STRESS OSSIDATIVO Stress chimico indotto dalla presenza, in un organismo vivente, di un eccesso di specie chimiche reattive, generalmente centrate sull’ossigeno (reactive oxygen species, ROS), secondario ad un’aumentata produzione delle stesse e/o a una ridotta efficienza dei sistemi fisiologici di difesa antiossidanti. Protezione dalle malattie Antiossidanti Radicali liberi Danno cellulare (invecchiamento e malattie) STRESS OSSIDATIVO Sbilanciamento dell’equilibrio tra pro-ossidanti e antiossidanti nell’organismo a favore dei pro-ossidanti PRO-OSSIDANTI ANTIOSSIDANTI Lo stress ossidativo è la conseguenza di uno squilibrio tra processi proossidanti e processi antiossidanti (Sies, 1991) Radiazioni, farmaci, metalli pesanti Fumo di sigaretta, alcool, inquinamento Esercizio fisico inadeguato, sedentarietà Infezioni ed altre malattie Ridotta assunzione e/o diminuita sintesi e/o ridotta capacità di utilizzazione e/o aumentato consumo di antiossidanti Specie reattive Difese antiossidanti Danno cellulare Danno tissutale Danno d’organo Danno sistemico Malattie cardiovascolari Demenza, M. di Parkinson Invecchiamento precoce Infiammazioni, tumori Altre malattie Reazioni del metabolismo dell’ossigeno L’ossigeno è una molecola biatomica solitamente rappresentata come O::O In realtà alla temperatura corporea l’ossigeno è un biradicale .O : O. con due elettroni spaiati, ciascuno localizzato su un orbitale diverso. A causa quindi della sua configurazione elettronica l’ossigeno va incontro a riduzione monovalente ( 1 e-) Quando un ossigeno guadagna un elettrone, si trasforma in radicale anione superossido, O2- . L’aggiunta di un secondo elettrone (insieme con due protoni) trasforma quest’ultimo in perossido di idrogeno, H2O2. Il perossido non è un radicale ma guadagna facilmente un altro elettrone dando spazio ad un radicale idrossilico, OH che è una particella chimica molto attiva che inizia facilmente reazioni a catena incontrollabili. Nei sistemi biologici, i radicali liberi dell’ossigeno o ROS (Reactive Oxygen Species) vengono generati ed eliminati continuamente. I principali ROS sono: O - (anione superossido), 2 O H (radicale idroperossido); 2 OH (radicale idrossilico); NO (monossido d’azoto); ONOO- (anione perossinitrito). Esistono altre molecole, quali H2O2 (perossido d’idrogeno) e HOCl (acido ipocloroso) che pur non essendo radicali di per sé, producono facilmente il radicale idrossilico, altamente reattivo Le specie chimiche reattive, radicaliche, agiscono come ossidanti Elettrone spaiato OSSIDAZIONE A Radicale (ossidante) + C C Molecola bersaglio (doppio legame C-C) A + Nuova molecola (ridotta, stabile) C C Nuovo radicale (ossidante) L’ossidazione, ovvero il trasferimento di uno o più elettroni, è la base chimica dello stress ossidativo REAZIONI DI RADICALI LIBERI INIZIO: formazione di radicali liberi PROPAGAZIONE: i radicali liberi reagiscono con altre molecole per produrre altri radicali liberi TERMINAZIONE: i radicali liberi reagiscono tra loro per formare molecole REAZIONI DI RADICALI LIBERI CH4 + Cl2 CH3Cl + HCl INIZIO Cl Cl Cl Cl • Richiesta luce UV per questo primo stadio • Formazione di radicali liberi PROPAGAZIONE La propagazione è caratterizzata da reazioni in ciascuna delle quali si consuma un radicale libero e se ne forma un altro • Non è richiesta luce • Ogni reazione produce radicali liberi Molecole H H Cl + H C H Cl H + H CH H Radicali liberi H H C + Cl Cl H H H C Cl + Cl H TERMINAZIONE La terminazione è caratterizzata dalle reazioni dei radicali liberi per produrre molecole H Cl + H CH Cl C H H Cl H CH H + Cl H Cl Cl H CH H H H HCCH H H Diverse specie chimiche reattive sono implicate nella patogenesi dello STRESS OSSIDATIVO Specie chimica Formula Classe Specie chimica Formula Classe Ozono O3 Non radicale Ossido nitrico NO Radicale Anione superossido O2 Radicale Acido nitroso HNO2 Ossigeno singoletto 1O * 2 Radicale (?) Tetrossido nitrico N2O4 Perossido di idrogeno H2O2 Non radicale Triossido nitrico N2O3 Radicale ossidrile HO Radicale Perossinitrito ONOO- Radicale alchilico R Radicale Acido perossinitroso ONOOH (Alchill-)perossil radicale ROO Radicale Catione nitronio NO2+ (Alchil)idroperossido ROOH Non radicale (Alchil)perossinitrito ROONO Semichinone (dal Coenz. Q) Q Radicale Acido ipocloroso HOClO Fenossile (dalla vitamina E) E-O Radicale Tiile -S Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Non radicale Radicale I ROS vengono prodotti sia attraverso una serie di reazioni catalizzate da enzimi che attraverso reazioni di natura non enzimatica. I ROS possono essere prodotti anche in seguito ad esposizione a radiazioni ionizzanti, xenobiotici, agenti chemioterapici. reazione di Fenton: H2O2 + Fe2+ (Cu+ ) Fe3+ (Cu2+) + HO + OH- reazione di Haber-Weiss: H2O2 + O2- HO + OH- + O2 Il perossido di idrogeno in presenza di ioni Fe2 + o Cu2+ reagisce con l’anione superossido prendendo parte alla: I mitocondri vengono considerati la fonte principale di ROS cellulari poiché i radicali del superossido vengono generati costantemente durante la fosforilazione ossidativa e possono essere convertiti in H2O2 ed altre specie reattive dell’ossigeno Durante i processi di fosforilazione ossidativa, il 4-5% dell’ossigeno non viene completamente ridotto ad H2O, ma forma prodotti intermedi dell’O2 altamente reattivi Nella cellula, i ROS oltre che nei mitocondri, vengono generati anche in altri compartimenti e da molti enzimi. Numerose attività metaboliche sono in grado di generare ROS NADPH ossidasi Lipoossigenasi NADPH ossidasi NADH deidrogenasi Citocromo ossidasi NADH deidrogenasi Lipoossigenasi Stress ossidativo Citocromo ossidasi Stress ossidativo da modificazioni reattive della superficie cellulare Xantina ossidasi Xantina Aldeideossidasi ossidasi Aldeide ossidasi Stress ossidativo da variazioni intracellulari della pO2 da ridotta efficienza della respirazione cellulare Citocromo P450 Citocromo Citocromo bP5450 Citocromo b5 Stress ossidativo da induzione farmacometabolica Meccanismo d’azione della NADPH ossidasi Produzione di ROS dal catabolismo purinico ipoxantina xantina xantina Acido urico Xantina ossidasi H2 O + O 2 H2 O2 O2 O2 . Biosintesi dell’NO Agisce come importante messaggero intra ed inter cellulare regolando molte funzioni: pressione arteriosa, respirazione, coagulazione del sangue ed alcune attività cerebrali. Ha un ruolo determinante nella difesa dalle infezioni batteriche e prevenzione dei tumori nella MECCANISMI DI PRODUZIONE DI ROS Negli organismi viventi i ROS sono generati nel corso della normale attività metabolica cellulare A concentrazioni elevate i ROS sono dannosi per l’organismo in quanto attaccano i maggiori costituenti della cellula (proteine, acidi nucleici, lipidi) partecipando così a processi complessi quali l’invecchiamento e le patologie ad esso correlate. A concentrazioni moderate i ROS partecipano attivamente ad una varietà di processi biologici complessi, implicati nella normale crescita cellulare quali la trasduzione del segnale, il controllo dell’espressione genica, la senescenza cellulare, l’apoptosi Effetto dei ROS sulle macromolecole I ROS causano danni ossidativi, chimici alle biomolecole Il radicale idrossilico OH reagisce con le biomolecole tramite reazioni di sottrazione o addizione di H. Uno dei siti più sensibili al danno causato dai ROS è la membrana plasmatica, in particolare il bersaglio è a livello degli acidi grassi poliinsaturi Il radicale idrossilico OH reagisce con vari amminoacidi per formare derivati idrossilati Il radicale idrossilico OH reagisce con le basi azotate I ROS reagiscono anche con i carboidrati per formare composti dicarbonilici La matrice cellulare rappresenta uno dei principali target delle specie reattive dell’ossigeno Il danno della matrice extracellulare gioca un ruolo determinante nella patogenesi dello stress ossidativo Gli effetti dello stress ossidativo sulla struttura e sulle funzioni cellulari Perossidazione di lipidi Modificazioni enzimatiche Perossidazione amminoacidi e proteine Modificazioni del DNA (Per)ossidazione di carboidrati Denaturazione di proteine Cellula normale (senza lesioni) Cellula dopo l’attacco dei ROS Alterazioni della omeostasi ionica Effetto dei ROS sulle macromolecole Uno dei siti più sensibili al danno causato dai ROS è la membrana plasmatica, in particolare il bersaglio è a livello degli acidi grassi poliinsaturi. Il radicale idrossilico OH sottrae un atomo di idrogeno ad un acido grasso poliinsaturo, iniziando così una catena di reazioni di perossidazione lipidica. I perossidi lipidici formati in questa reazione vengono degradati per formare dei prodotti caratteristici quali la malonildialdeide (MDA) o l’idrossinonenale (HNE) Questi composti reagiscono con le proteine formando legami crociati e addotti chimici con esse (prodotti finali di lipoossidazione avanzata) DANNO INDOTTO DALLA LIPOPEROSSIDAZIONE ALLE MEMBRANE BIOLOGICHE RADICALI LIBERI perossidazione dei PUFA (acidi grassi polinsaturi) ridotta fluidita’ di membrana compromessa attività cellulare NEOPLASIE INVECCHIAMENTO MALATTIE CARDIOVASCOLARI Effetto dei ROS sulle macromolecole Il radicale idrossilico OH reagisce con vari amminoacidi per formare derivati idrossilati H2O2 e HOCl e ONOO- reagiscono con la metionina e la tirosina per formare nitro-e-clorotirosina e metionina solfossido Effetto dei ROS sulle macromolecole Il radicale idrossilico OH reagisce con le basi azotate. I maggiori prodotti dell’ossidazione sono la 8-ossiguanosina (il principale indicatore di danno al DNA), timinaglicole, 5idrossimetiluracile RADICALI LIBERI E ACIDI NUCLEICI EFFETTI DEI RADICALI LIBERI NEI SISTEMI BIOLOGICI Difese antiossidanti Per evitare i danni ossidativi, la cellula ha sviluppato un sofisticato sistema di difesa nei confronti dei ROS di natura enzimatica e non (attività “scavenger”). Tali meccanismi di difesa sono fondamentali per l’omeostasi redox cellulare che dipende dal bilancio tra generazione dei ROS e sistemi antiossidanti. Quando l’equilibrio si sposta a favore dei primi oppure la cellula si trova in uno stato di carenza di difese antiossidanti si crea la condizione di stress ossidativo. I principali enzimi responsabili dell’omeostasi redox cellulare sono: la superossido dismutasi (SOD) la catalasi la glutatione perossidasi la tioredossina la perossiredossina Questi enzimi funzionano come “scavengers” dei ROS, ma non possono intervenire direttamente sulle macromolecole biologiche a rimuovere un danno già avvenuto. Il sistema antiossidante è regolarmente distribuito nella cellula ANTIOSSIDANTI ENDOGENI Enzimi: SOD, catalasi, glutatione perossidasi Proteine: proteine-SH, leganti metalli (Fe, Cu) Altre molecole: acido urico, bilirubina ... ESOGENI Vitaminici: Non vitaminici: • Vitamina C • Carotenoidi • Vitamina E • Polifenoli • Carotenoidi (b-carotene) Meccanismo d’azione degli antiossidanti Inquinanti, fumo, radiazioni, metalli pesanti, farmaci, alcool, ischemia-riperfusione, … Bloccano la formazione dei radicali Antiossidanti preventivi Specie Chimiche Reattive Bloccano la reazione di inizio Antiossidanti scavenger Attacco di biomolecole (glicidi, lipidi, proteine, ecc) Bloccano la reazione di propagazione Reazioni radicaliche a catena Antiossidanti di riparo e de novo Danno ossidativo Riparano il danno e ricostituiscono le membrane Invecchiamento, malattie ANTIOSSIDANTI PREVENTIVI Esempi Classe Transferrina, lattoferrina, ferritina Sequestratori Aptoglobina di metalli Emopessina Ceruloplasmina, albumina “Quencher” Carotenoidi Superossido dismutasi di ROS Catalasi Perossidasi Glutatione perossidasi Inattivatori (plasmatica) di perossidi Glutatione perossidasi (dei perossidi fosfolipidici) Glutatione perossidasi (intracellulare) Glutatione–S–trasferasi Meccanismo d’azione Sequestro di ferro Sequestro di emoglobina Stabilizzazione dell’eme Sequestro di rame Quenching dell’ossigeno singoletto 2O2• + 2H+ H2O2 + O2 2 H2O2 2 H2O + O2 H2O2 + AH2 2 H2O + A LOOH + AH2 LOH + H2O + A PLOOH+2GSHPLOH+H2O+GSSG H2O2 + 2 GSH 2 H2O + GS–SG PLOOH+2GSHPLOH+H2O+GSSG H2O2 + 2 GSH 2 H2O + GS–SG LOOH+2GSH LOH+H2O+GS–SG Scissione dei perossidi lipidici Prevengono la formazione dei radicali liberi ANTIOSSIDANTI SCAVENGER Riducono la concentrazione di radicali rimuovendoli dal mezzo in cui si trovano liberi Natura idrofila: albumina, acido urico, vitamina C Natura lipofila: carotenoidi, vitamina E, coenzima Q AGENTI DI RIPARO Enzimi che intervengono dopo il danno effettuato dai radicali liberi Idrolasi, transferasi, polimerasi AGENTI DI ADATTAMENTO Sostanze o tecniche attraverso le quali è possibile potenziare il sistema antiossidante fisiologico di un organismo esercizio fisico, regime alimentare corretto ed equilibrato ANTIOSSIDANTI SOLUBILITA’ RDA M/F DOVE VitaminaA liposolubile 1000/800 Frutta gialla, arancione o verde scura Vitamina C idrosolubile 60/60mg Frutta, ortaggi a gemma Vitamina E Licopene liposolubile liposolubile 10/8 mg Fegato, uova Bioflavonoidi Idrosolubile 1.7/1.3 mg GTE (green tea extract) Sali di Mg,Zn Se, Cr Grassi poliinsaturi Acidi grassi (Omega 6) Acidi grassi (Omega 3) Pomodoro 5 gr 5-6 gr Cereali, carne, latte Te’ verde Olio d’oliva Semi vegetali Pesce ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ENZIMATICI, CELLULARI SUPEROSSIDO DISMUTASI (SOD) Principale antiossidante cellulare, mantiene concentrazione di anione superossido (O2-• ) bassa la Converte l’anione superossido in perossido d’idrogeno Agisce in collaborazione con la catalasi e la glutatione perossidasi La superossido dismutasi (SOD) La SOD catalizza la reazione di dismutazione dell’anione superossido: 2 O2- + 2H+ H2O2 + O2 Se ne conoscono varie forme isoenzimatiche. Nei mitocondri l’isoenzima utilizza come cofattore il manganese (MnSOD). Altri isoenzimi, di cui alcuni anche a localizzazione nucleare hanno come cofattori rame o zinco (Cu/ZnSOD). Esiste anche un isoenzima Cu/ZnSOD extracellulare secreto (EC-SOD) La catalasi (appartiene alla classe delle ossido-reduttasi), localizzata nei perossisomi, inattiva l’H2O2 catalizzando la reazione: 2H2O2 O2 + 2H2O contiene un gruppo eme ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ENZIMATICI, CELLULARI CATALASI (CAT) 2 H2O2 2 H2O + O2 Eme-proteina presente nei perossisomi e nel citosol degli RBC Agisce con la SOD per la rapida detossificazione dell’anione superossido (O2-•) PEROSSIDASI (Px) Diverse forme, diverse localizzazioni, diversi substrati Difesa cellulare primaria contro i perossidi (R-OOH, H2O2) Convertono i perossidi in H2O in presenza di riducenti R-OOH + AH2 R-OH + A + H2O La glutatione perossidasi ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ENZIMATICI, CELLULARI GLUTATIONE PEROSSIDASI (GSH-Px) 2 H2O2 ROOH 2 GSH 2 H2O + O2 ROH + H2O GSSG GLUTATIONE REDUTTASI NADP+ NADPH2 Richiede selenio (cofattore) e glutatione (riducente) GLUTATIONE (GSH) Tripeptide (Glu-Cys-Gly) endogeno idrofilo a basso PM Cofattore della glutatione-perossidasi (GPx) Consente alla GPx di svolgere il suo ruolo antiossidante GLUTATIONE (GSH) Azione disintossicante Attività immunitaria Attività protettiva nei riguardi del SNC E’ presente in alimenti quali: cocomero, avocado, asparagi, pompelmo, patate, fragole, pomodori, arance, spinaci. Ciclo del glutatione Agenti esogeni/metabolismo O2• SOD 2 NADP+ 2 NADPH + H+ 2 GSH GSH–R GPx GS – SG GS – SG TRASLOCASI ESCREZIONE H2O2 CAT H2O + ½ O2 2 H2O Pr – SH Pr – SG + GSH SOD: superossidodismutasi CAT: catalasi GPx: glutatione perossidasi GSH-R: glutatione reduttasi Le principali molecole non enzimatiche che contribuiscono all’equilibrio redox cellulare sono: la vitamina C (o acido ascorbico), la vitamina E (o a-tocoferolo), vitamina A (o b-carotene), l’urato, il piruvato, e infine il GSH La vitamina C e la vitamina E agiscono in maniera coordinata e sinergica: la vitamina C rigenera l’a-tocoferolo trasformandosi in radicale ascorbile, e viene riconvertita ad acido ascorbico da una reduttasi NADPH-dipendente. L’a-tocoferolo protegge le membrane dal danno ossidativo in quanto blocca le reazioni a catena caratteristiche del processo di perossidazione lipidica delle membrane biologiche. ANTIOSSIDANTI ENDOGENI NON ENZIMATICI PROTEINE -SH: • Agiscono come antiossidanti plasmatici. • Acquistano un e- generando un radicale sulfidrilico (-S•) più stabile. PROTEINE LEGANTI Cu-Fe: • Proteine di trasposto: transferrina (2Fe+++) e ceruloplasmina (Cu++) • Proteine di deposito: ferritina (FeOOH) ANTIOSSIDANTI ENDOGENI NON ENZIMATICI BILIRUBINA: • Prodotto di degradazione dell’eme • Blocca i radicali perossilici a livello plasmatico ACIDO URICO: • Prodotto finale del catabolismo delle purine (adenina e guanina) • Chela i metalli e riduce l’ozono (antiossidante del tratto respiratorio) ACIDO URICO Sostanza a basso peso molecolare, idrofila Potente scavenger contro vari ossidanti (HO•,O2*, O3, HClO) Chelante nei confronti di metalli di transizione (Fe, Cu) Previene l’ossidazione Fe-dipendente dell’ascorbato OH N N OH HO N N H ANTIOSSIDANTI ESOGENI VITAMINICI ACIDO ASCORBICO (Vitamina C) Principale antiossidante extracellulare idrosolubile Può bloccare O2-•, HO•, H2O2, 1 O2 Riducendo il radicale tocoferile rigenera la vitamina E Il radicale ascorbile è rigenerato dalla NADPH deidroascorbato reduttasi, mentre il deidroascorbico dall’ascorbico reduttasi-GSH. Vitamina C ANTIOSSIDANTI ESOGENI VITAMINICI VITAMINA E Attività antiossidante vitamina E ANTIOSSIDANTI ESOGENI VITAMINICI VITAMINA E • Sostanza liposolubile. • Principale radical-scavenger delle membrane e delle lipoproteine. • Agisce bloccando i radicali perossilici formatisi durante la perossidazione lipidica. • Può essere rigenerata dall’acido ascorbico e dal GSH. VITAMINA E ATTIVITA’ ANTIOSSIDANTE Molecola liposolubile associata alle membrane biologiche e alle lipoproteine protegge i grassi poliinsaturi dalla perossidazione ATTIVITA’ NON ANTIOSSIDANTE A carico di RRR-a tocoferil succinato potente agente antitumorale VITAMINA E e neoplasie INIBISCE LA PROLIFERAZIONE DI CELLULE MALIGNE Vit. E CAUSA APOPTOSI È ANTI-ANGIOGENICA INIBISCE VEGF (fattore di crescita vascolare) ANTIOSSIDANTI ESOGENI VITAMINICI CAROTENOIDI • Gruppo di pigmenti rossi, arancio e giallo presenti soprattutto nella frutta e vegetali. • Sostanze liposolubili. • Alcuni hanno attività vitaminica (b-carotene). • Presenti nelle membrane cellulari e veicolati dalle lipoproteine. • Interrompono le reazioni a catena dei radicali perossili (R-OO•) • Bloccano i radicali tra cui anche l’1O2 (ossigeno singoletto) tramite due meccanismi: • trasferimento del e• addizione del radicale alla molecola LICOPENE • Antiossidante naturale della famiglia dei carotenoidi, presente in elevate concentrazioni nel pomodoro maturo e in misura minore nel cocomero, albicocca, uva e papaia • Chimicamente costituito da carbonio e idrogeno ed in natura è rinvenibile nella struttura “trans” • Tempo di emivita 2-3 giorni, maggior metabolita 5,6diidrossi-5,6diidrolicopene LICOPENE Sembra avere un ruolo importante nella prevenzione di alcune malattie degenerative quali il cancro e le malattie vascolari, che sembrano in parte dipendere da fenomeni ossidativi Il meccanismo di azione alla base dell’attività antitumorale del licopene è ancora sconosciuto LICOPENE In pazienti con tumore della prostata la supplementazione con licopene per sole 3 settimane ha determinato una riduzione dei valori sierici di PSA (un marker usato comunemente per monitorare l’andamento della malattia), suggerendo un effetto antiproliferativo specifico sulle cellule neoplastiche prostatiche ANTIOSSIDANTI ESOGENI NON VITAMINICI POLIFENOLI Ampia classe di composti derivati dal metabolismo secondario delle piante Chimicamente sono derivati ciclici del benzene sostituiti con gruppi idrossilici Comprendono molecole sia semplici come gli acidi fenolici oppure altamente polimerizzate come i tannini Scavenger nei confronti dei radicali HO• e O2• 3' 2' 8 O 7 A 1' 4' B 2 5' R2 6' C 3 6 5 4 R1 R2 R1 O R3 R3 OH OH Struttura dei flavonoidi O R4 R4 Struttura degli acidi fenolici • bloccare i radicali liberi • legare i metalli di transizione • inibire l’ossidazione delle LDL • rigenerare il radicale tocoferile ACIDO LIPOICO Sostanza a basso peso molecolare, relativamente idrofila Scavenger di vari ossidanti (HO•, O2*, HClO) Chelante nei confronti dei metalli di transizione (Fe, Cu) Consente la rigenerazione delle vitamine C ed E Prodotto nell’organismo, è coinvolto nel complesso della piruvato deidrogenasi, funzionando da accettore di elettroni, grazie al suo ponte disolfuro, reattivo SH SH COOH Forma ridotta (attiva) S S Forma ossidata COOH Ac. LIPOICO (25-100µM) induce Effetto dose dipendente Ac. LIPOICO (25-100µM) riduce ATTIVITA’ antiossidanti: Catalasi (+55%) Superossido dismutasi Glutatione reduttasi Glutatione perossidasi Glutatione transferasi ACCUMULO ROS (-55%) DIMOSTRAZIONE IN VITRO DELL’ EFFETTO PROTETTIVO DELL’AC.LIPOICO IN Saccaromycetes cerevisiae Perossido di Idrogeno (H2O2) 4-5mM Riduce le possibilità di sopravvivenza della cellula (Saccaromycetes cerevisiae) Riduce il n delle generazioni successive Ossidante (H2O2) + Acido Lipoico 0.01-0.1mM Aumenta la possibilità di sopravvivenza della cellula Aumenta il n delle generazioni successive Coenzima Q10 Sostanza lipofila a basso peso molecolare Scavenger nei confronti dei radicali perossilici (ROO•) Consente la rigenerazione dei tocoferoli O H3CO CH3 CH3 (CH2 – CH = C – CH2)10H H3CO O Ruolo del Coenzima Q e della vitamina E nell’inibizione della perossidazione lipidica L–H Fe3+ O2 UQH2 INIZIO L• Fe3+ H2O2 UQ• O2 PROPAGAZIONE LOO• L–H UQH2 E – OH E–O L• UQ• LOOH A• UQ• AH- UQH2 ZINCO Componente essenziale di numerosi enzimi, in cui svolge un ruolo strutturale, di regolazione e catalitico: l’amminoacilRNA-sintetasi, la DNA e l’RNA polimerasi, la fosfatasi alcalina, la lattico deidrogenasi, la superossido dismutasi e le carbossipeptidasi A e B Attività antiossidante, prevenendo la perossidazione lipidica e riducendo la formazione dei radicali liberi MANGANESE E’ un cofattore dell’attività di numerosi enzimi (arginasi, piruvato carbossilasi, superossido dismutasi) SELENIO Componente dell’enzima glutatione perossidasi, che impedisce l’ossidazione dell’emoglobina e quindi l’emolisi degli eritrociti. Agisce in sinergismo con la vitamina E Azione antiforfora e antimicotica In laboratorio, per valutare lo stato redox, è possibile dosare: Alcuni enzimi antiossidanti (SOD, GPx, glutatione reduttasi, catalasi) Vitamine Potere antiossidante totale del siero Prodotti di lipoperossidazione (malonildialideide sostanze reattive all’acido tiobarbiturico TBARS) Metaboliti reattivi dell’ossigeno (ROM’s) MDA, Valutazione dello stress ossidativo ed idroperossidi Aumentata produzione di ROS (O2., HO., H2O2,…) Compromissione della barriera antiossidante (vit. C, vit. E,…) Perossidazione di biomolecole con produzione di idroperossidi R-OOH (una classe di ROM) IDROPEROSSIDI (MARKER ED AMPLIFICATORI DEL DANNO) NEI LIQUIDI EXTRACELLULARI INVECCHIAMENTO E PATOLOGIE CORRELATE CON LO STRESS OSSIDATIVO (ictus, infarto, diabete, demenza, m. di Parkinson, cancro, …) Gli idroperossidi sono marker ed amplificatori delle lesioni da STRESS OSSIDATIVO Valutazione dello stress ossidativo Valutare l’“attacco” Valutare la “difesa” Status pro-ossidante Status antiossidante d-ROMs test, MDA OXY-Adsorbent test, BAP test, -SHp test… VALUTAZIONE GLOBALE DELLO STRESS OSSIDATIVO PREVENZIONE E MONITORAGGIO DELLE MALATTIE CORRELATE CON LO STRESS OSSIDATIVO STRESS OSSIDATIVO: valutare per riequilibrare TEST DI LABORATORIO PER LA VALUTAZIONE DELLO STATUS PRO-OSSIDANTE d-ROMs test - Test spettrofotometrico che consente di determinare, in un campione biologico, la concentrazione degli idroperossidi (ROOH) su diversi substrati biochimici - Gli analiti misurati nel test sono metaboliti reattivi dell’ossigeno (reactive oxygen metabolites, ROM) Gli idroperossidi presenti in un campione biologico, dopo aver reagito con un apposito cromogeno sviluppano un derivato colorato (dal rosa al rosso) rilevabile e quantificabile per via spettrofotometrica. La concentrazione degli idroperossidi, direttamente proporzionale all’intensità del colore rilevato, viene espressa in unità di U CARR (Carratelli) 1 U CARR equivale a 0.08 mg H2O2/dL Principio del d-ROMs test Reazione di Fenton: un metallo di transizione in forma ionica (Fe o Cu) catalizza la scissione di un idroperossido (ROOH), generando nuove specie radicaliche (idroperossili (ROO*) o alcossili (RO*), a seconda che lo ione catalizzante si ossidi (Fe2+ Fe3+ o Cu+ Cu2+) o si riduca. Nel test gli idroperossidi, nelle condizioni previste dalla reazione di Fenton, generano in vitro radicali idroperossilici ed alcossilici. 1a) 1b) 2a) 2b) R-OOH + Fe2+ R-O* + A-NH2 R-OOH + Fe3+ R-OO* + A-NH2 R-O* + Fe3++ OHR-O- + [A-NH2*]+ R-OO* + Fe2+ (Cu+) + H+ R-OO- + [A-NH2*]+ Procedura sperimentale: Un’aliquota di siero viene diluita in una soluzione tampone (acetato) pH 4.8; il ferro ionico legato alle sieroproteine, si rende disponibile in forma libera catalizzando la scissione degli idroperossidi in radicali idroperossilici ed alcossilici. Alla soluzione viene aggiunto un cromogeno (N,N-dietil- parafenilendiammina) che ha la proprietà di cambiare colore (dal rosa al rosso) quando viene ossidato. E’ necessario preparare lo standard (o calibratore), fornito all'interno di un kit commerciale sottoforma di siero liofilo a titolo noto (U CARR). Procedura cinetica standard: si preparano 3 soluzioni (bianco, campione (preferibilmente siero fresco) e calibratore) incubazione delle soluzioni per 1 min a 37°C; lettura fotometrica (abs a 505 o 546 nm) a 0, 1, 2 e 3 min. Ai valori di assorbanza ottenuti per il campione e per il calibratore si sottrae, quindi, il valore di assorbanza del bianco. Procedura endpoint: si preparano 3 soluzioni (bianco, campione (siero o plasma eparinato) e calibratore). incubazione delle soluzioni a 37°C per 75 min; lettura fotometrica (abs a 505 o 546 nm). Ai valori di assorbanza ottenuti per il campione e per il calibratore si sottrae, quindi, il valore di assorbanza del bianco. Valori di riferimento nell’uomo: 250-300 U CARR cioè 20.08-24.00 mg/dL di H2O2 Un aumento delle U CARR indica una gravità crescente di stress ossidativo Unico test disponibile per la valutazione complessiva della componente lesiva, pro-ossidante, dello stress ossidativo che unisce a questa specificità una standardizzazione utile nella pratica clinica routinaria e la possibilità di integrarsi con altri test sullo stress ossidativo. · preciso e affidabile; · richiede una strumentazione relativamente semplice (un fotometro termostatato ed una centrifuga); · possiede tutti i vantaggi di un mono test (rilevazione fotometrica diretta di un’unica miscela di reazione, contenente il campione e il reattivo cromogeno); · richiede una minima manualità, con notevole riduzione delle possibilità di errore. • nella perossidazione lipidica si formano prodotti di degradazione; • essi sono utilizzati per misurare il grado di perossidazione; si misura la formazione della malonildialdeide (dialdeide malonica, MDA) MDA test MDA (malonilaldeide o malonildialdeide, CHO-CH2- CHO): prodotto finale delle reazioni a catena innescate nelle membrane cellulari dall’attacco ossidativo, da parte di alcuni ROS (radicale idrossile), degli acidi grassi poliinsaturi (acido arachidonico, costituente dei fosfolipidi di membrana). MDA: indicatore piuttosto tardivo di stress ossidativo. Svantaggi: non è sempre in grado di poter svelare precocemente uno stato ossidativo alterato. La MDA è scarsamente specifica; è un prodotto di decomposizione ossidativa di amminoacidi, di carboidrati e di prostaglandine; E’ un prodotto di ossidazione dell’acido ascorbico, risulta inutilizzabile il suo dosaggio ai fini di un eventuale monitoraggio trattamenti antiossidanti. terapeutico in corso di TOTAL ANTIOXIDANT STATUS Valutazione dell’efficacia della barriera ossidante, che si oppone all’azione lesiva dei radicali PRINCIPIO DEL METODO Rilevazione della capacità del siero in esame di opporsi ed inibire la cascata di reazioni che portano alla formazione dei radicali liberi Nel plasma è identificabile una “barriera antiossidante”, alla cui costituzione contribuiscono sostanze esogene ed endogene. Questi componenti, “donando” elettroni, bloccano la potenziale lesività dei radicali liberi. Qualsiasi “insulto” a carico di tale barriera consente ai radicali liberi di attaccare e danneggiare le strutture cellulari. Rappresentazione schematica della barriera antiossidante plasmatica L’efficienza della barriera antiossidante plasmatica può essere valutata saggiandone la capacità di ridurre un determinato substrato, ossia di donare elettroni ad un agente ossidante (avido di elettroni), che funge da “sensore”. Il potere antiossidante è, in termini rigorosamente chimici, un’attività riducente, cioè elettron-donatrice. BAP-TEST BAP test (biological antioxidant potential, determinazione del potenziale biologico antiossidante): test fotometrico. Si basa sulla capacità che ha una soluzione di ioni ferrici (Fe3+) complessati ad un cromogeno di colorarsi, quando gli ioni Fe3+ sono ridotti a ioni ferrosi (Fe2+), come accade se si aggiunge ad essa un adeguato sistema riducente, ossia antiossidante, quale il plasma. Il campione di plasma (ottenuto dal sangue intero mediante centrifugazione) viene aggiunto ad una soluzione colorata (FeCl3, cloruro ferrico + cromogeno, un tiocianato). Dopo un’incubazione (5 min) la soluzione si decolorerà e la decolorazione sarà tanto più marcata quanto più i componenti del plasma ridurranno gli ioni ferrici presenti, responsabili della formazione del complesso cromatico. Valutando per via fotometrica l’entità della decolorazione, sarà possibile risalire alla quantità di ioni ferrici ridotti e alla capacità riducente, ossia al potere antiossidante del plasma testato. I risultati del BAP test sono espressi in mmoli di ferro ridotto per L di plasma esaminato. Test affidabile, preciso, ripetibile, con un coefficiente di variazione (CV) inter-serie ed intra-serie assolutamente accettabile, anche con metodica manuale (<5%). Interferenza segnalata è legata alla concentrazione lipidica: un plasma iperlipemico può indurre una sottostima dei valori. Il test va obbligatoriamente eseguito a digiuno o dopo un congruo intervallo di tempo rispetto ad un pasto copioso o all’assunzione massiva di antiossidanti per os. Il BAP Test viene eseguito su siero o plasma eparinato fresco, con lettura fotometrica a 505 nm a 37°C. Data l’esigua quantità di campione necessaria (10 µl per l’analisi manuale) il prelievo può essere venoso o capillare. INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI Il range stimato del BAP test negli individui normali è 22004000 mmoli/L. Una riduzione dei valori del test al di sotto dell’intervallo indicato è direttamente correlato con una ridotta efficienza della barriera antiossidante plasmatica. OXY-Adsorbent test Test fotometrico che valuta la capacità del plasma di opporsi all’azione ossidante di una soluzione di acido ipocloroso, HClO (ossidante). Il campione di plasma viene sottoposto all’azione di HClO a titolo noto, in evidente eccesso rispetto alle capacità di essere “adsorbito” dalla barriera antiossidante da valutare. Dopo un intervallo di tempo stabilito, l’HClO residuo reagisce con la N,N-dietilparafenilendiammina che, ossidandosi a spese dell’acido, si trasforma in un derivato colorato in rosa. La concentrazione del complesso colorato sarà direttamente proporzionale alla concentrazione di HClO rimasta in eccesso ed inversamente proporzionale alla capacità antiossidante del plasma analizzato; più bassa è la concentrazione residua dell’acido e più elevata è la capacità antiossidante del campione di plasma esaminato, e viceversa. Il valore di riferimento del test è al di sopra di 350 mmoli/mL di HClO. In condizioni normali, 1 mL di plasma umano è in grado di “adsorbire” e, quindi, neutralizzare, almeno 350 mmoli di HClO. Valori inferiori a questa soglia indicano una riduzione dello “spessore” della barriera antiossidante e correlano direttamente con la gravità del danno da questa subito. Il test viene eseguito su siero o plasma eparinato fresco con lettura fotometrica a 505 o 546 nm a TA. Il prelievo può essere venoso o capillare. Test affidabile, preciso, ripetibile, con un coefficiente di variazione (CV) inter-serie ed intra-serie assolutamente accettabile, anche con metodica manuale (<5%). Il test va eseguito a digiuno o dopo un congruo intervallo di tempo rispetto ad un pasto copioso o all’assunzione massiva di antiossidanti per os. SHp test Si basa sulla capacità dei gruppi -SH di sviluppare un complesso colorato determinabile fotometricamente (405 nm) quando reagiscono con l’acido 5,5ditiobis-2-nitrobenzoico (DTNB). Il “titolo” di tioli è direttamente proporzionale all’intensità del colore rilevato. Grado accettabile di imprecisione analitica. Infatti, il CV intra-serie su 20 aliquote di siero fresco è stato pari a 1.7%, quello inter-serie su 20 aliquote di siero congelato 3.3%. I tioli rappresentano una componente qualitativamente significativa della barriera antiossidante plasmatica Il range negli individui normali è 450-650 mmoli/L. Una riduzione dei valori del test al di sotto di questo intervallo si correla direttamente con una ridotta efficienza della barriera antiossidante tiolica. Sistema FREE (Diacron) Sistema analitico integrato che consente di eseguire qualsiasi tipo di analisi chimica basata sul principio della fotometria Predisposto per l’esecuzione di test per la valutazione globale dello stress ossidativo (d-ROMs test, l’OXY-adsorbent test, il BAP test e l’-SHp test). SISTEMA FRAS (Diacron) Sistema analitico integrato costituito da un fotometro con centrifuga incorporata progettato per consentire l’esecuzione del d-ROMs test su sangue intero, ottenuto mediante prelievo di sangue capillare. Viene fornito insieme al kit del d-ROMS test che ne costituisce parte integrante. Una goccia di sangue, prelevata per digitopuntura, è raccolta in un piccolo capillare e, insieme a questo tubicino, immersa in una provetta contenente una soluzione tampone lievemente acida. Il campione, dopo una delicata agitazione, è trasferito in cuvetta, ove viene aggiunta una goccia di reattivo cromogeno. La soluzione è sottoposta a centrifugazione e alla lettura fotometrica. Il fotometro trasformerà l’intensità del colore (proporzionale alla quantità di radicali e, quindi, di idroperossidi presenti nel campione) in unità di concentrazione (U CARR), a cui possono corrispondere determinati livelli di stress ossidativo. dROM test: errori da evitare 1 2 3 4 5 6 7 8 9