Lingua Italiana XII
Percezione e descrizione:
originalità e creatività della lingua
La ricerca dell’espressione
Testi da immagini, testi per
immagini: Foscolo, Le Grazie
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Alle Grazie immortali
le tre di Citerea figlie gemelle
è sacro il tempio, e son d'Amor sorelle;
nate il dì che a' mortali
beltà ingegno virtù concesse Giove,
onde perpetue sempre e sempre nuove
le tre doti celesti
e più lodate e più modeste ognora
le Dee serbino al mondo. Entra ed adora.
Antonio Canova, Le tre Grazie
Testi da immagini, testi per immagini: l’Officiolum
di Francesco da Barberino
Integrazione testo-immagine
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Scuola romana, Ascanio
con la fiamma, Enea e
Creusa, miniatura,
"Virgilio Vaticano", Vat.
Lat.3225, f.22, B.A.V.,
Città del Vaticano
Un esempio di integrazione e interazione
testo/immagine
Connotazione dell’immagine:
immagini d’epoca
Immagini d’epoca (2)
G.B. Piranesi, Vedute di Roma
Turismo e letteratura: il Viaggio in Italia
di J. W. Goethe (1786-1788)
• «In un paese dove si gode di giorno, ma si è
felici soprattutto di sera, è sempre un grande
momento il cader della notte. Allora cessa il
lavoro, il passeggero fa ritorno, il padre vuol
vedere a casa la figlia; la giornata ha termine;
ma cosa sia il giorno noi Cimmeri praticamente
non lo sappiamo. Nell’eterna nebbia, nel
perpetuo grigiore, per noi è lo stesso che sia
giorno o notte; giacché quanto a lungo possiamo
realmente andare in giro e goderci l’aria libera?»
J.W. Goethe, Veduta del Vesuvio
(disegno originale)
Verona vista da Guido Piovene
• “Mescolata ed impura, Verona è vibrazione, è
irradiazione, è colore, arte divenuta
paesaggio e confusa al paesaggio, miraggio
di città romantica. Verona fu romana, gota,
poi bizantina e longobarda. La tennero i
Carolingi e gli imperatori tedeschi; fu un
glorioso Comune e una gloriosa Signoria. Fu
scaligera, viscontea, veneziana”.
(Viola, p. 173)
Verona vista da Castel S. Pietro
(da www.verona.com)
Guido Gozzano, “Torino” da I colloqui
(1911), cfr. Viola, p. 49]
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Come una stampa antica bavarese
vedo al tramonto il cielo subalpino...
Da Palazzo Madama al Valentino
ardono l'Alpi tra le nubi accese...
È questa l'ora antica torinese,
è questa l'ora vera di Torino...
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L'ora ch'io dissi del Risorgimento,
l'ora in cui penso a Massimo d'Azeglio
adolescente, a I miei ricordi, e sento
d'essere nato troppo tardi... Meglio
vivere al tempo sacro del risveglio,
che al tempo nostro mite e sonnolento!
Veduta di Torino con le Alpi sullo sfondo
Letteratura e identità territoriale:
Francesco Biamonti (1928-)
• «Per scendere sulla piazza prese un carruggio a svolte
in cui il vento non entrava d'infilata. Si ricordava che
portava a una piazzola detta la «porta della madonna»
(una statua era murata sotto il cornicione della chiesetta)
e dalla piazzola si scendeva per una scalinata alla
piazza grande. Il carruggio era ormai disabitato: porte
sbarrate, porte aperte sul vuoto, finestre semidivelte...
nulla di male: nidi di miseria spariti! Nidi di silenzio, ora,
e di topi. Avrigue era decisamente in decadenza: vi
regnava la fame di sempre che ora pareva
insormontabile, e i giovani se ne andavano.»
La Liguria di Biamonti
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