Docente: dott. Maria Paola Gusmini
Università di Pavia
SILSIS per il Sostegno
a. a. 2006/07
Metodologia della Ricerca
Pedagogica per il Sostegno
Il colloquio come strumento di
ricerca
Il colloquio/intervista come strumento
della ricerca descrittiva.
 Insieme all’osservazione e ai questionari, il colloquio è
uno strumento della ricerca descrittiva che consente di
trarre informazioni sulle attitudini, le aspirazioni, le
conoscenze ecc. di un individuo o di un gruppo.
 Il colloquio consiste in un’interazione verbale “faccia a
faccia” tra un intervistatore e un singolo soggetto la
raccolta dei dati avviene tramite un processo di
comunicazione verbale tra due individui.
 Il colloquio può avere forma più o meno strutturata a
seconda degli obiettivi conoscitivi che ne guidano
l’utilizzo.
Colloquio strutturato
 Utilizzato prevalentemente nelle indagini di mercato, nei
sondaggi d’opinione: l’obiettivo è raccogliere molti dati,
confrontabili tra loro, quantificabili e elaborabili
statisticamente.
 Colloquio standardizzato: quantità, qualità, ordine delle
domande, comportamento dell’intervistatore sono
prefissati in modo da consentire un confronto tra risposte
fornite da un ampio numero di soggetti.
 Colloquio standardizzato in parte: complesso di
domande che possono essere modificate, invertite,
omesse o ampliate dall’intervistatore in relazione al
contesto del colloquio e alle risposte del soggetto.
Colloquio non-strutturato
 Ha come obiettivo la raccolta di dati
qualitativi. Comprende tutte le forme di
colloqui diagnostici, terapeutici, educativi,
e richiede preparazione tecnica specifica
dell’intervistatore.
Vantaggi dell’intervista nella
ricerca educativa
 Aiuta il ricercatore ad orientarsi, mentre esplora
il campo cercando di definire le variabili della
successiva sperimentazione o osservazione
 Molte persone preferiscono parlare piuttosto che
scrivere
 Si mostra come approccio flessibile al soggetto
(la presenza dell’intervistatore permette di
chiarire domande e motivazioni)
 Oltre che strumento per il ricercatore può essere
utilizzata come modalità di intervento didattico
Colloquio o intervista?
 Secondo Trentini ciò che distingue l’uno
dall’altra sono le motivazioni dei due
partecipanti.
 Colloquio: motivazione intrinseca dei due
partecipanti; entrambi motivati all’incontro,
desiderano instaurare un contatto
interpersonale (colloquio clinico)
 Intervista: predominano le motivazioni
estrinseche; la centratura del rapporto
verte più sui contenuti che sui processi
(interrogazione- colloquio d’assunzione)
Il colloquio non-direttivo
 Si rifà alla teorie e alle tecniche elaborate da C. Rogers,
successivamente sviluppate da L. Lumbelli per quanto
riguarda l’ambito pedagogico-didattico
 Si configura come una metodologia di indagine che tenta
di sondare i “vissuti”, le immagini, gli atteggiamenti, le
opinioni degli individui intorno a certi fenomeni,
tematiche, oggetti.
 L’esplorazione della soggettività (delle idee, delle
concezioni, dei vissuti, delle aspirazioni di soggetti
umani) è dunque lo scopo delle ricerche che si
avvalgono di questa particolare metodologia.
Un’esplorazione reso possibile da tecniche
comunicative peculiari messe in gioco all’interno di un
contesto relazionale peculiare che è quello che si viene
a creare tra chi interroga e chi informa, tra chi ascolta e
chi è ascoltato.
Un’esplorazione che si configura anche – questo il
presupposto della teoria rogersiana – come un contesto
formativo “sui generis” all’interno del quale i ruoli
tradizionali tra chi insegna e chi apprende vengono
rovesciati e si costituiscono le basi per una effettiva cocostruzione delle conoscenze.
La Comunicazione autentica
Una comunicazione autentica, che esprima il
vissuto e la soggettività di un individuo, è resa
possibile da un atteggiamento di ascolto, avalutativo e totalmente accettante da parte di un
interlocutore, che messa da parte la sua particolare
visione del mondo, si mette nei panni dell’altra
persona e cerca di comprenderlo dall’interno.
Tale atteggiamento ha una
valenza formativa
1. Perché consente a chi parla di prendere
coscienza di quanto va esprimendo, e, man
mano che la comunicazione prosegue e la
comprensione si fa più profonda, di chiarificare
a se stesso il suo pensiero, le sue articolazioni,
le emozioni che lo colorano, fino a giungere, in
maniera autonoma, senza alcun suggerimento
o condizionamento, a una sorta di
“riorganizzazione percettiva”, una modalità
differente, più articolata, sfaccettata e ordinata,
di “vedere” i propri contenuti di coscienza.
2. Ciò consente, d’altra parte, a chi
ascolta di comprendere il punto
di vista di un’altra persona, di
accedere alla soggettività altrui,
seguendo gli imprevedibili
percorsi di un pensiero che si
elabora “cammin facendo”.
Contesti di utilizzo del C-N-D
 Ambito psicoterapeutico: aiuto fornito all’interlocutore
perché rifletta su se stesso e giunga a chiarificare a se
stesso le proprie idee e le proprie emozioni
 A fini di ricerca in ambito psico-sociale per sondare i
“vissuti”, le immagini, gli atteggiamenti, le opinioni degli
individui intorno a certi fenomeni, tematiche, oggetti, per
esplorare cioè le variegate dimensioni della soggettività
 Per creare un contesto formativo “sui generis”
all’interno del quale i ruoli tradizionali tra chi insegna e
chi apprende vengono rovesciati e si costituiscono le
basi per una effettiva co-costruzione delle conoscenze.
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Il colloquio/intervista - Università degli Studi di Pavia