Il presente materiale è costituito dalle slides proiettate in aula dalla 13° alla 17° lezione (dal 31 marzo al 8 aprile ‘11) e sono relative alla terza parte del programma qui di seguito richiamato. 1 1 Facoltà di Scienze della Comunicazione Anno accademico 2010/2011 Corso di GESTIONE E ORGANIZZAZIONE PER LA COMUNICAZIONE D’ IMPRESA Modulo 1: La comunicazione e le politiche di gestione operativa e di sviluppo delle Risorse umane Docente: Prof. Pasquale Intonti Materiale proiettato in aula- 3° PARTE QUARTA SEZIONE Ad uso degli studenti frequentanti. Non riproducibile 2 2 IL COACHING 3 IL CATTIVO LEADER E’ COLUI CHE LA GENTE DISPREZZA, IL BUON LEADER E’ COLUI CHE LA GENTE RISPETTA, IL LEADER ECCELLENTE E’ COLUI CHE FA SI CHE LE PERSONE DICANO: ”L’ABBIAMO FATTO NOI!” (Lao Tzu – VI sec. a. C.) 4 IL MANAGER COACH E’ UN ALLENATORE CHE……… VALUTA IL BAGAGLIO TECNICO E LE CAPACITA’ DI CIASCUNA PERSONA LE ASSEGNA UN RUOLO IN LINEA CON I SUOI REQUISITI STABILISCE UN PROGRAMMA DI PREPARAZIONE PROFESSIONALE CONCORDA CON L’INTERESSATO OBIETTIVI DI PRESTAZIONE INDIVIDUALE E DI INTEGRAZIONE CON LA SUA SQUADRA EFFETTUA AZIONI DI FOLLOW UP E FORNISCE FEED-BACK CONTINUO MA SOPRATTUTTO PROMUOVE IL COINVOLGIMENTO SUI TRAGUARDI DA RAGGIUNGERE INNESCANDO SENTIMENTI POSITIVI NEI CONFRONTI DEL TEAM 5 L’INDIVIDUAL COACHING come tecnica di sviluppo delle competenze manageriali 6 L’INDIVIDUAL COACHING COME TECNICA DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE MANAGERIALI: • Nel mondo dello sport coach è una parola familiare. Come tutti sappiamo indica l’allenatore di atleti. COACH nel mondo anglosassone è l’insegnante privato, ma il significato originario di coach era carrozza, cocchio; poi si trasforma nel vetturino che guida il cavallo. •Questo concetto di guida farà strada. Negli ultimi anni il coaching è entrato in maniera decisa nel mondo del lavoro; Coaching indica l’attività di guida svolta dal Capo nelle sue varie forme nei confronti dei collaboratori ma anche più genericamente l’attività professionale orientata a dare consigli ai Manager. Le tipologie sono le più disparate: se ne parla per interventi tesi a rendere più efficace la collaborazione tra i membri di un gruppo di lavoro o in termini di formazione e sviluppo individuale. E’ l’estrazione professionale di chi ne parla, persone dotate di business experience o persone che operano nel campo della psicologia influenza ovviamente le definizioni, tutte rispettabilissime che hanno. 7 IL COACHING • …è un processo attivo e positivo volto ad aiutare le persone inserite in un contesto lavorativo, a sviluppare strategie per la realizzazione di cambiamenti di successo professionali e personali; e ad aiutare le organizzazioni a beneficiare della loro riuscita (S.S.Spainer) • …è un lavoro individualizzato e rivolto ai manager nel quale confluiscono la consulenza, l’assistenza, il confronto e la formazione individuale (Jurgen Geissler) • …è ogni iniziativa di sviluppo promossa dal capo e rivolta a stimolare il cambiamento nei collaboratori (Shefer & Wilderman) •…è gestito da un consulente individuale esterno che opera sulla persona con i dirigenti e che cerca di rispondere alla domanda: “in che modo questa persona svolge il suo ruolo di manager” (Loos) 8 Potete notare le differenze tra le definizioni di Geissler e Loos da una parte e Spainer e Shafer & Wilderman dall’altra • L’accezione di coaching di cui parleremo e che, a mio avviso, è un piccolo uovo di colombo nel campo della formazione, è quella che più strettamente si riferisce all’individual coaching, un approccio di formazione individuale già esploso negli Stati Uniti ed in Europa del nord e che si sta sviluppando anche da noi in modo interessante. Ma che cos’è l’individual coaching, quali sono i suoi fondamenti e qual è la ratio della sua adozione? 9 L’individual coaching consiste in un processo di training personalizzato svolto da professionisti esperti di gestione e sviluppo delle risorse umane e destinato a persone che, all’interno di un’azienda mirano a gestire meglio il loro lavoro e a crescere professionalmente 10 I FONDAMENTI DELL’INDIVIDUAL COACHING •E’ un processo di autosviluppo manageriale. •E’ basato su una metodologia di formazione individuale ed è condotto da un professionista esperto di gestione e sviluppo delle risorse umane dedicato esclusivamente alla persona (coach). •Si svolge in un rapporto one-to-one tra il coach e il cliente (coachee) fuori dall’ambiente di lavoro. •E’ basato su un confronto diretto su temi scelti dal coachee e si svolge attraverso l’esame di casi e situazioni da lui indicati. •Prevede l’affiancamento, da parte del coach, e l’integrazione di apporti teorici sulle tematiche di management emerse negli incontri. 11 LA RATIO DELLA FORMAZIONE INDIVIDUALE MUTA LO SCENARIO ESTERNO -Elevato dinamismo -Crescente competitività e complessità -Incertezza -L’aumento della concorrenza riduce i tempi decisionali -Le tecnologie cambiano continuamente il contesto Prima competenze per 20 anni; oggi nell’area dell’ICT gli skills divengono obsoleti ogni 2 anni LE IMPRESE HANNO CAPITO CHE -A fronte delle situazioni di incertezza e complessità, crescenti -Del rimescolamento delle priorità operative -Del dinamismo organizzativo IL SUCCESSO E’ STRETTAMENTE LEGATO ALLA VALORIZZAZIONE DELLE PERSONE e che DIVENTA SEMPRE PIU’ NECESSARIO PROMUOVERE UN PROCESSO DI APPRENDIMENTO CPONTINUO CHE TRASFORMI IL SAPERE IN CONCRETE CAPACITA’ OPERATIVE 12 COME PUO’ RISPONDERE IN MODO CONCRETO LA FORMAZIONE? • Prendendo atto che la dimensione delle trasformazioni che stanno avvenendo non può più richiedere una formazione generica o preconfezionata ma deve coinvolgere la sfera sempre più individuale. • Contribuendo a far crescere l’organizzazione attraverso lo sviluppo individuale (L’organizzazione crescerà nella misura in cui cresceranno gli individui che vi lavorano) COME OPERARE IN CONCRETO? • Adottando strumenti formativi personalizzati basati sulle esperienze lavorative concrete di chi opera in un’organizzazione. • L’efficacia è legata al fatto che il soggetto può esercitare ampia autonomia nel dirigere il proprio percorso di apprendimento. IL PICCOLO UOVO DI COLOMBO DELL’INDIVIDUAL COACHING STA PROPRIO NELLA POSSIBILITA’ OFFERTA AL MANAGER DI FARSI CARICO DELLA SUA CRESCITA PROFESSIONALE PERCHE’ SEMPRE PIU’ LA CARRIERA DI OGNUNO DIVENTERA’ IN FUTURO UN PERCORSO DI RESPONSABILITA’ PERSONALE ( AUTOSVILUPPO). ALLA FINE SARANNO SIA LE PERSONE CHE L’AZIENDA A BENEFICIARE DI QUESTO CAMBIAMENTO 13 •Quali sono in concreto le modalità di questo processo di formazione individuale? Innanzitutto l’individual coaching può essere attivato: 1. 2. a iniziativa ed a richiesta del singolo a iniziativa ed a richiesta di un’Azienda per i propri Manager L’Azienda di solito richiede un intervento di formazione individuale: nelle fasi di cambiamento quando ritiene che i suoi manager, a seguito di incarichi più impegnativi debbano adottare comportamenti idonei ai nuovi ruoli Quando occorra migliorare la qualità delle relazioni all’interno dell’organizzazione 14 PIU’ SEMPLICEMENTE: QUANDO RITIENE IMPORTANTE CHE LE SUE PERSONE DEBBANO ESSERE GLI ATTORI DI UN PROCESSO DI AUTOSVILUPPO 15 I BENEFICI PER I DESTINATARI rispetto agli interventi formativi tradizionali, sono: • l’autosviluppo garantisce conseguenze più durature (il protagonista è il coachee, tutto l’interesse è il suo). • il coach è un consulente esterno ad personam (fiducia, riservatezza). • le problematiche affrontate, reali e personali, se risolte, danno maggiore fiducia nelle proprie capacità e rafforzano la motivazione per il proprio lavoro. 16 PROFILO DEL COACH scolarità laurea in discipline umanistiche, preferibilmente in psicologia del lavoro conoscenze principi e tecniche di organizzazione aziendale, gestione risorse umane, sviluppo manageriale, selezione e formazione esperienza acquisita ad alto livello in qualità di gestore delle risorse umane ed esperto di sviluppo organizzativo requisiti personali doti di empatia – capacità di ascolto e comunicazione – doti di intuizione – capacità di analisi – capacità di esercitare influenza – capacità espositiva 17 Il processo di crescita è realizzato in prima persona dall’interessato e guidato dal coach. Ogni rapporto di coaching ha vita propria e non è riconducibile a un modello standard. 18 LA METODOLOGIA DI INTERVENTO ANALISI DEL QUADRO GENERALE 1.Ricostruire il quadro generale attraverso colloqui esplorativi corredati da altri strumenti di indagine PROBLEMATICHE 2.Chiarire in modo puntuale obiettivi, temi, problematiche DEFINIZIONE 3. Concordare il programma di massima PUNTUALIZZAZIONE DELLE PROGRAMMA AFFIANCAMENTO 4. Allenare la persona ad adottare comportamenti idonei al raggiungimento degli obiettivi previsti ed assisterla durante l’intero percorso di miglioramento 19 IL COACH NON 1. PARLA PIU’ DEL CLIENTE 2. SVOLGE COMPITI PER IL CLIENTE 3. PREPARA SINTESI PER IL CLIENTE 4. INSEGNA AL CLIENTE DISCIPLINE SPECIFICHE 5. PERMETTE AL CLIENTE DI ANDARE OLTRE LA DURATA DEL COLLOQUIO 6. SI FA COINVOLGERE NELLA VITA PRIVATA DEL CLIENTE 7. PRENDE DECISIONI DI CARRIERA PER IL CLIENTE 8. DISCUTE IL CASO DEL CLIENTE FUORI DALLO STUDIO 9. TELEFONA A POTENZIALI DATORI DI LAVORO PER CONTO DEL CLIENTE 10. GARANTISCE CHE IL CLIENTE AVRA’ SUCCESSO 20 Il coach e il cliente Il coach Il coachee Guida il processo Segue il processo Analista i dati fornitigli dal coachee Svolge puntualmente i compiti che scaturiscono dai colloqui con il coach Affronta casi e situazioni con il coachee Consiglia il coachee su strategie, modalità operative, eventi ostacolanti Ricorda al coachee le sue scelte Può prospettare soluzioni alternative a quelle avanzate dal coachee Si presenta preparato ad ogni colloquio Compie uno sforzo di buona fede per seguire il piano d’azione Prende le decisioni e le porta avanti Porta a termine il processo Gestisce il tempo del colloquio 21 Il coaching nel sistema integrato di sviluppo delle risorse umane obiettivi strategici ORGANIZZAZIONE Pianificazione delle Risorse umane sistema premiante ruoli Selezione interna e esterna valutazione C O A competenze – potenziale risultati C H I N G C O A C percorsi di sviluppo formazione “mirata” H I N G 22 MODUS OPERANDI 1)ASCOLTO ATTIVO 2)ISPIRARE FIDUCIA 3)SUPPORTO COSTANTE 4)CHIAREZZA DEGLI OBIETTIVI 5)CHIAREZZA ESPOSITIVA 6)MOTIVARE 23 LA “RATIO DEL CORSO” 24 Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Facoltà di Scienze della Comunicazione Anno accademico 2010/2011 Laurea Specialistica in Comunicazione di Impresa Cattedra di Gestione e organizzazione per la comunicazione d’impresa Modulo 1: La comunicazione e le politiche di gestione operativa e di sviluppo delle Risorse umane Obiettivi Formativi: La comunicazione sta assumendo sempre più un ruolo primario per il governo delle Organizzazioni private e pubbliche, con o senza scopo di lucro, in quanto fornisce un supporto indispensabile per il conseguimento delle strategie e l’attivazione delle politiche di Impresa. La comunicazione diviene in molti casi il principale elemento organizzatorio delle imprese stesse, sempre più connotate per la fluidità e difficoltà di perimetrazione dei propri confini. Finalità del corso è approfondire la tematica della comunicazione d’Impresa in relazione ai paradigmi organizzativi e le politiche del management. Il valore della comunicazione, vera e propria linfa dell’Organizzazione, verrà affrontato attraverso la lente di ingrandimento sui principali processi aziendali. Al quadro introduttivo e di scenario di Impresa verranno innestati i temi più significativi concernenti i collegamenti tra la comunicazione, le strategie organizzative e le politiche del management, attraverso l’analisi sia dei processi istituzionali sia di operazioni straordinarie nell’ambito dell’Impresa e nelle 25 relazioni tra imprese. NO GOOD POLICIES WITHOUT COMMUNICATIONS NO GOOD COMMUNICATIONS WITHOUT POLICIES 26 DEFINIZIONI……PRELIMINARI 4b UNA VISIONE E’ L’ESPRESSIONE SINTETICA, IMMAGNIFICA, CAPACE DI COLPIRE EMOTIVAMENTE, CHE RIGUARDA IL FUTURO DELL’IMPRESA, LE METE CHE ESSA SI PREFIGGE LA MISSIONE E’ IL DOCUMENTO CON CUI UN’AZIENDA ESPLICITA E PORTA A CONOSCENZA DEI PROPRI PUBBLICI LO SCOPO FINALE DELLA SUA ATTIVITA’, CIO’ CHE A SUO GIUDIZIO E’ IL SUO CORE BUSINESS, I VANTAGGI COMPETITIVI CHE INTENDE MANTENERE, CONSOLIDARE O RAGGIUNGERE LA STRATEGIA E’ LA FORMULAZIONE DI UN PIANO D’AZIONE A BREVE O A MEDIO TERMINE CAPACE DI SVILUPPARE IL VANTAGGIO COMPETITIVO DI UN’IMPRESA UNA POLITICA E’ L’ESPLICITAZIONE DI MODALITA’ DI ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI STRATEGICI 27 FIG 2B COSTUMER SATISFACTION P E O P L E VALUE SATISFACTION DUE FACCE DI UNA STESSA REALTA’ 28 Z A T A SFIDE POSTE DALL’AMBIENTE ESTERNO FIG3 QUALITA’ DI PRODOTTI/SERVIZI OFFERTI ATTRAVERSO INPUT CIRCA: COSTUMER NEEDS COSTUMER SATISFACTION L’ECCELLENZA DELL’ORGANIZZAZIONE COMUNICAZIONE DI MARKETING ATTIVITA’ ESTERNE DI COMUNICAZIONE REALIZZATA DA ORGANIZZAZIONE “DINAMICA” VALORIZZAZIONE DELLO HUMAN CAPITAL POLITICHE DEL MANAGEMENT CONDIVISE LA COMUNICAZIONE, COLLANTE DELLA ORGANIZZAZIONE, E’ UNA COMPONENTE STRATEGICA DELLO SVILUPPO DELL’IMPRESA 29 LA COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA FIG 4 IDENTIFICA COMPRENDE E INTEGRA TUTTI I PROCESSI COMUNICAZIONALI NECESSARI A SUPPORTARE IL FUNZIONAMENTO E LO SVILUPPO DELLE ORGANIZZAZIONI 30 LA COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA COMUNICAZIONE INTERNA GENERARE COINVOLGIMENTO E COLLABORAZIONE GRUPPO ESTESO COLLABORATORI COMUNICAZIONE ESTERNA OPINIONE PUBBLICA (OPINION LEADERS) LA COMUNICAZIONE DI MARKETING FIG 3 E SINGOLO COLLABORATORE FAR CONOSCERE L’ORGANIZZAZIONE E CREARE GOODWILL PORTATORI DI INTERESSE (STAKEHOLDERS) CLIENTI POTENZIALI SUPPORTARE GLI OBIETTIVI DI MARKETING DI SVILUPPO VENDITE (mediante pubblicità, promozione delle vendite,direct Marketing, punti vendita, relazioni pubbliche di prodotto) La “Comunicazione organizzativa”non arriva a coprire la comunicazione di marketing perché quest’ultima è strettamente collegata alle azioni di marketing direttamente finalizzate allo sviluppo delle vendite e alla valorizzazione della marca. La Comunicazione MKT ha le sue competenze, i suoi contenuti specialistici e i propri modus operandi. 31 FIG7 STRUTTURA OBIETTIVO PROCESSI DI COMUNICAZIONE TECNOLOGIA PERSONE LEAVITT 2 32 FIG 13 BIS LA GESTIONE OPERATIVA HR La letteratura manageriale è correttamente orientata nel sottolineare l’approccio sistemico della funzione HR. In realtà non c’è azienda che non preveda nell’ambito della funzione HR, compiti di gestione operativa del personale dove la comunicazione collegata agli atti gestionali può decretare successo o insuccesso con le persone. 33 DA MANUALE DELLE FUNZIONI: FIG 13 BIS 2 TECNICO AREA DI GESTIONE HR E COMUNICAZIONE INTERNA • • • • • Assicurare la gestione del personale dell’area di competenza provvedendo alla corretta applicazione della normativa del rapporto di lavoro, degli indirizzi aziendali e delle procedure gestionali. Assistere i Capi di linea sullo sviluppo e la mobilità delle risorse,e nel rispetto degli organici definiti per singola posizione di lavoro. Curare gli adempimenti gestionali connessi all’attuazione dei piani retributivi, di carriera e assicurare, unitamente ai Capi di linea, l’implementazione dei piani di comunicazione. Fornire agli Enti aziendali i supporti per il controllo dei principali fenomeni gestionali quali straordinari, assenteismo, etc... Partecipare, unitamente alla funzione “Relazioni Sindacali” ,alle trattative sindacali dell’area di competenza. 34 LE COMPONENTI DEL CAPITALE GLOBALE D’ IMPRESA Capitale globale d’impresa Capitale tangibile Patrimonio netto dell’impresa CAPITOLO 2 FIG 1 Capitale intangibile Brevetti, marchi, copyright Capitale strutturale o organizzativo Capitale clienti o relazionale Capitale umano Competenza distintiva Organizzazione Cultura aziendale Innovazione Conoscenze Competenze individuali Capacità 35 IL CIRCUITODEL SUCCESSO FIG A PERMANENT COSTUMER RELATIONS POLITICHE DEL PERSONALE QUALITA’ PERSONAL E CLIENTI SODDISFATTI COMUNICAZIONE QUALITA’ DEL TEAM QUALITA’ DELLA SOCIETA’ QUALITA’ DEL PRODOTTO /SERVIZIO 36 FIG C1 I CONTENUTI DELLA COMUNICAZIONE INTERNA VANNO DISTINTI IN: • COMUNICAZIONE DI COINVOLGIMENTO (a due vie) • COMUNICAZIONE DI INFORMAZIONE (prevalentemente a una via) 37 FIG C2 COMUNICAZIONE DI COINVOLGIMENTO SOGGETTO INDIVIDUALE COMUNICAZIONE INTERPERSONALE-ASCENDENTE- DISCENDENTE-LATERALE (Incontri individuali- colloqui informali- colloqui formali ascendenti/discendenti/laterali- formazione individuale/individual coaching) SOGGETTO COLLETTIVO (gruppo esteso dei collaboratori) Team di collaboratori diretti/indiretti Comitati e gruppi di lavoro intersettoriali o di progetto Formazione d’aula Convention Sondaggi/analisi di clima Job posting Family day Intranet/forum 38 Altro… IL COINVOLGIMENTO DELLE PERSONE SI SVILUPPA ATTRAVERSO FIG C La comunicazione interna diretta a: La corretta applicazione delle politiche di gestione e sviluppo: •Strutture e ruoli •Valutazioni delle prestazioni, competenze e potenziale •Selezione interna •Mobilità orizzontale e verticale •Sviluppo professionale •Sistema premiante Soggetto individuale Punta alla relazione permanente tra le persone e coinvolge •I Capi: - Relazione permanente con le persone •La funzione gestione delle Risorse Umane e comunicazione: - Relazione permanente con le persone - Counseling specialistico alle linee Soggetto collettivo Punta attraverso l’informazione e programmi di fidelizzazione a consolidare la cultura d’Impresa e coinvolge •La Direzione Aziendale •La Direzione R.U. •Le Relazioni Esterne •Il marketing •I Capi 39 Le politiche di gestione e sviluppo R.U. Politiche e strumenti Motivazione •Organizzazione dei ruoli •Valutazione dei ruoli •Valutazione delle competenze •Valutazione delle prestazioni •Valutazione del potenziale •Mobilità •Protezione della struttura •Sistema premiante •Formazione •Selezione e accoglimento •Relazioni Industriali 3 40 Il sistema integrato di sviluppo delle risorse umane Obiettivi strategici ORGANIZZAZIONE Pianificazione delle risorse umane Ruoli Valutazione Selezione interna e esterna Sistema premiante Competenze, risultati, potenziale Percorsi di sviluppo Formazione mirata FIG D4 C O M U N I C A Z I O N E I N T E R N A 41 C O A C H I N G REMEMBER : INTONTI’ S SLIDES ON YOUR MIND 42 UN INCORAGGIAMENTO DEL PROF: “CORAGGIO RAGAZZI, IL MEGLIO E’ PASSATO!” E. Flaiano 43