i corsi di laurea può essere utilizzata la classificazione 3 o 2
in relazione alle concrete realizzazioni del corso.
Gruppo 3
Gruppo 2
“Professioni tecniche”
“Professioni intellettuali, scientifiche e
di elevata specializzazione”.
Professioni nel turismo
3.4.1 PROFESSIONI TECNICHE
DELLE ATTIVITA’ TURISTICHE
RICETTIVE ED ASSIMILATE
3.4.1.1 Tecnici delle attività ricettive
ed assimilati
3.4.1.2 Tecnici dell’organizzazione di
fiere, convegni ed assimilati
3.4.1.3 Animatori turistici ed
assimilati
3.4.1.4 Agenti di viaggio
3.4.1.5 Guide ed accompagnatori
specializzati
3.4.4 TECNICI DEI SERVIZI RICREATIVI E
CULTURALI
3.4.4.1 Annunciatori e presentatori della
radio e della televisione e di altri
spettacoli
3.4.4.2 Disegnatori artistici ed assimilati
3.4.4.3 Tecnici dei musei, delle biblioteche ed
assimilati
3.4.4.4 Periti, stimatori d’arte ed assimilati
3.4.4.5 Tecnici dell’organizzazione della
produzione radiotelevisiva,
cinematografica e teatrale
3.4.4.6 Artisti di strada, di varietà, acrobati
ed assimilati
Indagine sulle professioni
L’indagine è stata realizzata dall’Istat e dall’Isfol nel 2006-2007
nell’ambito delle iniziative avviate per la costruzione di un
sistema nazionale permanente per l’osservazione dei
fabbisogni professionali finanziato dal Ministero del
lavoro e delle politiche sociali.
L’obiettivo è stata la costruzione di un sistema informativo in
grado di descrivere le caratteristiche di tutte le
professioni esistenti nel mercato del lavoro
(www.fabbisogni.isfol.it)
Un sistema informativo delle professioni serve a catalogare e
descrivere l’universo delle professioni esistenti; analizzare
le trasformazioni dei profili professionali e monitora
l’evoluzione del mercato del lavoro; disporre di una banca
dati sul mondo del lavoro, flessibile e accessibile a tutti,
costantemente aggiornata e collegata alle principali
banche dati esistenti.
Materiali della lezione
OECD – JRC Europena Commission, Handbook on
Constructing Composite Indicators, 2008
http://www.weforum.org/en/initiatives/gcp/TravelandTouris
mReport/index.htm
www.fabbisogni.isfol.it
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Fonti, metodi e strumenti per l`analisi dei flussi turistici