Ripartizione Economiche
Il caso dei Distretti Industriali
Sergio Zucchetti
Analisi di alcuni strumenti
Vengono influenzate in modo
diretto e indiretto
dalle teorie
4
LOGICA
3
METODOLOGIA
2
Ripartizioni economiche
1
PROGRAMMAZIONE =
Ripartizioni amministrative
TECNICA
Strumenti di intervento
Dai Distretti ai Metadistretti
Cosa sono i distretti industriali?
In letteratura i distretti industriali sono definiti
come un particolare raggruppamento di
imprese, specializzate in un complesso
processo produttivo e strettamente legate al
sistema di relazioni sociali, istituzionali e
ambientali instaurate, sedimentate e
strutturate nel tempo e nello spazio tra gli
attori presenti sul territorio e il territorio
stesso.
Riferimenti legislativi
La Legge n.317 del 5/10//91 – "Interventi per lo
sviluppo
delle piccole
e medie imprese"
L’ingresso del distretto industriale nel nostro
ordinamento avviene con questa legge che, all’art.36,
comma 1, lo definisce come “un’area territoriale
caratterizzata da elevata concentrazione di piccole
imprese
caratterizzate
da
una
particolare
specializzazione produttiva, dove esiste un particolare
rapporto tra presenza di imprese e popolazione
residente”.
segue legge
317/91
Il 2° comma rimanda al Ministero dell’Industria
l’emanazione di un apposito decreto contenente i
parametri la cui verifica territoriale consenta alle
Regioni di definire le aree da considerare distretti
industriali. Con questa legge il legislatore fornisce
una cornice per l’intervento delle Regioni concedendo
alle stesse, una volta individuati i distretti presenti sul
loro territorio, la possibilità di finanziare progetti
innovativi concernenti più imprese sulla base di un
contratto di programma stipulato con i consorzi di
sviluppo industriale presenti in tali aree.
Decreto Ministeriale del 21/04/93
Il Decreto del Ministro dell’Industria del
21/04/93 fissa, come stabilito dalla Legge 317
del 1991, i parametri per l’individuazione dei
distretti industriali.
Le aree da prendere come riferimento per la
definizione dei distretti sono i Sistemi Locali
del Lavoro individuati dall’ISTAT, dove devono
verificarsi le seguenti condizioni:
segue D.M.21/4/93

Il Sistema Locale del Lavoro deve essere
caratterizzato dalla prevalenza di unità locali e addetti
nel settore manifatturiero, in particolare:
- il peso degli addetti all'industria manifatturiera
deve superare del 30% il dato nazionale, mentre
nelle Regioni dove l’indice di industrializzazione
manifatturiera calcolato a livello regionale, dato
dal rapporto del totale degli addetti nella Regione
sugli addetti occupati nell’industria manifatturiera
della Regione, risulta inferiore a quello nazionale
possono assumere come valore di riferimento il
dato regionale;
segue D.M.21/4/93
– il peso delle unità locali manifatturiere in rapporto
alla popolazione residente deve essere superiore
alla media nazionale:

il Sistema Locale del Lavoro deve essere
caratterizzato da una forte specializzazione in un
determinato settore dell'industria manifatturiera, in
particolare:
- il peso degli addetti del settore di specializzazione
manifatturiera rispetto al totale degli addetti deve
superare del 30% il dato nazionale;
segue D.M.21/4/93
-
-
il peso degli addetti del settore di specializzazione
manifatturiera deve superare del 30% gli addetti
occupati nell’industria manifatturiera del Sistema
Locale del Lavoro;
il tessuto produttivo del settore di specializzazione
manifatturiera deve essere formato da piccole
imprese.

Deliberazione CIPE del 21/03/97
Questa deliberazione modifica la disciplina
relativa ai Contratti di Programma

Legge n.266 del 7/10/97 – “Interventi
urgenti per l’economia”.
Questa norma prevede che il Ministero
dell’Industria disponga la concessione di un
contributo per l’innovazione informatica e
delle telecomunicazioni dei distretti.
Dlgs. n.112 31/03/98

“Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle regioni
ed agli enti locali, in attuazione del capo
I della legge 15 marzo 1997, n.59”.
Con tale provvedimento vengono delegate
alle Regioni le funzioni inerenti alla
concessione di agevolazioni, contributi,
sovvenzioni, incentivi e benefici di qualsiasi
natura all’industria, compresi gli interventi per
le piccole e medie imprese.
Decreto Legge n.79 16/03/99

“Decreto per la liberalizzazione del
mercato dell’energia elettrica”.
Il decreto prevede la possibilità per una serie
di soggetti definiti, all’articolo 2, “clienti
idonei” di stipulare contratti di fornitura con
qualsiasi produttore, distributore o grossista
sia in Italia che all’estero.
Legge n.140 11/5/99

“Norme in materia di attività produttive”

Questa legge rinnova il quadro normativo di riferimento,
abrogando il rinvio al decreto ministeriale contenente i
parametri per l’individuazione dei distretti industriali.
Vengono modificati sostanzialmente i commi 1, 2, 3,
dell’articolo 36 della legge 317/91, in particolare vengono
definiti:
“sistemi produttivi locali” le aree produttive omogenee
caratterizzate da una elevata concentrazione di imprese,
prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e da una
peculiare organizzazione interna;
segue Legge n.140 11/5/99

“distretti industriali” i sistemi produttivi locali
caratterizzati da una elevata concentrazione
di
imprese
industriali
nonché
dalla
specializzazione produttiva di sistemi di
imprese;

le modalità di intervento e di finanziamento di
progetti innovativi e di sviluppo nei distretti
industriali.
I Distretti Industriali in
Regione Lombardia

Legge Regionale n. 7 del 22/2/93, art 3
(Attuazione della L. 317/91) Disciplina le
procedure per la per la delimitazione
geografica dei distretti industriali; stabilisce la
predisposizione di programmi di sviluppo nei
singoli distretti e, nell'ambito di tali
programmi, la realizzazione di progetti
innovativi concernenti più imprese.
segue distretti Industriali in RL

Con Delibera della
Giunta Regionale
Lombardia n.
5/43192 del 17
novembre 1993
vengono individuati
20 Distretti
industriali di
specializzazione
produttiva:
segue distretti Industriali in RL


Deliberazione del consiglio regionale della
Lombardia del 9/2/94 Definisce i contenuti dei
programmi di sviluppo e le procedure per
l'attuazione degli stessi.
Deliberazione della giunta regionale della
Lombardia del 21/6/94 Istituisce i comitati di
distretto e definisce indirizzi e priorità per la
promozione dei programmi di sviluppo nei
distretti industriali.
segue distretti Industriali in RL


Deliberazione della giunta regionale della
Lombardia del 11/10/94 Individua e istituisce
il 21esimo Distretto Industriale del Basso
Mantovano, e apporta modifiche e
integrazioni ai comitati di distretto.
Deliberazione della giunta regionale della
Lombardia del 7/3/95 Approva programmi di
sviluppo e concede contributi regionali par
l’attuazione dei relativi progetti di intervento.
segue distretti Industriali in RL

Deliberazione della giunta regionale della
Lombardia dell'8/11/96 Conferma, in base ai
dati ISTAT 1991, i distretti industriali
precedentemente individuati; approva lo stato
di attuazione e l'aggiornamento dei
programmi di sviluppo e dei relativi progetti di
intervento.
segue distretti Industriali in RL

Legge Regionale n. 1 del 5/1/2000 “Riordino del
sistema delle Autonomie in Lombardia Nell’ambito
delle funzioni conferite alle Regioni, si prevede che
attraverso la consultazione con le Province, le
Camere di Commercio, le Associazioni imprenditoriali
e le Organizzazioni sindacali, vengano determinate le
modalità e i parametri per l’individuazione dei
Distretti Industriali, nonché le modalità attuative per
la presentazione, approvazione, realizzazione dei
programmi di sviluppo degli stessi.
segue distretti Industriali in RL

Con Delibera della
Giunta Regionale
Lombardia n. 7/3839
del 16 marzo
2001vengono
individuati 16
Distretti industriali di
specializzazione
produttiva:
I Metadistretti
Con Delibera della
Giunta Regionale
Lombardia N.
7/6356 del 5 ottobre
2001 vengono
individuati 5
metadistretti:
Fondi Strutturali
Ripartizione Economiche
segue Metadistretti
Cosa sono i Metadistretti?
I metadistretti sono delle nuove ripartizioni
territoriali finalizzate ad individuare sul
territorio delle filiere produttive con un
elevato potenziale tecnologico, ove operare
politiche di cooperazione tra le imprese
specializzate e comprese nelle filiere e i centri
di ricerca.
segue Metadistretti

Le novità sono tre:
1. La prima è strettamente legata
all’individuazione sul territorio di ripartizioni
territoriali, che esprimo non più una
concentrazione
territoriale
di
imprese
specializzate in particolari settori produttivi,
ma l’individuazione di aree caratterizzate dalla
compresenza di imprese specializzate in
alcune filiere di produzione.
segue Metadistretti
2. Il secondo elemento innovativo legato al
mutamento della scala territoriale a cui il
metadistretto si struttura. Nella definizione
dei distretti tradizionali di specializzazione
produttiva la contiguità territoriale ha giocato
un ruolo chiave, in quanto presupposto
dell’esistenza di relazioni interaziendali in
grado di attivare processi di interscambio
tecnologico e di apprendimento.
segue Metadistretti
3. Il terzo elemento innovativo dei
metadistretti è il rapporto diretto della ricerca
come elemento qualitativo dei sistemi
industriali. Il tentativo della Regione
Lombardia è quello di intensificare e
strutturare, giocando d’anticipo rispetto alle
dinamiche evolutive che condizionano i
distretti industriali, il sistema di relazioni tra il
“mondo” della ricerca e quello produttivo,
cioè tra le imprese, laboratori e centri di
ricerca la cui attività caratteristica consiste nel
“fare ricerca” e il “l’universo” delle attività
produttive.
segue Metadistretti

Quali sono i metadistretti individuati:

Biotecnologie alimentari

11.3.1 colture vinicole e aziende vitivinicole;
Lavorazioni di: 15.1 carne, 15.2 pesce, 15.3 frutta
e ortaggi, 15.4 oli e grassi, trasformazione 15.5
lattiero casearia, 15.6 granaglie e amidacei, 15.7
prodotti per alimentazione animale, 15.8 altri
alimentari, 15.93 vino; 15.96 fabbricazione di
birra, 29.53 macchine per alimentari;
segue Metadistretti

Biotecnologie non alimentari


24.1 prodotti chimici di base, 24.2 pesticidi, 24.3
vernici, 24.4 farmaceutici, 24.62 colle, 24.66.6
prodotti ausiliari per il tessile e cuoio, 24.66 altri
prodotti chimici, 24.7 fibre sintetiche e artificiali,
29.56.1 macchine e impianti per industria chimica
Design

36.1 mobili, 31.5 apparecchi illuminanti, 28.6.1
articoli di coltelleria e posateria, 28.63 serrature e
cerniere, 28.7.5.1 stoviglie, pentolame, casalinghi,
arredo bagno .., 28.75.3 minuteria metallica,
29.13 rubinetti e valvole; 29.56.4 macchine per
legno
segue Metadistretti

Moda

17.1 preparazione e filatura di fibre tessili, 17.2 tessitura di
materie tessili, 17.3 finissaggio dei tessuti, 17.4
confezionamento di articoli in tessuto, 17.5 altri tessili, 17.6
tessuti a maglia, 17.7 maglieria, 18.1 confezioni in pelle,
18.2 altri articoli di vestiario e accessori, 18.3 pellicce ecc,
36..2 gioielleria, 36.63.3 bottoni, cerniere lampo,19.1
preparazione e concia del cuoio, 19.2 articoli viaggio, borse,
ecc, 19.3 calzature, 33.40.01 armature per occhiali, 33.40.4
fabbricazione lenti, 28.75.3 minuteria metallica, 29.54.1
macchine tessili ecc., 29.54.2 macchine per pelletteria
segue Metadistretti

Nuovi Materiali

28.40.4 sinterizzazione, 27.41 preziosi, 27.42
alluminio, 27.43 zinco, piombo, 27.44 rame, 27.45
altri metalli non ferrosi,; 24.16 materie plastiche
primarie, 25.21 lastre fogli e tubi in plastica, 25.22
imballaggi in plastica, 25.23 articoli in plastica per
edilizia, 25.24 altri prodotti in plastica, 26.24
prodotti ceramici per uso tecnico industriale, 28.51
trattamento e rivestimento dei metalli, 29.51
macchine per la metallurgia, 29.56.3 macchine per
materie plastiche, 33.40.3 elementi ottici e fibre
ottiche.
segue Metadistretti

Procedura per la selezione dei Metadistretti:



IND1 = (Addetti UL filiera del comune / Addetti
UL manifatturiero del comune) * 100
IND2 = (Addetti UL < 50 addetti filiera del
comune / Addetti UL manifatturiero del comune) *
100
dove: UL = Unità locali; Filiera = insieme delle attività
economiche della classificazione ATECO 91 ritenute rilevanti ai fini
della individuazione del metadistretto; Manifatturiero = insieme
delle attività economiche comprese nella sezione D della
classificazione ATECO 91
segue Metadistretti


I valori degli indici sono stati calcolati sia a livello
comunale (IND1C e IND2C) che a livello
regionale (IND1R e IND2R).
Sono stati selezionati quei comuni per
cui valeva contemporaneamente:


IND1C > IND1R *1.3
 e
IND2C > IND2R *1.3
segue Metadistretti

Sempre nell’ambito di ciascun metadistretto, data
la media degli addetti in unità locali inferiori a 50
addetti della filiera
Ni
IND3i = (ADDUL49/N.)*1.3
j-1

dove: ADDUL49 = numero di addetti alle unità locali con meno di
50 addetti; i = indice del metadistretto; j = indice dei comuni del
metadistretto i; Ni = numero di comuni del metadistretto i dopo la
selezione IND1, IND2
segue Metadistretti
Il passaggio dalle politiche del Distretto al
Metadistretto è motivato dall’osservazione dei
processi di cambiamento e di evoluzione del
sistema produttivo lombardo, che hanno di fatto
ridefinito il valore della prossimità territoriale quale
elemento di vantaggio competitivo, sempre più
superato, grazie all’evoluzione tecnologica, da
sistemi di relazioni a rete e da modelli di
interdipendenza tra imprese riscontrabili in una
filiera produttiva più che in una zona di
specializzazione.
segue Metadistretti

Strumenti di intervento:
 Distretti: sostegno allo sviluppo della
competitività delle imprese, attraverso
l'attribuzione di priorità di accesso alle leggi
di incentivazione regionali, dirette alle
imprese;

Metadistretti: mediante bandi di “Invito a
Proporre”, rivolti al sistema delle imprese e
della ricerca, attraverso il cofinanziamento
di progetti finalizzati alla cooperazione tra
soggetti di ricerca e imprese.
segue Metadistretti
Il quadro logico dell'intervento:
Obiettivo generale
obiettivi specifici
Risultati attesi
Effetti attesi
Strumenti
METADISTRETTI
promozione dell'eccellenza
eccellenza nei metadistretti
aumento uotput di ricerca e sviluppo e capitale umano specializzato
aumento tasso di natalità
cofinanziamento ai progetti per i metadistretti
Obiettivo generale
obiettivi specifici
Risultati attesi
Effetti attesi
Strumenti
Attività
METADISTRETTI
promozione dell'eccellenza
eccellenza nei metadistretti
aumento uotput di ricerca e sviluppo e capitale umano specializzato
aumento tasso di natalità
cofinanziamento ai progetti per i metadistretti
inviti a presentare proposte
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Dai Distretti ai Metadistretti