1. Le Scienze
Economiche
Attività economica e natura del
problema economico
Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
SCIENZA ECONOMICA
Scienza (disciplina scientifica) che ha per OGGETTO l’attività economica
degli individui
 Descrive e cerca soluzioni ai problemi di convenienza economica
riguardanti la produzione, la distribuzione e il consumo della ricchezza.
 Si occupa dello studio delle scelte, operate dagli uomini, al fine di
adattare mezzi scarsi ai molteplici bisogni umani
- Empirica
Verifica e ricerca leggi/uniformità per
convalidarle/falsificarle con una metodologia
di ricerca induttiva/deduttiva
- Positiva
Ricerca leggi/principi su “ciò che è”
Tratta di comportamenti umani
- Sociale
- Normativa
a.a. 2010/2011
Studia come proporre norme, consigli, precetti,
su “ciò che dovrebbe essere”: come i
comportamenti degli individui dovrebbero
essere impostati/realizzati per conseguire fini
prefissati
2
“Le persone, nel loro complesso divenire, perseguono molteplici fini di varia specie e di
vario grado; il perseguimento di tali fini suscita bisogni; per soddisfare i bisogni le
persone svolgono, tra l’altro, l’attività economica, ossia l’attività di produzione e consumo
di beni economici” (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 15).
L’adattare mezzi scarsi ai molteplici fini attribuisce al comportamento
natura di
umano la
comportamento economico.
BENI ECONOMICI
 Prodotti (beni che hanno la caratteristica della materialità)
 Servizi (beni dalle caratteristiche immateriali)
Entrambi rispondono alla duplice veste di:
Beni Economici in qualità di BENI DI CONSUMO FINALE
Beni Economici in qualità di BENI DI CONSUMO INTERMEDIO
O DI PRODUZIONE
Destinati al mercato
o all’autoconsumo
Necessari per
ottenere nuovi beni
economici
FATTORI PRODUTTIVI
a.a. 2010/2011
3
Classifichiamo i beni
DUREVOLEZZA
economici
Rispetto alla singola/ripetuta utilizzabilità
dei beni nel processo di ottenimento di nuovi beni
economici
Rispetto alla singola/ripetuta utilizzabilità
dei beni nell’atto di consumo
Beni di consumo finale destinati a soddisfare
direttamente un bisogno
Beni di produzione (di consumo intermedio) destinati a
partecipare ad ulteriori processi produttivi
Ad uso immediato
(panettone, spettacolo)
Ad uso durevole
(computer, pelliccia)
Ad uso immediato
(stoffa, farina)
Ad uso durevole
(tornio, computer)
a.a. 2010/2011
4
Rapporto strumentale
Attività di consumo
Attività di produzione
(destinazione di beni economici al
soddisfacimento dei bisogni umani)
(realizzazione di beni economici)
Binomio: mezzi/bisogni
Aziende di produzione o imprese
Aziende di erogazione
CLASSI DI OPERAZIONI CHE DANNO ATTUAZIONE ALLE PRODUZIONI E AI CONSUMI
(Airoldi, Brunetti, Coda, 1989)
a.
Operazioni di trasformazione fisico-tecnica
b.
Negoziazioni di beni (scambi monetari aventi ad oggetto merci e servizi)
c.
Negoziazioni di capitale di prestito (o negoziazioni di credito)
d.
Negoziazione di rischi specifici (assicurazione)
e.
Negoziazione di capitale proprio (capitale di rischio)
f.
Negoziazioni di lavoro
Lavoro e capitale di risparmio sono le due condizioni primarie di produzione.
Le negoziazioni di lavoro e di capitale proprio non sono operazioni di scambio: prestatori di lavoro
e conferenti di capitale di risparmio sono membri dell’ISTITUTO in cui l’attività con il loro contributo si
Svolge.
a.a. 2010/2011
5
I fattori produttivi
“Qualunque elemento in grado di alimentare l’attività di produzione di beni e
di servizi” (L. Marchi, 2006, p. 6)
Requisiti (per l’economia aziendale):
•Onerosità (prezzo effettivo o figurativo)
•Quantità e qualità
•Connotazione temporale
•Vincolabilità
•Esprimibili in forma monetaria
Combinazione di fattori produttivi
Fattori della produzione: come elementi complementari
(nessi di complementarietà)
Classificazioni
Fattori Produttivi Primitivi della Produzione:
Fattori Produttivi:
Capitale
Lavoro
Generici
Denaro e mezzi equivalenti
(la moneta si può agevolmente convertire in
beni e servizi reali)
Specifici
Beni e servizi che l’azienda impiega,
combina, trasforma, al fine di ottenere
prodotti/servizi di output
a.a. 2010/2011
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Scienza Economica
ECONOMIA
AZIENDALE
– studia i fenomeni
economici a livello di singola
azienda o di classi
particolari di aziende
– si interessa delle scelte
operate dagli uomini al fine
di adattare gli scarsi mezzi a
disposizione ai molteplici fini
aziendali
ECONOMIA
INDUSTRIALE
ECONOMIA
POLITICA
– studia e supporta i processi di
sviluppo o di ristrutturazione dei
settori industriali o di aggregati di
aziende definiti in base al
processo produttivo o al prodotto
finale (settore tessile, orafo, ecc.)
– è un scienza “intermedia” che
osserva più da vicino la realtà su
cui intervenire tramite politiche di
intervento più analitiche e adatte
allo specifico andamento del
territorio/settore analizzato
– studia i fenomeni
economici dei grandi
aggregati
regionali, nazionali ed
internazionali (MACRO)
– studia il problema
economico inerente il
singolo produttore e
consumatore (MICRO)
a.a. 2010/2011
7
Gli elementi distintivi di EA e EP
ECONOMIA POLITICA
(economia teoretica)
ECONOMIA AZIENDALE
Oggetto di studio
AZIENDA: Grandi aggregati (il sistema economico della
collettività)
AZIENDA: Singola azienda o classi di
istituti
Scopo della disciplina
(utilità delle conoscenze)
utili per le decisioni di politica economica regionale,
nazionale o internazionale
utili per il governo dell’azienda
Metodo dell’indagine
Procedimento deduttivo-matematico (ipotesi astratte e
risultati derivati assiomaticamente)
Procedimento induttivo-sperimentale
(verifica delle teorie elaborate per via
deduttiva)
Concezione del tempo
Non è considerato: l’analisi dell’equilibrio è statica, le
variazioni di un equilibrio avvengono istantaneamente
Il tempo è rilevante: l’equilibrio viene
analizzato in modo prospettico (le
condizioni di equilibrio devono valere nel
tempo)
Concezione dello spazio
Non è considerato: i mercati sono ipotetici e ‘perfetti’
Lo spazio delimita il campo di analisi:
l’impresa opera in certi mercati con certe
caratteristiche
Basi delle conoscenze
Teorie dell’economia
Approccio interdisciplinare
Razionalità del decisore
Uomo perfettamente razionale
Homo oeconomicus
L’uomo a razionalità limitata
Uomo amministrativo (modello più
realistico)
Misurabilità dei giudizi di
convenienza
Gli operatori sono ‘omogenei’ ovvero le loro preferenze
si basano su grandezze misurabili (esprimibili
matematicamente), quindi la valenza
qualitativa è identica
Gli operatori hanno preferenze
disomogenee
ovvero le grandezze economiche prese in
esame (es. prodotto o impianto) hanno
qualità differenti
Approccio
Logica deterministica
Logica indeterministica (situazioni di
incertezza e continuamente mutevoli)
a.a. 2010/2011
8
1a conclusione:
L’Economia Aziendale studia il
comportamento delle aziende
a.a. 2010/2011
9
DALLA RAGIONERIA ALL’ECONOMIA AZIENDALE
CINQUE PERIODI
1)
2)
3)
4)
5)
dall’antichità fino al 13° secolo
dal 13° secolo al 18° secolo
l’Ottocento
da Gino Zappa (1830) al 2° dopoguerra
dal secondo dopoguerra ad oggi
a.a. 2010/2011
10
PRIMO PERIODO
 Interesse esclusivamente rivolto verso le tecniche di scritture contabili
 Prevalgono gli aspetti computistici, caratterizzati dall’uso di procedure semplici
 E’ assente l’interesse verso gli aspetti economici della gestione
RAGIONERIA
arte di tenere i conti
SECONDO PERIODO
 Il periodo è definito metodologico-contabile
 Fervido interesse verso le tecniche contabili che si sviluppano grazie
al contributo di diversi autori (L. Fibonacci,…)
 Prevale il formalismo e l’interesse è più sulle metodologia e sulla
forma che sulla sostanza
 A Luca Paciolo ( 1494 - “Summa de arithmetica e geometria.
Proporzioni et proporzionalità”) è attribuita la paternità del METODO
DELLA PARTITA DOPPIA
(il “metodo italiano” o “metodo veneziano” del tenere i conti)
a.a. 2010/2011
11
TERZO PERIODO
Fino al 1800 La Ragioneria e le Tecniche di gestione assumono la caratteristica di “arti” e non ancora di “scienze”: mancano
principi generali che riguardino tutte le amministrazioni delle unità economiche considerate
I contributi sviluppati nell’Ottocento si articolano secondo tre scuole
La Scuola Lombarda
(Villa)
Lo studio delle rilevazioni
contabili deve essere
inquadrato all’interno del
quadro d’assieme
dell’azienda.
Si distingue tra:
Computisteria: arte di
tenere i conti
Ragioneria: studio dell’
amministrazione
aziendale distinta in tre
momenti:
- Gestione
- Organizzazione
- Rilevazione
La Scuola Toscana
(Cerboni)
Viene elaborata una nuova
metodologia di rilevazione
contabile
(metodo
logismografico), ispirata
al metodo della Partita
Doppia.
L’interesse è rivolto
all’intera azienda, intesa
come insieme di rapporti
giuridici.
L’amministrazione
aziendale è l’insieme delle
regole che definiscono
obblighi e diritti dei
soggetti che vi operano
(insieme di conti intestati
alle persone). a.a. 2010/2011
La Scuola Veneta
(Besta)
Besta pone al centro dell’azienda
il patrimonio: insieme di fattori da
Impiegare nello svolgimento del processo
produttivo.
Sviluppa il Sistema Patrimoniale.
L’azienda è definita come insieme di atti e
operazioni che vengono eseguite sul
patrimonio.
Nell’amministrazione economica
dell’azienda si distinguono tre momenti:
- Gestione
- Direzione
- Controllo
Ragioneria: insieme delle leggi che
presiedono al controllo economico delle
aziende
12
QUARTO PERIODO
ZAPPA Gino
Scienza dell’ECONOMIA AZIENDALE
Sostiene con forza la necessità di pervenire alla formazione di una scienza unitaria dell’amministrazione
economico-aziendale come studio delle condizioni di esistenza e delle manifestazioni di vita delle
aziende poiché esistono problematiche gestionali comuni ai vari tipi di aziende.
L’amministrazione economico-aziendale si articola in:
- Gestione
- Organizzazione
- Rilevazione
Il problema economico va affrontato attraverso la formulazione di giudizi di convenienza economica.
Sviluppa il Sistema del Reddito
La Ragioneria non si limita ad essere una tecnica fine a se stessa, ma diventa uno strumento finalizzato
all’acquisizione di conoscenze relative ai fatti aziendali e, tramite queste, all’efficace ed efficiente
gestione delle aziende
ONIDA Pietro
Aderisce al pensiero di Zappa e si concentra sulla collocazione
della Ragioneria che non è considerata lo studio degli strumenti e
dei metodi adottati per la rilevazione dei fatti aziendali, ma è lo
studio
dei fatti aziendali esaminati dal punto di vista quantitativo
L’attenzione si sposa dai metodi di rilevazione ai fatti oggetto
a.a. 2010/2011
di rilevazione
AMADUZZI Aldo
Attribuisce definitiva valenza
scientifica alla ragioneria.
Interpreta la Rilevazione in senso
ampio includendovi anche
l’interpretazione dei dati: capacità
segnaletica: tramite i dati è possibile
verificare le condizioni di equilibrio
economico delle aziende
13
QUINTO PERIODO
Confronto e fusione tra:
 L’impostazione aziendale classica di derivazione zappiana
 Le conoscenze ottenuto attraverso lo studio di casi aziendali provenienti dagli studi di management
Nord-americani.
Economia Aziendale
Management
Prospettiva oggettiva: scienza di andamenti e
di risultati
Oggetto di studio è l’azienda considerata come
fenomeno unitario di cui sono studiate le
condizioni di esistenza e le manifestazioni
di vita
Approccio: esplicativo-interpretativo teso a
spiegare le relazioni di causa-effetto che
avvincono gli accadimenti aziendali
Prospettiva soggettiva: scienza di
comportamenti
Oggetto di studio: problematiche derivanti dai
processi di decisione e azione che i soggetti
realizzano nella gestione dell’azienda
Approccio: normativo-prescrittirvo teso a fornire
indicazioni per guidare il manager nell’attività di
governo dell’impresa
Teoria istituzionalista sulle strategie aziendali: CODA Vittorio
L’economia aziendale, come scienza, evolve lungo due filoni di specializzazione:
SETTORIALE
studio riferito a particolari categorie aziendali identificate in base al settore di
appartenenza
O in base alla dimensione, ai regimi giuridici, alle modalità di svolgimento del processo produttivo
FUNZIONALE
studio delle problematiche relative a singole aree funzionali, comuni alle varie
categorie di aziende
a.a. 2010/2011
14
in sintesi
L’evoluzione della Ragioneria e la nascita della nuova disciplina
dell’Economia Aziendale
PRIMA: La Ragioneria si occupava esclusivamente delle rilevazioni
quantitative d’azienda
Ragioneria come scienza del controllo economico, ossia del
patrimonio, in modo tale che la ricchezza venga studiata nei vari
momenti della sua formazione e non "venga sperperata o distratta
dall'uso cui è destinata”
dal pensiero di FABIO BESTA
OGGI: La Ragioneria tratta un orizzonte di argomenti più vasto
poiché tende sempre più verso l’Economia Aziendale, disciplina
nata con "Tendenze nuove negli studi di Ragioneria" (1927) di Gino
Zappa
Economia Aziendale come “scienza che studia le condizioni di
esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende“
Scienza dell’amministrazione economica delle aziende
al pensiero
GINO ZAPPA
a.a.di
2010/2011
15
Di cosa si occupa la Ragioneria
rilevazioni quantitative
aziendali (dei fenomeni aziendali)
Ratio = ragione
conti, governo,
cura, reggimento
delle cose
Essa si articola secondo le tre fasi/momenti:
• Rilevazione dei fatti amministrativi (operazioni di
acquisto,vendita, pagamenti salari ecc.);
• Determinazione dei risultati (entrate, uscite, costi,
ricavi,reddito ecc.);
• Interpretazione dei fatti e dei risultati.
La funzione svolta mediante questi tre momenti prende il
nome di contabilità ed è una parte dell’orizzonte più ampio
dell’economia aziendale
RAGIONERIA ….
GENERALE ….
concetti teorici fondamentali; lineamenti comuni a tutte le aziende
APPLICATA
applica i concetti generali alle singole classi di aziende
tenendo conto delle implicazioni giuridiche, fiscali, …
a.a. 2010/2011
16
Economia aziendale come scienza che cerca, in maniera integrata e relativa, di
formare un corpo di principi necessario per investigare e spiegare strutture e
funzionamento di operatori economici in continua evoluzione ponendo l’accento
sull’importanza e il ruolo centrale che nei diversi contesti economici assume un
entità, un sistema, come l’AZIENDA.
I caratteri di fondo della scienza dell’Economia Aziendale
Unitaria, coordinata, integrata:
-lo studio dell’azienda è ricondotto all’unitarietà (nonostante le specializzazioni di studio
dell’azienda) perché unitario è il fenomeno;
-vi è coordinazione tra gli elementi dell’azienda e le discipline che compongono l’economia
aziendale (la tecnica amministrativa, l’organizzazione, la
rilevazione/informazione=ragioneria), tra loro complementari ed equifinalizzate;
Dinamica, relativa, transitoria:
-si esprimono verità non immutabili, ma in continua evoluzione, alla ricerca di nuovi principi
e uniformità;
Finalizzata:
Ci si interroga sui fini dell’attività economico-aziendale ponendosi come obiettivo l’analisi
(studio descrittivo) e il precetto (studio normativo).
a.a. 2010/2011
17
METODO SEGNICO-COGNITIVO
L’uso dei segni
I SEGNI sono un OGGETTO O EVENTO utilizzato come RICHIAMO di
un altro oggetto o evento
Il LINGUAGGIO è un SISTEMA ORDINATO DI SEGNI interconnessi
attraverso quali l’uomo cerca di conoscere la realtà
Il sistema dei segni deve essere adeguato al fenomeno da indagare (il
metodo è imposto dall’oggetto che si vuole conoscere)
• LINGUAGGIO AZIENDALE: sistema ordinato di segni per conoscere il
fenomeno aziendale (aspetti strutturali, tecnici, comportamenti e risultati
d’azienda)
• LINGUAGGIO CONTABILE: conversione delle caratteristiche del fenomeno
aziendale in segni misurabili (metodi oggettivi di misurazione)
a.a. 2010/2011
18
Le differenze tra linguaggi contabili
Linguaggio
aziendale
Linguaggio
contabile
ambiente
Il linguaggio contabile può vedere modificati i propri
contenuti in relazione all’evoluzione che subiscono
l’organismo aziendale e il suo ambiente di
riferimento:
esistono sistemi contabili nazionali diversi
a.a. 2010/2011
19
La Ragioneria Internazionale
La Ragioneria Internazionale fa parte della Ragioneria come
disciplina aziendale e ne mantiene la natura e l’oggetto di
studio
• Scopo: analizzare le cause delle diversità tra i sistemi contabili
nazionali dei vari Paesi e contribuire al superamento di tali diversità
(quando opportuno) o al loro inquadramento sistematico
• Premessa: esistenza di diversità e variabilità, nel tempo e nello
spazio, dei modi con cui si cerca di misurare gli accadimenti
aziendali → dottrina e prassi contabile dei vari Paesi sono il frutto
dell’influsso esercitato dalle condizioni ambientali e dall’evoluzione
storica subita da teoria e prassi
N.B. Non si tratta di fare mere comparazione tra i vari
comportamenti contabili nazionali, ma di approfondire le
conoscenze sulle specificità di ciascuno e sui motivi che stanno
alla base delle differenze
a.a. 2010/2011
20
IL COMPORTAMENTO ECONOMICO DELLE AZIENDE
Il comportamento aziendale può essere suddiviso secondo i processi principali che lo caratterizzano
1
2
3
4
DECISIONE
ESECUZIONE
CONTROLLO
FEED-BACK
o mecceanismo di correzione
a.a. 2010/2011
21
1
DECISIONE
Il processo di decisione corrisponde al primo momento di tutte le scelte che
l’azienda è chiamata a prendere nel corso della sua vita e si pone alla base
della condotta aziendale
Decisioni relative a:
Organizzazione
Tipo di prodotto
Nome del prodotto
Confezione
Pubblicità
Canali distributivi
…
Obiettivo da raggiungere in termini di risultati economico
Elementi informativi, contabili/extracontabili, interni/esterni che
supportino il processo decisorio
Scelta più conveniente
a.a. 2010/2011
22
PROGRAMMAZIONE
AZIENDALE
Insieme delle decisioni aziendali
Insieme delle decisioni
aziendali volte all’utilizzo delle
risorse possedute per il raggiungimento
di un obiettivo generale
strategia
PIANIFICAZIONE
STRATEGICA
Formalizzazione degli obiettivi e delle risorse
in appositi documenti (piani)
Riguardanti l’azienda nel suo complesso
Riguardanti singoli rami e settori
PROGRAMMAZIONE
PROGRAMMAZIONE STRATEGICA
Definizione degli
obiettivi
e delle linee di azione
per
conseguirli
Traduce in obiettivi strategici di lungo termine la
missione aziendale dopo l’analisi dell’ambiente esterno
(M/O) e interno (F/D)
Traduce gli obiettivi strategici in obiettivi di
medio periodo (3/5 anni)
PROGRAMMAZIONE TATTICA
PROGRAMMAZIONE OPERATIVA
a.a. 2010/2011
Traduce gli obiettivi tattici in obiettivi
gestionali a breve (budget annuali)
23
SCHEMA DI PROGRAMMAZIONE ANNUALE
DEFINIZIONE
DI OBIETTIVI
ANNUI
DEFINIZIONE
DI OBIETTIVI
MENSILI
MEZZI DA
UTILIZZARE
Raggiungere un
livello delle
vendite pari a
Euro
600.000 totali
Raggiungere un
livello delle
vendite pari a
Euro
50 mensile
Scelta del nome,
del prodotto, del
marchio, della
confezione, della
pubblicità, del
prezzo, dei
canali
distributivi,….
BUDGET
Personale,
materie
prime,energia,
ammortamenti,
…
Individuare il percorso migliore da intraprendere e i mezzi da utilizzare, traducendoli in
termini economici
Ciascuna fase di programmazione produce piani, tra loro coerenti, che, approvati
dalla direzione, si tradurranno in programmi operativi annuali che definiscono tempi
e risorse necessari per conseguire gli obiettivi
Budget annuali di esercizio
rilevazione quantitativa della presunta gestione futura
a.a. 2010/2011
24
2
ESECUZIONE
Nel momento di esecuzione viene tradotto in pratica quanto stabilito
nella fase precedente. Con il compimento di questa fase si rileva
gradualmente anche il risultato effettivo prodotto.
(ad esempio, un livello delle vendite pari a € 400.000)
3
CONTROLLO
La fase del controllo include il complesso delle attività che gli organi di
governo aziendale sviluppano allo scopo di guidare l’attività gestionale e
verificare che questa si svolga conformemente ai programmi formulati per
l’esercizio.
L’oggetto del controllo è l’attività che l’azienda attua allo scopo di garantire
e verificare il raggiungimento degli obiettivi fissati per un determinato
periodo.
a.a. 2010/2011
25
ancora sul controllo
il processo di controllo si svolge secondo due fasi logiche:
1) confronto tra il risultato preventivato (€ 600.000) ed il risultato effettivo (€ 400.000);
Rilevazione degli scostamenti globali
2) analisi degli scostamenti ed individuazione delle cause degli stessi (es.: prezzo del prodotto,
tipo di prodotto, pubblicità, marchio, nome, problemi organizzativi, errate analisi previsionali,
ecc.)
Scomposizione degli scostamenti globali negli scostamenti elementari: di prezzo, volume ed
efficienza.
In quale misura, i diversi fattori, hanno influito sul conseguimento dei risultati?
QUALI CAUSE DEGLI SCOSTAMENTI?
interventi correttivi mirati
Revisione e modifica dei programmi operativi (controllo operativo-gestionale)
Revisione e modifica dei programmi strategici (controllo strategico) in linea con l’evoluzione delle
variabili ambientali.
COME MIGLIORARE IL CONTROLLO?
processo di personalizzazione delle responsabilità esecutive
individuazione di centri e
responsabilità affidati ad un soggetto chiamato a rispondere dei risultati delle attività realizzate
a.a. 2010/2011
26
4
FEED-BACK
o meccanismo di correzione
Il meccanismo che consente, sulla base dell’analisi svolta e delle conclusioni
tratte nella precedente fase del controllo, di assumere nuove decisioni atte ad
eliminare lo scostamento riscontrato tra risultati preventivati e risultati ottenuti.
flusso informativo di ritorno che "rimette in moto" il processo di decisione e, con
esso, tutto il sistema di azione aziendale.
sistema di autoregolazione che permette all’azienda un certo grado di elasticità
nel comportamento
Il mancato conseguimento degli obiettivi del piano potrebbe essere imputato a due
distinti tipi di errore
1) di programmazione
2) di esecuzione
a.a. 2010/2011
27
ancora sul fedd-back
La corretta individuazione della natura dello scostamento influisce sulla fase di
feed-back infatti:
1) nel caso di errore di attuazione dovranno essere effettuati interventi correttivi
per rimuovere le eventuali inefficienze presenti nel processo operativo e
consentire il miglioramento delle prestazioni negli esercizi successivi.
2) nel caso di errore di programmazione non saranno necessari interventi
correttivi sui processi produttivi, ma occorrerà procedere ad una revisione degli
obiettivi e programmi per il periodo futuro.
Importanza del processo di responsabilizzazione per controllare
l’efficienza con cui i fattori produttivi sono impiegati, all’interno dei
singoli centri di costo, in cui si svolgono le diverse fasi del processo
produttivo.
Il controllo e il feed-back, effettuati attraverso il confronto tra preventivi e consuntivi ed il successivo
intervento nelle cause degli scostamenti, consentono di operare costantemente sull’efficacia e
l’efficienza dell’attività aziendale, alla luce degli obiettivi prefissati all’inizio del periodo. Vanno effettuati
IN PRESENZA DI QUALSIASI RISULTATO OTTENUTO
a.a. 2010/2011
28
2a conclusione:
L’Economia Aziendale studia il comportamento
dell’azienda e quindi studia i processi di
decisione, esecuzione, controllo e feed-back.
a.a. 2010/2011
29
Affinchè il comportamento aziendale e i processi di decisione,
esecuzione, controllo e feed-back possano fluire senza subire
interruzioni e provocare inefficienze nei processi gestionali è
necessario poter fare affidamento su un flusso di informazioni precise,
chiare e tempestive.
Tali informazioni devono essere raccolte, elaborate e diffuse
attraverso idonei strumenti e da personale qualificato, costituiscono il
sistema informativo (SI).
Il sistema informativo aziendale include informazioni di diversa
natura, atte alla rilevazione e al supporto, non solo dell’azione
esecutiva, ma di tutti i processi che caratterizzano il comportamento
aziendale.
a.a. 2010/2011
30
3a conclusione:
L’Economia Aziendale studia il comportamento
dell’azienda e quindi studia i processi di
decisione, esecuzione, controllo e feed-back
ed il sistema informativo come strumento che li
collega.
a.a. 2010/2011
31
LE FASI DEL COMPORTAMENTO AZIENDALE
Le fasi del comportamento aziendale
DECISIONE
(S.I.)
Programmazione strategica
ESECUZIONE
(S.I.)
Azione
CONTROLLO
(S.I.)
Confronto tra risultato
Programmazione tattica
che trasforma la
preventivato ed effettivo
Programmazione operativa
Programmazione
e analisi degli scostamenti
(S.I.)
in risultato
Sistema informativo (S.I.)
FEED BACK
Meccanismo di correzione
a.a. 2010/2011
32
Il PROCESSO DECISIONALE QUALE BASE DEL COMPORTAMENTO AZIENDALE
Centralità della fase
che riguarda in processo decisionale
Base del comportamento
aziendale
Attenta analisi dell’ambiente
Individuazione del problema
Natura e cause che lo hanno generato
Attenta analisi delle soluzioni
a.a. 2010/2011
33
Schema di percorso del processo decisorio
PROBLEMA
SOLUZIONI
ALTERNATIVE
CONSEGUENZE
SOLUZIONE
Investimento
nuove
tecnologie
CONSEGUENZA
incremento 40%
costi immobilizzazioni
CONSEGUENZA
decremento 20%
costi personali
Punto di
partenza
SCELTA
SOLUZIONE
MIGLIORE
Punto di
arrivo
PROBLEMA
calo delle vendite
SOLUZIONE
Investimento
ricerca e
sviluppo
a.a. 2010/2011
CONSEGUENZA
Incremento 50% costi
34
Approcci in base al quale viene studiato il processo decisorio
IL MODELLO DELLA RAZIONALITA’ OBIETTIVA
IL MODELLO DELLA RAZIONALITA’ LIMITATA
Pareto (teoria economica classica, Savage (teoria
matematico-statistica), Von Neuman (toeria dei giochi e delle
strategie)

L’UOMO ECONOMICO
 E’ ONNISCIENTE
 E’ OBIETTIVA-MENTE
RAZIONALE
 SCEGLIE SEMPRE
L’ALTERNATIVA MIGLIORE
Herbert Simon (teoria del comportamento amministrativo)

Come opera?
Individua il problema
Raccoglie tutte le informazioni
necessarie
Individua tutte le alternative di
soluzione
Individua tutte le conseguenze
correlate a ciascuna alternativa
Sceglie l’alternativa migliore
L’UOMO AMMINISTRATIVO
 HA CONOSCENZE LIMITATE
 E’ LIMITATAMENTE RAZIONALE
 SCEGLIE FRA ALTERNATIVE
SODDISFACENTI
Come opera?
-
a.a. 2010/2011
Non conosce tutti i problemi
Non li definisce perfettamente
Sviluppa poche alternative
Non conosce tutte le conseguenze
associate ad ogni alternativa
Sceglie l’alternativa più soddisfacente
35
IL PROCESSO DECISORIO
SULLA BASE DEL secondo MODELLO, CONSIDERATO DALL’ECONOMIA AZIENDALE
1)
2)
3)
4)
5)
Individuazione del problema
Definizione del problema (caratteristiche, vincoli, obiettivi)
Sviluppo di soluzioni
Individuazione delle conseguenze associate ad ogni soluzione
Scelta dell’alternativa più conveniente In base ad un sistema di criteri di scelta
FUNZIONI DI UTILITA’ DEL MANAGER
=
UOMO AMMINISTRATIVO
1)
2)
Scelta dell’alternativa ritenuta soddisfacente secondo la sua personale
funzione di utilità basata sui seguenti elementi:
I risultati passati
Le proprie aspirazioni (economicità/status/prestigio)
a.a. 2010/2011
36
4a conclusione:
L’Economia Aziendale studia il comportamento
dell’azienda e quindi studia i processi di
decisione, esecuzione, controllo e feed-back
ed il sistema informativo come strumento che li
collega, in base al modello della razionalità
limitata.
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Testi/Parti del Programma di riferimento
1) M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed orientamento allo studio delle
Aziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. I.
Testi Programma di approfondimento
1) Airoldi G., Brunetti G., Coda V., Lezioni di Economia Aziendale, Il
Mulino, Bo, Cap. I p. 15-29.
2) Marchi L. (a cura di), Introduzione all’Economia Aziendale,
Giappichelli, Torino, 2006, Cap. 1, p. 1-9.
3) Paolone G., D’Amico L. (a cura di), La Ragioneria nei suoi principi
applicativi e modelli contabili, Giappichelli, Torino, 2002, Cap. 1, p.
1-22.
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SCIENZA ECONOMICA