Sociologia della cultura Luca Salmieri Il crocevia della cultura: breve excursus sugli approccio allo studio dei fenomeni culturali Il crocevia della cultura: i precedenti Per secoli la cultura è stata vista come la conquista o l’attributo di una singola persona, di un individuo. All’origine cultura allude all’azione di chi coltiva la terra – colere – per poi raccoglierne i frutti. Nel Rinascimento la cultura è data dalle arti, dai saperi sopraffini che posseggono i dotti, i filosofi, gli artisti. Con le scoperte scientifiche e geografiche, nell’Illuminismo la cultura comincia ad acquisire un valore collettivo e non più individuale. Sinonimo di civiltà. Ma non appena l’Europa si definisce come la civiltà più alta, scopre e studia anche le altre civiltà. Il crocevia della cultura: nascita dell’antropologia Alla fine dell’Ottocento, Edward Burnett Tylor, antropologo inglese definisce la cultura come il seguente insieme: le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità o abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società. L’antropologia nasce per: • studiare scientificamente le culture primitive, sviluppando i precedenti approcci etnografici che sono scrittura dei popoli ed etnologici che sono studi comparativi tra i popoli. La prima è descrizione attraverso osservazione, la seconda è teoria attraverso comparazione. • separare la cultura dalla natura. La cultura sembra coincidere con la società. La sociologia invece tenterà subito di separare cultura e società. Il crocevia della cultura: sviluppi dell’antropologia La definizione di Taylor contiene almeno 3 importanti novità: 1.tutti i gruppi sociali, hanno la capacità di produrre “cultura” 2.della categoria “cultura”, fanno parte oltre al sapere, all’arte, alla religione, al diritto, anche le consuetudini, dei costumi e dei modi di vita acquisiti socialmente, in un accezione “totale” del termine cultura 3.la cultura è sottoposta ad una legge evolutiva analoga a quella operante nell’evoluzione delle specie biologiche, che ne determina lo sviluppo secondo fasi o stadi obbligatori per tutta l’umanità (unilinearità dello sviluppo e del progresso), anche se con tempi di realizzazione diversi. Il crocevia della cultura: sviluppi dell’antropologia Già a partire dagli inizi del Novecento, si riconosce l’esistenza di non una, ma molteplici possibilità culturali, e quindi di una pluralità delle culture, non valutabili in base a una scala di valori unica (relativismo culturale) Il relativismo culturale viene formulato, a partire dal particolarismo storico di Franz Boas e dall'antropologo statunitense Melville Jean Herskovits: ogni società è unica e diversa da tutte le altre, mentre i costumi hanno sempre una giustificazione nel loro contesto specifico. In seguito il concetto di relativismo culturale diviene imprescindibile in campo antropologico, grazie all'attività divulgativa dell'allieva di Boas, Margaret Mead: le argomentazioni di carattere relativistico sono strumento di critica della società americana. Il crocevia della cultura. Parsons e la separazione analitica tra cultura e società Talcott Parsons, sociologo americano influenzato dalla sociologia di Max Weber punta a separare il concetto di società da quello di cultura. È una separazione analitica che procede nell'ambito della teoria generale dell'azione umana. I fenomeni sono inestricabilmente fatti di funzioni biologiche, psicologiche, sociali e culturali. Tuttavia, l'analisi deve tenerli separati e soltanto attraverso gli approcci interdisiciplinari può puntare a riallacciarli. La funzione della cultura è una funzione latente: la cultura serve a mantenere la coesione sociale e a far condividere valori, norme, credenze e simboli. Il crocevia della cultura. La revisione del concetto di cultura Dagli anni settanta in poi si svilluppa l'antropologia interpretativa per merito di Clifford Geertz I contenuti attribuiti alla cultura non sono più concreti (costumi), né astratti (modelli), ma simbolici (simboli). Ermeneutica: Scienza, arte o tecnica dell’interpretazione. Mondo greco Medioevo (interpretazione dei testi biblici) Età moderna: ermeneutica filosofica Ermeneutica: “il significato di ogni elemento o fenomeno sociale, del presente o del passato, deve essere compreso unicamente in virtù del suo carattere storico e della sua appartenenza a una specifica tradizione culturale”. Il crocevia della cultura. Geertz e la thick description La descrizione “densa”: (Thick description) scoprire le strutture di significati che non sono esplicitati dagli attori sociali. Passaggio continuo da “tutto” concepito attraverso le “parti” (che lo rendono attivo), a “parti” concepite attraverso il “tutto” (che lo motivano). Cultura come testo La cultura va interpretata come un testo, e va “tradotta” nella “lingua/cultura” dell’osservatore [Critica a Malinowski e all’idea che per “comprendere” l’altro bisogna “immedesimarsi”, basarsi sull’empatia]. Secondo Geertz la cosa importante è essere “accettati”. Per Geertz: non bisogna porsi il problema di partecipare ma di essere accettati (anche se poi in pratica la differenza non è enorme). Esempio dell’inserimento dell’antropologo sul campo: il combattimento dei galli a Bali (Indonesia). Il crocevia della cultura. Geertz e la thick description La cultura come concetto semiotico Crisi del concetto di cultura Geertz propone l’introduzione di un concetto più ristretto e specializzato : cultura come “ragnatela di significati” Ciò porta a una riformulazione dell’intera disciplina. “l’uomo è un animale sospeso fra ragnatele di significati che egli stesso ha tessuto, credo che la cultura consista in queste ragnatele”. L’analisi di queste ragnatele è una scienza interpretativa in cerca di significato. Metafora della cultura come “testo”: un testo scritto dai nativi che l’antropologo si sforza di interpretare. “Ciò che chiamiamo i nostri dati, sono in realtà le nostre interpretazioni di interpretazioni di altri su ciò che hanno fatto loro e i loro compatrioti”. Il crocevia della cultura. Geertz e la thick description “Ciò che chiamiamo i nostri dati, sono in realtà le nostre interpretazioni di interpretazioni di altri su ciò che hanno fatto loro e i loro compatrioti”. “leggere sopra le spalle del nativo” Critiche a Geertz: - le sue interpretazioni non sono ponderabili, le sue affermazioni sui significati di ciò che “legge” non sono verificabili in alcun modo. -nella pratica nonostante le abbia criticate utilizza di fatto le altre concezioni di cultura (concreta e astratta) - a volte dai sui scritti sembra che le culture siano delle “cose” Il crocevia della cultura La cultura materiale (manufatti, prodotti, oggetti). Per l’antropologia la cultura materiale è fondamentale. Per alcuni sociologi è persino più ampia di quanto abbiano notato gli antropologi (dall’artigianato all’architettura, dall’abbigliamento alle tecnologie produttive etc). Ma la definizione di cultura non rimandava a qualcosa di astratto? Il crocevia della cultura Esiste una differenza fondamentale tra l’inserimento nudo e crudo di tutti gli oggetti culturali nella sfera del sociale e la considerazione che invece la cultura materiale deriva dal senso e dai significati che gli individui assegnano a tali oggetti, in una posizione collegata ma separata dal sistema sociale. Testo versus pratica Pregi dell’approccio cultura come pratica: - carattere diacronico e dinamico. - nasce nell’ambito della sociologia generale per superare l’antinomia fra sistema e azione, equilibrio e cambiamento. - sforzo di Giddens di teorizzare la strutturazione, concetto mediatore del cambiamento, e sforzo di Bourdieu di teorizzare l’habitus come una disposizione a garantire la doxa, ma non a ingessarla, una spinta propulsiva. - supera un dilemma, scavalca la definizione di cultura sistemica, simbolica o linguistica (insoddisfacente), e restaurare un senso concreto del radicamento sociale, pur senza ridurre ogni cosa alle sue determinazioni sociali. Testo versus pratica Limiti dell’approccio testualista - interpretativista : -suggerisce una visione integrata, troppo coerente e tutto sommato autosufficiente della cultura. - contraddizione, incoerenza, contrapposizione svaniscono se i sistemi culturali sono presentati come armoniose totalità - la parola sistema evoca l’idea di un sistema ordinato e chiuso. - l’adozione del testo come unico strumento per decifrare la sfera culturale mette da parte il dato concreto, dematerializza il concreto e la pratica, le esperienze di vita. -la ‘descrizione densa’ rivela un carattere contratto e statico (la cultura si riduce a un dato implicito, chiuso; le sue cause e i suoi effetti sono prigionieri in un circolo privo di svolgimento). Tentativi di conciliazione Sewell unisce i due concetti (cultura come significati e cultura come pratica) in una definizione sintetica tra le più riuscite: la cultura è la dimensione semiotica dell’azione sociale umana Il sistema dei significati e la pratica sociale sono concetti complementari. Il passaggio dal significato al fare, da un simbolo astratto a un’azione concreta, significa attaccare simboli astratti a cose e a circostanze concrete e quindi pretendere qualcosa a loro riguardo. Significa anche avere l’abilità di elaborare un codice, di modificarlo o di adattare le sue regole a nuove circostanze. Swidler parla di cultura in azione. La pratica culturale può alterare un codice simbolico preesistente cucendolo su nuove circostanze e utilizzandolo per favorire il cambiamento. Tentativi di conciliazione Tuttavia, il tentativo di Sewell di ricongiungere i due approcci è rimasto in larga parte sulla carta, a causa della evidente difficoltà di amalgamare in una metodologia unitaria l’ottica interpretativa e quella più classicamente sociologica, attenta alle relazioni sociali e ai rapporti di forza. Cultura/Culture La Cultura al singolare è sempre definita in contrasto con qualcosa che cultura non è: la politica, l’economia, la finanza, la natura, la biologia, l’ambiente. In questo modo Cultura rimanda ad un alto livello di generalizzazione. Nel caso delle culture al plurale, la differenza corre tra una cultura circoscritta e un’altra cultura circoscritta, generalmente identificata in base a un collegamento con un gruppo sociale o politico.